GRUPPO DI PREGHIERA del 11.04.10

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“APOSTOLI DELLA REGINA
DELLA PACE”
Nel Cenacolo
con Maria..
Sommario
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Canto di apertura: LA PREGHIERA
DI GESU’ E’ LA NOSTRA
Rosario meditato
MESSAGGIO DEL MESE
Meditazione
Consacrazione alla Madonna
Canto allo Spirito Santo
Letture della domenica
Lo Spirito parla al cuore
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Catechesi del tempo…
Liturgia delle ore…Vespri o Compieta
Canto
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Preghiera a Maria prima di dormire
Canto di chiusura: HO
LOTTATO TANTO
Propositi settimanali
Appuntamento successivo
La preghiera di Gesù è la nostra (canto)
Dove due o tre sono uniti nel mio nome,
io sarò con loro, pregherò con loro,
amerò con loro perché il mondo venga a te,
o Padre, conoscere il tuo amore è avere vita con te.
Voi che siete luce della terra, miei amici,
risplendete sempre della vera luce,
perché il mondo creda nell'amore che c'è in voi,
o Padre, consacrali per sempre e diano gloria a te.
Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno
se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri,
perché voi vedrete Dio che è Padre,
in lui la vostra vita gioia piena sarà.
Voi che ora siete miei discepoli nel mondo,
siete testimoni di un amore immenso,
date prova della speranza che è in voi,
coraggio,
vi guiderò per sempre: io rimango con voi.
Spirito, che animi la Chiesa e la rinnovi,
donale fortezza, fa' che sia fedele
come Cristo che muore e risorge,
perché il Regno del Padre
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui,
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui.
Consacrazione alla Madonna
Consapevole della mia vocazione cristiana io rinnovo oggi nelle Tue mani, o Maria, gli impegni del mio
Battesimo. Rinuncio a satana, alle sue seduzioni, alle sue opere e mi consacro a Gesù Cristo per portare con
Lui la mia croce nella fedeltà di ogni giorno alla volontà del Padre. Alla presenza di tutta la Chiesa Ti
riconosco per mia Madre e Sovrana. A Te offro e consacro la mia persona, la mia vita e il valore della mie
buone opere passate, presenti e future. Disponi di me e di quanto mi appartiene alla maggior gloria di Dio,
nel tempo e nell’eternità. Amen
Consacrarsi a Maria è guardare a Lei come al modello da imitare nella fedeltà a Gesù.
Ella stessa ci incoraggia: fate tutto quello che Egli vi dirà !
La Consacrazione è accogliere Maria nella nostra vita:..allora non saremo più soli!
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Sacro Cuore di Gesù, Immacolato Cuore di Maria, Castissimo Cuore di San Giuseppe, io vi consacro in
questo giorno (o notte), la mia mente, le mie parole, il mio corpo, il mio cuore e la mia anima affinché si
compia attraverso di me in questo giorno (o notte) la Vostra Santa Volontà. Amen
Preghiera a Maria Santissima prima del riposo notturno
“O Vergine, si fa tardi,
tutto si addormenta sulla terra,
è l’ora del riposo: non abbandonarmi !
Metti la tua mano sui miei occhi
Come una buona madre.
Chiudili dolcemente alle cose di quaggiù.
L’anima mia è stanca di affanni e di tristezze,
la fatica che mi attende è qui a me vicina.
Metti la tua mano sulla mia fronte,
arresta il mio pensiero.
Dolce sarà il mio riposo,
se benedetto da te.
Perché domani il tuo povero figlio
Si desti più forte
E riprenda allegramente
Il peso del nuovo giorno.
Metti la tua mano sul mio cuore. Lui solo vegli
sempre e Ridica al suo Dio Un amore eterno
1
Messaggio del 2 aprile 2010 (a Mirjana)
“Cari figli, oggi vi benedico in modo particolare e vi prego di ritornare sul vero cammino di mio Figlio, il vostro
Salvatore, il vostro Redentore. Riflettete su ciò che è umano e su tutto ciò che non vi permette di seguire mio Figlio, le
cose passeggere, le imperfezioni, le limitazioni e poi pensate a mio Figlio, alla sua divina immensità. Date voi stessi e con
la preghiera arricchite il vostro corpo e perfezionate la vostra anima. Siate pronti figli miei. Grazie.”
Messaggio del 25 marzo 2010
“Cari figli, anche oggi desidero invitarvi tutti ad essere forti nella preghiera e nei momenti in cui le prove vi assalgono.
Vivete nella gioia e nell’umiltà la vostra vocazione cristiana e testimoniate a tutti. Io sono con voi e vi porto tutti davanti
al mio figlio Gesù e Lui sarà per voi forza e sostegno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
Messaggio del 18 marzo 2010 (a Mirjana)
"Cari figli, oggi vi invito ad amare con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima. Pregate per il dono dell'amore
perchè quando l'anima ama chiama a se mio Figlio. Mio Figlio non rifiuta coloro che Lo chiamano e che desiderano
vivere secondo Lui. Pregate per coloro che non comprendono l'amore, che non comprendono cosa significa amare.
Pregate perchè Dio sia per loro padre e non giudice. Figli miei, siate voi i miei apostoli, siate il mio fiume d'amore. Io ho
bisogno di voi. Grazie. "
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa”. Giov. Paolo II
Giuseppe, sposo della Vergine Madre di Dio,
insegnaci incessantemente tutta la verità divina e tutta
la dignità umana contenute nella vocazione di sposi e
di genitori!
San Giuseppe, ottienici da Dio, che cooperiamo, con
costanza, con la grazia del grande sacramento nel
quale uomo e donna si promettono reciprocamente
l’amore, la fedeltà e l’onestà coniugale, fino alla
morte!
San Giuseppe, uomo giusto, insegnaci l’amore
responsabile verso coloro che Dio ci affida in modo
particolare: l’amore tra i coniugi, l’amore tra i genitori
e coloro ai quali i genitori danno la vita!
Insegnaci la responsabilità verso ogni vita, dal primo
momento del concepimento, fino all’ultimo istante su
questa terra.
Insegnaci un gran rispetto per il dono della vita.
Insegnaci ad adorare profondamente il Creatore, padre
e datore della vita.
San Giuseppe, patrono del lavoro umano, aiutaci in
ogni lavoro che è vocazione dell’uomo sulla terra.
Insegnaci a risolvere i difficili problemi collegati col
lavoro nella vita delle generazioni, a cominciare dai
giovani, e nella vita delle società.
San Giuseppe, protettore della Chiesa preghiamo Dio
con queste parole:
“O Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi
della nostra redenzione alla custodia premurosa di san
Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua
Chiesa di cooperare fedelmente al compimento
dell’opera di salvezza”.
Preghiera per i sacerdoti ISPIRATA DAL SIGNORE
Signore Gesù, santifica tutti i Sacerdoti per i meriti della tua Santa Passione, perché possano essere la tua vera
immagine pura e santa nel mondo. Signore Gesù, per l'amarezza che hai provato per il bacio di Giuda traditore, fa' che
ritornino alla Grazia santificante tutti i Sacerdoti che furono infedeli alla loro vocazione e continuano ostinati nei peccati
del mondo. Te lo chiediamo per l'intercessione del Cuore Immacolato di Maria e del Cuore Castissimo di San
Giuseppe.
Eterno Padre, offriamo il Santo Volto del Tuo Figlio Gesù per le mani di Maria con l'intero generoso olocausto di tutti
noi stessi in riparazione di tanti peccati che si commettono, specialmente delle offese al SS. Sacramento dell'Altare. Te
lo offriamo in modo particolare perché i Sacerdoti mostrino al mondo con la santità della vita, l'adorabile fisionomia del
Divin Volto, irradiando la luce della verità e dell'amore per il trionfo della Chiesa e la propagazione del Regno.
O Gesù il tuo Cuore è dolce ed amabile sorgente donde scaturisce ogni bontà e misericordia, traboccante d’Amore.
Immergi l’Anima di tutti i Tuoi ministri nel Tuo sangue preziosissimo, affinché s’immolino con lo stesso Amore con cui
Tu sei morto e risorto, per salvare le anime. Amen 3 Ave Maria
II DOMENICA DI PASQUA - "della Divina Misericordia"
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 5, 12-16
Venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne.
Dagli Atti degli Apostoli
Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di
Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. Sempre più, però, venivano aggiunti
credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze,
ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro. Anche
la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti
venivano guariti.
2
Salmo Responsoriale Dal Salmo 117
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo
amore è per sempre..
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». Dica la casa
di Aronne: «Il suo amore è per sempre». Dicano quelli
che temono il Signore: «Il suo amore è per sempre».
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!
Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.
Seconda Lettura Ap 1, 9-11.12-13.17.19
Ero morto, ma ora vivo per sempre.
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo
nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù. Fui preso dallo Spirito nel giorno
del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e
mandalo alle sette Chiese». Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri
d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una
fascia d’oro. Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non
temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli
inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».
SEQUENZA (Facoltativa)
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di
lode. L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.
Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso
duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo,
trionfa.
«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo
risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue
vesti. Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in
Galilea».
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.
Vangelo Gv 20, 19-31
Otto giorni dopo, venne Gesù.
Dal vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli
per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il
fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato
me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i
peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici,
chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!».
Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non
metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro
anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui
il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli
rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che
non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti
in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo,
abbiate la vita nel suo nome.
Il culto alla "Divina Misericordia" si riassume:
 nella venerazione dell'immagine di Gesù misericordioso (l'immagine che ha fatto ormai il giro del mondo deriva da un
disegno che è stato mostrato in visione da Gesù a Santa Faustina il 22 febbraio 1931 nel quale lo stesso Gesù è
raffigurato in una veste bianca con due grandi raggi uno rosso e l'altro pallido che stanno a significare il sangue e
l'acqua che scaturiscono dal suo cuore Misericordioso e il messaggio intrinseco alla stessa immagine "Gesù confido in
te");
 nella celebrazione della festa della Misericordia (la prima domenica dopo Pasqua);
 la recita della coroncina alla "Divina Misericordia";
 l'ora della Misericordia (l'ora della morte di Gesù, le 3 del pomeriggio);
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 la diffusione del culto della "Divina Misericordia".
Quanti leggeranno il Diario della "piccola segretaria della Divina Misericordia" come amava chiamarla Gesù, troveranno
la via per allacciare un diretto contatto con Dio e metterLo al centro della loro vita. La contemplazione degli scritti di
Suor Faustina suscita nell'uomo un profondo desiderio di Dio, soprattutto il desiderio di conoscere la sua infinita
Misericordia e quello di gettare nel suo abisso la propria miseria e debolezza.
LA FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA
Indulgenza Plenaria: perdono totale delle pene, che altrimenti si dovrebbero scontare in Purgatorio.
"Figlia mia, parla a tutto il mondo della mia inconcepibile Misericordia. Desidero che la festa della Misericordia sia di
riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori.
In quel giorno sono aperte le viscere della mia Misericordia. riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si
avvicinano alla sorgente della mia Misericordia. L'anima che si accosta alla Confessione ed alla santa Comunione,
riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le
grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto. La mia
Miseicordia è talmente grande che nessuna mente, nè umana nè angelica, riuscirà a sviscerarla pur impegnandovisi per
tutta l'eternità. Tutto quello che esiste è uscito dalle viscere della mia Misericordia. Ogni anima nei mie confronti
rifletterà per tutta l'eternità sul mio amore e sulla mia Misericordia. L'umanità non troverà pace finchè non si rivolgerà
alla sorgente della mia Misericordia".
"Dì alle anime dove debbono cercare le consolazioni cioè nel tribunale della Misericordia, lì avvengono i più grandi
miracoli che si ripetono continuamente. Per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane nè
celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un mio rappresentante e confessargli la propria
miseria ed il miracolo della Divina Misericordia si manifesterà in tutta la sua pienezza. ...Infelici coloro che non
approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano quando sarà troppo tardi!".
"Desidero unirmi con le anime umane; la mia delizia è unirmi con le anime. Sappi, figlia mia, che quando nella santa
Comunione vengo in un cuore umano, ho le mani piene di grazie di ogni genere e desidero donarle all'anima, ma le
anime non mi prestano nemmeno attenzione, mi lasciano solo e si occupano d'altro. Oh, quanto è triste per Me che le
anime non conoscano l'Amore! Si comportano con me come qualche cosa inerte".
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI, 05.04.2010
Queste le parole del Santo Padre nell’introdurre la preghiera mariana del Regina Cæli, che per tutto il tempo pasquale
sostituisce l’Angelus:
Cari fratelli e sorelle!
Nella luce della Pasqua – che celebriamo in tutta questa Settimana – rinnovo il mio più cordiale augurio di pace e di gioia.
Come sapete, il lunedì dopo la Domenica di Risurrezione è detto tradizionalmente "Lunedì dell’Angelo". E’ molto
interessante approfondire questo riferimento all’"Angelo".
Naturalmente il pensiero va subito ai racconti evangelici della risurrezione di Gesù, nei quali compare la figura di un
messaggero del Signore. San Matteo scrive: "Ed ecco vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal
cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco
come neve" (Mt 28,2-3). Tutti gli Evangelisti, poi, precisano che, quando le donne si recarono al sepolcro e lo trovarono
aperto e vuoto, fu un angelo ad annunciare loro che Gesù era risorto. In Matteo questo messaggero del Signore dice loro:
"Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, infatti, come aveva detto" (Mt 28,5-6);
quindi mostra la tomba vuota e le incarica di portare l’annuncio ai discepoli. In Marco l’angelo è descritto come "un
giovane, vestito di una veste bianca", che dà alle donne l’identico messaggio (cfr Mc 16,5-6). Luca parla di "due uomini
in abito sfolgorante", che ricordano alle donne come Gesù avesse preannunciato molto prima la sua morte e risurrezione
(cfr Lc 24,4-7). Anche Giovanni parla di "due angeli in bianche vesti"; è Maria di Magdala a vederli, mentre piange
vicino al sepolcro, e le dicono: "Donna, perché piangi?" (Gv 20,11-13).
Ma l’Angelo della risurrezione richiama anche un altro significato. Bisogna ricordare, infatti, che il termine "angelo"
oltre a definire gli Angeli, creature spirituali dotate di intelligenza e volontà, servitori e messaggeri di Dio, è anche uno
dei titoli più antichi attribuiti a Gesù stesso.
Leggiamo ad esempio in Tertulliano: "Egli - cioè Cristo - è stato anche chiamato «angelo del consiglio», cioè
annunziatore, che è un termine che denota un ufficio, non la natura. In effetti, egli doveva annunziare al mondo il grande
disegno del Padre per la restaurazione dell’uomo" (De carne Christi, 14). Così l’antico scrittore cristiano. Gesù Cristo, il
Figlio di Dio, dunque, viene chiamato anche l’Angelo di Dio Padre: Egli è il Messaggero per eccellenza del suo amore.
Cari amici, pensiamo ora a ciò che Gesù risorto disse agli Apostoli: "Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi"
(Gv 20,21); e comunicò ad essi il suo Santo Spirito.
Ciò significa che, come Gesù è stato annunciatore dell’amore di Dio Padre, anche noi lo dobbiamo essere della carità
di Cristo: siamo messaggeri della sua risurrezione, della sua vittoria sul male e sulla morte, portatori del suo amore
divino. Certo, rimaniamo per natura uomini e donne, ma riceviamo la missione di "angeli", messaggeri di Cristo:
viene data a tutti nel Battesimo e nella Cresima. In modo speciale, attraverso il Sacramento dell’Ordine, la ricevono i
sacerdoti, ministri di Cristo; mi piace sottolinearlo in quest’Anno Sacerdotale.
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Cari fratelli e sorelle, ci rivolgiamo ora alla Vergine Maria, invocandola quale Regina Caeli, Regina del Cielo. Ci aiuti Lei
ad accogliere pienamente la grazia del mistero pasquale e a diventare messaggeri coraggiosi e gioiosi della risurrezione di
Cristo.
"Attacchi a Ratzinger come a Pio XII",(07/04/10)
Il cardinale Sodano: «È la stessa offensiva che subirono Pacelli, che fu criticato per il silenzio sulla Shoah, e Paolo VI
per l’enciclica sui preservativi. Ma dietro ci sono visioni della famiglia contrarie al Vangelo»
Roma Papa Ratzinger sotto attacco come lo sono stati Pio XII e Paolo VI. È il paragone che propone il cardinale Angelo
Sodano, decano del collegio cardinalizio, in un’intervista pubblicata su «L’Osservatore Romano» nella quale spiega le
ragioni dell’inusuale saluto da lui rivolto a Benedetto XVI domenica mattina, all’inizio della liturgia pasquale.
L’ex Segretario di Stato ha dichiarato: «Dietro gli ingiusti attacchi al Papa ci sono visioni della famiglia e della vita
contrarie al Vangelo». Dunque Ratzinger sarebbe nel mirino a motivo delle sue prese di posizione in favore della famiglia
fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, e contro l’aborto. «Ora contro la Chiesa – continua Sodano
nell’intervista al quotidiano vaticano – viene brandita l’accusa della pedofilia. Prima ci sono state le battaglie del
modernismo contro Pio X, poi l’offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l’ultimo conflitto mondiale e
infine quella contro Paolo VI per l’Humanae vitae». Il cardinale decano presenta dunque le critiche, le polemiche, gli
attacchi diretti contro Benedetto XVI per lo scandalo della pedofilia del clero come riedizione di «battaglie» già vissute in
passato dai suoi predecessori.
Colpisce soprattutto il paragone con l’offensiva contro Papa Pacelli, che non subì attacchi durante la vita, ma a partire
dalla metà degli anni Sessanta è stato oggetto di critiche molto pesanti per il suo atteggiamento prudente nei
pronunciamenti pubblici durante la Shoah. Proprio Benedetto XVI, lo scorso 19 dicembre, ha promulgato le virtù eroiche
del predecessore, la cui figura è fortemente criticata dal mondo ebraico. Ma forse il paragone che presenta più similitudini
è quello con Paolo VI, che al momento della pubblicazione dell’enciclica nella quale si sanciva l’illiceità degli
anticoncezionali venne sottoposto a un fuoco di fila di attacchi e critiche feroci fuori ma anche dentro la Chiesa.
«È ormai un contrasto culturale – ha commentato il cardinale Sodano – il Papa incarna verità morali che non sono
accettate e così le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa». Le parole del decano del
collegio cardinalizio confermano che ai vertici della Santa Sede si ritiene che quanto sta accadendo vi sia un «contrasto
culturale», e dunque gli scandali degli abusi sui minori rappresentino solo il pretesto per cercare di delegittimare il
Pontefice e il suo magistero.
Da Santiago del Cile, dov’è giunto per una visita di alcuni giorni, ha parlato anche l’attuale Segretario di Stato, il
cardinale Tarcisio Bertone, il quale ha ricordato come durante la Settimana Santa Benedetto XVI abbia avuto «il sostegno
di una piazza San Pietro colma e con molti giovani». «È un Papa forte – ha commentato Bertone – il Papa del terzo
millennio». I cronisti hanno chiesto conto al Segretario di Stato de documenti pubblicati dal settimanale tedesco Die Zeit,
che lo ha accusato di aver bloccato il procedimento di dimissione dallo stato clericale del prete americano Lawrence
Murphy, macchiatosi di numerosi e ripetuti abusi ai danni di bambini e ragazzi sordomuti negli anni ’60 e ’70. Il processo
venne in realtà sospeso perché il sacerdote era già molto ammalato e sarebbe morto di lì a poco. Alla domanda se avesse
bloccato il processo contro il prete pedofilo, Bertone ha risposto: «Non è vero, non è vero. Abbiamo documentato il
contrario e non parliamo di questo argomento ora, perché altrimenti rimaniamo qui tutto il giorno per verificare con
precisione l’azione mia e quella di sua eminenza, l’allora cardinale Ratzinger, quale Prefetto della Congregazione per la
dottrina della fede. Basta, basta su questo argomento».
Il Wall Street Journal si schiera con Ratzinger da Il Giornale (08/04/10)
Il Wall Street Journal bacchetta il New York Times per come ha trattato lo scandalo della pedofilia del clero, e difende
l’azione di Benedetto XVI. Intanto dalla Norvegia arriva la notizia di un abuso su un minore perpetrato da un prete poi
diventato vescovo e prontamente dimesso dalla Santa sede non appena il fatto venne alla luce.
Mentre ormai ogni giorno dagli archivi emergono casi sconosciuti, prontamente rilanciati, una critica severa viene rivolta
al quotidiano newyorkese che ricostruendo nelle scorse settimane il caso di padre Lawrence Murphy, prete colpevole di
nefandi abusi su bambini e ragazzi sordomuti, ha cercato di coinvolgere l’allora cardinale Ratzinger. Lo scrive sul Wall
Street Journal l’editorialista William McGurn, iniziando il suo articolo con queste parole: «A differenza del papato
romano, in alcuni circoli il New York Times ancora gode della presunzione di autorevolezza». Per questo, prosegue
McGurn, quando si legge che Murphy sarebbe rimasto impunito e che l’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina
della fede Joseph Ratzinger si sarebbe voltato dall’altra parte lasciando correre, la gente gli dà credito. Ma il New York
Times, continua l’editorialista, si è dimenticato di scrivere che l’avvocato che ha passato i documenti sul caso, Anderson,
non solo è quello più specializzato nei processi contro la Chiesa ma è lo stesso che «sta cercando di far causa al Vaticano
in una corte federale». L’editorialista del Wall Street Journal, contesta inoltre la mancata citazione di altri documenti dai
quali si evince come i vescovi americani coinvolti a vario titolo nel caso Murphy abbiano più volte stabilito che il
sacerdote non dovesse celebrare in pubblico, né avere alcun contatto con minori, né operare in programmi educativi
parrocchiali. Un’omissione indicativa.
McGurn ricostruisce gli altri passaggi del caso Murphy, da quando cioè la sua vicenda venne segnalata all’ex Sant’Uffizio
guidato da Ratzinger, nel 1996, mostrando come sia del tutto improprio presentare l’attuale pontefice e i suoi collaboratori
5
alla Congregazione come persone che hanno lasciato correre, voltandosi dall’altra parte, tanto più che allo stesso padre
Murphy erano già state tolte le facoltà ministeriali. Il sacerdote venne sottoposto a processo canonico, ma non si arrivò
alla dimissione dallo stato clericale perché egli era già gravemente malato e sarebbe morto quattro mesi dopo la riunione
tenutasi in Vaticano sul suo caso.
Il Wall Street Journal scrive che «qualche anno più tardi, quando la Congregazione per la Dottrina della fede assunse
autorità su tutti i casi di abusi, il cardinale Ratzinger mise in atto cambiamenti che permisero un’azione amministrativa
diretta invece di processi che spesso prendevano anni. Circa il 60 per cento dei casi di preti accusati di abusi sessuali
furono trattati in questo modo. L’uomo che è ora Papa riaprì casi che erano stati chiusi; fece più di chiunque altro per
processare casi e per rendere responsabili i preti che abusarono; e divenne il primo Papa a incontrare le vittime». McGurn
conclude auspicando un po’ più di scetticismo giornalistico «sui racconti di un avvocato d’assalto che fa milioni con le
sue cause».
Si concentrano invece sul caso del fondatore dei Legionari di Cristo il settimanale tedesco Stern e lo statunitense National
Catholic Reporter che insistono sulle protezioni delle quali godeva padre Marcial Maciel presso la curia romana all’epoca
di Giovanni Paolo II. Maciel accusato da alcuni ex seminaristi di abusi sessuali, sarebbe stato in grado di bloccare «per
anni tutte le inchieste» interne in quanto «era uno dei più efficienti raccoglitori di donazioni della Chiesa cattolica»,
sostenuto dai cardinali Sodano e Martinez Somalo, oltre che dal segretario di Papa Wojtyla, Stanislao Dziwisiz. Sarà Papa
Ratzinger a stabilire finalmente la verità facendolo isolare.
Dalla Norvegia infine riemerge il caso del vescovo prelato emerito della prelatura territoriale di Trondheim, Georg
Müller, dimessosi ufficialmente perché inadatto all’incarico nel maggio 2009. Ieri sono emersi i veri retroscena di quelle
dimissioni forzate: il vescovo, di origini tedesche, ha infatti ammesso di aver lasciato l’incarico per avere abusato, quando
era prete, oltre vent’anni fa, di un ragazzo del coro di una chiesa di Trondheim. La vittima, oggi trentenne, è stata
risarcita, come informa il quotidiano Adresseavisen, che ha portato alla luce la storia.
Sul caso è prontamente intervenuto il direttore della Sala stampa della Santa sede, padre Federico Lombardi: «La
questione fu affrontata ed esaminata con rapidità tramite la nunziatura di Stoccolma, per mandato della Congregazione
per la Dottrina della fede. Nel maggio del 2009 il vescovo presentò le dimissioni, che vennero tempestivamente accettate
dal Papa, e in giugno lasciò la prelatura territoriale. Si sottopose a un periodo di terapia e non svolge più attività pastorale.
Dal punto di vista delle leggi civili il caso era prescritto. La vittima, oggi maggiorenne, ha finora chiesto di rimanere
anonima».
Ciao Darwin. Perché la selezione naturale non spiega nemmeno l’evoluzione di Nicoletta Tiliacos (25/03/10)
Il loro libro, uscito a febbraio in America e in arrivo a metà aprile in Italia (si intitola “Gli errori di Darwin” ed è edito da Feltrinelli)
promette di portare nuove fascine al fuoco delle polemiche che animano il dibattito sull’evoluzionismo. Loro sono Jerry Fodor,
filosofo del linguaggio e cognitivista cresciuto alla scuola di Noam Chomsky, e Massimo Piattelli-Palmarini, biofisico e scienziato
cognitivo dell’Università dell’Arizona. Insieme, in duecentocinquanta pagine, spiegano perché il principio darwiniano di selezione
naturale come causa dell’evoluzione sia da considerare archeologia, e perché l’ostinazione neodarwinista a volerlo salvare faccia male
alla scienza. “La nostra critica – dice al Foglio Piattelli-Palmarini – è totalmente laica e lontana da risonanze creazioniste o legate al
‘disegno intelligente’. E’ una critica fatta in nome di una scienza migliore, di una spiegazione dell’evoluzione biologica interamente
naturalistica”. Una critica che però non dimentica, scrivono gli autori, che “in realtà, non sappiamo molto bene come funzioni
l’evoluzione; non lo sapeva neanche Darwin, e non lo sa esattamente (per quel che possiamo stabilire) nessun altro. ‘Sono necessarie
ulteriori ricerche’, come si usa dire. Può darsi che siano necessari secoli di ulteriori ricerche”. Per ora, a centocinquant’anni dalla
formulazione del principio della selezione naturale come causa dell’evoluzione, “Gli errori di Darwin” lo mette radicalmente in
discussione. Non si tratta più, come ha scritto sul Corriere della Sera il darwinista Telmo Pievani, di formulare una “teoria
evoluzionistica estesa”, ma di “un vero capovolgimento”, spiega Piattelli-Palmarini: “E’ Pievani, insieme con un illustre evoluzionista
italiano che insegna in America, Massimo Pigliucci, a invocare una teoria darwiniana ‘estesa’. Per quanto riguarda Fodor e me, ci
sembra che l’estensione sia tale da escludere che la teoria possa ancora dirsi darwiniana. La selezione naturale esiste, ma non è il
meccanismo che genera specie nuove. Nel libro diciamo che la selezione è l’accordatore del pianoforte, non il compositore di
sinfonie”. Detto questo, “Darwin era uno dei più grandi scienziati di ogni tempo, e geniale è la sua idea di selezione naturale. Ma,
ripeto, non è il meccanismo dell’evoluzione e non è nemmeno il più importante. Non diciamo che ogni spiegazione che si basi
sull’adattamento sia sbagliata. Ce ne sono di giuste, perché si appoggiano anche a considerazioni di genetica, di biochimica, di
embriologia”. Basta e avanza, per offendere l’ortodossia ultradarwinista di personaggi come Richard Dawkins, Steven Pinker, Daniel
Dennett, impegnati a chiedere di scegliere tra Dio e Darwin. Piattelli-Palmarini e Fodor scrivono che, da atei, non sono “affatto
convinti che queste due opzioni esauriscano tutte quelle possibili”. Ma il loro libro si occupa di altro: “Noi critichiamo l’idea che la
selezione naturale sia considerata ‘la’ legge della biologia – dice Piattelli-Palmarini – e non pensiamo che in biologia una legge unica
e universale debba per forza esistere”. “Gli errori di Darwin” si apre con la rassegna di duecentoquaranta lavori pubblicati sulle più
importanti riviste di biologia del mondo: “Vi sono riportati dati, fatti, meccanismi alieni dalla selezione naturale. Dall’uscita del libro
in America, si sono aggiunti (ne diamo conto nell’edizione italiana) altri lavori di illustri biologi che vanno nello stesso senso. Molti,
va detto, continuano a dirsi neodarwiniani perché non traggono tutte le conseguenze. Altri sono invece espliciti critici del
neodarwinismo, e considerano morta la stessa ‘nuova sintesi’, che dagli anni Cinquanta mette insieme teoria della selezione naturale e
genetica”. Il libro di Fodor e Piattelli-Palmarini ha già incassato recensioni lusinghiere, oltre a critiche severe, come quella di
Pigliucci su Nature. Piattelli-Palmarini non si nasconde che “la teoria della selezione naturale è stata ed è una bandiera di razionalità e
di scientificità. Il mio coautore, Jerry Fodor, ha tenuto lo scorso anno una conferenza su questi temi a Londra. Un signore anziano si è
alzato dalla platea e lo ha rimproverato: queste cose non vanno dette e scritte, perché i creazionisti se ne sarebbero approfittati. ‘Anche
se sono vere?’, gli ha chiesto Fodor. ‘Soprattutto se sono vere’, è stata la risposta”.
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