IMPRESSIONI DEI CONTEMPORANEI SUL 1848 Julius Michelet, storico francese dell' età del Romanticismo A - " Sembra che dal punto di vista del sentimento nazionale, per il quale un uomo dilata la propria vita a tutta la grande vita della Francia, questo sentimento possieda sempre meno vitalità man mano che si ascende la scala sociale. Nella Nazionalità è come in geologia: il calore è in basso. Scendete e vedrete che aumenta; negli strati inferiori, brucia." ( da Il popolo, 1846) B - Dopo la repressione del giugno '48: "...vedo il popolo diviso contro se stesso...la tremenda notte del 24 giugno, dopo la grande luce e la speranza del febbraio, mi ha procurato la più violenta stretta al cuore mai provata." ( Le journal, feb.1849) C - sull ' incombente dittatura di Luigi Bonaparte: "...provo viva irritazione per l' idolatria napoleonica. Non è ancora finita? Ho visto migliaia di bipedi in attesa di un idiota...perchè mai? Perchè si suppone che sia nipote o figlio dell' uomo del 18 brumaio... Il popolo lo segue ciecamente senza nemmeno conoscerne il programma politico, affidandosi alla più bieca demagogia nazionale..." (13 giugno 1848) D - sulla mancanza di contatto effettivo tra stampa e opinione pubblica: "...la stampa non raggiunge il popolo. così, ecco la stampa quasi unanime contro Luigi Bonaparte, e nondimeno gran parte del popolo è bonapartista; la stampa sfiora due grandi masse popolari per lasciarle estranee al suo moto. Lascia cattolica la gran massa delle donne; lascia bonapartista la gran massa degli uomini."(ibid.) Karl Marx, filosofo e rivoluzionario tedesco. A - sulla rivoluzione di febbraio: " Un colpo di mano, un colpo di sorpresa, da parte di una consorteria di borghesi, scrittori, avvocati, ufficiali e impiegati di convinzioni repubblicane, l' influenza dei quali si fondava sull' antipatia personale del Paese per Luigi Filippo, ma soprattutto sul nazionalismo francese, di cui era desto l' odio contro i trattati di Vienna e contro l' alleanza con l' Inghilterra" ( Il 18 brumaio... 1852) B - dopo il plebiscito che fa Luigi Bonaparte l' imperatore Napoleone III: "Il popolo... nella sua classe più numerosa, quella dei contadini piccoli proprietari, tutti eguali, con la loro capanna e il loro fazzoletto di terra, isolati, primitivi e bonapartisti...essi costituiscono nondimeno la grande massa della cosiddetta 'Nazione Francese', che si trova così formata con una semplice somma di grandezze identiche, come un sacco di patate risulta dalle patate che sono in un sacco. Il falso Napoleone ha solo da insediarsi su questa falsa Nazione, poiché la tradizione storica ha fatto sorgere nei contadini francesi la credenza miracolistica che un uomo chiamato Napoleone renderà loro tutto il loro splendore."(ibid.) C - su Napoleone III: " Tutti i grandi fatti e personaggi della storia universale si presentano, per così dire, due volte...la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa... così la Rivoluzione Francese indossò successivamente i panni della Repubblica romana e dell' Impero romano, e il 1848 non seppe far altro che una parodia del 1789 e della tradizione giacobina...ma ora, con Napoleone III, un popolo intero, il quale credeva di aver dato a se stesso, colla Rivoluzione, un progresso più rapido, si vede bruscamente ricacciato in un' epoca scomparsa, con le vecchie canzoni, i vecchi miti ed i vecchi sbirri. Ora i Francesi hanno di nuovo Napoleone in persona, in fattezze caricaturali. " (ibid.). Victor Hugo, scrittore romantico francese, autore de "I miserabili" A - Alle elezioni presidenziali del '48, appoggia Luigi Bonaparte:" ...candidato delle classi sofferenti: Luigi Bonaparte non ha bisogno di programmi. Agli occhi del popolo Luigi Bonaparte non ha una individualità personale; per il popolo, il suo programma è nei bollettini della Grande Armata: tutte queste voci di vittoria mormorano ancora oggi, dopo aver tuonato un tempo. Ritorna, o Napoleone, a fare grande la Francia!" (articolo apparso il 28 ottobre 1848). B - Tre anni dopo: " col plebiscito di dicembre il signor Bonaparte ha ficcato la mano nella coscienza di ognuno ed ha rubato il suo voto...ha avuto dalla sua la turba dei funzionari, i corrotti, i compromessi, i furbi e, dietro di loro, la massa notevole dei cretini. Il voto non è stato libero: spie, prefetti, gendarmi, hanno terrorizzato il popolo." (Napoleone il piccolo, 1852) Hai appena letto giudizi diversi eppure concordanti su alcuni punti. Rispondi in breve 1) Quale immagine del popolo si ricava dai giudizi di Michelet e Hugo da una parte, di Marx dall' altra? 2) Qual è il giudizio di tutti sulla scalata al potere di Luigi Bonaparte? 3) Chi tende a scagionare e chi invece ad incolpare il popolo? Con quali argomentazioni? 4) Quale dei 3 autori pare più influenzato dall' idea romantica di Nazione? 5) Quale lo è invece di meno? Come spieghi questa differenza?