ELEMENTI DI FISICA NUCLEARE Oggi sappiamo che gli atomi sono composti da un nucleo molto piccolo (raggio m) composto da neutroni e protoni, che costituisce la parte più massiva, circondato da una nuvola di elettroni che gli gira intorno fino ad una distanza di circa 10-10 m. Neutroni e protoni sono tenuti insieme, vincendo la repulsione elettrica tra le cariche positive, grazie alle interazioni forti, mentre gli elettroni rimangono legati all’atomo a causa dell’interazione elettromagnetica. Esistono in natura circa un centinaio di tipi di atomi diversi, ogni specie è caratterizzata da un diverso numero di protoni (essendo l’atomo neutro, questo ha tanti protoni quanti elettroni). Ogni atomo ha un nome che lo caratterizza ed un simbolo, introdotti quando non si conosceva la struttura atomica e si distinguevano le diverse specie di atomi sulla base delle loro proprietà chimiche e fisiche. Alcuni di questi sono: Idrogeno (H), Ossigeno (O), Carbonio (C), Oro (Au) e così via. Il simbolo atomico è spesso affiancato da due numeri, il numero atomico Z (numero di cariche elettriche negative ed utilizzato per la classificazione di Mendeleev) ed il numero di massa A (numero di neutroni e protoni), così posizionati: Ogni specie atomica ha un valore Z diverso dagli altri; questo non vale per il numero di massa. Infatti il numero di neutroni all’interno del nucleo non è lo stesso per tutti gli atomi di una specie; le diverse sottospecie legate al diverso valore del numero di neutroni sono detti isotopi. Gli isotopi possono essere stabili o decadere, con tempi più o meno lunghi, in nuovi atomi fino ad arrivare ad una configurazione stabile ("decadimento radioattivo dei nuclei atomici"). Ad esempio, l’elemento è un atomo di carbonio 12 con 6 neutroni, 6 protoni e 6 elettroni, mentre l’elemento è un atomo di carbonio 14 con 8 neutroni, 6 protoni e 6 elettroni. Entrambi sono isotopi del carbonio (anche se diversi), ma il carbonio 12 è un isotopo stabile, mentre il carbonio 14 non lo è. Nella trattazione che segue sarà preso in considerazione solo il nucleo dell’atomo in quanto unico responsabile dell’energia nucleare. Oggi sappiamo che i protoni e i neutroni (nucleoni) di cui è composto il nucleo non sono fondamentali: sono composti da particelle più elementari, chiamate quark. Esistono 6 tipi di quark ma quelli di cui sono composti i nucleoni sono solo 2: Il quark UP con carica frazionaria positiva pari a 2/3 della carica di un protone e il quark DOWN con carica frazionaria negativa pari a 1/3 della carica di un elettrone. Il neutrone è costituito da due quark DOWN e da un quark UP mentre il protone è costituito da due quark UP e da un quark DOWN. Per avere un’idea delle dimensioni dei nuclei e dei suoi costituenti si può esaminare la figura a lato. 1 Viste le dimensioni che ha il nucleo di un atomo ci si aspetterebbe che esso esplodesse per via della repulsione elettromagnetica tra i protoni, che hanno cariche uguali. Invece la maggior parte dei nuclei atomici è molto stabile! Da dove viene l'energia necessaria a contrastare la repulsione elettromagnetica? Tra due quark agisce una forza attrattiva chiamata l'interazione forte la quale agisce soltanto a livello di quark. I nucleoni (protoni e neutroni) sono composti da quark per cui i quark di un protone si legano (si attraggono) con i quark di un altro protone o di un neutrone, Questa forza è talmente intensa da superare la repulsione elettromagnetica tra i protoni rendendo i nuclei stabili. L'interazione forte agisce a brevissima distanza (circa 1 Fermi 15 fm pari a 1 * 10 m ) mentre l’interazione elettromagnetica, che ha circa 100 volte meno intensa dell’interazione forte. raggio d’azione infinito, è ENERGIA DI LEGAME L’equazione di Einstein E=mc2 fornisce una relazione tra massa ed energia. L’energia può essere trasformata in massa e viceversa. In fisica nucleare come unità di massa si utilizza l’unità di massa atomica unificata u detta anche amu internazionale o dalton (non appartenente al S.I.) definita come 1/12 della massa dell’atomo di carbonio neutro 12 6 C compresi i 6 elettroni. Poiché una mole di carbonio contiene il numero di Avogadro, NA=6,022*1023, di atomi e ha massa pari a 12g, la reazione tra l’unita di massa atomica e il grammo 1g 1g 1,6606 10 24 g 1,6606 10 27 Kg con buona approssimazione si può è: 1 u 23 N A 6,022 10 scrivere: 1 u 1,66 10 -27 Kg . L’energia di riposo di una unità di massa atomica si può determinare mediante la relazione di Einstein: E mc 2 1,66 10 -27 * (3 108 ) 2 14,94 10 11 J . In fisica nucleare spesso l’energia si misura in elettronvolt (eV). Un eV rappresenta l’energia cinetica che un elettrone (carica quando viene accelerato da una d.d.p. pari a 1V. e 1,6 10 19 C ) 19 19 19 1eV q * V 1,6 10 C *1V 1,6 10 J . Quindi 1eV 1,6 10 J Per esprimere allora l’energia di riposo di 1u in eV è sufficiente dividere l’energia ricavata sopra E 14,94 10 11 J per l’energia di 1eV 1u 14,94 10 11 J 1u 9,31 108 eV 931MeV . 19 1,6 10 j Se si misura la massa del nucleo di un atomo si osserva che essa non è uguale alla somma delle masse delle particelle (protoni, neutroni e elettroni) che lo costituiscono. Si consideri, per 4 esempio, il nucleo dell’elio 2 H che è costituito da 2 protoni, 2 neutroni e 2 elettroni. La massa dell’atomo di elio è 4,00263 u. Questo valore include le masse dei 2 elettroni dell’atomo. La 1 H è 1,007825 u, e quella del neutrone è 1,008665 u. La 1 somma delle masse di due atomi H più due neutroni è 2*(1,007825 u) + 2*(1,008665 4 H u)=4,03298 u, che è maggiore della massa dell’atomo di elio 2 di una quantità massa dell’atomo di idrogeno m=0,030377 u. Questo fatto induce a pensare che quando viene creato un atomo di elio (2 protoni, 2 neutroni e 2 elettroni) parte della massa scompare (massa mancante) trasformandosi in energia (energia di legame) mediante la relazione di Einstein E=mc2. Da questa differenza di massa m=0,030377 u si può ricavare l’energia di legame del nucleo 4 4 di elio 2 ricordando che 1u 931MeV . Per l’atomo di elio 2 l’energia di legame è pari a 28,30 MeV. In generale, per determinare l’energia di legame El del nucleo di un atomo di massa atomica MA contenente Z protoni e N neutroni si utilizza la seguente formula: H E (ZM H Nmn M A ) c 2 H dove MH è la massa dell’atomo neutrone. 2 1 H e mn è la massa del RADIOATTIVITA’ Alla fine dell'800, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì un raggio nuovo, e strano: aveva origine quando un fascio di elettroni colpiva un pezzo di vetro. Poiché erano raggi dalla natura sconosciuta e misteriosa, furono chiamati "raggi X". Due mesi dopo questa scoperta, il fisico francese Henri Becquerel si impegnò in un esperimento per vedere quali elementi potevano emettere raggi. Si trattava di esporre lastre fotografiche verniciate di nero a campioni dei diversi elementi: se un elemento avesse emesso un raggio, questo avrebbe penetrato il rivestimento nero e impressionato la lastra fotografica. Con sua grande sorpresa, Becquerel trovò che alcuni elementi, tra cui l'uranio, emettevano raggi energetici spontaneamente, senza aver bisogno di assorbire energia. Il significato degli esperimenti di Becquerel è che esistono processi naturali per i quali certi elementi emettono raggi X energetici. Questo suggerì che alcuni elementi erano intrinsecamente instabili perché spontaneamente rilasciavano energia in diverse forme. Questo rilascio di particelle energetiche (come i raggi X) a partire dal decadimento di atomi instabili è chiamato radioattività. I nuclei instabili sono detti radioattivi, cioè decadono in un altro nucleo mediante emissione di radiazione. Le ricerche dei fisici francesi Pierre e Marie Curie hanno aperto la strada per esplorare il campo della radioattività. In vari anni di studio, gli scienziati hanno identificato molti tipi distinti di particelle che derivano da processi radioattivi (radiazioni). I tre tipi distinti di radiazione sono stati indicati con le prime tre lettere dell'alfabeto greco: (alfa), (beta), e (gamma). Queste tre forme di radiazione possono venire separate da un campo magnetico, dato che le particelle alfa, positive, piegano in una direzione, le particelle beta, negative, nella direzione opposta, e i raggi gamma, elettricamente neutri, non piegano affatto. Le particelle alfa sono nuclei di elio (2 p, 2 n): Le particelle beta sono elettroni, velocissimi: I raggi gamma sono un fascio di fotoni: I "raggi X", la "luce visibile", le "onde radio", etc., sono tutti fotoni, a diverse energie. I raggi gamma sono fotoni di alta energia. Le particelle alfa possono venir fermate da un foglio di carta, le particelle beta dall'alluminio, i raggi gamma da un blocco di piombo. Dato che possono penetrare ben dentro un materiale, e hanno la capacità di distruggere i legami chimici, sono proprio i raggi gamma che costituiscono il principale pericolo quando si lavora con i materiali radioattivi. Purtroppo, ci sono voluti molti anni perché gli scienziati si accorgessero dei rischi della radioattività. Marie Curie, per esempio, che aveva passato anni a contatto con i materiali radioattivi, senza prendere precauzioni, si ammalò di leucemia e morì nel 1934. Ancora oggi i suoi libri e i suoi appunti sono radioattivi tanto che chi desidera consultarli deve firmare una dichiarazione in cui si assume le responsabilità di eventuali danni a cui espone la propria salute. Nel 1900, Rutherford scoprì che il numero di particelle radioattive emesse da una sostanza nell’unità di tempo non era costante nel tempo, ma diminuiva esponenzialmente. Per ricavare le informazioni da cui trarre questi risultati Chadwick e Rutherford presero un campione di materiale radioattivo e misurarono quante disgregazioni rivelavano in un tempo prefissato. Da quest'analisi si ottiene che è possibile definire un tempo caratteristico del decadimento, detto "tempo di dimezzamento" , aspettando il quale il numero di decadimenti (e quindi di 3 atomi radioattivi che devono ancora decadere) si dimezza rispetto al valore iniziale; ovviamente dopo due tempi di dimezzamento il numero di atomi radioattivi si è ridotto ad 1/4. Consideriamo il decadimento dell’uranio 92 U 90 Th 2 He . 238 234 4 La massa di un atomo di uranio è 238,0508u. Può decadere in un atomo di torio (234,0436u) e una particella alfa (4,0026u). La massa dell'uranio meno la massa dei suoi prodotti di decadimento è 0,0046u. Come si spiega questa perdita di massa? Questa massa si è trasformata in energia secondo la relazione E=mc2. Quando l'atomo d'uranio ha subito il decadimento radioattivo, parte di questa energia è stata liberata come energia cinetica (l'energia del movimento). A questa energia corrisponde la massa mancante: la conversione in energia appare come una perdita in massa. Il decadimento dell’uranio è un tipico esempio di decadimento alfa (). Questo tipo di decadimento si verifica con tutti i nuclei molto pesanti (Z>83). In questo caso un nucleo instabile si trasforma in un nuovo elemento (nucleo discendente) con emissione di una particella alfa. La massa del nucleo radioattivo è inferiore alla somma delle masse dei prodotti di decadimento.Il decadimento beta () si verifica invece per i nuclei che hanno troppi o troppo pochi neutroni per la stabilità (un nucleo leggero è stabile se NZ). Nel decadimento , A rimane costante mentre Z aumenta di 1 (decadimento elettrone) o diminuisce di 1 (decadimento positrone). L’esempio più semplice di decadimento è quello del neutrone libero, che decade in un protone un elettrone e un antineutrino con un tempo di dimezzamento di circa 10,8 minuti. L’equazione è: n P E . Va sottolineato che gli elettroni emessi nel decadimento non sono quelli dell’atomo ma vengono prodotti nel nucleo mediante il processo di decadimento. L’emissione di raggi decadimento gamma (), segue di solito il decadimento o decadimento alfa FISSIONE Nel 1934, Enrico Fermi ed Emilo Segré produssero molti nuovi isotopi radioattivi bombardando l’uranio con neutroni. In Germania Otto Hahn e Fritz Strassman condussero accurati studi sui risultati del bombardamento dell’uranio mediante neutroni. Nel 1939, le loro analisi dimostrarono che gli isotopi prodotti non appartenevano ad elementi con numero atomico maggiore di quello dell’uranio, ma ad elementi di numero atomico intermedio, come ad esempio il bario. Essi non riuscivano a spiegarsi come dall’uranio, che ha numero atomico 92, potesse formarsi il bario, che ha numero atomico 56. Lise Meitner e Otto Frish avanzarono l’ipotesi che i neutroni avessero provocato la scissione del nucleo dell’uranio in due nuclei più piccoli. Il processo di scissione di un nucleo in due o più frammenti di dimensioni più o meno uguali viene chiamato fissione.Si tratta di 4 un processo che avviene con liberazione di grandi quantità di energia. E’ L’isotopo 141 56 U dell’uranio 235 92 92 36 a subire la fissione quando viene bombardato con neutroni. Il bario B a e il kripto Kr sono due tipici prodotti di tale processo. La reazione nucleare che porta alla loro formazione è: 1 235 92 141 1 0 n 92 U 36 K r 56 Ba 3 0 n200M eV FUSIONE Nella fusione nucleare, nuclei di piccola massa si combinano a formare nuclei di massa maggiore. Un tipico esempio di fusione nucleare è il principale processo che avviene nel sole. Quattro nuclei di idrogeno (protoni) si fondono assieme a dare un nucleo di elio. La massa dei quattro protoni è maggiore della massa del nucleo di elio che da essi si forma. L’equivalenza in energia di questa differenza di massa si ritrova come energia cinetica dei prodotti di fusione. L’energia che si libera nella fusione che porta a un nucleo di elio è 25 MeV. Per avere la fusione di due nuclei occorre vincere la forza di repulsione per cui i nuclei devono possedere molta energia termica. Per questo motivo, le reazioni di fusione sono spesso chiamate reazioni termonucleari. La reazione che avviene nel sole, per esempio si svolge a temperature dell’ordine si 2*107 K. Una reazione che potrebbe portare alla fusione controllata è la seguente: 2 1 H 13 H 24 He 01 n 17.6MeV 5