Summary – LV Organic Chemicals 1 SOMMARIO Il BREF, documento tecnico di riferimento per le BAT (Best Available Techniques) o ‘migliori tecniche disponibili’ relative ai prodotti chimici organici prodotti in grandi quantità (Large Volume Organic Chemicals - LVOC) riflette uno scambio di informazioni ai sensi dell’articolo 16, paragrafo 2 della direttiva 96/61/CE del Consiglio. Il presente sommario, che va letto unitamente all’introduzione generale dei capitoli sulle BAT e alla prefazione del BREF indicante obiettivi, uso e condizioni legali, – descrive i risultati e le principali conclusioni sulle BAT e i livelli di emissione/consumo associati. Può essere letto e capito come documento separato ma, in quanto riassunto, non presenta tutte le complessità del testo BREF completo. Per questo motivo non è destinato a sostituire il documento BREF come strumento decisionale sulle BAT. Campo di applicazione e organizzazione del documento: ai fini dello scambio di informazioni sulle BAT, l’industria dei prodotti chimici organici è stata suddivisa in tre settori: “Prodotti chimici organici prodotti in grandi quantità”, “Polimeri” e “Prodotti chimici organici della chimica fine”. La direttiva IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento non fa uso del termine “Large Volume Organic Chemicals” e non può quindi essere d’aiuto per la sua definizione. Tuttavia, l’interpretazione del TWG (Technical Working Group) è che il termine copre le attività elencate nel paragrafo 4.1, lettere da a) a g) dell’allegato 1 alla direttiva, con un tasso di produzione superiore a 100 kt/anno. In Europa esistono circa 90 prodotti chimici organici che rispondono a questi criteri. Non è stato possibile effettuare uno scambio di dati dettagliato su tutti i processi relativi ai LVOC a causa della vastità del settore in questione. Di conseguenza, il BREF contiene un misto di informazioni generiche e specifiche sui processi LVOC: Informazioni generiche: I processi applicati LVOC sono descritti sia in termini di processi unitari, operazioni unitarie ed infrastrutture più frequenti (capitolo 2), sia mediante brevi descrizioni dei principali processi LVOC (capitolo 3). Il capitolo 4 illustra le origini generiche, e la possibile composizione, delle emissioni di LVOC e il capitolo 5 descrive le tecniche disponibili per la riduzione e la prevenzione delle emissioni. Il capitolo 6 conclude identificando le tecniche considerate BAT generali per il settore LVOC nel suo insieme. Informazioni specifiche: L’industria LVOC è stata suddivisa in otto sottogruppi (in base alla chimica funzionale) e, a partire da questi, sono stati scelti “processi illustrativi” per dimostrare l’applicazione delle BAT. I sette processi illustrativi sono caratterizzati da una grande importanza industriale, temi ambientali significativi e dal fatto che sono utilizzati in molti stabilimenti europei. Non esistono processi illustrativi per i sottogruppi relativi allo zolfo, al fosforo e ai composti organo-metallici, mentre quelli degli altri sottogruppi sono: Sottogruppo Olefine leggere Composti aromatici Composti ossigenati Composti azotati Composti alogenati Processo illustrativo Olefine leggere (dal processo di cracking) – Capitolo 7 Composti aromatici di benzene / toluene / xilene (BTX) – Capitolo 8 Ossido di etilene e glicole etilenico – Capitolo 9 Formaldeide – Capitolo 10 Acrilonitrile – Capitolo 11 Di-isocianato di toluene – Capitolo 13 Dicloruro di etilene (EDC) e cloruro di vinile monomero (CVM) – Capitolo 12 Altri BREF contengono informazioni utili sui processi LVOC. Sono particolarmente importanti i BREF “orizzontali” (specialmente quelli relativi ai sistemi abituali di trattamento/gestione delle acque reflue e dei gas di scarico nell’industria chimica e ai sistemi di stoccaggio e di raffreddamento industriale) e i BREF “verticali” (specialmente quello relativo ai grandi impianti di combustione). i Executive Summary – LV Organic Chemicals Informazioni generali (capitolo 1) Il settore LVOC comprende un vasto numero di prodotti e processi. Schematicamente si può dire che prende i prodotti di raffineria e li trasforma in prodotti chimici di base o “di massa” attraverso una serie di complesse operazioni fisiche e chimiche normalmente eseguite in impianti a funzionamento continuo. Non essendo veri e propri prodotti di consumo, i prodotti LVOC vengono di solito commercializzati in base alle specifiche chimiche piuttosto che per tipo. Essi vengono utilizzati in grandi quantità come materie prime per l’ulteriore sintesi di prodotti chimici di valore più elevato (es. solventi, plastica, medicinali). I processi LVOC si svolgono normalmente in stabilimenti produttivi di grandi dimensioni ed altamente integrati che offrono vantaggi dal punto di vista della flessibilità, dell’ottimizzazione energetica, del riciclo dei sottoprodotti e delle economie di scala. I dati relativi alla produzione in Europa evidenziano un numero relativamente piccolo di prodotti chimici realizzati da grandi aziende. Il maggior produttore europeo è la Germania ma esistono industrie di LVOC ben affermate nei Paesi Bassi, in Francia, Regno Unito, Italia, Spagna e Belgio. La produzione di LVOC riveste una considerevole importanza economica in Europa. Nel 1995 l’Unione europea esportava prodotti chimici di base principalmente negli USA e nei paesi dell’EFTA. Il mercato dei prodotti chimici di massa in grandi volumi è molto competitivo, vincolato soprattutto ai costi di produzione, e la quota di mercato è spesso considerata in termini globali. L’industria europea dei LVOC è caratterizzata da una redditività molto ciclica, fenomeno accentuato dai costi di investimento a capitale elevato e dai lunghi tempi di installazione di nuovi macchinari, con il risultato che la riduzione dei costi produttivi tende ad essere marginale e molti impianti sono relativamente vecchi. L’industria LVOC consuma molta energia e la redditività è spesso legata al prezzo del petrolio. Negli anni ’90 il forte aumento della richiesta ha spinto le grandi aziende chimiche a creare alleanze e joint venture strategiche. Questo ha portato ad una razionalizzazione della ricerca, della produzione e dell’accesso ai mercati, nonché ad un aumento della redditività. Il tasso occupazionale nel settore chimico è in continua diminuzione ed ha avuto un calo del 23% nel decennio 1985-1995. Nel 1998 l’industria chimica europea contava 1,6 milioni di dipendenti. Processo produttivo generico dei LVOC (capitolo 2) Nonostante i processi per la produzione di LVOC siano estremamente diversificati e complessi essi si compongono tipicamente di attività ed attrezzature più semplici basate su principi scientifici e tecnici similari. Il capitolo 2 illustra le modalità con le quali i processi unitari, le operazioni unitarie, le infrastrutture, i sistemi di riduzione e gestione energetica si combinano tra loro per dare origine ad una sequenza produttiva di un determinato prodotto LVOC. La maggior parte dei processi LVOC è contraddistinta da cinque singole fasi: fornitura di materia prima / lavorazione, sintesi, separazione del prodotto / raffinazione, movimentazione del prodotto / stoccaggio ed abbattimento delle emissioni. Processi e tecniche generici applicati (capitolo 3) Poiché sulla maggior parte dei processi produttivi LVOC non vi è stato uno scambio di informazioni dettagliato, il capitolo 3 presenta una breve descrizione di circa 65 processi LVOC che include le linee generali dei processi, le eventuali emissioni significative e le particolari tecniche per la prevenzione e riduzione dell’inquinamento. Essendo finalizzate a fornire una visione d’insieme iniziale del processo, le descrizioni non illustrano necessariamente tutte le fasi produttive ed è possibile che una decisione sulle BAT richieda ulteriori dati. Emissioni generiche da processi LVOC (capitolo 4) I livelli di consumo e di emissione variano a seconda dei processi ed è molto difficile definirli e quantificarli senza un’analisi approfondita. Una tale analisi è stata svolta sui processi illustrativi, ma per altri processi LVOC il capitolo 4 presenta una serie di indicatori generici per i possibili ii Summary – LV Organic Chemicals agenti inquinanti e le relative origini. Le cause principali delle emissioni di processo sono [InfoMil, 2000 n. 83]: gli agenti contaminanti presenti nelle materie prime possono passare nel processo senza subire variazioni e uscire sotto forma di residui; il processo può usare aria come ossidante e questo crea un gas di scarico che necessita di ventilazione; le reazioni del processo possono produrre acqua o altri sottoprodotti che richiedono una separazione dal prodotto; agenti ausiliari possono essere introdotti nel processo e non essere completamente recuperati; è possibile che una parte di materia prima non abbia reagito e in questo caso non può essere economicamente recuperata o riutilizzata. Le caratteristiche esatte e la portata delle emissioni dipendono da fattori quali l’età dell’impianto, la composizione della materia prima, la gamma di prodotti, il tipo di prodotto intermedio, l’uso di materiali ausiliari, le condizioni di processo, il sistema di prevenzione delle emissioni alla fonte integrato nel processo, la tecnica di trattamento a fine ciclo e lo scenario operativo (es. situazione normale, non normale, emergenza). È anche importante capire l’effettiva importanza ambientale di fattori quali la definizione dei limiti dell’impianto, il grado di integrazione del processo, la definizione della base delle emissioni, le tecniche di misura, la definizione di rifiuti e l’ubicazione dell’impianto. Tecniche generiche da considerare nella determinazione delle BAT (capitolo 5) Il capitolo 5 passa in rassegna le tecniche generiche per la prevenzione e la riduzione delle emissioni derivanti dai processi LVOC. Molte di queste tecniche sono anche descritte nei relativi BREF orizzontali. Nei processi LVOC la protezione ambientale si realizza solitamente tramite una combinazione di tecniche per lo sviluppo e la progettazione del processo, la progettazione dell’impianto, tecniche integrate nel processo e metodologie di fine ciclo (end of pipe). Il capitolo 5 descrive queste tecniche in termini di sistemi gestionali, di prevenzione e riduzione dell’inquinamento (per l’aria, l’acqua e i rifiuti). Sistemi di gestione. I sistemi di gestione hanno un ruolo fondamentale per ridurre l’impatto ambientale dei processi LVOC. Le migliori prestazioni ecologiche vengono raggiunte tramite l’installazione della migliore tecnologia e la sua applicazione con la massima efficienza ed efficacia. Non esiste un sistema di gestione ambientale definitivo (Environmental Management System - EMS); tali sistemi divengono più efficaci nella misura in cui formano parte integrante della gestione e del funzionamento dei processi LVOC. Un sistema di gestione ambientale coinvolge la struttura organizzativa, i responsabili, le pratiche, le procedure, i processi e le risorse impegnati nello sviluppo, nell’applicazione, nella realizzazione, nel riesame e nel controllo della politica ambientale [InfoMil, 2000 n. 83]. Prevenzione dell’inquinamento. La direttiva IPPC presuppone l’uso di tecniche di prevenzione prima di prendere in esame le metodologie di fine ciclo. Esistono svariate tecniche di prevenzione dell’inquinamento applicabili ai processi LVOC e la sezione 5.2 le illustra in termini di riduzione alla fonte (impedendo la formazione di rifiuti modificando i prodotti, i materiali in entrata, le attrezzature e le procedure), riciclo e iniziative per minimizzare i rifiuti. Riduzione degli inquinanti atmosferici. I principali inquinanti atmosferici rilasciati dai processi LVOC sono i composti organici volatili (Volatile Organic Compounds – VOC), ma rivestono una certa importanza anche le emissioni di gas combusti, gas acidi e particolato. Gli impianti di trattamento dei gas di scarico sono specifici per un determinato tipo di gas di scarico e non sono adatti per tutti gli inquinanti. Si presta particolare attenzione all’emissione di composti tossici/dannosi. La sezione 5.3 illustra le tecniche per il controllo di gruppi generici di inquinanti aeriformi. iii Executive Summary – LV Organic Chemicals Composti organici volatili (Volatile Organic Compounds – VOC). I composti organici volatili provengono solitamente dalle emissioni del processo, dallo stoccaggio / trasporto di gas e liquidi, da fonti fuggitive e sfiati intermittenti. L’efficacia del sistema di prevenzione e riduzione dei VOC e i relativi costi dipendono dal tipo, dalla concentrazione e dalla portata del composto, dalla fonte e dal livello di emissioni che si intende raggiungere. Solitamente si investono risorse sulle emissioni con flussi e concentrazione elevati; tuttavia, è necessario considerare l’impatto cumulato delle emissioni diffuse a bassa concentrazione, specialmente con l’aumentare dei controlli sui punti di emissione. I VOC emessi vengono, laddove possibile, riutilizzati nel processo ma questo dipende da fattori come la composizione dei composti stessi, le eventuali restrizioni al riutilizzo e al valore dei composti. L’alternativa è recuperare il potere calorifico dei VOC come combustibile e, se ciò non fosse fattibile, i VOC dovranno essere abbattuti. Potrebbe risultare necessaria una combinazione di varie tecniche come, ad esempio: il trattamento preliminare (per rimuovere l’umidità e il particolato); la concentrazione di un flusso di gas diluito; la rimozione primaria per ridurre le concentrazioni elevate ed infine la depurazione per ottenere il livello di emissione desiderato. In generale, la condensazione, l’assorbimento e l’adsorbimento offrono l’opportunità di catturare e recuperare i VOC, mentre le tecniche di ossidazione implicano la distruzione dei VOC. I VOC da emissioni fuggitive derivano da perdite di vapore delle attrezzature causate da una graduale perdita di tenuta. Le fonti generiche possono essere guarnizioni di valvole / valvole di regolazione, flangie / giunti, estremità aperte, valvole di sicurezza, guarnizioni di pompe/compressori, pozzetti di ispezione e punti di campionamento. Sebbene i tassi di perdita di emissioni fuggitive dei singoli componenti di un impianto siano di norma esigui, la quantità di componenti in un tipico impianto LVOC è talmente elevata che le perdite totali possono risultare significative. In molti casi l’impiego di attrezzature di migliore qualità può ridurre considerevolmente le emissioni diffuse. In genere, negli impianti nuovi, questo non comporta un aumento dei costi di investimento, ma può essere rilevante per gli impianti esistenti e quindi il controllo delle emissioni è in genere effettuato mediante programmi di rilevamento e riparazione delle perdite (Leak Detection and Repair - LDAR). Le seguenti considerazioni generali riguardano tutti i tipi di attrezzature: ridurre al minimo il numero di valvole e flangie, compatibilmente con i requisiti di sicurezza e manutenzione dell’impianto; migliorare l’accessibilità ai componenti con potenziali perdite per una manutenzione efficace; poiché la rilevazione delle perdite è un’operazione molto difficoltosa, è opportuno implementare un programma di controllo per una conoscenza più approfondita delle emissioni e delle relative cause. Questo può costituire il punto di partenza per lo sviluppo di un piano di azione; la riduzione delle perdite dipende in gran parte sia da migliorie tecniche che da aspetti gestionali in quanto la motivazione del personale è un fattore importante; i programmi di abbattimento possono ridurre le perdite dell’80-95% (calcolo effettuato in base ai fattori medi di emissione US-EPA); conviene prestare un’attenzione particolare agli obiettivi a lungo termine; la maggior parte delle emissioni diffuse vengono calcolate piuttosto che monitorate e non tutti i metodi di calcolo sono compatibili. I valori medi delle emissioni sono in genere maggiori rispetto ai valori misurati. Impianti di combustione: (forni, caldaie a vapore e turbine a gas) producono emissioni di anidride carbonica, ossidi di azoto, anidride solforosa e particolato. Le emissioni di ossidi azoto vengono normalmente ridotte tramite alcune modifiche al processo di combustione che riducono le temperature e di conseguenza anche la formazione di NOx. Le tecniche comprendono i bruciatori a bassa emissione di NOx, il ricircolo dei gas combusti e il preriscaldamento ridotto. Gli ossidi di azoto possono anche essere eliminati dopo la loro formazione per riduzione ad iv Summary – LV Organic Chemicals azoto tramite riduzione catalitica non selettiva o riduzione catalitica selettiva (Selective Non Catalytic Reduction - SNCR e Selective Catalytic Reduction - SCR). Controllo degli inquinanti dell’acqua. I principali inquinanti dell’acqua derivanti dai processi LVOC sono miscele di oli / sostanze organiche, sostanze organiche biodegradabili, sostanze organiche non degradabili, sostanze organiche volatili, metalli pesanti, effluenti acidi/alcalini, materiale in sospensione e calore. Negli impianti esistenti la scelta delle tecniche di riduzione può essere limitata a misure di controllo integrate nel processo, al trattamento nell'impianto di singoli flussi separati e a tecniche di fine ciclo, mentre gli impianti nuovi offrono migliori opportunità per ottimizzare le prestazioni ecologiche grazie all’impiego di tecnologie alternative di prevenzione. La maggior parte dei componenti delle acque reflue provenienti dai processi LVOC sono biodegradabili e sono spesso trattati in impianti centralizzati. Bisogna quindi procedere ad un primo trattamento o recupero dei flussi di acque reflue contenenti metalli pesanti oppure composti tossici o non biodegradabili mediante, ad esempio, ossidazione (chimica), adsorbimento, filtrazione, estrazione, strippaggio (con vapore), idrolisi (per una migliore biodegradabilità) o pretrattamento anaerobico. Controllo dei rifiuti. I rifiuti variano a seconda dei processi ma è possibile risalire agli inquinanti principali conoscendo: il processo, i materiali di costruzione, i meccanismi di corrosione/erosione e i materiali usati per la manutenzione. Si ricorre ad audit sui rifiuti per raccogliere dati sulla loro fonte, composizione, quantità e variabilità. La prevenzione dei residui implica di norma una prevenzione alla fonte, riducendo al minimo gli scarti e riciclandoli. La scelta della tecnica di trattamento è strettamente legata al processo e al tipo di scarto ed è spesso affidata a ditte esterne specializzate. I catalizzatori, spesso costituiti da metalli costosi, sono rigenerati. Al termine della loro vita i metalli vengono recuperati e il supporto inerte è smaltito in discarica. I mezzi di depurazione (es. carboni attivi, setacci molecolari, mezzi di filtrazione, sostanze igroscopiche e resine a scambio ionico) vengono rigenerati per quanto possibile, ma possono anche essere smaltiti in discariche o inceneriti (in condizioni appropriate). I residui organici pesanti di colonne di distillazione, fanghi ecc. possono servire come materiali per altri processi oppure come combustibile (per sfruttarne il potere calorifico) oppure inceneriti (in condizioni appropriate). I reagenti esauriti (es. solventi organici) non recuperabili o utilizzabili come combustibile vengono generalmente inceneriti (in condizioni appropriate). Emissioni di calore. Le emissioni di calore possono essere ridotte con tecniche “hardware” (es. produzione combinata di calore ed energia elettrica, adattamenti al processo, scambio termico, isolamento termico). I sistemi di gestione (attribuzione di costi energetici alle unità di processo, rapporti interni sull’uso/efficienza energetici, valutazione comparativa esterna, audit energetici) servono ad identificare le aree di miglior sfruttamento delle tecniche “hardware”. Le tecniche per ridurre le vibrazioni includono: scelta di attrezzature a basso livello di vibrazioni, dispositivi antivibrazioni, scollegamento di fonti vibratorie e ambiente circostante e considerazione, in fase progettuale, della vicinanza a potenziali ricettori. Il rumore può essere prodotto da attrezzature come compressori, pompe, dispositivi di dispersione del vapore. Le tecniche comprendono: prevenzione del rumore attraverso un’opportuna costruzione, dispositivi fonoassorbenti, cabine antirumore, rivestimento delle fonti di rumore, configurazione riduttiva del rumore degli stabilimenti e considerazione, in fase progettuale, della vicinanza a potenziali ricettori. Per scegliere le migliori tecniche di prevenzione e riduzione delle emissioni nei processi LVOC esistono vari tipi di strumenti di valutazione come: analisi del rischio e modelli di dispersione, metodi di analisi della catena, strumenti di pianificazione, metodi di analisi economica e metodi di ponderazione ambientale. v Executive Summary – LV Organic Chemicals BAT generali (capitolo 6) Gli elementi costitutivi delle BAT generiche sono presentati in termini di sistemi gestionali, prevenzione / riduzione dell’inquinamento, riduzione degli inquinanti atmosferici, riduzione degli inquinanti dell’acqua e riduzione di rifiuti/scarti. Le BAT generiche si riferiscono all’insieme del settore LVOC indipendentemente dal singolo processo o prodotto. Tuttavia, le BAT per un processo LVOC specifico sono determinate considerando i tre livelli di BAT nell’ordine seguente: 1. BAT di processi illustrativi (laddove esistono); 2. BAT generiche per processi LVOC; 3. eventuali BAT orizzontali rilevanti (in particolare contenute nei BREF riguardanti trattamento e gestione, stoccaggio e movimentazione, raffreddamento industriale e monitoraggio delle acque e dei gas di scarico). Sistemi di gestione: i sistemi di gestione efficienti ed efficaci sono molto importanti per ottenere buoni risultati ambientali. Le BAT relative ai sistemi di gestione ambientale sono un’opportuna combinazione/selezione delle tecniche seguenti: una strategia ambientale e un impegno a seguire la strategia; strutture organizzative per integrare le questioni ambientali nelle procedure decisionali; procedure o pratiche scritte relative a tutti gli aspetti ambientali cruciali delle fasi di progettazione, funzionamento, manutenzione, messa in esercizio, smantellamento dell’impianto; audit interni per riesaminare l’attuazione delle politiche ambientali e verificare la conformità a procedure, norme e requisiti legali; pratiche contabili per internalizzare tutti i costi delle materie prime e dei rifiuti; programmazione finanziaria e tecnica a lungo termine degli investimenti ambientali; sistemi di controllo (hardware /software) del processo e delle attrezzature di riduzione dell’inquinamento al fine di garantire un funzionamento stabile, un buon rendimento e buone prestazioni ambientali in tutti i modi di funzionamento; sistemi per garantire la consapevolezza e la formazione ecologiche degli operatori; strategie di collaudo e di manutenzione per ottimizzare il rendimento del processo; procedure di risposta ad eventi anomali; attività continue per ridurre al minimo i rifiuti. Prevenzione e minimizzazione dell’inquinamento: La scelta delle BAT per i processi LVOC, per tutti i comparti ambientali, è effettuata valutando le tecniche in base alla seguente gerarchia: a) prevenzione della formazione di tutti i flussi di rifiuti (gassosi, acquosi e solidi) tramite lo sviluppo e la progettazione del processo, in particolare utilizzando stadi di reazione altamente selettivi e catalizzatori appropriati; b) riduzione dei flussi di rifiuti alla fonte tramite modifiche di processo su materie prime, attrezzature e procedure operative; c) riciclo dei rifiuti tramite riutilizzo diretto oppure recupero/riutilizzo; d) recupero di tutte le risorse dai flussi di residui; e) trattamento e smaltimento dei flussi di rifiuti mediante tecniche di fine ciclo. La BAT relativa alla progettazione di nuovi processi LVOC e alle modifiche sostanziali a processi esistenti è un’opportuna combinazione/selezione, inter alia, delle tecniche seguenti: effettuare reazioni chimiche e processi di separazione in modo continuativo e in impianti chiusi; sottoporre sempre gli scarichi provenienti dal processo alle fasi seguenti (in ordine preferenziale): riutilizzo, recupero, combustione in impianti dotati di dispositivi di controllo dell’inquinamento atmosferico e combustione in impianti non dedicati; minimizzare il consumo energetico e massimizzare il recupero energetico; vi Summary – LV Organic Chemicals usare composti a bassa tensione di vapore; prendere in considerazione i principi della “chimica verde”. La BAT per la prevenzione e riduzione delle emissioni fuggitive consiste nella combinazione/selezione delle tecniche seguenti (elenco non esaustivo): un programma formale di rilevamento e riparazione delle perdite (LDAR) per identificare i punti di perdita dei tubi e delle attrezzature, che fornisca la massima riduzione delle emissioni per spesa unitaria; riparare le perdite dai tubi e dalle attrezzature in varie riprese, eseguendo subito le riparazioni minori (a meno che non sia impossibile farlo) sui punti dove le perdite superano una soglia inferiore stabilita e realizzando una riparazione di tipo intensivo sui punti dove le perdite superano la soglia massima. L’esatta soglia del tasso di perdita alla quale è necessario effettuare la riparazione dipenderà dalla situazione dell’impianto e dal tipo di riparazione necessaria; sostituire le attrezzature esistenti con attrezzature a prestazioni superiori nel caso di grosse perdite non controllabili; installare nuovi dispositivi, conformi a specifiche più rigide, per le emissioni fuggitive; i seguenti componenti ad alte prestazioni (o di uguale efficacia): - valvole: valvole a basso tasso di perdita con guarnizione doppia. Guarnizioni a soffietto per applicazioni ad alto rischio; - pompe: guarnizioni doppie con barriera per liquidi o gas, oppure pompe senza guarnizione; - compressori e pompe a vuoto: guarnizioni doppie con barriera per liquidi o gas, oppure pompe senza guarnizione; oppure tecnologia a guarnizione singola con equivalenti livelli di emissioni; - flangie: minimizzare il numero, usare guarnizioni efficaci; - estremità aperte: installare flangie o tappi ciechi su raccordi che si utilizzano raramente; usare un circuito chiuso sui punti di campionamento dei liquidi; per i sistemi di campionamento, ottimizzare il volume/la frequenza dei campionamenti, ridurre la lunghezza delle linee di campionamento o inserire dispositivi di chiusura; - valvole di sicurezza: inserire un disco di rottura a monte delle valvole (entro i limiti di sicurezza). La BAT relativa alle fasi di stoccaggio, movimentazione e trasporto, oltre alle tecniche indicate nel BREF sullo stoccaggio, consiste nella combinazione/selezione, inter alia, delle tecniche seguenti (elenco non esaustivo): serbatoi con tetto galleggiante esterno con guarnizioni secondarie (non adatto a sostanze pericolose), serbatoi con tetto fisso con coperchi interni galleggianti e guarnizioni sui bordi (per liquidi più volatili), serbatoi con tetto fisso in ambiente di gas inerte, stoccaggio pressurizzato (per sostanze altamente nocive o maleodoranti); collegamento dei serbatoi di stoccaggio e dei contenitori mobili con linee di compensazione; ridurre al minimo la temperatura di stoccaggio; strumenti e procedure per evitare il traboccamento; contenimento secondario impermeabile con una portata pari al 110% del serbatoio più grande; recupero dei VOC dalle aperture di sfiato (tramite condensazione, assorbimento o adsorbimento) prima del riciclo, o distruzione mediante combustione in unità che producono energia, inceneritori o fiaccole; monitoraggio costante del livello del liquido e delle relative variazioni; tubi di riempimento dei serbatoi che si estendono al di sotto della superficie del liquido; caricamento dal basso per evitare spruzzi; sensori applicati sui bracci di carico per rilevare movimenti inopportuni; raccordi autosigillanti per tubi flessibili / accoppiamenti di sicurezza (dry-break couplings); vii Executive Summary – LV Organic Chemicals barriere e sistemi di bloccaggio per evitare movimenti accidentali o l’avanzamento dei veicoli. La BAT relativa alla prevenzione e alla riduzione delle emissioni di inquinanti dell’acqua consiste nella combinazione/selezione delle tecniche seguenti: A. identificare tutti gli scarichi acquosi e caratterizzarne qualità, quantità e variabilità; B. minimizzare l’apporto di acqua nel processo; C. ridurre al minimo la contaminazione dell’acqua di processo con materie prime, prodotti o residui; D. riutilizzare al massimo le acque di scarico; E. recuperare/ritenere al massimo le sostanze presenti nei concentrati (acque madri) non riutilizzabili. La BAT relativa all’efficienza energetica consiste nella combinazione/selezione delle tecniche seguenti: ottimizzare la conservazione dell’energia; introdurre sistemi contabili; eseguire riesami energetici frequenti; ottimizzare l’integrazione del calore; ridurre al minimo il fabbisogno di sistemi di raffreddamento; adottare impianti di produzione combinata di calore ed energia elettrica laddove economicamente e tecnicamente fattibile. La BAT relativa alla prevenzione e riduzione del rumore e delle vibrazioni consiste nella combinazione/selezione delle tecniche seguenti: sistemi per scollegare le fonti di rumore e vibrazioni dai recettori; attrezzature con basso livello di rumore/vibrazioni; usare supporti antivibrazione; dispositivi fonoassorbenti o coperture antirumore; analisi periodiche del rumore e delle vibrazioni. Controllo degli inquinanti atmosferici: La scelta della BAT richiede l’analisi di parametri quali: tipo di inquinanti e concentrazioni in entrata; portata del gas; presenza di impurità; concentrazione fumi ammissibile permessa nelle emissioni; sicurezza; costi di investimento e operativi; configurazione dell’impianto; disponibilità di servizi. Concentrazioni elevate o tecniche meno efficaci possono richiedere una combinazione di varie tecniche. La BAT generica relativa agli inquinanti atmosferici è una combinazione/selezione delle tecniche indicate nella tabella A (per i VOC – composti organici volatili) e nella tabella B (per altri inquinanti atmosferici derivanti dal processo produttivo). Tecnica Valori associati alle BAT (1) Separazione a 90 - 99,9% recupero membrana VOC < 20 mg/m³ selettiva Condensazione Adsorbimento (2) Lavaggio (2) Condensazione: recupero + aggiuntivo. Note Campo di applicazione indicativo 1 - 10 g VOC/m3 L’efficienza può essere influenzata negativamente, ad esempio, da prodotti corrosivi, gas pulverulenti o gas prossimi alla temperatura di condensazione 50 - 98% Campo di applicazione indicativo: portata 100 - 100 000 m3/h, 50 abbattimento 100 g VOC/m3. Crio-condensazione -: (2) Recupero del 95 – 99,95% Recupero del 95 – 99,99% Riduzione del 95 - 99,9% Riduzione del 95 – 99,9% INCENERIMENTO VOC (2) < 1 – 20 mg/m³ TERMICO Ossidazione catalitica Riduzione del 95 - 99% VOC < 1 - 20 mg/m³ Per la crio-condensazione: portata 10 – 1000 m3/h, 200 – 1000 g VOC/m3, 20 mbar-6 bar Campo di applicazione indicativo per l’adsorbimento rigenerativo: portata 100 - 100000 m3/h, 0,01 - 10 g VOC/m3, 1 – 20 atm. Adsorbimento non rigenerativo: portata10 - 1000 m3/h, 0,01 - 1,2 g VOC/m3 Campo di applicazione indicativo: portata 10 – 50 000 m3/h, 0,3 - 5 g VOC/m3 Campo di applicazione indicativo: portata 1000 – 100000 m3/h, 0,2 - 10 g VOC/m3. Il campo di 1 - 20 mg/m³ si basa su limiti di emissione e valori misurati. L’efficienza di riduzione degli inceneritori termici rigenerativi o recuperativi può essere inferiore al 95 – 99% ma può arrivare a < 20 mg/Nm³. Campo di applicazione indicativo: portata 10 – 100000 m3/h, 0,05 – 3 g VOC/m3 viii Summary – LV Organic Chemicals Tecnica Valori associati alle BAT (1) Bruciatura in Torce elevate > 99% Torce a terra > 99,5% torcia 1. 2. Note Se non altrimenti specificato, le concentrazioni si riferiscono a medie di mezz’ora o giornaliere per le condizioni di riferimento di gas di scarico secchi a 0 °C, 101,3 kPa e ad un tenore di ossigeno di 3 vol% (tenore di ossigeno di 11 vol% in caso di ossidazione catalitica/termica) La tecnica implica argomenti interdisciplinari degni di attenzione. 1.1 Tabella A: Valori associati alle BAT per il recupero abbattimento dei VOC Inquinante 1.1.1 P ol v e ri Tecnica Ciclone Valori associati alle BAT (1) Riduzione fino al 95% Note Dipende fortemente dalle dimensioni delle particelle. Di solito si usano soltanto BAT in combinazione con un’altra tecnica (es. filtro elettrostatico, filtro di tessuto). Filtro elettrostatico 5 – 15 mg/Nm³ Riduzione del 99 – 99,9% Dipende dall’uso della tecnica nei vari settori industriali (non LVOC) Il rendimento dipende molto dalle proprietà del particolato. < 5 mg/Nm³ Filtro di tessuto Filtro per polvere ~ 1 mg/Nm³ a doppio stadio < 1 mg/Nm³ < 0,1 mg/Nm³ Filtro ceramico Filtro assoluto Filtro HEAF (High Efficiency Air Filter) Filtro snebbiatore (demister) Odore Biofiltro di adsorbimento Anidride Lavaggio per via solforosa e umida con calce gas acidi Torri di lavaggio Iniezione assorbente semisecco Ossidi azoto Diossine Mercurio 2. Riduzione fino al 99% di polveri e aerosol Riduzione del 95 - 99% di odori ed alcuni VOC Riduzione del 90 – 97% SO2 < 50 mg/Nm³ HCl (2) < 10 mg/Nm³ HBr (2) < 5 mg/Nm³ SO2 < 100 mg/Nm³ a HCl < 10 - 20 mg/Nm³ HF < 1 - 5 mg/Nm³ Campo di applicazione indicativo: 10000 200000 ou/Nm3 Campo di applicazione indicativo per SO2 < 1000 mg/m³ nel gas greggio. Concentrazioni basate sui limiti ammessi in Austria. Campo di applicazione indicativo: per SO2 < 1000 mg/m³ nel gas grezzo Riduzione di NOx del 50 – 80% Riduzione da 85 a 95% Può essere superiore se il gas di scarico contiene NOx < 50 mg/m³. un’alta concentrazione di idrogeno Ammoniaca < 5 mg/m³ La produzione di diossine nei processi dovrebbe Misure primarie + < 0,1 ng TEQ/Nm3 essere evitata nel limite del possibile adsorbimento Catalizzatore a 3 letti 0,05 mg/Nm3 0,01 mg/Nm3 misurati in un impianto di Adsorbimento incenerimento austriaco con filtro a carboni attivi. Lavatore acido Lavaggio 1 – 10 mgNm3 di SNCR SCR Ammoniaca e ammine Solfuro di Assorbimento idrogeno (lavaggio alcalino) 1. Riduzione fino al 99% di goccioline e aerosol L’assorbimento di H2S è 99%+. Come alternativa esiste l’assorbimento in un lavatore ad etanolammina seguito da recupero di zolfo. Se non altrimenti specificato, le concentrazioni si riferiscono a medie di mezz’ora o giornaliere per le condizioni di riferimento di gas di scarico secchi a 0 °C, 101,3 kPa e ad un tenore di ossigeno di 3 vol% Il valore medio giornaliero in condizioni standard. I valori relativi alla mezz’ora sono HCl < 30 mg/m³ e HBr < 10 mg/m³. 1 - 5 mg/Nm3 ix Executive Summary – LV Organic Chemicals Tabella B: Valori associati alle BAT per l’abbattimento di altri inquinanti atmosferici LVOC Gli inquinanti atmosferici emessi dai processi LVOC hanno caratteristiche molto diverse (in termini di tossicità, riscaldamento globale, formazione fotochimica di ozono, buco nell’ozono ecc.) e vengono classificati utilizzando vari sistemi. In assenza di un sistema comune a tutti i paesi europei, la tabella C illustra i livelli associati alle BAT utilizzando il sistema olandese NeR. Il NeR è conforme ad un livello elevato di protezione ambientale, ma non è che un esempio di buona pratica. Esistono infatti altri sistemi di classificazione altrettanto validi che possono essere impiegati per determinare i livelli associati alle BAT; alcuni di questi sistemi sono illustrati nell’allegato VIII del BREF. Categorie ** Possibili soluzioni BAT (elenco non esaustivo) Sostanze altamente pericolose Diossine e furani Integrati nel processo: buone condizioni operative e bassa concentrazione di cloro nella materia prima /combustibile. PCB Tubo di sbocco: carboni attivi, filtro catalitico di tessuto, inceneritore Particolato Particolato Se la filtrazione non è possibile è valido il valore fino a 25 Se la filtrazione non è possibile è valido il valore fino a 50 Sostanze cancerogene * C1 Inceneritore, lavatore, filtro assoluto, carboni attivi. C1 + C2 C1 + C2 + C3 Sostanze organiche (gas/vapori)* gO1 Inceneritore, carboni attivi (rigenerativi), impianto di gO1 + gO2 gO1+ gO2 + recupero vapori. gO3 Sostanze organiche (solide)* Se la filtrazione non è possibile è valido il valore fino a sO1 25 Se la filtrazione non è possibile è valido il valore fino a 50 Se la filtrazione non è possibile è valido il valore fino a sO1 + sO2 25 Se la filtrazione non è possibile è valido il valore fino a 50 sO1 + sO2 + Se la filtrazione non è possibile è valido il valore fino a 25 sO3 Se la filtrazione non è possibile è valido il valore fino a 50 Sostanze inorganiche (gas/vapori) gI1 Varie soluzioni (es. lavaggio chimico, lavaggio alcalino, carboni attivi) gI2 gI3 gI4 Lavaggio acido/alcalino, S(N)CR, iniezione di calce. Sostanze inorganiche (solide)* sI1 Filtro di tessuto, lavatore, filtro elettrostatico sI1 + sI2 sI1 + sI2 + sI3 x Livello di emissioni associate alle BAT (mg/Nm3) *** Soglia (kg/h) 0,1 (ng I-TEQ/Nm3) 0,1**** (ng PCB -TEQ/Nm3) Nessuna soglia 10 – 25 10 - 50 ≥ 0,5 < 0,5 0,1 1,0 5,0 0,0005 0,005 0,025 20 100 100 - 150 0,1 2,0 3,0 10 – 25 10 - 50 ≥ 0,1 < 0,1 10 – 25 10 - 50 ≥ 0,5 < 0,5 10 – 25 10 - 50 ≥ 0,5 < 0,5 1,0 5,0 30 200 0,01 0,05 0,3 5 0,2 1,0 5,0 0,001 0,005 0,025 Nessuna soglia Summary – LV Organic Chemicals * Si applica la regola sommatoria (es. il livello di emissioni indicato si riferisce alla somma delle sostanze in una determinata categoria più quelle della categoria inferiore). ** Una classificazione dettagliata delle sostanze è fornita nell’allegato VIII: Sistemi di classificazione degli inquinanti atmosferici in uso negli Stati membri. *** Il livello di emissioni è valido soltanto quando si supera la soglia di massa (delle emissioni non trattate). I livelli di emissione si riferiscono a medie di mezz’ora in condizioni normali (gas di scarico secchi, 0 °C e 101,3 kPa). Il tenore di ossigeno non è definito nel sistema NeR ma è solitamente il tenore reale (per gli inceneritori è accettabile una concentrazione di ossigeno pari a 11 vol%). **** I livelli di PCB sono espressi come equivalenza tecnica TEQ, per i fattori rilevanti ai fini del calcolo di tali livelli, cfr. articolo “Fattori tossici di equivalenza (TEF) per PCB, PCDD, PCDF per gli esseri umani e la fauna”. “Van den Berg et al., Environmental Health Perspectives, volume 106, n. 12, dicembre 1998”. Tabella C: livelli di emissioni nell’atmosfera associati alle BAT per le emissioni nell’industria LVOC La BAT per la combustione in torcia consiste nella combinazione/selezione delle tecniche seguenti (elenco non esaustivo): progettazione / funzionamento dell’impianto per ridurre al minimo la necessità di smaltire gli idrocarburi nel sistema di combustione. La scelta tra torce elevate e torce a terra è fatta in funzione della sicurezza. Se si utilizzano torce elevate le BAT includono dispositivi di rilevamento della fiamma pilota, una miscelazione efficace e il controllo a distanza tramite sistema televisivo a circuito chiuso. I valori di riduzione dei VOC associati alle BAT sono > 99% per le torce elevate e > 99,5% per le torce a terra. La BAT per i forni di processo consiste in una configurazione dei bruciatori a gas e a basse emissioni di NOx, tale da raggiungere emissioni pari a 50 –100 mg NOx /Nm3 (media oraria) per impianti nuovi ed esistenti. Le BAT per altri impianti di combustione (es. caldaie a vapore, turbine a gas) sono indicati nel BREF relativo ai grandi impianti di combustione. La BAT per le emissioni di anidride carbonica consiste in una migliore efficienza energetica, ma si considera BAT anche il passaggio a combustibili a basso tenore di carbonio (alto tenore di idrogeno) oppure a combustibili non fossili. Controllo degli inquinanti dell’acqua: La BAT per gli inquinanti dell’acqua consiste nella combinazione/selezione delle tecniche seguenti (elenco non esaustivo): trattamento separato o recupero delle acque di scarico contenente metalli pesanti, tossici o composti organici non biodegradabili tramite l’uso di tecniche quali ossidazione (chimica), adsorbimento, filtrazione, estrazione, stripping con vapore, idrolisi o pretrattamento anaerobico, con successivo trattamento biologico. I valori delle emissioni associati alle BAT nei singoli flussi di scarico trattati sono (medie giornaliere): Hg 0,05 mg/l; Cd 0,2 mg/l; Cu / Cr / Ni / Pb 0,5 mg/l; e Zn / Sn 2 mg/l; le acque di scarico organiche che non contengono metalli pesanti, tossici o composti organici non biodegradabili sono potenzialmente adatte per il trattamento biologico combinato in un impianto a basso carico (previa valutazione di biodegradabilità, effetti inibitori, effetti deterioranti dei fanghi, volatilità e livelli degli inquinanti residui). Il livello di BOD associato alle BAT nell’effluente è inferiore a 20 mg/l (media giornaliera). Tra i fattori che influiscono in modo significativo sulle acque di scarico dei processi LVOC figurano i processi applicati, la variabilità del processo operativo, il consumo di acqua, le misure di riduzione alla fonte e il pretrattamento. Tuttavia, secondo gli esperti del TWG i livelli di emissione associati alle BAT (medie giornaliere) sono: COD 30 – 125 mg/l; AOX < 1 mg/l, mentre l’azoto totale è pari a 10 - 25 mg/l. Controllo di rifiuti e residui: La BAT per la riduzione di rifiuti e residui consiste nella combinazione/selezione delle tecniche seguenti (elenco non esaustivo): catalizzatori – rigenerazione / riutilizzo e, una volta esauriti, recupero del contenuto di metallo prezioso; mezzi di depurazione esauriti - recupero laddove possibile e, in caso contrario, trasporto a discarica o incenerimento; xi Executive Summary – LV Organic Chemicals residui di processi organici – massimizzarne l’uso come materia prima o combustibile e, in caso contrario, incenerire; reagenti esauriti – massimizzarne il recupero o usare come combustibile e, in caso contrario, incenerire. Processo illustrativo: Olefine leggere (capitolo 7) Generalità: Le olefine leggere (lower olefins) costituiscono il maggior gruppo di prodotti chimici di base nel settore LVOC e sono impiegate per una vasta gamma di derivati. Nel 1998 l’Europa ha prodotto 20,3 milioni di tonnellate di etilene e 16,6 milioni di tonnellate di propilene. Il 98% della produzione di etilene e il 75% della produzione di propilene provengono dallo steam cracking. Attualmente in Europa sono in funzione 50 impianti di steam cracking con una capacità media di circa 400 kt/anno, che raggiunge anche un milione di kt/anno per gli impianti più grandi. Le materie prime utilizzate per la produzione di olefine vanno dai gas leggeri (es. etano e GPL) alle sostanze liquide di raffineria (nafta, gasolio). In genere le materie prime più pesanti danno una maggiore quota di sottoprodotti (propilene, butadiene, benzene) e richiedono impianti più grandi e più complessi. Tutte le olefine leggere sono vendute in base alla specifica del prodotto piuttosto che in base alle prestazioni e questo favorisce i mercati internazionali dove il prezzo di vendita rappresenta il fattore chiave. Gli impianti di steam cracking usano una tecnologia in base a licenza concessa da un gruppo ristretto di imprese di ingegneria internazionali. Il progetto generico è simile ma i singoli dettagli del processo, in particolare la zona forno, dipendono dalla scelta e dalle caratteristiche della materia prima. La concorrenza mondiale ha garantito una certa uniformità operativa delle tecnologie impiegate e le scelte tecnologiche si basano di solito sull’esperienza, sulle circostanze locali e sul costo totale del capitale investito. Processo applicato: Il processo di steam cracking è altamente endotermico (da 15 a 50 GJ/t di etilene) e le reazioni di cracking avvengono in forni di pirolisi a temperature oltre 800 °C. Per contro, le successive fasi di recupero e depurazione delle olefine si svolgono per separazione criogenica a temperature fino a –150 °C e pressioni di 35 bar. La progettazione degli impianti è altamente integrata per il recupero energetico. La natura estremamente volatile ed infiammabile delle materie prime e dei prodotti richiede un’integrità elevata del contenimento generale dell’impianto, compreso l’uso massiccio di sistemi chiusi di sfiato, grazie ai quali la perdita totale di idrocarburi si riduce ad una quantità che va da 5 a 15 kg/t di etilene negli impianti con le migliori prestazioni. Consumi / emissioni: Poiché le operazioni di steam cracking sono condotte su vasta scala, le emissioni potenziali acquisiscono una certa rilevanza. Aria. I forni a pirolisi bruciano gas a basso tenore di zolfo (spesso contenenti idrogeno) e le emissioni da combustione (CO2, CO, NOx) rappresentano la maggior parte delle emissioni nell’atmosfera. Le emissioni di anidride solforosa e di particolato derivano dall’impiego, come combustibile, di prodotti a basso valore del processo di cracking (es. in caldaie ausiliarie o altri riscaldatori) e dalla combustione del coke depositato sulle serpentine del forno. Le emissioni di VOC possono derivare dai processi di combustione, dalle perdite fuggitive e dalle perdite nei punti di sfiato. Acqua. Oltre agli effluenti generici (es. l’acqua di alimentazione delle caldaie) vi sono tre flussi specifici di effluenti: l’acqua di processo (scarico del vapore di diluizione), l’acqua caustica esaurita e, laddove presente, l’acqua spruzzata sul tamburo di decokizzazione. I flussi che sono venuti a contatto con i fluidi di idrocarburi possono contenere inquinanti quali: idrocarburi; particolato e solidi inorganici disciolti; materiali con un fabbisogno chimico o biologico di ossigeno e tracce di cationi metallici. Rifiuti solidi. Il processo di steam cracking produce una quantità relativamente piccola di rifiuti solidi quando la materia prima è gas o nafta, sebbene fanghi oleosi vengano prodotti con l’uso del gasolio. La maggior parte dei rifiuti solidi sono costituiti da fanghi organici e coke, ma può xii Summary – LV Organic Chemicals anche essere necessario uno smaltimento periodico di catalizzatori esauriti, adsorbenti e solventi vari. Migliori tecniche disponibili: Scelta del processo: A tutt’oggi lo steam cracking è l’unico processo su larga scala disponibile per la produzione della gamma completa di olefine leggere ed è generalmente una BAT. Non c’è una BAT per l’alimentazione, anche se le emissioni degli impianti alimentati a gas tendono ad essere inferiori rispetto a quelle degli impianti che usano nafta o gasolio. Emissioni nell’atmosfera. La scelta, la manutenzione e l’esercizio di forni pirolitici con buone prestazioni rappresentano la principale BAT per ridurre le emissioni nell’atmosfera. I forni moderni hanno un rendimento termico pari al 92 - 95% e usano gas naturale, o più tipicamente gas residuo (una miscela di metano ed idrogeno). I forni sono dotati di avanzati sistemi controllo per un’efficace gestione della combustione, nonché di bruciatori con un tasso di emissione di NOx molto ridotto (con emissioni associate alle BAT che vanno da 75 a 100 mg/NO x/Nm3 – media oraria) oppure di unità catalitiche selettive a bassa emissione di NOx (con emissioni associate alle BAT che vanno da 60 a 80 mg/NOx/Nm3 – media oraria). Le emissioni di ammoniaca associate alle BAT provenienti da impianti SCR moderni sono < 5 mg/m3 (media oraria) con maggiori tassi di riduzione di NOx; è tuttavia possibile che vengano prodotte emissioni più intense con l’invecchiamento del catalizzatore. I forni di cracking devono essere periodicamente decokizzati utilizzando una miscela aria/vapore. Il gas che fuoriesce dallo sfiato di decokizzazione può essere instradato sia nei focolari del forni o in un tamburo di decokizzazione separato dove le emissioni di particolato possono essere ridotte a meno di 50 mg/m3 (media oraria) impiegando spruzzi d’acqua o sistemi di recupero a ciclone. Le fiaccole elevate ad alta capacità sono caratteristiche degli impianti per la produzione di etilene in quanto rappresentano una sicura via di smaltimento degli idrocarburi in caso di serie anomalie dell’impianto. La combustione in fiaccola non solo crea un impatto ambientale (visibilità, rumore), ma rappresenta anche una perdita di valore rilevante per l’operatore. Di conseguenza, la BAT consiste nel ridurre al minimo la combustione in torcia mediante impianti ed attrezzature sicuri ed altamente affidabili, sistemi di riciclo del materiale da bruciare nella fiaccola e metodi di smaltimento alternativi (es. in altre fasi del processo per i materiali non conformi alle specifiche). Anche lo sviluppo e l’uso di buone pratiche di gestione per il funzionamento e la manutenzione dello stabilimento hanno un ruolo fondamentale per ottenere massime prestazioni e quindi minimizzare le emissioni. Il monitoraggio continuo tramite sistema televisivo a circuito chiuso, l’iniezione di vapore con controllo automatico della portata e il rilevamento della fiamma pilota sono BAT che riducono al minimo la durata e l’ampiezza del processo di combustione. In condizioni ottimali, il rendimento di combustione nelle fiaccole è del 99%. I gas acidi, compresi l’anidride carbonica e l’anidride solforosa, sono eliminati dal gas sottoposto a cracking per reazione con l’idrossido di sodio (in alcuni casi il carico di gas acido viene prima ridotto tramite lavaggio con ammina rigenerabile). Può verificarsi l’emissione di gas acido se l’impianto non è in grado di recuperare il flusso caustico esaurito o di usare tecniche di ossidazione a aria umida per trattare il flusso prima dello smaltimento negli effluenti acquosi. Con il trattamento del flusso caustico esaurito tramite acidificazione si crea un certa quantità di solfuro di idrogeno gassoso che è successivamente inviato ad un impianto di incenerimento adeguato (dove viene combusto in anidride solforosa) oppure, più raramente, ad un vicino impianto Claus per il recupero dello zolfo. La BAT consiste nell’evitare sfiati nell'atmosfera dallo stoccaggio e dalla movimentazione degli idrocarburi volatili. La BAT per ridurre al minimo le emissioni fuggitive è l'uso generalizzato di tubi saldati, sistemi di tenuta ad alta integrità per pompe/compressori e materiali di tenuta appropriati per valvole di controllo e di arresto, con il supporto di efficaci sistemi di gestione per il controllo e la riduzione delle emissioni tramite programmi di manutenzione. xiii Executive Summary – LV Organic Chemicals Emissioni nell'acqua. La BAT per gli effluenti acquosi è l’applicazione di tecniche integrate nel processo seguite da riciclo/ulteriore trattamento per il massimo recupero prima del trattamento finale. La BAT per le acque di processo (effluenti dalla condensa del vapore di diluizione usato nei forni di cracking) consiste in un impianto di produzione del vapore di diluizione nel quale il flusso di vapore è sottoposto a lavaggio per eliminare gli idrocarburi pesanti, separato e rivaporizzato per essere riciclato nei forni. La BAT per il flusso caustico esaurito può essere il recupero, l’ossidazione per via umida, l’acidificazione (seguita da recupero di zolfo o incenerimento) oppure la combustione in torcia dei gas leggermente acidi. La BAT per il trattamento finale degli effluenti comprende la separazione fisica (es. separatore API, separatore a piastra ondulata) seguita dalla pulitura (es. ossidazione con perossido di idrogeno o biotrattamento). I livelli BAT relativi alle emissioni finali nell'acqua (medie giornaliere) sono, tra l’altro: COD 30 – 45 mg/l e TOC (total organic carbon) 15-15 mg/l (2-10 g/t di etilene). Sottoprodotti / rifiuti. La BAT comprende: la rimozione periodica di residui organici come fanghi dai separatori API per smaltimento in inceneritore ricorrendo a ditte specializzate; smaltimento in discarica dei catalizzatori esauriti e dei essiccanti dopo aver recuperato il metallo prezioso; smaltimento in discarica e/o inceneritore dei fini di coke in forma immobilizzata. Processo illustrativo: Aromatici (capitolo 8) Generalità: Il termine “aromatici” si riferisce a sostanze quali benzene, toluene, xiloli misti, orto-xilolo, para-xilolo e meta-xilolo (conosciuto come BTX). Il benzene è usato per produrre stirene, cumene e cicloesano. La maggior parte del toluene è usato per produrre benzene, fenolo e toluene diisocianato. Il para-xilolo è trasformato in polietilene tereftalato (PET), gli xiloli misti sono principalmente usati come solventi e l’orto-xilolo è usato per produrre anidride ftalica. Nel 1998 l’industria dei composti aromatici nell’Europa occidentale ha prodotto oltre 10 milioni di tonnellate di aromatici pari a 2,3 miliardi di dollari USA. Il mercato degli aromatici è complesso e volatile in quanto copre sei prodotti principali che derivano da processi e materie prime molto diversi tra loro. Oltre ad essere interdipendenti, i prezzi di mercato degli aromatici sono anche legati al prezzo del petrolio greggio, della nafta e ai tassi di cambio. Per di più, la direttiva Auto/Oil dell’Unione europea ha limitato, a partire dal 1º gennaio 2000, il contenuto di benzene nel gasolio a < 1% e la conseguente necessità di recuperare il benzene da materie prima a monte ha provocato un incremento della produzione europea di benzene. Processo applicato: Gli aromatici BTX derivano da tre principali materie prime: i riformati di raffineria, il gasolio di pirolisi del processo di steam cracking (pygas) e il benzolo proveniente dalla lavorazione del catrame di carbone. Le materie prime sono un misto di aromatici che necessitano di separazione e depurazione prima di essere immessi sul mercato chimico. Benzene. In Europa il 55% del benzene proviene dal pygas, il 20% da riformati, una piccola percentuale dal catrame di carbone e la restante quantità dal trattamento chimico di altri aromatici. L’Europa ha 57 unità produttive con una capacità combinata pari a 8100 kt/anno. Toluene. In Europa il pygas e i riformati si dividono la produzione di toluene (50% ciascuno). Le 28 unità produttive hanno una capacità combinata pari a 2760 kt/anno. Xilolo. I riformati sono la fonte principale di xiloli. La produzione di xilolo si concentra solitamente sul para-xilolo ma vengono anche estratti orto-xilolo e meta-xilolo. L’Europa ha 11 unità produttive con capacità combinata pari a 1850 kt/anno. La scelta del processo produttivo rappresenta una decisione strategica che dipende dal prezzo e dalla disponibilità della materia prima nonché dalla richiesta di prodotti aromatici. Le variazioni xiv Summary – LV Organic Chemicals nelle materie prime e nella richiesta sono talmente elevate che ogni impianto di produzione di aromatici ha una propria, quasi unica, configurazione. Tuttavia, per gli aromatici estratti da una materia prima petrolchimica si usano vari processi unitari strettamente interconnessi che consentono: la separazione degli aromatici (dai non aromatici) e l’isolamento dei prodotti puri tramite l’uso di sofisticati processi di separazione fisica (es. distillazione azeotropica, distillazione estrattiva, estrazione liquido-liquido, cristallizzazione tramite congelamento, adsorbimento, complessazione con BF3/HF). I metodi più usati sono l’estrazione di solventi e la successiva distillazione; la conversione chimica in prodotti più utili mediante tecniche come: - toluene in benzene tramite idrodealchilazione; - toluene in benzene e xilolo tramite disproporzionamento del toluene (TDP); - xilolo e/o m-xilolo in p-xilolo tramite isomerizzazione. Gli impianti di produzione degli aromatici possono essere fisicamente situati sia in raffinerie che in complessi petrolchimici e l’integrazione del processo consente la movimentazione di sottoprodotti, l’uso comune dei servizi generali ed infrastrutture come le fiaccole e le unità di trattamento delle acque di scarico. La maggior parte dei processi di produzione degli aromatici sono progettati e realizzati da imprese specializzate internazionali. Vi sono più di 70 licenze di processo e oltre 20 concessori di licenze, ognuno con materie prime diverse e caratteristiche di processo adattate alle condizioni locali. Consumi / emissioni: Il consumo energetico dipende dal contenuto di aromatici presente nella materia prima, dalla quantità di calore integrato e dalla tecnologia. I processi produttivi degli aromatici possono essere esotermici (es. idrotrattamento) oppure ad alto consumo energetico (es. distillazione) e vi sono molte opportunità di ottimizzare il recupero e l’uso del calore. Le emissioni dagli impianti di produzione degli aromatici sono principalmente causate dall'uso di servizi (calore, vapore, energia elettrica, acqua di raffreddamento). La progettazione del processo non include di solito lo sfiato nell'atmosfera e le poche emissioni derivano dall’eliminazione di impurità e di acque di scarico generate dal processo e dalle attrezzature. Migliori tecniche disponibili: Non è possibile identificare una BAT di processo in quanto la scelta del processo dipende ampiamente dalla materia prima disponibile e dal prodotto desiderato. Emissioni nell'atmosfera: La BAT consiste nella combinazione/selezione delle tecniche seguenti (elenco non esaustivo): ottimizzare l’integrazione energetica negli impianti di produzione degli aromatici e nelle unità circostanti; per i nuovi forni, installare bruciatori a bassissime emissioni di NOx oppure, per i forni di maggiori dimensioni, dispositivi catalitici De-NOx (SCR). L’installazione su forni esistenti dipende dalla progettazione, dalle dimensioni e dalla configurazione dell’impianto; scaricare gli sfiati di processi e le valvole di sicurezza in sistemi di recupero del gas o in fiaccole; usare sistemi di campionamento a circuito chiuso per ridurre al minimo l’esposizione dell’operatore e le emissioni nella fase di spurgo precedente al campionamento; usare sistemi di controllo a interruzione di calore (heat-off) per fermare l’entrata di calore ed arrestare l’impianto in modo rapido al fine di limitare al minimo gli sfiati in caso di guasto; usare sistemi chiusi di tubazioni per il drenaggio e lo sfiato delle attrezzature contenenti idrocarburi prima della manutenzione, in particolare quando contengono > 1% in peso di benzene o > 25% in peso di aromatici; nei sistemi dove il flusso di processo contiene > 1% in peso di benzene o > 25% in peso di aromatici totali, usare pompe sommerse, singole guarnizioni con spurgo del gas, guarnizioni meccaniche doppie o pompe ad azionamento magnetico; xv Executive Summary – LV Organic Chemicals per le valvole manuali o di regolazione con gambo esterno usare soffietti e premistoppa oppure materiali di tenuta ad alta integrità (es. fibre di carbonio) qualora l’operatore sia esposto alle emissioni diffuse; usare compressori con guarnizione meccanica doppia, o un liquido di tenuta compatibile con il processo, una guarnizione a gas o modelli senza guarnizione; bruciare i gas derivanti dall’idrogenazione in un forno dotato di sistemi di recupero termico; immagazzinare gli aromatici [CE DG XI, 1990 n. 16] in serbatoi a tetto galleggiante e doppia guarnizione (non per aromatici dannosi come il benzene) o in serbatoio a tetto fisso con inserito un tetto galleggiante interno con guarnizioni ad alta integrità, oppure in serbatoi a tetto fisso con spazi di vapore interconnessi e recupero o assorbimento di vapore in un singolo sfiato; per il carico e scarico degli aromatici usare sistemi di ventilazione chiusi con caricamento dal basso e con trasferimento dei vapori in un’unità di recupero, un bruciatore o una fiaccola. Emissioni nell'acqua: La BAT consiste nella combinazione o nella scelta delle tecniche seguenti (elenco non esaustivo): minimizzare la produzione di acque di scarico e massimizzarne il riutilizzo; recuperare gli idrocarburi (es. tramite steam stripping) e riciclarli come combustibile o in altri sistemi di recupero; sottoporre la fase acquosa (dopo la separazione degli oli) a trattamento biologico. Rifiuti: La BAT consiste nella combinazione o nella scelta delle tecniche seguenti (elenco non esaustivo): recuperare e riutilizzare il metallo prezioso presente nei catalizzatori esauriti e smaltire in discarica il relativo supporto; incenerire i fanghi oleosi e recuperare il calore; smaltire in discarica o incenerire gli adsorbenti argillosi esauriti. Processo illustrativo: Ossido di etilene / Glicole etilenico (capitolo 9) Generalità: L’ossido di etilene (Ethylene Oxide - EO) è un prodotto chimico intermedio nella fabbricazione di molti prodotti importanti. Lo sbocco principale sono i glicoli etilenici (Ethylene Glycols - EG) ma altrettanto importanti sono gli etossilati, gli eteri glicolici e le etanolammine. La capacità produttiva globale europea di ossido di etilene (ex-reattore) è dell’ordine di 2500 kt/anno ed esistono 14 unità produttive. Circa il 40% di questo EO è convertito in glicoli (in totale 70%). Gli impianti europei effettuano normalmente una produzione integrata di ossido di etilene e glicoli. Gli ossidi di etilene e i mono-glicoli etilenici sono venduti su specifica chimica piuttosto che per le prestazioni in uso, quindi la concorrenza è essenzialmente basata sul prezzo. L’ossido di etilene è tossico e può provocare il cancro nelle persone. Il relativo gas è infiammabile, anche senza essere misto ad aria, e può autodecomporsi in modo esplosivo. I glicoli etilenici sono liquidi stabili e non corrosivi che possono causare leggere irritazioni agli occhi o, per ripetuto contatto, irritazioni alla pelle. Processo applicato: L’ossido di etilene è prodotto da etilene e ossigeno (o aria) in una reazione in fase gassosa con catalizzatore d’argento. Il catalizzatore non è selettivo al 100% e una parte della carica di etilene è convertita in CO2 e acqua. Il calore prodotto nei reattori è recuperato generando calore che è impiegato per il riscaldamento dell’impianto. L’ossido di etilene è recuperato dall’effluente gassoso del reattore tramite assorbimento nell'acqua seguito da concentrazione in un separatore (stripper). Nel processo dell’ossigeno una parte del gas di riciclo dalla torre di assorbimento dell’ossido di etilene è convogliato in una colonna nella quale l’anidride carbonica è eliminata tramite assorbimento (in una soluzione calda di carbonato di potassio) e successivamente eliminata da questa soluzione in un separatore. xvi Summary – LV Organic Chemicals I glicoli etilenici sono prodotti facendo reagire l’ossido di etilene con l’acqua a temperatura elevata (normalmente 150-250 °C). Il prodotto principale è il glicole mono-etilenico (Mono Ethylene Glycol - MEG) ma altri prodotti di valore sono il glicole di-etilenico (Di Ethylene Glycol - DEG) e il glicole tri-etilenico (Tri Ethylene Glycol - TEG). Il MEG è impiegato soprattutto per la produzione di fibre in poliestere e di polietilene tereftalato (PET). Consumi/Emissioni: La selettività dei catalizzatori dell’ossido di etilene può avere un impatto rilevante sui consumi di energia e di materie prime, e sulla produzione di effluenti gassosi e liquidi, sottoprodotti e rifiuti. I principali flussi di effluenti dal processo EO/EG sono: lo sfiato del CO2 effettua lo spurgo del CO2 (e di tracce di etilene e metano) formato nel reattore dell’ossido di etilene. Viene recuperata per la vendita oppure sottoposta ad ossidazione termica/catalitica; lo sfiato degli inerti effettua lo spurgo degli inerti presenti nell’etilene e nell’ossigeno. Lo sfiato contiene in gran parte idrocarburi, usati come gas combustibile; i sottoprodotti glicoli pesanti vengono spesso venduti; lo sfiato dell’acqua effettua lo spurgo delle acque di tutto l’impianto EO/EG, che vengono inviate ad un impianto di trattamento biologico per degradare le piccole quantità di idrocarburi idrosolubili (principalmente glicoli); la fonte principale di rifiuti solidi è rappresentata dai catalizzatori esauriti dell’ossido di etilene (periodicamente sostituiti in base al calo di attività e selettività). Il catalizzatore esaurito è inviato ad una ditta esterna per il recupero dell’argento e lo smaltimento del supporto inerte. Migliori tecniche disponibili: Processo: La BAT di processo per l’ossido di etilene consiste nell’ossidazione diretta dell’etilene con ossigeno puro (a causa del basso consumo di etilene e della produzione contenuta di gas residuo). La BAT di processo per il glicole etilenico si basa sull’idrolisi dell’ossido di etilene (con reazioni per massimizzare la produzione del glicole desiderato e minimizzare i consumi energetici). Emissioni nell'atmosfera: Le tecniche per prevenire la perdita di contenimento di ossido di etilene e quindi l’esposizione degli operatori all’ossido di etilene, sono anche BAT per la protezione ambientale. La BAT per lo sfiato del CO2 consiste nel recupero e nella vendita del CO2. Se questo non è possibile, la BAT consiste nel ridurre al minimo le emissioni di CO2, metano ed etilene ricorrendo a catalizzatori dell’ossidazione più efficaci, riducendo i livelli di metano ed etilene prima dello stripping del CO2 e/o instradando lo sfiato del CO2 in un impianto di ossidazione termica/catalitica. La BAT per lo sfiato degli inerti consiste nel trasferimento a un sistema di gas combustibile per recupero energetico, oppure nella bruciatura in torcia (riducendo normalmente il livello di emissioni di CO2 a < 1 mg/ EO/Nm3 – media oraria). Se la reazione EO è eseguita usando aria piuttosto che ossigeno puro, la BAT consiste nel trasferire gli inerti in eccesso in un secondo reattore di ossidazione per convertire la maggior parte dell’etilene residuo in ossido di etilene. La BAT per lo sfiato dei gas contenenti ossido di etilene è: lavaggio con acqua a < 5 mg/ EO/Nm3 (media oraria) e rilascio nell'atmosfera (per gli sfiati a basso tenore di metano e di etilene); lavaggio con acqua e riciclo nel processo (per gli sfiati con un considerevole tenore di metano ed etilene); tecniche di riduzione (es. bilanciamento a pressione e ritorno di vapore nelle fasi di stoccaggio/carico). xvii Executive Summary – LV Organic Chemicals Emissioni nell'acqua: La BAT per ridurre le emissioni nell'acqua consiste nel concentrare i flussi parziali contribuenti con recupero di un flusso organico pesante (per la vendita o l’incenerimento) e nel trasferire i restanti effluenti in un impianto di trattamento biologico. L’applicazione della BAT consente di raggiungere un livello di emissioni pari a 10-15 TOC/t EO nel reattore. Sottoprodotti e residui: la BAT per il recupero dei glicoli pesanti consiste nel ridurre al minimo la formazione nel processo e nell’aumentare al massimo le vendite al fine di ridurre lo smaltimento (es. tramite incenerimento); la BAT per il catalizzatore esaurito dell’ossido di etilene consiste nell’ottimizzare la durata di vita del catalizzatore e successivamente recuperare l’argento prima dello smaltimento (es. in discariche). Processo illustrativo: Formaldeide (capitolo 10) Generalità: La formaldeide è molto usata nella fabbricazione di numerosi prodotti (es. resine, vernici) sia come polimeri di formaldeide al 100% che come prodotto della reazione con altre sostanze chimiche. La capacità produttiva totale europea di 3100 kt/anno è fornita da 68 impianti in 13 Stati membri. La formaldeide è un prodotto tossico e di sospetta natura cancerogena in concentrazioni elevate, ma l’effetto estremamente irritante implica un’autolimitazione dell’esposizione alle concentrazioni elevate. Sono anche state studiate severe pratiche operative per limitare l‘esposizione degli operatori. Processo applicato: La formaldeide è prodotta dal metanolo per ossidazione catalitica in assenza d’aria (“processo argento”) oppure in eccesso d’aria (“processo ossido”). Il processo argento può essere definito con ulteriori opzioni per la conversione totale o parziale del metanolo. Le fasi del processo presentano vantaggi e svantaggi e la capacità produttiva europea di formaldeide si suddivide quasi equamente tra i due processi. Consumi/Emissioni: L’elettricità e il vapore sono i due principali servizi e il loro consumo dipende direttamente dalla selettività del processo che, a sua volta, dipende dalla perdita di carbonio (come CO e CO2) nei reattori. Minore è la perdita di carbonio, maggiore è la selettività. Tuttavia, l’ossidazione completa del carbonio è molto esotermica (rispetto alle reazioni che producono la formaldeide) e una perdita elevata di carbonio produce più vapore. Un catalizzatore debole produce quindi grandi quantità di vapore, ma a scapito del consumo di metanolo. Emissioni nell'atmosfera: Per entrambi i processi (argento e ossido) il gas residuo proveniente dalla torre di assorbimento della formaldeide rappresenta l’unico flusso continuo di gas di scarico. I principali inquinanti sono formaldeide, metanolo, CO ed etere dimetilico. Altre emissioni possono derivare dalle aperture di sfogo dello stoccaggio e dalle sostanze diffuse. Emissioni nell'acqua: Nel normale esercizio i processi argento e ossido non producono significativi flussi liquidi continui di scarico. Molte delle emissioni occasionali possono essere recuperate nel processo per diluire la formaldeide. Rifiuti: In condizioni di esercizio normale la formazione di rifiuti è molto ridotta, ma vi sono i catalizzatori esauriti, la formazione di para-formaldeide solida e i filtri esauriti. Migliori tecniche disponibili: La BAT per la produzione può essere sia il processo argento che il processo ossido. La scelta di uno di dei due dipenderà da fattori quali: prezzo e consumo di metanolo, capacità produttiva dell’impianto; dimensioni fisiche dell’impianto; uso di elettricità, produzione di vapore ed infine prezzo e durata del catalizzatore. La BAT consiste nell’ottimizzare il bilancio energetico prendendo in considerazione l’ambiente circostante. xviii Summary – LV Organic Chemicals Emissioni nell'atmosfera: la BAT per gli sfiati della torre di assorbimento, lo stoccaggio e i sistemi di carico/scarico consiste nel recupero (es. condensazione, lavaggio nell'acqua) e/o nel trattamento in un’unità di combustione centrale o dedicata per raggiungere un livello di emissioni di formaldeide pari a < 5 mg/Nm3 (media giornaliera); la BAT per i gas residui della torre di assorbimento nel processo con argento consiste nel recupero energetico in un impianto ossidante a motore o centrale termica per raggiungere emissioni di: - monossido di carbonio 50 mg/Nm3 come media giornaliera (0,1 kg/t formaldeide 100%); - ossidi di azoto (come NO2) 150 mg/Nm3 come media giornaliera (0,3 kg/t formaldeide 100%); la BAT per i gas residui della torre di assorbimento nel processo con ossido consiste nell’ossidazione catalitica per raggiungere emissioni di: monossido di carbonio < 20 mg/Nm3 come media giornaliera (0,05 kg/t formaldeide 100%) e ossidi di azoto (come NO2) <10 mg/Nm3 come media giornaliera; la BAT per la progettazione dei serbatoi di stoccaggio del metanolo consiste nel ridurre i flussi dagli sfiati tramite tecniche come la ventilazione a posteriori durante il carico e lo scarico; la BAT per gli sfiati di stoccaggio del metanolo e della formaldeide comprende: l’ossidazione termica/catalitica, l’adsorbimento su carboni attivi, l’assorbimento nell'acqua, il riciclo nel processo e il collegamento al ventilatore di processo. La BAT per le acque di scarico consiste nel massimizzare il riutilizzo come acqua di diluizione per la soluzione di formaldeide e, se ciò non fosse possibile, il trattamento biologico. La BAT per i catalizzatori esauriti consiste per prima cosa nel prolungare la durata del catalizzatore ottimizzando le condizioni di reazione e recuperando successivamente il metallo. La BAT per la para-formaldeide solida consiste nel prevenirne la formazione nelle attrezzature del processo ottimizzando il riscaldamento, l’isolamento e la circolazione del flusso e riutilizzare tutte le quantità inevitabili. Processo illustrativo: Acrilonitrile (capitolo 11) Generalità: L’acrilonitrile è un monomero intermedio usato in tutto il mondo per varie applicazioni. Gran parte della quantità di acrilonitrile prodotta in Europa serve a fabbricare fibre acriliche, in particolare l’ABS che è praticamente lo sbocco finale principale. Nell’Unione europea operano sette impianti produttivi con una capacità di 1 165 kt/anno. Processo applicato: Il processo BP/SOHIO rappresenta il 95% della capacità mondiale di acrilonitrile ed è applicato in tutti gli impianti dell’UE. Consiste nell’ammossidazione esotermica del propilene in fase vapore sfruttando l’ammoniaca in eccesso e in presenza di un catalizzatore a letto fluidizzato ad aria. Produce varie reazioni secondarie e tre sottoprodotti principali: cianuro di idrogeno, che può essere trasformato in altre sostanze nello stesso impianto, venduto come prodotto (se è disponibile un uso) oppure smaltito per incenerimento; è anche possibile la combinazione di queste tre opzioni; acetonitrile, che è depurato e venduto come prodotto, e/o smaltito per incenerimento; solfato di ammonio, che è recuperato come prodotto (es. fertilizzante) oppure distrutto all’interno dell’impianto. I consumi di materia prima e di energia nel processo dell’acrilonitrile dipendono da fattori come la scelta del catalizzatore, il tasso di produzione e la configurazione dell’impianto di recupero. Le principali materie prime sono il propilene e l’ammoniaca ma si consumano anche grandi quantità di catalizzatori “make-up”. xix Executive Summary – LV Organic Chemicals L’ammossidazione del propilene è una reazione altamente esotermica. Gli impianti per la produzione di acrilonitrile sono in genere anche esportatori di energia poiché il calore di reazione genera vapore ad alta pressione spesso impiegato per il funzionamento dei compressori ad aria e per fornire energia ai sistemi di separazione / depurazione a valle dell’impianto. Il tasso di esportazione di energia è pari a 340 – 5 700 Mj/t di acrilonitrile e, di conseguenza, la gestione energetica dell’impianto rappresenta una questione di fondamentale importanza. L’acqua è prodotta nella fase reattiva e l’eliminazione dell’acqua dal processo è un elemento critico nella progettazione dell’impianto. A tal fine sono disponibili varie tecniche e, in una delle più usate, la fase cruciale consiste nel concentrare il contaminante nel flusso dell’acqua per evaporazione. Il flusso concentrato e contaminato può, in seguito, essere bruciato oppure riciclato in altre fasi del processo per massimizzare il recupero di prodotti vendibili (prima di bruciare il flusso contaminato). L'acqua “pulita” recuperata dal processo di concentrazione è sottoposta ad un ulteriore trattamento, di solito in impianti di trattamento biologico delle acque reflue. I gas residui di reazione provenienti dalla torre di assorbimento contengono sostanze non condensabili (es. azoto, ossigeno, monossido di carbonio, anidride carbonica, propilene, propano), acqua vaporizzata e tracce di contaminanti organici. Questo flusso può essere trattato tramite ossidazione catalitica. Un impianto per la produzione di acrilonitrile può avere dei sistemi per l’incenerimento dei residui di processo e la bruciatura del cianuro di idrogeno. La quantità e la composizione dei fumi dipenderà dall’uso di impianti esterni e dalla presenza di consumatori di cianuro di idrogeno. Normalmente non esiste un trattamento specifico dei fumi (tranne che per il recupero di calore). Le caratteristiche nocive dell’acrilonitrile e del cianuro di idrogeno impongono massime misure di sicurezza nelle fasi di stoccaggio e movimentazione. Migliori tecniche disponibili: La BAT relativa al processo si basa sull’ammossidazione del propilene in un reattore a letto fluido con successivo recupero dell’acrilonitrile. Il recupero dei principali sottoprodotti ( cianuro di idrogeno, acetonitrile e solfato di ammonio) per la vendita può essere una BAT a seconda delle circostanze locali, ma in ogni caso sono necessari sistemi di recupero / distruzione. La BAT per i gas residui della torre di assorbimento consiste nel ridurre il volume sviluppando un catalizzatore più efficace e ottimizzando le condizioni di reazione e di esercizio. La BAT consiste poi nella distruzione delle sostanze organiche (ad una concentrazione-obiettivo di acrilonitrile pari a < 0,5 mg/Nm3 – media oraria) in un sistema di ossidazione catalitico o termico dedicato, in un inceneritore comune oppure in un impianto a caldaia. La BAT comprende sempre il recupero termico (normalmente con produzione di vapore). La BAT per i vari flussi di sfiato consiste nel relativo trattamento nel sistema di trattamento dei gas residui della colonna di assorbimento oppure in una fiaccola comune per distruggere completamente le sostanze organiche. Altri flussi possono essere sottoposti a lavaggio (ad una concentrazione-obiettivo di acrilonitrile pari a < 0,5 mg/Nm3 – media oraria) per consentire il riciclo dei componenti recuperati. I flussi di effluenti acquosi contaminati comprendono gli effluenti prodotti nella zona di raffreddamento (contenenti solfato di ammonio), i flussi provenienti dal separatore e i flussi discontinui. La BAT include la cristallizzazione del solfato di ammonio ai fini della vendita come fertilizzante. La BAT per i flussi acquosi di scarico consiste nel trattare il flusso contaminato in un impianto dedicato, interno o esterno, di trattamento delle acque di scarico, compreso il biotrattamento, per xx Summary – LV Organic Chemicals trarre vantaggio dall’alta biodegradabilità dei contaminanti organici. Il livello di emissioni associato alla BAT è di 0,4 kg di carbonio organico totale /t di acrilonitrile. Processo illustrativo: EDC / CVM (capitolo 12) Generalità: L’EDC (1,2-etilene dicloruro) è usato principalmente per la produzione di CVM (cloruro di vinile monomero) e lo stesso CVM è quasi esclusivamente impiegato per produrre PVC (polivinile cloruro). Il processo produttivo di EDC e CVM è spesso integrato con impianti per la produzione di cloro a causa delle questione legate al trasporto del cloro e anche perché la catena EDC/CVM/PVC è il maggiore consumatore di cloro. L’Unione europea ha 30 impianti produttivi di EDC/CVM con una capacità totale di CVM di 5 610 kt/anno. Processo applicato: Nel processo a base di etilene l’EDC è sintetizzato per clorazione dell’etilene (clorazione diretta a temperatura alta o bassa) oppure per clorazione dell’etilene con HCl e ossigeno (ossiclorazione). L’EDC grezzo è lavato, asciugato e depurato, mentre i gas residui passano alla fase di ossidazione termica o catalitica. L’EDC puro ed asciutto è sottoposto a cracking termico in appositi forni per produrre CVM e HCl. Il CVM è depurato per distillazione (rimozione di HCl e di EDC non convertito). Quando tutta la quantità di HCl proveniente dal cracking dell’EDC è stata riutilizzata nella fase di ossiclorazione e in assenza di importazioni/esportazioni di EDC o HCl, l’impianto CVM è definito “impianto bilanciato”. Usando la clorazione diretta e l’ossiclorazione gli impianti bilanciati raggiungono un alto livello di sfruttamento dei sottoprodotti. Vi sono possibilità di recupero e riutilizzo energetico grazie alla combinazione di reazioni altamente esotermiche (clorazione diretta e ossiclorazione) e di consumatori di energia (cracking dell’EDC, separazione dell’EDC e del CVM). Consumi / Emissioni: Le principali materie prime sono l’etilene, il cloro, l’ossigeno (aria) e, a seconda della configurazione del processo, l’energia. Essendo cancerogeno, il CVM è l’inquinante atmosferico più pericoloso ma vi sono altri inquinanti potenziali come l’EDC e gli idrocarburi clorurati (es. il carbonio tetracloruro). I principali inquinanti dell’acqua sono composti organici clorurati volatili e non volatili (es. composti clorurati ciclici aromatici, comprese sostanze a base di diossina - soprattutto l’octo-clorodibenzofurano generato dall’ossiclorazione - con sali di ferro sospesi dai catalizzatori ed idrocarburi clorurati leggeri C1 e C2). I principali rifiuti solidi sono i catalizzatori dell’ossiclorazione esauriti, i residui della clorazione diretta, il coke derivante dal cracking termico e la calce spenta (usata in alcuni impianti per la neutralizzazione del CVM). Migliori Tecniche Disponibili: In termini di scelta del processo, si considerano BAT le seguenti tecniche: per la produzione globale di EDC/CVM la BAT consiste nella clorazione dell’etilene; per la clorazione dell’etilene la BAT può essere sia la clorazione diretta che l’ossiclorazione; per la clorazione diretta la BAT può essere sia l’esecuzione a bassa temperatura che quella ad alta temperatura; per l’ossiclorazione dell’etilene si considerano la scelta dell’ossidante (l’ossigeno è la BAT per gli impianti nuovi e può esserlo per gli impianti esistenti a base d’aria) e il tipo di reattore (letto fisso e letto fluido sono entrambi BAT); ottimizzare il bilanciamento del processo (fonti e ricettori di EDC/HCl) per il massimo riciclo dei flussi di processo; porre come obiettivo il bilanciamento completo del processo. xxi Executive Summary – LV Organic Chemicals Inquinanti atmosferici: Le BAT per i maggiori sfiati del processo sono: recupero di etilene, EDC, CVM ed altri composti organici clorurati tramite riciclo diretto; refrigerazione / condensazione; assorbimento in solventi o adsorbimento su solidi; uso dell’ossidazione termica o catalitica per raggiungere le seguenti concentrazioni di gas residui (media giornaliera): EDC + CVM < 1 mg/Nm3, diossina <0,1 ng/Nm3, HCl < 10 mg/Nm3; recupero dell’energia e di HCl dalla combustione dei composti organici clorurati; monitoraggio continuo on line delle emissioni al camino di O2 e CO e campionamento periodico di C2H4, VCM, EDC, Cl2, HCl e diossina; La BAT per le sostanze diffuse consiste nell’uso di tecniche che permettano di raggiungere un livello di emissione di idrocarburi clorurati volatili pari a < 5 kg/h, di EDC nell’ambiente di lavoro pari a < 2 ppm e di CVM nell’ambiente di lavoro pari a < 1 ppm. Inquinanti dell’acqua: Le BAT per il pretrattamento degli effluenti sono: steam stripping o aria calda dei composti organici clorurati a concentrazioni di < 1mg/l, con passaggio dei gas residui alle fasi di condensazione e recupero o incenerimento; flocculazione, sedimentazione e filtrazione dei composti organici clorurati semi-volatili o non volatili assorbiti nel particolato; precipitazione alcalina e sedimentazione (o elettrolisi) ad una concentrazione di rame pari a < 1 mg/l. La BAT per il trattamento finale degli effluenti consiste nel trattamento biologico per raggiungere i livelli seguenti: idrocarburi clorurati complessivi 1 mg/l, COD 125 mg/l (50-100 con doppia nitrificazione – denitrificazione), diossine 0,1 ng iTEQ/l, esaclorobenzene + pentaclorobenzene 1 g/l, esaclorobutadiene 1 g/l. La BAT per i sottoprodotti (residui) consiste nel ridurre al minimo la formazione scegliendo catalizzatori e condizioni operative adeguati e nel massimo riutilizzo dei sottoprodotti come materie prime. La BAT per le consiste nel minimizzare le quantità e nel riciclo nel processo. La BAT per i fanghi provenienti dal trattamento delle acque di scarico e per il coke proveniente dal cracking dell’EDC consiste nell’incenerimento in un inceneritore per rifiuti tossici, dedicato o multifunzione. Processo illustrativo: Toluen-di-isocianato (capitolo 13) Generalità: Gli isocianati, e in particolare il toluen-di-isocianato (TDI) sono importanti dal punto di vista commerciale per la produzione di poliuretano (es. per gommapiuma, plastica e vernice da usare in mobili, auto e prodotti di consumo). Nel 1991 la capacità produttiva mondiale di TDI era stimata a 940 kt. Nel 2001 la capacità produttiva europea è stata di 540 kt/anno con impianti in Belgio, Germania, Francia e Italia. Processo applicato: Le fasi del processo di fabbricazione del TDI sono la nitrazione del toluene, l’idrogenazione del dinitrotoluene (DNT) e la fosgenazione della risultante ammina di toluene (TDA) in un solvente. La scelta delle condizioni di reazione in fase di fosgenazione è importante a causa della reattività dei gruppi di isocianati e della possibilità di reazioni secondarie. Consumi / Emissioni: Le sostanze principali sono il toluene e l’acido nitrico (per produrre DNT intermedio), l’idrogeno (per l’idrogenazione del DNT in TDA) e il fosgene (per la fosgenazione del TDA in TDI). I principali solventi e catalizzatori di processo sono in gran parte riutilizzati. I maggiori inquinanti atmosferici sono composti organici (es. toluene, TDA, solventi), gli ossidi di azoto e l’HCl. I maggiori inquinanti dell’acqua sono composti organici (es. nitroaromatici) e solfati. Il processo di idrogenazione produce residui di distillazione e catalizzatori esauriti. xxii Summary – LV Organic Chemicals L’impianto di fosgenazione produce residui di distillazione, solventi contaminati e carboni attivi che sono smaltiti tramite incenerimento. Migliori tecniche disponibili): La BAT relativa alla concezione del processo si basa sulla fosgenazione del toluene. Le BAT per i consumi e il riutilizzo consistono in: ottimizzare il riutilizzo di cloruro di idrogeno e di acido solforico (produzione di DNT); ottimizzare il riutilizzo di energia della reazione esotermica (senza compromettere l’ottimizzazione del rendimento) e dell’incenerimento dei gas di scarico (es. inceneritore di recupero). La BAT per i gas di scarico consiste nel trattamento con dispositivi di lavaggio (in particolare per la rimozione di fosgene, cloruro di idrogeno e dei VOC) o con l’incenerimento termico dei composti organici e ossidi di azoto. Le basse concentrazioni di composti organici possono essere trattate con altre tecniche come quella dei carboni attivi. Gli ossidi di azoto possono anche essere ridotti tramite ossidazione parziale. La BAT può anche essere una combinazione di metodi di trattamento. Le concentrazioni delle emissioni associate a queste tecniche sono: <0,5 mg/m3 di fosgene, <10 mg/m3 di cloruro di idrogeno e, per l’incenerimento, <20 mg/ m3 di carbonio complessivo. La BAT per le acque di scarico provenienti dalla nitrazione comprende: riduzione delle acque di scarico e delle emissioni di nitrati/nitriti ottimizzando il processo DNT (volume delle acque di scarico < 1m3 /t); massimo riutilizzo delle acque di processo; rimozione dei composti nitroaromatici (DNT, di/tri-nitrocresoli) per ridurre il carico organico (< 1 kg TOC /t DNT) e per garantire la biodegradabilità (eliminazione > 80% con il test Zahn-Wellens). Trattamento biologico finale per rimuovere COD/TOC e i nitrati. La BAT per le acque di scarico provenienti dall’idrogenazione comprende: rimozione dei composti nitroaromatici tramite stripping, distillazione e/o estrazione degli effluenti; riutilizzo delle acque di scarico pretrattate. Volume delle acque di scarico < 1m3 /t; incenerimento (invece del pretrattamento e del trattamento biologico). La BAT per le acque di scarico provenienti dalla fosgenazione comprende: ottimizzazione del processo per dare un carico di TOC di < 0,5 kg/t TDI prima del trattamento biologico. La BAT relativa alla sicurezza dell’impianto consiste nella realizzazione del contenimento parziale degli elementi più pericolosi della fosgenazione o di misure di attenuazione (es. cortina di vapore/ammoniaca) in caso di emissione accidentale di fosgene. Le note conclusive (capitolo 14) del BREF ritengono che lo scambio di informazioni sui LVOC ha avuto un esito positivo. Sono stati raccolti molti pareri favorevoli e non esistono opinioni contrastanti in questo documento. È stata resa disponibile un’ingente quantità di dati, con una partecipazione massiccia delle industrie e degli Stati membri. A causa della diversità dei processi LVOC il BREF non fornisce un esame molto dettagliato dell’intero settore LVOC ma è comunque un ottimo primo passo verso la definizione delle BAT generali e specifiche per i processi illustrativi prescelti. Gli eventi decisivi per lo scambio di informazioni sono stati il “Workshop di Parigi” del 1997, la prima riunione del TWG nell’aprile 1999 e la seconda riunione del TWG nel maggio 2001. La redazione del BREF è stata più lunga del previsto a causa dei ritardi da parte dei membri del TWG nella compilazione dei dati e nella stesura delle relazioni. Una prima bozza elaborata nel luglio 2000 ha suscitato circa 800 osservazioni da parte dei TWG – tutte per posta elettronica. Questo metodo ha facilitato la gestione delle osservazioni che sono state integrate con le xxiii Executive Summary – LV Organic Chemicals decisioni dell’EIPPCB (Ufficio europeo per la prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento); ciò ha permesso di creare un registro trasparente dei motivi e delle modalità di applicazione delle osservazioni. I principali argomenti di discussione riguardavano l’accordo sulla BAT generale per gli inquinanti dell’atmosfera e dell’acqua, una tecnica sufficientemente flessibile per coprire tutti i processi LVOC e tuttavia sufficientemente specifica ai fini della redazione. Ciò è stato ostacolato dalla mancanza di dati sui costi e sulle emissioni e dalla contemporanea elaborazione della bozza di BREF orizzontali (in particolare i BREF sulla gestione delle acque e dei gas di scarico nell’industria chimica). Lo scambio di informazioni ha movimentato oltre 150 documenti tecnici con una buona diffusione dei dati nel settore LVOC. I capitoli del BREF sui processi illustrativi si sono avvalsi delle relazioni del CEFIC (Consiglio della federazione europea dell’industria chimica) e della sua opera di coordinamento delle revisioni a livello europeo (spesso per la prima volta). Altri importanti contributi sono stati forniti da - in ordine casuale - Austria, Finlandia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. Oltre 140 documenti di lavoro sono stati inseriti nel Member’s Workspace del sito web dell’EIPPCB e nel maggio 2001, data della seconda riunione del TWG, gli accessi a questi documenti erano più di 1000. Ciò dimostra la grande attività del TWG che si è avvalso del forum di scambio per via elettronica fornito dal Member’s Workspace. Il settore LVOC usa processi ben radicati e il capitolo sulle tecniche emergenti (capitolo 15) non identifica cambiamenti tecnologici imminenti. Sembra non esserci un urgente bisogno di rivedere il BREF ma si dovrà procedere ad una revisione alla luce dell’uso del documento (specialmente per il capitolo sulle BAT generali). Negli scambi di informazioni futuri sarà opportuno considerare argomenti quali: processo illustrativo - esaminare prima di tutto i processi per la produzione di 2-etil-esanolo, fenolo, acido adipico e principali prodotti LVOC come il benzene etilico, lo stirene e l’ossido di propilene. È anche consigliabile riesaminare il processo TDI e considerare una metodologia di selezione per i processi illustrativi; interfaccia con altri BREF - verificare la presenza di omissioni o sovrapposizioni nel BREF sui LVOC laddove esiste una serie completa di BREF orizzontali e di BREF sull’industria chimica; verifica degli effluenti totali – può avere grande importanza per le acque di scarico dei LVOC; dati sulle emissioni / consumi – raccogliere un maggiore numero di dati quantitativi e stabilire metodologie di benchmarking ambientale; dati sui costi – raccogliere un maggior numero di dati sui costi e contribuire a sviluppare un metodo standard per la conversione dei costi; altri inquinanti / altre questioni - fornire più informazioni su temi come le vibrazioni. Il rumore, lo smantellamento e la prevenzione degli infortuni; strategia chimica –valutare l’interazione tra il BREF e la strategia messa in atto nell’UE per ridurre i rischi derivanti dalle sostanze chimiche; separazione dei documenti relativi ai processi illustrativi – valutare la possibilità di dividere il BREF in un documento centrale “generico” e in una serie di documenti specifici sui “processi illustrativi”; sistema di classificazione degli inquinanti atmosferici – si suggerisce alla direzione generale "Ambiente" di valutare la necessità di un sistema europeo normalizzato per la classificazione degli inquinanti atmosferici; maggiore ampiezza dei processi illustrativi – valutare se le descrizioni sommarie dei processi e le BAT generali necessitano di essere estesi per fornire più informazioni sui processi non illustrativi; xxiv Summary – LV Organic Chemicals biotecnologia – è consigliata come un settore che merita ulteriori attività di ricerca e sviluppo; soglie del tasso di perdita per la riparazione delle perdite di sostanze diffuse – valutare le opinioni diverse di CEFIC e Paesi Bassi per definire un approccio comune. La CE sta lanciando e cofinanziando, attraverso i suoi programmi di RST, una serie di progetti concernenti le tecnologie pulite, tecnologie emergenti di trattamento degli effluenti e di riciclo nonché strategie di gestione. Questi progetti possono apportare un utile contributo alle future revisioni BREF. Si invitano pertanto i lettori ad informare l'Ufficio europeo di prevenzione e di riduzione integrata dell'inquinamento (European Integrated Pollution Prevention and Control Bureau - EIPPCB) in merito a qualsiasi risultato di ricerca che interessi il campo di applicazione del presente documento (cfr. anche la prefazione del presente documento). xxv