TESTIMONE DELLA CROCE E RESURREZZIONE DI GESU’ Omelia di S. Ecc. Mons. Mazzocato, Vescovo in occasione del 25°anniversario della morte di don Paolo Chiavacci, a Crespano del Grappa il 9 aprile 2007 1. Ancorato a Cristo e agli uomini Celebrare il 25° anniversario della morte di d. Paolo Chiavacci con la liturgia del Lunedì di Pasqua è stata una scelta particolarmente felice. Come le donne che, incontrato Gesù risorto, vanno ad annunciarlo ai discepoli, d. Paolo è stato testimone della croce di Gesù e della sua risurrezione; lo è stato come sacerdote ancorato in Dio attraverso Gesù Cristo e l’eucaristia, e ancorato agli uomini e alla terra che ha cercato di orientare verso l’unica speranza, quella che Dio ha piantato sulla terra con la Croce del Signore Gesù e la sua vittoria sulla morte nella Pasqua. In questa S. Messa lo raccomandiamo a Gesù risorto e a Dio Padre nella certa speranza che d. Paolo gode della gioia piena dell’umanità nuova, quella della comunione dei santi e dei cieli nuovi e della terra nuova, trasfigurati dalla risurrezione del Signore. Nella comunione con i nostri santi che si apre nella comunione con Gesù, noi sentiamo d. Paolo vicino a noi e alla sua intercessione affidiamo la continuazione della sua opera nella quale ci troviamo e che negli anni si è ampliata secondo quello che era anche il suo progetto e la sua speranza. 2. L’obiettivo del centro di Spiritualità “Don Paolo Chiavacci” Ha fatto sorgere, con le sue mani e con la collaborazione di tanti che hanno creduto al suo progetto, questo Centro di spiritualità alle pendici del Massiccio del Grappa perché fosse un luogo in cui le persone potessero sostare e ritrovare la loro più profonda e autentica armonia, il loro equilibrio di vita più vero. Aveva intuito come i modi di vivere che si stavano affermando nelle nostre terre nel dopoguerra, potevano trascinare le persone ad una specie di dispersione di sé, ad un disorientamento della persona a causa dei ritmi di vita e al poco equilibrio negli interessi da coltivare. Trovare un luogo che aiutasse a ritrovare se stessi e la propria armonia personale era vitale per non cadere in irreparabili alienazioni. Questa armonia chiede all’uomo di ritrovare se stessi nella calma e nel silenzio riscoprendo i sentieri che lo riportano dentro i panorami del proprio mondo interiore; ma questa contemplazione dei panorami della propria anima è necessariamente aiutata dalla contemplazione dei panorami del mondo esteriore, della natura che raccoglie l’uomo quando sa mettersi in ascolto e in contemplazione della bellezza divina del giardino nel quale è stato posto. Nella contemplazione di questi panorami, quello della natura e quello dell’anima, l’uomo può ritrovare le condizioni per aprirsi al Mistero che abita e trascende sia la sua anima che la natura che lo circonda. Può ritrovare il dialogo della preghiera e far respirare a fondo la propria interiorità nel rapporto con Dio, senza il quale il cuore umano è come asfissiato. Per questo dialogo le parole ci sono state suggerite da Gesù, la Parola di Dio che si è rivelata a noi. Non solo ci vengono suggerite le parole ma Gesù ci dona anche il luogo insuperabile della comunione con Dio: il suo Corpo e il suo Sangue, l’Eucaristia. In questa ritrovata armonia con la natura, con se stesso e con Dio, in Gesù e nell’Eucaristia, l’uomo può riscoprire il volto degli altri uomini; vedere in essi il volto delle sorelle e dei fratelli. Questo che ho molto sinteticamente delineato è stato il progetto che d. Paolo ha immesso con il suo cuore e le sue mani di sacerdote in questo Centro. Ma non è il progetto di d. Paolo, bensì il progetto di Gesù per realizzare il quale Egli, il Figlio di Dio, si è incarnato nella nostra condizione umana e nella nostra terra e l’ha trasformata con la sua croce e risurrezione. E’ il progetto di salvezza che vuole ricreare l’armonia dell’opera di Dio dilaniata dal male del peccato che ha seminato divisione e morte tra le creature di Dio e all’interno dell’anima e del corpo di ogni uomo. Questo progetto – cristiano e sacerdotale – d. Paolo lo consegna a noi e spetta a noi far sì che rimanga il riferimento ispiratore del Centro giustamente intitolato al suo nome. Tra i vari aspetti che ho ricordato, desidero sottolineare il riferimento alla natura che fu tanto caro a d. Paolo e può essere un prezioso aiuto che il Centro offre anche oggi. L’attenzione alla natura è di particolare attualità anche in questo tempo perché il progresso del benessere materiale sembra aver innescato un meccanismo di inquinamento inarrestabile e, d’altra parte, ci si rende conto che in questo modo il progresso stesso si ritorce contro se stesso rovinando quello che è l’ambiente vitale per l’umanità. Questo grave allarme ha fatto nascere tanti movimenti di difesa della natura e ha sviluppato il grande tema dell’ecologia. Vari, però, sono i modi di accostare la natura e di riscoprire il suo valore per la vita dell’uomo. Non mi soffermo qui a ricordarli. Mi interessa solo riconfermare che il Centro di Spiritualità e di Cultura D. Paolo Chiavacci ha le condizioni favorevoli per essere l’ambiente in cui le persone, di ogni età, possono ritrovare il contatto con la natura ed essere aiutate a riscoprirlo secondo quel significato che ci è rivelato nel Vangelo di Gesù e nella spiritualità dei santi; pensiamo a S. Francesco per tutti. Qui le persone possono essere aiutate, con esperienze concrete, a ritrovare la natura come trasparenza del Mistero di Dio e, dico di più, del Mistero della Croce e della Risurrezione di Cristo. Come, infatti dice Paolo nella lettera ai Romani, la creazione soffre assieme ai figli di Dio le doglie di un parto, un parto che la libera dal male per diventare cieli nuovi e terra nuova. Le vediamo tutti queste doglie del parto, che accomunano natura e uomini, causate dal un progresso, pilotato spesso da intenti peccaminosi. Quanto sarebbe prezioso che in questo Centro le persone fossero aiutate a riscoprire e vivere la prospettiva evangelica della natura e con essa armonizzare la propria vita mettendo al centro il dialogo con Gesù Cristo, la comunione con Lui nell’Eucaristia e la preghiera a Dio Padre. E’ il progetto di d. Paolo Chiavacci che in questo è stato autentico cristiano e sacerdote. Ci assista nel continuare questa opera.