Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento Ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione convenzionato con l’Università degli Studi di Milano IL COMITATO ETICO per la ricerca biomedica e l’assistenza sanitaria testo redatto a cura di Giuseppe Pozzi statuto e regolamento Renato Mantovani novembre 2000 Sistema Qualità UNI EN ISO 9002 Certificato n. 9122 AOIS Indice Pag.: Presentazione 1. Perché un Comitato Etico 2. Etica, desiderio e bioetica 3. La cultura del corpo nella clinica 4. Le opportunità della clinica dell’ascolto 4.1. Le richieste dei cittadini 4.2. Norme sul consenso informato ed etica nell’istituzione pubblica 4.3. Accoglienza ed ascolto della domanda 5. La proposta 5.1 Obiettivi 5.2. Metodologia 5.2.1. Istituzione del Comitato Etico per la ricerca biomedica e l’assistenza sanitaria 5.2.2. I Laboratori culturali per la salute 5.2.3. Il Forum per la famiglia ed il programma Editoriale 5.2.4. Deontologia e sistemi assicurativi: il collegio arbitrale 6. Aspetti economico finanziari Allegati A. Statuto B. Regolamento 2 3 4 6 8 10 10 12 13 13 14 14 14 18 19 20 20 Presentazione La società civile si trova sempre più impegnata a dover rispondere con appropriatezza alle scelte relative all'impiego di risorse in ambito assistenziale e terapeutico. La scienza offre alla società civile soluzioni inimmaginabili fino a qualche anno fa e dispone di tecnologie che sono in grado di trasformare profondamente la posizione del soggetto di fronte al suo desiderio ed alla responsabilità della sua vita. Oggi la questione è culturale ed etica. La pratica del consenso informato coinvolge già i cittadini uno per uno, nelle scelte terapeutiche. Il diritto alla salute è spesso orientato dai modelli economici e dai modelli giuridici più che dalle opportunità cliniche ed etiche. La normativa, non solo nazionale, per l'istituzione dei Comitati Etici, offre alla società opportunità e strumenti per favorire il dibattito relativo ad ogni situazione clinica. Il documento che presentiamo contiene spunti e stimoli per favorire tale dibattito. Insieme ai rappresentanti qualificati delle istituzioni che operano in ambito sanitario, religioso, giuridico, giornalistico, culturale ed economico-finanziario, l'Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento intende contribuire affinché il dibattito culturale e sociale possa risultare sempre più chiaro, pluralistico e rispettoso del desiderio e della vita del soggetto. Andrea Mattiussi Direttore Generale Eugenio Vignati Direttore Sanitario 3 1. Perché un Comitato Etico “Prima l’esistente poi l’ente”. È una massima nota nella cultura giuridico istituzionale sia in ambito pubblico sia in ambito privato. Ogni buon funzionario, o meglio, ogni buon cittadino, conosce perfettamente l’importanza di essere capaci di leggere ed interpretare la realtà degli eventi, ciò che è, ciò che esiste, e sostenerne poi, con gli strumenti del diritto, se necessario, l’orientamento favorevole alla crescita morale e sociale delle istituzioni stesse. Le norme arrivano dopo, quindi, per sostenere, in modo pubblico ed inequivocabile, un orientamento ed un’attesa già chiara per i cittadini e le istituzioni create per loro. I decreti ministeriali del 18 marzo 1998, relativi ai Comitati Etici, arrivano allora a sancire una richiesta sociale già esplicitata dai dibattiti sociali ed istituzionali in corso da anni in Italia e nel mondo civile? Questo vuol dire che la necessità di istituire un Comitato Etico per un’Azienda Ospedaliera non deriva solo dalle indicazioni legislative: sono, loro stesse, un riflesso della situazione sociale e storica del Paese. In tutto il mondo civile il dibattito sulla bioetica arriva a coinvolgere non solo gli specialisti del settore ma la popolazione stessa. È la popolazione, sono le famiglie, sono i cittadini, con la responsabilità che riguarda la loro vita, uno per uno, ad interessarsi, a voler sapere, a voler capire, a voler conoscere. A volte la voglia di conoscere e di voler sapere, soprattutto se la notizia si riferisce alla malattia od al dolore di qualcuno può nascondere anche della morbosità. Da sempre i giornalisti stessi sanno come utilizzare gli aspetti sensazionali delle notizie. Il più delle volte, tuttavia la popolazione si trova a schierarsi a favore di chi soffre per aiutare, per intervenire, con la spinta del cuore e della generosità dei sentimenti. Ma i sentimenti, da soli, alimentano la voglia ed il godimento degli aspetti sensazionali connessi alla notizia ed agli eventi. La questione etica va esattamente dalla parte opposta, va verso la direzione di una verità certa, una verità, per esempio, sorretta scientificamente. Come è possibile che anche la popolazione si misuri con le verità scientifiche oggi che la tecnologia permette di intervenire sulla vita 4 umana, sul corpo del soggetto, sui suoi organi, a tal punto da mettere in gioco in modo sempre più pressante ed evidente proprio la questione etica? È in gioco il valore di verità della decisione e del comportamento della scienza soprattutto quella empirica della medicina, per quanto ci riguarda. Le questioni più in gioco in questo dibattito che sembra mostrare uno scarto mai visto, fino ad oggi, tra etica e scienza si impongono di prepotenza in due ambiti: quello della nascita e quello della morte. Nella letteratura che riguarda le responsabilità del personale medico, gli esempi più significativi che vengono riportati riguardano casi di parto1. Dopo aver delegato per anni al medico ed alla medicina la propria nascita e la propria morte come oggetto della scienza, è intervenuta una crisi sia a livello soggettivo sia a livello sociale ed istituzionale che mostra l’impasse strutturale di questo modello centrato sulla delega all’altro. Gli Istituti Clinici di Perfezionamento sono, per così dire, il luogo del parto per eccellenza sia in Lombardia sia in Italia e come tali sono nella necessità di porsi la questione etica di come affrontare, con la popolazione che lo richiede, il dibattito sulle verità della scienza quando toccano gli atti umani della nascita e della morte. È soprattutto il momento della nascita che mette in gioco in modo più evidente l’ampia discrezionalità dell’intervento medico scientifico. La cronaca è oggi attenta e sensibile nel divulgare le notizie più sensazionali sulle nuove modalità di nascere, sulla violenza sessuale, sugli abusi all’infanzia. Sono tre argomenti che interessano sempre più spesso la magistratura. Sono temi ed eventi valutati in modo differente a secondo della cultura di riferimento in cui accadono o sono trattati. Sono proprio le realtà che invadono tutti i giorni gli ambulatori e le corsie dell’Azienda I.C.P. 1 Si veda, a titolo esemplificativo il primo capitolo del volume di Renato Mantovani e Paola Canziani Responsabilità e garanzie del personale medico Guerrini Studio, 1997 5 2. Etica, desiderio e bioetica Prole e sterilità, per citare l’ambito elettivo in cui l’Azienda I.C.P. si confronta tutti i giorni con i suoi programmi e con la sua organizzazione sanitaria, entrano, oggi, nella nostra cultura, con significati diversi. L’iter parlamentare per l’approvazione della legge sulla procreazione assistita si è incagliata sul divieto di fecondazione eterologa. Gli schieramenti che si contrappongono non riescono a trovare un accordo su un punto: il valore singolare del desiderio del soggetto in rapporto ai valori sociali della famiglia. A leggere la cronaca e gli atti che descrivono gli eventi e le modalità delle istituzioni e degli operatori sanitari e giudiziari di interrogare tali eventi ci si accorge subito di un dato inquietante: nessuno si pone mai il problema di interrogare il desiderio di maternità ed il desiderio di paternità dei soggetti coinvolti. È un buon modo per non interrogarsi minimamente sulle questioni del nascituro se non a partire dalle ideologie dei vari schieramenti oppure a partire dalle posizioni della fede religiosa. Distinguere il desiderio dalla voglia di affermarsi o affermare un principio non è semplice, implica un lavoro di ascolto della domanda e di interpretazione della richiesta. Trovarsi immersi in una disputa o peggio, in una lotta ideologica per il primato di una posizione contro l’altra è facile e corrisponde esattamente al rischio che stiamo già vivendo nella realtà quotidiana sulla scena istituzionale e sociale dei paesi civili. L’opportunità che possono offrire i Comitati etici non è quella di inventare ulteriori finzioni giuridiche per sostenere una ricerca scientifica che esclude il soggetto, con la sua parola e con la struttura del suo desiderio, dalla decisione di sperimentare. La questione cioè, non è di sperimentare su di lui, ma con lui. Tutta la problematica del consenso informato va in questa direzione. Proprio perché sessualità e procreazione sono diventate oggetto dell’interesse del sapere medico che, da fenomeni regolati dall’ordine naturale, sono stati tradotti, dalla scienza, in oggetti di studio e di ricerca. La prima inseminazione artificiale di una donna si realizza nel 1799 ad opera di un medico inglese. Nel 1804 l’esperimento verrà ripetuto in Francia. Dovremo aspettare un secolo ancora perché nasca il fenomeno dell’ospedalizzazione delle donne partorienti e quindi lo sviluppo delle tecnologie applicate al parto. Contemporaneamente a questo 6 impossessarsi del corpo che partorisce da parte della medicina, S. Freud, con la scoperta dell’inconscio, svincola la sessualità dal puro destino biologico per indicarla come campo di indagine nella clinica delle nevrosi. Sarà poi grazie a Lacan che si potrà cogliere tutta la portata della funzione del corpo nel suo statuto di corpo parlante, segnato dal godimento. Solo in questo modo la scienza stessa ha gli strumenti per sottrarre il corpo dal suo destino di puro oggetto di studio e di manipolazione al quale tende a relegarlo la medicina moderna. Nel Seminario L’Altro non esiste e i comitati etici2, Jaques Alain Miller sostiene: “C’è la sostituzione tra natura e cultura. Questa industrializzazione provoca effetti nocivi difficilmente misurabili, e ciò fa si che s’invochi, contro il reale prodotto dalla scienza, il reale della finzione giuridica …… Nascono così i Comitati Etici con lo scopo di restaurare finzioni giuridiche, stabilendo responsabilità e limiti al fine di fissare il reale scientifico” (p.140) Anche F. Fornari ha cercato di indagare, con gli strumenti della psicoanalisi, la questione dell’incontro tra natura e cultura, tra genialità e pregenitalità3. Il suo lavoro rimase incompiuto ma segnò una svolta nelle sue ricerche. La massiccia introduzione di tecnologia nella sfera riproduttiva umana mostra di essere in grado di modificare il reale di uomini e donne. La tecnologia, in tema di nascite e di parto assistito sembra sfidare il mito d’Edipo che stabilisce un sistema di valori connessi alla paternità ed alla maternità, nel loro intreccio di reale, di immaginario e di simbolico. La famiglia nucleare non ha più quella funzione che ha sempre avuto? La questione riguarda i medici, l’azienda ospedaliera così come la popolazione e le istituzioni sociali. L’apparato teorico di Freud e Lacan contiene strumenti indispensabili per analizzare quanto accade nelle comunità umane e sostenere il valore etico della vita nella prospettiva scientifica. Ad una condizione, che ci si accorga e si tenga conto che l’uomo nasce nel linguaggio. Occorre dare spazio alla parola che si fa carne perché anche il corpo possa essere ascoltato prima di essere manipolato. L’insegnamento di Lacan, in particolare, mostra come la comunità umana e la comunità scientifica 2 3 L’Altro che non esiste e i comitati etici, Seminario di J.A.Miller, Paris VIII nel 1998. F. Fornari Genialità e cultura, Astrolabio 1975 7 possano avere una tensione in comune: la passione per l’etica4 (éthos) come testo, oggetto di un lavoro permanente. 3. La cultura del corpo nella clinica5 Per capire che cosa chiede un paziente difficile o un paziente grave occorre capire cosa chiede un soggetto, che cosa orienta, cioè, un soggetto nel vivere la sua vita. La comprensione della domanda del paziente non è cosa da poco se pensiamo che come insegna J. Lacan “L’uomo è captato dall’immagine del suo corpo”. La constatazione che spesso i pazienti sono affetti da bisogni immaginari è noto al mondo della medicina che ha addirittura coniato una diagnosi per tali pazienti chiamandoli ipocondriaci. Oggi ci sono le così dette forme psicosomatiche per dare un nuovo nome sempre alla stessa questione. Quanto dell’immaginario del paziente è presente alla sua domanda di salute? Lo stesso placebo è già una risposta sistematica in grado di filtrare e fare la differenza tra la domanda di realtà del paziente e la domanda immaginaria del soggetto che gioca il ruolo del paziente. Anche il “malato immaginario” è pur sempre un malato, da trattare come tale. È importante in questo caso cogliere la struttura psichica che muove la domanda per evitare che si gonfi troppo di richieste immaginarie relativamente alla propria “immagine corporea”. La questione dell’immagine del corpo è determinante per capire molte cose. È per via dello sguardo, inoltre, che questo corpo prende peso nel discorso del soggetto e nel discorso della medicina: la maggior parte di ciò che l’uomo pensa ha qui le sue radici. La medicina stessa è definibile come la clinica dello sguardo. La medicina ha trattato i fenomeni del corpo in modi differenti a secondo del periodo storico di riferimento: le società antiche erano società dell’essere ed allora la medicina interveniva tenendo conto dell’unità del Le séminaire de J.Lacan. Livre VII. L’éthique de la psychanalyse (1959 – 1960) 1986 Edition du Seuil, Paris. A proposito della distinzione proposta da J. Lacan tra ed , che permette di chiarire la posizione della scienza rispetto alla struttura del desiderio, si veda Radiofonia. Televisione, Einaudi, Torino 1982, p.94. 5 I concetti proposti in questo capitolo sono tratti dalla conferenza “Il corpo e la psicosomatica” tenuta da Philippe La Sagna, psicoanalista, a Roma 4-6 febbraio 2000. 8 4 corpo con il suo essere vivente; le società cristiane a loro volta hanno fondato le società dell’anima e la medicina sapeva tenere conto dell’aspetto spirituale che ogni corpo portava con sé; con il secolo XVI, nell’età del barocco c’è, per così dire, un ritorno del corpo, per cui la medicina incomincia a capire l’importanza del tavolo anatomico ed introduce il principio dell’apprendimento da un corpo morto; l’epoca moderna, con l’illuminismo inaugura l’epoca del soggetto per cui “ogni persona è un essere legale, con più realtà del nostro essere naturale” come sosteneva lo stesso Hegel, l’essere legale, allora, prende il posto dell’essere naturale, dell’essere reale. Con Cartesio la modernità inaugura un’epoca completamente nuova, l’epoca della scienza: il soggetto moderno, cioè non ha più come partner il corpo, ma il sapere delle scienze; il corpo diventa oggetto di studio in opposizione al sapere corrente; il soggetto è in rapporto con il sapere e con la legge (Kant). Dal punto di vista della morale non ci si orienta più a partire dal corpo, ma a partire da un sapere indipendente dal corpo. Il corpo è una macchina. L’epoca moderna ha fatto del corpo un bene materiale, un avere del soggetto. Da qui l’essere umano non poteva più considerare che era un corpo, ma che aveva un corpo. J. Lacan, nel suo Seminario n. II, dimostra che S. Freud, nelle sue ricerche e scoperte, aveva la posizione del medico moderno, che considera il corpo come una macchina che si smonta. Freud, però aggiunge qualcosa al soggetto moderno: non più solo corpo e legge. Egli aggiunge una piccola voce frutto del suo lavoro semeiotico e cioè la parola sintomo. La malattia organica che ha una componente psichica ha il suo valore di sintomo sia per il medico sia per il soggetto che la descrive nel suo discorso, nel suo linguaggio. In questo discorso il sintomo contiene anche la parte di godimento che impedisce al soggetto di abbandonare così facilmente la struttura sintomatica che si è costruita. Ascoltando le isteriche Freud lascia parlare il corpo e scopre che parla di sesso. Il corpo, estromesso come elemento dell’essere, ritorna nel discorso del soggetto sotto forma di sessualità. Oggi corpo è una metafora pudica per il sesso. Nello stesso periodo storico Nietche rimette in auge il corpo come mezzo per criticare la prospettiva illuminista per cui il soggetto è sottomesso alla legge. Nella società contemporanea la critica alla sottomissione porterà in primo piano il corpo come ciò che è oppresso dalla legge sociale (Foucault). Inizia, allora, nella nostra epoca a comparire un nuovo edonismo e si propone un’estetica individuale dove la materia prima è il corpo proprio. 9 Il corpo diventa plastico, non è dato dalla natura, ma diventa uno spazio di creazione che l’individuo usa come un oggetto: ci si fa un corpo (es.: moda attuale della chirurgia estetica, tatuaggi, piercing …..). Il corpo diventa cosmetico, non è più un mezzo per vivere, ma si vive per farsi un corpo attraverso le diete, lo sport,…..si mette in mostra il proprio corpo come si esibisce la propria macchina…..Una volta la medicina si occupava delle malattie, oggi si occupa della salute che diventa un bene che si accumula. La salute è un capitale che bisogna far fruttare. Bisogna evitare le malattie. 4. Le opportunità della clinica dell’ascolto 4.1. Le richieste dei cittadini La razionalizzazione economica necessita di confrontarsi con dati misurabili, l’etica clinica implica l’impegno dell’operatore con un paziente concreto. Il medico ha bisogno di essere rassicurato sul fatto che la questione non è di razionare le cure, ma di migliorare la trasparenza nei rapporti con la dirigenza aziendale e con i pazienti stessi per ottenere risultati più efficaci nel sistema diagnostico e terapeutico assistenziale. La questione è culturale ed implica per gli operatori sanitari una presa di contatto con la nuova realtà generale del paese relativamente al modello della spesa sanitaria. Dal 1993 in Italia la spesa farmaceutica è ripartita per il 50% a carico del S.s.n. per l’altro 50% a carico dei cittadini. Secondo la recente pubblicazione del Censis e del Forum per la ricerca biomedica6, il modello del flusso informativo relativo alle scelte di consumo dei farmaci prima del 1993 aveva questo andamento: Industria Medico paziente S.s.n. Accrescere l’efficacia degli interventi. L’esperienza delle linee guida diagnosticoterapeutiche e la regolazione del settore farmaceutico. A cura di Carla Collicelli, Michele Cortellaro. Franco Angeli 1999 10 6 In questo schema è evidente la posizione passiva del paziente che riceve quello che serve alla sua salute con la mediazione-filtro del proprio medico di fiducia, del medico specialista, di un esperto, cioè, che si occupa della salute del cittadino. A questo esperto il cittadino delegava le decisioni che lo riguardavano in materia di salute, nell’occasione della nascita e della morte. Con l’introduzione della classificazione per fasce di farmaci, che favorisce la compartecipazione privata alla spesa, i flussi informativi sembrano piuttosto seguire delle direttrici di tipo circolare come indicato dallo schema seguente: Medico S.s.n. Paziente-consumatore Industria In questo modello si può osservare la nuova situazione in cui è collocato il paziente che non è più passivo rispetto alle decisioni che lo riguardano. È diventato un consumatore responsabile della propria salute. È collocato in una posizione centrale, di consumatore che negozia, a 360° la gestione della propria salute. In prospettiva – prosegue il rapporto – il paziente tenderà ad assumere un atteggiamento sempre più incalzante e propositivo, sia nei confronti del medico prescrittore sia nei confronti del S.s.n. ed essi dovranno saper dare efficace ed adeguata risposta a istanze ed aspettative che, attualmente, i soggetti territoriali intermedi – i medici, le strutture periferiche del S.s.n. – riescono con affanno ad evadere. La presenza ormai reale della società attraverso il ruolo dei pazienti nell’andamento della spesa sanitaria stimola inevitabilmente gli attori che erogano salute come gli ospedali verso una nuova concezione culturale del sistema informativo ed organizzativo dell’atto diagnostico e terapeutico assistenziale. 11 4.2. Norme sul consenso informato ed etica nell’istituzione pubblica La normativa, oggi copiosa, sul consenso informato alla terapia medica sta a dimostrare la necessità di un’attenzione specifica da parte dell’operatore sanitario, sia medico, sia infermiere, nell’ascoltare e tenere conto del discorso del paziente per poterlo informare in modo adeguato rispetto alle sue condizioni di salute ed alla necessità di assistenza e di terapie da adottare. Una particolare attenzione viene poi messa, nelle normative e dallo stesso Garante per la privacy, al consenso in età pediatrica. Il Codice di Deontologia medica, inoltre, sottolinea la necessità che il medico contribuisca a proteggere il minore, l’anziano ed il disabile, soprattutto quando il loro diritto alla salute ed alle cure appare minacciato e in particolare quando ritenga che l’ambiente familiare o extrafamiliare, nel quale vivono, non sia sufficientemente sollecito all’assistenza ed alle cure che sono loro dovute. Il sistema sanitario è, inoltre, sempre più sollecitato a prestare ascolto alle esigenze ed alla domanda di cura ed assistenza da parte dei pazienti dal momento che la compartecipazione alla spesa sanitaria è sempre più evidente. Soltanto per la spesa farmaceutica è da registrare, con le nuove normative una partecipazione dei cittadini al 50% della spesa complessiva nazionale mentre l’altro 50% sarebbe a carico del S.s.n. La questione del dire o meno la verità al paziente grave è da trattare con la cautela e la prudenza che richiede la situazione soggettiva e non è certo orientata dalle considerazioni connesse al fatto che il paziente è il soggetto che paga le prestazioni sanitarie e quindi ha diritto di sapere quello che si fa per lui. Rimane il fatto che il soggetto malato è di solito più preparato del parente ad incontrare, nel discorso, i dati di realtà della propria condizione di salute avendoli già, di fatto, incontrati, per così dire, nella sua carne, nel suo corpo biologico e quindi anche mentale. 12 4.3. L’accoglienza e l’ascolto della domanda L’attività degli I.C.P. è tale da coinvolgere gli operatori su questioni delicate connesse alla violenza sessuale alla sterilità ed al parto assistito. Gli eventi connessi a tali situazioni devono prevedere una grande competenza e capacità da parte degli operatori nell’ascoltare la posizione dei pazienti e dei familiari, soprattutto in caso di abusi e violenze ai minori. La richiesta di aiuto in questi casi va valutata attentamente cercando anche di analizzare e capire la natura della domanda in relazione alla struttura psichica del soggetto ed al suo effettivo desiderio di aiuto. La medicina, le discipline giuridiche e la psicologia conoscono bene gli atti dimostrativi di persone che chiedono di essere sostanzialmente prese in carico, prima ancora che prese in cura, indipendentemente dal fatto che i comportamenti siano autolesivi o eterolesivi. In una realtà multietnica, inoltre, è ancora più evidente come la richiesta di aiuto alla scienza medica sia anche in relazione alla cultura tipica di un determinato contesto e contiene a volte anche richieste di aiuto che vanno oltre il soggetto in difficoltà, contiene una opportunità culturale da mettere al lavoro a livello sociale più generale. Nel caso di una sperimentazione l’adesione del soggetto alla ricerca implica anche un’offerta del proprio corpo alla scienza e quindi anche l’idea di poter servire in un qualche modo ad una causa sociale. Quando un soggetto accetta di entrare a far parte di una sperimentazione mette una parte di sé nella causa sociale e occorre prendere questa offerta con prudenza, per evitare fraintendimenti e malintesi. 5. La proposta Il programma che si propone: rientra nell’ambito dell’attività sanitaria istituzionale che valorizza le esigenze di trasparenza e di etica delle normative sanitarie, delle richieste esplicite degli operatori, delle richieste esplicite dei pazienti e del loro contesto socio-familiare, delle richieste esplicite delle associazioni di volontariato; 13 offre opportunità culturali e sociali di coinvolgimento delle istituzioni e della popolazione sui temi di etica che riguardano la salute dei cittadini; ha il compito di approvare i protocolli di studio, la idoneità degli sperimentatori, delle strutture, dei metodi e del materiale da impiegare per ottenere e documentare l’indispensabile consenso informato dei partecipanti allo studio clinico. 5.1 Obiettivi 5.2. Istituire il “Comitato Etico per la ricerca biomedica e per l’assistenza sanitaria” degli I.C.P. Valorizzare a livello culturale le scelte etiche e scientifiche assunte nelle sperimentazioni cliniche; Realizzare compiti connessi alla sperimentazione dei medicinali; Attivare il nucleo per la bioetica e l’assistenza sanitaria; Istituire il collegio arbitrale con funzioni conciliative; Realizzare il Forum per la famiglia l’etica e la clinica; Metodologia 5.2.1. Istituzione del Comitato Etico per la ricerca biomedica e per l’assistenza sanitaria Viene istituito, sulla base delle normative vigenti, il Comitato Etico per la ricerca biomedica e per l’assistenza sanitaria. L’attività viene svolta su due differenti livelli o ambiti clinico-culturali: La sperimentazione dei medicinali e la ricerca clinica; La valutazione bioetica e l’assistenza sanitaria, nell’ottica di un dibattito pubblico e culturale connesso anche alle sperimentazioni. Il lavoro è affidato ad un'unica struttura operativa appositamente organizzata in due differenti gruppi di lavoro che operano in costante e diretto collegamento tra di loro nel rispetto dei differenti obiettivi che statutariamente vengono loro assegnati (si veda schema "Struttura del Comitato Etico" a pag.: 17). 14 La sperimentazione e la ricerca clinica offriranno al gruppo di lavoro per la bioetica e l’assistenza sanitaria, l’oggetto culturale e di studio per le valutazioni etiche opportune e per favorire il dibattito con le istituzioni sociali e con i cittadini. Composizione e compiti del Comitato Etico Nel rispetto del dispositivo di legge l’individuazione dei componenti del Comitato risponde alle necessarie condizioni di indipendenza e sono articolati secondo criteri di interdisciplinarietà per poter essere in grado di operare relativamente all’esecuzione di qualsiasi tipo di sperimentazione per la quale è vincolante l’approvazione del Comitato stesso. Il Comitato opererà nel rispetto dello Statuto e del Regolamento allegato al progetto. Per la Composizione del gruppo di lavoro si rinvia allo statuto allegato. Il collegio arbitrale, in particolare opererà individuando nel Comitato, gli specialisti necessari al caso. A tal proposito si rinvia allo specifico regolamento allegato. Il Comitato Etico si avvale della Consulta Interdipartimentale (C.I.) dell’Azienda Ospedaliera I.C.P. individuata dai 12 responsabili di Dipartimento degli I.C.P. ed inoltre, di consulenti (medici e non medici, anche non dipendenti I.C.P.) che verranno interpellati a seconda delle necessità specifiche. Questi consulenti potranno far parte di gruppi di lavoro e di studio comunque coordinati da membri effettivi del Comitato Etico. È istituito altresì l’Ufficio di Segreteria del Comitato Etico identificato nelle persone del Direttore Generale, Direttore Sanitario, consulente legale, segretario. L’ufficio di Segreteria è strumento indispensabile per il corretto funzionamento del Comitato stesso. È alle dirette dipendenze della Direzione Sanitario ed avrà al proprio interno le competenze necessarie allo svolgimento delle istruttorie a supporto delle attività del Comitato 15 Etico e per predisporre i temi e gli argomenti di interesse etico generale da sviluppare nel dibattito istituzionale. L’ufficio sarà dotato di idonei strumenti informatici, dovrà poter accedere alle informazioni scientifiche disponibili sui prodotti oggetto delle sperimentazioni ed alla documentazione specifica relativa agli argomenti etici di interesse generale. Compiti specifici dell’ufficio di segreteria saranno: 1) Relativamente alla sperimentazione: Recepimento delle pratiche; Verifica della completezza della documentazione; Accertamento del profilo conoscitivo del farmaco; Assegnazione della pratica al relatore; Trasmissione del parere del Comitato Etico ai vari destinatari; Istruttoria della convenzione Sponsor/Ente; Istruttoria delle delibere di approvazione; Archiviazione degli atti. 2) Relativamente al lavoro del Collegio Arbitrale7: Recepimento delle pratiche; Istruttoria dei quesiti e delle azioni con risvolti legali; Formazione del Collegio Arbitrale; Lodo arbitrale; Trasmissione del parere del Collegio arbitrale ai vari destinatari; 3) Relativamente alle questioni di bioetica e di assistenza sanitaria: Ricerca ed analisi delle questioni di bioetica; Predisposizione dei quesiti da sottoporre al vaglio del Comitato; Analisi e divulgazione delle argomentazioni e delle proposte del Comitato; Organizzazione dei Forum per la famiglia, l’etica e la salute; Ogni altro tema od argomento ritenuto meritevole di attenzione da parte del Comitato Etico. Attivazione e Gestione sito internet. 7 per la specifica attività del Collegio Arbitrale si rinvia al regolamento allegato. 16 Struttura del Comitato Etico CONSULTA INTERDIPARTIMENTALE A.O.I.C.P. Coordinamento - segreteria FUNZIONI FUNZIONI Nucleo per la sperimentazionne dei medicinali Nucleo per la bioetica e l'assistenza sanitaria Strumenti: Strumenti: Protocolli; Giudizio di notorietà; Giudizio di adeguatezza; Fattibilità. 17 * Pareri extra-giudiziali; * Forum per la famiglia * Conferenze – Seminari; * Attività editoriali. 5.2.2. I Laboratori culturali per la salute Sono indirizzati a tutta la cittadinanza ed in particolare alle scuole dell'obbligo, alle scuole superiori ed agli studenti universitari. Gli ambiti sociali in cui vengono testimoniati i compiti evolutivi della specie, la famiglia e le scuole, sono i luoghi elettivi per un programma da articolare sotto forma di laboratori culturali. L'obiettivo è quello di poter introdurre, anche nel sistema educativo sociale e familiare, una proposta culturale per favorire un dibattito pubblico sull'etica. Si tratta di intercettare, per esempio, i luoghi ed i riti dove si rappresentano gli eventi che testimoniano le tappe evolutive del soggetto e della famiglia come insieme sociale. Investire sui temi della salute, della relazione educativa, delle scelte etiche personali e sociali rende possibile anche tentare di costruire una cultura del benessere, della prevenzione e della società civile. Le proposte e le iniziative sono articolate in modo differente così da poter organizzare laboratori specifici rivolti a tutti e laboratori offerti a tutte le scuole interessate. Gli strumenti per realizzare tali laboratori sono da individuare nei documenti già disponibili (film, libri, atti legislativi) da istituire come documenti stimolo per una lettura ed una elaborazione in pubblico oppure da realizzare attraverso delle conferenze a tema. La modalità di lettura ed elaborazione è articolata in modo differente a seconda che si operi con un pubblico indistinto o con le scuole. Da studiare, inoltre, un uso mirato dei sistemi informatici per favorire dibattiti pubblici attraverso internet. Per favorire un accomunamento degli esiti di tali dibattiti sarà inoltre opportuno dar voce a chi interviene non solo durante i dibattiti stessi ma realizzando concorsi specifici ed a tema dove tutti potranno proporre propri elaborati nelle varie categorie concorsuali (es.: fumetti, fotografie, scrittura creativa). 18 5.2.3. Il Forum per la famiglia ed il programma editoriale Costituisce la parte che tiene in tensione l’operatività del Comitato Etico, il lavoro clinico degli operatori degli I.C.P. e la popolazione interessata. Permette la verifica pubblica e permanente del lavoro di sperimentazione sanitaria degli operatori coinvolti ed interessati. Si tratta di un programma di discussione pubblica e di conferenze teoriche sulla clinica dell’ascolto da articolare di volta in volta con la direzione dell’Ente e organizzabile d’intesa con il Dipartimento di riferimento nel cui ambito avviene la sperimentazione o che è coinvolto nella questione o argomento etico dibattuto. Nell’arco di un anno saranno previste due/tre conferenze con discussione di casi clinici. Le conferenze sono aperte a tutti gli operatori dell’Ospedale, con particolare riferimento a quelli con in quali si è stabilito il tema della conferenza ed a tutti i volontari interessati. Di seguito viene data l’indicazione di una conferenza tipo: Chairman: indicato dal Comitato Etico o dall’Azienda I.C.P. Relatore: medico/psicoanalista/esperto di chiara fama che tratta il tema in oggetto sia a livello della teoria sia a livello della pratica clinica. Presentazione dei casi clinici connessi alla sperimentazione o a temi di etica, clinica e famiglia: sperimentatore/relatore membro del comitato etico preposto alla sperimentazione o esperto invitato; membro del comitato etico preposto alla bioetica o esperto invitato. La presentazione dei casi clinici viene commentata ed interrogata da due animatori per relazione e, dopo la discussione, valorizzata dal relatore ufficiale. La testimonianza dell’intera conferenza con le conclusioni a cura del relatore e del chairman potranno essere anche oggetto di pubblicazione, per esempio nei quaderni dell’Azienda Ospedaliera e messi a disposizione dei dipendenti, dei volontari, della cittadinanza o diffusi tramite internet. 19 5.2.4. Deontologia e sistemi assicurativi: il collegio arbitrale La letteratura giudiziaria ha accumulato esempi significativi che possono essere analizzati e valutati prima di coinvolgere l’autorità giudiziaria per favorire un accordo equo tra le parti, nel rispetto di un’etica dell’interpretazione degli eventi, più che di una interpretazione legislativa da applicare agli eventi. Non c’è bisogno di rinviare agli ambiti propri della psicologia della testimonianza per sottolineare l’importanza di un organismo che si ponga il compito di valutare gli aspetti soggettivi e negoziabili delle parti in causa. Pur dovendo operare nel rispetto della norma, è evidente l’utilità di prestare ascolto a chi chiede per sapere qualcosa di più della sua domanda. Sarà a partire da ciò che potrà essere comprensibile della domanda del soggetto, ripulendolo dagli aspetti strumentali inevitabili in ogni richiesta rivendicativa che il Collegio Arbitrale avrà più possibilità di istruire un lodo equo. Potrebbe essere interessante, inoltre, valutare l’operatività del Comitato Etico d’intesa con il sistema delle Assicurazioni. Questo permetterebbe al Lodo arbitrale di avere anche una funzione di giudizio e di copertura assicurativa specifica. 6. Aspetti economico-finanziari Nulla è dovuto ai membri del Comitato per la loro partecipazione Le spese vive saranno autorizzate preventivamente dal Comitato per il puro aspetto di indennizzo da imputarsi ad un centro di costo specifico delle spese generali della Direzione Sanitaria Sono da prevedere tutte quelle ipotesi di sponsorizzazione opportune per realizzare le varie iniziative del Comitato. 20 Allegato A Statuto del "Comitato Etico per la ricerca biomedica e l’assistenza sanitaria" L'Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano ha istituito il Comitato Etico per la Ricerca Biomedica e per l’Assistenza Sanitaria come Organo di consultazione e di riferimento per ogni problema di natura etica che si possa presentare nell’ambito della pratica clinica e della ricerca biomedica nell’Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento. Restano di esclusiva pertinenza dell'Ente Statutario la giurisdizione, le competenze e le funzioni specifiche attribuite per legge all'Ente stesso. Tale Comitato sarà composto da professionisti o rappresentanti delle istituzioni che operano in ambito accademico, sanitario, sociale, religioso, giuridico, giornalistico, assicurativo, culturale, economicofinanziario e di volontariato. I componenti designati potranno comunque avvalersi e far partecipare ai lavori ed alle riunioni i professionisti competenti di propria fiducia. Art. 1 - Funzioni Il Comitato Etico per la Ricerca Biomedica e per l’Assistenza Sanitaria degli I.C.P. svolge essenzialmente quattro funzioni: a) consultiva; b) di indirizzo e verifica; c) informativo - educativa; d) formazione di organismo per arbitraggi in tema di responsabilità medica devolvibile ad organismo arbitrale. A) La funzione consultiva si esplica mediante l’esame delle problematiche di carattere etico-assistenziale che possono emergere nell’attività degli I.C.P. in maniera ricorrente o saltuaria, di volta in volta proposte dagli operatori sanitari e dalle autorità sanitarie ed amministrative. B) La funzione di indirizzo e verifica si esplica mediante l’esame e valutazione dei protocolli di ricerca e di sperimentazione clinica. C) La funzione informativo-educativa si esplica mediante la sensibilizzazione del personale dell’Ente e la promozione di programmi educativi, anche per la cittadinanza in rapporto alla 21 umanizzazione della medicina, ai diritti del malato ed, in generale, ai problemi dell’etica e della bioetica. D) La funzione di arbitraggio si esplica: nominando di volta in volta i componenti del collegio arbitrale e sottoponendo a giudizio le questioni connesse alle parti in causa; formulando il giudizio di competenza e la trasmissione dello stesso. Art. 2 - Competenze Il Comitato Etico per la Ricerca Biomedica e per l’Assistenza Sanitaria esprime valutazioni e pareri non vincolanti in merito a: - consenso all’atto medico ed informazione del paziente; - rapporto medico-paziente, medico-struttura; operatore-paziente, paziente struttura e struttura-paziente; - riservatezza dei dati informatici; - cure palliative; - problematiche inerenti l'eutanasia passiva; - accanimento terapeutico; - trapianto di organi da vivente e da cadavere, diagnosi di morte e tutela del donatore; - sperimentazione clinica di nuove metodiche medico-chirurgiche; - sperimentazione clinica e relativi protocolli farmacologici; - sperimentazione sull’animale; - priorità nell’utilizzo di risorse tecnologiche e strutturali limitate; - diagnosi prenatale e aborto terapeutico; - procreazione assistita; - clonazione e manipolazione genica; - libertà di cura e scelta della terapia per minori; - medicina alternativa; - ogni altra tematica di particolare rilevanza bioetica non compresa nelle precedenti. Rimane chiaramente inteso che, nelle materie di cui al precedente comma, restano fatte salve e riservate le competenze del Comitato Etico dell'Università degli Studi di Milano, con il quale saranno stabilite le opportune modalità di coordinamento. 22 Art. 3 - Fonti di Riferimento I riferimenti normativi dei pareri espressi dal Comitato sono i seguenti: 1 - la Costituzione della Repubblica; 2 - le Leggi civili e penali dello Stato; 3 - la Deontologia medica italiana; 4 - le Convenzioni europee ed internazionali sui diritti dell’Uomo; 5 - la carta dei servizi degli I.C.P.; Art. 4 -Adozione dei Provvedimenti Amministrativi Il presente statuto può essere modificato o integrato di norma su iniziativa dell'Ente o su proposta non vincolante del Comitato stesso a maggioranza qualificata (2/3). In tutti i casi il nuovo statuto così variato dovrà essere di nuovo deliberato dagli Enti di riferimento in piena ed insindacabile autonomia di giudizio. La modifica del regolamento accluso adottata con identica metodologia non richiede nuova delibera, ma semplice presa d’atto dell'Istituzione costituente. Allegato B Regolamento Interno del "Comitato Etico per la ricerca biomedica e l’assistenza sanitaria" a) Delle cariche direttive: il Comitato Etico per la Ricerca Biomedica e per l’Assistenza Sanitaria individua, nel Direttore Sanitario dell'Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento il Presidente del Comitato stesso. Il Presidente designa un Segretario organizzativo. Presidente e Segretario rimangono in carica circa 3 anni e possono essere rieletti. Il Presidente assume la rappresentanza esterna del Comitato, fissa l’ordine del giorno, convoca le riunioni in data e luogo di sua scelta, cura il regolare svolgimento delle sedute, nomina un relatore delle diverse tematiche o quesiti inseriti nell’o.d.g., assume tutti gli atti amministrativi che eventualmente si rendessero necessari per il corretto funzionamento del Comitato. Il Segretario cura la redazione del verbale che deve essere approvato nella seduta successiva, custodisce altresì l’archivio della documentazione agli atti compresi i verbali e le determinazioni finali di cui al successivo comma d). 23 b) Della discussione e delle votazioni: la funzione del comitato non è quella di votare dei pareri ma di metterli in discussione per stimolare ed animare il dibattito sociale e scientifico, valorizzare iniziative culturali. Nel caso di votazioni le decisioni o i pareri vengono comunque assunti con voto palese all’unanimità, a maggioranza o in discordanza. c) Della convocazione del Comitato: il Comitato si riunisce almeno due volte l’anno e di norma a cadenza mensile, ogni qual volta il Presidente lo ritenga necessario oppure quando lo richieda almeno 1/3 dei componenti su di uno specifico o.d.g.. L’o.d.g. deve essere inviato con un congruo anticipo (almeno 15 gg.) ai componenti del Comitato unitamente alla convocazione e al verbale della seduta precedente. d) Dei verbali e delle decisioni finali: per ogni seduta verrà redatto apposito verbale che, con riferimento ai punti trattati, riassume succintamente le diverse posizioni e le decisioni finali prese. I pareri finali sui diversi temi trattati vengono redatti in duplice copia di cui una conservata agli atti e l’altra inviata al proponente il quesito. Gli atti del Comitato Etico per la Ricerca Biomedica e per l’Assistenza Sanitaria sono pubblici. e) Delle incompatibilità: al fine di assicurare la necessaria indipendenza e imparzialità del giudizio, gli eventuali conflitti di interesse ai temi all’o.d.g. devono essere esplicitati al Comitato da chiunque ne ravveda l’opportunità. f) Delle modalità di accesso: possono essere ammesse alla valutazione del Comitato i quesiti e le richieste di parere inoltrate da: i Componenti del Comitato, gli Enti di patrocinio pubblico e le Autorità. g) Dell’istruzione delle pratiche e dei Gruppi di Lavoro: a fronte di argomenti la cui disamina richieda un approccio particolarmente articolato o approfondito, potranno essere costituiti in seno al Comitato appositi Gruppi di Lavoro o Sottocomitati con competenze specifiche e omogenee su particolari aspetti della bioetica. Tali Gruppi di Lavoro, con propria autonomia operativa e organizzativa, hanno solo compiti istruttori e sono deputati all’esame del contenuto tecnico-scientifico delle diverse tematiche proposte. I Sottocomitati sottoporranno al Comitato riunito in sessione plenaria le risultanze dell’attività svolta per la discussione e la deliberazione finale. Nei Gruppi di Lavoro possono essere chiamati anche esperti esterni su tematiche particolari. E’ data facoltà al Comitato di attivare un adeguato supporto amministrativo cui demandare 24 l’istruzione materiale delle pratiche che dovranno essere sottoposte al Comitato già complete di tutta la documentazione formale e nella modulistica all’uopo predisposta. Gli oneri finanziari necessari al funzionamento del Comitato (comprese eventuali garanzie assicurative di responsabilità civile verso terzi) saranno finanziati ordinariamente con la corresponsione di un diritto di segreteria da parte dei soggetti proponenti il quesito. L’entità di tale diritto è fissata annualmente dal Comitato Etico per la Ricerca Biomedica e per l’Assistenza Sanitaria. Eventuali altre forme di finanziamento potranno essere proposte dal Comitato stesso all'Ente costituente. h) Collegio Arbitrale Allo scopo di risolvere eventuali controversie che potranno insorgere tra pazienti dell’Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento e l’Azienda medesima il Comitato in materia di diritti liberamente disponibili è pronto ad istituire di volta in volta, secondo le necessità e le richieste, un Collegio Arbitrale con funzioni conciliative che opererà secondo le vigenti disposizioni di legge in materia ed il Codice Deontologico dell’Ordine Nazionale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e dell'Ordine degli Psicologi, vigenti. Lo stesso sarà composto di volta in volta da tre membri, uno nominato dal paziente, uno dall’Azienda ed il terzo di comune accordo o dal Consiglio Provinciale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. Ognuno dei primi due membri così nominati a sua volta potrà farsi assistere da consulenti da designare nel corso della composizione del collegio arbitrale medesimo e dopo la sottoscrizione da parte dei soggetti interessati di apposito accordo di compromesso per addivenire ad un arbitrato irrituale. Le decisioni del Collegio saranno prese a maggioranza di voti, con dispensa di ogni formalità di legge e saranno vincolanti tra le parti le quali allo scopo dovranno (previa specifica preventiva e dettagliata informazione sull’oggetto, forme e contenuto dell’arbitrato che vanno a richiedere) impegnarsi a rinunziare a qualsiasi successiva impugnativa. Le risultanze di tutte le formalità attinenti al compromesso per la richiesta dell’arbitrato irrituale e le successive operazioni arbitrali verranno di volta in volta raccolte in apposito verbale in duplice esemplare, uno per ogni parte. 25