Scuola interateneo di specializzazione per la formazione degli insegnanti della scuola secondaria “SIS”. Cinzia Pellegrino LABORATORIO DI FISICA NUCLEARE (Prima parte) LA RADIOATTIVITA’ DI FONDO L’unità didattica è preparata per una quinta liceo scientifico. Si pensa che durante il percorso di formazione per la fisica gli argomenti inerenti la fisica nucleare si siano introdotti gradualmente. La radioattività di fondo potrebbe essere un argomento che suscita la curiosità degli alunni, per questo verrà trattato per vie generali lasciando spazio ad un lavoro in cui i protagonisti siano gli studenti. PREREQUISITI Campo magnetico e campo elettrico. Le onde. I nuclei degli atomi. Protoni e neutroni. Numero di massa e numero atomico (alcune reazioni nucleari e loro bilanciamento). Isotopi. Introduzione alla forza nucleare. Gli stati energetici (o energici) dei nuclei. Sistemi di unità di misura. OBIETTIVI Conoscenza dei decadimenti e . Ionizzazione. I raggi gamma. Appropriazione del concetto di radiazione conseguenze ed esempi. Unità di misura. di fondo. Cause, CONTENUTO Decadimento e . La catena dell’uranio (a partire dal radio). Esperimento di Geiger e palloncino gonfiato. Cos’è il fondo di radiazione: naturale e prodotto dall’uomo. Principali cause che contribuiscono al fondo di radiazione e conseguenze: dose sull’uomo, dose equivalente e dose equivalente efficace. Il problema del Radon. Presentazione di teorie differenti che constatano l’attualità del problema non ancora risolto. Visita di alcuni siti Internet: A.R.P.A., A.S.L. locali, Comunità Montane. METODOLOGIA In un primo momento le lezioni verranno affrontate frontalmente per fissare concetti utili per il proseguimento dell’argomento. Si amplierà il discorso con un intervento in laboratorio per incuriosire gli studenti e fare sorgere dubbi e riflessioni. La trattazione proseguirà con lezioni frontali per poi lasciare spazio ad attività personali come approfondimenti usando Internet. DIDATTICA Dopo gli argomenti trattati per l’esposizione dei quali si segue una didattica per obiettivi, si passerebbe a una didattica per progetti in collaborazione con l’A.R.P.A. per la sensibilizzazione degli abitanti su tale argomento. L’attività sarà ovviamente gestita a gruppi e si opererà con altre materie come chimica, storia, filosofia, italiano … VALUTAZIONE La valutazione avverrà sul lavoro svolto dai gruppi. LE RADIAZIONI Come tutte le grandi scoperte, i raggi X stimolarono subito una numerosa serie di ricerche soprattutto allo scopo di determinare la natura e l'origine della radiazione Rontgen. All'inizio del 1896, H. Becquerel, professore di fisica presso il Musee d'Histoire Naturelle di Parigi, mentre cercava di evidenziare la possibile emissione di raggi X da parte di alcuni metalli resi fluorescenti dalla luce, scoprì quasi casualmente che i sali di uranio avevano la proprietà di annerire le lastre fotografiche anche quando le lastre erano completamente racchiuse dentro un involucro opaco alla luce. Inizialmente pensò che il fenomeno fosse connesso con la fluorescenza indotta dalle onde luminose, poi intuì che l'annerimento delle lastre doveva essere provocato da qualche radiazione, penetrante come i raggi X, emessa spontaneamente dall'uranio senza alcuna preventiva eccitazione del materiale uranifero. II 2 marzo dello stesso anno Becquerel comunicò in termini piuttosto prudenti la sua scoperta all'Academie des Sciences: Io posso soltanto pensare che si tratti di una radiazione ancora ignota, apparentemente affine a quella scoperta dal Signor Rontgen a Wurzburg. Infatti anch'essa, come l'altra, attraversa corpi opachi, annerisce la lastra fotografica in assenza di ogni altra luce, anzi perfino quando le lastre siano tenute in cassette escludenti ogni possibile infiltrazione luminosa, e con un leggero strato d'aria fra esse e la sostanza radiante. Inoltre la detta radiazione rende l'aria circostante buon conduttore di elettricità, e mostra, pertanto le medesime caratteristiche dei raggi X. Io però non posso decidermi a dichiarare identiche le due radiazioni consimili, poiché quella da me scoperta non ha origine da un tubo costruito con le norme dettate dal Signor Rontgen, bensì da semplici sali d'uranio. Pertanto io vorrei avanzare prudentemente una supposizione, e cioè che la radiazione da me scoperta non sia legata unicamente ai sali d'uranio. Becquerel aveva ragione: come fu sperimentato in seguito, sali d'uranio non erano le uniche sostanze radianti. Come per i raggi X, lo scalpore suscitato dalla scoperta d Becquerel, in seguito chiamata radioattività naturale, fu enorme nei più importanti laboratori del mondo un gran numero di ricercatori s'interessò subito dei problemi connessi con le misteriose radiazioni. I primi importanti risultati furono raggiunti da una giovane studiosa di chimica di origine polacca, Marie Sklodowska Curi moglie del fisico francese Pierre Curie. Madame Curie notò che l'emissione radioattiva era proporzionale alla quantità di uranio presente e che gli effetti radioattivi come aveva anche intuito Becquerel, erano indipendenti dallo stato chimico e dalle condizioni fisiche (fase di aggregazione temperatura, pressione) del materiale attivo. Successivamente, avendo constatato, mentre estraeva l'uranio dalla pechblenda, che il minerale residuo emetteva una quantità di radiazioni notevolmente superiore a quella che doveva competere al tenore di uranio rimasto del materiale, pensò alla possibile esistenza di altri elementi radioattivi. A questo punto aiutata dal marito, insieme al quale lavorò in perfetta armonia fino alla tragica morte di lui, Madame Curie riuscì a isolare dal! pechblenda due nuovi elementi radioattivi: il primo fu chiamato polonio in ricordo della lontana patria; il secondo radio per la su notevole attività radioattiva. Dopo questi primi elementi furono scoperte molte altre s stanze radioattive, tutte con numero atomico maggiore del piombo. LE PARTICELLE ALFA E BETA Si sa che è possibile provocare la trasformazione di un nucleo in un altro a seguito di una collisione tra nuclei. La trasformazione di un nucleo può avvenire anche in modo naturale, cioè spontaneamente. Esistono infatti in natura alcuni isotopi il cui nucleo ha la proprietà di essere instabile. Esso può restare così com'è anche per millenni o addirittura per miliardi di anni. Ma a un certo istante, emettendo un corpuscolo, si trasforma, si disintegra o, come più spesso si dice, decade nel nucleo di un altro elemento. Questi nuclei che si disintegrano spontaneamente sono detti radioattivi. Per esempio, il nucleo del radio-88 ( 226 88 Ra ) si trasforma nel nucleo del radon-86 ( 222 86 Rn ), emettendo una particella alfa, nucleo di elio ( 42 He ) (*): 226 222 4 88 Ra 86 Rn 2 He Poiché la particella alfa è costituita da due protoni e da due neutroni (Z = 2, A = 4), il numero atomico del nucleo-figlio (nell’esempio precedente il radon) è diminuito di due unità rispetto, a quello del nucleo-padre (il radio), mentre il numero di massa, è sceso di quattro unità (da 226 a 2). Per la presenza di due cariche positive, la particella alfa viene indicata con e ha un’energia dovuta soprattutto alla massa e non alla velocità. Nel processo sopra indicato, infatti l’energia liberata si trova sotto forma di energia cinetica sia dei corpuscoli emessi, sia del nucleo residuo che rincula come un’arma da fuoco. L’energia sviluppata nella reazione, per l’equivalenza fra massa ed energia, deriva dalla differenza tra la massa del nucleo che si è disintegrato e al somma delle masse del nucleo ottenuto e della particella alfa. I nuclei radioattivi possono decadere in due modi diversi: emettendo una particella alfa (come nel caso del radio) oppure una particella beta, che è semplicemente un elettrone negativo. Quest'ultimo decadimento si verifica, per esempio, nel piombo-210 ( 210 82 Pb ). Il suo nucleo si trasforma in quello del bismuto-210 ( 210 83 Bi ), dopo aver emesso la particella beta, cioè un elettrone (e), che è sempre accompagnata, per la conservazione della quantità di moto, da un’altra particella, il neutrino-elettrone ( v e ): 210 210 82 Pb 83 Bi e ve Nel decadimento beta il numero di massa dei due nuclei non cambia, mentre il numero atomico del nucleo-figlio nell'esempio precedente il ( 210 83 Bi ) aumenta di un'unità rispetto a quello del nucleo-padre ( 210 82 Pb ). Il neutrino-elettrone è una particella priva di carica, di massa praticamente nulla, che viaggia a una velocità circa eguale a quella della luce. Infatti, per poter interpretare il decadimento è necessario supporre, nell’istante in cui un elettrone viene emesso dal nucleo radioattivo, si abbia la conversione di un protone (che rimane nel nucleo), in un elettrone e in un anti-neutrino (entrambi espulsi) secondo la relazione 1 1 0 0 n1 p 1 e Quando un atomo passa da un livello energetico eccitato al livello fondamentale, il fotone che è emesso non preesisteva, ma è creato al momento della transizione. Nel 1933 Enrico Fermi propose una teoria della disintegrazione beta che prende le mosse proprio da questa analogia. Nella teoria di Fermi la creazione di un fotone in un atomo, che avviene per effetto delle forze elettriche, e sostituita dalla creazione della coppia elettrone-neutrino causata da un nuovo tipo di forza, che ha preso il nome di interazione debole. Riassumendo, possiamo dire che le forze nucleari, che tengono insieme i nuclei, sono la causa dei decadimenti alfa e che le particelle emesse in qualche modo preesistevano alla loro emissione. Del tutto diverso è il caso del decadimento beta: un nuovo tipo di forza fa sì che venga creata una coppia di particelle che non preesistono nel nucleo. La coppia è formata da un elettrone carico e da un elettrone neutro. Il nome neutrino sottolinea il fatto che questo elettrone, oltre a essere neutro, è anche di massa piccolissima, più di un milione di volte più leggero di un elettrone. Si passa ora alla FAMIGLIA DELL’URANIO Quando una data specie origina un prodotto radioattivo che poi decade in un altro pure radioattivo e così di seguito attraverso una catena di disintegrazioni fino a raggiungere un nuclide stazionario, noi diciamo che si è formata una famiglia radioattiva. Agli studenti è fornita la seguente scheda che descrive lo schema del decadimento del radio-226 (da completare con l’aiuto della tavola degli elementi). Ra-226 1600 anni 4.8 Mev (1) (2) (3) (2) elemento radioattivo e suo numero di massa vita media ( T1 log 2 ) (3) energia cinetica della particella emessa (1) 21 Rn-… 3,82 giorni 5,5 MeV … Po-218 (RaA) 3.05 min. 6.0 Mev Pb-… 26.8 min. 0.7-1.0 Mev Bi-214 19.7 min. 0.4-3.3 Mev Po-214 (RaC’) 1.6x10-4 7.7 Mev Pb-… (RaD) 22 anni <0.1 Mev Questa catena radioattiva si presenta alla classe per poi introdurre il problema del Radon. Si apre qui una breve parentesi inerente I RAGGI GAMMA I raggi gamma sono fotoni di qualche MeV di energia emessi subito dopo un decadimento alfa o beta. Ciò accade perché il nucle-figlio raramente si trova nel suo stato fondamentale. Più spesso i nucleoni che lo formano restano in un livello energetico eccitato. L’eccesso di energia è allora emesso sottoforma di un pacchetto di energia elettromagnetica, cioè di un fotone la cui energia è uguale alla differenza tra l’energia dello stato di partenza e quello dello stato di arrivo. Tra le radiazioni sono i più penetranti, tanto che per fermarli sono necessari parecchi centimetri di piombo. I raggi gamma non vengono deviati da campi elettrici o magnetici, e da ciò ne consegue che non possono essere particelle cariche. La loro natura fu oggetto di varie dispute fino al 1914, anno in cui fu dimostrata, ottenendo effetti di interferenza e diffrazione, la loro natura ondulatoria. Essi in pratica possono essere considerati come piccoli pacchetti di energia nella forma di treni d'onda di piccolissima lunghezza, molto più piccola di quella della luce visibile, ma viaggianti alla stessa velocità. Il cobalto (Co 60) emette sia le particelle beta che i raggi gamma, ma se le prime vengono assorbite da « filtri » adatti allo scopo, può essere usato come sorgente di soli raggi gamma. I raggi gamma rappresentano per l'uomo il rischio più serio a causa del loro elevato potere di penetrazione nel corpo umano; creano infatti ioni nelle cellule del nostro corpo, sconvolgendo il loro equilibrio naturale o addirittura distruggendolo. Le particelle alfa sono invece molto meno pericolose (a meno che il campione venga ingoiato), poiché non possono penetrare gli strati esterni della pelle. Le particelle beta (eccetto quelle ad alta energia) vengono assorbite dai tessuti superficiali e generalmente sono un poco più pericolose delle particelle alfa. Il pericolo dei deboli campioni utilizzati per lavorare nelle scuole è ridottissimo. Nell’industria e nelle ricerche invece i campioni utilizzati debbono essere manipolati in genere da bracci meccanici a distanza, e la protezione per gli operatori è ottenuta mediante muri di calcestruzzo e di piombo. Semplici esercizi che si possono proporre in classe sono i seguenti. QUESITO 1. Il radio emette particelle alfa e beta e raggi gamma: a) Nella figura, le radiazioni provenienti. da un campione di radio sono incanalate attraverso il campo elettrico tra le che placche P e Q e ne escono divise in tre parti. A quale placca è applicato il polo positivo? b) In quale direzione dovrebbe agire il campo magnetico (essendo stato tolto quello elettrico) per deflettere i tre tipi di radiazione come nella figura? QUESITO 2. Le radiazioni provenienti da una sorgente alfa sono molto poco pericolose se confrontate con quelle provenienti da una sorgente gamma, ma se entrambe fossero accidentalmente inghiottite (ricordiamo lo scoppio della centrale di Chernobyl) , la sorgente alfa sarebbe di gran lunga molto più pericolosa. Perché? Lasciato in sospeso il significato di tempo di dimezzamento si riprende nel capitolo seguente. LA LEGGE DEL DECADIMENTO RADIOATTIVO Ci proponiamo, adesso di introdurre la legge di decadimento radioattivo, cioè la relazione che esprime l’attività di una sostanza radioattiva in funzione del tempo. Il decadimento spontaneo del nucleo è un processo puramente casuale; da ciò discende che, mentre è praticamente impossibile determinare l’istante in cui un particolare nucleo di disintegra, si può invece predire la probabilità che un certo numero di atomi di una data specie si disintegrino in un certo intervallo di tempo. Ciò premesso, consideriamo un campione costituito da un numero N0 molto grande di atomi (ovvero un atomo con nucleo radioattivo) di un determinato isotopo radioattivo, dopo un piccolo intervallo di tempo t un certo numero di atomi è decaduto e di conseguenza il numero di atomi dell’elemento originario è variato di una quantità che indichiamo con N . Come il numero dei decessi che avvengono in una città è proporzionale al numero degli abitanti della città e all’intervallo di tempo considerato, così, qualunque sia la natura dell’isotopo, il numero di atomi decaduti è proporzionale al numero N t di atomi inizialmente presenti e all’intervallo di tempo t , cioè: N = - Nt t Dove è una costante di proporzionalità caratteristica dell’elemento considerato, chiamata costante di decadimento. Nell’uguaglianza vi è un segno negativo poiché la variazione dei nuclei ha segno negativo N 0 , dal momento che il numero dei nuclei finale è minore del numero dei nuclei iniziali. Se la classe ha la capacità di risolvere una semplice equazione differenziale si possono esporre i passaggi. N t dN dt N0 N t0 ln N ln N 0 t t 0 ( 0) ln N ln N 0 t ln N e t N0 N N 0 e t Ponendo N t N0 1 , si ottiene la legge di decadimento N N0e t dove N0 è il numero di nuclei radioattivi presenti all’istante t = 0, N è il numero di nuclei “superstiti” all’istante t e è una costante tipica di ogni tipo di nucleo, che è detta vita media del nucleo che rappresenta l’intervallo di tempo necessario affinché il numero di atomi dell’isotopo originario si riduca alla frazione 1/e = 0,368 del valore iniziale, essendo tutti gli altri decaduti. La velocità di decadimento nell’unità di tempo, praticamente uguale al numero di disintegrazioni nucleari spontanee che avvengono in un secondo, pari a N, viene chiamata attività. Se si prende una certa quantità di sostanza radioattiva, per esempio un grammo di radio, essa diminuisce al passare del tempo come conseguenza del decadimento spontaneo subito dai suoi nuclei. Si definisce periodo di dimezzamento di un isotopo radioattivo l’intervallo di tempo T1 dopo il quale la metà degli atomi N0 originari 2 è decaduta e quindi il numero di atomi ancora presenti si è ridotto a N0 . 2 Dunque, dopo il periodo di dimezzamento T1 , si ha N 2 N0 N0e 2 T1 2 N0 , ne segue 2 T1 T1 1 2 , cioè ln , ovvero ln1 ln 2 2 . 2 Allora il tempo di dimezzamento e la vita media sono legati dalla seguente relazione. T1 ln 2 2 da cui T 0,693 Dalla precedente deriva che , come la costante di decadimento, il periodo di dimezzamento varia con la natura dell’isotopo considerato. Si ottiene anche che 1 T 1,443 T . 0,693 La legge con cui la massa varia in funzione del tempo è la stessa per tutti i corpi radioattivi ed è rappresentata dalla decadimento, che è una curva esponenziale decrescente. curva di Sull'asse orizzontale, che rappresenta gli istanti di tempo, sono riportati i multipli del “periodo di dimezzamento” T1 della sostanza 2 radioattiva. Dopo un periodo di dimezza mento (t = T1 ) il numero dei 2 nuclei che non sono decaduti è uguale alla metà di quelli inizialmente presenti. Dopo un intervallo di tempo doppio (t = 2 T1 ) il loro numero 2 è ridotto alla metà della metà cioè a un quarto. Dopo tre periodi di dimezzamento (t = 3 T1 ) ve ne sono la metà di un quarto, cioè un 2 ottavo, e così via. UNITA’ DI MISURA dell’intensità della radioattività Come unità di misura dell’attività si è assunto il curie, indicato con il simbolo Ci. Questa unità rappresenta l’attività di un grammo di radio che, per emissioni di particelle alfa, si trasforma in radon con un periodo di dimezzamento di 1622 anni, poiché in un grammo di radio avvengono 3,7 1010 disintegrazioni per secondo. Si tratta di una unità di misura molto grande, per questo in pratica vengono usati alcuni sottomultipli come il millicurie e il microcurie. Recentemente è stata introdotta come unità di misura il bequerel definito dall’attività corrispondente a una disintegrazione al secondo, cioè 1 Bq 1 disint s Si può lasciare ai ragazzi il seguente problema per trovare una relazione tra le due unità di misura. Sapendo che il periodo di decadimento del Ra 226 è di 1622 anni, calcolare la costante di decadimento, la vita media e l’attività espressa in curie (disintegrazioni/secondo). Si otterrà infatti 1 Ci 3,7 10 10 Bq RADIAZIONI IONIZZANTI Le radiazione , e si dicono ionizzanti poiché strappano elettroni dalle molecole che colpiscono e le ionizzano caricandole positivamente. Es.: le radiazioni dei telefoni cellulari sono radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, la loro energia non è sufficiente per estrarre gli elettroni dalla molecola e attraversando il materiale lo “scaldano” (cedono energia) e null’altro. In questo corso si tratterà solamente di radiazioni ionizzanti. DEFINIZIONE DI FONDO DI RADIAZIONE: NATURALE O ARTIFICIALE Ci sono radiazioni dovute a diverse sorgenti come i raggi cosmici, le radiazioni , e dovute alla radioattività di materiale da costruzione come il cemento che contiene uranio, il cesio e prodotti di consumo. L’insieme di queste radiazioni si definisce fondo di radiazione, si usa la parola fondo proprio perché ne siamo circondati. TERRESTRIAL 8% INTERNAL 11% MEDICAL 11% COSMIC 8% NUCLEAR MEDICINE 4% CONSUMER PRODUCTS 3% OTHER 1% SORGENTI DI RADIAZIONI A CUI E ESPOSTA LA POPOLAZIONE DEGLI U. S. A. (NCRP87b) LABORATORIO Prima si esporrebbe una breve spiegazione sul funzionamento del contatore geiger. I contatori Geiger-Muller sono sensori costituiti da un condensatore il cui dielettrico è costituito da una opportuna, miscela di gas. Il condensatore è di solito a forma cilindrica e tra i due elettrodi è mantenuta una alta tensione (tipicamente 500 volt). Quando il sensore è attraversato da una particella ionizzante. gli ioni accelerati dal campo elettrico innescano una scarica tra gli elettrodi. Poiché il numero di eventi è proporzionale al numero di particelle che attraversano il tubo, la frequenza delle scariche fornisce una misura della attività della sorgente. L'attività è espressa, nel Sistema Internazionale, in becquerel (Bq) come numero di decadimenti per secondo, una unità di misura omogenea alla frequenza, che di esprime in Hz. Si potrebbe utilizzare il contatore geiger facendo contare ai vari gruppi i numeri di colpi ogni 10 secondi, ad esempio. Dunque ogni gruppo fa il suo istogramma. Si può, in seguito, svolgere lo stesso conteggio inserendo una sostanza radioattiva nelle vicinanze del contatore per poi dimezzarne la distanza e notare come l’intensità varia inversamente al quadrato della distanza. (*) La foto è una suggestiva verifica moderna del fatto che le particelle alfa non sono altro che nuclei di elio. La prima foto è una foto stroboscopica del1'urto di due dischi di massa uguale, uno dei quali proveniente da destra e l'altro inizialmente fermo. La seconda foto è stata ottenuta con una camera di Wilson contenente elio, investita da un fascio di particelle alfa. AI centro, una di queste particelle ha urtato un nucleo di elio, praticamente fermo e l'angolo tra le due tracce dopo l'urto è retto, proprio come nel caso dei due dischi di massa uguale.