Omelie per un anno - vol. 2 20ª Domenica del Tempo Ordinario Ger 38,4-6.8-10 - Hai fatto di me un uomo di contesa su tutta la terra. Dal Salmo 39 - Rit.: Vieni presto, Signore, a liberarmi. Eb 12,1-4 - Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti. Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore e comprenderemo le parole del Figlio tuo. Alleluia. Lc 12,49-57 - Non sono venuto a portare la pace sulla terra, ma la divisione. Il fuoco buono 1. Ardere come una candela. Alcuni anni fa un sacerdote stava tenendo un’omelia sul tema del Vangelo di oggi. Il concetto che sviluppava era quello di Gesù venuto per portare il fuoco sulla terra e tenerlo acceso tra gli uomini. Dicendo queste parole il sacerdote indicava con la mano una candela e usò il seguente paragone: “La vita di ognuno di noi dovrebbe assomigliare a quella candela accesa, posta sull’altare, che arde con una fiamma forte e chiara. Anche noi dovremmo consumarci lentamente facendo le buone azioni per la gloria di Dio. Senza cercare le comodità e sempre pronti a soffrire”. Un chierichetto di dieci anni ascoltava con attenzione le sue parole. Era un ragazzo buono e zelante, ma quel paragone tra la vita umana e la candela non riusciva proprio a comprenderlo. Cosicché dopo la Messa rivolse al sacerdote una domanda: “Padre, quando sarà necessario, sarò pronto ad ardere per Gesù. Ma colui che mi darà fuoco non commetterà un peccato grave?”. Questo ragazzo ha capito bene le parole del sacerdote e quelle di Gesù? Certamente no. Perché ha scambiato un’immagine, un paragone, con la realtà. Il fuoco di cui Gesù parla nel Vangelo di oggi non è il legno o il carbone acceso, ma l’amore e il fervore al servizio di Dio e l’impegno a favore del prossimo. Avete sicuramente sentito espressioni come “il fuoco dell’amore”, oppure “un amore ardente”. 2. I tifosi e i primati. Durante la lezione di religione la suora catechista parlava dello zelo dei santi giovani. Proponeva ai ragazzi come modello san Luigi. Raccontò che egli spesso rinunciava ai cibi 20ª Domenica del Tempo Ordinario “C” - Elledici, Leumann 2003 1 Omelie per un anno - vol. 2 gustosi, che poi rifiutò una grande fortuna ed entrò nell’Ordine dei Gesuiti. Infine morì molto giovane, durante un’epidemia, perché portando all’ospedale un malato raccolto per la strada prese il contagio. La suora citò anche le parole del Vangelo di oggi dicendo che egli ardeva d’amore di Dio e del prossimo. Ascoltando le sue parole, i ragazzi approvavano il bel comportamento del santo. Tuttavia la maggior parte di loro pensava: “Era qualcosa di eccezionale, ma non fa per noi. È troppo difficile”. Forse molti di voi qui presenti la pensano allo stesso modo. Ma sbagliano. Non basta ammirare chi è buono, chi è santo, bisogna cercare di imitarli, almeno un po’. Come non basta ammirare i campioni dello sport, fare tifo per loro, per essere buoni sportivi: se volete crescere sani e forti, lo sport dovete praticarlo. Non è necessario ottenere dei primati, vincere il campionato. Lo stesso è per la santità: non occorre essere proclamati santi da altare, l’importante è sforzarsi di crescere ogni giorno nella bontà. 3. I ragazzi tiepidi. I sacerdoti e gli educatori che conoscono i ragazzi hanno la seguente opinione: la maggioranza è buona, per esempio cerca di studiare per prepararsi seriamente alla vita, ma molti lavorano in modo da non stancarsi troppo. Obbedite ai vostri genitori, a volte li aiutate anche nei lavori di casa, ma forse perché vi conviene e magari per paura di castighi, e anche in questo caso vi preoccupate di non stancarvi troppo. Quando i genitori chiedono un aiuto più serio, parecchi cominciano a lamentarsi dicendo che hanno tanti compiti da fare, che sono già molto stanchi, cosicché spesso i genitori rinunciano al loro aiuto e li lasciano guardare la televisione oppure andare a giocare. E così anche per quanto riguarda il rapporto con Dio. Dopo la prima Comunione i bambini più piccoli recitano le preghiere, all’inizio anche la mattina e la sera, poi, col passare del tempo, solo una volta al giorno e non sempre. Dopo qualche anno molti dimenticano del tutto le preghiere. Lo stesso succede anche con la Messa. Combattete i vostri difetti, ma solo nella misura in cui ciò serve a non farli notare agli altri e a non provocare conflitti. Ma tutto ciò senza fervore, senza il fuoco di cui parla Gesù. Come si definisce tale modo di vivere? La Bibbia e gli educatori parlano di una vita mediocre, tiepida: né calda, né fredda. I ragazzi che vivono in questo modo, da grandi facilmente diventano freddi egoisti. 20ª Domenica del Tempo Ordinario “C” - Elledici, Leumann 2003 2 Omelie per un anno - vol. 2 4. Il fuoco che riscalda, ma non brucia. Michele Magone, un allievo tredicenne di Don Bosco, aveva per natura un carattere vivace e violento. Potremmo dire che aveva del fuoco dentro, ma all’inizio questo fuoco non sempre era positivo. Il fuoco, come ben sapete, può non solo riscaldare, ma anche bruciare, fare male. Per fare del bene e difendere i più deboli Michele spesso ricorreva alla forza. Voleva convincere i compagni a non fare certe cose con la forza dei pugni. Un giorno avvicinò un gruppo di ragazzi che giocavano a soldi. Come spesso accade quando si gioca, cominciarono a litigare e a insultarsi. Uno si mise anche a bestemmiare. Michele aggredì il bestemmiatore e gli diede due schiaffi molto forti. Cominciò la rissa. La gente si fermava a guardare. Li divise solo Don Bosco. Michele, ancora arrabbiato, gridò: “Ringrazia questo sacerdote! Se non fosse stato per lui, t’avrei gonfiato la faccia!”. Non era facile per Don Bosco convincere Michele che bisogna correggere coloro che fanno il male con le buone parole anziché con i pugni. Il fervore di Michele era un fuoco, ma del tipo che brucia e fa male invece di riscaldare e correggere. Piano piano Michele lo capì, quando cominciò a fare spesso la santa Comunione e divenne amico di Gesù. Continuò a correggere gli altri, ma con calma e sorridendo. Sempre più spesso cercava di aiutare, specie i più piccoli, a fare i compiti, a rifarsi il letto e a tenere tutto in ordine. Il suo fervore, il suo fuoco non faceva più male ai suoi compagni, non bruciava, ma riscaldava coloro che avevano bisogno del caldo dell’amore. Voi ragazzi forse non farete grandi cose, opere famose. Ma potete benissimo imitare Michele facendo le solite, piccole buone azioni quotidiane. Vi è necessario lo zelo, il fervore di cui parla Gesù. Questo fuoco di Cristo vi serve anche per respingere le tentazioni. Ricordatevi: le mosche e le zanzare non si posano sul carbone ardente e sulle pentole piene d’acqua bollente. E così anche le tentazioni evitano coloro che amano ardentemente Dio e il prossimo. Se qualcuno di voi sospetta di avere un’anima fredda oppure solo tiepida, chieda a Gesù, accogliendolo nel suo cuore, di riscaldarla con il fuoco del suo amore. 20ª Domenica del Tempo Ordinario “C” - Elledici, Leumann 2003 3