LA POLITICA ECONOMICA E LA POLITICA DI BILANCIO La politica economica è una disciplina che studia l’intervento pubblico nel sistema economico. Mentre l’economia politica analizza il funzionamento del sistema economico, la politica economica elabora una serie di strumenti e di strategie per modificare il funzionamento del sistema economico al fine di raggiungere una serie di obbiettivi di natura economica e sociale. Lo sviluppo della disciplina si fa risalire agli anni trenta col successo delle teorie keynesiane: si pensi al New Deal Roosveltiano degli anni trenta, negli Stati Uniti, al Piano Beveridge in Inghilterra negli anni quaranta del ‘900. Gli obiettivi della politica economica Piena occupazione delle risorse Equilibrio dei conti con l’estero Lo sviluppo e la crescita del PIL La riduzione degli squilibri territoriali La riduzione degli squilibri settoriali La redistribuzione del reddito Il risanamento dei conti pubblici La lotta all’inflazione La stabilità monetaria La politica economica si suddivide in diversi rami: La politica monetaria e creditizia La politica dei redditi La politica fiscale o di bilancio La politica monetaria e creditizia Questo ramo della politica economica, con l’introduzione dell’euro, è stata sottratta alle competenze degli Stati membri dell’U.E., ed è realizzata dalla Banca Centrale Europea, con sede a Francoforte. Gli strumenti della politica monetaria e creditizia sono: la determinazione del Tasso di Riferimento Giuridio (Tqasso Ufficiale di Sconto) la determinazione della percentuale di riserva obbligatoria delle banche la determinazione di vincoli di portafoglio le operazioni di mercato aperto. Attraverso una riduzione del TUS, dei vincoli di portafoglio, del coefficiente di riserva obbligatoria, l’acquisto sul mercato di titoli del debito pubblico si realizza una manovra espansiva. Intervenendo in senso opposto si realizza invece una manovra restrittiva. La politica dei redditi La politica dei redditi si realizza attraverso la ricerca di un accordo tra le parti sociali: sindacati dei lavoratori, sindacati delle imprese (confindustria, confcommercio, ecc.), mediante la regia attenta del Governo. È molto efficace per bloccare l’inflazione da costi (spirale prezzi/salari: crescita dei prezzi - crescita dei salari, crescita dei salari – crescita dei prezzi, ecc.). Attraverso la politica dei redditi le imprese si impegnano a non aumentare i prezzi, i lavoratori si impegnano, in cambio, a non chiedere aumenti dei salari slegati dall’aumento della produttività. Il Governo dal canto suo offre servizi alle imprese (maggiore efficacia ed efficienza nella pubblica amministrazione, potenziamento delle infrastrutture quali strade, porti, ferrovie, telecomunicazioni), ed ai lavoratori (miglioramento dei servizi sociali alle famiglie:asili nido, buoni scuola, ammortizzatori sociali quali cassa integrazione, sussidi di disoccupazione, mobilità ecc. La politica dei redditi necessita di un basso tasso di conflittualità sociale e di forte autorevolezza e credibilità del Governo. La politica fiscale o di bilancio Si attua con la manovra di bilancio che, attraverso l’impiego di una serie di strumenti quali il bilancio dello Stato, il DPEF, la legge finanziaria, le leggi collegate, il bilancio triennale, la relazione previsionale e programmatica, il Rendiconto generale dello Stato, si promette di conseguire gli obbiettivi del Governo: crescita, risanamento dei conti pubblici, rilancio dei consumi, redistribuzione del reddito, riduzione di squilibri territoriali e settoriali, piena occupazione. Politica fiscale espansiva: si realizza mediante un aumento delle spese pubbliche ed una diminuzione delle entrate. Può essere attuata per il conseguimento dei seguenti obbiettivi: crescita, riduzione squilibri settoriali e territoriali, piena occupazione, redistribuzione del reddito. Politica fiscale restrittiva: comporta una riduzione delle spese pubbliche ed un aumento delle entrate. Può essere attuata per il conseguimento dei seguenti obbiettivi: riequilibrio dei conti con l’estero, risanamento dei conti pubblici, stabilità monetaria e lotta all’inflazione. Effetto di spiazzamento I monetaristi hanno fortemente criticato le politiche di bilancio espansive di derivazione keynesiana in quanto il sostegno pubblico alla domanda globale provoca un effetto di spiazzamento (crowdingout) nei confronti del settore privato al quale, per effetto della manovra, vengono sottratte risorse preziose che sarebbero state impiegate dai privati in maniera molto più produttiva. Teorema di Haavelmo o del bilancio in pareggio L’economista norvegese Haavelmo ha elaborato una felice intuizione dimostrando che si ottengono effetti espansivi sul reddito, non solo con una spesa pubblica in deficit come sosteneva Keynes (politica di deficit spending) ma anche con un bilancio in pareggio. La dimostrazione di questo teorema si presta ad utilizzazioni pratiche molto interessanti. Se è possibile ottenere effetti espansivi sul reddito anche con un bilancio in pareggio, ciò significa che non è necessario ricorrere all’indebitamento per ottenere un aumento del Pil, questo obbiettivo si può conseguire anche con i conti pubblici a posto. Non solo, l’applicazione di questo teorema consente di ottenere effetti espansivi senza aggravare il deficit ed il debito pubblico, per un sistema economico che si trovi con un bilancio in disavanzo. In conclusione: partendo da un bilancio in pareggio le conseguenze di un incremento della spesa pubblica finanziata da imposte è un’espansione del reddito. Teorema di Haavelmo - dimostrazione: Y=C+I+G–T Dove Y = reddito C = consumi I = investimenti privati G = spesa pubblica T = tributi C°= consumi autonomi Yd= reddito disponibile se C = C° + cY I = I (i, E) Yd = Y – T C = C° + c(Y – T) allora si avrà: Y = C° + c(Y – T) + I(i,E) + G Y = C° + cY – cT + I(i,E) + G Y - cY = C° - cT + I(i,E) + G (1 – c)Y = C° - cT + I(i,E) + G – T Y = 1/(1 – c) . [C° - cT + I(i,E) + G ] da cui risulta: moltiplicatore degli investimenti privati Yd = 1/(1 – c) . I(i,E) moltiplicatore della spesa pubblica Yd = 1/(1 – c) . G moltiplicatore delle entrate Yd = 1/(1 – c) . (- cT ) aumentando dello stesso importo le entrate e le spese pubbliche, partendo sia da un bilancio in pareggio che da un bilancio in disavanzo, si ottiene un aumento del reddito globale pari allo stesso importo dell’incremento di spesa pubblica, in quanto il valore del moltiplicatore è 1: moltiplicatore della spesa pubblica più il moltiplicatore delle entrate danno infatti come somma 1. 1/(1 – c) + (- c/(1 – c) = 1 *****