LA VITA NON HA PREZZO !! Domenica 25 Febbraio 2007, tempo uggioso che rispecchia a pieno il mio umore, affronto per la quinta volta la Roma-Ostia, ma non c’è entusiasmo, è quasi un timbrare il cartellino di una cosa che va fatta. Se ripenso all’emozione di quella prima Roma-Ostia del 2003, mi prende un po’ di malinconia per come il tempo tenda ad ovattare tutte le cose, compresi i sentimenti, il ripetere anno dopo anno le stesse esperienze porta anche nello sport ad un appagamento che ci fa perdere la bellezza della scoperta, lo stimolo della novità, “l’esaltazione” della piccola impresa che rappresenta una scintilla che illumina la nostra vita, soprattutto nei periodi bui. Questo discorso vale per tutte le attività che riempiono la nostra vita, che fanno da contorno ai nostri principali impegni che sono famiglia e lavoro, e spesso risultano fondamentali perché ci aiutano e stimolano nell’affrontare con determinazione e serenità problemi e difficoltà quotidiani. Per tornare alla gara di domenica, il solito scenario dei grandi appuntamenti del podismo, partecipazione record, la partenza ed il lungo interminabile serpentone di podisti provenienti da tutt’Italia. Una gara affrontata, da parte mia, con le gambe imballate dalla preparazione alla Maratona di Roma e dal “lungo” di 33 Km di domenica scorsa e, come detto, con un entusiasmo non degno dell’evento. Queste erano le premesse, ma la mia gara, di fatto, è terminata al terzo chilometro quando ho visto riverso a terra un podista (dopo saprò che si chiamava Italo Bagaglini) ed ho compreso, dalla concitazione delle persone che lo stavano assistendo, che si trattava di una cosa grave. La gara è proseguita in un silenzio quasi irreale, come se tutti con il loro comportamento volessero esprimere solidarietà allo sfortunato podista. In questi casi oltre alla solidarietà, alla partecipazione emotiva e ad una preghiera per il tragico evento, è opportuno aggiungere la riflessione e se necessario rivedere e cambiare certi nostri comportamenti. Il podismo che ho conosciuto 5 anni fa era diverso, c’era un atteggiamento più rilassato da parte di tutti, pur non mancando il giusto agonismo. In questi ultimi tempi ho notato, che ad un aumento esponenziale di gare e di partecipanti, ha fatto riscontro un approccio esasperato, troppo attento a tempi, risultati e premi, e sempre meno interessato all’aspetto fondamentale che rappresenta ogni gara: un momento gioioso di aggregazione e di sport. La nostra partecipazione alle corse dovrebbe rappresentare una grossa opportunità per fuggire dai problemi quotidiani e regalarci qualche ora di svago e di sana attività fisica, con qualche risata ed una rilassante corsa: un vero antistress, un importante momento di ricarica fisica e mentale. Soprattutto nei momenti meno felici, quando ci sentiamo talmente demotivati e ripiegati su noi stessi da non riuscire a guardarci intorno, quando le giornate ci sembrano insopportabili e prive di senso, la corsa ci viene in soccorso, ci aiuta a divincolarci più in fretta possibile dai tentacoli del pessimismo, da quella tela di ragno che ci avviluppa in modo così completo da bloccare anche la nostra mente ed impedirgli di volare, di elevarsi spiritualmente, di usare le ali dell’entusiasmo e della fede che, normalmente, ci aiutano a vivere con un pò di sano distacco gli accadimenti giornalieri. Riappropriamoci della gioia di correre, non trasformiamo anche questa opportunità in fonte di stress, evitiamo di strafare, cerchiamo di voler bene al nostro corpo, di ascoltare i messaggi che esso ci invia, riscopriamo lo spirito decoubertiano. Evitiamo di mettere a repentaglio l’unica ricchezza che possediamo: la salute. Aboliamo i comportamenti troppo spregiudicati, sottoponiamoci, nel nostro interesse, ai controlli medici previsti, non come atto formale, ma come nostra fondamentale tutela. Per rilanciare questo approccio sano e sereno alla corsa chiedo al nostro Presidente di esaudire un mio grande desiderio: partecipare ad una gara correndo tutti insieme: tutti gli atleti della Podistica che gareggiano gomito a gomito e giungono al traguardo compatti adeguandosi all’andatura del più lento dei soci. Potremmo far conoscere questa nostra iniziativa a tutto il mondo della podistica, e denominarla: “Corri per la gioia di stare insieme”. Sarebbe un bel messaggio per tutti gli addetti ai lavori, un momento di riflessione e rilancio dei valori fondamentali dello sport amatoriale. Sergio Colini