Basilica Patriarcale di San Marco SOLENNITÀ DI PENTECOSTE 19 maggio 2002 At 2, 1-11; 1 Cor 12, 3b-7. 12-13; Salmo 103; Gv 20, 19-23 S. E. Mons. Angelo Scola Patriarca di Venezia 1. «O Padre ... su coloro che hai reso figli di adozione in Cristo Tuo Figlio hai effuso lo Spirito Santo (…) che ha riunito i linguaggi della famiglia umana nella professione dell’unica fede». Con queste parole il Prefazio della Santa Messa fa memoria del miracolo della Pentecoste e ci aiuta riconoscerne la permanenza nell’oggi della Chiesa. Noi, convenuti questa mattina da tutte le parti del mondo, in questa splendida Basilica che custodisce le spoglie dell’evangelista Marco, forse più di altri possiamo renderci conto, anche fisicamente, dell’attualità del miracolo della Pentecoste: nel comune linguaggio della professione di fede molte nazioni di diverse lingue diventano l’unico popolo di Dio. Ciò che definisce il nostro convenire, infatti, non è la nostra provenienza culturale e nazionale: come i protagonisti del racconto degli Atti quel giorno a Gerusalemme, anche noi oggi potremmo dire: “Siamo italiani, tedeschi, inglesi, francesi, spagnoli… e tutti professiamo la stessa fede”. A definirci in profondità è invece il miracolo della Chiesa: il frutto compiuto della Pasqua del Signore, il dono per eccellenza dello Spirito Consolatore. 2. «Mandi il tuo Spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra» ci ha fatto recitare poco fa il Salmo Responsoriale. Nella Chiesa è data ad ogni uomo la possibilità di gustare le primizie di questa novità perché in essa la nostra condizione umana, in ogni suo risvolto - fino ai più oscuri e contraddittori -, già da ora partecipa, sia pur in modo incipiente, alla vittoria del Crocifisso risorto sulla morte. Così tutti i condizionamenti - legati al corpo, al tempo e allo spazio - di cui saremmo definitivamente prigionieri, vengono trasformati dalla fede nello Spirito in occasioni di benefica lotta che conduce al compimento della nostra libertà. Per la potenza del Consolatore - di questa compagnia che guida teneramente ciascuno di noi al suo destino - avviene quel prodigioso “rovesciamento” di cui la Sequenza ci dà una commovente documentazione: «Nella fatica, riposo, /nella calura, riparo,/ nel pianto, conforto». E l’opera vittoriosa dello Spirito, che «lava ciò che è sordido, irriga ciò che è arido, piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido», si realizza. Chi di noi ha avuto la grazia di incontrare nella sua vita un uomo o una donna segnati dalla santità sa bene cosa vogliano dire queste parole! 3. L’unità diventa il primo e più imponente segno della presenza salvifica dello Spirito. Nella comunione - è questo infatti il nome adeguato dell’unità che nasce dalla fede - ogni divisione, ogni confusione, ogni umana Babele è vinta alla radice. Così come ogni differenza, lungi dall’essere guardata con sospetto od ostilità, è abbracciata come un’insostituibile ricchezza: «…a ciascuno è data una particolare manifestazione dello Spirito per l’utilità comune» (1Cor 12,7). Eppure, se noi guardiamo a come vanno le cose nel mondo - soprattutto in quello ancora così tenacemente radicato dentro di noi - non possiamo evitare un interrogativo che suona scettico, quando non disperato: “Ma come è possibile?” Gesù ci indica la strada maestra. Lasciando ai suoi apostoli il dono dello Spirito prima di tornare al Padre, partecipa loro la Sua facoltà di perdonare i peccati: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi» (Gv 20,23). L’unità e la comunione diventano possibili solo dentro l’orizzonte dell’inesauribile misericordia del Padre che lo Spirito di Gesù Cristo risorto permanentemente ci offre. La misericordia è veramente una virtù divina che non ha nulla da spartire con la nostra capacità di “passar sopra”, o di dimenticare, o di censurare il male, in noi come negli altri. La misericordia è la capacità che lo Spirito possiede di ricreare l’uomo, rimettendolo realmente in gioco, al servizio del disegno del Padre. Essa però non si dà mai in modo magico, come un “colpo 1 di spugna” che svuoti la nostra libertà di ogni sua tensione drammatica. È la ragione per cui il Santo Padre, assai opportunamente ed acutamente, nel recente Motu proprio “Misericordia Dei” su alcuni aspetti della celebrazione del Sacramento della penitenza ci ha ricordato che occorre «... che il fedele, oltre alla coscienza dei peccati commessi, al dolore per essi e alla volontà di non più ricaderci, confessi i suoi peccati». La misericordia chiama in causa Te personalmente! Il dono dello Spirito viene elargito alla Tua libertà singolare e irripetibile. Assumiamo oggi con fermo proposito questo impegno ad accostarci con regolarità ed in modo individuale al sacramento della Riconciliazione. Ritorneremo alle nostre case con il cuore acceso dal fuoco dello Spirito. We are gathered in this Basilica from all over the world. This helps us to become aware of the miracle of Pentecost. In the profession of faith many nations become the unique People of God. This is the miracle of the Church. A miracle rendered possible through mercy: sin does not cancel the communion sprouted by the Holy Spirit. Therefore, let us not evade from the gift of mercy that the Church continuously offers us. As the Holy Father has recently reminded us, the sacramental and individual confession of sins is decisive in our lives in order to obtain God’s mercy. Reunidos en esta Basílica procedentes de todo el mundo nosotros, de modo privilegiado, podemos reconocer la actualidad del milagro de Pentecostés: en la profesión de fe muchas naciones se convierten en el único Pueblo de Dios. Es el milagro de la Iglesia. Un milagro fruto de la misericordia: nuestro pecado no es capaz de cancelar la comunión engendrada por el Espíritu Santo. Por tanto, no nos sustraigamos al don de la misericordia que la Iglesia nos ofrece continuamente. Como ha recordado recientemente el Santo Padre, la confesión individual de los propios pecados es decisiva para obtener la misericordia de Dios. Uns allen, die wir aus der ganzen Welt in dieser Basilika zusammengekommen sind, wird vielleicht mehr als anderen die Aktualität des Pfingstwunders klar: durch das Bekenntnis des Glaubens wird aus vielen Völkern das einzige Volk Gottes. Das ist das Wunder der Kirche – ein Wunder, dessen Ursprung Barmherzigkeit ist: unsere Sünde kann die vom Heiligen Geist gestiftete Gemeinschaft nicht auslöschen. Entziehen wir uns also nicht diesem Geschenk der Barmherzigkeit, das die Kirche ständig für uns bereithält! Wie der Heilige Vater uns kürzlich in Erinnerung gerufen hat, ist das sakramentale Schuldbekenntnis mit der persönlichen Angabe der Sünden entscheidend, um Gottes Barmherzigkeit zu erhalten. Nous qui sommes réunis dans cette Basilique, provenant de toutes les parties du monde, nous pouvons expérimenter plus que tous les autres l’actualité du miracle de la Pentecôte. Grâce à la profession de foi, des gens en provenance de différentes nations deviennent l’unique peuple de Dieu: il s’agit du miracle qu’est l’Eglise. Un miracle que la miséricorde de Dieu rend possible. En fait notre péché n’arrive pas à effacer la communion engendrée par l’Esprit Saint. Ne nous retirons donc pas du don de la miséricorde que l’Eglise nous donne constamment. Comme nous l’a rappelé récemment le Saint Père, la confession sacramentelle individuelle de ses péchés est décisive pour obtenir la miséricorde de Dieu. Vieni, Spirito Santo, e noi troveremo pace. Amen. 2