MORTALITA’ PER GENERAZIONI Intensità finale = 1 interessa solo il calendario Per definire il calendario è necessario determinare le qx (per età, per generazione). Come reperire i dati? Seguire una generazione richiede 100-120 anni (fecondità 35) Seguire una G per certi intervalli di tempo (sotto l’ipo che nessun individuo sfugga all’osservazione per effetto dei rischi competitivi) Per mortalità infantile: indagini retrospettive, interrogate le donne (sottostima) Per tutta la popolazione: statistiche dei registri di popolazione/stato civile (funzionanti da almeno 1 secolo) Costruzione di una serie di probabilità di morte partendo da un’indagine retrospettiva q x per generaz. Ex. DHS (Demographic and health survey, Egitto 1992) Campione di donne. Informazioni utili: 1. anno di nascita dei bambini: generazione G 2. ammontare dei decessi per età e generazione popolazione chiusa alle migrazioni Dx q Probabilità di morte annuale all’età x: x N D ( 0, x ) Limite: si considera una parte molto ridotta della vita delle G considerate. 1 Costruzione di una serie di probabilità di morte partendo dalle statistiche correnti q x per generaz. 1. Assenza di migrazioni 1 q0 Dit ,t 10,1 Nt Di1, 2 1 q1 N ì D0i ,1 Generalizzando: 1 qx Dix , x 1 x N D ì i x 1, x Dix , x 1 N ì D0i , x 1 2. Presenza di migrazioni I decessi di immigrati sono inclusi in Dx, esclusi quelli di emigrati. introdurre una correzione. Sia M xi , x 1 = saldo migratorio netto (Ii – Ei) Bisogna togliere dai decessi quelli degli immigrati netti. Introduciamo 2 ipotesi: 1. mortalità dei migranti = mortalità dell’intera popolazione stessi qx 2. ingressi e uscite avvengono a metà periodo 2 Di0,1 0,5 M 0i ,1 1q0 Di0,1 i 1 q0 i N N 0,5 M 0i ,1 E in generale: Dix , x 1 1 qx N i D0i , x M 0i , x 0,5 M ix , x 1 3. Calcolo in assenza di dati sulle migrazioni Stima del saldo migratorio netto partendo dalle informazioni circa la popolazione al 1/1/t di ogni anno. Dix, x 1 1 qx Pt i, x, x 1 Dti, x, x 1 M ti, ( x, x 1) 0,5 M ix , x 1 Introduciamo una 3° ipotesi: il numero degli immigrati netti di una generazione ad una data età si ripartisce uniformemente fra i due triangoli. M ti, x, x1 0,5M ix, x1 Dix, x 1 Dix, x 1 1 qx Pt i, x , x 1 Dti, x, x 1 0,5M (ix , x 1) 0,5 M ix, x 1 Pt i, x, x 1 Dti, x, x 1 disponendo delle serie D x e Px si può aggirare il problema delle migrazioni. 3 Altri approcci per il calcolo di qx Probabilità prospettive (corrispondono ad un tasso di tipo 2) Dti, x, x 2 qx 0,5 Pix , x 1 Pix 1, x 2 0,5Dti, x , x 2 La qx prospettiva differisce da quella classica poiché la prima è centrata su x+1 anni esatti, mentre la seconda è centrata su x+0,5 anni. Relazione tra tasso e probabilità La differenza tra tassi e probabilità aumenta all’aumentare del rischio e quindi non si possono utilizzare indifferentemente. Il rapporto tra tasso e prob. aumenta al crescere del tasso. Dai qx alla tavola Supponendo sia nota la serie q x possiamo costruire una tavola di mortalità con l’obiettivo di descrivere il calendario della mortalità fino all’estinzione della generazione oltre alla cadenza media. Fissato un ammontare annuale S0 d0,1 = S0 1q0 d-1, = S-1 1q-1 S1 = S0 – d0,1 d1,2 = S1 1q1 S = S-1 - d-1, = = Non bisogna confondere la tavola con la realtà: l’unica cosa “vera” della tavola è la serie delle probabilità (calcolate in modi diversi) le alter sono misure derivate. In casi particolari (P chiusa) si può far intervenire i decessi reali rapportandoli ad una potenza di 10. 4 La serie dei decessi della tavola fornisce la ripartizione degli individui che compongono la generazione in funzione della loro età alla morte calendario dei decessi si può pervenire ad una misura sintetica della cadenza: DURATA MEDIA DI VITA O e0 (con ipotesi di distribuzione uniforme dei decessi) 1 e0 x 0,5d 0 1 d x, x1 x , x 1 0,5 S x 1 S0 0 La speranza di vita può essere calcolata per qualsiasi età. Quando si arriva ad età molto avanzate si dovrà usare un altro metodo poiché solitamente i dati sono poco attendibili, ma soprattutto ciò vale quando si tratta di una generazione reale e l’ultimo decesso può giungere anche molto tempo dopo il penultimo. Dovremo stimare ek con k età relativa alla chiusura della tavola. Spesso ek è il risultato di un’estrapolazione oltre l’età k dei rischi di morte. DAL DISCRETO AL CONTINUO: L’ENTRATA CON LA FORZA DI MORTALITA’ Le funzioni della tavola di mortalità presentate fino ad ora nel discreto possono essere trattate anche nel continuo. In tal caso è necessario introdurre il “numero di anni vissuti” in un intervallo d’età. Introducendo l’ipotesi di uniforme distribuzione dei decessi tra 2 compleanni: 1 Lx S x S x 1 2 5 = numero di persone-anno esposte al rischio di morire a quell’età nella generazione O = numero di persone della generazione che raggiunge l’età in anni compiuti al 1/1, all’x-esimo anno dopo la nascita il tasso di mortalità all’età x della tavola è: 1 mx d x , x 1 1 Lx Passare dal discreto al continuo vuol dire domandarsi che cosa diviene il tasso di mortalità della tavola in un intervallo di età infinitesimale. è necessario definire nel continuo la somma degli anni vissuti nell’intervallo d’età (x, x+1). Se: Sada = tempo vissuto dalla generazione tra a e a+da x 1 1 Lx Sada x Qs. integrale misura l’area che si trova tra la curva degli Sx e le rette a=x e a=x+1. Introduciamo la FORZA DI MORTALITA’ ( x ) cioè il valore lim del tasso di mortalità x lim n m x lim n 0 n 0 dx S S S x ln S x lim xx n x n x n 0 Sx x n Lx Sada n x 6 TASSO ISTANTANEO DI MORTALITA’ PER ETA’ Qs. tasso può essere visto come una sorte di media di tutti i tassi istantanei dell’intervallo d’età. il tasso della tavola (tasso centrale) è una buona stima della forza di mortalità a metà intervallo: x 0,5 1 m x Pollard (1973) ha dimostrato che anche 1 m x (calcolo con dati osservati) è una buona stima della forza di mortalità. Relazione tra forza di mortalità e probabilità di morte nel discreto 1 q x 1 exp x 0,5 Poiché: 1 x0,5 ln 11 q x x0,5 1 mx qx 1 exp 1 mx 1 mx ln 11 q x Quando si lavora su classi d’età annuali si possono usare indifferentemente tasso, probabilità o forza di mortalità e indipendentemente dalla lunghezza dell’intervallo quando è nota una di queste misure, qs. equazioni consentono di calcolare le altre due. 7 IL PROBLEMA DELLE ETA’ ELEVATE E LA CHIUSURA DELLA TAVOLA Alle età elevate il calcolo delle probabilità di morte si scontra con due problemi che portano spesso a interrompere la costruzione della tavola ad una certa età e ad assegnare arbitrariamente a questa età una speranza di vita il più possibile plausibile per poter chiudere la tavola. Problemi: 1. i dati empirici alle età molto avanzate sono spesso di qualità mediocre (età dei “grandi vecchi” soggette ad errori di dichiarazione, soprattutto nei paesi con carenza/assenza di registri di popolazione). Questi errori rompono la coerenza tra numeratore e denominatore. 2. Più l’ammontare della generazione si riduce all’aumentare dell’età più il numero di osservazioni utilizzate per il calcolo delle probabilità è ridotto. Si può giungere ad età elevate in cui l’ammontare è molto piccolo la probabilità perde significato. Fenomeno che si presenta prima per gli uomini. Soluzione al primo tipo di problema: METODO DELLE GENERAZIONI ESTINTE Fonte dei dati: stato civile. In assenza di migrazioni, sarebbe sufficiente partire dalle nascite di una generazione e rilevare, d’età in età, i decessi registrati per costruire la tavola di mortalità senza alcun riferimento ai dati di popolazione ma, metodo totalmente inapplicabile per una popolazione sottoposta a movimenti migratori. metodo delle generazioni estinte: poggia sull’idea che ciò che non si può fare partendo dalle nascite è, al contrario, possibile se si parte dai decessi che si verificano dopo una certa età. Si può pensare che alle grandi età, a livello nazionale, le migrazioni siano tanto irrilevanti da divenire marginali in rapporto alla mortalità che, al contrario, è molto elevata. 8 Si può, allora, partendo dal decesso dell’ultimo sopravvivente della generazione , determinare , cumulando successivamente i decessi osservati alle età precedenti, il numero di sopravviventi ad ogni età x: 1 S x d x , x 1 x i sopravviventi e i decessi sono per ipotesi esattamente quelli della tavola di mortalità ricercata, ma così definita la tavola di mortalità ha una radice INDETERMINATA. raccordare qs. parte finale di tavola con ql. calcolata in modo classico per le età precedenti: bisogna riportare l’ammontare totale della serie dei morti così definito all’ammontare dei sopravviventi all’età in cui si ferma il calcolo classico; bisogna cioè passare alle probabilità, completando la serie delle prob. classiche con ql. calcolate alle grandi età con il metodo delle generazioni estinti: qx d x , x 1 Sx completare la tavola con qs. prob. applicate agli Sx che provengono dalla tavola classica. Per il problema dei piccoli numeri: METODI DI ESTRAPOLAZIONE, introducendo diverse ipotesi di andamento della mortalità Gompertz. Ipotesi: la forza di mortalità segue una funzione esponenziale con l’età x Bc x (B,c costanti) Vantaggi: 1. non necessaria alcuna ipotesi sull’età limite 2. la crescita esponenziale è il riflesso del processo degenerativo dell’organismo umano 9 Possono, però, esserci cause indipendenti dall’età modifica x A Bc x A = parametro che rappresenta il rischio di morte per cause indipendenti da x. Tuttavia, alcuni demografi (Kannisto, 1994) hanno messo in evidenza che il ritmo di crescita della forza di mortalità diminuisce alle età più elevate cioè cessa di seguire il modello di Gompertz (verso una logistica) Possibili motivi: 1. diversa vulnerabilità esistente tra individui di una stessa età i più fragili eliminati più in fretta sopravvissuti hanno rischi minori 2. maggiori vantaggi per gli individui più robusti derivanti dai progressi medico-sanitari 10 TAVOLE DI MORTALITA’ DEL MOMENTO (TAVMM) La TAVMM attribuisce ad una coorte fittizia i rischi di morte osservati in un dato momento e può essere costruita solamente partendo dalla misura di qs. rischi. Il solo caso in cui si potrebbe costruire una tavola considerando i decessi osservati a ciascuna età come decessi della tavola stessa è quello della POP. STAZIONARIA (stessa mortalità x età per tutte le generazioni – generazioni costituite dallo stesso numero di nascite e nessun flusso migratorio) condizioni mai rispettate simultaneamente in una popolazione reale. si considerano i decessi per età, osservati in un dato momento diverse misure di rischio che possono essere utilizzate per costruire la TAVMM (tasso, probabilità prospettiva, prob. classica) 1. UTILIZZO DEI TASSI stime delle corrispondenti prob. di morte Vantaggio: dati disponibili in forma adeguata. Le probabilità sono delle approssimazioni fatte sulla base di un’ipotesi di uniforme distribuzione dei decessi nei due triangoli di Lexis. Non accettabile quando: a. le generazioni passanti per lo stesso quadrato di Lexis sono nate in un periodo in cui la natalità subisce brusche variazioni b. per le età in cui la mortalità varia fortemente all’interno dell’intervallo annuale (ex. Mortalità infantile e nelle età senili) 2. UTILIZZO DELLE PROBABILITA’ PROSPETTIVE Inconveniente: prob. che misura non la mortalità tra due compleanni ma tra due età compiute. prob. tra compleanni tramite INTERPOLAZIONE tra due valori successivi. 11 3. UTILIZZO DELLE PROBABILITA’ CLASSICHE TRA 2 COMPLEANNI Per includere in qs. misura tutta la mortalità dell’anno studiato si possono calcolare le qx su un periodo di 3 anni centrati sull’anno studiato. Così facendo l’inconveniente è che si opera una compensazione parziale tra i livelli di mortalità dei 3 anni, attenuando fluttazioni che forse sarebbe stato interessante studiare. Qualsiasi sia il metodo utilizzato per la determinazione delle prob. di morte della tavola le procedure per la determinazione delle restanti funzioni biometriche sono identiche alle precedenti. Bisogna risolvere solo il problema della chiusura delle tavole: Scelta arbitraria di ek all’età k Metodo delle generazioni estinte (in qs. caso si dovranno stimare le probabilità in longitudinale cambiarle, quindi, in trasversale considerando solo ql. che si riferiscono all’anno calendario studiato. Ciò significa andare indietro nel tempo, in rapporto all’anno in esame, in misura tanto maggiore qt. più la stima riguarda le prob. per età lontane dall’età limite considerata) Estrapolazione + due metodi tipici delle TAVMM Metodo Greville (1943) Si utilizza la relazione tra tasso di mortalità e speranza di vita di una popolazione stazionaria: 1 e0 m ex per x 0 1 m x, x E’ sufficiente calcolare il tasso di mortalità per l’ultima classe di età della vita (x, x+) utilizzando le statistiche dei decessi e della pop. dell’anno studiato. 12 Metodo Coale, Caselli (1990) Attraverso le statistiche di stato civile si conoscono i decessi si ricostruiscono, per le età avanzate, le pop. sull’osservazione dei decessi (come con il metodo delle generazioni estinte) Quindi, ammettendo che la popolazione ad età avanzata sia chiusa (senza migrazioni) il rapporto tra l’ammontare di popolazione ad una certa età x e quello all’età seguente, x+1, dipende sia dalla mortalità sia dall’incremento a quell’età (se la popolazione è chiusa il tasso d’incremento si stima attraverso il tasso d’incremento dei decessi di età x) r Px Px 1 exp 1 rx 1 Dx exp 1 x 2 13 MORTALITA’ INFANTILE Misura più diffusa: minf D0,1 Rapporto tra i decessi di individui con meno di 1 N anno osservati nel corso di un anno calendario e le nascite dello stesso anno. minf <m0 Altra misura: m' inf D0i ,1 Ni D0i ,11 N i 1 Per ottenere m’i cioè una vera probabilità di morte (a meno delle migrazioni) bisogna disporre della classificazione dei decessi con meno di un anno osservati nell’anno calendario per generazione e ciò è raramente possibile. ponderazione del tasso minf per mezzo delle nascite riferendosi ad una ripartizione standard dei decessi tra i due triangoli (ex. Ad un livello di mortalità infantile tra 100-150 per mille qs rapporto è tra 2/3 e 1/3. Mortalità infantile endogena ed esogena Si possono classificare i decessi di bambini nel primo anno di vita in 2 categorie: - ENDOGENA: decessi dovuti a tare ereditarie, malformazioni congenite o conseguenti a traumi causati dal parto decessi che seguono abbastanza da vicino il momento della nascita - ESOGENA: decessi legati a pericoli esterni (infezioni, incidenti ecc.) e si ripartiscono lungo tutto l’anno. 14 La mortalità esogena diminuisce più facilmente per effetto di un’estensione della prevenzione e delle cure PSA mortalità residua è pressoché esclusivamente di origine endogena. La separazione dei decessi del primo anno di vita in decessi di natura endogena ed esogena presuppone la presenza di statistiche per causa di morte sovente non disponibili PROCEDIMENTO di BOURGEOIS – PICHAT (necessario conoscere solo i decessi distinti per età) B.-P. ha osservato che i decessi esogeni del primo anno si ripartiscono (secondo le età) in modo piuttosto indipendente dal livello di mortalità proposta una scala particolare delle età così da poter rappresentare graficamente il fenomeno in maniera molto pratica. procedimento grafico 15 DIFFERENZE DI GENERE NELLA SOPRAVVIVENZA (PSA) Obiettivo: far emergere cause ed età responsabili delle differenze della mortalità per genere il rapporto tra tassi maschili e femminili fornisce un quadro parziale: la supermortalità maschile nei PSA raggiunge i valori + elevati per cause di morte accidentali nelle classi di età giovanili, in qs età, però, la mortalità è molto bassa modesto impatto sullo scarto tra le durate medie di vita di uomini e donne. scomposizione delle differenze di speranza di vita nei contributi forniti dalle età e dalle cause di morte (Arriaga, 1984, 1989): con tale metodo si ottiene il contributo di una data classe di età alle variazioni tra due speranze di vita alla nascita (ex. Uomini e donne) M Sx n x M S0 Fn Lx Mn Lx FTx n M S x M S x n F M M F F S0 S0 S x Sxn S0 Per la classe finale: FTx M Tx F M Sx Sx M Sx x F Sx Il metodo è additivo e, quindi, sommando tutti i contributi si ha la differenza totale tra le due speranze di vita: F e0 M e 0 n x x Il contributo di ciascuna classe d’età alle differenze di sopravvivenza può essere ulteriormente scomposto nel contributo di ciascuna delle i cause di morte. 16