Conclusioni Conclusioni L’analisi svolta in questo lavoro riguarda principalmente le tecniche di mascheratura e codifica di segnali ripetitivi trasmessi su un sistema di comunicazione ottico tutto-fibra in terza finestra denominato “master-slave” ed operante con larghe portanti caotiche. La coppia di laser DFB impiegata, selezionata in close proximity dalla Optospeed, è stata ben testata in una configurazione sperimentale back-to-back ad anello chiuso ed in cavità corta in aria, indicata come la più promettente per gli esperimenti di crittografia ottica caotica. Sono state eseguite preliminarmente prove di sincronizzazione aggiungendo al setup un amplificatore ottico a semiconduttore con relative fibre connettorizzate, per valutare l’effetto dell’elevata iniezione del master nello slave, così come l’incidenza del rumore del SOA sullo stato di correlazione tra le forme d’onda fotorivelate: i risultati ottenuti hanno evidenziato una differenza monte-valle nell’inviluppo spettrale della somma passiva di circa 20 dB, vale a dire un coefficiente di correlazione tra i canali di uscita maggiore dell’ 80%. Successivamente, sono state analizzate e confrontate sperimentalmente due metodologie distinte per occultare messaggi nel caos generato: le tecniche di mascheratura caotica e quelle a codifica di fase. Alla prima categoria appartengono i seguenti schemi proposti: l’Additive Chaos Masking (impiega un terzo laser in trasmissione, finemente accordato in con il master), il Chaos Shift Keying (utilizza un minor numero di componenti giacché si modula m direttamente I laser ), il Chaos Modulation (richiede un modulatore d’intensità esterno in fibra potenzialmente molto veloce, ma necessita di un amplificatore ottico per sopperire alle perdite introdotte). Per mezzo di queste tecniche si è proceduto alla trasmissione di singole portanti sinusoidali al GHz e di portanti 104 Conclusioni modulate AM in bassa e media frequenza, ben coperte dal caos del master (sia nel dominio della frequenza che in quello del tempo) ed estratte a partire dallo spettro della differenza, sostanzialmente con lo stesso rapporto segnale-rumore. Gli schemi a codifica di fase studiati, On-Off Phase Shift Keying e Phase Modulation, si avvalgono di un cristallo elettroottico in Tantalato di Litio (LiTaO3, si veda la Figura 4.1 per i dettagli) inserito nella cavità corta dell’emettitore e modulato esternamente in bassa frequenza (nel campo dei KHz) con segnali ripetitivi, più o meno ampi (da qualche decina ad un centinaio di Volt) a seconda della tecnica usata e delle condizioni di allineamento del sistema. È stata dimostrata sperimentalmente la codifica, la trasmissione e la decodifica di tali segnali con un buon rapporto segnale-rumore, verificando inoltre, in presenza di modulazione di fase poco profonda, l’assenza di sensibili cambiamenti di ampiezza e di forma nello spettro RF del master (importante per la sicurezza). Con lo schema PM è stato trasmesso e decodificato un segnale sinusoidale a 18 KHz, impiegando nel cammino di interconnessione del master con lo slave l’amplificatore a semiconduttore (adoperato anche negli altri esperimenti a codifica di fase eseguiti, per aumentare l’iniezione e/o compensare le perdite) ed un rocchetto di fibra SMR lungo 2 Km. Nel corso dell’attività sperimentale svolta è stato evidenziato un ulteriore metodo di demodulazione di segnali codificati in fase osservando solo l’uscita del laser slave. Tale possibilità, confermata ora da prime simulazioni numeriche, in futuro potrebbe costituire un metodo di estrazione del messaggio veloce e sicuro, oltre che facile da implementare. Il requisito di aumentare il più possibile la banda di modulazione, ha comportato la realizzazione di una struttura schermante in alluminio fornita di finestre ottiche che circonda il cristallo, fonte di interferenza elettromagnetica in media ed alta frequenza non solo ai danni del vicino laser trasmettitore. A causa delle suddette aperture circolari, praticate nella scatola per permettere il lancio del fascio, non si è in grado di abbattere la modulazione d’ampiezza spuria 105 Conclusioni derivante dall’ ”effetto antenna” del cristallo che emette radiazione alle frequenze di modulazione. Pertanto, è stata proposta una configurazione alternativa che vede inserito un modulatore di fase integrato nella cavità, ora non più corta, ed ibrida, del master. In tal modo il problema dell’interferenza verrebbe risolto, pagando in termini di complessità realizzativa (potrebbe occorrere infatti un meccanismo di stabilizzazione termica e meccanica, poiché le cavità devono rimanere agganciate in lunghezza entro frazioni di ). Gli studi futuri continueranno ad orientarsi, sia con attività sperimentali che con l’ausilio di modelli matematici, sulle tecniche a modulazione di fase cercando di ottenere prestazioni sempre migliori, lavorando anche sulle configurazioni proposte. Un aspetto sicuramente interessante è la sincronizzazione (e la successiva codifica) di regimi caotici sempre più complessi ad elevata ampiezza spettrale. Contemporaneamente verranno approfonditi altri aspetti al fine di realizzare in laboratorio sistemi in fibra che possano simulare più da vicino la trasmissione dei segnali effettivamente presenti lungo le reti reali (considerando effetti di dispersione, non linearità), utilizzando le tecniche della crittografia ottica caotica. 106