Regione Calabria Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” Via V. Cortese,10 - 88100 CATANZARO Piano per la prevenzione della corruzione e della trasparenza 2016-2018 Bozza del 12-02-2016 Approvato con delibera www.aocz.it 1 Sommario PREMESSA ........................................................................................................................................................... 4 NOZIONE DI CORRUZIONE ................................................................................................................................... 5 OBIETTIVI DEL PIANO........................................................................................................................................... 6 Obiettivi generali.............................................................................................................................................. 6 Le misure di prevenzione ................................................................................................................................ 6 Organizzazione Aziendale per l’ attuazione della politica per la prevenzione della corruzione ..................... 7 PROCESSO DI AGGIORNAMENTO DEL PIANO TRIENNALE .................................................................................. 8 Analisi del contesto esterno ed interno ......................................................................................................... 8 Qualità della vita.............................................................................................................................................. 9 Contesto interno............................................................................................................................................ 10 La Mission istituzionale ................................................................................................................................. 10 Organigramma ............................................................................................................................................... 11 MAPPATURA E ANALISI DEI PERCORSI .............................................................................................................. 13 CODICE DI COMPORTAMENTO E DIFFUSIONE DI BUONE PRATICHE E VALORI ................................................ 14 GESTIONE DEI CONFLITTI DI INTERESSE ............................................................................................................ 15 RAPPORTI CON SOCIETA’ CIVILE ........................................................................................................................ 15 TUTELA DIPENDENTE CHE EFFETTUA SEGNALAZIONI DI ILLECITO .................................................................... 16 FORMAZIONE..................................................................................................................................................... 16 Formazione generale ..................................................................................................................................... 17 Formazione specifica ..................................................................................................................................... 17 ROTAZIONE DEL PERSONALE ............................................................................................................................. 17 SVOLGIMENTO DI INCARICHI ESTERNI .............................................................................................................. 17 ALTRE ATTIVITA’ PER RIDURRE IL RISCHIO DI CORRUZIONE ............................................................................. 18 ATTIVITA’ DI CONTROLLO .................................................................................................................................. 20 BENESSERE ORGANIZZATIVO............................................................................................................................. 20 PIANO DI COMUNICAZIONE .............................................................................................................................. 21 MONITORAGGIO DEL PROCESSO DI PREVENZIONE .......................................................................................... 21 RESPONSABILITA’............................................................................................................................................... 21 IL PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA 2016-2018 ......................................................................................... 22 GRUPPO DI LAVORO PER L’IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO ............................................................................. 23 Attività: Misure generali di prevenzione ........................................................................................................... 25 Attività: Programmazione e Valutazione delle attività ..................................................................................... 29 Attività: Contratti Pubblici .............................................................................................................................. 30 a) PROGRAMMAZIONE DEI BISOGNI ............................................................................................................. 32 2 b) PROGETTAZIONE DELLA PROCEDURA ....................................................................................................... 34 ABBREVIAZIONE C.C.A. C.E.C. A.N.A.C. (ex CIVIT) R.P.C. R.T.I. U.P.D. U.E. O.I.V. O.A.S U.R.P. P.N.A. P.T.P.C. P.T.P. P.T.T.I. S.S.N. FORMULAZIONE PER ESTESO Codice di Comportamento Aziendale (aprile 2013, n. 2) Codice Etico e di Comportamento Autorità Nazionale Anticorruzione Responsabile Prevenzione Corruzione Responsabile Trasparenza Integrità Ufficio per i Procedimenti Disciplinari Ufficio Etico Organismo Indipendente di Valutazione Organismo di Supporto Aziendale Ufficio Relazioni con il Pubblico Piano Nazionale Anticorruzione Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione Piano Triennale della Performance Piano Triennale Trasparenza ed Integrità Servizio Sanitario Nazionale 3 PREMESSA Il presente documento provvede all’aggiornamento del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione p e r l’ anno 2016-2017, in attuazione dell’art. 1 comma 8 della legge 190/2012 ed in coerenza con quanto previsto dalla determinazione ANAC n. 12 del 28 ottobre 2015, riportando le finalità, i soggetti, gli istituti e le linee da perseguire nel periodo di riferimento. Nelle pagine che seguono sono presentati gli aggiornamenti al Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (PTPC) ed al Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità (PTTI) 20162017 che, come previsto dall’art. 10, comma 2, del D.Lgs. n. 33/2013, ne costituisce una sezione, di seguito definito “Piano”. Per rendere agevole la consultazione del documento i due Piani sono mantenuti distinti in modo che, con immediatezza, possano essere identificati gli eventuali temi di interesse. Si rammenta che Il Piano va aggiornato annualmente o comunque ogni qual volta un mutamento organizzativo e normativo lo rendesse necessario Con il PTPC si intende procedere all’individuazione delle azioni prioritarie ed attuative per la prevenzione ed il contrasto della corruzione e dell’illegalità al fine di garantire il corretto e trasparente funzionamento dell’azione amministrativa. Tra queste non vanno trascurate le iniziative volte a sensibilizzare tutti i soggetti sulla necessità di dare piena applicazione alle misure di contenimento del rischio, aumentando la consapevolezza che la presenza di fenomeni corruttivi non può essere superficialmente ed aprioristicamente ritenuta lontana dalle nostre realtà. L’obiettivo finale a cui si vuole gradualmente giungere è un sistema di controllo preventivo finalizzato a creare un ambiente di diffusa e rigorosa percezione e consapevolezza della necessità del rispetto delle regole. Gli strumenti più significativi da adottare per dare attuazione alla Legge n. 190/12 possono così individuarsi: a) l’analisi dei processi nel cui ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione; b) lo sviluppo e il monitoraggio di meccanismi di controllo delle decisioni nelle aree a rischio in primis; c) l’adozione delle misure in materia di trasparenza come disciplinate dal Decreto Legislativo n. 33/2013 recante “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”, così come previste nell’allegato programma triennale per la Trasparenza. (vedi paragrafo 7.1)d) la diffusione di iniziative formative volte ad approfondire le conoscenze e ad indirizzare i comportamenti nell’ottica di una condivisione dei principi di eticità ed integrità; d) la diffusione dei principi espressi nel Codice di Comportamento nazionale e aziendale; e) il coinvolgimento dei Dirigenti e tutto il personale addetto alle aree a più elevato rischio nell’attività di analisi e valutazione, di proposta e definizione delle misure di monitoraggio per l’implementazione del Piano; f) il monitoraggio del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti; La determinazione ANAC n.12 del 28.10.2015 ha fornito, per l’anno 2016, e in attesa del nuovo P.N.A., nuove indicazioni a cui attenersi per la stesura dei suddetti nel 2016.n tale determina, l’ANAC, dopo aver stipulato un protocollo d’intesa con il Ministero della salute e l’ AGENAS, ha dedicato ai piani presentati dagli Enti che appartengono alla Sanità uno speciale 4 approfondimento in quanto come testualmente citato “la specificità del settore sanitario,rispetto ad altri settori della P.A.., risente di alcuni fattori i cui effetti sono maggiormente percepiti dalla collettività in ragione della peculiarità del bene salute da tutelare”. Il suddetto approfondimento, presentato come momento imprescindibile per il rilancio del paese, poiché teso a rafforzare l’ apparato preventivo e repressivo contro l’ illegalità nella pubblica ammin., corrisponde all’ esigenza di innovare un sistema normativo ritenuto da tempo inadeguato a contrastare fenomeni sempre più diffusi e insidiosi ed è volta a ridurre la forbice tra la realtà effettiva e quella che emerge dall’ esperienza giudiziale. Tant’ è che dal raffronto tra i dati giudiziari e quelli relativi alla percezione del fenomeno lato sensu corruttivo, forniti da Trasparency International e dalla Banca mondiale, si evince che sussiste un rapporto inversamente proporzionale tra corruzione praticata e corruzione denunciata e sanzionata, con la crescita esponenziale della prima e la forte riduzione della seconda. Ed ecco che da diversi anni le istituzioni internazionali chiedevano al nostro Paese di avviare politiche attive contro questo fenomeno. Le statistiche mostrano come in Italia la corruzione sia maggiormente percepita rispetto ad altri paesi europei. E' stata fatta una stima che a livello europeo quasi il 6% delle risorse sia legato a fenomeni di corruzione o di illegalità e frode in senso lato: questo significa togliere risorse che potrebbero essere impiegate per la presa in carico dei problemi sanitari e sociali delle persone. NOZIONE DI CORRUZIONE La corruzione è stata sempre considerata un male endemico del nostro paese , frutto di una mentalità diffusa di violazione delle regole e della libera concorrenza, insita non solo nei funzionari pubblici o negli esponenti di partito titolari di cariche elettive, ma anche all’ interno della classe imprenditoriale e professionale ; è bene ricordare che il reato di corruzione è un reato a concorso necessario , per cui, a fronte di un soggetto corrotto vi è sempre un soggetto corruttore, non meno responsabile del primo. Secondo il report di Trasparency International, nel nostro paese l’ indice di percezione della corruzione si colloca al 72°posto a l mondo meglio, nella UE, soltanto di Bulgaria e Grecia. La corte dei conti non manca mai di sottolineare che oltre al danno etico e civile determinato da questo tipo di illecito , vi è anche un danno al tessuto economico della nazione, considerato che i fenomeni corruttivi scoraggiano gli investimenti, soprattutto stranieri. Ma la definizione di corruzione, così come confermato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) anche nel corso dell’ultimo aggiornamento del Piano Nazionale Anticorruzione del 28 ottobre 2015, va intesa come, non solo più ampia dello specifico reato di corruzione e del complesso dei reati contro la pubblica amministrazione, ma coincidente con la “maladministration”, intesa come assunzione di decisioni (di assetto di interessi a conclusione di procedimenti, di determinazioni di fasi interne a singoli procedimenti, di gestione di risorse pubbliche) devianti dalla cura dell’interesse generale a causa del condizionamento improprio da parte di interessi particolari. Occorre, cioè, avere riguardo ad atti e comportamenti che, anche se non consistenti in specifici reati, contrastano con la necessaria cura dell’interesse pubblico e pregiudicano l’affidamento dei cittadini nell’imparzialità delle amministrazioni e dei soggetti che svolgono attività di pubblico interesse. I principali fattori di rischio per questi fenomeni sono due: l’asimmetria informativa, che esiste nel sistema sanitario e il conflitto di interesse. Tutte le misure di prevenzione proposte cercheranno 5 proprio di andare a lavorare sul contenimento di questi due aspetti, attraverso la trasparenza dell’agire della nostra amministrazione. E’ importante sottolineare che la nostra Azienda, prima di essere un contenitore di servizi, è una potente rete di relazioni, di professionisti , di persone, di imprese, di regole, di energie. Una rete il cui funzionamento dipende dalla capacità di tutti i soggetti che la costituiscono, a partecipare e operare con equilibrio e trasparenza, conciliando il sistema di valori di ciascuno, con la miriade di interessi coinvolti. L’ intervento, quindi, deve avere un unico obiettivo, che è quello di valorizzare gli sforzi quotidiani delle persone impegnate, senza lasciarsi guidare da spirito inquisitorio, ma rassicurando il dipendente sull’ aiuto che possono ricevere nel contrastare situazioni di illegalità. Considerato che la corruzione ha compromesso e compromette la fiducia nelle istituzioni pubbliche, lo sviluppo di un nuovo linguaggio comune (più completo e appropriato) e l’ applicazione preventiva di norme di equa concorrenza, sarà quindi il risultato finale di un percorso che punta alla promozione dell’ integrità, anche al fine di rafforzare il dialogo con i cittadini. Facendo tesoro dell’esperienza acquisita e alla luce degli indirizzi espressi dall’ANAC, nel presente documento sono state mappate tutte le aree a rischio della nostra azienda in relazione alle nuove misure di prevenzione, elaborate dal confronto con gli operatori dei singoli servizi. OBIETTIVI DEL PIANO Obiettivi generali Il presente Piano si pone, come scopo principale, quello di proseguire il percorso di analisi dei processi/procedimenti aziendali iniziato nel 2013 per agire tendenzialmente sulle cause di corruzione riscontrabili su due fronti : quelle imputabili ad opacità in ambito organizzativo e quelle derivanti da eventuale deficit personale. Gli obiettivi che l’ Azienda intende perseguire sono: a. elencare le aree di attività maggiormente esposte al rischio di corruzione; b. creare un contesto sfavorevole alla corruzione; c. ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione; d. aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione; e. rendere trasparente l’organizzazione e le attività aziendali quale principale strumento di prevenzione dei fenomeni corruttivi; f. implementare le buone pratiche e diffondere l’etica pubblica all’interno d ell’organizzazione e dei processi di lavoro. Le misure di prevenzione Gli strumenti più significativi, oltre all'approvazione del presente Piano triennale, da adottare per dare attuazione alla Legge n. 190/12 possono così individuarsi: la trasparenza; la diffusione del Codice di comportamento, - delle buone pratiche e valori, fra cui l’obbligo di astensione in caso di conflitto di interesse; la rotazione del personale; il conferimento di incarichi per particolari attività o incarichi precedenti (pantouflage); le incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali; le attività successiva a cessazione del rapporto di lavoro (revolving doors); 6 la formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici e conferimento di incarichi in caso di condanna penale per delitti contro la PA; la tutela del dipendente che effettua segnalazioni (c.d. whistleblower); la formazione; i patti di integrità negli affidamenti; le azioni di sensibilizzazione e il rapporto con la società civile Altre misure generali riguardano le misure dei controlli, che si suddividono nei controlli interni all’azienda ed esterni relativi alla committenza verso le altre strutture e alla mobilità sanitaria. Organizzazione Aziendale per l’ attuazione della politica per la prevenzione della corruzione Tutti gli operatori dell’Azienda Pugliese- Ciaccio sono coinvolti nell’implementazione del Piano Triennale. Nel dettaglio le diverse figure impegnate in questo processo sono: tutti i dipendenti dell’amministrazione: - partecipano al processo di gestione del rischio; - osservano le misure contenute nel presente Piano e nel Codice di Comportamento; - segnalano casi di illecito e di conflitto di interessi; i collaboratori a qualsiasi titolo dell’amministrazione: - osservano le misure contenute nel presente Piano e nel Codice di Comportamento; - segnalano le situazioni di illecito. il Direttore Generale: - designa il responsabile, adotta il presente Piano Triennale per l’Integrità e adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale, che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione; il Responsabile della prevenzione: - coordina tutte le attività legate alla prevenzione della corruzione tutti i Dirigenti per l’area di competenza: - svolgono attività informativa nei confronti del Responsabile, dei referenti e dell’autorità giudiziaria; - partecipano al processo di gestione del rischio; - propongono le misure di prevenzione; - assicurano l’osservanza del Codice di comportamento e verificano le ipotesi di violazione; - adottano le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e rotazione del personale; il Nucleo di valutazione partecipano al processo di gestione del rischio; - considerano i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nello svolgimento dei compiti ad essi attribuiti; - svolgono compiti legati al controllo della trasparenza; - esprimono parere obbligatorio sul Codice comportamento; - verificano il collegamento del presente Piano con il Ciclo delle Performance e dell’attribuzione ai singoli dirigenti delle relative responsabilità. l’Ufficio Procedimenti Disciplinari (UPD): - segue i procedimenti disciplinari nell’ambito della propria competenza; - collabora con l’Ufficio Legale Aziendale per la predisposizione delle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’autorità giudiziaria; - propone l’aggiornamento del Codice di comportamento; La mancata risposta alle richieste di contatto e di informativa del Responsabile della Prevenzione 7 della Corruzione da parte dei soggetti obbligati in base alle disposizioni del presente Piano è suscettibile di sanzione disciplinare. PROCESSO DI AGGIORNAMENTO DEL PIANO TRIENNALE Il percorso di aggiornamento del Piano Triennale è stato realizzato a partire dall’autunno 2015 negli incontri di audit del Responsabile per la Prevenzione della Corruzione con i singoli Dirigenti delle aree a rischio, in cui da un alto si è verificata l’attuazione delle singole misure di prevenzione, dall’altro si sono gettate le basi per la revisione e l’aggiornamento delle misure per il 2016-2017. La finalità di questa attività è quello di consentire l'emersione delle aree e dei processi a rischio che devono essere presidiati mediante l'implementazione di misure di prevenzione, che possono essere già esistenti o nuove. La gestione del rischio è un processo circolare che parte dalla mappatura dei processi e termina con il monitoraggio e la valutazione dello stesso. E consta delle seguenti fasi : a) mappatura dei processi di ogni area aziendale; b) la valutazione del rischio per ogni processo; c) la definizione delle misure per la prevenzione, già in essere e da adottare; d) l'attività di monitoraggio e valutazione. Tale fase, come previsto in modo molto chiaro nella delibera 12 del 2015 dell’ANAC è stata fatta precedere dall’analisi del contesto esterno ed interno che ha permesso di rafforzare l’identificazione delle aree a rischio. Analisi del contesto esterno ed interno Gli insediamenti relativi al contesto sanitario calabrese hanno risentito, negli ultimi anni, dei notevoli mutamenti sotto il profilo organizzativo, economico e gestionale che le riforme, succedutesi, hanno provocato. Il Piano di Razionalizzazione e Riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale, da mero strumento tecnico-amministrativo di rientro economico-finanziario, si è tramutato in un ripensamento complessivo del sistema sanitario regionale ridisegnando tutta la rete ospedaliera della Calabria. Le esperienze italiane in tema di sanità, nell’ultimo decennio, sono state caratterizzate da ipotesi di riorganizzazione, con percorsi progressivi o di radicali trasformazioni, spesso disomogenei da regione a regione e talora anche nella stessa regione. La tendenza, negli ultimi anni, sempre più diffusa, delinea una riduzione delle strutture sanitarie e una semplificazione delle aree di riferimento, con un governo in rete dei servizi centrati sul paziente, integrando discipline e servizi in modo da garantire equità, efficacia diagnostica, efficienza economica ed appropriatezza. Attualmente, il servizio sanitario della Calabria è organizzato comprendendo cinque Aziende Sanitarie Provinciali (ASP). Ciascuna delle cinque ASP è a sua volta suddivisa in zone-distretto, a queste devono essere aggiunte le A.O. di Cosenza, Catanzaro (Pugliese-Ciaccio), Reggio Calabria e quella universitaria di Mater Domini di Catanzaro. Nonostante le difficoltà in cui versa il sistema sanitario calabrese, l’orientamento principale rimane, comunque, quello di fornire una risposta di ricovero ospedaliero alla maggior parte dei bisogni della popolazione. Questa caratteristica genera una certa difficoltà nella gestione puntuale ed appropriata dei ricoveri, ed una rigidità organizzativa, condizionando la possibilità di costruire un sistema sanitario più equilibrato nella missione di prevenzione e nella promozione della salute. 8 L’offerta ospedaliera regionale appare molto frammentata in numerosi piccoli ospedali; ciò ha generato notevoli difficoltà in termini di inefficienza organizzativa ed inappropriatezza delle cure. L’ Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio opera in un ambito territoriale comunale, in cui i temi della lotta alla corruzione e l’attenzione alle iniziative di prevenzione, sono in primo piano. Da un punto di vista socio-demografico, Catanzaro è un comune di circa 90.000 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia e della regione Calabria. È il secondo comune della regione per popolazione Il territorio comunale si estende dal mare fino all'altezza di circa 600 metri, Comprende una zona costiera sul mar Ionio, fino ai i tre colli: su cui sorge il centro storico della città. Sebbene Catanzaro venga definita città relativamente tranquilla, tuttavia non sempre l'integrazione nel tessuto sociale cittadino degli immigrati ha avuto un buon impatto. Il servizio sanitario, anche se dotato di buone competenze e professionalità, deve fronteggiare una carenza di personale che da anni coinvolge in primis l'Ospedale Pugliese, principale polo sanitario della città e uno dei primi in Calabria. Ciò è spesso stato accostato alla tendenza della regione a destinare altrove finanziamenti necessari per un comparto che spesso deve fronteggiare anche la carenza di strutture necessarie per il normale svolgimento delle attività. In alcune zone della città la salute dei cittadini è stata spesso messa a repentaglio dalla presenza di eternit, materiale fabbricato con l'amianto e scientificamente responsabile di gravi malattie dell'apparato respiratorio, con relativi decessi per cancro. Preoccupante è invece il calo demografico che affligge Catanzaro, che nel censimento del 2011 ha evidenziato come la città sia scesa al di sotto dei 90.000 abitanti, in prosecuzione di un trend negativo che non stenta a fermarsi e che coinvolge comunque tutte la regione, scesa al di sotto dei 2 milioni di abitanti. Catanzaro, in qualità di capoluogo di regione, ha sicuramente pagato in modo deciso i rallentamenti e le paralisi che si sono registrate negli ultimi anni e che hanno colpito la regione stessa. Il sistema economico mostra elevate percentuali di disoccupazione giovanile. Si aggiunga, inoltre, una popolazione che presenta più anziani che giovani e che nei prossimi cinquant’anni (previsioni Istat) vedrà ridursi di oltre 20 punti percentuali la propria consistenza; in termini assoluti ci si attende un calo di oltre 400.000 unità. Di difficile attuazione, allora, la filosofia strategica che considera i giovani come la risorsa più preziosa per qualunque territorio che ambisca ad imboccare processi di sviluppo e di crescita economica. Emerge che la situazione occupazionale appare insoddisfacente, anche considerando la dinamica dei principali aggregati: nell’ultimo quinquennio, infatti, la provincia registra una contrazione considerevole dell’occupazione (-4%) e viceversa una rilevante lievitazione della quota di disoccupati (+6%). Qualità della vita. La qualità della vita dei residenti, pur superiore ad altre province calabresi, si colloca su standard molto bassi. Anche nella graduatoria decrescente in base ad un indicatore sintetico delle opportunità di sviluppo, Catanzaro si posiziona nelle ultime posizioni facendo registrare un forte ritardo rispetto alle province più evolute. Il concorso della provincia catanzarese alla formazione del valore aggiunto italiano è piuttosto contenuta, appena lo 0,4% del totale prodotto, con un Pil pro-capite, pari a 18 milioni di lire, notevolmente inferiore alla media nazionale. Il basso livello di ricchezza prodotta è in parte spiegata dalla debole dinamica dell’aggregato, che nel periodo ’91-’97 rileva una crescita inferiore di 7 punti percentuali rispetto all’incremento medio nazionale. L’artigianato appare strutturalmente frammentato e a bassa redditività: nonostante la buona consistenza del comparto, infatti, la quota di valore aggiunto prodotta appare modesta (8%) e colloca la provincia al 73° posto nella graduatoria nazionale. 9 Il reddito disponibile pro capite, pari a poco più di6 milioni di lire, è inferiore di circa il 30% rispetto all’aggregato medio italiano, ma in linea con i valori regionale e ripartizionale. Per quanto concerne l’aspetto economico, focalizzando l’attenzione sugli aspetti macroeconomici relativi alla produzione calabrese, si evidenzia come pur in presenza di un trend di crescita positivo negli ultimi 10 anni, superiore ai valori meridionali e nazionali, la Calabria risulta essere l’ultima per quanto concerne il reddito pro-capite. Come contributo al Pil, i mercati più importanti della regione sono costituiti dall’agricoltura, caccia e silvicoltura, le attività manifatturiere, il settore delle costruzioni e quello relativo alla vendita all’ingrosso e al dettaglio. Il tessuto produttivo regionale presenta una certa gracilità dovuta alle piccole dimensioni delle attività, alla scarsa presenza di imprese che operano nei settori tradizionali, ad una bassa cooperazione tra le Università e i Centri di Ricerca e tra questi e il sistema delle imprese, ad una modesta integrazione delle realtà produttive con il sistema infrastrutturale e logistico. Per quanto concerne l’istruzione e la formazione, è doveroso ammettere che questi due ambiti rivestono una particolare importanza, sia per il pieno e consapevole esercizio dei diritti di cittadinanza, sia per la valorizzazione del capitale umano. A differenza di quanto avviene in Italia nel settore Ricerca e Innovazione, caratterizzato da livelli di investimento molto bassi, negli ultimi anni la quota nazionale di spesa per consumi finali in istruzione e formazione in rapporto al Pil si è mantenuta intorno al 4 %. Le condizioni di legalità appaiono peggiorate: rispetto al 2000 è cresciuta la diffusione della criminalità organizzata, della criminalità violenta e della criminalità minorile.I dati più recenti del Ministero degli interni evidenziano che alla ‘ndrangheta è ascrivibile il 21,8% degli omicidi di criminalità organizzata nel periodo 2000-2004, il monopolio della attività estorsiva praticata a livello locale, l’infiltrazione nella attività di smaltimento rifiuti, negli investimenti mobiliari e immobiliari, nelle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici, nelle amministrazioni pubbliche Contesto interno L'Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio viene istituita a seguito della Legge Regionale del 12 novembre 1994 n° 26, in attuazione del D.P.C.M. 31 agosto 1993 e in riferimento al D.lg. 502/92 e successive modifiche e integrazioni. Ha personalità giuridica pubblica, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. La sede legale si trova a Catanzaro in Via Vinicio Cortese n° 25. L'Azienda consta di due Presidi Ospedalieri: il P.O. Pugliese sito in Viale Pio X n° 83 e il P.O. Ciaccio – De Lellis sito in Viale Pio X n° 95. La Direzione Aziendale e gli Uffici Amministrativi sono ubicati presso il Presidio di Madonna dei Cieli sito in Via Vinicio Cortese n° 25. La Mission istituzionale L’ Azienda ha come mission istituzionale il trattamento delle patologie ad alta complessità e, grazie alla presenza di specifiche e complete competenze, anche di patologie che richiedono un'alta specializzazione; inoltre, è punto di riferimento provinciale e regionale nella gestione delle emergenze-urgenze e nella relativa continuità diagnostico-assistenziale per adulti e piccoli pazienti. Eroga le suddette prestazioni assistenziali con un approccio multidisciplinare, utilizza linee guida e percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali con dotazioni di tecnologie diagnostico-terapeutiche avanzate e innovative. L'azienda costituisce, altresì, riferimento per le attività specialistiche della Azienda Sanitaria Provinciale e di quelle provinciali limitrofe, e si offre alla collaborazione con altre 10 aziende sanitarie secondo le indicazioni degli atti della programmazione sanitaria. Svolge anche attività di ricerca orientata a sviluppare procedure diagnostiche e terapeutiche innovative e a favorirne il rapido trasferimento applicativo e la loro diffusione attraverso attività formative programmate e organizzate all'interno dell'azienda. Organigramma AZIENDA OSPEDALIERA PUGLIESE CIACCIO CATANZARO DIREZIONE GENERALE e STAFF DIREZIONE GENERALE DIREZIONE SANITARIA DIREZIONE AMMINISTRATIVA AREA PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO E SISTEMI INFORMATIVI COMUNICAZIONE e U.R.P. FORMAZIONE E QUALITA' CONVENZIONI, SEGRETERIA COMITATO ETICO RISCHIO CLINICO SERVIZIO ISPETTIVO Strutture AMMINISTRATIVE PRESIDI OSPEDALIERI e Strutture SANITARIE AFFARI GENERALI E LEGALI DIREZIONE SANITARIA DEI PRESIDI AREA ACQUISIZIONE BENI E SERVIZI RILEVAZIONE ECOLOGICO-AMBIENTALE AREA RISORSE ECONOMICO FINANZIARIE SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE AREA ATTIVITA' TECNICHE SUPPORTO IGIENICO - ORGANIZZATIVO "De lellis" AREA RISORSE UMANE Dipartimento interaziendale - PSICHIATRIA Dipartimento EMERGENZA ED ACCETTAZIONE Dipartimento SPECIALITA' CHIRURGICHE CARDIOLOGIA-UTIC CHIRURGIA GENERALE CENTRO DONAZIONI E TRAPIANTI CHIRURGIA PLASTICA CHIRURGIA D'URGENZA CHIRURGIA TORACICA COORDINAMENTO BLOCCO OPERATORIO CHIRURGIA VASCOLARE MEDICINA D'URGENZA e PRONTO SOCCORSO ENDOSCOPIA CHIRURGICA OPERATIVA NEURORIANIMAZIONE ORTOPEDIA SERVIZIO ANESTESIA E RIANIMAZIONE SENOLOGIA INTEGRATA SUPPORTO CARDIOLOGICO "De LELLIS UROLOGIA Dipartimento NEUROSCIENZE ED ORGANI DI SENSO Dipartimento MATERNO INFANTILE NEUROCHIRURGIA CHIRURGIA PEDIATRICA NEUROLOGIA GINECOLOGIA ENDOLAPAROSCOPICA O.R.L. OSTETRICIA OSPED. OCULISTICA OSTETRICIA UNIV. ODONTOIATRIA PATOLOGIA NEONATALE STROKE UNIT PEDIATRIA AZIENDALE CHIRURGIA ORALE PEDIATRIA UNIVERSITARIA AUDIOLOGIA CENTRO IVG DIPARTIMENTO DEI SERVIZI Dipartimento ONCOEMATOLOGICO ANATOMIA PATOLOGICA ANATOMIA PATOLOGICA FARMACIA FARMACIA LABORATORIO ANALISI C.C. LABORATORIO ANALISI C.C. LABORATORIO RIA LABORATORIO RIA MEDICINA FISICA E RIABILITATIVA MEDICINA FISICA E RIABILITATIVA MEDICINA NUCLEARE MEDICINA NUCLEARE RADIOLOGIA RADIOLOGIA VIROLOGIA E MICROBIOLOGIA VIROLOGIA E MICROBIOLOGIA Dipartimento SPECIALITA' MEDICHE TERAPIA ANTALGICA ENDOCRINOLOGIAe DIABETOLOGIA GASTROENTEROLOGIA GERIATRIA MEDICINA NEFROLOGIA REUMATOLOGIA DERMATOLOGIA MALATTIE RESPIRATORIE MALATTIE INFETTIVE BRONCOLOGIA 11 L'Azienda si propone di rafforzare il suo ruolo attraverso l'impegno costante ad: aumentare il grado di soddisfazione degli utenti, vigilando sul rispetto della riservatezza dei dati sanitari, secondo la normativa vigente in materia di tutela della privacy, e degli operatori; accrescere la posizione di eccellenza per il trattamento di tutte le patologie e, in particolare, di quelle di alta specialità ponendo in essere azioni mirate alla diminuzione della mobilità sanitaria passiva. consolidare e potenziare le struttura di alta specialità che caratterizzano l'Azienda; rafforzare il ruolo di riferimento svolto dall'Azienda nella risposta all'emergenza-urgenza in ambito provinciale e regionale; assicurare la risposta quali-quantitativa alla domanda di salute del bacino di riferimento valorizzando la propria vocazione per acuti; favorire lo sviluppo dei necessari processi d'integrazione, al proprio interno e nei rapporti con le altre strutture sanitarie e territoriali, volti ad assicurare ai pazienti la continuità assistenziale. L'Azienda intende realizzare la sua vision attraverso: la realizzazione di un modello di sviluppo continuo delle professionalità, in considerazione del fatto che il patrimonio professionale aziendale è da considerare la leva fondamentale per poter perseguire le sue finalità assistenziali e assicurarsi la possibilità di mantenere e migliorare nel tempo il posizionamento già conseguito; il mantenimento delle logiche e degli strumenti del miglioramento continuo dei risultati sia sul fronte clinico-assistenziale che su quello dell'efficienza gestionale; la ricerca di nuove soluzioni organizzative basate sui principi della flessibilità, della dinamicità, dell'economicità e della de-burocratizzazione, anche agendo nel ridisegno complessivo della struttura organizzativa e del sistema delle responsabilità; la tendenza ad assicurare i più elevati standard qualitativi per il soddisfacimento delle esigenze dei pazienti e dei loro familiari sotto i profili della competenza tecnico-professionale, della cortesia e della disponibilità del personale oltre che della rapidità nella gestione della pratica amministrativa e del comfort alberghiero; la possibilità di realizzare o partecipare a programmi di ricerca finalizzati alla sperimentazione e applicazione delle pratiche ospedaliere e delle evidenze scientifiche migliori e più avanzate. L'Azienda individua nella persona e nel patrimonio professionale che opera in essa la principale risorsa e si identifica nei seguenti valori: la centralità del paziente come bene fondamentale su cui orientare le scelte e la definizione delle priorità d'intervento attraverso forme di partecipazione consapevole del cittadinoutente; la tutela delle fragilità e il rispetto delle diversità; il confronto con la comunità e le istituzioni come occasioni di crescita per la ricerca di nuove soluzioni verso una sanità condivisa e possibile; l'acquisizione del consenso informato al trattamento sanitario per la partecipazione consapevole del paziente alle scelte diagnostico-terapeutiche; 12 la qualità come parte del sistema integrato di gestione delle azioni organizzative e assistenziali in campo sanitario e amministrativo, e metodo di miglioramento costruito sulle esigenze dei pazienti e degli operatori; l'informazione e la formazione come elemento di progresso professionale e culturale; la gestione integrata dei processi; la gestione del rischio clinico e della sicurezza dell'ambiente di lavoro nel rispetto della normativa vigente; il rispetto dell'ambiente ecologico come contributo importante al miglioramento dei livelli di salute attraverso la costante valutazione per l'eliminazione e/o riduzione dell'impatto ambientale che le attività dell'Azienda e delle ditte che hanno rapporti con essa generano o possono generare. MAPPATURA E ANALISI DEI PERCORSI La mappatura dei processi consente di analizzare comprendere le attività svolte all’ interno dell’ amministrazione, le modalità operative e le responsabilità ad esse connesse. Il PNA definisce un processo come quell’ insieme di attività interrelate che creano valore trasformando delle risorse( input del processo) in un prodotto(output del processo) destinato ad un soggetto interno o esterno all’ amministrazione (utente). E’ facile giungere ad una mappatura dei processi partendo dall’ identificazione degli output, dei prodotti, e ricostruire le attività necessarie( operative, decisionali, di controllo e regolazione) a realizzarlo; evidenziando quali sono gli uffici coinvolti e i livelli di responsabilità esercitati nel processo. Un elemento importante che sin da qui si vuole evidenziare è l’associazione fra prevenzione del rischio di corruzione e miglioramento organizzativo dei processi oggetto di analisi. E quindi il tentativo di superare la logica dell’adempimento burocratico, orientando le stesse misure di prevenzione della corruzione anche al miglioramento delle performance aziendali e quindi alla risposta in termini di benessere che viene data ai cittadini. 1. La mappatura dei processi di ogni area aziendale La valutazione delle aree e dei processi a rischio è fatta considerando la metodologia proposta dal Piano nazionale, integrata anche con analisi supplementari fra cui: l’analisi dei procedimenti disciplinari dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari della nostra azienda degli ultimi 5 anni; i precedenti giudiziali (in particolare, i procedimenti e le decisioni penali o di responsabilità amministrativa); l’analisi dei casi ripresi dai media e dalla stampa nella nostra realtà e a livello regionale e italiano; focus group con operatori, sanitari e non sanitari e con i dirigenti delle aree di competenza al fine di evidenziare il rischio di illegalità e corruzione nelle diverse aree della nostra azienda. 2. La valutazione del rischio Un elemento qualificante di ogni Piano Anticorruzione è l’ adeguatezza del risk assessment (identificazione, analisi e valutazione). Un risk assessment consente di definire e applicare misure di prevenzione secondo una logica di efficienza ed efficacia organizzativa, ossia individuando le aree più esposte e intervenendo su esse in maniera mirata. L'impatto dei diversi rischi è stato, infatti, misurato da almeno tre punti di vista: impatto 13 economico, organizzativo e reputazionale. In questa valutazione, oltre ai servizi aziendali, sono coinvolti associazioni di cittadini e imprese e rappresentanza della società civile che offrono un utile contributo con il loro punto di vista ed esperienza. Elemento importante in questa fase è quello del confronto e benchmark con altre aziende sanitarie al fine di evidenziare processi, rischi e misure di prevenzione che possono essere utili anche alla nostra realtà. Confronto cha sta avvenendo con le aziende, regionale e nazionale. Questo tipo di analisi ha mostrato chiaramente che tutte le strutture della nostra azienda possono essere interessate da questo fenomeno, ed in ognuna possono esservi dei processi e attività a rischio. 3. Le misure per la prevenzione Al fine di ridurre il livello di rischio sono state individuate le misure di prevenzione (obbligatorie o ulteriori) che vengono inserite nel "registro dei rischi". Per ciascuna area vengono indicate le misure di prevenzione già esistenti e quelle nuove da implementare per ridurre la probabilità che il rischio si verifichi, la tempistica per l'introduzione e implementazione e le responsabilità della stessa. Il principio per decidere la nuova applicazione o il mantenimento delle misure di prevenzione del rischio è quello del rapporto costo-efficacia, ossia il cercare di applicare prioritariamente le misure preventive che in termini di costi economici e organizzativi non superino i benefici attesi. 4. Il monitoraggio e la valutazione La gestione del rischio si completa con l’azione di monitoraggio e valutazione, finalizzata alla verifica dell'efficacia dei sistemi di prevenzione adottati e alla successiva messa in atto di ulteriori strategie di prevenzione. Il monitoraggio avverrà periodicamente durante l’anno, anche attraverso una attività di audit con i singoli servizi coinvolti. 5. Le misure trasversali di prevenzione del rischio Così come previsto nel Piano Nazionale sono in corso di attuazione anche nella nostra Azienda alcune misure trasversali, fra cui: la trasparenza, che costituisce oggetto del Programma Triennale sulla Trasparenza; l'informatizzazione e la dematerializzazione dei processi consentendo la loro tracciabilità al fine di ridurre il rischio di "blocchi" non controllabili con l’emersione delle responsabilità per ciascuna fase. Questa misura è realizzata attraverso il progetto Archiflow; il monitoraggio sul rispetto dei termini procedimentali dei principali processi a rischio facendo emergere eventuali omissioni o ritardi che possono essere sintomo di fenomeni corruttivi; controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazione e di atto notorio rese dai dipendenti e dagli utenti da parte dei servizi competenti; promozione di convenzioni tra amministrazioni per l’accesso alle banche dati istituzionali; affidamento delle ispezioni, dei controlli e degli atti di vigilanza di competenza dell’amministrazione di norma ad almeno due dipendenti abbinati; sottoscrizione da parte degli utenti dei verbali redatti a seguito di attività di vigilanza; ascolto dell’utente, raccolta di suggerimenti, osservazioni e proposte di miglioramento anche riguardo ai temi della trasparenza e della prevenzione della corruzione attraverso i canali di comunicazione presenti (Uffici URP distrettuali, sito web aziendale). CODICE DI COMPORTAMENTO E DIFFUSIONE DI BUONE PRATICHE E VALORI Nel 2014 l’Azienda ha adottato un proprio Codice di comportamento che prevede regole 14 comportamentali specifiche alle realtà sanitarie. Nel 2016 come previsto dall’ANAC sarà aggiornato. Le azioni aziendali saranno pertanto sempre più rivolte a richiamare i Direttori di Struttura al rispetto degli obblighi di collaborazione attiva e di corresponsabilità nella progettazione, promozione ed adozione di tutte le misure atte a garantire l’integrità dei comportamenti individuali nell’organizzazione, sottolineando che la violazione delle misure di prevenzione e degli obblighi di collaborazione ed informazione e segnalazione previsti dai Piani e dal Codice di comportamento, da parte dei dipendenti dell’azienda è fonte di responsabilità disciplinare, alla quale si aggiunge, per i dirigenti, la responsabilità dirigenziale. Fermo restando l’impianto generale, sono state apportate , alcune modifiche al Codice stesso per renderlo maggiormente coerente con il Piano Triennale di prevenzione della Corruzione e più facilmente fruibile per i soggetti destinatari. L’art 8 “Norme di condotta correlate ai processi a rischio”, in particolare, è stato riformulato individuando le specifiche condotte cui sono tenuti i destinatari del Codice stesso. Si é provveduto alla diffusione tra i dipendenti e gli altri soggetti obbligati (liberi professionisti, co.co.co, ecc.) sia del Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici, approvato con DPR N. 62/2013 sia del Codice di comportamento aziendale. Quest’ultimo oltre ad essere stato assoggettato alla procedura “aperta di coinvolgimento degli stakeholders, è stato – prima della formale adozione- discusso con i dirigenti . Attraverso i diversi uffici competenti sono stati predisposti e adeguati schemi tipo di incarico, contratto, bando, inserendo la condizione dell'osservanza dei Codici di comportamento per i collaboratori esterni a qualsiasi titolo, per i titolari di organo, per il personale impiegato negli uffici di diretta collaborazione dell'autorità politica, per i collaboratori delle ditte fornitrici di beni o servizi od opere a favore dell'amministrazione, nonché prevedendo la risoluzione o la decadenza dal rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dai Codici. Al fine di dare piena applicazione a quanto disposto dal Codice di Comportamento sono previsti incontri formativi sui contenuti dello stesso con tutti gli operatori. Inoltre al fine di favorire la conoscenza di questo importante strumento anche per chi entra in azienda si è aperto un canale informativo web “Nuovi Assunti”, con l’obiettivo di far acquisire e comprendere tali importanti principi sin dai primi momenti di vita aziendale. L’ Ufficio Procedimenti Disciplinari aziendale è il servizio che si occuperà di emanare pareri sull’applicazione del codice di comportamento e di fornire indicazioni per i casi dubbi. GESTIONE DEI CONFLITTI DI INTERESSE Il conflitto di interessi è uno dei principali fattori di rischio che possono favorire l’insorgere di comportamenti corruttivi, così come evidenziato da tutta la letteratura e anche dal codice di comportamento. Nel corso del 2016 sarà messa in campo una analisi approfondita per rivedere tutte le modulistiche utilizzate in azienda per la raccolta e valutazione del conflitto di interesse e sarà applicata la metodologia proposta nella delibera 12 dall’ANAC con i moduli proposti da AGENAS, previa una loro valutazione sulla applicabilità all’interno del contesto aziendale. RAPPORTI CON SOCIETA’ CIVILE Al fine di disegnare un'efficace strategia anticorruzione, l’Azienda Ospedaliera ealizza forme di sensibilizzazione e consultazione della cittadinanza finalizzate alla promozione della cultura della legalità con il coinvolgimento di cittadini e organizzazioni portatrici di interessi collettivi, ai fini della implementazione del Piano, della diffusione delle strategie di prevenzione e del loro monitoraggio. 15 A questo riguardo è stata attivato il sito www.aocatanzaro.it sezione trasparenza dove è pubblicato il presente piano in formato aperto html. Al fine di favorire la comunicazione con la società civile è stata attivata anche una mail dedicata Anche per il 2016 saranno effettuati incontri con comitati consultivi misti, ordini professionali e associazioni di cittadini e associazioni di categoria. Dall'esterno dell'amministrazione sarà possibile segnalare, anche in forma anonima, e in modalità informale, episodi di miglioramenti organizzativi, di cattiva amministrazione, conflitto d'interessi, corruzione attraverso il sito web aziendale (www.aocz .it), per mail ([email protected]) e attraverso la rete degli uffici per la relazione con il pubblico (URP) della nostra azienda. Saranno inoltre sviluppati strumenti comunicativi semplificati per i cittadini, al fine di potenziare la partecipazione e il contributo dei cittadini sul tema dell’integrità del sistema sanitario provinciale. TUTELA DIPENDENTE CHE EFFETTUA SEGNALAZIONI DI ILLECITO La legge prevede che il pubblico dipendente che denuncia condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia. La nostra Azienda si impegna ad adottare tutti gli accorgimenti tecnici e informatici per la tutela del dipendente che effettua segnalazioni, prevedendo un obbligo di riservatezza da parte del Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e delle persone da lui definite per gestire tali informazioni. E’ previsto un canale differenziato e riservato per ricevere tali segnalazioni che possono avvenire via web (www.aocz.it/integrita), via mail, per posta ordinaria o anche oralmente e possono anche essere in forma anonima. Sono previsti codici sostitutivi dei dati identificativi del denunciante e modelli per ricevere le informazioni utili per individuare gli autori della condotta illecita e le circostanze del fatto. Saranno prese in considerazione anche segnalazioni anonime, ove queste si presentino adeguatamente circostanziate e rese con dovizia di particolari, tali da far emergere fatti e situazioni relazionandoli a contesti determinati. In sintesi quindi vi sono tre tipi di tutele: a) la tutela dell'anonimato; b) il divieto di discriminazione nei confronti del whistleblower; c) la previsione che la denuncia è sottratta al diritto di accesso. Il dipendente che ritiene di aver subito una discriminazione per il fatto di aver effettuato una segnalazione di illecito può darne notizia al Responsabile dell’ U.O. di appartenenza. Il Responsabile deve riferire della situazione di discriminazione all'Ispettorato della funzione pubblica se la segnalazione non è già stata effettuata dal Responsabile della Prevenzione. FORMAZIONE La formazione, rappresenta alla luce degli obiettivi generali del presente Piano lo strumento principale per “creare un contesto sfavorevole alla corruzione”. Nella convinzione che la corruzione, soprattutto quando diviene sistemica, divenga oltre che un comportamento illegale del singolo anche un indicatore di una cultura che se radicata mette in pericolo la vita stessa dell’organizzazione, occorre investire in percorsi formativi che supportino un cambiamento culturale ed organizzativo. A questo fine la formazione dedicata alla prevenzione della corruzione e illegalità rientra fra i capitoli del Piano Formativo Aziendale 2016. 16 In generale sono previste due diverse tipologie di formazione, una di tipo generale per tutti i dipendenti e una specifica per particolari funzioni aziendali, sia per il livello di rischio, sia per l’attività specifica svolta. Per tali attività è previsto il contributo, ove disponibile, dato dagli operatori interni. Formazione generale E’ rivolta a tutti i dipendenti e riguarda sia le tematiche dell'etica e della legalità, sia una conoscenza approfondita del presente Piano e del Codice di Comportamento aziendale. In generale tale formazione si articolerà in incontri sull’etica e sui codici di comportamento aperti a tutti i dipendenti dell’Azienda e collaboratori. Tali incontri si baseranno prevalentemente sull'esame di casi concreti, con l'organizzazione di appositi focus group, guidati da un facilitatore, nell'ambito dei quali vengono esaminate ed affrontate problematiche di etica calate nel contesto dell'amministrazione al fine di far emergere il principio comportamentale eticamente adeguato nelle diverse situazioni; Formazione specifica E’rivolta al Responsabile della Prevenzione e Trasparenza, ai referenti, ai componenti degli organismi di controllo, ai dirigenti e funzionari addetti alle aree a rischio sulle politiche, i programmi e i vari strumenti utilizzati per la prevenzione e tematiche settoriali, in relazione al ruolo svolto da ciascun soggetto nell'amministrazione. Particolare attenzione sarà dedicata alle tecniche di gestione del rischio. Sul sito www.ao Catanzaro.it è possibile trovare tutte le indicazioni degli eventi formativi aziendali. ROTAZIONE DEL PERSONALE La rotazione del personale, così come prevista dalla normativa, assume un duplice obiettivo. Da un lato fa si che l'alternanza tra più professionisti nell'assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure favorisca una riduzione del rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed utenti. Dall’altro può favorire un maggior livello di benessere organizzativo permettendo al dipendente di trovare nuovi stimoli e opportunità di crescita professionale che potrebbero perdersi nel momento in cui una persona svolga per molti anni la stessa attività nello stesso ufficio. L’Azienda Ospedaliera di Catanzaro adotta quindi criteri per realizzare la rotazione del personale dirigenziale e del personale con funzioni di responsabilità, ivi compreso quello del responsabile del procedimento, operante nelle aree a più elevato rischio di corruzione. L’applicazione di tale criterio si sposa comunque con quello dell’efficienza dell’amministrazione e della continuità dell'azione amministrativa, clinica e assistenziale ed è in ogni caso attuata previa adeguata informazione alle organizzazioni sindacali rappresentative e in sinergia con le politiche regionali e di area vasta sul tema. Tale procedura è stata attuata nel 2015 in alcuni ambiti della nostra azienda, fra cui ad esempio: Nel 2016 sarà realizzata una riorganizzazione delle strutture amministrative e di supporto che favorirà anche in questo caso l’applicazione del principio della rotazione. SVOLGIMENTO DI INCARICHI ESTERNI Le novità introdotte dalla L. 190/2012, in materia di svolgimento da parte dei dipendenti pubblici di incarichi interni ed “esterni”, anche retribuiti presso soggetti privati ed enti pubblici economici, sono volte a rendere più severe le valutazioni che le amministrazioni di appartenenza, e in 17 particolare i Responsabili di Struttura / Servizio, devono svolgere al fine di: verificare l'inesistenza di cause di incompatibilità; appurare l'insussistenza di un qualche conflitto di interesse (anche solo potenziale) nello svolgimento delle proprie attività lavorative e tra quelle e le attività svolte all'esterno dell'Azienda; garantire il rispetto dei principi di esclusività del dipendente pubblico e di buon andamento della PA, già sanciti nella Costituzione, mediante la verifica dell'insussistenza di incompatibilità organizzativa e vigilanza sul divieto di cumulo degli impieghi. A tale scopo, la strategia di prevenzione del rischio di corruzione approntata dal legislatore prevede che il dipendente renda accessibili, al proprio responsabile ed all'amministrazione, attraverso una serie di dichiarazioni e comunicazioni, determinate informazioni anche di carattere privato, ai fini della valutazione dell'assenza del conflitto di interessi in relazione alla propria posizione lavorativa. Per quanto concerne invece più specificamente il conferimento e l'autorizzazione a svolgere attività ed incarichi extra-istituzionali e la relativa procedura di espletamento delle necessarie verifiche da parte del Responsabile e dell’ Area Amministrazione del Personale, con la specifica Deliberazione sarà aggiornato il regolamento aziendale in materia, come in materia, come da misura prevista dal Piano Nazionale Anticorruzione. ALTRE ATTIVITA’ PER RIDURRE IL RISCHIO DI CORRUZIONE Attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro Ai fini dell'applicazione dell' art. 53, comma 16 ter, del d.lgs 165/2001, l’Azienda prevede: nei contratti di assunzione del personale la clausola del divieto di prestare attività lavorativa (a titolo di lavoro subordinato o di lavoro autonomo) per i 3 anni successivi alla cessazione del rapporto nei confronti dei destinatari di provvedimenti adottati o di contratti conclusi con l'apporto decisionale del dipendente; nei bandi di gara o negli atti prodromici agli affidamenti, anche mediante procedura negoziata, la condizione soggettiva di non aver concluso contratti di lavoro subordinato o autonomo e comunque di non aver attribuito incarichi ad ex dipendenti che hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle PA nei loro confronti per il triennio successivo alla cessazione del rapporto; l'esclusione dalle procedure di affidamento nei confronti dei soggetti per i quali sia emersa la situazione di cui al punto precedente; di agire in giudizio per ottenere il risarcimento del danno nei confronti degli ex dipendenti di cui sopra; la nullità dei contratti conclusi e degli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto ai punti precedenti e il divieto ai soggetti privati che li hanno conclusi o conferiti di contrattare con la nostra Azienda per i successivi tre anni con obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti e accertati ad essi riferiti. Formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici e conferimento di incarichi in caso di condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione L’ Area Personale espleta un controllo del 100% sulle dichiarazioni relative ai carichi pendenti dei dipendenti assunti, nonché richiede ai componenti delle diverse Commissioni Esaminatrici di dichiarare ex art. 35 bis del D.Lgs. 165/2001, di non aver riportato condanne per i delitti di cui al capi I, Titolo II, Libro II del Codice Penale (propri dei dipendenti pubblici), anche con sentenza non passata in giudicato. 18 Patti d’ integrità L’Azienda Ospedaliera ha proceduto alla sottoscrizione di un Protocollo di Legalità finalizzato alle attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni corruttivi e di infiltrazione della criminalità organizzata, attraverso l’estensione dei controlli antimafia nel settore delle opere pubbliche garantendo altresì la legalità e la trasparenza nelle procedure di affidamento e di esecuzione delle opere. In particolare l’Azienda si impegna a richiedere alla Casellario Giudiziale le informazioni Antimafia di cui all’art. 10 D.P.R.252/98, oltre che nei casi ivi contemplati, anche per appalti e concessioni di lavori pubblici di importo pari o superiore a € 250.000, per i subcontratti di lavori, forniture e servizi di importo pari o superiore a € 50.000 e in ogni caso, indipendentemente dal valore, nei confronti dei soggetti ai quali vengono affidati le forniture. Ai fini di una più approfondita attività di prevenzione delle infiltrazioni della criminalità nella esecuzione dei lavori, l’Azienda Pugliese-Ciaccio acquisisce tutti i dati delle imprese partecipanti alle gare e delle eventuali imprese sub-contraenti con riferimento anche al legale rappresentante ed agli assetti societari, nonché i relativi certificati camerali con dicitura antimafia. Esperite le procedure, prima di procedere alla stipula dei contratti o alla conclusione degli affidamenti ovvero prima di procedere all’autorizzazione dei sub-contratti o dei sub-affidamenti, i dati suddetti e i relativi certificati camerali dovranno essere comunicati alla Prefettura ai fini del rilascio delle informazioni di cui all’art. 10 del D.P.R. n. 252/1998. Qualora la Prefettura accerti elementi relativi a tentativi di infiltrazione mafiosa ed emetta una informativa ostativa, l’Azienda non procede alla stipula del contratto di appalto, ovvero revoca l’aggiudicazione o nega l’autorizzazione al subappalto, e intima all’appaltatore o concessionario di far valere la risoluzione del subcontratto. Allo scopo di predisporre gli strumenti adeguati per attuare e rendere effettivi i controlli di cui sopra, l’Azienda prevede nei bandi di gara, nei contratti di appalto o concessione o nel capitolato: che la sottoscrizione del contratto ovvero le concessioni o le autorizzazioni effettuate prima dell’acquisizione delle informazioni di cui all’art. 10 del D.P.R. n. 252/1998, anche al di fuori delle soglie di valore ivi previste, sono sottoposte a condizione risolutiva e che la stazione appaltante procederà alla revoca della concessione e allo scioglimento del contratto qualora dovessero intervenire informazioni interdittive; l’obbligo per l’aggiudicatario di comunicare all’Azienda l’elenco delle imprese coinvolte nel piano di affidamento con riguardo alle forniture ed ai servizi di cui al Protocollo di Intesa, nonché ogni eventuale variazione successivamente intervenuta per qualsiasi motivo; l’obbligo per l’aggiudicatario di inserire in tutti i subcontratti la clausola risolutiva espressa per il caso in cui emergano informative interdittive a carico dell’altro subcontraente; tale clausola dovrà essere espressamente accettata dall’impresa aggiudicataria. L’Azienda si impegna altresì, sia direttamente sia con apposite clausole da inserire nei bandi e negli appalti, a far sì che le imprese appaltatrici e le eventuali imprese sub-contraenti presentino autonoma denuncia all’Autorità Giudiziaria di ogni illecita richiesta di denaro od altra utilità, ovvero offerta di protezione, che venga avanzata nel corso della esecuzione dei lavori nei confronti di un suo rappresentante o di un suo dipendente, dandone notizia senza ritardo alla Prefettura. Allo scopo di garantire la tracciabilità dei flussi finanziari nell’ambito dei rapporti contrattuali connessi con l’esecuzione dei lavori o con la prestazione di servizi o forniture e per prevenire eventuali fenomeni di riciclaggio, ma anche altri gravi reati (es. corruzione), l’Azienda adempie alle disposizioni normative di cui alla L. 136/2010 “Tracciabilità dei flussi finanziari” come modificato dal D.L. 187/2010. Viene pertanto inserito nei contratti di appalto o di concessione o nei capitolati l’obbligo a carico dell’appaltatore o concessionario di effettuare i pagamenti o le transazioni 19 finanziarie, relative all’esecuzione del contratto di appalto o della concessione, esclusivamente per il tramite degli intermediari autorizzati, vale a dire le banche e Poste Italiane S.p.A. L’Azienda provvede a verificare l’inserimento da parte delle imprese appaltatrici o concessionarie nei contratti sottoscritti con i subappaltatori ed i subcontraenti di analoga clausola. In entrambi i casi, in caso di violazione, si procede alla risoluzione immediata del vincolo contrattuale nonché alla revoca dell’autorizzazione al subappalto e/o al subcontratto. ATTIVITA’ DI CONTROLLO La funzione di controllo fa parte dell'attività ordinaria dell'Azienda tesa ad assicurare che i servizi siano erogati in conformità alle leggi e secondo l'effettiva opportunità di tutela dell'interesse pubblico. Accanto alle aree di controllo disciplinate dalla legge: controllo del collegio sindacale, controllo ufficio ispettivo e disciplinare, controllo di gestione, controllo sugli atti, controllo strategico e controllo di qualità, l'Azienda prevede altre metodologie di controlli, che dovranno cercare di integrarsi e di cogliere l’elemento della sostanzialità degli stessi: 1. Controlli interni. Sono i controlli previsti dalla nostra Azienda e il coordinamento dell’attuazione dei controlli interni è affidata al Servizio “Controllo interno, controllo ispettivo e disciplinare”, 2. Le principali aree sono: personale dipendente personale convenzionato libera professione economico-finanziaria ricerca sicurezza dati e privacy 3. Controlli sulle strutture convenzionate ospedaliere e specialistiche, sia di tipo clinico (del Servizio di Committenza aziendale) che amministrativo (del servizio mobilità e contratti); 4. Controlli sull’esecuzione dei contratti. Così come previsto nell’area degli acquisti nel corso del 2015 sarà svolta una attività di rafforzamento del ruolo dei “Responsabili Esecutivi” dei contratti. 5. Attività di vigilanza Effettuata del Dipartimento farmaceutico Una delle misure di prevenzione del rischio di corruzione riguarda il monitoraggio dell’attività di controllo posta già in essere dai servizi aziendali. Ogni dirigente ha la responsabilità di controllare le attività che vengono svolte all’interno dei propri uffici o che gli sono specificatamente affidate. Il dirigente è inoltre sollecitato a segnalare nuove forme di controllo e verifica che possono essere attuate a livello aziendale, essendo i controlli fra le attività più importanti dell'incarico dirigenziale che acquisiscono maggior rilevanza quanto più alto è il grado ricoperto. BENESSERE ORGANIZZATIVO L’azienda ha messo in campo nel corso di questi ultimi anni dei percorsi legati al miglioramento del 20 benessere organizzativo dei propri dipendenti, sia attraverso i servizi interni sia attraverso le attività del Comitato Unico di Garanzia (CUG). Queste attività possono avere un impatto anche in termini di maggiore integrità delle azioni svolte dal personale dell’azienda, poiché ad un maggior benessere sul posto di lavoro, corrisponde anche un maggior senso di integrità e appartenenza del proprio operare. PIANO DI COMUNICAZIONE Uno degli strumenti essenziali nel percorso della prevenzione della corruzione e della illegalità è l’aspetto della comunicazione del rischio delle diverse attività nei confronti degli operatori interni, dei collaboratori dell’azienda, dei cittadini e dei diversi stakeholder aziendali. A questo riguardo il Servizio di Comunicazione aziendale supporta il Responsabile per la Prevenzione nella sua attività. Fra gli strumenti già sviluppati ricordiamo: il sito dedicato al tema integrità (www.aocz.it/integrita); lo sviluppo di nuovi strumenti comunicativi su temi specifici, quali ad esempio il codice di comportamento rendendolo maggiormente fruibile rispetto al documento tradizionale; MONITORAGGIO DEL PROCESSO DI PREVENZIONE Al fine di verificare l’efficacia del processo di prevenzione del rischio di corruzione e apportare gli opportuni cambiamenti sarà messo in campo nel 2015 un processo di monitoraggio attraverso un sistema informatizzato dell’intero processo di prevenzione. Saranno inoltre realizzate: Monitoraggio della percezione del rischio di illegalità fra gli operatori e i cittadini della provincia di Modena, utilizzando un questionario ad hoc sulla percezione della corruzione e sul valore dell'integrità; Focus group specifici con operatori e cittadini; Monitoraggio del numero annuale delle sentenze di condanna dei Giudici penali e della Corte dei conti pronunciate nei confronti di funzionari dell'amministrazione. RESPONSABILITA’ Riassumendo quanto previsto dalla normativa sono identificabili tre tipologie di responsabilità principali: per il Responsabile della prevenzione, per i dirigenti e per tutti i dipendenti. La responsabilità del Responsabile della prevenzione E’ prevista una responsabilità dirigenziale per il caso mancata predisposizione del Piano Triennale e di mancata adozione delle misure per la selezione e la formazione dei dipendenti su questi temi. Nel caso in cui all'interno dell'amministrazione vi sia una condanna per un reato di corruzione accertato con sentenza passata in giudicato è prevista una responsabilità dirigenziale, disciplinare e amministrativa - oltre che per il danno erariale e all'immagine della PA, salvo che il Responsabile provi di avere predisposto, prima della commissione del fatto, il piano e di aver vigilato sul suo funzionamento e osservanza. È esclusa la responsabilità ove l'inadempimento degli obblighi, sia "dipeso da causa a lui non imputabile". La responsabilità dei dipendenti per violazione delle misure di prevenzione Le misure di prevenzione e contrasto alla corruzione previste nel presente documento e adottata dalla Azienda USL di Modena devono essere rispettate da tutti i dipendenti e la loro violazione costituisce illecito disciplinare. 21 La responsabilità dei dirigenti L'art. 1, comma 33, l. n. 190 stabilisce inoltre che la mancata o incompleta pubblicazione, da parte delle PA, delle informazioni di cui al comma 31 va valutata come responsabilità dirigenziale ai sensi dell'art. 21 del d.lgs 165/2001 ed eventuali ritardi nell'aggiornamento dei contenuti sugli strumenti informatici sono sanzionati a carico dei responsabili del servizio. IL PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA 2016-2018 Attraverso lo strumento della trasparenza la nostra Azienda vuole essere una "casa di vetro" in una logica di piena apertura verso l'esterno, questo al fine di rendicontare in modo semplice e chiaro gli obiettivi raggiunti con le risorse messe a disposizione dalla collettività. Con il d.lgs. 33/2013 è stato infatti rafforzato il concetto di trasparenza intesa come accessibilità totale delle informazioni riguardanti l'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche. Salvi i limiti previsti dalla normativa (es. privacy e tutela dati sensibili), sono state pubblicate sul sito www.aocz.it/trasparenza (Amministrazione Trasparente) tutte le informazioni previste dalla norma secondo l’Allegato A del d.lgs 33/2013 seguendo criteri di facile accessibilità; completezza e semplicità di consultazione e secondo le indicazioni dell’ANAC. Nella verifica dei percorsi per la pubblicazione dei vari documenti, si è anche tenuto conto della ricerca della massima efficienza dei percorsi amministrativi e di pubblicazione, cercando di evitare tutte le duplicazioni dei vari documenti e attività. Questo sta avvenendo anche con l’utilizzo degli strumenti informatici legati percorso sulla dematerializzazione dei processi aziendali (Archiflow), da cui si cerca di estrarre direttamente i dati sull’elenco dei procedimenti e dei tempi procedimentali. Per ciascun adempimento ed obbligo di pubblicità l’Azienda individua i dirigenti responsabili della predisposizione e pubblicazione delle informazioni e del, conseguente periodico aggiornamento . La correttezza, completezza e aggiornamento delle informazioni riportate sul sito aziendale, in merito ai contenuti del presente documento, è affidata a ciascuna delle strutture produttrici dei dati. Con delibera N. del 14/05/2015 l’ Azienda Ospedaliera ha provveduto alla conferma dell’ incarico del Responsabile della Trasparenza e della Prevenzione della Corruzione (visibile sul sito www.aocz.it/trasparenza). Ad integrazione di quanto previsto nella parte generale del Piano dell’Integrità nel capitolo formazione, saranno programmate una serie di iniziative specifiche sulla trasparenza fra cui: Comunicazione del presente Programma e relativo stato di avanzamento a tutti gli stakeholders Incontri su trasparenza, rivolti a tutto il personale e ai collaboratori aziendali a qualsiasi titolo Incontri sulla trasparenza con i cittadini, associazioni di volontariato e i comitati consultivi misti Organizzazione annuale di giornate sulla trasparenza L’attuazione del Programma triennale per la Trasparenza e l’attuazione, in generale, degli obblighi di pubblicità in materia di trasparenza, saranno sottoposti a monitoraggio e a verifiche periodiche da parte del Responsabile della Trasparenza. La nostra azienda ha attivato il percorso dell’accesso civico a favore di ogni cittadino (attraverso il sito www.aocz.it/trasparenza) nei casi in cui l'amministrazione abbia omesso la pubblicazione degli atti previsti dal d. lgs 33/2013. La richiesta di accesso civico non sarà sottoposta ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente, non dovrà essere motivata, sarà 22 gratuita e andrà presentata al Responsabile della trasparenza aziendale. Entro 30 giorni dalla richiesta l’Azienda garantisce la pubblicazione sul sito del documento, dell'informazione o dei dati richiesti e la trasmissione del dato al richiedente o la comunicazione dell'avvenuta pubblicazione. In caso di ritardo o mancata risposta il richiedente potrà ricorrere al titolare del potere sostitutivo (indicato sul sito www.aocz.it/trasparenza). Tra gli adempimenti richiamati nel Programma triennale per la trasparenza e l’integrità rientra la previsione dell’utilizzo della Posta Elettronica Certificata. GRUPPO DI LAVORO PER L’IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO Come prevede la Determina n. 12 dell’ANAC, l’Azienda A.O. di Catanzaro ha una serie di referenti tematici di supporto al Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e Trasparenza, che hanno il compito di coadiuvare le attività del Responsabile, ciascuno per le parti di propria competenza. Referenti tematici 1. Antonella Ciampa 2. Vittorio Prejanò 3. Marcella Mamone 4. Marcella Mamone 5. Luigi Le Pera 6. Paolo Simio 7. Luigi Matarrese Servizio Affari generali Area Amministr. Personale Ufficio Legale Ufficio Disciplinare Area Acquisti Risorse Finanziarie Area Tecnica 23 24 Attività: Misure generali di prevenzione Le presenti misure sono quelle già riprese nella parte generale del presente piano che qui vengono declinate con le responsabilità, i tempi di attuazioni e i relativi indicatori di monitoraggio. Processi Formazione Osservanza codice comportamento a tutti i collaboratori dell’azienda Rischi Non adeguata conoscenza dei rischi di corruzione e della relativa normativa Non adeguata conoscenza del codice di comportamento aziendale e degli obblighi previsti Livello rischio Alto Misura preventive individuate Tempi di attuazione Responsabile Formazione su etica e codici di comportamento per tutti i dipendenti Già in essere 2016-2017-2018 Resp. Prevenzione Corruzione Formazione specifica su appalti con partecipazione ad attività formative dell’Osservatorio Appalti Regionale per Personale del Servizio acquisti e Servizio tecnico Già in essere 2016-2017-2018 Servizio Acquisti Aziendale Formazione per Direttori Esecuzione dei Contratti organizzata su indicazioni del Dipartimento Interaziendale Acquisti AVEN Nuova 2016-2017-2018 Direttore Acquisti Formazione specifica per specifici settori svolta anche livello interaziendale: - Amministrazione Personale - Formazione - Farmaceutica e dispositivi Alto Già in essere 2016-2017-2018 Resp. Prevenzione Corruzione Formazione per Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e Trasparenza attraverso corsi specifici su implementazione Piano anticorruzione Già in essere 2016-2017-2018 Resp. Prevenzione Corruzione Predisposizione schemi tipo di incarico, contratto, bando, inserendo la condizione dell'osservanza dei Codici di comportamento per i collaboratori esterni a qualsiasi titolo, per i titolari di organo, per il personale Già in essere 2016-2017-2018 Direttore Area Risorse Umane , Direttore Servizio Acquisti 25 Monitoraggio/ Indicatore N° personale partecipante Valutazione utilità dei corsi N° personale partecipante Valutazione utilità dei corsi N° personale partecipante Valutazione utilità dei corsi N° personale partecipante Valutazione utilità dei corsi N° personale partecipante Valutazione utilità dei corsi N° verifiche a campione della presenza degli schemi Processi Rischi Livello rischio Misura preventive individuate Tempi di attuazione Responsabile impiegato negli uffici di diretta collaborazione dell'autorità politica, per i collaboratori delle ditte fornitrici di beni o servizi od opere a favore dell'amministrazione, e prevedendo la risoluzione o la decadenza dal rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dai Codici. Osservanza dichiarazioni previste nel Codice di Comportamento aziendale Rotazione del personale Rapporti con società controllate e partecipate Rapporti di frequentazione abituale con interlocutori esterni al servizio Mancata applicazione della normativa da parte di queste società Alto Medio Predisposizione modulo per la gestione degli obblighi in materia di trasparenza su software unico regionale delle risorse umane. Omogeneizzazione dei flussi per la raccolta dei moduli sul conflitto di interesse, attraverso una analisi dei moduli esistenti, del loro utilizzo e una loro omogeneizzazione (anche attraverso l’uso dei materiali messi a disposizione da ANAC/Agenas o similare) Monitoraggio/ Indicatore N° verifiche assenza schemi su totale verifiche N° verifiche a campione della presenza delle dichiarazioni Già in essere 2016-2017-2018 N° verifiche assenza dichiarazioni su totale verifiche Nuova 2017 Regione Emilia Romagna Report attività Nuova 2016 Resp. Prevenzione Corruzione Report attività Rotazione del personale nelle aree a rischio Già in essere 2016-2017-2018 Direzione strategica N° personale sottoposto a rotazione Monitoraggio di quanto previsto da ANAC su questi temi Già in essere 2016-2017-2018 Resp. Prevenzione Corruzione Rendicontazion e attività 26 Processi Collegamento con Ciclo delle Performance Attività ed incarichi extra-istituzionali Attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro Formazione commissioni, Rischi Mancata responsabilizzazione dei singoli dirigenti sulle specifiche misure di prevenzione Svolgimento attività esterne in conflitto di interesse con le attività istituzionali Svolgimento attività in situazioni di conflitto di interesse con attività istituzionale Svolgimento attività in situazioni di conflitto di Monitoraggio/ Indicatore Livello rischio Misura preventive individuate Tempi di attuazione Responsabile Medio Divieto impiego personale in quiescenza (Art. 9 del DL 95 del 2012) Nuova 2016-2017-2018 Resp. Prevenzione Corruzione Medio Pubblicazione del Modello 231 e implementazione del sistema informativo per il suo monitoraggio Già in essere 2016-2017-2018 Resp. Prevenzione Corruzione Rendicontazion e attività % raggiungimento obiettivi su anticorruzione da parte dei dirigenti N° autorizzazioni Medio Collegamento obiettivi prevenzione corruzione con obiettivi annuali di budget Già in essere 2016-2017-2018 Servizio Pianificazione, Flussi informativi Qualità Alto Procedura conferimento e autorizzazione a svolgere attività ed incarichi extra-istituzionali Già in essere 2016-2017-2018 Servizio Interaziendale Amministrazione Personale Alto Nei contratti di assunzione del personale prevedere la clausola del divieto di prestare attività lavorativa (a titolo di lavoro subordinato o di lavoro autonomo) per i 3 anni successivi alla cessazione del rapporto nei confronti dei destinatari di provvedimenti adottati o di contratti conclusi con l'apporto decisionale del dipendente Già in essere 2016-2017-2018 Nota informativa a tutti i dipendenti Nuova 2016-2017-2018 Alto 27 Servizio Interaziendale Amministrazione Personale N° verifiche a campione della presenza delle dichiarazioni N° verifiche assenza dichiarazioni su totale verifiche Servizio Acquisti Presenza controlli Processi Rischi assegnazioni a uffici e conferimento incarichi in caso di condanna penale per delitti contro PA interesse con attività istituzionale Livello rischio Misura preventive individuate Prevedere nei bandi di gara o negli atti prodromici agli affidamenti, anche mediante procedura negoziata, la condizione soggettiva di non aver concluso contratti di lavoro subordinato o autonomo e comunque di non aver attribuito incarichi ad ex dipendenti che hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle PA nei loro confronti per il triennio successivo alla cessazione del rapporto; Controllo di tutte le dichiarazioni relative ai carichi pendenti dei dipendenti assunti, richiesta ai componenti di Commissioni Esaminatrici di dichiarare ex art. 35 bis del D.Lgs. 165/2001, di non aver riportato condanne per i delitti di cui al capi I, Titolo II, Libro II CP (propri dei dipendenti pubblici), anche con sentenza non passata in giudicato. Tempi di attuazione Responsabile Monitoraggio/ Indicatore Già in essere 2016-2017-2018 Già in essere 2016-2017-2018 Servizio Interaziendale Amministrazione Personale Patti d’ integrità Corruzione e infiltrazione criminale negli appalti Alto Sottoscrizione di un Protocollo di Legalità con la Direzione Aziendale, finalizzato a prevenzione della corruzione e infiltrazione della criminalità. Già in essere 2016-2017-2018 Servizi Tecnico e Acquisti Presenza protocollo e suo utilizzo Attività di controllo Inefficace attività di controllo Alto Aggiornamento Piano dei controlli e implementazione attività di audit Nuova 2016-2017-2018 Direzione Strategica Report attività Attività legate al benessere organizzativo Non adesione dei dipendenti e collaboratori ai valori aziendali Monitoraggio processi e tempi procedimentali Mancata raccolta dei reali tempi procedimentali e inefficienza dei processi amministrativi per la loro Alto Progetto di miglioramento del benessere organizzativo aziendale Già in essere 2016-2017-2018 Salute organizzativa Attività di monitoraggio dei processi aziendali attraverso l’utilizzo degli strumenti informatici Nuova 2016-2017-2018 Dip. Amministrativo 28 Report attività Dati su benessere dipendenti da indagine regionale elenco dei procedimenti e dei tempi procedimentali Processi Livello rischio Rischi Tempi di attuazione Misura preventive individuate Responsabile rilevazione Attività di ascolto della società civile Monitoraggio/ Indicatore raccolti informaticamen te Mancata identificazione di tutti i rischi esistenti Alto Attività di audit e di ascolto delle associazioni di cittadini, associazioni di categoria e delle rappresentanze sindacali sui rischi e sulle misure di prevenzione e miglioramento dell’organizzazione Nuova 2016-2017-2018 Resp. Prevenzione Corruzione N° incontri svolti N° segnalazioni ricevute Attività: Programmazione e Valutazione delle attività Strutture coinvolte: Direzione strategica aziendale (Direzione Generale, Amministrativa, Sanitaria, Socio-Sanitaria e Direzioni Distretto) Processi Rischi Livello rischio Misura di prevenzione Tempi di attuazione Responsabile Programmazione delle attività Non trasparenza delle decisioni e pressioni da lobbies esterne Alto Pubblicazione delle delibere aziendali sul sito Amministrazione Trasparente Già esistente 2016-2017-2018 Affari Generali Valutazione degli esiti dell’assistenza Non trasparenza delle decisioni e pressioni da lobbies esterne Medio Già esistente 2016-2017-2018 Direzione generale Condivisione con cittadini e stakeholders esterni degli esiti dell’assistenza attraverso incontri 29 Monitoraggio/ Indicatore Presenza elenco pubblicazione delibere su Albo Online del sito aziendale N° incontri effettuati Attività: Contratti Pubblici Servizi coinvolti dell’AziendaPugliese- Ciaccio: Servizio Acquisti – Servizio tecnico – Ingegneria clinica – Information Communication Technology – Ufficio legale L’Azienda partecipa al “sistema acquisti” regionale, mediante ricorso obbligatorio alle convenzioni stipulate dalla centrale regionale, o mediante l’uso del portale, messo a disposizione da quest’ultima, per l’espletamento della gare online. In generale l’intera filiera degli acquisti di beni e servizi dell’Azienda è condivisa nell’ Area Acquisizione Beni e Servizi, che è la macro articolazione aziendale a cui competono le seguenti funzioni: analisi dei mercati, in collaborazione con le figure tecniche e professionali coinvolte; definizione ed aggiornamento della programmazione degli acquistiaziendali; gestione complessiva del processo di gara e dell’eventuale contenzioso; monitoraggio e valutazione degli esiti di gara, in collaborazione con le figure tecniche e professionali coinvolte. Pur mantenendo la necessità di garantire al RPC una visione complessiva del ciclo di acquisti, per definire una mappatura corretta dell’intero processo si è proceduto alla scomposizione del sistema di affidamento nelle seguenti fasi: a. programmazione dei bisogni e. esecuzione del contratto b. progettazione della procedura f. rendicontazione del contratto c. selezione del contraente g. misure generali d. verifica dell’aggiudicazione e stipula del contratto All’interno di ciascuna fase sono enucleati i processi secondo le indicazioni relative alla mappatura già fornite nel precedente PNA parte generale. Una volta selezionati i processi, sono stati identificati i correlati eventi rischiosi, e programmate le misure più idonee a prevenirli. A supporto dell’attività di autoanalisi si prendono in considerazione alcuni elementi salienti, individuati su base triennale, che verranno rilevati con sistematicità e periodicità, anche al fine di garantire la regolarità dei flussi informativi verso il RPC, verso gli uffici deputati al controllo interno e verso gli organi di vertice: 30 Inoltre, in corrispondenza di ciascuna fase della procedura di acquisto, sono proposti alcuni indicatori che potranno fornire un quadro dinamico sull’andamento delle attività nell’area e sulla coerenza con il dettato normativo, consentendo di studiare e implementare misure specifiche di intervento o prevenzione dei rischi di corruzione. 1. 2. 3. 4. 5. n° di gare gestite dall’unità; importo medio dei contratti; n° di procedure negoziate con o senza bando; n° di affidamenti diretti e relative modalità; rispetto dei tempi di esecuzione e/o entità media degli scostamenti; 6. rispetto dei termini di pagamento alle imprese e/o entità media degli scostamenti; 7. rispetto degli obblighi di approvvigionamento centralizzato e mediante strumenti elettronici di acquisto; 8. n° di varianti in corso d’opera; n° di proroghe; 9. n° di bandi annullati in via di autotutela o in sede giurisdizionale; 10. n° di opere incompiute rispetto alle programmate; 11. ricorrenza nelle aggiudicazioni degli stessi operatori economici 31 a) PROGRAMMAZIONE DEI BISOGNI Processo Analisi e definizione dei fabbisogni e dell'oggetto dell'affidamento Rischi Definizione di un fabbisogno non rispondente a criteri di efficienza/ efficacia/ economicità, ma alla volontà di premiare interessi particolari - Intempestiva predisposizione ed approvazione degli strumenti di programmazione Livello rischio Alto Misure prevenzione Tempi di attuazione Responsabile misura prevenzione 1) Programmazione regionale triennale per acquisti di servizi e forniture. 2) Ricorso ad accordi quadro e convenzioni già in essere da parte della centrale di committenza nazionale o regionale. 3) Controllo periodico e monitoraggio dei tempi programmati in ordine alle future scadenze contrattuali 4) Corretta individuazione degli attori interni da coinvolgere in relazione alle specifiche competenze per identificare i beni/ servizi che soddisfano il fabbisogno. 5) Pubblicazione sul sito della Azienda della Direttore Area “programmazione attuativa” relativa 1-4) in via di Acquisizione Beni all’anno in corso; implementazione e Servizi 6) applicazione degli ulteriori strumenti di controllo, monitoraggio ed interventi sostitutivi previsti dal regolamento condiviso in sede aziendale, e adottato dalla azienda. 7) Per i beni sanitari ed economali adozione di istruzioni operative per la definizione dei fabbisogni in rapporto alle strutture logistiche presenti in azienda 8) Report semestrale a RPC sull’andamento della programmazione 32 Monitoraggio 1-6) gare attivate/gare programmate 6) n. procedure interessate da intervento sostitutivo 6) n. proroghe relative a gare di area vasta/aziendale 7) Evidenza dell’adozione delle istruzioni operative 8) Trasmissione report Processo Redazione ed aggiornamento del programma triennale dei lavori Rischi Programmazione non rispondente a criteri di efficienza/ efficacia/ economicità, ma alla volontà di premiare interessi particolari Pubblicazione Piano investimenti Ricorso ad affidamento dei professionisti esterni Non utilizzo competenze interne Impropria selezione professionisti esterni Livello rischio Misure prevenzione Tempi di attuazione Responsabile misura prevenzione Monitoraggio Alto Definizione della programmazione condivisa con i soggetti individuati a livello aziendale e adozione della proposta del programma annuale dei lavori Già in essere Direttore del Servizio tecnico Verifica della presenza del programma Alto Pubblicazione Piano investimenti (ex art. 13 del DPR/207/201) Già in essere Direttore dei servizi interessati Verifica della pubblicazione del Piano Alto Motivazione del ricorso ad affidamento esterno Definizione dei criteri della scelta Verifica delle condizioni di incompatibilità Utilizzo solo per “progettazione esecutiva” 33 Marzo 2016 Servizio Tecnico, Ingegneria clinica, ICT Ufficio legale Presenza delle misure nelle decisioni di affidamento b) PROGETTAZIONE DELLA PROCEDURA Processo Nomina del Responsabile del Procedimento e Componenti il Gruppo tecnico Elenco Rischi Nomina di Responsabile unico del procedimento (RUP) e dei Componenti il Gruppo tecnico in rapporto di contiguità con imprese concorrenti (soprattutto esecutori uscenti) o privi dei requisiti idonei e adeguati ad assicurane la terzietà e l’indipendenza Livello rischio Alto Misure preventive da attuare Tempi di attuazione 1) Nomina RUP: Programmazione per gli appalti di forniture e servizi. 2) Costituzione Gruppo Tecnico Presenza di figure tecniche e professionali provenienti da aziende diverse e individuazione di referente tecnico di area vasta. 3) Atti di individuazione del RUP con criterio di rotazione per gli appalti dei lavori Già in essere 4) Monitoraggio tempi di avviamento gare 5) Sottoscrizione da parte dei soggetti coinvolti nella redazione della documentazione di gara (RUP e Componenti del Gruppo Tecnico) di dichiarazioni in cui si attesta l’assenza di interessi personali in relazione allo specifico oggetto della gara 6) Conseguente individuazione formale dei componenti del Gruppo Tecnico 7) Monitoraggio della partecipazione ai lavori di redazione del Capitolato di gara 34 Responsabile misura prevenzione 1-4) Direttore Area Tecnica 5) RUP – Direttore Servizio Acquisti 6) Direzioni sanitarie aziendali 7) RUP – Direttore Servizio Acquisti Monitoraggio Verifica (a campione) dell’utilizzo e della corretta compilazione dei moduli relativi al conflitto di interesse Presenza di ricorsi o contestazioni da parte di ditte relativamente a presenza di conflitto di interesse Individuazione dello strumento/ istituto di affidamento Processo - Elusione regole affidamento appalti mediante improprio utilizzo di sistemi di affidamento o di tipologie contrattuali per favorire un operatore - Abuso disposizioni in materia determinazione del valore stimato contratto al fine di eludere disposizioni su procedure da porre in essere Alto Elenco Rischi Valutazione rischio Elusione delle regole di affidamento degli appalti mediante l’improprio utilizzo della procedura negoziata, al di fuori dei casi consentiti dalla legge, per favorire una specifica impresa. Scelta della procedura di aggiudicazione, con particolare attenzione al ricorso alla procedura Elusione delle regole di negoziata affidamento degli appalti Affidamenti diretti mediante abuso in economia dell'affidamento diretto, al di fuori dei casi consentiti dalla legge, per favorire una impresa. 1) Motivazione nella determina a contrarre in ordine sia alla scelta della procedura sia alla scelta del sistema di affidamento adottato ovvero della tipologia contrattuale. Già in essere 2) Adempimento delle disposizioni di legge che impongono l'adesione a Convenzioni Intercenter/CONSIP o il ricorso agli strumenti di acquisto del mercato elettronico. Alto Misure prevenzione Tempi di attuazione 1) Applicazione del Regolamento acquisti e lavori in economia 2) Utilizzo dei sistemi informatizzati attivati presso le centrali di committenza per l’individuazione degli operatori da consultare 3) Adozione nuovo Regolamento Acquisti/in Già in economia e relative istruzioni operative conformi alle essere prescrizioni del Codice Appalti e con soglie di importo inferiore a quella di legge (€ 20.000) escluso i beni oggetto del Magazzino ed in caso di necessità di garantire continuità nella fornitura nelle more dell’aggiudicazione di gara programmata (40.000 €.); Affidamenti mediante cottimo fiduciario, con consultazione di almeno 5 operatori economici, anche per soglie di importo inferiore a €40.000 35 1) Direttori dei Servizi Acquisti e Tecnico Responsabile misura prevenzione 1-3) Direttore Area Tecnica Monitoraggio Valore affidamenti diretti sul totale acquisti Procedure negoziate – Affidamenti in esclusiva Elusione delle regole di affidamento degli appalti mediante l’improprio utilizzo della procedura negoziata, al di fuori dei casi consentiti dalla legge, per favorire una specifica impresa. Condizione di potenziale “prossimità” di interessi in cui i soggetti proponenti l’acquisto sono anche coloro che utilizzano i materiali acquistati, con conseguenti benefici nei confronti dello stesso utilizzatore e possono quindi orientare la quantità e tipologia del materiale Alto 1 ) Modulistica finalizzata all’attestazione della esclusività dei prodotti/servizi con esplicitazione delle motivazioni a supporto (con dichiarazione di assenza di conflitto di interessi) 2) Adozione della determina a contrarre con indicazione dei criteri utilizzati per l’individuazione delle imprese da invitare ovvero indicazione degli Già in stessi nell’atto di affidamento essere 3)Sopra un milione €: da approvarsi con delibera Direttore Generale nei casi previsti dall’art. 57 del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i. 4. Individuazione, di procedure atte ad attestare il ricorrere dei presupposti legali per indire procedure negoziate di area vasta da parte del RP 5. reportistica che evidenzi esclusive affidate Valutazione Misure prevenzione rischio Elusione regole di evidenza Alto Verifica della situazione di fatto che si intende pubblica, con improprio affidare; solo nel caso in cui ne ricorrano i utilizzo del modello presupposti (ad es. carenza di finanziamenti per Individuazione procedurale completare un’opera pubblica) si potrà utilizzare lo dello dell’affidamento mediante strumento della concessione di costruzione e strumento/istituto concessione, laddove gestione (es- partenariato pubblico-privato: project per l’affidamento invece ricorrano i financing, leasing immobiliare) presupposti di una tradizionale gara di appalto Predisposizione di - Predisposizione di 1) Obbligo di dettagliare nel bando di gara in modo atti e documenti di clausole contrattuali dal trasparente e congruo i requisiti minimi di Alto gara incluso il contenuto vago o ammissibilità delle varianti progettuali in sede di capitolato vessatorio per offerta Processo Elenco Rischi 36 Tempi di attuazione Direttore Area Tecnica Responsabile misura prevenzione Già in essere Servizio Tecnico Già in essere Direttore Area Tecnica valore relativo alle procedure in esclusiva /totale Monitoraggio Verbale Audit N° procedure con ricezione di unica disincentivare la partecipazione alla gara ovvero per consentire modifiche in fase di esecuzione 2) Utilizzo di clausole standard conformi alle prescrizioni normative con riguardo a garanzie a corredo dell’offerta, tracciabilità dei pagamenti e termini di pagamento agli operatori economici 3) Previsione in tutti i bandi, gli avvisi, le lettere di invito o nei contratti adottati di una clausola risolutiva del contratto a favore della stazione appaltante in caso di gravi inosservanze delle clausole contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità 4) Monitoraggio tempi di predisposizione documenti di gara 5) uso clausola per equivalente 6. Audit su bandi e capitolati per verificarne la conformità ai bandi tipo redatti dall’ANAC e il rispetto della normativa anticorruzione 7. Specificare nel capitolato di fornitura clausole necessarie a gestione della tecnologia post-collaudo in modo da non avere costi imprevisti o servizi da attivare non previsti - Prescrizioni del bando e delle clausole contrattuali finalizzate ad agevolare determinati concorrenti Processo Elenco Rischi Valutazione rischio Definizione dei criteri di partecipazione/ requisiti di qualificazione Definizione dei requisiti di accesso alla gara e in particolare dei requisiti tecnici economici dei concorrenti al fine di favorire un’impresa. Alto Definizione del criterio di Formulazione di criteri di valutazione e di Alto Misure prevenzione 1) Documentazione di gara standardizzata x tipologia procedura / appalto in conformità alle prescrizioni del Codice Appalti 2) Rispetto prescrizioni Codice Appalti con indicazione nei documenti di gara di requisiti di partecipazione non eccedenti rispetto all’oggetto di appalto e di congrua motivazione per fissazione di criteri qualificazione connessi al fatturato aziendale. 1) Documentazione di gara standardizzata per tipologia di procedura/appalto definita in conformità 37 offerta valida sul totale delle procedure Tempi di attuazione Responsabile misura prevenzione Monitoraggio Già in essere Direttore Area Tecnica e Direttore Area acquisti n° di ricorsi per impugnazione delle regole di gara (bando) sul totale dei ricorsi notificati; procedure con ricezione di unica offerta valida sul totale delle procedure Già in essere Direttore Area Tecnica e Direttore Area n° di ricorsi per impugnazione delle aggiudicazione e dei criteri di attribuzione del punteggio. attribuzione dei punteggi (tecnici ed economici) che possono avvantaggiare il fornitore uscente, grazie ad asimmetrie informative esistenti a suo favore ovvero, comunque, favorire determinati operatori economici alle prescrizioni del Codice Appalti 2) Rispetto delle prescrizioni del Codice Appalti con indicazione di criteri e punteggi nella lex specialis di gara 3) Distinzione requisiti di qualificazione / elementi di valutazione, salvo casi eccezionali, espressamente previsti dalla giurisprudenza, di utilizzo ai fini di valutazione di elementi attinenti l’esperienza e la capacità maturate. 38 acquisti regole di gara (bando) sul totale dei ricorsi notificati;