Incontro con gli alunni delle classi terze della Scuola Secondaria di Primo Grado “Don G. Minzoni” Progetto Comenius Marzo 2009 “RECLAMO PRO EUROPA COGITANS” Sociologo Dott. Piero Bello “ Come proteggere se stessi dalla pubblicità ingannevole e pericolosa” Che cos’è allora la pubblicità? Con il termine pubblicità si intende generalmente quella forma di comunicazione a pagamento, diffusa su iniziativa di operatori economici attraverso : TV, Radio, Giornali, affissioni, volantini e internet, che tende ad influenzare le scelte delle persone in relazione al consumo dei beni e all’utilizzo di servizi. E’ uno degli elementi più importanti dell’economia moderna. Naturalmente stiamo parlando della pubblicità commerciale, diversa dalla propaganda politica o della pubblicità sociale. La pubblicità ha radici antiche – almeno sotto forma di propaganda politicaa Pompei si possono leggere sui muri delle case romane distrutte dal vulcano nel ’79 scritte che invitano i passanti a votare per un certo candidato alle elezioni politiche. Di pubblicità vera e propria si può parlare solo con la comparsa della carta stampata; il primo annuncio pubblicitario si fa risalire al 1630.Il modello di pubblicità che conosciamo oggi si è imposto solo con l’avvento della grande industria, in cui non è importante produrre ma soprattutto vendere. La pubblicità e le altre forme promozionali sono strumenti potenti nella competizione tra le imprese. Tuttavia, dai recenti studi di settore, emerge la figura di un consumatore sempre più disobbediente alle proposte pubblicitarie. Qual’è lo scopo della pubblicità? Dalle risposte del vostro questionario risulta, per il 68,5% degli intervistati, “conseguire un guadagno”, il 28,5%, “informazione” portare cioè il pubblico alla conoscenza di un prodotto ed alle sue caratteristiche principali. Tutti hanno diritto a far conoscere i propri prodotti e servizi. Da questo punto di vista la pubblicità è utile come risulta dalle vostre risposte ( il 40% ritiene che sono necessari gli annunci pubblicitari nel 21° secolo, il 26% dichiara di aver appreso qualcosa di utile dalla pubblicità, il 53% raramente solo il 12,3% mai).La pubblicità ci consente inoltre di confrontare le caratteristiche dei prodotti per poter decidere bene e ridurre il rischio di sbagliare; è necessario pertanto conoscere bene il prodotto che stiamo per acquistare e alla fine scegliere autonomamente senza lasciarsi condizionare dalla tendenza o dalla moda, soprattutto se si tratta di un acquisto importante. La pubblicità è un potente strumento di persuasione, cerca di convincere il cliente a comprare il prodotto e quindi condiziona le scelte dei consumatori, creando in loro un forte desiderio di possedere quel prodotto, mostrando consumatori contenti di averlo acquistato, associando cioè un prodotto ad uno stato d’animo- allegria, felicità, bellezza. Talvolta però produce nel consumatore un effetto opposto e quindi il rifiuto di acquistare il prodotto. ( Alla domanda: Può una pubblicità provocare angoscia negli adolescenti? Il 30% ha risposto Si; il 38,5 In alcuni modi; solo il 10% No.) Intorno a questo prodotto così importante, appunto il messaggio pubblicitario, ruota una grande industria che investe ingenti capitali, dà lavoro a milioni di persone, utilizza intelligenze brillanti, creative ,coinvolge sociologi, psicologi, artisti disegnatori e grandi registi. F. Fellini ….Barilla. Non tutti però utilizzano la pubblicità correttamente; basandosi sul fatto che il consumatore non può verificare se il messaggio pubblicitario è vero oppure no, trasmettono messaggi ingannevoli, poco chiari e talvolta anche pericolosi. Pertanto è stato necessario, non solo negli interessi del consumatore ma anche delle stesse imprese, garantire, attraverso disposizioni legislative, che la pubblicità svolga la propria funzione di comunicazione e promozione senza indurre i suoi destinatari in inganno. Allo stato attuale la pubblicità, compresa quella ingannevole e comparativa, risulta regolamentata dalle seguenti fonti: • Legge n° 287 dell' ottobre 1990 con cui è stata istituita l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. ( AGCM) a cui ci si può rivolgere per denunciare messaggi pubblicitari da noi ritenuti ingannevoli o pericolosi; basta segnalare con una lettera su carta semplice al seguente indirizzo: “Autorità garante della concorrenza e del mercato” Via Liguri, 26 00187 ROMA. • Decreto del Presidente della Repubblica n° 627 del 10.10.1996 dove si indicano le procedure istruttorie dell’Autorità garante in caso di denunce. A riguardo c’è da dire che il 40% delle denunce proviene dai consumatori, il 28% dalle associazioni dei consumatori, il 19% da altre aziende concorrenti. • Decreti legislativi n°145 e n°146 del 2 agosto del 2007 che recepiscono la direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori sul mercato interno, e la direttiva 2006/114/CE concernente la pubblicità ingannevole e comparativa. Quando la pubblicità è ingannevole? Per pubblicità ingannevole deve intendersi “ qualsiasi pubblicità che in qualunque modo possa indurre in errore le persone o le istituzioni alle quali è rivolta e che, a causa del suo carattere ingannevole, possa condizionare le scelte del consumatore e danneggiare le aziende concorrenti.” L’ articolo n° 1 comma 2 del decreto 145/2007 stabilisce che la pubblicità deve essere palese, veritiera e corretta. Per determinare se la pubblicità elementi che la compongono: è ingannevole occorre valutare tutti gli • Le caratteristiche dei beni (vacanze gratuite…vendite di case in paradiso) e dei servizi (guarigioni miracolose ottenute con il semplice tocco delle mani, con il contatto delle reliquie di un santo… ), la loro disponibilità ( i quadri di autori famosi venduti con le televendite….in più copie), la natura, la data di fabbricazione, l’idoneità allo scopo, l’origine geografica o commerciale. • Il prezzo, le condizioni e le modalità con cui sono forniti. • La credibilità dell’operatore pubblicitario, cioè il committente del messaggio pubblicitario e il suo autore, verificare se sono conosciuti. La pubblicità deve essere inoltre trasparente, deve essere cioè chiaramente riconoscibile come tale. In particolare la pubblicità a mezzo stampa deve essere distinguibile dalle altre forme di comunicazione ( pubblicità di una città su un quotidiano di informazione può essere scambiata con una notizia). Anche in televisione deve essere chiaramente indicato lo stacco pubblicitario. ( consigli per gli acquisti..) Sono da considerarsi ingannevoli quelle pubblicità che esaltano, enfatizzano a grandi lettere la convenienza di un’offerta, per poi precisare con scritte quasi invisibili l’esistenza di pesanti limitazioni che poi annullano i vantaggi reclamizzati.( Venite al circo l’entrata è gratis………per uscire però occorre pagare € 20......, sconto del 70% sui capi di abbigliamento, in realtà solo su alcuni già esauriti). E’ Considerata ingannevole la pubblicità che, impiegando bambini e adolescenti, fa leva sui sentimenti degli adulti nei loro confronti in modo da creare un senso di colpa, di ansia o di apprensione sui genitori che non acquistano il prodotto. E’ da considerarsi ingannevole anche la pubblicità di prodotti pericolosi per la salute e la sicurezza dei soggetti che essa raggiunge, quando dimentica di avvertire dei rischi connessi all’uso del prodotto. E’ da considerarsi pericolosa la pubblicità aggressiva in quanto limita considerevolmente la libertà di scelta o di comportamento del consumatore medio mediante minacce, molestie ( Vanda Marchi) La tutela dei bambini e degli adolescenti La relazione tra pubblicità e minori è un tema molto delicato e talvolta molto rischioso, in quanto i bambini tendono ad imitare quello che vedono. La naturale credulità e mancanza di esperienza dei bambini ed anche di certi adolescenti, ha indotto il legislatore a porre particolare attenzione sulla pubblicità rivolta ai bambini. I Ragazzi/bambini hanno acquisito di recente un maggiore potere di acquisto. Il 40% degli acquisti in famiglia vengono suggeriti dai figli. Essi sanno come chiedere e ottenere dai genitori o parenti (n0nni) le cose che essi desiderano; magari barattano con i risultati scolastici ( scooter in cambio di una buona promozione). I pubblicitari sanno questo per cui indirizzano le loro campagne pubblicitarie non più sul genitore o sull’insegnante (che spesso consiglia i suoi alunni), ma direttamente ai bambini/ragazzi. L’art. 6 del decreto legislativo 74/92 Considera ingannevole la pubblicità che abusi della naturale credulità dei bambini, ( da un’indagine sui bambini al di sotto dei 5 anni è emerso che per molti di loro la pubblicità che interrompe un programma serve per far riposare gli attori, per fare una pausa). In applicazione di questa norma, nel 1998 l’Autorità ha vietato la telepromozione di giocattoli durante una trasmissione per bambini in quanto non è riconoscibile come tale da loro. Anche nei programmi per adulti la legge prevede che la pubblicità sia distinta dal resto del programma mediante la scritta “ messaggio promozionale …consigli per gli acquisti…” Per quanto riguarda i ragazzi invece, dai risultati di numerose ricerche di mercato, emerge che la comunicazione pubblicitaria trova in loro un elevato interesse ed una disposizione particolarmente positiva. Anche sulla pubblicità indirizzata agli adolescenti l’Autorità ha attivato particolari controlli per combattere la pubblicità ingannevole ma soprattutto pericolosa. In tale ottica, è stata condannata la pubblicità di una casa di abbigliamento che rappresentava un gruppo di giovani vestiti con i capi pubblicizzati, che assumevano comportamenti trasgressivi. Così pure è stata condannata la campagna pubblicitaria di una casa di ciclomotori, in quanto raffigura alcuni adolescenti che compivano prodezze pericolose con il loro scooter, facendo apparire così lo scooter, non come uno strumento di locomozione, ma come uno strumento di gioco e di esibizione di fronte ai compagni. Effetti negativi della pubblicità sugli adolescenti Considerando il tempo elevato che i bambini/ ragazzi trascorrono davanti alla televisione, ci accorgiamo che sono sottoposti per troppo tempo ai messaggi pubblicitari, che propongono spesso una visione del mondo falsata, artefatta, un mondo irreale in cui tutto è possibile, in cui tutti i desideri sono esauditi ( famiglie felici senza problemi, mamme premurose che preparano i sofficini con il sorriso al proprio figlio metallaro il quale, benché adulto, non lascia la casa dei genitori non perché non trova lavoro, ma perché la mamma cucina i sofficini col sorriso). Un altro aspetto negativo è stato denunciato da un grande regista italiano F.Fellini in un libro “ Spot in Italy” sostiene che la valanga di interruzioni pubblicitarie abituano il telespettatore ad un linguaggio singhiozzante, balbettante, soggetto a frequenti sospensioni mentali ed emotive. Fellini si lamentava delle interruzioni pubblicitarie dei suoi film. Anche noi ci lamentiamo delle interruzioni durante le partite di calcio o altre manifestazioni sportive. Un altro aspetto negativo della pubblicità è quello di aver inventato il Marchio di Fabbrica, il valore del Marchio di fabbrica; il “ Vestirsi firmato” come simbolo in cui credono molte persone compresi bambini e ragazzi. Il vestito firmato e costoso viene interpretato come simbolo di ricchezza e di successo ( in realtà è solo simbolo di spesa) ed è diventato uno strumento utile per essere accettati all’interno di un gruppo di persone. Una mamma, dopo aver spiegato alla figlia i meccanismi che spingono la pubblicità a sfruttare il conformismo dei giovani solo per ottenere vantaggi economici, la figlia le ha risposto: “ cara mamma, capisco quello che dici, ma per me è più importante quello che pensano i miei compagni di scuola”. Vestire abiti firmati costosi, acquistare auto di lusso per apparire ricchi o importanti è solo una trappola per chi in realtà non è ricco; chi è veramente ricco può vestire come vuole tanto rimarrà sempre ricco, chi non è ricco, anche se veste firmato, difficilmente riuscirà a dimostrare il contrario. Ma vediamo in realtà cosa ne pensano i ragazzi dei messaggi pubblicitari. Ho potuto confrontare i risultati della vostra indagine con quelli di un’indagine effettuata dal CENSIS a livello nazionale ed ho notato che le vostre risposte concordano con quelle dei vostri coetanei. Intanto c’è una diversa percezione della pubblicità rispetto ai mezzi di comunicazione che la trasmettono. La pubblicità è considerata invadente sui quotidiani per il 36%, nei periodici 32% e nella radio 42% , molto meno su internet. La pubblicità in TV è considerata Noiosa/fastidiosa 45,7% soprattutto dalle ragazze. Se poi consideriamo gli effetti della pubblicità ritenuti positivi dai ragazzi,…orientamento negli acquisti ….fonte di finanziamento per i media… ci sarebbe da riflettere.. Se da un lato siamo preoccupati per l’invadenza della pubblicità o della volgarità dei contenuti dei media, dall’altro la pubblicità crea attrazione con i suoi brevissimi spot, capaci di raccontare storie, di trasmettere informazioni brevi, semplici facili e divertenti, che abitua a cogliere più in fretta il messaggio……… forse ci troviamo di fronte ad un modo nuovo di comunicare, di trasmettere informazioni, contenuti formativi e per quanto possibile anche educativi, da utilizzare, perché no ?, nella didattica di alcune discipline scolastiche.