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Dall'esperienza della Misericordia alla
Missione
padre Romeo Ballan
XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (17 giugno 2007)
Riflessioni
Misericordia divina e tenerezza femminile: sono due piste feconde per la riflessione e per
l'impegno missionario, che nascono dalle letture di questa domenica. Due temi che potrebbero
sembrare lontani, ma che si congiungono in una realtà ideale, che è il volto di Dio, Padre e Madre.
Anzitutto, la misericordia di Dio, che interviene a salvare la gravissima situazione del re Davide
(I lettura). Il profeta Natan gli punta il dito in faccia: "Tu sei quell'uomo!" (v. 7): violento,
adultero, omicida. Appena Davide riconosce il suo errore: "Ho peccato contro il Signore!", il
profeta lo rassicura del perdono del Signore Dio. E conclude con un annuncio di speranza: "Tu
non morirai" (v. 13). Così avviene sempre: perché l'ultima parola di Dio non è il castigo, né la
minaccia, ma il perdono e la vita.
Davide, però, non si salva in forza del suo pentimento, ma è Dio che gli dona la grazia di pentirsi
e di compiere il bene. Tale è l'esperienza e l'insegnamento insistente di Paolo (II lettura) circa la
gratuità della salvezza che Dio ci offre. Paolo, dopo aver costatato l'insufficienza della sola legge,
è felice di proclamare che, ormai, Cristo vive in lui, come nuovo principio di vita (v. 20).
Proprio sul filo dell'amore e della misericordia, abbiamo nel Vangelo di oggi due gruppi di persone
contrapposte: da una parte, Simone e i suoi compagni farisei, i 'puri' e freddi osservanti della legge;
e dall'altra, Gesù e la donna peccatrice pubblica (v. 37). È probabile che Gesù l'avesse incontrata
altre volte, forse in casa di qualcuno di quei peccatori con i quali Egli si trovava spesso a mangiare
(Lc 7,34; 15,2). Ma lo sguardo di Gesù su di lei era del tutto diverso da quello degli altri uomini:
le aveva dimostrato rispetto, comprensione, fiducia... Lei aveva capito che quel 'Signore' non la
considerava un oggetto ma una persona. A questo punto comincia come una 'gara di amore', che
ognuno manifesta a suo modo. La donna, con il linguaggio e l'effusione dei suoi gesti femminili:
baci, profumo, capelli sciolti, lacrime..., a tal punto da suscitare sconcerto e scandalo fra i presenti.
Ma Gesù interviene per difendere ed elogiare quella donna: "Le sono perdonati i suoi molti peccati,
poiché ha molto amato" (v. 47). L'amore è l'unica realtà che interessa a Dio. Dio guarda, crea e
cerca solo l'amore; i peccati sono sempre al di sotto e meno importanti dell'amore. La donna ha
amato molto, ma Dio ama ancora di più, infinitamente; perdona e ricrea. E la donna ne esce salva
e può andare in pace (v. 50).
Dove può andare? A fare che cosa? Con chi? Dopo la contemplazione del Cuore di Cristo (vedi
festa recente), dopo aver scoperto l'amore e la misericordia di Dio, la risposta più coerente è la
missione. I versetti seguenti aprono orizzonti nuovi, inauditi: entrare a condividere l'avventura
missionaria di Gesù (v. 8,1). Anche le donne! Apportando il loro contributo: la loro sensibilità
peculiare, magari anche i loro beni, ma soprattutto la loro carica di amore (v. 8,2-3); il contributo
specifico del 'genio femminile', senza il quale le opere di Dio e della Chiesa risultano carenti in
qualità ed efficacia. Lo ha riaffermato recentemente Benedetto XVI, (*) in un'ampia catechesi sulle
"donne al servizio del Vangelo".
Parola del Papa
(*) "La storia del cristianesimo avrebbe avuto uno sviluppo ben diverso se non ci fosse stato il
generoso apporto di molte donne... L'elogio riguarda le donne nel corso della storia della Chiesa
ed è espresso a nome dell'intera comunità ecclesiale. Anche noi ci uniamo a questo apprezzamento
ringraziando il Signore, perché Egli conduce la sua Chiesa, generazione dopo generazione,
avvalendosi indistintamente di uomini e donne, che sanno mettere a frutto la loro fede e il loro
battesimo per il bene dell'intero Corpo ecclesiale, a maggior gloria di Dio".
Benedetto XVI
Udienza generale, Roma, mercoledì, 14.2.2007)
Sui passi dei Missionari
- 17/6: Giornata internazionale contro la Desertificazione e la Siccità, istituita dall'ONU (1995).
- 20/6: B. Francesco Pacheco e altri 8 compagni martiri gesuiti, condannati al rogo in Giappone
(Nagasaki, 1626).
- 20/6: Giornata Mondiale del Rifugiato, creata dall'ONU (2000).
- 21/6: S. Luigi Gonzaga (1568-1591), religioso gesuita, morto a Roma assistendo gli appestati. È
il patrono della gioventù studentesca.
- 22/6: S. Paolino di Nola (353-431), vescovo e poeta latino, nato in Francia, evangelizzò
soprattutto la Campania.
- 22/6: Ss. Giovanni Fisher, vescovo di Rochester, e Tommaso Moro, magistrato: intrepidi
difensori della fede cattolica contro le pretese di Enrico VIII, martirizzati a Londra (+1535).
Intorno a questa data, si ricordano numerosi altri martiri dell'Inghilterra, assassinati in epoche e
luoghi diversi.
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