La diagnosi e il counselling sociale

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Associazione di Promozione Sociale
FARE COSE CON LE PAROLE
L’intervento sociale trasformativo nei servizi alla persona e alle famiglie:
il counselling biografico dialogico
Trapani, 24, 25 e 26 ottobre 2014
Associazione professione Assistente sociale
Via G.B. Fardella, 115 – Trapani
Le trasformazioni epocali che stiamo vivendo pongono criticità inedite che chiedono di riconsiderare punti di vista, modelli interpretativi
e modalità di intervento con gli individui e con le famiglie che spesso sono stati ereditati perché espressioni di “buone pratiche”, ma che
altrettanto spesso appaiono carenti di formalizzazione e quindi sia di possibilità di validazione e valutazione, sia di trasmissibilità. Il modello
centrato sui “bisogni” (need–led), per esempio, ha mostrato quanto un approccio oggettivista sia inadeguato per “rimettere in moto” le
persone verso l’obiettivo dell’autorealizzazione e della cittadinanza nei loro contesti di vita familiari e sociali, insufficiente a “risolvere” il
mero bisogno (David, Ellis e Rummery 2002), e perfino non in grado di supportare l’assessment per valutare se fornire o meno un
determinato servizio (Clayton 1983). D’altra parte ancorare la valutazione del bisogno a criteri ritenuti oggettivi non mette al riparo da
risposte meramente “amministrative” e burocratiche, come hanno rilevato Smith (1980) e Kemshall (1986).
Ciò comporta che il professionista, sia che operi nel sistema pubblico, sia nella libera professione, si trovi a fronteggiare tali criticità che
se non gestite, spingono la professione di a.s. verso il rischio di irrilevanza e quindi di obsolescenza.
Pertanto la proposta formativa intende riconsiderare e ridefinire – secondo l’approccio dell’agency nella prospettiva della ricapacitazione
degli individui (empowerment) e dei contesti comunitari e la modalità conoscitiva permessa dall’adozione del modello dialogico interattivo –
il processo di fronteggiamento delle criticità correlate all’intervenire di eventi inediti nelle biografie nella configurazione attuale della realtà,
che spesso precipitano verso forme di esclusione e di perdita sociale, e gli elementi che giocano un ruolo cruciale nel viraggio tra resilienza e
vulnerabilità.
Le strategie per la “produzione” di narrazioni di successo e comunque efficaci al perseguimento dell’obiettivo che ciascun utente, nel
porre la richiesta al professionista del servizio sociale, inizia a definire nel corso del counselling biografico sarà il focus tematico, insieme
alla riconsiderazione di alcuni “fondamentali” dell’intervento sociale, alla descrizione dei soggetti del welfare nella modernità radicalizzata,
e alla definizione argomentata dell’oggetto osservativo e degli obiettivi generali e specifici dell’intervento di servizio sociale. In tale
prospettiva il concetto di “categoria a rischio” risulta inadeguata nel supporto ai soggetti in tutti i cicli di vita (Legge 328/2000) in cui
vengono fronteggiate criticità (lifespan theory) come quelle correlate alle transizioni biografiche quali coppia coniugale–coppia genitoriale,
salute–malattia e benessere–povertà. Pertanto, diventa sempre più cruciale disporre di strumenti teorici e metodologici adeguati – sintonici
con gli aspetti deontologici – che consentano all’assistente sociale di utilizzare modelli efficaci per la diagnosi sociale e il counselling in
ogni contesto e ambito di intervento, e che permettano di rendicontare e quindi di descrivere i processi di cambiamento biografico che le
strategie di intervento mirano ad attivare sia all’utente, sia a chi genera l’eventuale invio (colleghi, altri professionisti, magistratura).
Il progetto formativo si colloca all’interno di una precisa cornice paradigmatica emergente che pone come assunto fondante le categorie
di conoscenza con cui gli interagenti costruiscono la realtà dagli stessi “abitata”. Tale riferimento paradigmatico si pone in antinomia con il
paradigma cosiddetto meccanicistico, per il quale la realtà è considerata un ente da spiegare in termini di causa-effetto: in virtù di tale
paradigma, nell’affrontare un certo fenomeno si procede ricercando nel passato, nei contesti socio–ambientali, in disposizioni bio–
psicologiche, in tratti di personalità, le cause che si ritiene possano averlo prodotto. Tale paradigma è talmente diffuso, non solo a livello di
senso comune, che sia le prassi istituzionali, sia gli stessi percorsi formativi cui attingiamo in termini di riferimento professionale lo
assumono come riferimento teorico–operativo implicitamente affermato. Tra i modelli operativi che appartengono al paradigma
meccanicistico, troviamo il modello medico, che spesso pervade anche le pratiche del servizio sociale; quest’ultimo, come ogni modello, è
costituito da precisi assunti teorici e da un insieme di prassi operative con quelli coerenti: è la corrispondenza tra loro a sancirne l’efficacia
anche in termini di secolarizzazione. Per il modello medico, l’assunto teorico di base è il “corpo”; di fronte al successo ottenuto
dall’applicazione propria di tali prassi operative in ambito sanitario (laddove cioè il modello trova il proprio campo di applicazione
“elettivo”), si è assistito, e tuttora si assiste, al tentativo di utilizzare tali prassi per intervenire anche su fenomeni che individuiamo
genericamente come “sociali”: ad esempio, vengono applicate procedure mutuate dalla medicina (anamnesi, diagnosi, prognosi, terapia e
monitoraggio) nei confronti di persone che hanno compiuto azioni definite come “anormali”, “disturbate”, devianti.
Il professionista, trovandosi di fronte a diverse proposte teoriche esplicative, sia in ambito psicologico, sia sociologico, spesso anche
opposte tra loro in termini teoretici, si trova costretto a operare una sorta di sintesi “in proprio”, che deriva dall’intersezione tra le teorie
adottate, l’esperienza sviluppata a livello operativo e presupposizioni di senso comune. Questo stato di cose comporta che l’agire
dell’operatore non possa che fondarsi su “teorie personali” che, in quanto tali, non comportano un sapere trasmissibile e condivisibile, non
generando una cultura comune.
Pertanto, la proposta di formazione che verrà presentata ha l’intento di costruire competenze in merito all’adozione di un modello teorico
e operativo condivisibile, pertinente al campo di applicazione in cui ci si muove, salvaguardando, quindi, il potenziale di efficacia
trasformativa dell’intervento sociale, secondo quanto definito dalla misssion dell’assistente sociale (agente di cambiamento). All’interno del
modello operativo di riferimento proposto (modello dialogico–interattivo), l’obiettivo dell’ “operatore” diviene quello di gestire le
implicazioni che coinvolgono l’utente, al fine di innescare processi di gestione della situazione in un cui si trova coinvolto che tengano
conto, da un lato delle esigenze dell’utente diretto, dall’altro delle condizioni che il contesto sociale presenta in un certo territorio. In altri
termini, ciò che viene generato durante l’intervento non ha soltanto lo scopo di “risolvere” la situazione critica che ha portato all’attivazione
del servizio, ma di assolvere, in ultima analisi, alla soddisfazione dell’intero Sistema–Paese in cui l’utente è inserito. Questo trova diretto
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riferimento nella metodologia con cui verrà erogata l’attività di formazione, in quanto si pone come strumento di intervento non tanto la
ricerca della risposta alla domanda “perché” degli accadimenti osservati, bensì la descrizione dei processi che generano la realtà “abitata” da
tutti gli “attori” coinvolti e quindi una dimensione “gestionale” del counsellor come esperto su come viene generata la realtà con le sue
ricadute pragmatiche e quindi su come possa essere trasformata la sua configurazione.
Obiettivi
Il Corso costituisce una introduzione alla metodologia illustrata e mira a mettere in grado i corsisti:
di avere cognizione delle criticità correlate all’intervento sociale nella contemporaneità;
di avere cognizione dei modelli operativi e delle teorie impliciti/espliciti adottati;
di gestire l’identità di ruolo, sia in ambito pubblico, sia nella libera professione;
di compiere lo scarto paradigmatico necessario al modello proposto;
di acquisire competenze circa l’assessment e il counselling biografico orientato dal modello dialogico–interattivo;
di operare in modo agile, efficace, valutabile e coerente con gli aspetti deontologici in ogni contesto e ambito di intervento.
Destinatari
Assistenti sociali e assistenti sociali specialisti, in servizio e in tirocinio, per un totale di massimo 30 corsisti. Il Corso si
svolgerà avendo raggiunto un numero minimo di 15 iscrizioni; in tal caso saranno riservati due posti aggiuntivi per assistenti
sociali e assistenti sociali specialisti non occupati. Pertanto si invitano le persone interessate a perfezionare quanto prima
l’iscrizione.
Accreditamento
Il corso sarà proposto per l’accreditamento al CROAS Sicilia, secondo quanto previsto dal «Regolamento per la formazione
continua degli assistenti sociali e degli assistenti sociali specialisti» approvato dal CNOAS. Al termine del corso verrà
rilasciato un attestato di frequenza a chi avrà partecipato almeno al 90% del monte ore.
Metodologia didattica
Sarà reso disponibile un protocollo di inizio/fine corso per la rilevazione del posizionamento in ruolo e di un protocollo di fine
corso per la rilevazione dell’apprendimento.
Il corso prevede esposizione frontale, discussione d’aula e esercitazioni su studi di caso per 21 ore.
La documentazione utilizzata nella didattica sarà resa disponibile ai corsisti in formato digitale.
Sarà utilizzata:
1. Didattica frontale.
2. Didattica interattiva.
3. Didattica attiva.
Tempi della didattica
Le attività d’aula prevedono quattro giornate, per 21 ore di attività d’aula:
ore 9,00–13,00/14.00–17.00:
ore 9,00–14,00/14.00–17.00:
ore 9,00–14,00/14.00–17.00:
fase di rilevazione; modulo espositivo;
modulo espositivo; modulo teorico;
modulo operativo.
Sede del corso
Associazione professione Assistente sociale, Via G.B. Fardella, 115 – 91100 – Trapani.
Iscrizione
Quota di partecipazione €130.00, da versare su conto bancario intestato a: Giacomo Sansica Banco di Sicilia casa santa Erice,
via Cesarò; IBAN: IT82D0102081851000300339023.
Formatore
Luigi Colaianni, Ph.D. ASS, counsellor, sociologo della salute, formatore accreditato CNOAS.
Il formatore fa parte del network di formazione, consulenza e ricerca garantito dal marchio “In dialogo rigor scientiae”, che certifica la scientificità nel
riferimento teorico e metodologico alla scienza dialogica. Il Marchio, di cui è Responsabile Scientifico il prof. Gian Piero Turchi, docente dell’Università di
Padova, è stato istituito con l’obiettivo di garantire da parte dei soggetti aderenti l’applicazione rigorosa dei presupposti scientifici di riferimento.
Modello formativo e albero tematico.
Associazione di Promozione Sociale
Modulo formativo
Fase di rilevazione
Obiettivi formativi
Conoscenza del fenomeno.
Aspetti sostantivi

Utilizzo di protocolli di indagine.

Analisi dei testi generati dai
corsisti.
Generazione dei costrutti utili al
raggiungimento dell’obiettivo
formativo.
Rilevazione sia dei modelli operativi
adottati impliciti/espliciti, sia delle
teorie adottate implicite/esplicite
degli assistenti sociali.
Valutazione dei modelli di diagnosi
sociale prescritti attuati attraverso
protocolli operativi già esistenti.
Modulo espositivo
Acquisizione delle definizioni efficaci
per l’obiettivo formativo.

Il counselling biografico.
Modulo teorico
Elementi di Sociologia
dell’organizzazione: oggetto
cognitivo, obiettivo dell’intervento
sociale e collocazione nel ruolo.
Acquisire competenze circa la
gestione dell’identità di ruolo.





Il paradigma narrativistico
Acquisire competenze circa il
modello dialogico–interattivo .




Costruzione dell’identità di
ruolo.
Componenti di ruolo e
competenze necessarie nella
gestione dei rapporti con
l’utenza.
Personalizzazione dei ruoli:
identità personale e obiettivi
virtuali.
Il processo di auto-etero
attribuzione del ruolo.
Il processo di legittimazione del
ruolo: capacità e competenza.
Metodologia e deontologia.
Paradigma empirico fattuale e
realismo ontologico.
Paradigma narrativistico e
realismo concettuale.
La costruzione discorsiva della
realtà.
Modulo operativo
Acquisire competenze circa
l’assessment e il counselling
biografico dialogico-narrativistico
orientato alla trasformazione
discorsiva.
Acquisire competenze circa la
generazione di artifici retorici.




Esercitazioni sull’analisi del testo
e la generazione di nuovi
discorsi.
Reports professionali.
Studi di caso.
Anticipazioni delle criticità
applicative e organizzative.
Associazione di Promozione Sociale
Va compilata in ogni sua parte e inviata con la ricevuta del bonifico bancario a:
Scheda di iscrizione al corso
FARE COSE CON LE PAROLE
L’intervento sociale trasformativo nei servizi alla persona e alle famiglie:
il counselling biografico dialogico
Trapani, 24, 25 e 26 ottobre 2014
COGNOME: ……………………………………………………………………………………………………………..
NOME: ……………………………………………………………………………………………………………………..
CODICE FISCALE: ………………………………………………………………………………………………………..
Luogo e data di nascita: …………………………………………………………………………………………………….
INDIRIZZO: ………………………………………………………………………………………………………………..
Tel: ………………………………………………………………………………………………………………………….
E-mail: ……………………………………………………………………………………………………………………...
Professione ………………………………………………………………………………….………………………………
Richiedo l’attribuzione dei Crediti Formativi riconosciuti dall’Ordine Professionale Assistenti Sociali
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Versata la quota di iscrizione 130 € tramite bonifico bancario intestato a:
Giacomo Sansica – Banco di Sicilia casa santa Erice, via Cesarò; IBAN: IT82D0102081851000300339023.
Si richiede QUIETANZA INTESTATA
A: …………………………………………………………………………………………………………………………...
Indirizzo: ……………………………………………………………………………………………………………………
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SCHEDA CONOSCITIVA
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NON OCCUPATA/O
LIBERO PROFESSIONSTA
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TIROCINANTE
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ENTE PRESSO CUI SI OPERA: ……………………………………………………………………...............................
O STUDIO PROFESSIONALE: ........................................................................................................................................
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Telefono: …………………………………………E-mail: ……………….……….………………………
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