considerazioni

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Considerazioni preliminari per la ricerca di un progetto politico-ecclesiale
J. F. Kennedy , al momento del suo insediamento alla “Casa Bianca”, parlando con
le nuove generazioni così diceva: “non chiedete che cosa può fare il vostro Paese per
voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro Paese”; certamente da queste
parole traspariva un forte impegno a favore della crescita del Paese ed una speranza
nel futuro.
Le parole del presidente Kennedy possono avere una valenza anche per noi Giuristi
Cattolici di Napoli: “non dobbiamo chiederci che cosa può fare per noi l'U.G.C.I., ma
chiediamoci che cosa noi possiamo fare per la nostra Unione locale, rendendo un
servizio qualificato alla Chiesa di Napoli”.
Se facciamo nostra ed entriamo in questa ottica di servizio, credo che dobbiamo agire
di conseguenza, cercando in ogni modo e ciascuno secondo la sua sensibilità,
capacità e disponibilità, contribuire alla buona vita dell'Unione di Napoli.
Perchè vi sia un serio coinvolgimento personale, credo che sia importante affrontare
ed approfondire la nostra “identità” di giuristi cattolici, partendo dal presupposto che
insieme siamo chiamati a ridefinire il nostro compito storico come parte del mondo
ecclesiale, con la consapevolezza che l'indagine va svolta, non solo sotto il profilo
dottrinale, ma anche privilegiando l'aspetto concreto, pratico ed eminentemente
“profetico”.
Unitamente a questo percorso di studio e di approfondimento personale è necessario
pensare alle modalità concrete che permettano di inviare un messaggio chiaro
all'esterno, usando un linguaggio comune, e infine cercando un risultato concreto e
storicamente misurabile. Tutto questo presuppone l'impegno da parte di ciascun
iscritto nell'approfondimento delle idee che riguardano questa nostra identità, e
nella realizzazione concreta come testimonianza cristiana di noi laici nella società
attuale e nella nostra città.
La ricerca sulla base di documenti ecclesiali ci permetterà di recuperare a fondo la
dimensione spirituale in uno spazio sociale e civile in modo tale che essa possa
essere “politicamente rappresentabile” alle istituzioni locali. Se rinunciamo a questa
ricerca delle tematiche ecclesiali che emergono dai documenti conciliari, dagli
insegnamenti magisteriali dei Pontefici, dalla dottrina sociale della Chiesa,
rinnovata alla luce degli insegnamenti conciliari, dai documenti del Vescovo,
rischiamo di accontentarci di una religiosità esteriore che si limita solo ad
usufruire dello spazio ecclesiastico accantonando la tensione verso il bene comune.
In questa ricerca dobbiamo acquisire una coscienza più attenta e quindi più sofferta,
di quanto avviene accanto a noi, non separando la nostra esperienza religiosa da
quella personale e profesionale e cercando di evitare quella continua scissione tra la
appartenenza “ecclesiale” e la dimensione “sociale”. Il fine ultimo resta quello di
rendere pienamente civili e storicamente attuali i valori cristiani di giustizia, di
carità, di responsabilità, di verità, di libertà e di pace.
Sia chiaro che in questo lavoro di chiarificazione e progressiva presa di coscienza
siamo e restiamo “laici”, non nel senso che accettiamo una “laicità stabilita”, ma il
nostro sforzo dovrà individuare una “diversa laicità”, che faccia maturare valori
umani senza imporre alla vita civile, dove si svolge la nostra esperienza
professionale ed umana, una legge esterna ad essa. Va soprattutto privilegiata la
ricerca di un nesso tra cristianesimo e storia.
Si tratta, dunque, di riproporre una “nuova testimonianza laicale cristiana” entro i
parametri di una società laica e secolare, fondata sulla libertà della persona, sul
pluralismo e sull'autonomia peculiare del laicato che vuole perseguire gli obiettivi che
di volta in volta la realtà concreta presenta. Un'attenzione particolare sarà riservata a
tutte le tematiche attuali che riguardano la nostra professionalità di giuristi cattolici.
Lo sforzo teso alla “ricerca della buona società e del miglior ordine/bene politico”
si coniuga con il nostro essere “giuristi cattolici oggi e nella nostra città”, e perchè
esso non risulti sterile ed autoreferenziale è necessario un impegno ulteriore quale
l'organizzazione di un “evento” che si svolga su un duplice piano di ricerca:
l'approfondimento delle idee-guida ed il confronto con
le realtà in cui viviamo,
quali la Chiesa di Napoli, la nostra città ed il mondo professionale in cui
operiamo.
Ci aiuterà nell'approfondimento della nostra identità chi
è chiamato a
tratteggiare, più che una “ideologia”, una “filosofia politica” che dia ragione di una
disciplina filosofica e pratica circa l'idea del bene politico da raggiungere; il tutto teso
all'individuazione dell'ordine politico desiderabile e dei mezzi per raggiungerlo.
Solo se da parte nostra vi sarà una piena ed attenta partecipazione avremo la
possibilità di parlare tra noi con un linguaggio comune, di costruire un gruppo
omogeneo e di avere una storia. Ancora di più saremo conosciuti all'esterno come
“giuristi cattolici”.
L'ulteriore riflessione dovrà riguardare l'analisi e l'approfondimento del documento
Vescovile del 16 luglio 2016: “Vestire gli ignudi. Avvolgerli di tenerezza e di
dignità”. Questo contributo fornito da persona da individuare, ci permetterà un
confronto con le linee pastorali dettate dal nostro Vescovo anche per verificare su
quali piani concreti dovrà svolgersi la nostra “nuova testimonianza laicale cristiana”,
con riferimento alla Chiesa locale.
Non potrà mancare in questo confronto tra il mondo ecclesiale e la società laica e
secolare, una voce che tenga conto della realtà politico-amministrativa napoletana;
allora chiederemo il contributo di un amministratore comunale che ci aiuti a
verificare se nella nostra realtà cittadina trovi spazio questa “testimonianza laicale
cristiana”, e quali potranno essere i punti di riferimento per l'attuazione concreta delle
linee pastorali dettate nella lettera del Cardinale Sepe.
Luigi Notaro
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