Il collegamento tra Violenza carnale in infanzia ed Aborti volontari

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#28 – ITAL.
La relazione tabù: Violenza sessuale ed aborto volontario.
Anne Lastman
I due tipi di sofferenza traumatica, i quali frantumano il mondo interiore della vittima, rappresentano la
sofferenza indotta dalla violenza carnale, particolarmente dall'incesto, ed il dolore inflitto da un aborto
volontario. La popolazione demografica che patisce tale sofferenza varia. Nel primo caso si tratta di un
bambino e nel secondo caso si tratta in genere (anche se non sempre) di una donna.
Eppure il trauma ed il male subito da entrambe le parti della popolazione demografica condividono di più
che una relazione di dolore; forse, più tristemente, una relazione per quanto concerne la perpetuazione per
entrambi i tipi di dolore.
La violenza carnale e l'aborto mettono ambedue nell'ontologia della persona umana una traccia nuova ed
estranea. Davvero, tale traccia può essere chiamata una traccia di morte per il motivo che quella morte parla
della morte “dell'innocenza”. Tutti e due i tipi di “morte” cioè la morte di un figlio fetale (innocenza) con
l'aborto e la morte dell'innocenza (con la violenza carnale) contengono un alto grado di non-accettabilità
concernente la morte ed il suo grottesco.
L'ESSERE VITTIMA DELLA VIOLENZA CARNALE E L'ESSERE VITTIMA DEL DOLORE E
DEL TRAUMA POST-ABORTO.
Violenza carnale può essere definita ogni contatto o interazione (visuale, verbale, o psicologico) fra un
bambino/adolescente e un adulto/a quando il bambino/l'adolescente viene usato per stimolare l'adulto
sessualmente. Viene definito in questo modo poiché per quanto concerne la cognizione, l'emozione ed il
corpo, il bambino è immaturo ed incapace di prendere una decisione informata di consenso o meno.
In genere (anche se non sempre) la violenza carnale viene perpetrata nei confronti di bambine e di solito da
una persona conosciuta dalla bambina. Tale tipo di violenza carnale si svolge in modo sistematico,
continuo, sebbene di tanto in tanto sia un evento isolato. La violenza sessuale denota un effetto nocivo di
massimo grado, sia sul livello psicologico che sul livello spirituale perché il bambino/la bambina non riesce
a proteggersi e in più perché la persona che esegue la violenza carnale è una persona di cui si fida, nota
nella vita del bambino. La bambina/il bambino non è psicologicamente pronto per affrontare l'attività di un
adulto (rapporti sessuali oppure stimoli sessuali) e la sua fiducia concernente il posto che spetta a lei/lui
(figlia/figlio) all'interno della famiglia diventa vago e subisce una distorsione. Al livello spirituale si nota
che la violenza carnale dispone allo scetticismo nei confronti di un Dio che non è stato in grado di
proteggerla/lo o non era disposto a proteggerla/lo.
La componente più distruttiva della violenza carnale è l'annientamento della fiducia. A partire dal periodo
della prima violazione, la fiducia è “confiscata”. Eriksson’s (1963) idee riguardo alla fiducia emergendo
come conseguenza di mondi sicuri e cordiali, e alla sfiducia causata dall'esperienza di tradimento, di rifiuto,
di ostilità, di un posto ostile, echeggiano dentro questa esperienza di violenza carnale. La violenza sessuale,
specialmente in persona di qualcuno di cui si fida, una persona amata, introduce nell'ontologia della
bambina/del bambino una profonda sensazione di tradimento, in seguito alla quale la bambina/il bambino
non riesce ad avere fiducia poiché lei non riesce ad avere fiducia in se stesso o in un'altra persona.
È stato arrestato lo sviluppo della fiducia nell'attimo in cui è cominciato la violenza carnale dunque la
bambina/il bambino non ha nessuno schema da cui acquisire la sua fiducia. La bambina rimane sospesa in
un periodo specifico, e mentre per altri aspetti procede il suo sviluppo fisico ed anche il suo sviluppo
cognitivo, il dominio dei suoi affetti e della sua vita spirituale rimangono raggelati al tempo della violenza
carnale ed in seguito ad essa.
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Quando la persona che ha usato violenza è stato un padre, un fratello o un nonno, un patrigno oppure un
parente (nell'ambito della famiglia), questo contribuisce ulteriormente a compromettere il fattore “fiducia”
contestando fiducia nei confronti di qualsiasi maschio. Tale perdita di fiducia diventa difficile a motivo del
travisamento della possibilità nel vedere persone di sesso maschile come “gentili”, o nel considerare degni
di fede e rispetto delle persone adulte oppure persone autorevoli.
L'abuso sessuale è una violazione di confini naturali invisibili. Una tale confusione dei limiti si verifica a
causa della costrizione del bambino di conformarsi rispetto alla persona che ha usato violenza a motivo
dello stato di potere all'interno della relazione, del reo/della rea, e questo induce un'autentica perdita di
cognizione nel discernere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Così, i suoi schemi feriti e vaghi
determineranno futuri prese decisionali che comprendono la perdita di una cognizione del discernimento
giusto.
L'ESSERE VITTIMA DEL TRAUMA POST-ABORTO.
Le vittime del trauma post-aborto subiscono dei postumi psicologici a seguito dell'aborto volontario da loro
sperimentato. Una vittima tale può manifestare uno qualunque o tutti questi sintomi.
La sofferenza post-aborto..... I sintomi includono “la sofferenza emozionale”... una percezione di perdita a
seguito dell'aborto … e dei conflitti concernente personalità, ruoli, principi e le relazioni che derivano da un
cambiamento nell'interpretazione dell'appropriatezza per quanto concerne la decisione per l'aborto
volontario.
I sintomi della sofferenza post-aborto compaiono quasi subito o entro i tre mesi dopo l'aborto e proseguono
per sei mesi circa e finiscono successivamente. Cosa ancora più importante per una diagnosi della
Sofferenza Post-ABORTO è che non ci deve essere la rinnovata esperienza dell'aborto.
La sindrome post-aborto... è inteso come forma di disturbo di stress post-traumatico caratterizzato dai
sviluppi cronici oppure ritardati di sintomi che derivano dalle reazioni emozionali composte nei confronti
del trauma dell'aborto al livello fisico ed emozionale, sentito come tale. Alcuni tratti della sindrome postABORTO comprendono flashback, incubi, sintomi di anniversario, depressione, ideazione di suicidio,
pianto incessante, disfunzione sessuale, violenza verso se stesso e verso l'altro, disturbi di alimentazione,
abuso di sostanze stupefacenti, molteplici relazioni, ruminazione di auto-sconfitta.
La psicosi post-aborto.... Una malattia grave e di solito rara, a seguito di aborto volontario. È caratterizzata
da sintomi cronici e forti, specialmente quando compaiono la disorganizzazione e notevoli problemi
riguardo alla personalità e alla realtà, che comprendono allucinazioni, delusioni e forti depressioni.
Una vittima del trauma post-aborto patirà la perdita della cognizione “Io sono una brava persona” e l'ipotesi
secondo la quale il mondo sia bello e la sua vita sia morigerata. Si verifica la perdita della fiducia in se
stesso e della convinzione che lei sia in grado di prendere delle buone decisioni. È possibile che lei subisca
una perdita di controllo specialmente quando non ha voluto fare l'aborto ma è costretta da parte di un'altra
persona significativa a sottoporsi alla procedura .
Si denota una perdita di riverenza per il proprio fisico e l'integrità fisica propria. Le donne post-abortive
manifestarono la convinzione che “ebbe luogo un'atroce profanazione del mio corpo” (Sara). In seguito è
possibile che ciò si concluda con promiscuità futura, disturbi di alimentazione, depressione, abuso di
sostanze stupefacenti e comportamenti auto-distruttivi. Un'ulteriore tristezza consiste nella perdita della
cognizione di essere una buona futura madre e nella perdita della cognizione di essere una brava
protettrice ed allevatrice.
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Il trauma dell'aborto volontario infligge una ferita profonda allo spirito femminile, il
genio femminile essenziale.
IL CONTESTO SOCIALE DELL'ABORTO VOLONTARIO E DELLA VIOLENZA CARNALE
Il contesto nel quale l'aborto elettivo è eseguito si è allargato. Mentre società passate “bisbigliavano” a
motivo dell'aborto volontario, la società presente ha accettato lentamente, condonato e tutelato il “diritto”
alla procedura, dalla legge. Effettivamente, fino al punto che le attrezzature sanitarie per procedure di
questo tipo sono apertamente disponibili ed ora possono essere accessibili con facilità ed alcuni governi
finanziano la procedura. Se nei tempi passati vigevano misure più rigide in modo che non fosse abusato la
procedura, con il passare del tempo tali misure non sono state sorvegliate e la legge prevista per l'aborto
volontario che dichiarava di poterlo eseguire soltanto nel caso in cui la vita della madre era a rischio, fu
ignorata presto. Oggi la maggior parte delle nazioni del mondo mettono delle attrezzature sanitarie a
disposizione per terminare la gravidanza, per qualunque motivo oppure nessun motivo.
L'aborto volontario ha messo piede all'interno della società.
La violenza carnale (incesto) è diversa. Il contesto sociale per questo tipo di violenza è microscopico
(solitamente famiglia o amici), le ramificazioni però arrivano lontani. Dove la violenza carnale ha il suo
inizio alla tenera età della bimba/del bimbo allora la possibilità di una sua fuga è molto ridotta a motivo
della dipendenza della bimba/del bimbo sia fisicamente che psicologicamente dagli altri per il suo
mantenimento.
Mentre la violenza carnale iniziale si verifica nei confini di un cerchio limitato, cioè la cerchia di famiglia
oppure di amicizie, vengono ampiamente diffusi gli effetti nell'interno della società. Il motivo è che la
vittima riporta nella sua vita adulta le ramificazioni psicologiche, emozionali, a volte fisiche, e spirituali
derivanti da questa violenza.
LA SFERA DELLE REAZIONI A SEGUITO DELL'ABORTO E DELLA VIOLENZA CARNALE.
La sfera delle reazioni a seguito dell'aborto parte dall'ansia arrivando fino alla depressione, senso di
colpa, vergogna rimorso, disturbi dell'alimentazione e di sonno, abuso di sostanze stupefacenti, attacchi
d'ansietà, straniamento psicologico, difficoltà future di relazionarsi, perdita di memoria, flashbacks,
isolamento, atteggiamento rifuggire, tendenza per la violenza, disfunzione sessuale, pianto frequente ed
incontenibile ed a volte non spiegato, ideazione di suicidio ed a volte tentativi di suicidio.
La sfera delle reazioni a seguito alla violenza sessuale su minori (incesto) va dalla depressione al senso
di colpa, vergogna, acquisita incapacità, impotenza, tristezza inesprimibile, perdita di autostima, perdita di
senso del giudizio o mai acquisito senso del giudizio, automutilazione, molteplici aborti volontari,
pervasivo senso di essere sporca, abbandono interno ed esterno di se stessa, confusione, isolamento,
avversione per rapporti intimi (frigidità) o promiscuità in alternativa, pervasiva infelicità, pianto
incontenibile, collera, diffidenza, rabbia, flashbacks o altrimenti oblio profondo, disturbo del sonno, disturbi
dell'alimentazione.
La sfera delle reazioni a seguito del trauma della violenza carnale e dell'aborto opzionale è molto vasta, e
questi ripercussioni hanno la capacità di provocare significativi sconvolgimenti all'interno della propria
esistenza quotidiana. Effettivamente si verifica lo sconvolgimento e la disorganizzazione in tutti i campi
dell'esistenza, funzione, convinzioni ed interpretazione riguardo a se stesso e del mondo attorno a lui/lei,
all'interno dell'esistenza dell'individuo.
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Il collegamento tra Violenza carnale in infanzia ed Aborti volontari
molteplici.
Come consulente per tanti anni del dolore post-aborto mi ero accorta per prima cosa del collegamento tra
violenza carnale nell'età tenera ed aborti volontari molteplici negli anni passati. Nel corso delle sessioni di
aiuto psicologico con donne post-abortive ho notato determinati sentimenti contrastanti concernenti
molteplici aborti volontari.
Nell'ambito della mia pratica professionale ho incontrato donne con 11 aborti volontari, 7 aborti volontari, 5
aborti volontari, 13 aborto volontari, 6 aborti volontari e l'elenco continua.
Quando per la prima volta (pressapoco 14 anni fa) ho incontrato una cliente che en passant disse di aver
fatto 6 aborti volontari non provando tristezza o sentendone rimorso ma di provare una profonda tristezza a
motivo dell'aborto spontaneo di una delle sue gestazioni (ed era questa la ragione per cui si mise in contatto
con me) le avevo chiesto di parlare fra di noi di tutte le sue gestazioni, così che determinassimo uno schema
di concezione con l'aborto in seguito, e perché poi prova dei sentimenti diversi per quanto riguarda il suo
aborto spontaneo.
Parlava del controllo dell'esistenza sua, del corpo suo, della carriera sua, dei fidanzati suoi, delle gravidanze
sue. L'aborto suo spontaneo non ebbe sotto controllo.
Il controllo era importante per lei. Man mano che la ascoltavo mi rendevo conto del fatto che doveva
esserci esistito un tempo nel quale lei non riuscì a controllare una certa situazione, e divenne vittima della
violenza, che fosse fisica oppure psicologica o ambedue … Le feci dunque altre domande concernenti la
sua esistenza negli anni passati, ed in seguito a molte sessioni si fece più chiara che fosse stata vittima di
abusi sessuali per mano del fratello maggiore (sotto minaccia) per diversi anni mentre lei si riprometteva
“mai nulla potrà più accadere a me salvo lo dico” .
Quando le fu chiesto il perché di così tanti fidanzati ed aborti volontari replicò “perché ritaglio un altro po'
degli uomini ogni volta quando faccio un altro aborto volontario. Loro non sono dei bebè. Loro sono
frammenti degli uomini che odio.”
Negli occhi di questa donna, molteplici aborti volontari sono “asporti” di frammenti degli uomini, ed infine
l'intuizione dell'espulsione di tutti gli indizi della violenza carnale. Negli occhi di questa donna molteplici
aborti volontari sono “asporti” di frammenti degli uomini, ed infine l'intuizione dell'espulsione di tutti gli
indizi della violenza carnale È l'essere arbitra del corpo suo dove lei un tempo non era riuscita a controllare
cosa era accaduto al corpo suo.
Tanta dimestichezza ha chiaramente dimostrato che la donna la quale fa aborti volontari molteplici non
li considera figli suoi, e non crede che provochi l'aborto di bambini, ma che piuttosto tenga sotto
controllo il suo corpo e ritagli delle parti non gradite.
Può darsi che si possano citare ulteriore cause per molteplici aborti volontari in seguito a violenza sessuale,
ed alcune cause possono rappresentare la sessualizzazione precoce ed eccessiva riguardo al bambino
conducendolo alla promiscuità a partire dalla tenera età e le ramificazioni di tale stile di vita compreso il
fatto che lei autorizza ad essere usata ed abusata per mano di uomini poiché sia sporca e valga poco.
È odiosa la violenza carnale su qualsiasi individuo, ma la violenza carnale su un minore lo è
particolarmente a causa dell'impossibilità infantile di processare l'input informativo sessuale. È al massimo
compromettente la violenza sessuale la quale si verifica durante gli anni della formazione per il motivo che
è attivo durante questo periodo il processo di sviluppo per quanto riguarda l'evoluzione di personalità,
fiducia, capacità, coraggio, auto-stima. Durante gli anni dello sviluppo vengono fortificati i limiti i quali
iniziano ad essere costituiti nell'età tenera, all'interno di un ambiente amoroso, per garantire auto-difesa e
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costituzione del giudizio in futuro, e vengono migliorati di seguito, per essere preparati ad una vita
equilibrata e funzionale nell'età adulta.
Non esistono questi limiti dove la violenza sessuale si è verificata facendo si che la vittima in età adulta sia
più vulnerabile nei confronti di ulteriore violenza sessuale.
Violenza carnale durante il periodo della formazione, traccie nella psiche del bambino, deformazioni
all'interno del sé, alterazioni concernente il posto che occupa nella vita, alterazioni concernente la sua
concezione di fiducia oppure la mancanza di fiducia, la convinzione di non valere nulla, la sensazione di
una grande perdita, dell'ansia e l'interruzione di un graduale sviluppo affettivo ci portano di conseguenza ad
un futuro stato di arresto affettivo nell'età adulta.
Violenza sessuale, le varietà d'incesto in particolare, provocano sempre un disagio nella società. La
violenza sessuale costituisce l'ultimo tabù restante. Eppure deve essere affrontata visto che la sofferenza
è autentica e dura per tutta la vita, visto che questa violenza apre la porta ad altri avvenimenti
autodistruttivi nella propria vita incluso aborto volontario ed aborto volontario multiplo (una delle
donne sino a 13 aborti volontari).
Ancora, come mai molteplici aborti volontari? L'aborto volontario pare che sia una ripetizione del
precedente trauma, sulla base di voci non confermate. La somiglianza fra la violenza carnale e l'aborto
volontario presenta una strana similarità. Le persone traumatizzate, a quanto pare, si espongono quasi come
costrette a situazioni in cui avviene la ripetizione del loro trauma iniziale o dell'impressione di tale trauma.
Freud avanzava che il motivo della ripetizione dei traumi sia l'obiettivo di assumere la direzione della
situazione; credo, tuttavia, che questo non avvenga ma che rappresenti invece la ri-traumatizzazione della
vittima. Un'ulteriore considerazione potrebbe essere una nuova recita del trauma a fini autolesionistici o
perfino a fine di conquistare le soglie della sofferenza per quanto riguarda il trauma mittente.
Oltre a ciò, l'aborto volontario comporta la morte di un bambino innocente che si sviluppa nel cuore del
corpo della donna rimettendo in atto il lento morire “del suo piccolo sé ” o “della persona piccola che era
anche di tenera età ed innocente” (Andrea).
Aborto volontario multiplo a seguito di violenza carnale nella prima infanzia rivelano anche un
profondo segreto di cui alla vittima non è permesso di raccontare o parlare. La vittima spera che qualcuno
le rivolga le giuste domande in modo che potrà raccontare a qualcuno quel segreto e raccontandolo potrà
essere consolata quella bambina piccola che fu ferita evadendo dal triste tunnel dell'isolamento.
Nell'incidente di “Helen” (29 anni - 7 aborti volontari) la donna fu obbligata all'accordo di mantenere il
silenzio del proprio abuso essendo minacciata che il reo avrebbe fatto del male ad un membro più giovane
della famiglia se lo avesse raccontato. “Helen” ha mantenuto la propria promessa “di non dire niente a
nessuno”. Però la promessa portò “Helen” a scrupolosità e mutilazioni di se stessa, per mezzo degli aborti
volontari. Fu indispensabile prima di poter aiutare “Helen” di esentarla riguardo all'impenetrabile segreto
liberandola dalla preoccupazione che se ne avesse parlato sarebbe accaduto qualcosa di brutto alla sua
famiglia. Alla vista di “Helen” i suoi aborti non erano bebè ma “frammenti di carne” di cui si poteva
sbarazzare. Il percorso di guarigione di “Helen” presuppone di soccorrere la fanciulla nel cuore del suo
animo al fine di ritrovare faticosamente un senso di integrità, di onore, di amore e di sicurezza; prima di
cominciare il percorso di umanizzazione dei propri figli abortiti e dare inizio alla guarigione per le perdite
multiple di cui avrà coscienza una volta ammesso che i propri aborti volontari implicano il morire di piccoli
innocenti. Per la guarigione di “Helen” per prima cosa è necessario tener conto della guarigione della
“Helen” interiore per poi cominciare ad elaborare le perdite che ha sperimentato come risultato dell'abuso
sessuale subito nella sua infanzia.
La Guarigione
Le persone che sono state vittime di violenze carnali patiscono tante perdite. Bisogna lentamente risanare la
perdita principale per cominciare una guarigione. Questa perdita principale consiste nella ricerca e nel
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ritrovamento di quella piccola fanciulla/fanciullo nel cuore dell'animo e di cominciare dunque a voler bene
ed ad amare la bambina/il bambino che è sopravvissuto attraversando tutto quel male, quell'umiliazione,
quell'abbandono e quelle perdite subite. Può darsi che sia difficoltoso il ritrovamento di questa
bambina/questo bambino ferito. Spesso si è nascosto in qualche angolo scuro nei recessi della sua mente,
rintanato nello spavento.
Eppure ciò che migliora in modo più significativo la guarigione rappresenta il sostegno nel farla innamorare
della sua piccola bambina nel cuore del proprio animo, la bambina/il bambino che fu abusata/o
sessualmente e ferita, senza che nessuno la/lo confortasse e proteggesse, senza che nessuno amasse davvero
questa piccola bambina/bambino. Questi piccoli bambini sono valorosi superstiti e non creature senza
nessun valore (come crede chi ha subito violenze sessuali).
Questi bambini piccoli i quali non furono nella posizione di assimilare simili eventi, dove invece lo furono
li assimilarono in modo tipico per bambini in preda allo spavento e alla confusione, motivo per cui in
seguito il loro modo di porsi fosse accesso ed interpretato da parte di persone adulte compromettente
relativo ad una vita emotiva sana. Per mezzo dell'affetto autentico per questo bambino piccolo nel cuore del
proprio animo, per quella audacia bambina piccola possiamo raggiungerli e venire incontro alle loro
legittime esigenze soddisfacendo il loro compito di crescita.
Non ci può essere nessuna evoluzione finché rimane incastrata la vita emotiva in età della violenza carnale
(infanzia) cioè la vita emotiva dell'infanzia nel corpo di una persona adulta. Tale persona adulta poi richiede
di intravedere un senso relativo a tutte le cose brutte cui sono capitate ad essa/esso perché omettendo a
cercare dei significati oppure un senso al suo patimento rimane un'impresa difficile a lei/lui di raggiungere
una “maturazione”.
Il necessario amore e l'impegno al fine di ottenere “l'individuare dei significati” si dimostra di essere
intenso ma importante, altrimenti ciò che loro accadde verrà assimilato accettando il fatto che ebbe luogo,
ma non comprendendo i motivi per cui avvenne. Esiste una cognizione di una terribile ingiustizia dove
rimane impossibile a trovare il senso a degli atti di crudeltà. Arrivando ad un punto in cui si intravede un
certo qual senso ed essendo capace a convivere con quel significare le/gli permette di cominciare a guardare
avanti piuttosto che dietro le spalle.
Fra le altre cose fu la deprivazione dell'animo interiore del bambino dall'amore, sicurezza, confidenza e
dal rispetto nei confronti della sua innocenza che ferisce profondamente e che viene percepito
profondamente lasciando un senso di privazione da emozioni nell'individuo, che è interiormente diviso e
che si sente solo. Ancora sempre alla ricerca di detta cognizione di sentirsi amato, ricercato e sotto
protezione. Avendo colto la natura delle perdite iniziamo il nostro impegno di tornare “a casa”
(interiormente ricostruendo là dove si avverarono delle perdite).
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