INCONTRI – CONFRONTI SULLA SOSTENIBILITÀ Un progetto degli Archivi della Sostenibilità Università Ca' Foscari Venezia in collaborazione con il Comune di Venezia, Attività e Produzioni Culturali. Centro Culturale Candiani Mestre. Patrocinio Associazione ILARIA ALPI Coordinamento scientifico: Giorgio Conti Giovedì 22 maggio 2014 h. 17,30 INTERRARE I RIFIUTI TOSSICI – INSABBIARE LE INCHIESTE SCOMODE Informazione, crimini ambientali e... segreti? Per non dimenticare l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin Presentazione e discussione del docu-film Toxic Somalia Regia: Paul Moreira Anno di produzione 2011. Durata 52’ . Ogni società ha il tipo di criminali che si merita. Robert Kennedy, The Pursuit of Justice, 1964 Se l’impresa è illegale intossica l’economia, l’ambiente e la società civile “I giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sono stati uccisi a Mogadiscio il 20 marzo del 1994. Erano in Somalia per indagare su un traffico internazionale di armi e di rifiuti tossici illegali. Ed è per questa ragione che sono stati assassinati. Ma a venti anni di distanza siamo ancora in attesa di conoscere tutta la verità su quella vicenda”. E’ doveroso ricordare lo stile dell’inchiesta giornalistica di Ilaria Alpi: “Voleva raccontare ciò che non si voleva sapere”. Con queste parole Roberto Scardova, un suo collega della Rai, ci ricorda il senso etico delle sue inchieste: “ (…) penso che Ilaria abbia insegnato a tutti che il nostro mestiere è quello di raccontare i problemi della gente (…). Lei era già stata in Somalia sei o sette volte e aveva stabilito rapporti in particolare con le donne. Furono proprio loro le sue prime informatrici, raccontandole che si stavano diffondendo malattie che nessuno riusciva a curare e non si sapeva da dove venissero. In Somalia c’erano la guerriglia, la fame, la siccità e in più il fatto che seminavamo veleni e morte a un popolo già agonizzante: un’infamia che Ilaria non sopportava”. E’ stata la sua empatia nei confronti degli Altri, degli Ultimi, in particolare delle donne inascoltate, in una società che non dava loro diritto di parola, che l’ha portata sulla buona strada per capire i segreti dei traffici illegali: una strada che si dimostrerà fatale per lei e per il suo operatore. La desecretazione dei “segreti” di stato è un atto riparatore nei confronti di questi due eroi civili. Quella tragedia ambientale stava producendo anche un circolo vizioso molto difficile da contrastare. Il mare e i territori somali sempre più inquinati provocavano nelle popolazioni locali (soprattutto di pescatori) un’impossibilità reale a sostentarsi. Quel disagio poteva avere due sbocchi possibili: o essere arruolati nella nuova pirateria del Corno d’Africa (spesso promossa dagli integralisti islamici) o diventare esuli per ragioni politicoumanitarie e per disastro ambientale. In ogni caso i misfatti umani e ambientali perpetrati in Somalia negli anni ‘90 ancora oggi hanno delle evidenti ripercussioni in Italia: gli sbarchi continui di somali a Lampedusa e la vicenda dei due marò imprigionati in India. Esiste una correlazione tra illegalità e sostenibilità integrata (ambientale, economica e socio-culturale). Entrambe per essere analizzate richiedono approcci interdisciplinari. Vanno indagati gli aspetti economici di sistema, quelli giuridici e legali, ma soprattutto i valori etici e socio culturali che fondano le comunità locali e la società civile. Un fenomeno quello dell’illegalità delle imprese che ha assunto dimensioni europee come si evince dai dati allarmanti del rapporto Europol (2013): “… in Europa ci sono 3600 clan criminali capaci di interagire tra loro e le organizzazioni mafiose italiane…” Come contrastare queste tendenze acuite dai disagi economico- sociali prodotti dalla grande crisi? Come sostiene Giovanni Bertin (Illegalità ed economia locale, 2013): “ La letteratura internazionale ha evidenziato come la presenza di elevati livelli di coesione sociale, di capitale sociale generalizzato, di legittimazione dello stato e di fiducia istituzionale, costituiscano barriere ai comportamenti opportunistici e illegali e contribuiscano allo sviluppo di comportamenti basati sul rispetto delle norme sociali (base fondamentale per il rispetto delle norme formali dettate dalla legislazione) ”. Un rispetto delle norme sociali che va ribadito anche nelle scuole. Efficace a tal proposito è il progetto: Sentinelle della legalità, promosso dalla fondazione Caponnetto, che a Venezia fa riferimento al gruppo interclasse dell’ITT ”Algarotti”. Speriamo che le generazioni future non dovranno ricordare nuovi eroi civili, perchè come ammoniva Bertold Brecht: “Beato quel popolo che non ha bisogno d’eroi”. Giorgio Conti Toxic Somalia. L’altra pirateria Costa solo 2,50 dollari scaricare una tonnellata di rifiuti tossici al largo delle coste somale. E la più economica discarica del mondo e un lavoretto facile per alcuni occidentali, che dovrebbero pagare 1.000 dollari per scaricare i loro rifiuti a casa propria. Ma centinaia di somali si stanno ammalando, avvelenati dai rifiuti di altri popoli. Barili di rifiuti nucleari si arenano frequentemente sulle coste del Puntland e le spiagge sono spesso disseminate di pesci morti. Chi esporta rifiuti nelle acque somale? Chi si arricchisce in Somalia? Due giornalisti italiani: Ilaria Alpi e Miran Hrovatin hanno perso la vita per essersi posti domande del genere. Noi abbiamo riaperto l'inchiesta. Si tratta di un'indagine che ci introduce negli oscuri meandri della mafia italiana, della pirateria somala e dell'industria delle scorie nucleari. Parteciperanno al dibattito: Mariangela Gritta Granier, Presidente Associazione ILARIA ALPI Giovanni Bertin, Università Ca’ Foscari, Venezia Marina Perini, Dirigente Scolastico I.I.S. "Francesco Algarotti”, Venezia Giusi Sazio, Referente provinciale (VE), Fondazione Caponnetto Rappresentanti del gruppo interclasse, I.I.S. "Francesco Algarotti”, Venezia Progetto Legalmenteinsieme: “ Sentinelle della legalità” Sala Conferenze quarto piano Ingresso libero