DONNE TRA RICORDI E FUTURO, UN PREMIO, UN EVENTO
Si è svolta giovedì 24 gennaio 2013, alle ore 10.30, a Roma, nella gremita sala Pietro da Cortona
del Palazzo dei Conservatori, in Campidoglio, la conferenza stampa di presentazione del Premio
letterario “Donne tra ricordi e futuro 2013”. L’incontro è iniziato con i ringraziamenti al
COMUNE DI ROMA che ha ospitato l’evento all’interno della Pinacoteca Capitolina, in una
splendida cornice barocca. In particolare all’On.le Federico Guidi e all’On.le Laviania Mennuni per
aver contribuito alla realizzazione dell’evento.
Il Premio è rivolto alle donne che vogliano ripercorrere e raccontare le proprie e altrui esperienze di
vita sul filo della memoria: valori, tradizioni, ricordi, emozioni passate e ancora presenti. Un
omaggio alle figure femminili che hanno seguito la propria famiglia alla ricerca di un futuro
migliore e, attraverso la scrittura, ne hanno curato il ricordo che oggi è ancora presente nei luoghi e
nelle persone.
L’accesso al premio letterario è riservato a opere inedite in lingua italiana che siano comprese nelle
seguenti sezioni, previste dal bando: narrativa (romanzo, racconto e novella), poesia (singola e
raccolta di liriche, lirica in forma di poema), saggistica (storia, antropologia e sociologia) e cucina
in famiglia.
A moderare l’evento la giornalista del TG1 Valentina Bisti. Dopo aver presentato il Premio
letterario, le finalità e le modalità di accesso al bando, ha introdotto l’intervento di Anselmo
Fantoni, sindaco del Comune di Pratovecchio. Ispiratore, insieme a Lorena Fiorini, del Premio
letterario, Fantoni, sindaco sin dal 2011, ha raccontato l’incontro con Lorena Fiorini, la nascita del
premio, e ha sottolineato «l’importanza della presenza del castello di Romena, che domina il paese
di Pratovecchio, e il ruolo del castello stesso all’origine del Premio. Infatti, il castello – ha
continuato il sindaco - ha ospitato nel tempo due figure prestigiose dell’universo culturale e
letterario italiano, Dante e D’Annunzio». Il comune, inoltre, nasce intorno a una comunità
monastica femminile. «Oggi la presenza monastica femminile a Pratovecchio è importante, quattro
sono i conventi, ed è anche in omaggio alle donne che li vivono che è venuto alla luce “Donne tra
Ricordi e Futuro”».
Riguardo la scelta di presentare il premio nella città di Roma, Anselmo Fantoni ha affermato: «sono
nato a Roma, e ho un legame molto forte con questa città, nella quale torno sempre volentieri. Invito
comunque tutti i romani a visitare Pratovecchio, un luogo incantevole dove tutto è armonia, bellezza
e tranquillità».
Il professor Mario Morcellini, Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale
dell’Università La Sapienza di Roma, dopo aver elogiato le bellezze della sua Ficulle, il cui
territorio è attraversato dall’umbro-casentinese, estende anche alla sua città l’invito del sindaco di
Pratovecchio. Ci ha parlato della memoria che influenza la vita di ognuno ed è educativa per il
futuro. Ha sottolineato gli aspetti controversi del ruolo dei media nella trasmissione della memoria,
dichiarando che «i mezzi di comunicazione spesso hanno la funzione di “smagnetizzare i codici”,
dimostrando poco interesse per il passato. Noi sappiamo, invece, che la nostra struttura è legata al
passato: non esiste un’identità, né la capacità di lasciare un segno nella storia, se non legata alla
memoria, e alle sue sfumature. Il premio “Donne tra Ricordi e Futuro, ha aggiunto il professore,
rappresenta quindi una risorsa: la memoria, come tutte le cose, ha bisogno di cura e attenzione.
Un’attenzione che si limita troppo spesso al locale, senza riuscire a raggiungere un livello politico,
universale».
Guido Barlozzetti, volto e nome noto del giornalismo italiano, ha elogiato, dal canto suo, le virtù e
le bellezze di Orvieto, sottolineando l’importanza, come già affermato, del castello di Romena a
Pratovecchio, e dei suoi due illustri ospiti. E ricordando che «Dante e D’Annunzio hanno avuto
sulle donne atteggiamenti e giudizi molto diversi: figura spirituale e angelica come Beatrice nel
primo, complessa e forte in D’Annunzio». Barlozzetti si è soffermato poi sulla scelta del nome del
premio, e sul valore della “e” compresa tra i sostantivi presente e futuro, «una e di sospensione che
sottolinea proprio il punto che può congiungere, o anche disunire i due termini». E ha continuato,
evidenziato la sensibilità, tutta femminile, che la donna porta in sé, e che è propria della differenza
profonda, anche biologica, tra donna e uomo. Nella quale l’eccentricità femminile nasconde
qualcosa di profondo e misterioso: nella stessa maniera, dovremmo riuscire a scovare parole che
alludono, sfiorano e non si limitano soltanto a prendere. Ed è anche per questo che il premio può
essere profondamente importante».
La professoressa Pia Celozzi Balzelli, particolarmente grata per l’invito, si è occupata per lunghi
anni di storia, e ha dichiarato che «il premio è decisamente interessante, proprio dal punto di vista
storiografico. Un mezzo per recuperare il vissuto del singolo. Ma cosa è la storia – ha aggiunto la
professoressa – se non l’analisi dei comportamenti del singolo individuo? La storia è la sommatoria
delle situazioni locali. Un paese senza storia è un paese senza futuro» ha continuato. Soffermandosi
poi sul ruolo femminile nell’evoluzione della storia stessa: «Le donne rappresentano la memoria
delle famiglie, e quindi della sopravvivenza del nucleo principale della società. Risulta perciò molto
importante riservare un premio come questo proprio alle donne, detentrici di un equilibrio personale
che diventa equilibrio della società a cui appartengono». Ha concluso il suo intervento leggendo
quella che definisce una breve, bellissima poesia tratta dalla quarta di copertina del libro di Lorena
Fiorini Betty, sono Bruno: «Un padre e una figlia uniti d’amore sgombro, che arricchisce, nutre, fa
andare avanti. Conforta e aiuta a crescere. Si aprono scenari mai conosciuti, si svelano segreti che
aprono la mente e le viscere. Danno un quadro della realtà che fa capire le scelte e i risvolti di una
vita, di vite che hanno in comune anche vicende mai narrate».
La scrittrice Mariù Safier, che ha dedicato nei suoi scritti particolare attenzione al mondo
femminile, ha ringraziato innanzitutto Lorena Fiorini, ricordato il loro incontro e l’inizio di un
percorso che ha portato entrambe fino a questo momento speciale. Ha affermato, inoltre, quanto sia
importante la memoria nella sua vita e nel suo lavoro di scrittrice, ha citato Margherite Yourcenar
che nel suo “Memorie di Adriano” riporta: «Qualunque cosa si faccia, si ricostruisce sempre il
monumento a proprio modo; ma è già molto adoperare pietre autentiche».
«La vita – per Mariù Safier – è fatta di episodi unici, che hanno però un’importanza fondamentale.
E oggi, 24 gennaio, è un giorno importante perché vicino alla Giornata della Memoria, fissata per il
27 gennaio. Un giorno che ricorda quanto il passato abbia una funzione catartica, che aiuta a
ritrovare una quotidianità spesso smarrita».
Eufemia Ippolito, presidente nazionale di Fidapa-BPW Italy, una federazione che conosce e
sostiene le donne che si occupano di arti, professioni e affari con grande slancio verso il futuro, ma
con le radici ben salde nel passato e nella storia, ha sottolineato il ruolo di Fidapa nella realtà
femminile, «con le sue 12.000 donne e con una socia come Lorena Fiorini che interpreta al meglio
le finalità e lo spirito dell’associazione. E mette in evidenza l’importanza della cultura, e quella
della cultura al femminile in particolare. Ed è proprio attraverso la cultura – ha aggiunto la
presidente – che ci avviciniamo e impariamo a convivere con la legalità».
Breve ma intenso l’intervento di Antonella Cappuccio, pittrice, che ha regalato al Premio l’opera
“La donna senza tempo”. Un’opera ispirata alla creatività di Luca Della Robbia, come vuole
sottolineare la stessa autrice. «In primo piano c’è la donna e, sullo sfondo, il castello che domina
Pratovecchio, il cui ruolo è stato ampiamente evidenziato durante gli interventi precedenti» ha detto
la Cappuccio. «Nel ricordo, quando lo si evoca, si esprime il bisogno di essere riconoscenti. E il
ricordo – ha concluso la pittrice – è una ricchezza che ci viene concessa, e che dobbiamo custodire,
gelosamente».
L’ultimo intervento, solo in scaletta, è quello di Lorena Fiorini, presidente del Premio letterario
“Donne tra Ricordi e Futuro” e dell’Associazione culturale Scrivi la tua storia che ha indetto,
insieme al Comune di Pratovecchio, il Premio letterario. Apre ricordando come «l’idea del premio
parte proprio vicino a noi, dalle nostre famiglie, tocca le corde profonde della nostra anima. Il
Premio nasce proprio di fronte al Comune di Pratovecchio, quando il sindaco mi ha chiesto:
vogliamo fare un premio letterario?». «Ho pensato alla memoria che è sempre stata al centro della
mia vita – ha continuato la Fiorini – e alle donne, artefici della piccola storia che va a illuminare la
grande storia. E a quanto ho amato andare a ritrovare le novelle, parlare e scrivere di ricette,
raccontare la storia della mia famiglia, di mio padre, Bruno Fiorini in onore del quale è indetto il
premio: tutte maniere per raccontare le proprie radici, la bellezza del proprio passato, la storia di un
popolo attraverso una sensibilità particolare, tutta al femminile».
In conclusione, non previsto ma assolutamente gradito, un nuovo intervento del professor Mario
Morcellini, che ha voluto ricordare le parole chiave del premio letterario “Donne tra Ricordi e
Futuro”: Casentino, come il territorio che ha ispirato, con la sua natura e la sua gente, la nascita
dell’evento, un territorio ricco di quiete, di bellezze e di una natura prepotente e armoniosa. E
ancora la parola donna, della quale parla ricordando la frase tratta da “Il Giardino dei Finzi
Contini”, quando lei, rivolgendosi a un lui molto poco attento a ciò che ha intorno, e in particolare a
un albero, in tutta la sua maestosità e fascino, dice: «Come si fa a vivere senza sentire? » E questo
per ricordare, ancora una volta, quanto sia profonda la sensibilità delle donne, invitando a «essere
protagonisti di storie mai narrate perché così la polvere dell’oblio non potrà coprire ciò che si
racconta, e si ricorda».
Non previste intervengono le parole di saluto di Monsignor Agostino Corbanese della Segreteria di
Stato del Vaticano. Ha riassunto i vari interventi sottolineando che nei rapporti tra le persone ci
possono essere difficoltà. Da bravo sacerdote ha fatto un cenno “da sacrestia”. “Noi troviamo
difficoltà ad avvicinarci a Dio Padre. Ci viene in aiuto la più vicina e familiare figura di Gesù,
umano come tutti noi. Qualche volta anche lo stesso Gesù lo possiamo sentire distante, e qui
interviene la splendida e dolce figura di una donna, la sua mamma Maria”.
La voce di Alba Stella Paioletti ci conduce a un brano, tratto dal libro di Lorena Fiorini, su un
episodio drammatico legato alla seconda guerra mondiale, e chiude la conferenza.
Lorena Fiorini