Tribunale di Lucca

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ELEMENTI DI ECONOMIA POLITICA
Prof. MOSCA Marco
LE RELAZIONI TRA I SOGGETTI DELL'ECONOMIA
UD 1 Le più importanti attività economiche
Introduzione
Abbiamo detto, all'inizio delle nostre lezioni di economia, che l'attività economica comprende tutti gli atti che diversi soggetti, come
le famiglie consumatrici e gli imprenditori, compiono per procurarsi i mezzi necessari alla soddisfazione dei propri bisogni. Per poter
realizzare tali atti questi soggetti devono fare delle scelte, dato che dispongono di un reddito limitato e non possono perciò soddisfare
tutte le loro esigenze: i consumatori, quando fanno acquisti, devono scegliere quali e quanti prodotti comprare, così come gli
imprenditori devono scegliere la migliore situazione produttiva (cosa, come e quanto produrre) in base alle richieste del mercato;
anche lo Stato, attraverso i propri organi, deve operare delle scelte in ordine agli scopi che vuole raggiungere.
Quindi possiamo dire che il sistema economico è l'insieme dei soggetti che, con le loro scelte, danno vita all'attività economica
ed entrano in relazione tra loro.
I soggetti del sistema economico
I soggetti dell'economia sono quattro: famiglie, imprese, Stato e, dato che uno Stato ha normalmente rapporti economici con altri
Stati, possiamo includere anche il resto del mondo. Vediamoli nel dettaglio.
Le famiglie
Abbiamo detto che le famiglie contribuiscono al sistema economico attraverso il consumo, cioè l'acquisto di beni e servizi, attraverso
il risparmio, in quanto mettono a disposizione delle imprese e dello Stato il reddito non consumato, e attraverso l'offerta del proprio
lavoro poiché svolgono attività manuali o intellettuali alle dipendenze delle imprese o degli Enti pubblici o esercitando professioni
autonome (artigiani, liberi professionisti).
Le imprese
Le imprese operano come centri di produzione di beni e servizi, richiedendo a tal fine prestazioni lavorative e somme di denaro
da investire nella loro attività.
Lo Stato
Lo Stato garantisce servizi fondamentali rivolti a tutti i cittadini, come l'ordine pubblico e la giustizia. Inoltre svolge, in
concorrenza con le imprese private, altre importanti funzioni sociali come l'istruzione e la tutela della salute.
Il resto del mondo
Famiglie, imprese e Stato intrattengono rapporti economici con altri Paesi attraverso atti di scambio che hanno per oggetto beni,
servizi e capitali. Con l'espressione Resto del mondo intendiamo famiglie residenti in altri Stati, imprese e Stati esteri. Tali relazioni
consistono essenzialmente nelle importazioni e nelle esportazioni.
Le relazioni tra i soggetti dell'economia
Tra i soggetti del sistema economico, in conseguenza delle loro scelte, si determinano delle relazioni monetarie, cioè passaggi di
denaro, e delle relazioni di natura reale, vale a dire trasferimenti di beni e di servizi.
Esaminiamo i passaggi di natura reale tra famiglie e imprese. In termini di servizi le famiglie possono dare alle imprese il loro
lavoro (pensiamo agli operai di una fabbrica di automobili o agli impiegati di una banca), le imprese a loro volta trasferiscono alle
famiglie beni (i prodotti che acquistiamo nei negozi) e servizi (es. un'impresa di pulizie). Considerando invece il circuito monetario
(passaggio di denaro) tra famiglie e imprese, possiamo osservare che le imprese retribuiscono con un salario i propri dipendenti; le
famiglie viceversa pagano in moneta i beni e servizi offerti dalle imprese e, se riescono a risparmiare, possono investire parte di
questi risparmi prestandoli alle imprese, in cambio di un interesse.
Occupandoci invece del circuito reale e del circuito monetario tra famiglie e Stato, nel primo caso notiamo che i componenti di
alcune famiglie lavorano alle dipendenze dello Stato, svolgendo a suo favore dei servizi (insegnanti, impiegati dei ministeri, gli
agenti di Polizia); lo Stato a sua volta rende a tutti i cittadini determinati servizi (istruzione, tutela della salute e dell'ordine pubblico).
In termini monetari lo Stato paga in denaro i propri dipendenti e le famiglie con i propri risparmi possono acquistare titoli di Stato,
prestando quindi denaro allo Stato in cambio di un interesse; inoltre pagano i servizi pubblici con le tasse e contribuiscono alle spese
pubbliche versando le imposte.
Dal punto di vista reale, oltre che alle famiglie lo Stato offre anche alle imprese beni e servizi, come le infrastrutture pubbliche
(es. le strade) che agevolano le attività imprenditoriali. A loro volta le imprese producono beni e servizi per lo Stato (ad es. gli
arredi degli uffici pubblici). Dal punto di vista monetario, le imprese ottengono dallo Stato il pagamento per i beni e i servizi
prodotti e versano allo Stati i tributi.
Infine il nostro Paese dal punto di vista delle relazioni reali importa dall'estero i prodotti di cui non dispone o che ha in misura
limitata ed esporta prodotti richiesti da altri Paesi. Per quanto concerne il circuito monetario si può far cenno alle donazioni e ai
prestiti da parte di uno Stato a favore di un altro. Inoltre, nel caso del turismo, osserviamo che in uno Stato entra denaro portato dagli
stranieri in vacanza, così come esce denaro quando i suoi cittadini vanno in vacanza all'estero.
UD 2 Il comportamento della famiglia
Le famiglie svolgono un ruolo molto importante nel sistema economico, poiché ne rappresentano il centro dei consumi, pertanto la
loro azione ha l'effetto di stimolare la produzione (si capisce perché in senso economico il concetto di famiglia comprende sia il caso
di nucleo familiare sia il caso di un individuo che vive da solo: in entrambi i casi si consuma!).
Ogni famiglia utilizza, per consumare, la propria ricchezza che può essere considerata sotto due diversi aspetti:
1.
come patrimonio, che corrisponde al valore di tutti i beni che si possiedono in un determinato momento (es. la casa in cui si
vive, il deposito bancario su cui si percepisce un interesse annuo);
2.
come reddito, cioè come ricchezza che si produce in un certo periodo di tempo (es. lo stipendio). Il reddito può provenire
da lavoro subordinato, cioè svolto alle dipendenze e sotto le direttive di un datore di lavoro, oppure da lavoro autonomo,
cioè svincolato da rapporti di dipendenza (libero professionista o artigiano), oppure dallo svolgimento di un'attività
d'impresa e in tal caso prende il nome di profitto (differenza tra ricavi e costi), oppure da investimento dei propri risparmi,
che fruttano determinati interessi, oppure come canone percepito in cambio dell'uso di un bene concesso ad altre persone
(locazione, affitto) che prende il nome di rendita.
Il consumo
Se il consumo consiste nell'uso di un bene o di un servizio al fine di soddisfare un bisogno e se le famiglie utilizzano il reddito per
acquistare i beni e i servizi che sono loro necessari, pertanto il consumo è influenzato innanzitutto dal reddito: le persone che hanno
redditi bassi destinano le loro entrate quasi totalmente a consumi volti a soddisfare bisogni primari (mangiare, bere, vestirsi,
alloggio), mentre chi dispone di redditi più elevati può orientare i propri consumi anche su beni che non sono di stretta necessità.
Pertanto se il reddito di una famiglia aumenta si assiste solitamente ad un aumento dei suoi consumi.
Però i consumi possono essere influenzati, oltre che dal reddito disponibile, da altri fattori: dal consumo dei propri conoscenti (per
comparazione); dal reddito percepito in un periodo precedente che spinge a non abbandonare immediatamente il tenore di vita fino ad
allora tenuto (effetto eco); infine dalla pubblicità.
Il risparmio
La parte di reddito che non viene utilizzata per il consumo costituisce il risparmio ed è tanto più alta quanto più elevato è il livello del
reddito.
Il risparmio può essere definito con la seguente formula:
R=Y–C
Le famiglie sono spinte al risparmio per far fronte all'incertezza del futuro o agli eventi imprevisti, per lasciare un patrimonio ai figli,
per conseguire uno stato di indipendenza.
Per conservare il valore del risparmio nel tempo le famiglie possono impiegarlo nei cosiddetti beni rifugio (es. immobili, metalli
preziosi), ma il risparmio può essere anche utilizzato a fini produttivi, cioè essere messo a disposizione delle imprese o degli Enti
pubblici (es. lo Stato) in cambio di un interesse. Si parla pertanto di impiego del risparmio in attività finanziarie tra cui possiamo
individuare le azioni emesse da Società per Azioni (tra gli altri conferiscono il diritto agli utili di una società); i titoli pubblici emessi
dallo Stato o da altri enti pubblici a fronte di un prestito fatto dalle famiglie (la somma ricevuta a prestito verrà restituita alla famiglia
dopo un certo periodo di tempo, maggiorata degli interessi.
UD 3 Le imprese
La maggior parte dei beni che consumiamo sono il risultato di una complessa attività che, partendo dalla lavorazione di una o più
materie prime, si conclude con la realizzazione del prodotto finito. I soggetti economici che svolgono tale attività sono le imprese che
si dotano per questo di un'organizzazione più o meno complessa di beni, servizi e di persone. Tale attività di produzione pertanto
avviene attraverso i cosiddetti fattori di produzione.
I fattori della produzione. L’attività produttiva (attività diretta a creare o ad accrescere l’utilità dei beni e dei servizi) implica
una serie di operazioni poste in essere dall’imprenditore e l’insieme di queste prende il nome di ciclo produttivo che va
dall’acquisto delle risorse al prodotto finito. Il compito di organizzare la produzione spetta all’imprenditore che deve scegliere il
ramo dell’attività produttiva, la dimensione dell’impresa, acquistare i fattori della produzione, stabilire quali e quanti beni produrre.
A queste scelte è connesso un forte margine di rischio, come si può facilmente intuire (interruzioni della produzione a causa di
difetti agli impianti, mancata vendita del prodotto ecc.)
L’imprenditore combina i fattori produttivi per ricavare un prodotto finito la cui utilità è più elevata di quella ottenuta sommando
semplicemente l’utilità dei singoli fattori. Tali fattori produttivi vengono tradizionalmente raggruppati in tre categorie:
la terra, che comprende le risorse naturali di un territorio, non solo la superficie coltivabile, ma anche le materie che contiene
(petrolio, acqua, altre fonti energetiche) e le condizioni ambientali (clima) che ne rendono possibile la produzione;
il lavoro, che consiste nell’attività dell’uomo finalizzata alla realizzazione del ciclo produttivo. Sono costituite dall’accumulazione di
abilità, capacità professionali, motivazioni delle persone.
il capitale, che comprende tutti i beni prodotti in passato ed attualmente impiegati a scopi produttivi. Si distingue in capitale fisso
(impianti, macchinari, attrezzi, infrastrutture) e capitale circolante (materie prime, semilavorati, prodotti intermedi)
A queste tre categorie bisogna aggiungerne altre due:
la capacità imprenditoriale che è esplicata dalla promozione delle combinazioni produttive e
l’attività statale che assicura il quadro istituzionale (giustizia, ordine pubblico, ammortizzatori sociali)
L’impiego combinato dei fattori produttivi consente di ottenere il prodotto. A ciascun fattore produttivo spetta un compenso per il
contributo apportato all’accrescimento di utilità connesso alla produzione. Così alla terra compete la rendita, al lavoro il salario,
al capitale l’interesse, alla capacità imprenditoriale il profitto, allo stato le imposte.
L’imprenditore per procurarsi i fattori produttivi (terra , lavoro e capitale) deve sostenere dei costi, che diventano compensi per i
soggetti che forniscono tali fattori.
Dalla combinazione dei fattori impiegati (input) l’imprenditore ottiene il prodotto finito (output) che vende sul mercato ottenendo
un ricavo. Questo consente all’impresa di ricostruire i mezzi di produzione per dare avvio ad un nuovo ciclo produttivo.
La differenza tra i ricavi ottenuti dalla vendita dei prodotti e i costi sostenuti per remunerare i fattori produttivi e pagare le imposte
costituisce il profitto che remunera l’imprenditore per la sua opera di coordinazione dei fattori produttivi, di organizzazione
dell’impresa e di assunzione del rischio.
UD 4 Lo Stato
Le funzioni economiche dello Stato
I compiti essenziali dello Stato, da un punto di vista economico, consistono nel soddisfare i bisogni collettivi. Innanzitutto
provvedendo alla realizzazione di funzioni istituzionali adeguate (amministrazione della giustizia, tutela dell'ordine pubblico, difesa
del territorio, protezione delle classi sociali, soprattutto quelle più deboli, con sistemi di previdenza contro situazioni di
disoccupazione involontaria, malattia, infortunio, invalidità, vecchiaia) e per poter fare questo lo Stato si trova nella necessità di
sostenere grosse spese (spese pubbliche), per far fronte alle quali deve reperire adeguate risorse finanziarie (fabbisogno
finanziario). A tal fine impone il pagamento di tributi ai cittadini, nella logica di uno scambio tra la ricezione di servizi e la
condivisione dei costi necessari.
Le spese e le entrate pubbliche
Però, diversamente dai singoli individui e dalle singole famiglie che decidono di spendere in base alle loro entrate, lo Stato imposta
prima gli interventi di spesa e poi determina l'entità delle entrate necessarie.
Le spese pubbliche si distinguono in ordinarie, cioè quelle che lo Stato affronta in modo continuativo (es. pagamento di stipendi ai
dipendenti statali), oppure in straordinarie, cioè quelle che riguardano situazioni eccezionali (es. calamità naturali); correnti, cioè
quelle che si sostengono per garantire il funzionamento della P.A., oppure in conto capitale, cioè investimenti fatti dallo Stato per
produrre servizi per la collettività (costruzione di ospedali, strade ecc.).
La maggior parte delle entrate pubbliche ha natura derivata dal pagamento dei tributi che lo Stato impone ai cittadini. Secondo la
Costituzione (art. 53) “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” e “il sistema
tributario è informato a criteri di progressività”.
I tributi si distinguono in : 1) imposte; 2) tasse; 3) contributi.
1)
le imposte sono prelievi obbligatori di ricchezza cui sono sottoposti tutti i cittadini che hanno un reddito o un patrimonio e
che pertanto sono in grado di partecipare agli oneri economici dello Stato. Le imposte si suddividono a loro volta in: a)
dirette, che colpiscono direttamente il reddito o il patrimonio delle persone (es. IRPEF, IRE, IRES) pagando una somma
corrispondente ad una percentuale (aliquota) appunto del reddito o del patrimonio guadagnato o posseduto in un
determinato arco di tempo (divisione dei redditi in fasce e applicazione di aliquote progressive); b) indirette, dovute nei
casi di trasferimenti patrimoniali e di scambio di beni e servizi (IVA);
2)
le tasse sono controprestazioni monetarie a servizi resi dallo Stato ai cittadini che ne fanno richiesta (es. tasse scolastiche,
universitarie);
3)
i contributi sono prestazioni obbligatorie dovute da chi può trarre vantaggio da un'attività di pubblica utilità (es. i
contributi relativi all'assistenza e previdenza sociale, che sono pagati in parte dai lavoratori e in parte dai datori di lavoro
per finanziare il pagamento di pensioni; i contributi dovuti ai consorzi di bonifica).
Se le entrate statali non sono sufficienti al raggiungimento degli obiettivi finanziari, lo stato può chiedere prestiti ai cittadini e alle
imprese e agli altri Stati attraverso l'emissione di titoli (BOT, CCT, BTP). Questi costituiscono il debito pubblico. Ad una
determinata scadenza lo Stato dovrebbe restituire la somma prestata maggiorata di interessi.
La manovra economica
Ogni anno il Governo definisce per l'anno successivo gli obiettivi socio-economici che intende raggiungere e le vie necessarie da
seguire per attuarli, le spese da sostenere e le entrate da realizzare. Per questo predispone la manovra economica dello Stato
attraverso documenti e atti normativi tra cui i più importanti sono:
1)
il documento di programmazione economica e finanziaria (DPEF) dove il Governo indica gli obiettivi che intende
realizzare in campo economico e sociale (aumento dell'occupazione, riduzione del debito pubblico ecc.);
2)
il bilancio annuale e di previsione in cui vengono indicate le entrate e spese che lo Stato prevede di attuare lungo l'anno
solare successivo. Esse sono impostate in modo da permettere il raggiungimento degli obiettivi indicati nel DPEF;
3)
la legge finanziaria, approvata ogni anno dal Parlamento su proposta del Governo e permette di fare tutte le modifiche
normative necessarie per realizzare la politica di bilancio. Essa consente pertanto di adeguare le entrate e le spese dello
Stato (es. aumentare o ridurre le aliquote delle imposte, lo stanziamento di aiuti alle attività produttive, concedere benefici
fiscali a determinate categorie di soggetti).
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