Internet è diventato uno strumento chiave anche per l’attività
delle Pmi italiane
Le piccole e medie imprese italiane si affacciano a Internet e lo considerano sempre più
uno strumento chiave per la propria attività, in grado di generare benefici in termini di
visibilità e sviluppo del business.
E’ questa la considerazione finale della ricerca promossa da PayPal e condotta su un
campione di 603 piccole e medie imprese italiane comprese tra 1 e 50 addetti. L’indagine
ha voluto sondare la diffusione e l’utilizzo di Internet nelle Pmi quale strumento per
allargare la base clienti e aumentare il giro d’affari. In particolare, si è voluto capire quali
sono i principali vantaggi che l’eCommerce porta alle aziende di piccole dimensioni - che
costituiscono oltre il 90% delle aziende italiane - gli ostacoli che più frenano un maggiore
utilizzo di Internet quale strumento commerciale e il ruolo che l’eCommerce può ricoprire
per la ripresa in una fase di crescita zero dell’economia italiana.
Dai risultati emergono due dati importanti che indicano come la tendenza sia verso una
crescita della presenza sul web: infatti, il 14% delle aziende con un sito-web attivo lo ha
creato nel corso del’ultimo anno e il 26% delle aziende che ancora non sono presenti in
internet dichiara di avere intenzione di creare un sito o un negozio online.
Di queste, il 10,5% lo farà entro un anno, ad indicare l’esistenza di un progetto concreto.
La percentuale più alta di aziende presenti online appartiene al settore terziario e servizi
(34%), seguono industria e commercio all’ingrosso (27%) e professionisti (24%). Solo
quarto il commercio al dettaglio (21%).
Le Pmi che hanno un sito o un negozio online sono concordi nell’affermare che l’attività sul
web ha portato vantaggi positivi per il business dell’azienda.
Infatti, il miglioramento dell’immagine del brand è indicato quale effetto positivo della
presenza online da tutte le aziende con un sito web (78%).
Per il 51% delle aziende che hanno riscontrato un aumento dei margini grazie alle attività
online, questo incremento è stato superiore al 5%.
L’eCommerce è quindi uno strumento reale capace di sostenere e di far crescere il
business delle Pmi. La maggioranza delle aziende intervistate, comprese quelle che non
sono online, concorda inoltre nel ritenere l’eCommerce un aiuto per la ripresa nel contesto
attuale di crescita zero dell’economia.
Per l’86,5% delle Pmi intervistate, l’eCommerce aiuta le aziende perché è un canale
commerciale in più che permette di allargare il business, anche oltre confine, e per l’81%
consente di ridurre i costi di intermediazione. Il 75% delle aziende indica inoltre che
l’eCommerce consente di accedere a prodotti altrimenti non reperibili.
Per il 55% delle Pmi online il target primario del sito internet sono i consumatori, mentre il
35% lo utilizza sia per attività business to business, sia quale strumento rivolto ai
consumatori. Le Pmi online utilizzano ancora internet principalmente quale mezzo per
dare maggiore visibilità all’azienda e fare pubblicità (65%), tuttavia una percentuale
importante mostra di considerare il sito web quale strumento di business: per trovare nuovi
clienti (21%), per vendere i propri prodotti e servizi (20%), per incrementare le relazioni
con i clienti esistenti (15,5%).
Dalla ricerca sono emerse anche le principali difficoltà e timori che frenano un maggiore
utilizzo dell’eCommerce quale strumento per il business. Le aziende che hanno già un
sito-web o un negozio online indicano la mancanza di tempo (62%) quale maggiore
difficoltà incontrata nella realizzazione del progetto, seguita dalla raccolta di tutte le
informazioni necessarie (54%) e dalla mancanza di sostegni o incentivi da parte del
governo e delle autorità pubbliche (53%).
Maggiori sono i timori indicati dalle Pmi che ancora non sono online ma hanno intenzione
di creare un sito internet: anche queste aziende citano al primo posto la mancanza di
tempo (76%), mentre subito dopo indicano la messa a punto del sistema logistico insieme
alla difficoltà di avere tutte le informazioni (66%), seguito dalla ricerca del giusto partner
tecnico (63%) e dalla mancanza di aiuti da parte delle istituzioni (53%).
Enrico Leporati