IP/00/1334 Bruxelles, 22 novembre 2000 Il Commissario Solbes presenta le previsioni economiche per i paesi candidati (2000-2002) Secondo le previsioni economiche dell’autunno 2000 pubblicate dalla Commissione europea, i paesi candidati possono attendersi un periodo prolungato di crescita elevata, ad un tasso medio superiore al 4%, nell’arco dell’orizzonte di riferimento delle previsioni, che va dal 2000 al 2002. L’andamento dell’economia dovrebbe essere inizialmente sostenuto da un contesto internazionale più favorevole, in particolare dall’elevata crescita in atto nell’UE ed anche in Russia. Inoltre, la domanda interna dovrebbe segnare un’accelerazione o rimanere comunque sostenuta nell’arco di riferimento delle previsioni, dato che i consumi privati e gli investimenti continueranno a crescere. Ci si attende che la protratta crescita porti ad un graduale miglioramento delle prospettive in materia di occupazione. Nel 2000, l’inflazione è spinta al rialzo dagli elevati prezzi dell’energia. Per il 2001 e il 2002 ci si attende una flessione dell’inflazione di modesta entità, tranne che nei paesi a più forte inflazione, ossia la Romania e la Turchia, nei quali è prevedibile che il processo di disinflazione sarà più rapido. Il livello medio dei disavanzi con l’estero e dei disavanzi di bilancio rimarrà presumibilmente relativamente elevato, ma sempre sostenibile. È questa la prima volta che la Commissione pubblica previsioni economiche per i paesi candidati. In passato, la Direzione generale degli affari economici e finanziari (DG ECFIN) ha elaborato previsioni per questi paesi nel quadro dell’esercizio di previsione per gli Stati membri. D’ora in poi la Commissione pubblicherà due volte l’anno, in parallelo con le previsioni economiche per gli Stati membri, una previsione più dettagliata per tutti e tredici i paesi candidati. Un’analisi dettagliata per paese sarà presentata anche nello “Economic Reform Monitor” pubblicato trimestralmente dalla DG ECFIN. Secondo Pedro Solbes, Commissario per gli affari economici e finanziari “le previsioni economiche per i paesi candidati saranno progressivamente sviluppate con l’obiettivo di integrarle pienamente nell’esercizio di previsione per gli Stati membri entro la data della loro adesione.” Per ora, tuttavia, le previsioni per i paesi candidati rimangono meno dettagliate, soprattutto a causa di limitazioni nella disponibilità dei dati. “In effetti, i paesi candidati devono migliorare ancora le loro statistiche economiche per garantire che la qualità, comparabilità e ampiezza della gamma di dati siano le medesime che negli Stati membri.” Nel 2000, per i dieci paesi candidati la cui economia è in transizione si prevede un tasso medio complessivo di crescita del PIL del 4,2%, quasi doppio rispetto al 19991. Le economie dei paesi candidati hanno conosciuto un forte sviluppo nel primo semestre 2000. L’accelerazione della crescita che ha preso l’avvio nel secondo semestre 1999 ha acquistato ulteriore slancio. Per la prima volta dall’inizio del processo di transizione si prevede quest’anno una crescita positiva per tutti i paesi; in molti di essi il volume del PIL ha ormai superato il livello sul quale era attestato nel momento precedente all’inizio della transizione stessa. Il tasso medio di crescita per tutti e tredici i paesi candidati dovrebbe salire dal –0,3% nel 1999 al 4,8% nel 2000, soprattutto grazie alla forte ripresa in Turchia. Il tasso di crescita del PIL dovrebbe situarsi entro una forbice che va dal 2% circa in Lituania, Romania e Slovacchia ad oltre il 5% in Bulgaria, Estonia, Ungheria, Polonia e Turchia. Nell’arco dell’intero periodo di riferimento delle proiezioni la crescita è sostenuta dal favorevole contesto internazionale, specie nel 2000. Data la profonda integrazione commerciale dei paesi candidati con l’Unione europea, il rilancio della crescita negli Stati membri dal 2000 in poi ha un sensibile effetto positivo. La netta ripresa in Russia e negli altri paesi NSI dovrebbe riflettersi favorevolmente sulle prospettive nei paesi candidati. La crescita economica è sostenuta anche da una domanda interna forte o in accelerazione, in particolare per quanto riguarda gli investimenti ed i consumi privati. Nei paesi che negli ultimi anni hanno registrato una rapida crescita economica, quali l’Ungheria, la Polonia e la Slovenia, la robusta crescita della domanda interna dovrebbe proseguire. Alcuni paesi che hanno dovuto seguire programmi di austerità o di aggiustamento negli anni precedenti possono ora sostenere una più marcata crescita della domanda interna, dopo aver ripreso il controllo dei loro squilibri di bilancio o con l’estero. La Turchia si sta riprendendo dal terremoto che ha colpito i centri della sua attività industriale nell’agosto 1999. Inoltre, la domanda interna in Turchia beneficia del netto calo dei tassi d’interesse reali dopo il positivo avvio dell’ambizioso programma di stabilizzazione economica nel dicembre 1999. Ci si attende il protrarsi di una crescita elevata nel 2001 e nel 2002. Il tasso di crescita del PIL dovrebbe continuare a situarsi tra il 4¼ e il 4½% nei dieci paesi candidati la cui economia è in transizione, mentre quello complessivo per l’insieme dei tredici paesi candidati dovrebbe scendere leggermente per attestarsi su questi stessi livelli. Nei dieci paesi la cui economia è in transizione la domanda interna dovrebbe rafforzarsi ulteriormente, sospinta dall’espansione degli investimenti e da consumi privati un po’ più alti. I consumi pubblici dovrebbero continuare a crescere solo in misura moderata. Grazie alla sostenutezza della domanda interna la crescita delle importazioni dovrebbe segnare un’accelerazione. Simultaneamente, le esportazioni dovrebbero registrare un certo rallentamento in corrispondenza di una modesta decelerazione della crescita nell’UE. Di conseguenza, il contributo delle esportazioni nette alla crescita diventerebbe lievemente negativo. Negli altri tre paesi candidati, si prevede una certa decelerazione della domanda interna e delle esportazioni rispetto agli elevati livelli attuali, che dovrebbe tradursi in una crescita del PIL un po’ più modesta, ma sempre forte. 1 Tutte le medie sono calcolate impiegando i tassi di cambio di mercato. I tassi di cambio basati sulla parità dei poteri d’acquisto armonizzati non sono ancora disponibili per tutti i paesi candidati. 2 In media, si può pronosticare che avrà luogo un certo avvicinamento all’UE in termini reali. Contrariamente a quanto è avvenuto nel 1998 e nel 1999, i tassi medi di crescita pronosticati per i paesi candidati per il periodo 2000-2002 sono più elevati della crescita media prevista per l’Unione europea. Un certo numero di paesi, in particolare Cipro, l’Ungheria, Malta, la Polonia e la Slovenia, che in passato hanno mantenuto tassi medi di crescita elevati, dovrebbero continuare a crescere rapidamente. Di conseguenza, in questi paesi, la distanza annullata in termini cumulativi sarebbe significativa. Grazie alla sostenutezza della crescita economica, le prospettive in materia di occupazione dovrebbero migliorare gradualmente, specie verso la fine del periodo di riferimento delle previsioni. Nel 2000, si prevede che il tasso di disoccupazione continuerà a crescere in misura sensibile per toccare il 12% circa in media nei dieci paesi candidati la cui economia è in transizione. In generale, l’aumento della disoccupazione è ancora una conseguenza della ristrutturazione economica, che provoca una perdita di posti di lavoro di oltre l’1%, valore che è comunque notevolmente inferiore a quello del 1999. Tuttavia a partire dal 2001 ci si aspetta che la maggior parte dei paesi in transizione e la Turchia registreranno una crescita dell’occupazione che si tradurrà in un qualche calo del tasso di disoccupazione medio, una situazione che l’Ungheria, uno dei paesi nei quali le riforme economiche sono più avanzate, conosce già dal 1999. Il miglioramento della situazione del mercato del lavoro darebbe un sostegno supplementare alla domanda interna. A Cipro e a Malta la disoccupazione è bassa e rimane sostanzialmente immutata. Un ulteriore progresso nella riduzione dell’inflazione diventa sempre più problematico nel corso del periodo di riferimento delle previsioni. Nel 2000, quasi tutti i paesi vedono aumentare l’inflazione, soprattutto a causa dell’incremento dei prezzi dell’energia e delle ricadute del deprezzamento dell’euro. Il tasso medio d’inflazione per i dieci paesi candidati la cui economia è in transizione è salito dall’11,5% al 12,5%. Nell’arco del 2000 e del 2001, dopo l’impennata dei prezzi del petrolio, si prevedono solo modesti progressi nei paesi che sono già riusciti a comprimere in misura significativa il proprio tasso d’inflazione. Parecchi fattori, quali l’avvicinamento in termini reali, il rialzo dei prezzi amministrati, gli aggiustamenti dei prezzi relativi manterranno presumibilmente il tasso d‘inflazione in prossimità del livello attuale. In più, in alcuni paesi, in particolare l’Ungheria e in minor misura la Polonia, la forte crescita della domanda interna sta esercitando una pressione inflazionistica. I progressi nei due paesi ad inflazione elevata, la Romania e la Turchia, dovrebbero essere più sensibili. In Romania, è prevedibile che il governo che uscirà dalle prossime elezioni attuerà un programma di stabilizzazione macroeconomica, fondato sulla strategia economica a medio termine approvata con un largo consenso. In Turchia, dopo quasi un anno di applicazione, coronata da successo, del programma di stabilizzazione sostenuto dall’FMI, l’inflazione sta chiaramente scendendo, pur se non con la rapidità originariamente programmata. Ci si attende che questi sviluppi favorevoli proseguiranno e per la fine del periodo di riferimento delle previsioni si può pronosticare un tasso d’inflazione vicino ad una sola cifra. 3 Il disavanzo commerciale e quello delle partite correnti dovrebbero rimanere relativamente elevati nella maggior parte dei paesi candidati, anche se ci si attende che registrino un modesto calo. Nel 2000, il commercio con l’estero sta registrando nuovamente una rapida espansione: sia le esportazioni che le importazioni di beni in termini reali segnano tassi di crescita a due cifre, in alcuni paesi persino superiori al 20%. Nei dieci paesi la cui economia è in transizione, le esportazioni stanno aumentando ad un ritmo significativamente più rapido delle importazioni, grazie al favorevole contesto esterno. Tuttavia ciò non si traduce in un calo sostanziale dei disavanzi con l’estero a causa del deterioramento delle ragioni di scambio provocato dai prezzi elevati dell’energia importata. In Turchia, invece, la crescita particolarmente vivace della domanda interna dovrebbe far salire le importazioni di beni in termini reali di oltre il 15%, mentre le esportazioni dovrebbero crescere solo del 7%. Di conseguenza, la Turchia potrebbe registrare un significativo deterioramento del saldo delle partite correnti, fino ad un disavanzo pari al 4% circa del PIL, rispetto ad una situazione prossima all’equilibrio negli anni precedenti. Nel 2001 e nel 2002, il contesto esterno dovrebbe essere leggermente meno propizio alla esportazioni, mentre la prevista forte crescita della domanda interna alimenterà le importazioni. Di conseguenza, il divario tra i tassi di aumento delle esportazioni e delle importazioni in termini reali dovrebbe diminuire rispetto al 2000. Tuttavia, grazie all’attesa stabilizzazione dei prezzi del petrolio, le ragioni di scambio potrebbero modificarsi in senso positivo, contribuendo ad una certa riduzione del disavanzo commerciale e di quello delle partite correnti. Nel 2002, il disavanzo commerciale dei tredici paesi candidati dovrebbe ancora essere vicino al 7% del PIL. In molti casi, gli elevati disavanzi commerciali sono anche parzialmente compensati da sostanziosi avanzi nel conto dei servizi, dovuti al turismo (Cipro, Malta, Slovenia, Turchia) o al commercio di transito (i paesi baltici). Tuttavia, anche così il disavanzo delle partite correnti dovrebbe superare il 4%. È da prevedere che continueranno a registrare disavanzi elevati i paesi che sono impegnati in un processo di avvicinamento che richiede rilevanti investimenti con un elevato contenuto di importazioni. Gli afflussi di capitale, che in qualche caso provocano un apprezzamento del tasso di cambio reale, sono fonte di ulteriori difficoltà. I paesi candidati, per via dell’elevata crescita della loro produttività, dovrebbero riuscire facilmente ad attrarre rilevanti flussi di capitale, in gran parte nella forma di investimenti esteri diretti, per finanziare i disavanzi di parte corrente. In questo modo essi dovrebbero riuscire ad evitare un indebito incremento del debito estero, ma a tal fine occorre che si impegnino a seguire politiche economiche e a realizzare riforme atte a mantenere la fiducia degli investitori internazionali. Tuttavia, nei paesi con un elevato disavanzo con l’estero, occorre fare attenzione e ricorrere ad aggiustamenti della politica di bilancio per contenere il disavanzo delle partite correnti, se necessario. Il disavanzo pubblico medio dei paesi candidati dovrebbe continuare a scendere sensibilmente tra il 2000 e il 2002, soprattutto grazie all’energico risanamento dei conti pubblici in Turchia. Nell’ambito del programma di stabilizzazione in atto, la Turchia dovrebbe ridurre il disavanzo pubblico da un valore prossimo al 9% del PIL nel 2000 al 4% nel 2002. Anche altri paesi, come Malta, l’Estonia e la Lituania dovrebbero riuscire a ridurre sensibilmente il loro disavanzo pubblico entro il 2002. Gli ultimi due paesi citati stanno realizzando importanti aggiustamenti dei conti pubblici nel 2000, dopo un notevole rilassamento della politica di bilancio nel 1999. Al contrario, sempre nel 2000, si assiste a un rilevante incremento del disavanzo nella Repubblica ceca ed in Slovacchia. 4 Va rilevato che persistono nel settore delle finanze pubbliche considerevoli problemi di comparabilità dei dati. Tra un paese e l’altro vi sono ancora sostanziali differenze per quanto riguarda la definizione e il contenuto del disavanzo pubblico. Per questo motivo Eurostat e la DG ECFIN stanno lavorando intensamente insieme ai paesi candidati, nel quadro della procedura di sorveglianza dei conti pubblici in preparazione dell’adesione, per migliorare la qualità delle statistiche pubbliche e per allinearle con le norme UE. Anche se la maggior parte dei paesi candidati la cui economia è in transizione sono impegnati in uno sforzo di riduzione degli squilibri dei conti pubblici, è improbabile che i disavanzi scendano rapidamente ai livelli attualmente prevalenti nell’UE. Il processo di transizione e il processo di adesione esercitano una notevole pressione al rialzo sulle spese pubbliche. Queste comprendono i costi di ristrutturazione del settore creditizio e di importanti industrie, gli investimenti in infrastrutture di trasporto ed ambientali e la creazione o il rafforzamento di istituzioni per l’attuazione dell’acquis. In tale contesto, i paesi candidati devono assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche nel medio periodo. Si tratta di uno degli obiettivi principali dei programmi economici pre-adesione (PEP) che saranno elaborati dai paesi candidati a partire dal 2001, nel quadro della procedura pre-adesione di sorveglianza di bilancio. Le previsioni saranno disponibili anche su Internet all’indirizzo seguente: 5 Paesi candidati Principali elementi delle previsioni dell'autunno 2000 Tabella 1 -- Prodotto interno lordo a prezzi costanti Bulgaria Repubblica ceca Estonia Ungheria Lettonia Lituania Polonia Romania Slovacchia Slovenia Economie in transizione Cipro Malta Turchia Paesi candidati peso relativo 1999 2.3 8.8 0.9 8.5 1.1 1.9 28.5 6.1 3.5 3.6 65.1 1.6 0.6 32.6 100.0 1999 2000 2001 2002 variazione annua in percentuale 2,4 5,4 4,9 4,5 -0,2 2,5 3,0 3,7 -1,1 6,2 6,3 6,4 4,5 5,4 5,5 5,2 0,1 3,6 4,5 4,9 -4,1 2,3 3,2 3,9 4,1 5,1 5,0 4,8 -3,2 1,4 1,9 2,4 1,9 2,0 3,1 4,1 4,9 4,3 4,2 4,3 2,2 4,2 4,3 4,4 4,5 4,8 2,8 3,8 4,0 4,0 4,2 3,9 -5,0 6,0 4,7 4,3 -0,3 4,8 4,4 4,4 Nota: dati aggregati per più paesi ponderati applicando il PIL convertito ai tassi di cambio di mercato Tabella 2 -- Investimenti fissi lordi a prezzi costanti % del PIL 1999 2000 2001 2002 nel 1999 variazione annua in percentuale Bulgaria Repubblica ceca Estonia Ungheria Lettonia Lituania Polonia Romania Slovacchia Slovenia Economie in transizione Cipro Malta Turchia Paesi candidati 15.7 28.5 25.1 24.8 24.9 22.5 26.9 18.5 30.8 27.9 25.7 17.5 22.8 21.6 24.2 25,3 -5,5 -15,2 6,6 -10,4 -5,6 6,9 -10,8 -18,8 16,1 1,1 -0,1 0,8 -16,0 -4,6 9,5 3,5 6,0 9,0 3,5 1,0 6,8 -1,0 -1,3 7,7 5,4 1,7 8,0 16,4 8,6 12,5 4,2 11,0 11,0 4,5 4,0 6,4 3,0 3,9 7,5 6,4 3,0 5,0 7,8 6,9 Nota: dati aggregati per più paesi ponderati applicando il PIL convertito ai tassi di cambio di mercato 6 15,0 5,0 14,0 11,0 4,7 6,0 6,1 4,0 6,9 6,0 6,7 4,0 6,0 7,3 6,9 Paesi candidati Principali elementi delle previsioni dell'autunno 2000 Tabella 3a -- Economie in transizione PIL a prezzi costanti, per categorie di spesa Consumi privati Consumi pubblici Investimenti fissi lordi Domanda interna Esportazioni di beni e servizi Importazioni di beni e servizi Prodotto interno lordo % del PIL nel 1999 60.7 16.4 25.6 104.5 41.0 45.5 100.0 Domanda interna esclusa formazione di scorte Formazione di scorte Esportazioni nette 1999 2000 2001 2002 variazione annua in percentuale 1,9 3,0 3,7 3,8 2,7 2,5 2,6 2,5 1,1 5,4 6,4 6,7 1,8 3,6 4,2 4,3 3,2 11,5 9,1 9,0 2,6 9,3 8,1 8,3 2,2 4,2 4,3 4,4 contributi alla crescita del PIL 1,8 3,7 4,4 4,6 0,1 0,1 0,0 0,0 0,3 0,4 -0,1 -0,2 Nota: dati aggregati per più paesi ponderati applicando il PIL convertito ai tassi di cambio di mercato Tabella 3b -- Insieme dei paesi candidati PIL a prezzi costanti, per categorie di spesa Consumi privati Consumi pubblici Investimenti fissi lordi Domanda interna Esportazioni di beni e servizi Importazioni di beni e servizi Prodotto interno lordo % del PIL nel 1999 64.5 14.9 24.1 104.2 35.5 39.7 100.0 Domanda interna esclusa formazione di scorte Formazione di scorte Esportazioni nette 1999 2000 2001 2002 variazione annua in percentuale 0,1 3,9 3,9 3,7 3,4 3,1 2,8 2,5 -4,6 8,6 6,9 6,9 -0,2 5,0 4,4 4,3 0,9 11,1 9,0 8,7 1,1 10,7 8,3 8,0 -0,3 4,8 4,4 4,4 contributi alla crescita del PIL -1,0 5,2 4,7 4,6 0,8 0,1 0,0 0,0 -0,1 -0,5 -0,3 -0,3 Nota: dati aggregati per più paesi ponderati applicando il PIL convertito ai tassi di cambio di mercato 7 Paesi candidati Principali elementi delle previsioni dell'autunno 2000 Tabella 4 -- Occupazione Bulgaria Repubblica ceca Estonia Ungheria Lettonia Lituania Polonia Romania Slovacchia Slovenia Economie in transizione Cipro Malta Turchia Paesi candidati 1999 2000 2001 variazione annua in percentuale -3,8 -3,0 0,5 -3,7 -0,5 -0,1 -4,1 -1,2 1,0 0,6 0,6 0,9 -1,0 0,1 0,1 -0,5 0,2 0,5 -3,9 -2,0 0,7 -0,6 -0,8 -0,8 -1,6 -1,5 0,8 -1,7 0,0 0,5 -2,3 -1,2 0,2 1,0 1,0 1,0 0,7 1,9 -0,2 -0,9 1,5 1,3 -1,9 -0,3 0,6 2002 1999 2002 1,0 0,0 1,7 1,0 0,1 0,8 0,8 -0,3 1,2 0,5 0,5 1,0 0,5 1,4 0,8 Tabella 5 -- Disoccupazione 2000 2001 % delle forze di lavoro civili 17,7 18,0 17,6 9,5 9,1 8,9 12,3 13,3 12,5 6,8 6,5 6,2 9,6 8,4 7,9 8,3 8,2 7,8 14,2 16,4 16,1 6,8 7,2 7,7 17,7 19,2 18,8 7,6 7,1 6,6 11,2 12,1 12,0 3,8 3,4 3,4 5,3 4,7 5,2 9,2 8,7 8,5 10,5 10,9 10,8 Bulgaria Repubblica ceca Estonia Ungheria Lettonia Lituania Polonia Romania Slovacchia Slovenia Economie in transizione Cipro Malta Turchia Paesi candidati 8 16,8 8,8 11,2 5,3 6,9 7,3 15,7 7,8 18,4 6,2 11,6 3,3 5,3 8,2 10,4 Paesi candidati Principali elementi delle previsioni dell'autunno 2000 Tabella 6 -- Inflazione, media dell'indice dei prezzi al consumo 1999 2000 2001 variazione annua in percentuale 0,3 8,1 5,7 2,1 3,8 4,3 3,3 3,8 2,8 10,0 10,1 8,4 2,4 3,4 3,9 0,8 1,0 2,5 7,3 10,1 7,5 45,8 45,0 30,0 10,7 12,1 6,0 6,2 8,3 5,0 11,5 12,5 9,0 1,5 4,3 4,5 1,9 2,6 2,9 64,9 55,0 22,0 31,0 27,7 14,1 Bulgaria Repubblica ceca Estonia Ungheria Lettonia Lituania Polonia Romania Slovacchia Slovenia Economie in transizione Cipro Malta Turchia Paesi candidati 2002 4,8 4,3 2,1 6,8 4,2 3,2 5,5 23,0 4,5 4,5 7,1 2,2 2,7 15,0 10,3 Nota: dati aggregati per più paesi ponderati applicando i consumi privati convertiti ai tassi di cambio di mercato Tabella 7 -- Disavanzo pubblico 1999 Bulgaria Repubblica ceca Estonia Ungheria Lettonia Lituania Polonia Romania Slovacchia Slovenia Economie in transizione Cipro Malta Turchia Paesi candidati -1,0 -1,9 -4,7 -4,0 -2,8 -8,6 -3,5 -3,4 -3,4 -0,6 -3,3 -4,1 -8,5 -11,5 -6,2 2000 2001 % del PIL -1,8 -1,2 -5,1 -4,8 -0,7 0,7 -3,3 -3,0 -3,1 -2,8 -3,4 -2,5 -3,1 -2,8 -3,8 -4,1 -5,2 -5,5 -1,1 -1,3 -3,5 -3,3 -3,9 -3,3 -7,2 -6,3 -8,9 -6,5 -5,3 -4,5 Note: dati aggregati per più paesi ponderati applicando il PIL convertito ai tassi di cambio di mercato - dati per il disavanzo pubblico non ancora comparabili tra paesi - si è tentato di utilizzare una definizione la più prossima possibile all'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche 9 2002 -0,8 -4,3 1,1 -3,1 -2,4 -2,0 -2,8 -4,0 -4,0 -1,4 -3,1 -3,3 -5,0 -4,0 -3,5 Paesi candidati Principali elementi delle previsioni dell'autunno 2000 Tabella 8 -- Bilancia commerciale 1999 Bulgaria Repubblica ceca Estonia Ungheria Lettonia Lituania Polonia Romania Slovacchia Slovenia Economie in transizione Cipro Malta Turchia Paesi candidati -8,4 -4,2 -17,2 -2,3 -16,2 -13,2 -7,8 -3,2 -5,6 -5,8 -6,4 -26,0 -15,9 -5,7 -6,5 2000 2001 % del PIL -10,0 -8,7 -4,5 -4,6 -18,0 -19,8 -1,5 -1,2 -18,9 -19,5 -12,7 -11,8 -7,6 -7,3 -3,6 -4,0 -4,4 -4,6 -4,8 -4,7 -6,3 -6,2 -26,5 -26,1 -17,6 -20,2 -7,2 -7,0 -6,9 -6,8 2002 -8,1 -4,4 -20,2 -0,9 -19,6 -10,5 -7,2 -4,4 -4,0 -4,5 -6,0 -26,0 -19,1 -6,8 -6,6 Nota: dati aggregati per più paesi ponderati applicando i tassi di cambio di mercato Tabella 9 -- Saldo delle partite correnti 1999 Bulgaria Repubblica ceca Estonia Ungheria Lettonia Lituania Polonia Romania Slovacchia Slovenia Economie in transizione Cipro Malta Turchia Paesi candidati -5,3 -2,2 -5,8 -4,1 -10,1 -11,2 -7,4 -3,8 -5,5 -2,9 -5,6 -2,5 -4,4 -0,7 -3,9 2000 2001 % del PIL -6,5 -5,1 -2,7 -2,3 -6,6 -7,2 -3,7 -3,5 -9,4 -8,7 -8,2 -6,4 -7,0 -6,4 -4,3 -4,7 -4,2 -4,0 -2,2 -2,1 -5,4 -5,1 -3,9 -3,5 -6,5 -7,0 -4,1 -3,7 -4,9 -4,5 Nota: dati aggregati per più paesi ponderati applicando i tassi di cambio di mercato 10 2002 -4,2 -1,7 -6,8 -3,3 -8,0 -4,7 -6,1 -5,1 -3,4 -2,0 -4,7 -3,5 -6,2 -3,5 -4,2 Paesi candidati Principali elementi delle previsioni dell'autunno 2000 Grafico 1a -- Economie in transizione Crescita del PIL e componenti 5 4 3 2 1 0 1999 2000 2001 2002 -1 Domanda interna escl scorte Esportazioni nette Formazione di scorte Prodotto interno lordo Grafico 1b -- Insieme dei paesi candidati Crescita del PIL e componenti 6 5 4 3 2 1 0 -1 1999 2000 Domanda interna escl. scorte Esportazioni nette 2001 Formazione di scorte Prodotto interno lordo 11 2002 12