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Omelia del Vescovo
SACERDOTI NOVELLI
Chiesa Ipogea del Seminario 24 maggio 2008
1. “Ricordatevi di tutto il cammino che il Signore,
vostro Dio, vi ha fatto percorrere” per prepararvi a
dire di “sì al dono dello Spirito Santo che vi trasforma
rendendovi definitivamente partecipi del sacerdozio di
Gesù Buon Pastore della sua Chiesa.
Ricordate
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sempre come il Signore gratuitamente vi ha chiamati e
guidati nella preparazione al ministero che oggi vi
regala per il bene del Popolo di Dio. Ricordate la
fedeltà, la pazienza e la tenacia con la quale vi ha
accompagnati mediante l’opera di tante persone che
oggi gioiscono con voi: i familiari, le parrocchie di
origine e quelle delle prime vostre esperienze
pastorali,
ma
soprattutto
il
Seminario
che,
generosamente e intelligentemente, ha curato la vostra
crescita nello spirito del Buon Pastore. Ciò che siete
lo dovete all’amore del Signore e di coloro che ogni
giorno hanno collaborato con Lui.
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Oggi e sempre dite grazie alle molte persone che vi
hanno accompagnato e oggi con voi ringraziano la
fonte di ogni bene, Dio Uno e Trino. Cordialmente
mi unisco al vostro grazie anche a nome della Chiesa
che è in Bergamo.
Chiedete al Signore la grazia di mai dimenticare che
questa fedeltà del Signore, e delle diverse realtà
ecclesiali, continuerà anche dopo; mai sentitevi soli e
mai pretendete di affrontare da soli, quasi fosse
un’avventura individuale, lo stupendo ministero che
oggi viene affidato, perché è un ministero da svolgere
con gli altri presbiteri, in comunione con il popolo di
Dio e nelle modalità indicate dalla Chiesa. Ieri, oggi e
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sempre, nella vostra opera sono e saranno impegnati
Dio Uno e Trino e l’intera realtà ecclesiale: non
deludete la speranza e non vanificate la fatica di Colui
che vi ha chiamati e che oggi vi consacra con lo
Spirito del Buon Pastore, e di molte persone che vi
hanno sostenuto e continueranno a sostenervi con la
preghiera, la testimonianza e l’affetto sincero.
Sentitevi sempre debitori di amore verso il Signore, la
Chiesa e ogni persona che incontrerete; quanto avete
ricevuto e riceverete è e sarà sempre molto di più di
quanto darete.
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2. La sorgente inesauribile, il modello insuperabile
della dedizione al bene delle comunità e delle persone
che entreranno nella vostra esistenza, e il contenuto
del vostro servizio, è la celebrazione Eucaristica che
da oggi avete il dono e il compito di presiedere e di
vivere in modo esemplare. Ogni giorno richiamate
alla mente le parole che vi saranno rivolte alla
consegna del pane e del vino: “Ricevi le offerte del
popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi
conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai,
conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo
Signore”.
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Da oggi vi è dato il dono-compito di dire “in persona
Christi” “Questo è il mio Corpo offerto per voi”,
“Questo è il mio sangue versato per voi e per tutti”.
Ne deriva l’impegno quotidiano a lasciarvi assimilare
dalla incondizionata dedizione di Gesù ai fratelli,
perché sappiano riconoscere il Padre che pone la sua
onnipotenza a servizio del suo amore misericordioso
verso ogni suo figlio. Questa assimilazione avverrà se
vivrete
la
celebrazione
eucaristica
con
reale
disponibilità a lasciarvi interpellare e visitare dal
Risorto, preparandovi adeguatamente, standovi con la
vostra vita concreta e quella della comunità; se
eviterete l’abitudine, la banalizzazione e l’arbitrio
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personale
rispettando
le
norme
della
Chiesa
concretizzate dal Sinodo e dal Direttorio Liturgico.
La vostra persona sempre più manifesterà quella di
Gesù se considererete e celebrerete l’eucarestia come
il centro che dona unità alle vostre giornate e alle
molteplici attività pastorali. Vi ricorderà che la vostra
pastorale deve guidare le singole persone e la
comunità alla partecipazione attiva, fruttuosa e
consapevole della celebrazione eucaristica che offre
Cristo, “pane di vita eterna” perché solo in Lui viene
già donata a noi la vita stessa di Dio che sazia ogni
fame di vita, felicità e di amore. E nella celebrazione
eucaristica potrete accogliere i sentimenti filiali e
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fraterni di Gesù Crocifisso e Risorto da vivere nella
vita quotidiana impegnandovi a ricercare le vie
migliori per aiutare anche l’uomo d’oggi a percepire
nel rito il mistero di Dio rivelato pienamente nelle
parole pronunciate da Gesù nell’ultima cena: è un
Padre che ha incondizionata fiducia nell’uomo voluto
come suo alleato eterno e nelle mani del quale pone il
suo Figlio anche se sono mani di traditore, sperando
che si converta, accettando di essere perdonato e di
divenire a sua volta perdono.
Questo messaggio, da raccontare più con la vita
quotidiana che con le parole, risveglierà l’attenzione
anche dei più distratti o indifferenti, se vedranno che
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sta cambiando la vostra persona ricolmandola di
gioia e di affetto per ogni persona.
La celebrazione eucaristica rinnoverà pure la fiducia
nella promessa di
Dio
di
creare
un’umanità
eternamente riconciliata nel Cristo Crocifisso e
Risorto; rafforzerà la speranza che è sempre possibile
e doveroso tentare continuamente di percorrere la
strada dell’amore gratuito e misericordioso, l’unica
che può salvaguardare l’umanità nelle singole persone
e nella convivenza sociale.
3. Di questa testimonianza ne hanno bisogno
particolarmente le nuove generazioni, soprattutto i
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vostri coetanei, ricche di mezzi per affrontare
l’esistenza ma povere di prospettive sicure e
affascinanti e di motivazioni per impegnarsi con
entusiasmo nella vita quotidiana. Aiutatele a scoprire
che il malessere crescente nella società, e molto
evidente nella loro inquietudine, non è dovuto ad
alcune presenze, ma al modo sbagliato di concepire la
vita: è dovuto al mito del consumo fine a se stesso,
all’esasperato individualismo che vede solo diritti e
nessun dovere, considera ogni altro esclusivamente in
funzione del proprio benessere immediato, rende
superficiale e fragile ogni tipo di relazioni, e ci plasma
spettatori non responsabili del cammino della società,
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più subita che vissuta come espressione e salvaguardia
della vocazione di ogni uomo a divenire solidarietà e
fraternità. Mostrate loro che la bellezza e la ricchezza
della vita sta nella chiamata a condividere la gratuità
offerta dall’Eucarestia e nell’impegno a viverla nelle
relazioni sociali e nel sentirsi responsabili della
qualità della convivenza sociale.
Aiutate le nostre comunità ad accorgersi che i vostri
coetanei non le vedono più come case abitabili perché
significative per la loro vita, e per questo le
abbandonano.
fatalisticamente
Aiutatele
come
se
a
fosse
non
un
rassegnarsi
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inevitabile, come se il Vangelo non fosse capace di
offrire risposte convincenti al loro cuore.
Aiutatele a non guardarle con diffidenza e con giudizi
negativi, ma a guardare se stesse per ricercare nel
proprio modo di vivere il Vangelo la causa di questo
distanziarsi progressivo e continuo delle nuove
generazioni.
Aiutatele a convertirsi alle nuove generazioni, e in
particolare ai vostri coetanei, considerandoli con stima
e simpatia, nel desiderio d’imparare il molto che
possono offrire sull’esperienza cristiana, sul senso
dell’esistenza e sul modo di pensare e realizzare la
comunità ecclesiale e la convivenza sociale. Con la
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volontà di edificare con loro la comunità proposta dal
Sinodo, e a costruire una convivenza più ricca di
umanità per tutti.
Aiutatele a passare da una pastorale per i giovani a
una pastorale pensata e realizzata con i giovani, aperta
a tutti e attenta al nuovo che lo Spirito Santo sta
costruendo nella storia stessa anche se appare lontana
dal Vangelo.
Vi affidiamo alla vergine Santissima, modello di
ascolto attento, e di fiducioso abbandono nel Signore
e di condivisione dell’amore di Cristo Crocifisso per
l’umanità.
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Vi affidiamo al beato Giovanni XXIII, che da papa
scriveva: “Il breviario poi trattiene lo spirito in
continua elevazione; la santa messa lo immerge nel
nome, nel cuore, nel sangue di Cristo. Oh, che
tenerezza, che delizia riposante, questa mia messa”.