INFANZIA MISSIONARIA: UNA STORIA DI GRAZIA DI 150 ANNI

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INFANZIA MISSIONARIA: UNA STORIA DI GRAZIA DI 150 ANNI
Eccellenze Reverendissime, Segretari Generali delle Pontificie
Opere
Missionarie,
Direttori
Nazionali,
collaboratori
e
collaboratrici,
Una storia di grazia
I
150
anni
di
storia
dell'Infanzia
Missionaria
sono
una
storia di grazia, impossibile di essere descritta poiché è quasi
sempre nascosta in tanti cuori di bambini e in modo speciale nel
cuore di Gesù Cristo.
Ogni momento storico, alla luce del Mistero di Cristo, è un
tempo di grazia, un "kairós", un "momento favorevole" (2Cor 6,1;
Mt 24,45). La commemorazione dei 150 anni della Infanzia
Missionaria ci fa ricordare, anzi in un certo senso fa diventare
presente la storia di tanti bambini e adolescenti che hanno
pregato e si hanno sacrificato per la causa dell'evangelizzazione
specialmente dei bambini che ancora non conoscono Cristo.
Il 19 maggio 1843 Mons. Charles de Forbin-Janson, Vescovo di
Nancy,
fondava
l'Opera
della
Santa
Infanzia
(chiamata
posteriormente Infanzia Missionaria), diventata Opera Pontificia
nel 1922. In un primo momento, si trattava di aiutare i bambini
cinesi della cui situazione bisognosa ne davano notizie il
missionari. Successivamente però si è allargata a situazioni
simili in altri paesi del mondo, non soltanto a scopo di una
assistenza umanitaria, ma in modo speciale per una educazione
integrale e cristiana.
L'Opera è oggi diffusa in 106 paesi di tutti i Continenti,
con parecchi milioni di aderenti, bambini e adolescenti, perché
l'evangelizzazione viene anche affidata a loro sin dalla prima
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infanzia. Sono i bambini i migliori evangelizzatori dei bambini.
Loro possono capire con una sensibilità più adeguata ed
impegnativa il messaggio: "Ogni fanciullo è mio fratello".
Oggi si sottolinea non soltanto l'aiuto materiale, spirituale
e morale a bambini bisognosi, che è sempre necessario e urgente,
ma anche la formazione cristiana e missionaria dei bambini
aderenti all'Opera, in modo che da questa coscienza missionaria
scaturisca una vera condivisione di tutti i beni, specialmente
della fede cristiana.
In questo modo i bambini diventano operatori privilegiati di
evangelizzazione, non soltanto riguardo i bambini di tutto il
mondo, ma anche come risveglio della coscienza ecclesiale
nell'ambito
della
famiglia,
parrocchia,
scuola
e
gruppi
apostolici.
Il messaggio che sin da bambina la Beata Faustina
Kowalska (beatificata dal Santo Padre il 18 aprile 1993) aveva
ricevuto da Gesù, ci indica la capacità spirituale e missionaria
dei più giovani: "I fanciulli... somigliano di più al mio Cuore...
come angeli terrestri, vigilanti sui miei altari... soltanto
un'anima umile è capace di accettare i miei doni".
In questo cammino e in questa storia di grazia che ha già
fatto
l'Infanzia
Missionaria
durante
150
anni,
dobbiamo
ringraziare
la
collaborazione
preziosa,
sacrificata,
indispensabile e tante volte nascosta dei Direttori e responsabili
internazionali
collaboratrici.
Missionaria non
santificazione e
e
nazionali
e
dei
loro
collaboratori
e
Senza questa vostra collaborazione, l'Infanzia
avrebbe fatto tanti progressi nel cammino di
di evangelizzazione.
L'approfondimento del carisma specifico dell'Infanzia Missionaria
In questi anni postconciliari, è solito parlare di "carisma
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fondazionale", specialmente quando si tratta di Istituzioni
apostoliche, di vita consacrata e missionaria. Oggi tutte le
Istituzioni cercano di discernere ed approfondire il proprio
carisma fondazionale per poter rispondere meglio alle nuove
situazioni
e
alle
nuove
grazie.
Questo
discernimento
ed
approfondimento è un segno di rinnovamento e di nuova fecondità
spirituale e apostolica. Un carisma fondazionale non è mai
perfettamente attuato perché di fatto viene messo in pratica
continuamente in un processo armonico secondo le nuove situazioni
e nuove grazie.
L'Infanzia Missionaria, come tutte le Pontificie Opere
Missionarie, ha un suo carisma fondazionale, che appare sin dalla
vita del fondatore Mons. Charles de Forbin-Janson e in modo
speciale sin dal momento di essere riconosciuta como Opera
Pontificia. Secondo gli Statuti attuali, l'Infanzia Missionaria
"presta un servizio alle Chiese locali per aiutare gli educatori a
risvegliare
progressivamente
nei
fanciulli
una
coscienza
missionaria universale e per guidarli verso una comunione
spirituale e materiale con i fanciulli delle religioni e delle
Chiese più povere" (Statuti, cap. II, art. II, n.18).
Si tratta della collaborazione missionaria dei fanciulli a
bene di altri fanciulli più bisognosi in tutti gli aspetti; questo
fatto presuppone una formazione della coscienza missionaria dei
bambini a scopo di sentirsi veramente responsabili in un processo
di condivisione dei beni ricevuti da Dio e in modo speciale della
fede cristiana.
Essendo però un'Opera "Pontificia", l'Infanzia Missionaria fa
svegliare nella coscienza dei più giovani il senso di Chiesa, che
fa capo al Papa, cioè a chi "presiede la carità universale",
secondo l'espressione di San Ignazio di Antioquia nella sua
lettera ai Romani.
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E' molto importante questo riferimento al carisma di Pietro,
per poter collaborare armonicamente alla missione universale a
partire della comunione nella propria Chiesa locale con il propio
Vescovo, secondo il carisma specifico della Pontificia Opera della
Santa Infanzia. In questo senso, gli aiuti che vengono distribuiti
ai più poveri non sono per essi un motivo di umiliazione, ma un
segno di comunione e condivisione tra Chiese sorelle. Non è
propriamente un paese ricco o una Chiesa ricca che aiuta ad altri
paesi e Chiese più povere, ma è tutta la Chiesa che distribuisce i
beni tra tutti i suoi figli senza alcuna discriminazione. Questo
stesso senso di Chiesa mette in evidenza l'importanza dei
"piccoli" aiuti provenienti dai più piccoli e dai più poveri,
secondo la logica evangelica di dare agli altri "dalla propria
povertà" (Mc 12,44).
Questa formazione evangelica missionaria dei più giovani può
diventare il filo conduttore per riscoprire ed approfondire il
carisma specifico dell'Infanzia Missionaria e di ogni Pontificia
Opera Missionaria. In effetti, ogni Pontificia Opera Missionaria
ha il suo carisma fondazionale e specifico, il cui approfondimento
metterà in evidenza sia la necessità di attuare secondo lo propria
strada, che la convenienza di collaborare con le altre Pontificie
Opere Missionarie, nella comunione tra le Chiese locali e
nell'ambito della Chiesa universale. Saranno i fanciulli ben
formati nell'Infanzia Missionaria, diventati adulti, coloro che
collaboreranno più efficacemente nella Pontificia Opera della
Propagazione della Fede, nella Pontificia Opera di San Pietro
Apostolo e, nel caso di avere la vocazione sacerdotale e
consacrata, anche nella Pontificia Unione Missionaria.
Dopo aver fatto un cammino nell'Infanzia Missionaria, i
fanciulli, diventati adolescenti e giovani, non possono essere
dimenticati e tralasciati, ma piuttosto si deve pensare alla
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formazione di gruppi missionari che continuano nei Licei, nei
Collegi, nelle Università e anche posteriormente nei gruppi
professionali.
Le Direzioni Nazionali delle Pontificie Opere troveranno in
questo campo il loro compito di animare la comunione e
corresponsabilità per la missione universale della Chiesa,
animando al tempo stesso e formando gli animatori di ogni Opera e
di ogni gruppo nelle direttrici dell'enciclica "Redemptoris
Missio":
"L'universale
vocazione
alla
santità
è
strettamente
collegata all'universale vocazione alla missione" (RMi 90). La
spiritualità degli animatori dei gruppi dell'Infanzia Missionaria
(e delle altre Pontificie Opere) sarà la garanzia della continuità
nella dedizione e generosità missionaria.
Nuove situazioni e nuove grazie
L'Infanzia Missionaria, come tutte le istituzioni ecclesiali,
si trova davanti a delle nuove situazioni che presuppongono nuove
grazie di Dio per fronteggiarle coraggiosamente e adeguatamente.
La popolazione mondiale cresce in un ritmo tale che il numero di
bambini che non conoscono Gesù aumenta tutti i giorni invece di
diminuire. Tra i due miliardi di bambini esistenti nel mondo, la
maggioranza non conosce il Vangelo. 40 mila bambini muoiono ogni
giorno per fame, sete, malattie e violenze. 85 milioni sono senza
famiglia... E le statistiche potrebbero continuare con cifre
simili riguardo i bambini in situazione di abbandono, senza casa o
nei campi per il rifugiati...
Di fronte a queste situazioni appare con chiarezza l'urgenza
dell'annuncio di Cristo e del suo commando del amore come
obiettivo
primario
dell'azione
apostolica
dell'Infanzia
Missionaria.
Se il fondo universale dell'Infanzia Missionaria è cresciuto
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sensibilmente negli ultimi anni (da 11 miliardi di dollari nel
1989
a
14
miliardi
nel
1992),
questo
fatto
indica
un'approfondimento della coscienza missionaria dei fanciulli
dovuto principalmente alla formazione ricevuta attraverso le
adunanze,
le
pubblicazioni,
la
scuola,
la
catechesi,
le
celebrazioni liturgiche, ecc. E' questo una nuova grazia di Dio
che incoraggia a proseguire nel lavoro intrapreso.
Le direttive per distribuire il fondo universale è anche un
segno della crescita della coscienza missionaria. In effetti se
segue una scala di valori che riflette la sensibilità dei
fanciulli riguardo le missioni, cioè, l'educazione della fede,
l'apostolato missionario, l'istruzione scolastica e la protezione
fisica e morale dei bambini.
E' una nuova grazia il fatto che, secondo le parole di Mons.
Henri Bodet, "la scintilla della fiamma missionaria si è propagata
nei cuori dei bambini in tutti i continenti, sino a divenire per
alcuni di esse la stella che li guida ad un impegno apostolico
nella Chiesa e ad una vocazione sacerdotale e religiosa".
Sia nel concilio Vaticano II che nell'enciclica "Redemptoris
Missio", la Chiesa ha ribadito la priorità delle Pontificie Opere
Missionarie come "mezzi sia per infondere nei cattolici, fin
dall'Infanzia, uno spirito veramente universale e missionario, sia
per favorire un'adeguata raccolta di sussidi a vantaggio di tutte
le missioni, secondo le necessità di ciascuna" (AG 38 e RMi 84).
L'Infanzia Missionaria nella Nuova Evangelizzazione
Se di fatto costatiamo nella Chiesa e nella società
nuove situazioni e nuove grazie, questa realtà esige la
di un "nuovo fervore" da parte degli evangelizzatori, che
a trovare "nuovi metodi" e "nuove espressioni", secondo
attuale,
risposta
li aiuti
l'invito
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di Giovanni Paolo II nel lanciare l'idea di "una nuova
evangelizzazione". Se "la fede si rafforza dandola", da questo
principio emergono delle conseguenze molto chiare ed impegnative:
"La
nuova
evangelizzazione
dei
popoli
cristiani
troverà
ispirazione e sostegno nell'impegno per la missione universale"
(RMi 2).
Il prossimo futuro si prevede ricco di frutto evangelico,
condizionato però al risveglio della coscienza missionaria. Il
Papa Giovanni Paolo II vede "albeggiare una nuova epoca
missionaria" (RMi 92). In effetti, "Dio apre alla Chiesa gli
orizzonti di un'umanità più preparata alla semina evangelica" (RMi
3). Ma questo esige "impegnare tutte le forze ecclesiali per la
nuova evangelizzazione e per la missione ad gentes" (ibidem).
Il cammino per ogni missionario e per ogni istituzione
missionaria, a scopo di rispondere "con generosità e santità agli
appelli e sfide del nostro tempo" (RMi 92), è quello di
risvegliare "il loro carisma specifico" (66). Ecco perché
l'Infanzia Missionaria (come le altre Pontificie Opere) è
impegnata nell'approfondimento del proprio carisma fondazionale
che è carisma missionario specifico, cioè la formazione della
coscienza missionaria dei fanciulli e, per mezzo di loro, anche di
tutta la comunità cristiana, a scopo di impegnarsi per
l'evangelizzazione integrale di tutti i bambini del mondo.
In questo lavoro affascinante di animazione missionaria
dell'Infanzia
si
assicurerà
il
desideratum
dell'enciclica
"Redemptoris Missio": "Nessun credente in Cristo, nessuna
istituzione della Chiesa può sottrarsi a questo dovere supremo:
annunziare Cristo a tutti i popoli" (RMi 3).
in
Non vorrei dimenticare l'importanza della dimensione mariana
questo campo della formazione missionaria dell'Infanzia. I
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fanciulli sono molto sensibili al loro rapporto con la propria
mamma e quindi con la maternità spirituale della Vergine Maria.
Ebbene, sarà molto facile per loro capire il problema missionario
accennando alla realtà che la maggioranza del bambini del mondo
non conosce che Maria è la loro Madre, poiché neanche conosce
l'esistenza e l'amore di Gesù.
Se per ogni missionario, como ringraziamento per la fede
ricevuta, la cooperazione all'opera di salvezza si attua "con
Maria e come Maria, sua Madre e modello" (RMi 92), per gli
appartenenti all'Infanzia Missionaria, questa linea mariana sarà
una sorgente preziosa per attingere lo zelo missionario di far
conoscere e amare Gesù.
Ci vuole uno spirito d'infanzia evangelica per capire e
vivere l'ideale della Patrona delle Missioni, Santa Teresa di
Lisieux: "Amare a far amare l'Amore". L'Infanzia Missionaria,
nella sua collaborazione discreta ed efficace all'opera della
missione universale "ad gentes" (a tutti i popoli), è una
testimonianza permanente della validità del principio evangelico:
"dei fanciulli è il Regno dei celi" (Mt 19,14). I fanciulli e
adolescenti dell'Infanzia Missionaria possono essere uno strumento
privilegiato per contagiare lo zelo missionaria a tutta la
comunità ecclesiale.
Vorrei accennare ad un principio missiologico, sottolineato
nell'enciclica "Redemptoris Missio", che può essere applicato
analogicamente all'Infanzia Missionaria: "I battezzati delle
giovai Chiese" sono capaci di "essere come i primi cristiani, ed
irradiare entusiasmo e coraggio, in generosa dedizione a Dio e ai
fratelli"; di conseguenza, diventeranno "fermento di spirito
missionario per le Chiese più antiche" (RMi 91). Analogicamente
possiamo concludere: se in fanciulli cioè, i più giovani delle
nostre comunità s'impegnano generosamente nel dovere missionario,
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questo fatto sarà una spinta decisiva per tutte le comunità
ecclesiali: famiglia, istituti, movimenti, parrocchia, chiesa
locale e universale.
Grazie per la vostra preziosa collaborazione a quest'opera
missionaria chiamata anche oggi a svolgere un compito così
trascendentale nell'annuncio del Vangelo. Noi annunciaremo meglio
il Regno di Dio imitando lo spirito autentico dei fanciulli:
"Perché chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il
più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di
questi bambini in nome mio, accoglie me" (Mt 18,3).