Dispense di storia medievale prof.ssa M. G. Desogus Il Basso Medioevo (circa 1000-1492 d. C.) 1 Modulo 1. Il Basso Medioevo: rinascita delle città e dell’economia europea Unità 1. La rinascita europea dei secoli XI-XII L’anno Mille e la rivoluzione agricola: l’aratro pesante, la rotazione triennale e il mulino ad acqua. Tra la fine del X e l’XI secolo l’Europa comincia a mutare le sue tecniche agricole, migliorando molto la produzione2: - si usa il nuovo aratro pesante (più adatto a lavorare la terra), il collare rigido degli animali da tiro (adatto anche ai cavalli), la ferratura degli zoccoli dei cavalli (prima usata solo per gli animali da guerra) - la rotazione biennale viene sostituita da quella triennale - si diffonde l’uso del mulino ad acqua, già conosciuto ma poco usato in passato In cosa consiste la rotazione triennale? La coltivazione dei campi richiedeva un tempo in cui lasciare il campo a “maggese”, cioè senza essere coltivato, per non impoverire il terreno delle sue sostanze nutritive. Nella rotazione biennale il campo viene diviso in due parti, una coltivata, l’altra lasciata a maggese; a anni alterni le due parti sono scambiate, ma questo causa una bassa resa del terreno. Con la rotazione triennale si divide il campo in tre parti, che nell’arco di tre anni alternano coltivazioni invernali, estive e maggese; in questo modo solo un terzo del campo viene lasciato improduttivo. Vi è inoltre un grande aumento della popolazione, che spinge gli Europei a coltivare nuove terre, bonificandole o disboscandole, fino a oltre i fiumi Elba e Oder. Aumento della popolazione, rinascita del commercio e delle città. Intorno all’anno 1000 si ha anche un grande aumento della popolazione europea, forse a causa della cessazione delle invasioni, forse per l’aumento della produzione agricola e per il conseguente 1 2 Queste date sono tradizionali e simboliche. Simbolicamente si indica l’anno 1000 come inizio di tale cambiamento. 1 miglioramento dell’alimentazione... Diminuisce inoltre la mortalità, probabilmente per il miglioramento dell’alimentazione e per la fine delle invasioni. In contemporanea le città acquistano maggiore popolazione e ne vengono costruite di nuove. Vi è infatti il detto “l’aria di città rende liberi”, che stimola i contadini a abbandonare le terre dei signori feudali e a fuggire nelle città per conquistare una nuova libertà. Rinascono i commerci, che durante il Medioevo si erano ridotti a qualcosa di episodico, e si forma una classe di mercanti. Si coniano di nuovo le monete e si usano lettere di cambio nei commerci. Spesso le città si specializzano nella produzione e nella vendita di merci pregiate, di cui si preoccupano di tutelare “il segreto industriale”. Unità 2. La lotta per le investiture tra papa e imperatore. Decadenza morale della Chiesa: simonia e concubinato. Il “Privilegio di Ottone” e l’opposizione del papa. Gregorio VII e il suo Dictatus papae. All’interno della Chiesa erano molto diffusi due malcostumi: la simonia (la compravendita delle cariche ecclesiastiche) e il concubinato (la convivenza o il matrimonio dei preti). Inoltre vi furono molti scontri per decidere la nomina dei nuovi papi, fino al punto di arrivare alla nomina di “antipapi”, che si contrapponevano a quelli ufficiali. Questo comportò da un lato proteste a livello popolare, dall’altro a un rinnovamento interno con l’istituzione di nuovi ordini monastici (certosini, cistercensi...). L’imperatore si sentì in dovere di intervenire al riguardo, scegliendo lui stesso i nuovi vescovi e perfino il papa (“il Privilegio di Ottone”)3. Tuttavia la Chiesa si oppose all’intervento dell’imperatore e papa Niccolò II stabilì che il papa doveva essere eletto esclusivamente dai cardinali, ovvero dai vescovi, preti e diaconi della diocesi di Roma4. Inoltre il papa era contrario all’interferenza dell’imperatore nell’elezione dei vescovi e alla loro investitura (“i vescovi-conti”). Il culmine dello scontro si ebbe quando il papa Gregorio VII emanò il Dictatus papae (1075), un insieme di disposizioni che stabilivano che il papa era centro e vertice della Chiesa; quindi l’imperatore vedeva venire meno le basi per i suoi interventi nella scelta dei papi e nelle questioni riguardanti la Chiesa. 3 Nel 1045 vi furono addirittura tre papi in contemporanea e l’imperatore Enrico III li depose tutti e ne fece eleggere uno nuovo. 4 Ora i cardinali sono prelati di tutto il mondo e non solo della diocesi di Roma. 2 Scontri tra l’imperatore Enrico IV e il papa Gregorio VII. L’umiliazione di Enrico IV a Canossa e il Concordato di Worms. L’imperatore Enrico IV reagì duramente: convocò un concilio in cui fece eleggere un antipapa. Ma Gregorio VII scomunicò l’imperatore. I feudatari tedeschi colsero l’occasione per cercare di cacciarlo e prenderne il posto, cosicché Enrico IV fu costretto a recarsi a Canossa a chiedere perdono al papa, che gli revocò la scomunica. Tuttavia gli scontri proseguirono ancora per molti anni e solo nel 1122 a Worms (concordato di Worms) si raggiunse una soluzione di compromesso: l’imperatore non poteva scegliere i vescovi; tuttavia poteva continuare a donare loro dei feudi, una volta che fossero stati eletti. Unità 3. Le crociate. Il declino dell’impero arabo. Mentre l’Europa conosceva una fase di grande sviluppo, l’impero degli Arabi perse grandi terreni. Infatti i Turchi conquistarono l’Arabia, l’Egitto, la Siria... minacciando anche l’Impero Bizantino, a cui sottrassero l’Anatolia. In seguito essi si convertirono all’islam. Gli Arabi persero anche la Spagna: tra XI e XIII secolo i regni cattolici spagnoli riuscirono a riconquistare quasi tutta la penisola iberica (la “Reconquista”). Lo scisma d’Oriente. La “guerra santa” e le crociate. La quarta crociata. La Chiesa cattolica e quella ortodossa, da secoli autonome, nel 1054 arrivarono a separarsi ufficialmente per questioni politiche e teologiche: il papa scomunicò il patriarca di Costantinopoli e questi fece altrettanto col papa. Tuttavia la conquista da parte dei Turchi dell’Anatolia e della Terra Santa preoccupò tanto l’imperatore bizantino che questi chiese aiuto al papa. Cosicché nel concilio di Clermont-Fernand (1095) il papa Urbano II bandì la prima crociata. Dapprima partirono i pellegrini più poveri, che erano poco organizzati e si diedero spesso a rapine e saccheggi, in particolare contro gli ebrei5. In seguito partirono i nobili e i principi, che speravano di conquistare nuovi feudi e nuovo potere. 5 I cristiani erano stati esortati dei papi a combattere contro gli infedeli mussulmani; da ciò arrivarono a pensare di dover combattere contro gli ebrei, accusati di aver rifiutato e ucciso Cristo. 3 I crociati partirono per vari motivi: per fede, per conquistare nuovi feudi, per i valori cavallereschi, per sfuggire alle guerre e alle carestie... I papi promisero l’indulgenza, cioè il perdono dei peccati, per chi avesse combattuto contro i mussulmani. Vi furono sette crociate ufficiali, ma solo le prime hanno avuto una grande importanza. Cronologia crociate6 1096-1099 prima conquista di Gerusalemme 1147 -1149 seconda fallisce: Edessa rimane in mano turca 1189-1192 terza Riccardo Cuor di Leone conquista S. Giovanni d’Acri e Cipro 1202-1204 quarta Venezia spinge alla conquista dell’Impero d’Oriente. I cristiani d’occidente occupano e saccheggiano Costantinopoli. Nasce l’Impero Latino d’Oriente. 1217-1221 quinta Rovinosa sconfitta dei crociati. 1248-1254 sesta Luigi IX di Francia tenta di riconquistare Gerusalemme. 1270 settima Luigi IX di Francia vuole soccorrere gli ultimi domini cristiani in Siria, ma muore di peste. La prima crociata riuscì a conquistare Gerusalemme (1099) e a formare diversi Stati cristiani in Oriente, organizzati come feudi. Tuttavia Gerusalemme fu espugnata dai mussulmani e pertanto furono bandite una seconda e una terza crociata, che però non la riconquistarono. La quarta crociata fu dirottata - su istigazione di Venezia - verso l’Impero Bizantino, che i cristiani cattolici attaccarono e sconfissero. Costantinopoli fu saccheggiata e depredata di molti suoi tesori (1204). Fu costituito l’Impero Latino d’Oriente, organizzato anch’esso in feudi. La conquista fu di breve durata, ma causò la decadenza dell’Impero Bizantino, che finì con l’essere conquistato dai Turchi di Maometto II nel 1453. 6 Queste sono le crociate “ufficiali”: ve ne sono state altre, tra cui la crociata dei poveri del 1096 e quella intrappresa da Federico II di Svevia che nel 1228 ottenne Gerusalemme con un accordo con il sultano (ma poi essa fu riconquistata dai Turchi nel 1244). 4 Modulo 2. I comuni e l’Impero. Stati nazionali e stati regionali. Unità 1. Le lotte tra i comuni e l’Impero. Artigiani, mercanti e banchieri. Consoli e podestà. Magnati, popolo grasso e popolo minuto. Le città hanno una struttura sociale molto diversificata: - i magnati, grandi mercanti e i più potenti banchieri - il popolo grasso: imprenditori e professionisti (produttori di panni, giudici, notai, medici) - il popolo minuto: piccoli artigiani e commercianti, ceti più bassi del popolo e contadini Gli artigiani si riuniscono in gruppi chiamati “Arti” o “Corporazioni”, che hanno un’attività molto varia: fungono da società di mutuo soccorso, svolgono compiti militari e di difesa della città... Si commerciò moltissimo con l’Oriente, da cui arrivavano le spezie: pepe, cannella, zenzero, noce moscata... Questi traffici arricchirono molti mercanti, che si trasformarono in banchieri con investimenti e prestiti di denaro in tutta Europa. Il ducato di Venezia e il fiorino di Firenze furono le monete che possedevano maggior valore e con esse venivano fatti prestiti perfino ai re. Gli ebrei svolsero spesso la funzione di usurai, in quanto ai cristiani era vietato dalla Chiesa esercitare l’usura. Inoltre si usò fin dal XII secolo la lettera di cambio, che attestava di aver ricevuto del denaro che poi il mercante avrebbe potuto incassare a partire da una certa data (in modo simile a un assegno). L’origine dei comuni. Le città conoscono un grande sviluppo dal punto di vista economico ed esso si traduce in un maggior potere politico: i cittadini si accordano tra loro in “un patto comune” per rendersi autonomi da feudatari, vescovi e imperatori. Si creano così nuove strutture politiche, che prendono il nome di comuni e si diffondono soprattutto nell’Italia settentrionale e centrale. I poteri civili, militari e giudiziari furono affidati ai consoli, funzionari statali che restavano in carica un anno. A essi venne affiancato un Consiglio, che si riuniva periodicamente. All’interno dei comuni si crearono fazioni agguerrite, che si scontrarono tra loro aspramente, spesso chiamando in aiuto i nemici della città. Per evitare tali scontri si diffuse l’uso di nominare un podestà, un amministratore forestiero, che doveva esercitare un controllo sulla città senza legarsi a alcuna fazione. 5 Le repubbliche marinare: Amalfi, Pisa, Genova e Venezia. Tra le città italiane, ve ne furono quattro che si distinsero per i traffici commerciali via mare: Amalfi, Pisa, Genova e Venezia. La prima a espandersi nel Mediterraneo fu Amalfi, che emanò le “Tavole Amalfitane”, leggi del mare accettate da tutte le città marinare del tempo. Venezia si distinse per il suo ruolo di ponte tra Oriente e Occidente; essa era un’oligarchia retta da un Doge, coadiuvato dal Maggior Consiglio (un senato). L’imperatore Federico I contro i comuni: la Lega Lombarda, la battaglia di Legnano e la Pace di Costanza. Nonostante il crescente potere dei comuni, formalmente l’imperatore restava a capo delle città. L’imperatore Federico I di Hohenstaufen, detto il Barbarossa, non tollerò l’autonomia dei comuni italiani, e scese in Italia più volte per far rispettare il suo potere. Alla Dieta di Roncaglia stabilì che solo all’imperatore spettavano le regalìe, ovvero il diritto di imporre le tasse, nominare magistrati, dichiarare guerre, emanare le leggi... Ma i Comuni si ribellarono, con l’appoggio del papa Alessandro III, e si riunirono nella Lega lombarda (1167). Nel 1176 a Legnano i Comuni ebbero la vittoria risolutiva sulle truppe imperiali e perciò nella Pace di Costanza (1183) Federico I dovette affidare le regalìe ai Comuni, che formalmente continuavano a riconoscere la sua autorità ma in realtà erano ormai indipendenti. Unità 2. Federico II. Svevi, Aragonesi e Angioini in Sicilia. Federico II: le Costituzioni melfitane, i rapporti con gli arabi, la corte di intellettuali. Scontri tra Federico II e il papa. Federico Barbarossa combinò il matrimonio tra suo figlio Enrico VI e Costanza d’Altavilla, figlia del re normanno Ruggero II di Sicilia. Enrico VI morì giovane e la sua eredità passò al figlio Federico, che fu affidato al papa Innocenzo III. Nel 1220 egli divenne imperatore con il nome di Federico II e si accordò con i potenti nobili feudali tedeschi per lasciare loro una certa autonomia in cambio della loro fedeltà. Egli infatti era interessato soprattutto al Regno di Sicilia, di cui presto prese pieno possesso, pur avendo pattuito con il papa di rinunciare al sud Italia. Questo creò un profondo attrito con i papi, perché essi si vedevano circondati dall’Impero a nord e dal Regno di Sicilia a sud e temevano che Federico II potesse decidere di unire le due parti del suo regno. 6 Federico II organizzò in modo moderno il Regno di Sicilia: - nel 1231 bandì le Costituzioni di Melfi, il primo codice di leggi europeo dai tempi di Giustiniano - nella corte e nell’esercito dell’imperatore vi furono sia cristiani sia mussulmani sia ebrei - favorì lo sviluppo culturale e si circondò di funzionari intellettuali: furono proprio loro a dare origine alla prima grande letteratura italiana nel siciliano illustre (cioè il volgare siciliano nobilitato da termini presi dal latino, dal francese e dal provenzale) Il rapporto con il papa divenne assolutamente negativo sotto Gregorio IX, che lo scomunicò nel 1227. Ma Federico II non accettò questo passivamente: egli partì per una crociata e si accordò con il sultano egiziano per avere Gerusalemme. Tuttavia il papa non perdonò l’imperatore e bandì una crociata contro di lui. Si formarono allora tra i Comuni due schieramenti: da un lato i ghibellini, che parteggiavano per l’imperatore; dall’altro i guelfi, che erano alleati del papa. Vi furono allora numerosi scontri tra le due parti, fino alla battaglia di Fossalta del 1249, in cui Federico II subì una pesante sconfitta. L’anno dopo Federico II morì e suo figlio illegittimo Manfredi tentò di proseguirne l’opera, ma anch’egli fallì. Cenni ad Angioini e Aragonesi in Sicilia. I Vespri siciliani. La divisione del regno tra angioini e aragonesi. Dopo la morte di Federico II e poi di Manfredi, il Regno di Sicilia venne offerto come feudo da papa Clemente IV a Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia. Egli accettò e con il suo esercito si impadronì del regno. Tuttavia Carlo d’Angiò sobbarcò la Sicilia con numerose tasse e per questo la popolazione si ribellò nei Vespri Siciliani del 1282. I francesi vennero cacciati da tutta l’isola e i siciliani chiesero l’aiuto del re Pietro III d’Aragona. Vi fu quindi lo scontro tra Angioini e Aragonesi, che si concluse solo nel 1302 con la pace di Caltabellotta: si divise il regno in due parti: la Sicilia venne data agli Aragonesi, Napoli e l’Italia meridionale agli Angioini. Da questo momento cominciò una profonda crisi del meridione, perché i nuovi dominatori sfruttarono i due regni e li impoverirono. 7 Unità 3. La nascita degli Stati Nazionali Cenni ai regni di Francia e Inghilterra e ai rapporti tra i due Stati In buona parte d’Europa nei primi secoli del Basso Medioevo si formano monarchie nazionali. In Francia il regno apparteneva alla dinastia dei Capetingi; tuttavia parte del regno era feudo della corona inglese, costituita per lungo tempo dalla dinastia dei Plantageneti. Si creò così un legame e un conflitto con l’Inghilterra, che sarebbe durato a lungo, fino nel Trecento alla Guerra dei Cent’anni. L’Inghilterra fu conquistata definitivamente dai Normanni sotto la guida di Guglielmo il Conquistatore nella battaglia di Hastings (1066). Il re Riccardo Cuor di Leone partì per la terza crociata; durante la sua assenza il regno fu usurpato dal fratello Giovanni Senza Terra. Quando Riccardo tornò in Inghilterra riprese il potere ma perdonò il fratello, che poi alla sua morte divenne re. Giovanni Senza Terra ebbe molta difficoltà sia all’interno del regno sia all’esterno: si scontrò più volte con i feudatari inglesi, a cui dovette concedere la Magna Charta; in Europa fu osteggiato dal re di Francia e dal papa. Pur essendo un sovrano debole, ha lasciato come eredità la Magna Charta, pietra miliare del diritto europeo e mondiale. Unità 4. Il tramonto dei poteri universali. Bonifacio VIII contro Filippo il Bello. La cattività avignonese e lo Scisma d’Occidente. Cenni alla decadenza dell’Impero. Verso la fine del Duecento la monarchia francese era ormai forte e consolidata. Nel 1285 salì al trono Filippo il Bello, che fu assai deciso a rafforzare ulteriormente il proprio potere limitando l’influenza del papato: impose il pagamento delle tasse anche agli ecclesiastici. Questa decisione portò allo scontro con papa Bonifacio VIII, che scomunicò il re. Tuttavia i tempi delle lotte per le investiture erano ben lontani e la scomunica non fece perdere il potere a Filippo il Bello. Anzi, il potente re di Francia si alleò con la famiglia Colonna e inviò un esercito contro il papa, che venne catturato ad Anagni. Bonifacio VIII fu liberato da una sollevazione popolare, ma poco dopo morì. Alla morte del papa fu eletto un pontefice francese, Clemente V, e la sede del papato fu spostata ad Avignone, sotto il pieno controllo del re di Francia, e qui rimase dal 1309 al 1377 (la cosidetta “cattività avignonese”). Nello stesso periodo anche l’imperatore vedeva diminuito il suo potere, in quanto esso si era ormai ristretto alla sola Germania. 8 All’inizio del Trecento erano quindi entrati in crisi i due poteri universali: da un lato un papa poteva essere sconfitto da un re, dall’altro il potere imperiale si estendeva solo su una parte dei confini originari dell’Impero. Modulo 3. La crisi del Trecento. Unità 1. La crisi economica. Crisi delle città e dei banchieri. Le rivolte popolari: il tumulto dei Ciompi. La peste, le carestie e le guerre. Il Trecento è tradizionalmente ritenuto un secolo di crisi per l’Europa, soprattutto a causa delle frequenti carestie, guerre e pestilenze. Le derrate alimentari non erano infatti sufficienti a sfamare l’intera popolazione, sia perché all’inizio del secolo essa continuò ad aumentare in modo eccessivo sia per le carestie. Furono proprio le continue guerre ad aggravare la situazione: molte risorse venivano perdute, i saccheggi danneggiavano l’agricoltura e i commerci, le malattie venivano diffuse più velocemente dagli spostamenti dei soldati per tutta l’Europa. Nel 1347 vi fu una terribile carestia, che indebolì l’economia e le difese immunitarie degli Europei; cosicché nel 1348 la peste nera causò la più grave crisi demografica nella storia europea. Si stima che gli abitanti diminuirono di circa un terzo, fino ad arrivare a circa 50 milioni. Inoltre vi furono clamorosi fallimenti di banchieri prima molto potenti, dovuto spesso a prestiti concessi a sovrani che poi non onoravano i debiti. Pertanto i prezzi aumentarono in modo incontrollato. Tutto ciò provocò il malcontento della popolazione, in particolare dei ceti più bassi, che si ribellarono più volte: in Francia nelle jacqueries, in Italia nel Tumulto dei Ciompi (operai che lavoravano la lana a Firenze, 1378). Modulo 4. Stati nazionali e Stati regionali del Quattrocento Unità 1. L’Italia delle Signorie e dei Principati. 9 Il Quattrocento: monarchie europee e Stati regionali italiani. L’Italia delle Signorie e dei Principati. Tra Trecento e Quattrocento in Europa mutano e si rafforzano le monarchie, che gradualmente assumono la forma di Stati nazionali (in Francia, Spagna, Ungheria, Polonia...). Le monarchie riescono a diventare più forti soprattutto perché gradualmente assumono eserciti mercenari, guidati da “capitani di ventura”. Verso la fine del ‘300 vengono inoltre inventate le armi da fuoco, quali bombarde e cannoni, poi schioppi, archibugi, moschetti, pistole e fucili. In Francia si sviluppa una vera coscienza nazionale durante la Guerra dei Cent’anni (1337-1453), che aveva origine negli intrecci dinastici e territoriali tra Normanni-Inglesi e Francesi. In Spagna si sposano Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona e con essi si uniscono i rispettivi regni; è tuttavia un’alleanza che ancora non forma un vero Stato nazionale. In altre parti d’Europa si formano Stati regionali, in particolare in Italia. Nel nostro Paese infatti i comuni tra Duecento e Trecento si trasformano in signorie, cioè da una forma di potere democratica passano al governo di un signore, che è un uomo che ha conquistato il potere della città, nonostante spesso ne lasci più o meno formalmente attive le istituzioni comunali. Tale processo raggiunge il suo culmine nel Quattrocento, quando le signorie si ingrandiscono e diventano dei veri Stati regionali, assumono grande potere economico e invitano alle loro corti grandi intellettuali (favorendo così il formarsi e lo svilupparsi dell’Umanesimo). Tra le famiglie più potenti vi sono i Visconti a Milano, i Gonzaga a Mantova, gli Estensi a Ferrara... I signori spesso si fanno attribuire il titolo di principe dal papa o dall’imperatore e così trasmettono il loro potere e la loro carica ai discendenti. Machiavelli nel trattato Il Principe discute su quale sia il principe ideale e su quali modelli si debba basare. Nell’opera egli teorizza che un principe possa trasgredire ai principi morali quando lo ritenga necessario e che gli sia più utile essere temuto che odiato. Parole-chiave - signoria: territorio governato da un signore, che ha come forma politica d’origine il comune; tra Trecento e Quattrocento diventa uno Stato regionale - principato: è il territorio governato da un principe, cioè da un signore che è stato insignito della carica di “principe” dal papa o dall’imperatore 10 Cosimo de’ Medici e Lorenzo il Magnifico. A Firenze Cosimo de’ Medici, un potente banchiere, con il pretesto di difendere il “popolo minuto” si impadronì invece della città. Formalmente rimasero intatte le istituzioni comunali, ma in realtà era Cosimo a governare la città. Suo nipote Lorenzo (chiamato poi il Magnifico) ne proseguì l’opera e diede potenza e lustro a Firenze. La pace di Lodi e il sistema dell’equilibrio. Carlo VIII e l’inizio delle “guerre d’Italia”. Per lungo tempo le signorie italiane si scontrarono tra loro; tuttavia nel 1454 si stabilì la pace di Lodi, che sancì l’impegno delle potenze italiane a mantenere un equilibrio tra loro evitando nuove guerre di conquista. Tale impegno fu rispettato per circa cinquant’anni, grazie soprattutto all’azione di Cosimo de’ Medici che ne fu il promotore e di suo nipote Lorenzo il Magnifico, che divenne “l’ago della bilancia” della politica italiana. Il sistema dell’equilibrio si dissolse nel 1494, quando Carlo VIII di Francia scese a Napoli per conquistarla: da quel momento gli Stati stranieri cercarono con ogni mezzo di conquistare l’Italia, dando vita alle “guerre d’Italia”. Modulo 5. Le scoperte geografiche e gli imperi coloniali. Unità 1. Le scoperte geografiche. Le scoperte geografiche: la via delle Indie e l’espansione portoghese. La situazione economico-sociale nel Quattrocento era molto positiva: le nascite erano aumentate e vi erano nuovamente 80 milioni di europei (come prima della peste nera), le monarchie erano stabili, la produzione agricola era aumentata, i traffici commerciali molto sviluppati. In ambito artistico-letterario si era sviluppato l’Umanesimo, a cui poi sarebbe seguito il Rinascimento. Nel Quattrocento nuove scoperte tecnologiche quali la bussola, il timone di poppa, il portolano7, l’astrolabio8, la caravella9 permisero agli europei di navigare molto più lontano rispetto al passato. Già nel Trecento i mercanti si erano incamminati sulla via delle Indie, verso la Cina e l’India, per acquistare merci preziose e in particolare le spezie. Così nel Quattrocento si cercò di raggiungere le Indie per altre 7 Era una carta nautica tanto precisa da permettere di navigare lontano dalla costa: infatti prima era necessario restare vicino alla terra per capire qual era la posizione delle navi. 8 Strumento per determinare la latitudine in base a calcoli astronomici. 9 Nave rapida e resistente. 11 strade: da un lato circumnavigando l’Africa, dall’altra attraversando l’Atlantico e circumnavigando le Americhe. Nella seconda metà del Quattrocento i Portoghesi divennero una grande potenza navale e Lisbona si sostituì a Venezia come massima potenza marittima. Nel 1487 Bartolomeo Diaz riuscì a circumnavigare l’Africa e si diede il nome di “Capo di Buona Speranza” alla sua punta più estrema. Tra 1497 e 1498 Vasco da Gama riuscì ad arrivare a Calcutta circumnavigando l’Africa10. Il Portogallo costituì così un immenso impero commerciale dapprima in Africa e Asia, poi nell’America del Sud. L’inizio dell’età moderna. La scoperta dell’America. L’esplorazione delle nuove terre. Tradizionalmente si considera il 1492, anno della scoperta dell’America, come l’inizio dell’età moderna, perché tra tutte le scoperte geografiche fu questa quella più straordinaria e destinata ad avere grandi conseguenze. Fu la Spagna a finanziare la grandiosa impresa di Colombo. Questo Paese aveva appena unito due dei suoi regni mediante il matrimonio tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia e aveva completato la Reconquista con la distruzione del regno arabo di Granada (1492). Cristoforo Colombo si rivolse ai due potenti sovrani di Spagna per ottenere il finanziamento per il suo viaggio. Egli credeva che si potesse raggiungere le Indie attraversando l’Oceano Atlantico: infatti non poteva immaginare l’esistenza di un immenso continente tra Europa e Asia. La sua idea interessò alla regina Isabella di Castiglia, che infine gli concesse due caravelle, la Niňa e la Pinta , a cui Cristoforo Colombo aggiunse la Santa Maria equipaggiata a sue spese. Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo raggiunse un’isoletta delle Bahamas, che chiamò El Salvador (ma ora si chiama Watling). Colombo credette di aver raggiunto le Indie e chiamò gli indigeni Indios, ma in realtà aveva scoperto un nuovo continente: l’America (che prese poi il nome dall’esploratore Amerigo Vespucci, il primo ad aver compreso che si trattava di una nuova terra). Altro esploratori famosi sono: 10 Che cosa spingeva gli europei a viaggi così lunghi e pericolosi? Oltre alle motivi politici ed economici, era forte la convinzione di dover convertire alla fede cristiana i popoli “pagani” dell’Africa e dell’Asia e poi anche dell’America. Secondo alcuni studiosi fu questa la particolarità che spinse gli europei alla conquista degli altri continenti. 12 - i fratelli Giovanni e Sebastiano Caboto, che esplorarono il Nord America fino all’isola di Terranova per conto dell’Inghilterra (1497-1500) - il portoghese Alvarez Cabral, che scoprì il Brasile nel 1500 - Ferdinando Magellano, che nel 1519 iniziò il viaggio intorno al mondo: in tre anni la sua nave riuscì a compiere il primo giro del mondo. Unità 2. Le civiltà precolombiane. La conquista spagnola e lo sterminio degli Indios. Le Americhe erano abitate in origine da tre principali gruppi etnici: gli Eschimesi a Nord, i Pellirosse nelle Grandi Pianure e nelle Montagne Rocciose), gli Indios nel centro-america. Tutti questi popoli sono chiamati “precolombiani” in quanto esistenti da prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo. Tra questi popoli erano particolarmente evoluti i Maya (nella parte meridionale del Messico), gli Aztechi (nell’altopiano centrale del Messico) e gli Incas (nella regione tra Perù, Bolivia, Cile, Ecuador). Gli spagnoli decisero di impadronirsi delle ricchezze degli Indios e affidarono il comando delle spedizione ad avventurieri chiamati conquistadores. Hernan Cortéz conquistò l’impero degli Atzechi con un esercito di soli 500 uomini, usando cavalli, fucili e cannoni. Catturò perfino l’imperatore Montezuma e distrusse la capitale, da cui prese quintali di oro e altri metalli preziosi. I Maya furono conquistati da Pedro de Alvarado, mentre gli Incas da Francisco Pizarro, che con pochissimi uomini riuscì a distruggere il loro impero. Si calcola che gli europei uccisero direttamente o indirettamente (per es. portando malattie sconosciute o con il lavoro forzato nelle miniere) circa 19 milioni di Indios, ovvero quasi il 60% della popolazione. 13