Arvicola delle nevi

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Arvicola delle nevi
Chionomys nivalis (Martins, 1842)
Codice lista italiana: 110.646.0.001.0
Priorità: 11
RARITÀ GENERALE: valore = 2: Specie non inclusa nella nuova “Lista Rossa” italiana ma
inclusa nella Convenzione di Berna.
COROLOGIA: valore = 3: L’Arvicola delle Nevi ha un areale limitato alle porzioni
montane dell’Europa sino al Medio Oriente.
FRAGILITÀ: valore = 3: bassa capacità di dispersione e medio potenziale riproduttivo.
CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 2. L’Arvicola delle nevi è
localizzata nelle aree alpine della Regione, In Valtellina e sulle Orobie bergamasche,
alcuni studi rilevano valori di densità medi nelle aree vocate per la specie. Per altre zone
alpine della regione si hanno solo indicazioni circa la presenza della specie, che non
permettono altrimenti di stabilire una classe di consistenza.
SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 2. Colonizza frane, conoidi di deiezione o morene
parzialmente stabilizzate o più precisamente accumuli rocciosi costituiti da rocce di
media grandezza (diametro superiore ai 20 centimetri) moderatamente assestati da
scarsa o media vegetazione, e quindi una specie moderatamente esigente nella scelta
dell’habitat.
CRITICITÀ: valore = 2. Essendo una specie tipicamente alpina, la Lombardia riveste, nel
contesto nazionale, un ambito importante nella distribuzione complessiva della specie,
eguagliata dalle regioni aventi parte del proprio territorio situato in ambiente alpino.
STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Lo stato di conservazione delle popolazioni di questa
specie non richiede l’attuazione di particolari misure di gestione [E].
TIPOLOGIE DI INTERVENTO: Non è attualmente necessario adottare specifici interventi di
conservazione.
COSA NON FARE: evitare alterazioni degli habitat tali per cui i micro-habitat possano
risultarne irrimediabilmente danneggiati.
FATTORI CRITICI: in relazione alle attuali conoscenze non sono da rilevare particolari
fattori critici minaccianti la specie.
L’Arvicola delle nevi si distingue dagli agli altri Arvicolidi per la taglia visibilmente
superiore. Il peso, infatti, può arrivare negli individui adulti fino a 56 g. Gli occhi e le
orecchie sono ben visibili, anche i baffi risaltano particolarmente, raggiungendo la
ragguardevole misura di 6 cm. La coda, discretamente lunga (fino a 45 mm), è ricoperta
da un mantello chiaro, che, negli individui adulti, appare talvolta quasi bianco. Il corpo
raggiunge i 120 mm e si presenta di un uniforme grigio ardesia; non si nota una netta
demarcazione rispetto al grigio chiaro del ventre.
Vive principalmente fra le fenditure delle rocce, in ambienti come morene, detriti di
frana, muretti a secco. La presenza della vegetazione sembra essere una caratteristica
meno importante, sebbene talvolta questa arvicola s’insedi anche nelle rade foreste di
conifere provviste di un folto sottobosco. Durante la stagione invernale non è inusuale
trovarle nei pressi di cascine e alpeggi di alta quota. E’ presente, talvolta comune, nelle
aree protette del settore alpino.
Le caratteristiche morfologiche denotano una scarsa attitudine fossoria. I numerosi
anfratti naturali al di sotto degli ammassi rocciosi, offrono, infatti, riparo e un gran
numero di siti adatti alla costruzione della tana, generalmente costituita di erba secca,
oltre che protezione dai tipici predatori dei piccoli Mammiferi (Strigiformi e Carnivori).
Sotto i blocchi rocciosi inoltre si crea un microclima fresco-umido a temperatura
costante che smorza le fluttuazioni termiche giornaliere e stagionali. La peculiarità di
questa nicchia ambientale che limita la presenza di competitori, la scarsa predazione a
cui è soggetta e la relativa stabilità del proprio biotopo, incidono significativamente
sulla strategia riproduttiva dell'Arvicola delle nevi. Tra maggio ad agosto vi sono infatti
non più di due parti, da cui nascono 2-4 piccoli. L’allattamento occupa i primi 39 giorni
di vita, a cui segue lo svezzamento. L’elevata sopravvivenza e tasso riproduttivo
contenuto si traducono in una strategia riproduttiva in cui i valori di densità delle
popolazioni rimangono pressoché costanti, senza le tipiche fluttuazioni cicliche proprie
di altri roditori (ad esempio Microtus arvalis).
Durante la stagione estiva ed autunnale le arvicole sono sedentarie, e le aree familiari
dei maschi e delle femmine tendono a sovrapporsi, mentre gli appartenenti allo stesso
sesso occupano aree distinte, i subadulti vivono comunque nell’area della madre fino
all’autunno, al termine del quale i territori utilizzati durante la stagione riproduttiva
sono abbandonati. Si formano quindi, durante il periodo invernali, gruppi misti che
compiono anche notevoli migrazioni per portarsi in territori più idonei al superamento
del periodo invernale.
La dieta si centra principalmente sulle parti verdi e le radici dei vegetali, consumati al
riparo fra gli interstizi delle rocce. Sono abili arrampicatrici, attive durante tutto il corso
della giornata, con picchi di attività all’alba e al tramonto. Non sono particolarmente
timorose, non è quindi improbabile avvistarle fra le rocce in cui vivono e fra cui si
spostano velocemente.
Barbara Chiarenzi
Bibliografia
AA.VV., 1995. Mammiferi della Svizzera. Birkhauser Verlag, Bern.
Amori G., 1993. Italian Insectivores and Rodents: extinctions and current status. Suppl.
Ric. Biol. Selvaggina XXI (1993):115-134.
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Mondadori, Milano.
Mitchell-Jones A.J., Amori G., Bogdanowicz W., Kryštufek B., Reijnders P.J.H.,
Spitzenberger F., Stubbe M., Thissen J.B.M., Vohralìk V., Zima J., 1999. The Atlas of
European Mammals. T. & A.D. Poyser, London.
Santini L., 1983. I Roditori di interesse agrario e forestale. Coll AQ717232 CNR,
Padova.
Toschi A., 1965. Fauna d’Italia. Mammalia (Lagomorpha, Rodentia, Carnivora,
Ungulata, Cetacea). Editrice Calderini, Bologna.
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