PARLAMENTO EUROPEO
1999
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2004
Commissione per l'occupazione e gli affari sociali
PROVVISORIO
7 aprile 2000
PROGETTO DI PARERE
della commissione per l'occupazione e gli affari sociali
destinato alla commissione per la cultura, la gioventù, l'istruzione, i mezzi
d'informazione e lo sport
sulla comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo,
al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - principi e
orientamenti per la politica audiovisiva della Comunità nell'era digitale
(COM(1999) 657 – -C5-0144/00 – 2000/2087(COS))
Relatore per parere: Michel Rocard
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PROCEDURA
Nella riunione del 28 marzo 2000 la commissione per l'occupazione e gli affari sociali ha
nominato relatore per parere Michel Rocard.
Nella riunione (Nelle riunioni) del .... ha esaminato il progetto di parere.
In quest'ultima riunione/Nell'ultima riunione indicata ha approvato le conclusioni in appresso
con ... voti favorevoli, ... contrario(i) e ... astensione(i)/all'unanimità.
Erano presenti al momento della votazione ... (presidente/presidente f.f.), ... (vicepresidente),
... (vicepresidente), ...(relatore per parere), ..., ... (in sostituzione di ...), ... (in sostituzione di
..., a norma dell'articolo 153, paragrafo 2, del regolamento), ... e ... .
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BREVE MOTIVAZIONE
Con l'introduzione delle tecnologie digitali si stanno attualmente verificando nel settore
audiovisivo notevoli cambiamenti che, con tutta probabilità, renderanno necessario in seno
agli Stati membri ed a livello della Comunità un adattamento settoriale sia del quadro
normativo che dei vari meccanismi di sostegno.
La comunicazione della Commissione dovrebbe contribuire a rendere più prevedibili per gli
operatori del settore di cui trattasi le future azioni comunitarie illustrando sia le priorità della
Commissione europea, per il prossimo quinquennio, sia gli obiettivi ed i principi da cui
dovrebbe prendere le mosse, nel medio periodo, la politica audiovisiva della Comunità. La
Commissione si sofferma in concreto sugli aspetti della regolazione del mercato (accesso alle
reti ed al materiale audiovisivo, ruolo della radiodiffusione pubblica, protezione dei diritti
d'autore, tutela dei giovani nonché pubblicità e sponsorizzazione), sulla messa a punto degli
strumenti comunitari di sostegno nonché sulla dimensione internazionale della politica
audiovisiva della Comunità. Sotto il profilo sociale ed occupazionale acquistano rilievo
soprattutto i seguenti aspetti:
Crescita economica ed occupazione
Il settore audiovisivo è in grado, potenzialmente, di creare centinaia di migliaia di posti di
lavoro altamente qualificati in Europa. Da uno studio commissionato nel 1997 dall'Esecutivo
si evince che, entro il 2005, il fatturato del settore in Europa dovrebbe aumentare del 70%
consentendo pertanto la creazione di non meno di 350.000 posti di lavoro altamente
qualificati1. Il potenziale di crescita del settore si basa sostanzialmente sullo sviluppo di
servizi innovativi imperniati sulle tecnologie digitali a tutt'oggi ampiamente deregolamentate.
Le future misure normative dovranno pertanto essere impostate in modo da coniugare la
preservazione degli obiettivi di interesse generale con la promozione di uno spazio di crescita
e di concorrenzialità.
Aspetti inerenti alla democrazia
La produzione di materiale audiovisivo di qualità postulerà, in un prossimo futuro, cospicui
investimenti. Pertanto nella crescente concorrenza per pregiati materiali audiovisivi
contestuale a mercati sempre più frantumati è insito il pericolo di vedere acquistato rilevante
materiale audiovisivo da operatori presenti soltanto in piccoli segmenti di mercato. Nella
società dell'informazione la base del coinvolgimento sociale dei singoli è costituito
dall'accesso all'informazione di interesse generale. La crescente interdipendenza delle varie
tecnologie di informazione e di comunicazione rende di scottante attualità sotto il profilo
sociale l'accesso al materiale audiovisivo. In ultima analisi si tratta di impedire la scissione
della società in strati "altamente informati" e "poco informati".
Pertanto in sede di adattamento del quadro normativo occorre prendere in considerazione
Norcontel: „Economic Implications of new Communication Technologies on the Audiovisual Markets“
http://ec.europa.eu/dg10/avpolicy/key_doc/new_comm/index.html
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regole a tutela dell'interesse collettivo. Per esempio, nel settore delle reti via cavo si potrebbe
fare obbligo sin d'ora agli operatori di diffondere ulteriormente determinate reti televisive. La
direttiva "televisione senza frontiere" offre la possibilità agli Stati membri di provvedere a che
eventi di notevole rilevanza sociale siano messi in onda da televisioni liberamente accessibili.
L'insufficienza di misure settoriali, come quella succitata, alla luce della convergenza nei
settori dei mass media, delle telecomunicazioni e delle tecnologie dell'informazione rende
necessario dar vita ad un quadro generale che disciplini l'accesso ai servizi della società
dell'informazione e ciò grazie alla definizione del "servizio universale" per il quale si intende
il complesso di prestazioni che l'operatore è tenuto ad offrire nel quadro di un servizio
(privatizzato) di interesse generale2.
I servizi radiotelevisivi pubblici rivestono una particolare rilevanza in sede di tutela
dell'interesse generale. Il Protocollo n. 9 accluso al trattato di Amsterdam che prevede un
trattamento preferenziale della radiodiffusione pubblica negli Stati membri, ne è una riprova. I
cambiamenti nel settore audiovisivo non dovrebbero essere addotti a pretesto per annacquare
la vigente normativa sulla radiodiffusione pubblica.
CONCLUSIONI
La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per la cultura, la
gioventù, l'istruzione, i mezzi d'informazione e lo sport, competente per il merito, a includere
nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti elementi:
1.
ritiene che l'introduzione delle tecnologie digitali nel settore audiovisivo postula un
adattamento del quadro normativo, fermo restando un intervento differenziato e
flessibile basato sulle vigenti disposizioni; in sede di introduzione di nuove normative
e/o di adattamento di quelle già vigenti occorre tener conto delle loro incidenze
sull'occupazione e sulla crescita,
2.
reputa necessario mantenere l'accesso equo e sostenibile di tutti i membri della società
all'informazione generale onde impedire una scissione della società in cittadini
"altamente informati" e "poco informati"; chiede pertanto:
2
-
che i cambiamenti nel settore audiovisivo non siano addotti come pretesto per
annacquare il vigente complesso normativo sulla radiodiffusione pubblica;
-
che sia definita una serie di obblighi fondamentali a carico degli operatori
privati onde garantire in futuro l'accesso del pubblico ai servizi di interesse
generale nei settori dei mezzi di comunicazione, delle telecomunicazioni e dei
servizi elettronici (servizio universale).
Cfr comunicazione della Commissione "i servizi di interesse generale in Europa" (COM(96) 0443).
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