Lezione I - Digilander

annuncio pubblicitario
INSEGNAMENTO DI
LETTERATURA ITALIANA CONTEMPORANEA
Prof. Aldo Basile
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli
effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)
1
LEZIONE I
Obiettivi della lezione
Superando il tradizionale metodo storico-comparativo, fornire alcune coordinate
fondamentali nello studio della letteratura secondo una metodologia moderna.
Far acquisire in forma semplificata i prerequisiti per l’analisi del testo, mediante le
elementari conoscenze di linguistica
Mostrare la complessità dell’approccio semiologico ad un testo poetico individuabile
in vari livelli di decodifica
Presentare lo studio della letteratura come sistema di relazioni testuali, intertestuali ed
extratestuali, per effetto delle quali il “segno” poetico si trasforma in “ipersegno”,
caricandosi nel contesto di nuovi significati rispetto all’uso quotidiano
Contenuti della lezione:
Premessa: come accostarsi al testo poetico
Una metodologia reticolare
La parafrasi del testo e il principio di equivalenza
Arbitrarietà e mutevolezza del nome (significante e significato):Platone e De Saussure
Valore denotativo e valore connotativo del nome: l’ipersegno poetico
Codici e sottocodici dell’autore e del lettore : lettore reale e lettore ideale
2
Premessa all’analisi testuale –1sl-
Il piacere estetico, che la poesia dona , rappresenta uno dei tratti distintivi tipici della specie
umana e, nelle forme più elevate, conduce al sublime.
Non a caso uno dei più importanti trattati di estetica dell’antichità è titolato ”Del sublime”, a segno che
la finalità della composizione letteraria non consiste nel suo valore catartico o pedagogico, come pure
aveva affermato Aristotele nelle Poetica, bensì trova la giustificazione in valori in essa stessa impliciti.
In una prima fase, quindi, il lettore deve accostarsi al testo poetico senza alcuna mediazione
esterna, affidandosi unicamente alla propria sensibilità e cercando di collegarsi, superando ogni
diaframma spazio/temporale, alla vicenda esperienziale dell’autore.
Nelle fasi successive, però, non deve sottrarsi ad una lettura meditata, quasi osasse profanare un
documento che solo nella sua interezza ed inscindibilità conserva la sacralità.
Anzi, la rilettura, mediata anche da apporti esterni, ci consente di cogliere tutte le feconde
potenzialità della composizione.
Indispensabile, quindi, risulta essere, quasi come rinnovata attività compositiva, la riflessione sul testo,
l’analisi sviscerante del documento, allo scopo di cogliere almeno in parte il segreto del fenomeno (nel
senso etimologico greco di /manifestazione) poetico in esso racchiuso.
D’altra parte è noto che, se la composizione viene fruita dal lettore comune secondo livelli di
comprensione differenti a seconda della propria sensibilità e della capacità interpretativa, la riflessione
testuale non può che procedere, per quanto sia possibile in questo campo, con una certa
scientificità.
L’analisi testuale, in tal modo, procedendo oltre la comune fruizione estetica, investe, come si
vedrà, tutti gli aspetti della comunicazione umana sia formali che di valore.
Allo scopo, però, di non incorrere nel diffuso errore metodologico della nostra cultura di fornire allo
studente o al lettore informazioni generali che, seppure fondate, risultino precostituite e non l’aiutano
ad impadronirsi degli strumenti di indagine atti a condividere i risultati delle ricerche altrui e a costruire
a sua volta percorsi autonomi nuovi, procederemo dal particolare verso il generale, validando le
indicazioni teoriche con esempi concreti di analisi testuale..
Le conoscenze, tuttavia, non rimarranno frammentarie per moderna precostituita avversione ad ogni
forma di classificazione bensì confluiranno in una più generale sistemazione, che afferirà alle varie
3
discipline (linguistica, filosofia, storia, sociologia, ecc.), che con lo studio della letteratura hanno
attinenza.
La metodologia reticolare –2slAllo stesso modo, per quando concerne la sfera metodologica, non verrà abbandonato l’approccio
in sequenzialità lineare, tipico delle procedure tradizionali, ma i legami testuali e
intertestuali permetteranno un tessuto conoscitivo a rete, che funzionerà in forma osmotica.
Lo studente, quindi, avrà modo di approcciare sia dati singoli che saperi bene organizzati in livelli di
conoscenza, e, a seconda di capacità disponibilità e vocazione, di collegarli, di valutarli, di strutturarli
con il proprio sostrato culturale.
La premessa di cui sopra risulterà più chiara allo studente, che la riscontrerà nella proposta
operativa delle lezioni successive strutturate solitamente secondo un modello base:
-
biografia dell’autore,
-
documento poetico con breve introduzione della raccolta di appartenenza
-
parafrasi del testo con mappe concettuali
-
analisi testuale e commento
-
raccolta dei dati e sistemazione nei rispettivi ambiti
Si è ritenuto importante in taluni casi riportare la parafrasi del testo non solo per aiutare lo studente
nell’interpretazione non sempre agevole del testo poetico ma in nome del principio di equivalenza
fondamentale in una impostazione di carattere semiologico più che storico-comparativo dell’analisi
testuale. La trattazione, infine, non sarà solo costituita solo da testo scritto ma sovente corredata da
mappe concettuali e schemi, che consentiranno una visione comparata.
Alcuni principi di analisi testuale –3slOccorre tener presente in primo luogo che le manifestazioni dell’agire umano si concretizzano
non solo nella creazione di oggetti ma anche nell’attività di trascrizione in segni linguistici.
Tali segni, combinandosi, vanno a formare linguaggi generici o settoriali a seconda dei contenuti.
Questo particolare tipo di attività umana dà luogo ad una nuova realtà, ossia ad una nuova
metarealtà ..
La storiografia, la letteratura, le scienze esatte, ecc., rappresentano questa ulteriore realtà,
4
appunto metarealtà, che è una tipica creazione umana..(Il “mondo tre” di cui parlava Popper).
Tale procedimento consente
la formazione del sapere e la sua trasmissione alle successive
generazioni ed è talmente importante al punto che tutto ciò che non è raccolto in segni (ossia la gran
parte della vicenda umana) si perde e diventa di ardua ricostruzione.
Ma il segno grafico o verbale, denominato anche parola, in che rapporto è con la cosa cui si
riferisce e, soprattutto rappresenta un significato sempre identico o mutevole?
L’arbitrarietà del segno -4sl-
Il primo era stato Platone nel Cratilo a porsi il problema, pervenendo alla conclusione che il nome
(segno grafico e suono) è inadeguato e arbitrario.
E’inadeguato perché il termine cavallo, ad esempio, non può rappresentare né tutta la varietà delle
specie di cavallo esistenti né riesce ad esprime l’idea del cavallo ideale.
Inoltre è arbitrario perchè mutevole nella forma e nei significati, a seconda dei luoghi, dei tempi,
ecc. Perveniva, dunque, alla conclusione che il nome non rappresenta fedelmente la realtà vera.
Tale intuizione, indubbiamente rivoluzionaria, era rimasta priva di sviluppi concreti, soprattutto in
estetica fino a quando non venne ripresa da Ferdinando De Saussure nel “Corso di linguistica
generale” (1916).
L’opera, postuma all’autore, è costituita dalle lezioni raccolte e pubblicate da due alunni dopo la sua
morte e ha assunto una tale importanza da dare origine allo sviluppo di una scienza autonoma
quale la linguistica, da cui ormai non è più possibile prescindere nell’interpretazione di un testo.
Andando oltre il pensiero di Platone, che si era limitato a cogliere l’arbitrarietà tra nome e oggetto
di riferimento, De Saussure

Distingue nel segno, o parola, tra “significato e significante” : il significato è ciò che il
segno esprime; il significante è il mezzo utilizzato per esprimere il significato
(l’immagine acustica o grafica).

Riconferma l’orientamento del pensiero platonico, affermando che il segno linguistico,
costituito da un concetto (significato) e da un’immagine acustica o grafica (il
significante ) è una entità arbitraria ;

Sostiene che si può identificare il valore di un elemento della lingua solo in maniera
differenziale, tramite il rapporto con gli altri termini del sistema che permettono la sua
identificazione per opposizione;
Ci piace riportare di seguito un breve passo di un’opera così importante, anche per dare agli studenti
5
punti di riferimento e, non secondario, il piacere di ascoltare punti salienti di un classico.
Dice De Saussure :
“Ma che cos’è la lingua? Per noi, essa non si confonde con linguaggio (qui intende dire con la
capacità che del linguaggio che è propria dell’essere umano); essa non ne è che una determinata
parte, quantunque, è vero, essenziale.
Essa è al tempo stesso un prodotto sociale della facoltà del linguaggio ed un insieme di convenzioni
necessarie, adottate dal corpo sociale per consentire l’esercizio di questa facoltà negli individui.
Preso nella sua totalità, il linguaggio è multiforme ed eteroclito; a cavallo di parecchi campi, nello
stesso tempo fisico, fisiologico, psichico, esso appartiene anche al dominio individuale e al dominio
sociale; non si lascia classificare in alcuna categoria di fatti umani, poiché non si sa come enucleare
la sua unità” (e Saussure, Corso di linguistica generale, Bari-Roma, Laterza, 1967, p. 19).
Una tale visione è rimasta sostanzialmente immutata negli anni successivi, come si deduce dall’
opera di Gerard Genette, che in
Mimologie. Viaggio in Cratilia (1976), collegandosi alle
argomentazioni di Platone, sostiene l’ arbitrarietà del segno e che il collegamento tra la lingua e gli
oggetti non è naturale, ma culturalmente determinato.
Insomma il segno grafico o verbale (la parola) ha il carattere della mutevolezza sia dal punto di
vista grafico fonico che dei significati di cui è portatore e tale mutevolezza investe in tutti i suoi
aspetti (grafici e di senso) il linguaggio stesso che è fatto di segni.
Valore denotativo e valore connotativo del nome –5sl-
Inoltre va precisato che tra linguaggio e linguaggio intercorrono differenze.
Tra il linguaggio di una disciplina, poniamo ad esempio quella letteraria, e il linguaggio di un’
altra, poniamo quella matematica, per citare i linguaggi più distanti tra loro, esiste una differenza
rilevante per quanto concerne la mutevolezza.
I segni nel linguaggio matematico hanno il carattere dell’identità, in quanto hanno sempre il
medesimo significato: in tal caso il segno è detto del tipo denotativo.
In genere, con differenti gradualità, le discipline cosiddette esatte, sono caratterizzate da segni o
combinazione di segni fortemente identitari (ossia denotativi) e lo scarto di significato del segno
varia limitatamente col variare dei contesti.
Al contrario il linguaggio poetico, rispetto a tali linguaggi di carattere denotativo, ha la
peculiarità di essere connotativo nel senso che il termine, o /parola se si preferisce, assume
significati diversi a seconda dei contesti.
6
Per fare un esempio, due termini “porta” e “cuore” si riferiscono nel linguaggio quotidiano (ossia
quello denominato “fatico”) ( dal latino for, faris-dire ) a due cose ben precise.
Il loro valore denotativo di base, però, si carica di nuovi significati, quando nel linguaggio
letterario vengono combinati nel sintagma (dal greco con schiera/ordine) “la porta del
cuore”, che può indicare “ la. via dei sentimenti”, “la disponibilità”, ecc.
Quindi, nel caso del segno poetico si parla di “ipersegno” proprio per indicare la mutazione di
senso che il termine subisce quando dal linguaggio fatico viene usato in quello poetico.
In tal senso si dice che L’IPERSEGNO poetico è un segno caricato da valenze nuove rispetto al
segno fatico.
Codici e sottocodici: lettore reale e lettore ideale –6slUna volta prodotto, il testo poetico verrà interpretato da lettori in possesso di codici e sottocodici
culturali molto diversi rispetto all’autore, per cui saranno possibili diverse interpretazioni, a seconda
del gusto e dei livelli di ricezione.
Per quanto concerne la ricezione si distingue il lettore ideale da quello reale.
Il lettore reale darà la sua interpretazione empirica, ossia legata alla sua personale esperienza,
mentre il lettore ideale, che possiede i codici di decodifica delle varie discipline (linguistica,
letteraria, ecc.) ne darà un’interpretazione specialistica.
Occorre tener presente, ancora, che il lettore nella decodifica di un testo, in particolare
poetico, segue un percorso ermeneutico, ossia interpretativo, largamente influenzato dai suoi
sistemi culturali, che fungono da strumento.
Sotto tale aspetto la plurisemanticità (ossia la molteplicità dei significati) del testo porterà alla
pluridecodifica (ossia alla molteplicità delle decodifiche, ossia ad una varietà di interpretazioni) , al
contrario delle altre scienze ove le corrispondenze denotative sono prevalenti, favorendo la
univocità dell’interpretazione
Le varietà nell’interpretazione di un testo poetico sono, quindi, praticamente illimitate.
E’ ovvio chiedersi se l’illimitatezza di interpretazione non comporti anche l’arbitrarietà, per effetto
della quale ogni lettore sia legittimato a qualsiasi fantasiosa e personale interpretazione.
A tal riguardo, ad evitare che si pensi che la decodifica del messaggio poetico possa contemplare
l’arbitrarietà, illuminante risulta l’intuizione di Levi Strass, che definiva l’opera poetica un
sistema chiuso di segni,”che, una volta creato dall’autore, ha la rigidezza di un cristallo.”
Questionario lezione I
7
1-Per quando concerne la sfera metodologica, una moderna analisi del testo consente:

l’approccio in sequenzialità lineare,

l’approccio di tipo idealistico


l’approccio storicistico
l’approccio con tessuto conoscitivo a rete
2-“Il valore di un elemento della lingua si può individuare solo in maniera differenziale” significa
che:

il significato di un termine muta nel contesto

il significato di un termine rimane immutato nel tempo

il significato di un termine rimane immutato nel testo

il significato di un termine rimane immutato nel contesto
3-Il lettore ideale

colui che acquista molti testi

colui che possiede i codici di decodifica

colui che legge molto

colui che saprebbe ricostruire il testo
4-Il segno linguistico è costituito per De Saussure da

significato

significante

da significato e significante

dal segno grafico
5-Si intende per valore connotativo

la ricchezza delle note

l’apparato critico

le mappe concettuali

i nuovi significati di un termine
6-La linguistica prende avvio dalla pubblicazione dell’opera

Corso di filosofia positiva

Corso di linguistica generale
8

Struttura del testo poetico

Il problema del linguaggio poetico
7-In quale opera Platone affronta il problema del valore da assegnare al nome:

Fedone

Timeo

Critone

Cratilo
8-Si intende per linguaggio fatico quello:

Concreto, ossia del fare

Letterario

Quotidiano

Poetico
9-L’opera poetica è:

un sistema chiuso di segni

un sistema aperto

un sistema misto

un sistema arbitrario
10-Decodificare un testo significa

Tradurre un testo

Interpretare un testo

Interpretare un codice antico

Commentare un testo
9
10
Scarica