Lezione del 16/11/04 Prof.ssa Falchi RADIOTERAPIA 1)TUMORI CEREBRALI Quando abbiamo a che fare con dei tumori cerebrali si può fare o una radioterapia esclusiva, se questi sono posizionati in un posto abitualmente sensibile alle condizioni di vita,oppure si utilizza la chirurgia,o se il tumore non è radicale si utilizza una radioterapia complementare. In rapporto alla dimensione della lesione si può fare una radioterapia transcutanea a fasci esterni che convergono su un determinato volume bersaglio,definito quest’ultimo, si va a colpire la zona interessata con una dose che è sempre intorno ai 60 Gray. Quando ci sono delle lesioni piccole, inferiori ai 3 cm ,si può fare anche la cosiddetta radiochirurgia, si riesce così ad erogare solo sul focolaio ben individuato con una dose sicuramente molto più elevata. Una dose così grande, su un volume così piccolo può però determinare una radionecrosi. In rapporto all’istotipo si possono avere dosi differenziate, andando da 70 a 50 Gray a seconda della tipologia. I tumori cerebrali sono la seconda causa di morte in pz <15aa,mentre la terza in pz tra 15 e 34 aa. La frequenza del Glioblastoma multiforme aumenta con l’età ed ha un picco dopo i 45 aa anche se a volte si presenta anche in età più giovane. E’ importante ricordare che i tumori cerebrali non danno metastasi ma portano a morte per problemi loco-regionali che dipendono dal rispettivo grado di differenziazione. Con la Risonanza Magnetica si può evidenziare la lesione mediante l’utilizzo di un mezzo di contrasto paramagnetico,talvolta è necessario l’utilizzo della PET, perché quando si ha una lesione a livello cerebrale è importante sapere qual è il grado di metabolismo della stessa e, questo si evidenzia con la PET che usa un tracciante radioattivo. Quindi molto spesso in radioterapia si fa non solo la Risonanza Magnetica, ma anche la PET per identificare perfettamente il volume bersaglio e qualche volta il volume ottenuto con la PET è meglio definito. Purtroppo possono insorgere dei problemi di tolleranza alla radioterapia con effetti collaterali, quali la diarrea, cefalea, il vomito non ben tollerati. E’ importante il problema della DOSE, varia in base al bersaglio e al tumore: infatti se devo fare un trattamento palliativo posso ridurre il numero di frazioni facendo un 400x5, 300x10 oppure 500x4. Gli effetti collaterali possono essere tanti altri, come per es. l’alopecia,che si presenterà nelle zone a operare ove vengono tolti i capelli. 2)TUMORI DELLA TIROIDE Se si tratta di un tumore funzionale la terapia attuata è quella con Radioiodio,si può anche cercare la possibilità di eventuali metastasi con una scintigrafia, se è invece un tumore anaplastico,che non si …con il radioiodio, si può fare un trattamento locale sulla loggia tiroidea,anche in tale caso con la TAC retiplain?. I tumori della tiroide non sono fortunatamente frequentissimi, ma quelli anaplastici hanno una tale elevata velocità di evoluzione che non si fa neppure in tempo a pianificare il piano di trattamento,che il tumore in pochi giorni si è raddoppiato. Si può fare comunque eventualmente un piano di cura,giungendo quindi all’individuazione del volume bersaglio, ricordando che a livello del collo persistono sempre quelle problematiche presenti per tutti i tumori della sfera ORL. 3)TUMORI DISTRETTO CERVICO - CEFALICO I tumori del distretto ORL comprendono tanti tipi tanto che qualcuno ha anche proposto di utilizzare un TNM particolare in rapporto al tipo di tumore,anche se ciò non è molto facile, anche perché il discorso sarebbe diverso a seconda del distretto specifico del cavo orale. I tumori del rinofaringe non possono essere operato, sono di esclusiva pertinenza radioterapica perché si estende in alto, quindi il radioterapista si trova a dover curare una lesione salvaguardando i tronchi ed i tessuti critici circostanti l’orofaringe. Abbiamo poi il faringe ,che comprende orofaringe, epifaringe ed ipofaringe. I tumori della sfera ORL,ad eccezione di pochissimi casi, si presentano di solito in pz etilisti e fumatori,con stato di salute precario,in condizione di scarsa igiene del cavo orale. Talvolta il tumore della sfera ORL esordisce con una piccola lesione a livello del cavo orale, della gengiva, ed in tali casi il medico spesso non cura bene la lesione non pensando al fatto che essa sia tutt’altra cosa. E’ importante ricordare che se una cicatrice non si rimargina in una settimana è sempre bene fare una biopsia, perché sottovalutare una lesione del cavo orale può portare poi a dei casi che sono al di là di ogni possibilità di cura. Normalmente nei primi stadi della sfera ORL si utilizza la radioterapia esclusiva o la chirurgia. Sicuramente il 1° stadio è quello più facilmente risolvibile. Il 2° stadio ha come indicazione la chirurgia o la radioterapia ,che può avere un’indicazione complementare (serve a completare l’opera del chirurgo per es. è usata in caso di un N positivo). Il 3° ed il 4° stadio hanno come indicazione soltanto una chemioterapia oppure solo la radioterapia ,che diventa solo palliativa, non assolutamente in grado di ottenere una guarigione. Per quanto riguarda la patologia della sfera ORL, è molto importante sapere che ci sono molte stazioni di drenaggio linfatico: esse sono di 1°, 2° e 3° livello. Durante uno svuotamento radicale ,il chirurgo deve togliere tutti i linfonodi della regione considerata,se invece egli fa uno svuotamento conservatore,la risposta ecologica del linfonodo svuotato sarà dipendente dalla terapia complementare. A livello del collo abbiamo grossi problemi per la radioterapia per la presenza del midollo cervicale, con la possibilità di provocare una MIELITE TRASVERSA da radiazione. TNM DELLA SFERA ORL N1:è identificato un solo linfonodo omolaterale <3cm, se N1 è positivo va irradiato. N2: linfonodo da 3 a 6 cm) omolaterale N2B: linfonodo omolaterale > 6 cm N2C: in tal caso ci sono linfonodi anche controlaterali < 3 cm N3 : linfonodo >6 cm E’ importante la scelta della radioterapia se ci sono linfonodi positivi ,con l’esclusione dell’area delle corde vocali. REAZIONI ACUTE DA RADIOTERAPIA Un problema che ci può condizionare nell’esecuzione del trattamento radiante è rappresentato dalle reazioni dovute al trattamento. In genere si fanno due campi contrapposti, poi due postero-anteriori ed uno sovraclaveare,in tutto questo volume bersaglio sono comprese tutte le mucose di tutto il cavo orale,quindi una possibile conseguenza potrà essere la mucosite, l’altra è l’eritema, questa possono condizionare la continuità del trattamento.Se si presentano stomatite, glossite è bene sospendere il trattamento. L’altro problema da considerare è quello della ageusia, la mancanza di gusto: il pz sente il sapore come metallico,si può arrivare ad una non possibilità di alimentazione o addirittura ad una non alimentazione ,che provocano un calo ponderale. E’ importante che il pz mantenga una alimentazione sufficiente in vari casi si fa l’alimentazione parenterale,qualche volta si fa la PEG, in modo che non ci sia un calo delle connessioni cerebrali. L’altro problema che va ricordato è che una cattiva igiene del cavo orale può complicare il trattamento, a volte si asportano le radici dei denti sofferenti per evitare che durante il trattamento si possa avere una super-infezione ,e soprattutto una micosi, che è abbastanza grave. Le sequele tardive: Xerostomia Caduta dentaria TETRAPLEGIA: Quando si effettua il trattamento ho un 100% di dose sul volume bersaglio,ma deve essere risparmiato il midollo con l’utilizzo di un campo latero-laterale e di due postero-anteriori,(è importante l’uso dei 3 campi e non di solo quelli laterali). Un pz non operato sul tumore deve essere trattato con una dose di 80 Gray. La dose post operatoria si aggira attorno a 50 Gray,ma quella sostitutiva della chirurgia è sempre sui 70 (a volte anche di più).Quindi quando si è di fronte a volumi critici a livello del midollo cervicale va eseguito un piano di trattamento che tiene conto della dose sul tumore ed attorno. Importante è anche lo stadio,infatti è dimostrato che se c’è lassità di dose in rapporto al volume/concentrazione posso avere?..Altra cosa importantissima è che quando si prepara il pz a fare il trattamento occorre che egli lo effettui sempre nella stessa posizione,si effettua un bloccaggio tramite dei mezzi di immobilizzazione,inoltre se è un tumore non operato,occorre che il trattamento effettuato quando faccio il TNM,sia uguale a quello quando faccio solo il tumore. 4) TUMORI POLMONARI Essi comprendono tanti istotipi diversi,come l’ Adenocarcinoma,il carcinoma a piccole cellule,a cellule squamose. In realtà si preferisce ancora dividerli in: 1)Tumori a piccole cellule 2)Tumori non a piccole cellule Si fa una grossa divisione tra i vari istotipi. TNM La presenza o meno di linfonodi fornisce la distinzione tra 1° e 2° stadio, la qualità dei linfonodi colpiti definisce la differenza tra lo stadio 3°A e 3°B. Quindi a seconda della differenziazione polmonare noi ….i tumori. Si può fare la radioterapia dei tumori polmonari, per es. per il carcinoma a piccole cellule si fa il trattamento con radioterapia transcutanea,che ci permette di erogare una certa dose a poco range? ,quindi ci sono fasci che arrivano fino al volume bersaglio. La pi?terapia è quella che si può fare con l’introduzione di una sostanza radioattiva ,a livello dei tronchi però non si può fare una radioterapia con una sostanza radioattiva a lento rilascio di dose,perciò qui si userà un altro elemento radioattivo che rilasci una certa dose in una frazione di tempo più breve,in tal modo potrò posizionare la sonda con la sostanza radioattiva ed erogarla in brevissimo tempo. In tal modo sono però insorti problemi di tipo radiobiologico,perché,concentrando la dose in poco tempo,si possono avere molte reazioni come eritema,reazioni acute.. CRITERI DI ESCUSIONE DELLA RADIOTERAPIA -Età > 70 aa -Ps < 50 aa -Calo ponderale > 15% -Ø T >10 -T scavato -Pleurite -Metastasi -Tbc polmonare attiva -Pregressa chemioterapia inefficace Se le controindicazioni diventano tre allora si ha una controindicazione assoluta alla radioterapia. E’ bene ricordare che il controllo locale è ben diverso dalla guarigione ,a volte capita di trattare T polmonari che solo dopo danno metastasi,la sopravvivenza per tali tipi di tumori di solito è stimata attorno ai 5 anni. NSCLC (A seconda dello stadio varia la sopravvivenza): Stadio 1 Stadio 2 Stadio 3 N1-2 0% chirurgia “ “ Chirurgia+ Rt SV5 “ “ “ 53-70% 48-56% 33% 40% C’è molta variabilità tra gli operati ed i non operati, la radioterapia comunque aumenta di poco la sopravvivenza ma non molto. Nei tumori dell’apice che esordiscono quasi sempre con sintomatologia dolorosa ,si fa una preoperazione? Con dose di… poi si fa la chirurgia e si ottengono risultati soddisfacenti. Il problema del tumore polmonare sono le metastasi ,a volte è fatto il preoperatorio anche per il tumore del bronco principale. Radioterapia postoperatoria: -Chirurgia radicale con linfadenectomia allargata -Se i linfonodi sono negativi la radioterapia è inutile -Se “ “ positivi “ “ utile Ci possono essere dei casi in cui può esserci una sindrome mediastinica ,con dispnea e grossi problemi mediastinici,in tal caso si può effettuare una radioterapia esclusiva,molto spesso se arriva una pz con una sindrome mediastinica …………….Nel frattempo sarà seguito meglio e poi irradiato. Ogni tipo di trattamento a livello del polmone ,e anche nei linfomi Hodgkin e non Hodgkin,dipenderà dalla dose quantitativa di farmaco,dal funzionamento della dose,dalla necessità di usare la radioterapia,la chemioterapia e poi eventualmente la radioterapia,diminuendo nel tempo la risposta con un effetto migliore. E’ chiaro che se irradio un polmone con una dose eccessiva con un piano di trattamento non appurato,si potrebbe avere una polmonite post attinica o anche una pleurite,con conseguente fibrosi. 5) TUMORI SMALL CELLS Tali tumori sono estremamente radiosensibili,si dice che il microcitoma si risolva con radioterapia con elevata velocità,ma con tale stessa velocità si ripresenta dando metastasi a distanza ed anche con linfonodi sopraclaveari (indice di metastasi) ma anche con metastasi cerebrali,pleuriche. Si ottengono buoni risultati con la chemioterapia e spesso si può effettuare anche l’indicazione alla radioterapia solo con indicazione alla chemioterapia. 6) TUMORI ESOFAGO Se si emanano determinate dosi si può avere la fistolizzazione del tessuto anaplastico per la ceduta del tessuto linfatico. Occorre tener conto di tale complicanza in caso di tumore esofageo. Il tumore va riducendosi? Con la chemioterapia,il piano di trattamento deve essere il più oculato possibile.Se il T è nel 3° superiore può essere operato,ma se è nel 3° medio ciò non è possibile,perciò bisogna ridurre il tumore o con una chemioterapia o con un trattamento d’elezione dei tumori esofagei. Se si decide di erogare una dose del 100%,non dovrò arrivare al 110% o al 120%,perché tale dose eccessiva mi darà una fistola esofagea. Tenendo conto del tipo di tumore occorrerà fare un trattamento specifico. 7) TUMORI STOMACO E COLECISTI Poi ci sono i T dello stomaco e delle vie biliari,questi sono un grosso problema per i radioterapisti ;infatti se devo irradiare una colecisti ho dei problemi perché una parte di fegato prenderà una certa dose di radiazioni,ma dato che il fegato si riproduce può anche non risentirne,è però importante sapere quanto fegato prende quella determinata dose,perché se è tutto ,il trattamento non si potrà fare. Se si ha a che fare con tumori della colecisti o del coledoco spesso si eroga su quel volume bersaglio la dose necessaria che provoca la ?liposuzione. Per lo stomaco bisogna definire le indicazioni alla chemioterapia perché ci sono stazioni linfonodali e vanno classificate in modo corretto. Se un pz ha fatto la gastrectomia bisogna stare più attenti ed identificare il volume bersaglio ,che comprenda tutte le stazioni di drenaggio linfatico (reni,milza pancreas),a volte infatti la gastrectomia è fatta con asportazione della sola testa o di tutto il pancreas con problemi notevoli. 8) TUMORI MAMMELLA Una volta si pensava che desse solo problemi locali,poi con un controllo successivo all’intervento si è visto ,facendo la biopsia ossea (cresta iliaca) che dava metastasi ossee a distanza. Hanno deciso che il trattamento locale chirurgico poteva essere aggressivo,tanti anni fa capitava che il trattamento nel 1° stadio a volte aveva successo ,a volte no,infatti in rapporto alla presenza o meno di recettori,alla velocità di…dei tessuti si può identificare un trattamento adeguato. N.B. Nel trattamento della mammella non è necessaria una radioterapia ad energia molto elevata, perché non si deve andare in profondità. Dal punto di vista locale per tale tumore ,può essere fatta la escissione totale,la quadrantectomia ,il linfonodo sentinella e dopo la radioterapia,in tal caso è importante trattare la ghiandola mammaria con una dose che può essere di 50-60 Gray. Il trattamento si concentra sulla pz, se i linfonodi ascellari sono positivi e se sono interessati i tessuti peri-linfonodali può essere indicata la radioterapia della mammella. Nel momento in cui i vasi linfatici si stanno riformando dopo il trattamento ascellare ,se facciamo la radioterapia,aggiungiamo la nostra sclerosi post attinica alla sclerosi chirurgica con problemi conseguenti.Quando faccio due campi contrapposti posso utilizzare l’energia che voglio,devo solo cercare di omogeneizzare la dose in modo che il dislivello cutaneo venga compensato. Se per esempio ho una mammella piccola si cerca di fare dei piani sul parenchima polmonare,cercando con la fisica i mezzi migliori per evitare di sovrairradiare il parenchima,. Se non si fa ciò,si può avere una fibrosi post attinica,è importante perciò minimizzare la dose con l’uso di un multilift per evitare che i raggi colpiscano il midollo ed il plesso brachiale. E’ un tumore che si presenta come familiare. DM (margine di resezione chirurgico) DM 0 = DISTANZA > 1cm CLOSE= DM 1 = 0,2-1 cm Infiltrato= DM 2= < 0,2cm 9) TUMORI INTESTINO Tutta la parte mobile dell’intestino non è di pertinenza radioterapica: Il colon di dx “ “ “ Il colon di sx da un certo livello in giù è di pertinenza radioterapica Il sigma è invece di pertinenza radioterapia. I tumori del retto sono invece un problema radioterapico,esso richiede la perizia chirurgica e la possibilità di eseguire trattamenti,tali da evitare le recidive,esso infatti da spesso recidive locali specialmente a livello presacrale,quindi estremamente dolorose. Il chirurgo non riesce ad identificare bene la zona pre–sacrale perciò essi sottopongono a radioterapia i pz con recidiva locale. Da qui la possibile radioterapia pre-operatoria dei tumori del retto ,che siano operabili…,il 3° stadio del retto è sottoposto ad un trattamento prima solo radiante pre-operatorio adesso chemioradiante preoperatorio,perché ci sono state molte risposte mortali al trattamento radiante preoperatorio per metastasi epatiche??. Occorre identificare con correttezza il volume bersaglio,assicurare la continuità del trattamento ed immobilizzare il pz con il…, cuscini sottovuoto che hanno una parte centrale che spinge in avanti le anse intestinali ,si riesce così ad identificare il volume bersaglio in modo accurato con un minimo di reazioni locali. Dopo il trattamento, passati gli effetti della flogosi e le possibili reazioni locali, e prima delle sequele tardive si deve sottoporre il pz a chirurgia.