CRIMINALITA` ORGANIZZATA Economia e Finanza. Quale via d

CRIMINALITA’ ORGANIZZATA
Economia e Finanza. Quale via d’uscita?
Martedì 21 settembre 2010
Ore 17.15
Aula Magna T2 – Polo Didattico Giorgio Zanotto
Intervengono:
Dr. Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica – Reggio Calabria
Dr. Mario Giulio Schinaia – Procuratore della Repubblica – Verona
Avv. Giovanni Castaldi, Direttore Unità di Informazione Finanziaria – Banca
d’Italia
Coordina il Prof. Nicola Sartor, Ordinario di Scienza delle Finanze – Università
degli Studi di Verona
La criminalità organizzata non è più un problema esclusivo del Sud, tanto è vero che il 10 maggio scorso
governo e Confindustria hanno firmato il Protocollo di Legalità, sul modello di quello adottato da
Confindustria Sicilia contro le infiltrazioni mafiose nel tessuto produttivo del territorio. Il Fondo monetario
internazionale stima che il riciclaggio di denaro riguardi una quota dell’economia che va dal 2 al 5% del
prodotto interno lordo mondiale. Per quanto riguarda l’Italia, supererebbe l’11% del pil. L’economia criminale
ormai viaggia fuori dai confini ristretti del Sud: 'Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra fanno affari in tutta
Italia e nella sfera di interesse dell'economia criminale entrano non solo politica, appalti, e imprese ma sempre
più la finanza. Il risultato è il venir meno di una netta separazione tra economia legale e illegale e l’affermarsi
di un’economia finanziaria legale dal punto di vista formale che agisce però illegalmente. E’ realistico
ipotizzare che una percentuale consistente dei miliardi di dollari non tassati sui conti correnti dei cosiddetti
paradisi fiscali sia frutto di attività illecite. Per di più la crisi offre alla criminalità terreno fertile, data la
disponibilità di ingenti quantità di denaro da investire e la crescita dell’usura.
A sviscerare i vari aspetti del fenomeno sarà Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Reggio
Calabria, autore del libro edito da Mondatori “La malapianta”, nel quale racconta la 'ndrangheta e la sua
evoluzione con numeri e cifre: il fatturato annuo dell'organizzazione criminale calabrese è di 44 miliardi
di euro, il 2,9% del Prodotto interno lordo. Una “malapianta” che trova il proprio nutrimento soprattutto
nel traffico di droga: la 'ndrangheta controlla quasi tutta la cocaina che circola in Europa, ricavandone
27.240 milioni di euro all'anno. Un’ascesa a cui si affianca il degrado sociale e ambientale della Calabria,
sfruttata dalla criminalità e abbandonata ai propri problemi di antica data. Con lui Giovanni Castaldi,
Direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, a cui la legge attribuisce il compito
di prevenire l'utilizzo del sistema finanziario e di quello economico per fini di riciclaggio. La Banca
d’Italia ha scoperto circa 15.000 operazioni sospette nella prima metà del 2010, il 52 per cento in più
rispetto all’anno precedente (cfr. Banca d’Italia, UIF, Rapporto Annuale 2009). Recenti fatti di cronaca
sembrano peraltro avvalorare l’ipotesi avanzata di recente dal Procuratore della Repubblica di Verona
Mario Giulio Schinaia, anch’egli tra i relatori, su probabili infiltrazioni della criminalità organizzata nel
veronese. Schinaia è impegnato in prima linea nella vigile sorveglianza di non contaminazione mafiosa
sulle grandi opere previste dal piano di sviluppo di Verona.
Coordina il Prof. Nicola Sartor, Ordinario di Scienza delle Finanze – Università degli Studi di Verona