Paola Cammarata Diplomata all’Istituto Superiore di Educazione Fisica Diplomata in “Terapia del massaggio benessere con tecnica tradizionale” Ha frequentato i seguenti Master: Terapia e dolore scapolo omerale Massaggio olistico e tecniche di rilassamento Riflessologia plantare Preambolo: "Nonsolocorsa" nasce come una rubrica stabile del sito in cui ci occuperemo , (decideremo poi con quale scadenza ed in quale giorno) di diversi argomenti , restando nell'ambito dello sport toccheremo i diversi approcci per affrontare la corsa , le metodologie del recupero e altro. A parlarci di questo aspetto spesso un pò trascurato della corsa sarà nei prossimi mesi Paola Cammarata (vedi scheda alla fine di questa presentazione) Iniziamo subito parlando di .... massaggio atletico !!!. Per aiutarci ad introdurre l'argomento prendiamo spunto proprio da una pubblicazione chiamata 'Il massaggio Atletico" scritto a 4 mani da Rich Paigh e Paul Perry (ed. Sperling & Kupfer), dove si spiega perfettamente '...come prevenire e guarire le lesioni e i dolori muscolari e ottenere la massima efficienza fisica..." ,come recita l'intestazione, e iniziamo a vedere le cose con gli occhi (o con i muscoli!) di chi il massaggio l'ha provato e ne ha tratto beneficio Si tratta della pluricampionessa Mary Decker, mezzofondista che riuscì negli anni '80 a detenere contemporaneamente tutti i record statunitensi dai 1500 ai 10000 e gareggiò con la nazionale statunitense per ben 18 anni. il segreto della sua longevità e dei suoi successi la Decker li mette a disposizione di Paigh & Perry nel 1987 sotto forma di prefazione di questa bella pubblicazione (curata,non lo avevamo ancora detto, dal grande Arcelli come tutte le altre sull'atletica) Ecco le sue parole: "La mia carriera di mezzofondista è stata sempre costellata di varie lesioni. fin dall'età di undici anni,quando scroprii il mio talento per la corsa, ho dovuto combattere numerose battaglie contro fratture delle crest tibiali,strappi ai muscoli del polpaccio,achillotendeniti,strappi dei tendini del ginocchio e tanti altri disturbi che affliggono chi si dedica alla corsa. Alcune,tra le lesioni più gravi,mi hanno portato in sala operatoria. basti pensare che ho subito 4 interventi chirurgici,per rimediare a disturbi della parte inferiore delle gambe che non volevano saperne di guarire. L'ultimo intervento chirurgico a carico delle creste tibiali risale al 1981. A causa di complicazioni sopravvenute in seguito a somministarzioni di farmaci antinfiammatori, la guarigione dopo l'intervento si protrasse più a lungo del normale. E, come c'era da aspettarsi, ogni piccola corsa mi provocava dolori lancinanti. Seguii diverse terapie per alleviare il dolore: provai l'agopressione, l'agopuntura, l'elettrstimolazione e tutti i tipi di antidolorifici. Poi incontrai Rich Phaigh. Andavo da Rich due o tre volte la settimana per delle sedute di massaggio muscolare profondo di quarantacinque minuti l'una. Ricordo ancora la mia prima seduta. rich tastò la regione lesa con i pollici; la pressione fu tale da farmi credere che mi stesse facendo più male che bene. Ricordo che pensai che quell'esperienza avrebbe rappresentato un altro inutile tentativo da aggiungere al lungo elenco di quelli precedenti. Ma non fu così. Il massaggio si rivelò, infatti, un rimedio efficace. Sette mesi dopo l'intervento chirurgico ero in grado di allenarmi normalmente. I benefici effetti del massaggio si fecero sentire immediatamente, quando ripresi gli allenamenti. il dolore scompariva rapidamente, e così la tensione muscolare che solitamente mi teneva compagnia dopo varie corse di allenamento. I frequenti massaggi di Rich mantenevano i miei muscoli sciolti e li liberavano dalle tossine prodotte durante lo sforzo, che in passato avevano influito negativamnte sulle mie prestazioni. Durante gli allenamenti non provavo più dolore e si verificarono meno lesioni che in passato.... essendomi ristabilita molto in fretta, iniziai ben presto ad allenarmi ad un livello mai raggiunto in precedenza e senza ricadute. Il resto è storia, Dopo aver scoperto la pratica del massaggio, ho stabilito ben otto record mondiali,ho vinto diversi titoli nazionali e sono riuscita a vincere anche due titoli di campione del mondo. Non sono mai stat così in forma,grazie al fatto di non riportare lesioni. il merito di questa splendida forma fisica va in gran parte a Rich e al suo metodo di massaggio atletico. So di dire il vero perchè, quando viaggio per un lungo periodo di tempo e non mi sottopongo ai massaggi di Rich, le vecchie lesioni riaffiorano lentamente e il periodo di recupero si allunga a ogni corsa impegnativa. Quando questo mi succede, so che è ora di ritornare sul lettino da massaggio di Rich. Io consiglio il massaggio agli atleti di qualsiasi livello,sia a quelli da primato mondiale sia a coloro che si cimentano solo durante i weekend. Il massaggio non solo migliorerà le vostre prestazioni,ma accellererà anche il vostro periodo di ripresa e ridurrà il numero delle lesioni muscolari. E tutto ciò renderà più divertente qualsiasi sport e questo,dopo tutto, è quel che conta. Mary Decker....." Un altra pubblicazione che abbiamo avuto il piacere di leggere dove l'argomento viene trattato in modo serio ma anche divertente e quello che riguarda il nostro comune amico Roberto Giordano e della sua fantastica impresa compiuta nel 2005 quando fece il giro d'Italia... a piedi. Nel racconto,intitolato 'Ma dove corri?', oltre a ricordare lo scopo dell'impresa (i pozzi per l'africa), Roberto mette l'accento su un fatto fondamentale. Non sarebbe stato possibile se il tutto non fosse stato coordinato dal dott. Fulvio Massa ed il suo staff medico sul campo (sul camper!!!). Egli ricorda la riunione tecnica prima della partenza di Roberto, in cui indica ad Enrico e Mickael,i due massaggiatori che si daranno il cambio nel mesetto di viaggio, le tecniche giuste per aiutare Roberto a recuperare dalle fatiche. Roberto infatti percorrerà non meno di 60 km al giorno di media (quando va bene) ed il massaggio sarà l'unico strumento per aiutarlo a recuperare dalle fatiche,insieme a tanto sonno. Infatti il ...."massaggio eseguito bene, favorisce il drenaggio linfatico,aiuta a recuperare l'elasticità muscolare e articolare,dona senso di benessere e rilassamento e sopratutto non necessita di strumentazioni particolari e può essere effettuato in qualsiasi circostanza,anche in un camper.." Ritornando a noi , pare evidente che i benefici del massaggio siano fondamentali per il recupero degli atleti di un certo livello, ma perchè no, anche degli atleti "della domenica" come me !! Infatti anche senza accorgercene ,quante volte ci massaggiamo il polpaccio dolente?Ovviamente , perchè abbia i suoi migliori effetti deve essere fatto da mani esperte di un terapista / massaggiatore qualificato e che sappia letteralmente "dove e come" mettere le mani. APPUNTI E RIFLESSIONI SUL MASSAGGIO OLISTICO E IL SIGNIFICATO DI STRESS …. Quando io e te saremo la stessa cosa non potrò farti del male senza ferirmi”. Così diceva Gandhi, che si faceva massaggiare tutti i giorni di Paola Cammarata Insegnante di educazione fisica Diplomata presso Istituto Superiore Educazione Fisica di Genova Diplomata in tecniche di masaggio tradizionale e terapia del benessere Seminario di tecniche sul dolore scapolo omerale Seminario di massaggio olistico e tecniche di massaggio antistress Seminario di massaggio planto riflessogeno PRIMA PARTE 1-INTRODUZIONE In costante aumento è il numero delle patologie definite “da ufficio”, la casistica è in crescita, si tratta di cervicalgie, mal di schiena, sindrome del tunnel carpale, tendiniti da mouse ma anche problemi fisiologici quali aumento di pressione e problemi cardiaci; queste sono le manifestazioni dello stress psicofisico alle quali chi fa un lavoro di ufficio (soprattutto per chi ha alte cariche e responsabilità) viene quotidianamente sottoposto . L’Organizzazione Mondiale della Sanità ci informa che nel 2020 dopo le malattie cardiovascolari lo stress sarà la seconda causa disabilitante nel mondo, con conseguenti ripercussioni sulla qualità di vita in generale e in particolare sul mondo del lavoro e sulla produttività aziendale. Pare errato quindi pensare allo stress da lavoro correlato come un problema legato solo al dipendente lavoratore, se pensiamo che lo stress provochi malessere, il quale può provocare assenteismo, perciò un calo della produttività, conseguente allo stress è anche la disattenzione, che può provocare errori lavorativi, il quale richiedono una soluzione, la ricerca della soluzione a sua volta implica dispendio di tempo e risorse che potrebbero essere utilizzate in modo sicuramente migliore e ottimale. Occorre perciò trovare un rimedio a questa catena di eventi e una possibilità può essere data dagli effetti benefici del massaggio. Gli Stati Uniti studiano questo fenomeno già dagli anni ’80 e in alcune aziende esistono dei professionisti che applicano un particolare tipo di massaggio ai dipendenti che può essere fatto in 10 minuti e da vestiti e che sembri attenuare parte dello stress da lavoro. Pare, infatti, che per ogni euro investito nella salute del lavoratore, l’azienda stessa ne guadagni dai 2,5 ai 4,8. Il lavoratore stressato rende molto di meno di uno in perfetta salute psico-fisica. Il concetto espresso fin qui è molto vicino alla medicina orientale, secondo il cui pensiero la persona è formata da tre livelli, i quali sono tutti sullo stesso piano e hanno tutti la stessa importanza, come nei lati di un triangolo equilatero, essi sono: 1- livello costituzionale genetico 2- livello strutturale bio-chimico 3- livello psico-energetico Ognuno di questi elementi ha la stessa importanza dell’altro e tutti sono interconnessi tra di loro; quando anche solo uno di essi cambia o si modifica, ne consegue che anche gli altri due si modificano cercando di mantenere un equilibrio. 2-SIGNIFICATO E RIFLESSIONI SULLO STRESS Va da sé che questo equilibrio è compromesso se uno degli elementi si modifica, e il nostro corpo deve in qualche modo reagire e adattarsi alla nuova situazione. Può reagire ammalandosi, se a modificarsi è il lato anatomico o fisiologico, ma se si modifica il lato emozionale-energetico? L’unico modo che il corpo conosce per reagire a tutto ciò è lo stress. Tuttavia questo stress non è da considerarsi del tutto nocivo si parla, infatti, di eustress (eu: in greco, buono, bello) o distress (dis: cattivo, morboso). L'eustress, o stress positivo , è quello indispensabile alla vita, che si manifesta sotto forma di stimolazioni ambientali costruttive ed interessanti. e aiuta a conferire energia, adrenalina positiva, passione, entusiasmo, grinta. Un esempio può essere una promozione lavorativa, la quale attribuisce maggiori responsabilità ma anche maggiori soddisfazioni. Il distress è invece lo stress negativo ,quello che provoca grossi scompensi emotivi e fisici. Un esempio può essere un licenziamento inaspettato, oppure un intervento chirurgico. Ognuno di noi risponde agli stressors (eventi stressanti) in modo diverso, questo perché ogni persona fa esperienze diverse e fa proprie strategie interpretative e di pensiero diverse,inoltre ognuno di noi è sottoposto a stressors diversi .che sono percepiti non solo a livello cosciente , ma piuttosto restano nell’inconscio di ognuno di noi e non impariamo né ad evitarli , né a reagire e ciò provocherebbe uno squilibrio nel famoso triangolo di cui sopra. Purtroppo la concezione medico – scientifica occidentale non prende in considerazione l’aspetto energetico del nostro essere umano , l’assurdità deriva che oggi un’altissima percentuale di malattie e disturbi sono di origine emotivo/energetico e i farmaci più venduti sono antidepressivi e psicofarmaci . La medicina orientale invece considera la sfera emotiva parte integrante del corpo umano ,e anche studi di antropologia e postura dimostrano che tale concezione ha un suo fondamento. Il massaggio olistico è considerare questo squilibrio come malessere e malattia e procedere con tecniche differenti per riequilibrare il triangolo . La risposta di stress si esplica in tre fasi; nella prima fase, definita fase di allarme, lo stressor suscita nell'organismo un senso di allerta, (eventi tipici sono :aumento del battito cardiaco, iperventilazione ecc.). Dopodiché, nella fase di resistenza, l'organismo tenta di adattarsi alla situazione e gli indici fisiologici tendono a normalizzarsi anche se lo sforzo attuato è molto intenso. Nel caso in cui l'adattamento non sia sufficiente si arriva alla terza fase, la fase dell'esaurimento, in cui l'organismo non riesce più a difendersi e la naturale capacità di adattamento viene a mancare. Quest'ultima fase è la più pericolosa, in quanto l'esposizione prolungata ad una situazione di stress può provocare l'insorgenza di patologie sia fisiche che psichiche che già abbiamo esaminato. In particolare, lo stress cronico attiva un circuito composto da strutture cerebrali e da una ghiandola endocrina (asse ipotalamo-ipofisi-surrene), il surrene, il quale aumenta la secrezione di cortisolo. Quest'ormone, anche conosciuto come ormone dello stress, se presente in quantità superiori alla norma provoca vari disturbi. Tra i sintomi più frequenti dello stress alcuni studi hanno messo in evidenza i seguebti: frequente sensazione di stanchezza generale, accelerazione del battito cardiaco, difficoltà di concentrazione, attacchi di panico, crisi di pianto, depressione, frustrazione, attacchi di ansia, disturbi del sonno, dolori muscolari, ulcera dello stomaco, diarrea, crampi allo stomaco, colite, malfunzionamento della tiroide, facilità ad ammalarsi, difficoltà ad esprimersi e a trovare un vocabolo conosciuto, sensazione di noia nei confronti di ogni situazione, frequente bisogno di urinare, cambio della voce, iperattività, confusione mentale, irritabilità, abbassamento delle difese immunitarie, diabete, ipertensione, cefalea, ulcera. 3-STRESS, PERSONALITÀ E LAVORO A partire dalla metà del Novecento alcuni studi di psicosomatica hanno individuato alcune caratteristiche psicologiche specifiche che potessero essere considerate come veri e propri fattori di rischio nei confronti delle malattie. Da queste ricerche sono emersi dati molto interessanti su ciò che concerne il rapporto tra la personalità e la tolleranza allo stress; in particolare è stato possibile suddividere i comportamenti umani in due gruppi, definiti Tipo A e Tipo B (Friedman e Rosenman, 1959). Gli individui appartenenti al Tipo A sono quelli più esposti allo stress, e presentano una maggiore probabilità di soffrire di qualche disturbo sia fisico che psichico dovuto alla pressione di eventi stressanti. Coloro che appartengono al Tipo B invece, manifestano una più elevata capacità di fronteggiare situazioni potenzialmente stressanti, rendendo di conseguenza minore il rischio di ammalarsi. La differenza tra le due tipologie non dipende tuttavia dal fatto di possedere due diverse e ben definite strutture di personalità, quanto al modo in cui viene organizzata la risposta a situazioni stressanti. Di seguito schematizzate le diverse abititudini dei due tipi psicosomatici: Comportamento di Tipo A Comportamento di Tipo B -Competitività spinta e diffusa a tutti gli aspetti della vita. Tendenza alla sfida e alla lotta. -Competitività selettiva e proporzionata alla reale importanza degli obiettivi da raggiungere. -Aggressività (spesso repressa) presente costantemente in tutte le interazioni personali e sociali. -Aggressività "fisica" indotta da stimoli adeguatamente frustranti. Aggressività di base ridotta. -Impazienza, insofferenza per i diversi ritmi altrui e per l'insufficienza degli altri. -Capacità di adeguarsi e di tollerare la diversità degli altri ed i loro differenti ritmi. -Tensione muscolare, discorso "esplosivo", ipervigilanza, difficoltà al rilassamento. -Rilassamento muscolare, discorso tranquillo, vigilanza "fasica" facilità di rilassamento. -Tendenza a voler fare e ottenere un illimitato numero di cose in un limitato periodo di tempo. -Tendenza a proporzionare le cose da fare e da ottenere in rapporto al tempo disponibile. -Necessità spinta di avere costantemente il controllo totale nelle situazioni. -Ridotta importanza dell'avere costantemente il controllo in tutte le situazioni. -Spinta all'acquisizione di cose, oggetti, beni e in generale al consumo. -Relativa indifferenza al consumo e all'acquisizione di cose inutili. -Spesso fumo, alcool, attività orali ripetitive. -Fumo e alcool molto limitati. -Poca attività fisica. -Attività fisica. -Pochi interessi alternativi al lavoro. -Interessi alternativi al lavoro. -Alimentazione irregolare ed eccessiva. -Alimentazione controllata. Le persone che posseggono le caratteristiche del Tipo A sono anche quelle che risentono in misura maggiore dello stress lavorativo. Infatti le pressioni lavorative, le scadenze, il sovraccarico, le difficoltà con i colleghi, le richieste lavorative a cui è difficile rispondere possono incidere profondamente sui modi con cui una persona percepisce e considera il proprio lavoro. Sentirsi sotto grave tensione costituisce un esito negativo, mentre sentirsi sfidati e in grado di rispondere a tali sfide rappresenta un risultato positivo. In altre parole, l'impatto degli stressors e la risposta personale risultano modulati da come la persona stessa percepisce i fattori di stress. Non è semplice giudicare il concreto impatto dello stress nelle situazioni lavorative, tuttavia alcune stime suggeriscono che circa la metà dei giorni lavorativi persi negli Stati Uniti per assenteismo risultano collegati a stati di stress (Elkin e Rosch, 1990). Le caratteristiche del lavoro che sono più facilmente associate con lo stato di stress sono: Il rumore eccessivo, che rende molto più difficile la concentrazione e la comunicazione con i colleghi. Il sovraccarico lavorativo. Un numero di ore lavorative superiore alle 40 ore settimanali. La mancanza del tempo indispensabile per svolgere un compito. Dover quindi lavorare in fretta e in modo poco preciso. La scarsa varietà delle attività. Svolgere sempre le stesse mansioni. La monotonia delle attività svolte. Le attività vengono eseguite in modo meccanico e senza partecipazione. L'insufficienza o la mancanza di un riconoscimento o di una ricompensa per una buona prestazione. L'assenza di discrezionalità e di controllo. Quando non è possibile controllare in modo diretto i propri compiti e viene a mancare la possibilità di poterli svolgere nella maniera che si desidera. La presenza di eccessive responsabilità. L'ambiguità di ruolo. Mancanza di informazioni chiare a proposito delle condotte lavorative da adottare e imprevedibilità delle conseguenze delle proprie attività. Il conflitto con i colleghi o con i superiori. Mancanza di accordo con i colleghi di lavoro circa le procedure lavorative e interferenze di ruolo. L'insoddisfazione, la mancanza di realizzazione personale. Quando manca, per esempio, la certezza di un lavoro stabile o la possibilità di avanzamento professionale. Oppure non è possibile esprimere il proprio talento e le proprie capacità. L'essere oggetto di pregiudizi, minacce, vessazioni. Queste situazioni portano a ciò che viene definito "mobbing". Un altro fenomeno che può colpire i lavoratori, in questo caso coloro che esercitano professioni di aiuto quali psicologi, psichiatri, assistenti sociali, infermieri etc, è il burnout. Il burnout si configura come uno stato di malessere, di disagio, che consegue ad una situazione lavorativa percepita come stressante e che conduce gli operatori a diventare apatici, cinici con i propri "clienti", indifferenti e distaccati dall'ambiente di lavoro. In casi estremi tale sindrome può comportare gravi danni psicopatologici (insonnia, problemi coniugali o familiari, incremento nell'uso di alcol o farmaci) e deteriora la qualità delle cure o del servizio prestato dagli operatori, provocando assenteismo e alto turnover.” 4-MASSAGGIO E STRESS Il massaggio è una terapia in grado di ridurre i livelli di stress, i sintomi depressivi e dolorosi in malattie mediche e psicologiche. Molti sono i lavori pubblicati in letteratura negli ultimi anni analizza i benefici del massaggio in diverse situazioni di disagio fisico o psicologico. L’effetto benefico è stato valutato misurando in modo diretto i marcatori ematici o urinari dello stress e della depressione e sottoponendo i soggetti a questionari specifici sulla depressione e sull’ansia. Nella maggior parte degli studi si è proceduto alla misurazione del cortisolo, (“l’ormone dello stress”) valutandone la concentrazione salivare e urinaria; in molti casi si è inoltre misurato la quantità urinaria dei metabolici della serotonina, principale neurotrasmettitore coinvolto nelle patologie depressive. Gli studi sono sempre stati effettuati secondo il metodo del caso-controllo, randomizzando i soggetti coinvolti e dividendoli in due gruppi: in un gruppo venivano svolte 2-4 sedute settimanali di massaggio e nell’altro erano utilizzate di volta in volta varie tecniche di rilassamento. In ognuno degli studi si è assistito ad una progressiva e significativa diminuzione dei livelli di cortisolo ematico e urinario, con effetti immediati sia dopo il massaggio che al termine del ciclo di trattamenti. In parallelo, si sono apprezzate diminuzioni significative nei punteggi delle scale sull’ansia e la depressione, e un generale miglioramento del benessere globale, correlato anche all’aumento della serotonina urinaria. In ogni situazione trattata con il massaggio si sono avuti incoraggianti risultati sia nella riduzione dello stress che nell’aumento delle capacità reattive; nei bambini si sono avuti notevoli miglioramenti comportamentali, normalizzazione del sonno e migliore consolabilità, nelle madri in attesa si sono ridotti i livelli di ansia e depressione e nelle vittime di abuso è molto migliorata la reazione al contatto fisico (cosa che non è avvenuta nel gruppo di controllo sottoposto ad altre tecniche di rilassamento). Inoltre è ormai noto anche per la medicina occidentale che il cervello , se stimolato appropriatamente è in grado di produrre ciò che in gergo medico vengono chiamati “endofarmaci”, in pratica sarebbe la capacità di auto produzione dei farmaci che servono per curare l’organismo , il cosiddetto “effetto placebo”. Si è visto che la maggior parte delle patologie sono sotto l’influenza del sistema orto parasimpatico il quale si attiva durante i momenti di rilassamento e permette l’attivazione degli endofarmaci di cui sopra, e non solo , la macchina umana è tarata per cui i momenti di maggior relax sono anche i momenti in cui la produzione di anticorpi e di rigenerazione cellulare è massima. Risulta quindi evidente che per preservare e riconquistare la salute è indispensabile l'attivazione del sistema parasimpatico. Al contrario una prolungata assunzione di farmaci ostacolerà, tramite un meccanismo di feed-back, la produzione degli endofarmaci. Il massaggio grazie alle sue grandi grandi capacità rilassanti è certo una tecnica di elezione nel ripristino di un corretto funzionamento autocurativo dell'organismo. Mentre non esiste in realtà alcun farmaco in grado di combattere realmente lo stress se non a livelli superficiali , il massaggio, e in particolare i massaggi antistress, per la loro peculiarità di eliminare le tensioni muscolari, di traghettare il sistema nervoso autonomo dal dominio dell'ortosimpatico (tipico dello stress) a quello del parasimpatico di favorire una altera la respirazione più profonda e di ridare consapevolezza del proprio corpo è il mezzo più efficace per riottenere e preservare il corretto equilibrio psico-fisico. PARTE SECONDA TECNICHE DI MASSAGGIO OLISTICO ANTI STRESS Ora procediamo con la prima di tecnica di massaggio olistico: POSIZIONE SUPINA - partendo dalle estremità inferiori praticare delle intra/extra flessioni dei piedi e flesso – estensioni in alternanza e insieme - impugnando il piede nella naturale curvatura tra avampiede e caviglia praticare un leggero movimento di “shake” - proseguire con digitopressioni sulla linea mediale dell’arco plantare - scaricare la lordosi sollevando entrambi gli arti inferiori e praticare trazioni e de coattazioni - dalla stessa posizione iniziale praticare un movimento a “bicicletta” mantendo le gambe in estensione - Impugnatura palmare di un piede e infilare l’altra mano sotto al ginocchio per praticare delle circonduzioni preferibilmente dall’esterno all’interno , proseguire praticando delle de coattazioni del ginocchio mantenendo fisso il piede al lettino e concludere facendo strisciare la gamba sul lettino in assoluta morbidezza e rilassamento del paziente PASSARE ALLE MANOVRE CON OLIO - iniziamo ad intervenire sui ventri muscolari praticando prima delle passate in senso longitudinale (al ritorno passare da sotto la gamba e far “saltare” il ginocchio con una piccola spinta verso l’alto) e poi delle aperture a mano aperta in senso trasversale su tibiale anteriore e quadricipite - si passa poi allo stiramento del tensore della fascia lata , molto importante è la posizione della mano le cui dita devono essere adese , il gomito bene a contatto con la propria cresta iliaca x potere sfruttare al massimo la forza delle nostre gambe e non pesare sulle braccia - portare il piede sopra la nostra spalla e sedersi sul lettino , la gamba del paziente deve essere all’incirca piegata di 90° iniziare il massaggio alla zona posteriore della gamba insistendo sui bicipiti femorali prima con le mani giunte poi aumentando sempre di più la pressione per poi arrivare a massaggiare con il proprio avambraccio - ripetere il trattamento sull’altro arto e terminare con le passate longitudinali ad entrambe gli arti inferiori utilizzando non solo le mani ma anche gli avambracci , al ritorno passare da sotto o far dondolare tutta la gamba , terminare la sequenza con lo stiramento dei piedi e delle dita dei piedi. TRONCO - Partire con leggeri dondolii e pressioni lungo la linea della cassa toracica - Strisciare lungo i fianchi e Infilare le mani di taglio al di sotto della schiena poi risalire stirando la parte lombare (NB la manovra deve essere fatta con le braccia tese la schiena eretta e tirando con le spalle) Poi una mano all’altezza della cresta iliaca e l’altra sulle costole (stesso lato ) “abbracciare” il paziente , praticare dondolii e piano piano risalire con la mano verso la spalla (mettendo il braccio del paziente sulla sua pancia) insinuare le proprie mani sempre più verso il centro della schiena fino ad abbracciare con le proprie braccia tutta la schiena del paziente che a questo punto sarà sollevato per la metà del tronco che stiamo tenendo NB è importante per l’operatore fare leva sul lettino con le proprie cosce x evitare sforzi inutili e dannosi x la propria schiena. In questa posizione possiamo dondolare o far scivolare il paziente - - Sempre da questa posizione infiliamo la mano al livello dei paravertebrali all’incirca all’altezza di L5 spostarsi con il corpo verso la testa del paziente e far scivolare la mano (uncinata) x tutta la lunghezza dei paravertebrali fino a stirare anche il collo - Per lo stiramento del trapezio è necessario afferrare con la mano la parte distale del trapezio stesso e facendo perno sui piedi l’operatore deve effettuare una semi circonduzione col suo corpo e sul suo asse “appendendosi” letteralmente al trapezio e infine cambiando mano - Passare dalla parte della testa e stirare i pettorali (attenzione per le donne) - Strisciate dalla base del collo fino all’ombelico (attenzione per le donne) - Trattamento del tratto cervicale: impugnando a piene mani il collo alla base praticare un a sorta di rotazioni intorno all’asse trasversale del collo , Impugnare la base del collo con una mano sola e con l’altra appoggiata al vertice praticare piccole spinte in modo da sfruttare il ritorno elastico del corpo - stiramento del collo , fino a che il mento del paziente raggiunge (o cerca di avvicinarsi)all’altezza del congiungimento delle clavicole, per il ritorno far scivolare la testa mantenendo le proprie mani ferme alla stessa altezza e posarla con delicatezza VISO Premessa sul significato antropologico del viso : Il Significato antropologico del viso è importante per comprendere come e cosa massaggiare in un volto, il viso è lo “strumento” che l’uomo usa per riconoscere se stesso e gli altri , poniamo (e storicamente è sempre stato così) una doverosa cura al nostro viso , basti pensare ai trattamenti ai quali uomini e donne si sottopongono per avere la pelle migliore , le donne si truccano il viso , quando non vogliamo farci riconoscere nascondiamo il nostro viso e una persona con un viso disarmonico o problematico spesso è emarginata socialmente. Il viso inoltre possiede innumerevoli muscoli (m. facciali, mimici , bucinatori, masticatori, pellicciai,….)e sempre sul viso sono presenti gli organi di senso ,tutto ciò rende il viso e la testa molto sensibile sia anatomicamente che psicologicamente . Perciò è bene che l’operatore abbia molta cura e sensibilità nel trattare una zona così delicata. E ora passiamo ai trattamenti: - praticare delle “pizzicotature” su guance e bocca per scollare il tessuto muscolare dalle ossa craniche - premere il mento e praticare delle rotazioni - con le dita praticare delle strisciate lievi sul muscolo posto sotto la zona mandibolare intervenendo su entrambi i lati - lavorare sulle orecchie impugnandole con le dita PRONI POSIZIONE PRONA - mobilitazione della caviglia e del piede con intra- extra rotazioni e “spremitura” del poplite - gamba flessa - Afferrare la caviglia e scuotere dolcemente , dopodiché praticare delle de coattazioni tirando la caviglia verso l’alto e facendo staccare la gamba dal lettino - Dalla stessa posizione praticare lo stiramento del quadricipite femorale avvicinando il piede al gluteo con contemporanea contro spinta sull’articolazione coxo-femorale - decoattare l’articolazione coxo femorale con la seguente manovra : da proni sollevare il piede e con l’altra mano afferrare il ginocchio dall’interno per portarlo al limite del lettino con la gamba semiflessa (posizione in passè) “infilare” la presa e tirare dolcemente mantenendo la presa il piu’ possibile vicina all’anca. - continuare il dondolio sul dorso fino ad arrivare all’altezza del braccio , fermare la mano sotto l’anca del paziente e procedere alla mobilitazione della spalla , afferrare l’arto superiore all’altezza del gomito flesso di modo che l’avambraccio sia al di fuori del lettino e perpendicolare a noi stessi , praticare un dondolio e alla fine “buttare” con delicatezza il braccio sul lettino per evocare la sensazione di abbandono - partendo dal piede praticare delle piccole circonduzioni attorno alla zona dei malleoli arrivando fino al tendine provocando così anche un leggero effetto drenante , passare poi al “pompaggio” appoggiando il piede al ventre - sedersi accanto alla gamba propriamente detta e praticare la separazione dei gemelli , poi l’impastamento prima con le mani e poi con tutti gli avambracci - ripetere dall’altro lato e terminare con il lungo viaggio BRACCIA E MANO - Mobilizzazioni spalla - Pressioni su avambraccio e braccio tenendo la mano fissa - Strisciate lungo tutto il braccio con progressiva pressione fino alla spalla poi uscire lateralmente - incrociare la propria mano con quella del paziente e praticare delle piccole strisciate lungo il palmo , insistendo sull’eminenza tenar e sulle dita SCHIENA - spalmare l’olio poi cominciare con dei “pizzicotti” leggeri per smuovere il tessuto connettivo in tutte le direzioni - praticare delle “strisciate” a due mani lungo i lati della colonna vertebrale , poi con la mano chiusa a pugno praticare delle scivolate come prima con la sola differenza che ora si usa una mano alla volta e si preme con il pollice - sempre strisciate ma questa volta usando solo indice e pollice ai lati della colonna vertebrale sui paravertebrali - poi con entrambe le mani e lavorando solo sul lato opposto a noi praticare lo “scollamento “ dei paravertebrali - strisciate a una mano “incrociando” gli appoggi e anche deocattazioni - strisciate orizzontali con tutto l’avambraccio usando - stiramento dei muscoli con gli avambracci sulla schiena e poi sui lati fino al gluteo - a questo punto praticare il “serpente” - per girare passare dalla testa e praticare de coattazioni delle spalle e stiramento dei trapezi - ripetere dall’altro lato - chiusura dalla testa lungo i paravertebrali e ritorno sia con dondolio sia strisciando coi gomiti - terminare il massaggio con delle lunghe e lievi strisciate che coinvolgano tutto il corpo e per finire dondolare leggermente il paziente.