Novena in preparazione alla Festa di Gesù Buon

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NOVENA IN PREPARAZIONE
ALLA FESTA DI GESÙ BUON PASTORE
(17 – 25 aprile 2015)
Gesù buon Pastore ci riunisce in comunione
Introduzione
Siamo nell’anno dedicato alla Vita Consacrata, e la novena in preparazione alla festa di Gesù
buon Pastore che si colloca nel cammino intrapreso con il 7° Intercapitolo, vogliamo viverla chiedendo la
grazia di accogliere il dono della Comunione.
Papa Francesco, nella Lettera ‘A tutti i consacrati’ ci esorta così “Siate dunque donne e uomini di
comunione, rendetevi presenti con coraggio là dove vi sono differenze e tensioni, e siate segno credibile
della presenza dello Spirito che infonde nei cuori la passione perché tutti siano una sola cosa (cfr Gv
17,21). Vivete la mistica dell’incontro: «la capacità di sentire, di ascolto delle altre persone. La capacità
di cercare insieme la strada, il metodo», lasciandovi illuminare dalla relazione di amore che passa fra le
tre Divine Persone (cfr 1Gv 4,8) quale modello di ogni rapporto interpersonale”1.
Sr Marta, nostra superiora generale, ci diceva durante il 7° Intercapitolo: “In questa profonda
mutazione epocale in cui le merci si globalizzano e le persone si tribalizzano sentiamo che il Vangelo ci
spinge ad aiutarci affinché la comunione tra di noi e con le persone a noi affidate, diventi sempre più
grande e profonda, possa esprimere l’amore che il Padre ha verso l’umanità” 2.
La Vita Trinitaria è la comunione nell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Questa
verità si rivela come bellezza perché ci apre al mondo, alle relazioni. La bellezza è, dove si uniscono il
Divino e l’umano, è il volto dell’altro in Dio 3. Radicati nella comunione, che è vita in Dio, siamo chiamati
ad essere instancabili costruttori di fraternità, praticando l’amore con tutti. L’apostolato, la condivisione,
la carità sono frutto della comunione.
In questa Novena in preparazione alla festa di Gesù Buon Pastore, il Salmo 23 ci accompagnerà
illuminando il nostro cammino, che in questo triennio ha come sfondo la nostra vita in Dio che si
manifesta nella vita di comunione. Questo salmo, da noi conosciuto e tante volte pregato, ci aiuterà a
contemplare l’Amore di Gesù Buon Pastore che dona la vera vita a tutti.
Nove sono le azioni attribuite al Signore: è mio Pastore; mi fa riposare; mi conduce; mi rinfranca;
mi guida; è con me; mi dà sicurezza; prepara una mensa; cosparge di olio il mio capo. Con questi
atteggiamenti il Signore esprime la premura, l'attenzione che si prende cura di ognuno di noi. Di fronte al
Pastore, il salmista afferma di non mancare di nulla, di non temere alcun male, perché il calice della
pienezza di vita trabocca, al punto che dimorando nella casa del Signore la felicità e la grazia diventano
compagne di vita. Come possiamo osservare si tratta di un dialogo affettuoso, fiducioso, familiare tra il
Signore e l’umanità.
E’ una preghiera semplice e profonda che esprime l’esperienza del credente, il suo affidamento, la
sua certezza nella guida del Pastore. Guidate e portate da Lui, chiediamo la grazia di crescere nella
comunione che ci fa essere Pastorelle che donano la vita le une alle altre e a tutti coloro che ci sono
affidati nella nostra missione pastorale.
1
Papa Francesco, A tutti i consacrati. Lettera apostolica in occasione dell'anno della vita consacrata, n° 2.
Introduzione 7IC, 22 agosto 2014, p.7.
3 Cf. Presentazione di O. Clément in Solov’ev, Fondamenti spirituali della vita, p. 14.
2
1
PRIMO GIORNO - 17 aprile
Il Signore è il mio Pastore. (v 1)
Invocazione allo Spirito Santo
Dal Vangelo secondo Giovanni
Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon
pastore offre la vita per le pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore
conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. (10,1011.14)
Da un’omelia di Giovanni Paolo II
L’Antico Testamento parla comunemente di Dio come Pastore di Israele, del popolo dell’alleanza, da
lui scelto per realizzare il progetto della salvezza. Il Salmo 23 è un inno meraviglioso al Signore, Pastore
delle nostre anime: “Il Signore è il mio Pastore; non manco di nulla...” (Sal 23,1).
I profeti Isaia, Geremia ed Ezechiele ritornano sovente sul tema del popolo “gregge del Signore”:
“Ecco il vostro Dio!... Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna...” (Is
40,11) e soprattutto annunciano il Messia come Pastore che pascerà veramente le sue pecore e non le
lascerà più sbandare: “Susciterò per loro un pastore che le pascerà, Davide mio servo. Egli le condurrà
al pascolo, sarà il loro pastore...” (Ez 34,23). (…)
Nei primi tempi della Chiesa poi l’iconografia cristiana si servì grandemente e sviluppò questo tema
del Buon Pastore la cui immagine appare spesso, dipinta o scolpita, nelle Catacombe, nei sarcofagi, nei
battisteri. Tale iconografia, così interessante e devota, ci attesta che, fin dai primi tempi della Chiesa,
Gesù “Buon Pastore” colpì e commosse gli animi dei credenti e dei non credenti e fu motivo di
conversione, di impegno spirituale e di conforto. Ebbene, Gesù “Buon Pastore” è vivo e vero ancora oggi
in mezzo a noi, in mezzo all’umanità intera, e a ciascuno vuol far sentire la sua voce e il suo amore.
(6 maggio 1979)
Dalla predicazione del Beato Alberione
La figura del buon Pastore è stata presa dal Vangelo ed è una delle più belle e poetiche immagini.
L'atteggiamento del buon Pastore dimostra una delle sue caratteristiche, l'amore. Egli ama le pecorelle e
conosce più intimamente quelle fedeli, quelle che lo hanno seguito, conosce cioè voi tutte
individualmente, conosce "me ". Ha cura delle sue pecorelle fino a dare la vita per esse, non soltanto
attirandole al suo cuore, ma affrontando il calvario e la morte in croce. (…)
Gesù sacrifica la sua vita pur di salvare le anime, gli altri pastori invece cercano l'utile dal loro gregge.
Gesù riceve ben poco da noi, noi siamo invece messi in occasione di cibarci perfino del suo corpo. Gesù
non ha voluto essere solo il capo, il pastore, ma volle prima essere l'agnello, come lo definisce san
Giovanni Battista quando lo incontra: «Ecco l'agnello» (Gv 1,29).
Per onorare Gesù buon Pastore dobbiamo essere docili e sacrificarci, non dobbiamo aver paura di
donarci nella semplicità e nell'umiltà. L'anima docile, umile, che sa sacrificarsi, capisce le ansie di Gesù:
ansie di zelo e di ricerca delle pecorelle smarrite.
(PrP VII, 1954 p 48-49)
Ci domandiamo: Chi conduce la mia vita? Dietro quale pastore sto camminando?
Preghiamo insieme
Ti adoriamo o Gesù, Pastore eterno del genere umano.
Vivi in noi affinché ti possiamo irradiare nella parola,
nella sofferenza, nell’azione pastorale, nell’esempio di vita buona.
(Coroncina a Gesù buon Pastore)
O Gesù, Pastore eterno delle anime nostre,
O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita,
manda buoni operai nella tua messe.
abbi pietà di noi.
2
SECONDO GIORNO - 18 aprile
Su pascoli erbosi mi fa riposare. (v 2a)
Invocazione allo Spirito Santo
Dal libro del Profeta Ezechiele
Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle valli e in tutte le praterie
della regione. Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in
un buon ovile e avranno rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al
pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. (34,13-15)
Da un’omelia di Papa Francesco
Quando sentiamo il peso del lavoro pastorale, ci può venire la tentazione di riposare in un modo
qualunque, come se il riposo non fosse una cosa di Dio. Non cadiamo in questa tentazione. La nostra
fatica è preziosa agli occhi di Gesù, che ci accoglie e ci fa alzare: “Venite a me quando siete stanchi e
oppressi, io vi darò ristoro” (cfr Mt 11,28). Quando uno sa che, morto di stanchezza, può prostrarsi in
adorazione, dire: “Basta per oggi, Signore”, e arrendersi davanti al Padre, uno sa anche che non crolla
ma si rinnova, perché chi ha unto con olio di letizia il popolo fedele di Dio, il Signore pure lo unge:
”cambia la sua cenere in diadema, le sue lacrime in olio profumato di letizia, il suo abbattimento in canti”
(cfr Is 61,3).[…] L’immagine più profonda e misteriosa di come il Signore tratta la nostra stanchezza
pastorale è quella che «avendo amato i suoi…, li amò sino alla fine» (Gv 13,1).
(Giovedì Santo, 2 aprile 2015)
Dalla predicazione del Beato Alberione
(…) Se si vuole vivere la pastorale, il Maestro dei maestri e che vale più di tutte le università è il
Vangelo, Gesù buon Pastore. Quindi, leggere e rileggere il Vangelo. Leggere e rileggere le lettere di san
Paolo e le lettere di san Pietro. Sì. E poi dopo, dopo questo, pregando, si tirano le conclusioni: e come si
devono amare le anime e come si devono le anime illuminare e portarle, in quanto possibile, portarle a
Gesù, portarle a Dio. Sì.
(AAP 1965, 184)
Ci domandiamo: Su quali pascoli cerco il riposo?
Preghiamo insieme
Ti adoriamo o Gesù, Pastore eterno del genere umano.
Chi ti ascolta si nutre di un pane che non perisce:
il mio cibo è la volontà del Padre celeste.
Vogliamo amarti con tutta la mente, tutte le forze, tutto il cuore,
e per amor tuo io voglio spendermi totalmente per il tuo popolo.
(Coroncina a Gesù buon Pastore)
O Gesù, Pastore eterno delle anime nostre,
O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita,
manda buoni operai nella tua messe.
abbi pietà di noi.
3
TERZO GIORNO - 19 aprile
Ad acque tranquille mi conduce. (v 2b)
Invocazione allo Spirito Santo
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa
gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva". Gli disse la donna: "Signore, tu non hai un
mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande
del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?".
Rispose Gesù: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli
darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla
per la vita eterna". "Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non
continui a venire qui ad attingere acqua". (4,10-15)
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica
La meraviglia della preghiera si rivela proprio là, presso i pozzi dove andiamo a cercare la nostra
acqua: là Cristo viene ad incontrare ogni essere umano; egli ci cerca per primo ed è lui che ci chiede da
bere. Gesù ha sete; la sua domanda sale dalle profondità di Dio che ci desidera. Che lo sappiamo o no,
la preghiera è l'incontro della sete di Dio con la nostra sete. Dio ha sete che noi abbiamo sete di lui (Cf
S. Gregorio Nazianzeno, Oratio 40, 25: SC 358, 261 (PG 36, 398); Sant'Agostino, De diversis
quaestionibus octoginta tribus, 64, 4: CCL 44A, 140 (PL 40, 56). (CCC 2560)
“Tu gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva” (Gv 4,10). La nostra preghiera di
domanda è paradossalmente una risposta. Risposta al lamento del Dio vivente: “Essi hanno
abbandonato me, sorgente d'acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate” (Ger 2,13), risposta
di fede alla promessa gratuita della salvezza, (Gv 7,37-39; Is 12,3; 51,1) risposta d'amore alla sete del
Figlio unigenito (Gv 19,28; Zc 12,10; Zc 13,1). (CCC 2561)
La sete di Dio è estinta dall'acqua della vita eterna (Gv 4,14) (CCC 2557).
Lo Spirito Santo è “l'acqua viva” che, nel cuore orante, “zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14). E' lui
che ci insegna ad attingerla alla stessa Sorgente: Cristo. Nella vita cristiana ci sono delle fonti dove
Cristo ci attende per abbeverarci dello Spirito Santo (CCC 2652)
Dalla predicazione del Beato Alberione
«Oh allora: l'umiltà! Perché noi possiamo anche vedere una bella fontana e non bere e restare
assetati. La samaritana domandava a Gesù: «Dammi di quest'acqua» [Gv 4,15].
Ecco, sì, acqua spirituale!».
(AAP 1957, 17)
Ci domandiamo: A quali acque noi attingiamo per vivere?
Preghiamo insieme
Ti adoriamo o Gesù, Pastore eterno del genere umano.
Donaci la grazia di ascoltare ed amare la tua Parola perché produca frutto nei nostri cuori.
Parla, o Signore, il tuo servo ti ascolta.
(Coroncina a Gesù buon Pastore)
O Gesù, Pastore eterno delle anime nostre,
O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita,
manda buoni operai nella tua messe.
abbi pietà di noi.
4
QUARTO GIORNO - 20 aprile
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino. (v 3)
Invocazione allo Spirito Santo
Dal Vangelo secondo Giovanni
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le
conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo
seguono, perché conoscono la sua voce. (10,3-4)
Da un’omelia di Giovanni Paolo II
Nel corso dei secoli i successori degli Apostoli, guidati dallo Spirito Santo, hanno continuato a
radunare il gregge di Cristo e a guidarlo verso il Regno dei cieli, consapevoli di poter assumere una così
grande responsabilità soltanto "per Cristo, con Cristo e in Cristo". Questa medesima consapevolezza ho
avuto io quando il Signore mi chiamò a svolgere la missione di Pietro in questa amata città di Roma e al
servizio del mondo intero. Sin dall’inizio del pontificato, i miei pensieri, le mie preghiere e le mie azioni
sono state animate da un unico desiderio: testimoniare che Cristo, il Buon Pastore, è presente e opera
nella sua Chiesa. Egli è in continua ricerca di ogni pecora smarrita, la riconduce all’ovile, ne fascia le
ferite; cura la pecora debole e malata e protegge quella forte. Ecco perché, sin dal primo giorno, non ho
mai cessato di esortare: "Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!". Ripeto
oggi con forza: "Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!" Lasciatevi guidare da Lui! Fidatevi del suo
amore!
(Omelia per il XXV anniversario di pontificato, 16 ottobre 2013)
Dalla predicazione del Beato Alberione
«Ma prima di voler guidare gli altri, dobbiamo capire e conoscere noi stessi. Conoscere se stessi è
l'apogèo della sapienza. Dobbiamo essere umani, acquistare buona educazione e buon tratto.
Guidare gli altri è l'arte delle arti "ars artium regimen animarum". [Gregorio Magno…] Vi sono
immense difficoltà nel guidare le anime e c'è solo il Maestro divino che può insegnarci. San Pietro è il
tipo sanguigno; san Paolo è il tipo nervoso. Si, decideva adagio, ma resisteva sino alla fine. E'
necessario avere molta pazienza con le anime. Senza pazienza non si fa niente. Vi benedica Gesù buon
Pastore e la sua Madre santissima. Ci vuole un istituto apposta per il governo delle anime.
(PrP IV, 1949, p. 22)
Ci domandiamo:
Sono una guida guidata?
Mi lascio guidare e guido gli altri nello spirito della comunione?
Preghiamo insieme
Ti adoriamo o Gesù, Pastore eterno del genere umano.
Le tue pecorelle ascoltano la tua voce e la seguono con amore.
Tu, buon Pastore, cammini dinanzi al gregge
e le pecorelle ti seguono perché ne riconoscono la voce.
Vieni, o Pastore divino, guidaci, e sia presto uno il gregge ed uno il Pastore.
(Coroncina a Gesù buon Pastore)
O Gesù, Pastore eterno delle anime nostre,
O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita,
manda buoni operai nella tua messe.
abbi pietà di noi.
5
QUINTO GIORNO - 21 aprile
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male,
perché tu sei con me. (v 4a)
Invocazione allo Spirito Santo
Dal libro del Profeta Isaia
Ma tu, Israele mio servo, tu Giacobbe, che ho scelto, discendente di Abramo mio amico, sei tu che io
ho preso dall'estremità della terra e ho chiamato dalle regioni più lontane e ti ho detto: "Mio servo tu sei ti
ho scelto, non ti ho rigettato". Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio.
Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra vittoriosa. Poiché io sono il Signore
tuo Dio che ti tengo per la destra e ti dico: "Non temere, io ti vengo in aiuto". Non temere, vermiciattolo di
Giacobbe, larva di Israele; io vengo in tuo aiuto - oracolo del Signore - tuo redentore è il Santo di Israele.
(41,8-10.13-14)
Da un’Udienza generale di Benedetto XVI
(…) Il Salmista può dichiarare una tranquillità e una sicurezza senza incertezze né timori (…) Chi va
col Signore anche nelle valli oscure della sofferenza, dell'incertezza e di tutti i problemi umani, si sente
sicuro. Tu sei con me: questa è la nostra certezza, quella che ci sostiene. Il buio della notte fa paura,
con le sue ombre mutevoli, la difficoltà a distinguere i pericoli, il suo silenzio riempito di rumori
indecifrabili. Se il gregge si muove dopo il calar del sole, quando la visibilità si fa incerta, è normale che
le pecore siano inquiete, c’è il rischio di inciampare oppure di allontanarsi e di perdersi, e c’è ancora il
timore di possibili aggressori che si nascondano nell’oscurità. Per parlare della valle “oscura”, il Salmista
usa un’espressione ebraica che evoca le tenebre della morte, per cui la valle da attraversare è un luogo
di angoscia, di minacce terribili, di pericolo di morte. Eppure, l’orante procede sicuro, senza paura,
perché sa che il Signore è con lui. Quel «tu sei con me» è una proclamazione di fiducia incrollabile, e
sintetizza l’esperienza di fede radicale; la vicinanza di Dio trasforma la realtà, la valle oscura perde ogni
pericolosità, si svuota di ogni minaccia. Il gregge ora può camminare tranquillo, accompagnato dal
rumore familiare del bastone che batte sul terreno e segnala la presenza rassicurante del pastore.
(5 ottobre 2011)
Dalla predicazione del Beato Alberione
Seconda consolazione è di aver sempre il buon Pastore con voi, sempre. Lavorate in unione con lui e
lui è con voi, lui è con voi, sì! Lui farà fecondare la vostra parola e quante volte vedrete anche sulla terra
il buon frutto delle vostre fatiche, sì, perché nostro Signore, Gesù buon Pastore, ha avuto tante
amarezze, ma ha avuto anche tante consolazioni. Quindi si lavora con Gesù; sempre lavorare nelle sue
intenzioni.
(AAP 1957, 539)
Ci domandiamo: Nei momenti di prova da cosa si vede il mio affidamento al Signore?
Preghiamo insieme
Ti adoriamo o Gesù, Pastore eterno del genere umano.
Abbi pietà di quanti errano come gregge senza pastore
nelle tenebre dell’errore e dell’ignoranza.
Attirali alla tua verità.
Richiama nel tuo ovile quanti sono separati da te come tralcio staccato dalla vite.
(Coroncina a Gesù buon Pastore)
O Gesù, Pastore eterno delle anime nostre,
O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita,
manda buoni operai nella tua messe.
abbi pietà di noi.
6
SESTO GIORNO - 22 aprile
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. (v 4b)
Invocazione allo Spirito Santo
Dal libro del profeta Ezechiele
Com'è vero ch'io vivo - parola del Signore Dio - io regnerò su di voi con mano forte, con braccio
possente e rovesciando la mia ira. Poi vi farò uscire di mezzo ai popoli e vi radunerò da quei territori
dove foste dispersi con mano forte, con braccio possente e con la mia ira traboccante e vi condurrò nel
deserto dei popoli e lì a faccia a faccia vi giudicherò. Come giudicai i vostri padri nel deserto del paese di
Egitto così giudicherò voi, dice il Signore Dio. Vi farò passare sotto il mio bastone e vi condurrò sotto il
giogo dell'alleanza. (20,33-37)
Da un’omelia di Benedetto XVI
"Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza": il pastore ha bisogno del bastone contro le
bestie selvatiche che vogliono irrompere tra il gregge; contro i briganti che cercano il loro bottino.
Accanto al bastone c’è il vincastro che dona sostegno ed aiuta ad attraversare passaggi difficili.
Ambedue le cose rientrano anche nel ministero della Chiesa, nel ministero del sacerdote. Anche la
Chiesa deve usare il bastone del pastore, il bastone col quale protegge la fede contro i falsificatori,
contro gli orientamenti che sono, in realtà, disorientamenti. Proprio l’uso del bastone può essere un
servizio di amore. (…) Al tempo stesso, però, il bastone deve sempre di nuovo diventare il vincastro del
pastore – vincastro che aiuti gli uomini a poter camminare su sentieri difficili e a seguire il Signore.
(Omelia a conclusione dell’Anno Sacerdotale.11.06.2010)
Dalla predicazione del Beato Alberione
Noi possiamo sempre aver fiducia in Gesù: per /quante siano/ (a) le nostre debolezze, per quanti
siano i nostri peccati, guardiamo sempre il crocifisso: Eccomi o mio amato e buon Gesù, ecc., e
particolarmente la confessione ben fatta, sì, nel tempo di passione. Oh, non fa bisogno di essere
scrupolose e sempre aver pena del passato, no! Sempre umiltà sì, ma nello stesso tempo fiducia.
Fiducia nel Signore. Fiducia perché è buono.
(AAP 1960, 93)
Ci domandiamo:
Come e verso dove sento che il Signore mi sta conducendo
in questo tempo della mia vita?
Preghiamo insieme
Ti adoriamo o Gesù, Pastore eterno del genere umano.
Abbi pietà di quanti si nutrono di menzogna e vanità.
Richiama sulla tua via i peccatori.
Sostieni i vacillanti, fortifica i deboli.
(Coroncina a Gesù buon Pastore)
O Gesù, Pastore eterno delle anime nostre,
O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita,
manda buoni operai nella tua messe.
abbi pietà di noi.
7
SETTIMO GIORNO - 23 aprile
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca. (v 5)
Invocazione allo Spirito Santo
Dal Vangelo secondo Marco
Gesù si trovava a Betania nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna
con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di
alabastro e versò l'unguento sul suo capo. Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: "Perché tutto
questo spreco di olio profumato? Si poteva benissimo vendere quest'olio a più di trecento denari e darli
ai poveri!". Ed erano infuriati contro di lei. Allora Gesù disse: "Lasciatela stare; perché le date fastidio?
Ella ha compiuto verso di me un'opera buona; i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli
quando volete, me invece non mi avete sempre. Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in
anticipo il mio corpo per la sepoltura. (14, 3-8)
Da un’udienza generale di Benedetto XVI
Siamo ancora nel deserto, dove il pastore vive con il suo gregge, ma adesso siamo trasportati sotto la
sua tenda, che si apre per dare ospitalità (…) Ora il Signore è presentato come Colui che accoglie
l’orante, con i segni di una ospitalità generosa e piena di attenzioni. L’ospite divino prepara il cibo sulla
“mensa”, un termine che in ebraico indica, nel suo senso primitivo, la pelle di animale che veniva stesa
per terra e su cui si mettevano le vivande per il pasto in comune. È un gesto di condivisione non solo del
cibo, ma anche della vita, in un’offerta di comunione e di amicizia che crea legami ed esprime
solidarietà. E poi c’è il dono munifico dell’olio profumato sul capo, che dà sollievo dall’arsura del sole del
deserto, rinfresca e lenisce la pelle e allieta lo spirito con la sua fragranza. Infine, il calice ricolmo
aggiunge una nota di festa, con il suo vino squisito, condiviso con generosità sovrabbondante. Cibo, olio,
vino: sono i doni che fanno vivere e danno gioia perché vanno al di là di ciò che è strettamente
necessario ed esprimono la gratuità e l'abbondanza dell’amore. (…) Il Salmista è fatto oggetto di tante
attenzioni, per cui si vede come un viandante che trova riparo in una tenda ospitale, mentre i suoi nemici
devono fermarsi a guardare, senza poter intervenire, perché colui che consideravano loro preda è stato
messo al sicuro, è diventato ospite sacro, intoccabile. E il Salmista siamo noi se siamo realmente
credenti in comunione con Cristo. Quando Dio apre la sua tenda per accoglierci, nulla può farci del male.
(5 ottobre 2011)
Dalla predicazione del Beato Alberione
Una immedesimazione, immedesimarsi con il buon Pastore: io vado ad immolarmi pro eis (per loro).
Quando siete mandate a una parrocchia: "Andrò a immolarmi con Gesù Cristo". E' misterioso il vostro
ufficio. E' misteriosa la vostra missione. Ma se capite la messa, allora comprendete. "Io mi immolerò
come Gesù Cristo per quelle anime". E allora non si sente grave il peso, no! Anzi si sente il bisogno di
soffrire, di soffrire. E vi sono anime le quali hanno capito il mistero della redenzione: Hoc enim sentite in
vobis quod et in Christo Jesu [Fil 2,5]. Con che pensieri, con che sentimenti il buon Pastore si immolava
sulla croce! Vogliamo entrare nei sentimenti intimi, nelle intenzioni, nelle sofferenze del buon Pastore?
La messa spiega tutto. (AAP 1963, 134)
Ci domandiamo: Che cosa mi fa veramente gioire? Di che cosa trabocca il calice del mio cuore?
Preghiamo insieme
Ti adoriamo o Gesù, Pastore eterno del genere umano.
Tu sei presente nell’Eucaristia per dimorare continuamente in mezzo al tuo gregge.
Tu lo nutri, lo custodisci, lo guidi all’ovile celeste.
Non viviamo di solo pane, ma della tua dottrina di verità e d’amore.
Vivi in tutti gli uomini con il tuo Spirito!
(Coroncina a Gesù buon Pastore)
O Gesù, Pastore eterno delle anime nostre,
O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita,
manda buoni operai nella tua messe.
abbi pietà di noi.
8
OTTAVO GIORNO - 24 aprile
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita. (v 6a)
Invocazione allo Spirito Santo
Dalla lettera di Paolo Apostolo agli Efesini
Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione
spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e
immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù
Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato
nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati
secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e
intelligenza (…). (1,3-8)
Da un’omelia di Papa Francesco
(…) Il brano di oggi riporta queste parole di Gesù: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le
conosco ed esse mi seguono (…) Gesù vuole stabilire con i suoi amici una relazione che sia il riflesso di
quella che Lui stesso ha con il Padre: una relazione di reciproca appartenenza nella fiducia piena,
nell’intima comunione. Per esprimere questa intesa profonda, questo rapporto di amicizia Gesù usa
l’immagine del pastore con le sue pecore: lui le chiama ed esse riconoscono la sua voce, rispondono al
suo richiamo e lo seguono. E’ bellissima questa parabola! (..) La voce di Gesù è unica! Se impariamo a
distinguerla, Egli ci guida sulla via della vita, una via che oltrepassa anche l’abisso della morte. Ma Gesù
a un certo punto dice, riferendosi alle sue pecore: «Il Padre mio, che me le ha date…» (Gv 10,29).
Questo è molto importante, è un mistero profondo, non facile da comprendere: se io mi sento attratto da
Gesù, se la sua voce riscalda il mio cuore, è grazie a Dio Padre, che ha messo dentro di me il desiderio
dell’amore, della verità, della vita, della bellezza… e Gesù è tutto questo in pienezza! Questo ci aiuta a
comprendere il mistero della vocazione, specialmente delle chiamate ad una speciale consacrazione.
(Regina Coeli, 21 aprile 2013)
Dalla predicazione del Beato Alberione
Il segreto per ottenere la grazia è la fiducia e la confidenza. Sperate, sperate, tanto e non temete mai. “Io
sono con voi”, (Mt 28,20). Quando abbiamo Gesù che cosa temiamo? Oh, povera quell'anima che
s'allontana da Gesù!
(PrP III, 1948, p. 157)
Ci domandiamo: Chi e che cosa mi tiene compagnia? Che cosa alimenta in me, in noi la comunione?
Preghiamo insieme
Ti adoriamo o Gesù, Pastore eterno del genere umano.
Donaci il tuo cuore che hai portato dal cielo il fuoco della tua carità.
Arda in noi il desiderio della gloria di Dio e un grande amore verso i fratelli.
Disponi tutte le menti ed i cuori ad accogliere la tua grazia.
(Coroncina a Gesù buon Pastore)
O Gesù, Pastore eterno delle anime nostre,
O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita,
manda buoni operai nella tua messe.
abbi pietà di noi.
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NONO GIORNO - 25 aprile
E abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni. (v 6b)
Invocazione allo Spirito Santo
Dal Salmo 27
Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della
mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario. (…)
Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. (Sal 27, 4.15)
Da un’udienza generale di Benedetto XVI
La bontà e la fedeltà di Dio sono la scorta che accompagna il Salmista che esce dalla tenda e si
rimette in cammino. Ma è un cammino che acquista un nuovo senso, e diventa pellegrinaggio verso il
Tempio del Signore, il luogo santo in cui l’orante vuole “abitare” per sempre e a cui anche vuole
“ritornare”. Il verbo ebraico qui utilizzato ha il senso di “tornare”, ma, con una piccola modifica vocalica,
può essere inteso come “abitare”, e così è reso dalle antiche versioni e dalla maggior parte delle
traduzioni moderne. Ambedue i sensi possono essere mantenuti: tornare al Tempio e abitarvi è il
desiderio di ogni Israelita, e abitare vicino a Dio nella sua vicinanza e bontà è l’anelito e la nostalgia di
ogni credente: poter abitare realmente dove è Dio, vicino a Dio. La sequela del Pastore porta alla sua
casa, è quella la meta di ogni cammino, oasi desiderata nel deserto, tenda di rifugio nella fuga dai
nemici, luogo di pace dove sperimentare la bontà e l’amore fedele di Dio, giorno dopo giorno, nella gioia
serena di un tempo senza fine.
(5 ottobre 2011)
Dalla predicazione del Beato Alberione
La benedizione discenda sopra i vostri propositi e sulla vostra volontà ferma e decisa.
Questa benedizione discenda su tutti, specialmente i presenti, e sia preludio di quella benedizione finale,
quella che aspettiamo: «Venite, o benedetti. Venite, o benedetti, nel regno del Padre mio» [cf. Mt 25,34].
E allora tutti assieme ci alzeremo incontro al buon Pastore Gesù: «Venite, o benedetti, nel regno del
Padre mio» [cf. Mt 25,34]. Ora la benedizione.
(AAP 1961, 682)
Ci domandiamo: Con la consapevolezza che fin d’ora abito nella casa del Signore,
quali sono i pensieri e i sentimenti che custodisco nel mio cuore?
Preghiamo insieme
Ti ringraziamo o Gesù buon Pastore,
disceso dal cielo per cercare il genere umano e riportarlo sulla via della salvezza.
A noi dà la grazia (…) di essere fra le tue pecorelle nel giorno del giudizio
quando tu ritornerai come Pastore.
(Coroncina a Gesù buon Pastore)
O Gesù, Pastore eterno delle anime nostre,
O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita,
manda buoni operai nella tua messe.
abbi pietà di noi.
Casa generalizia, aprile 2015
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