il terriccio nella coltivazione dei bonsai

IL TERRICCIO NELLA COLTIVAZIONE DEI BONSAI
La conoscenza e la scelta del terriccio sono di fondamentale importanza per la vita di un Bonsai. É necessario conoscere gli elementi che compongono il terriccio e come agiscono. In base alla prevalenza di Argilla
(particelle piccolissime e terreno compatto), sabbia (particelle grossolane e terreno poroso) o roccia,
crescono specie di piante diverse.
Anche il pH del terreno influisce sul tipo di vegetazione; la maggior parte delle piante preferisce terreni
neutri, molte piante coltivate prediligono terreni alcalini, poche i terreni acidi.
La parte più superficiale del terreno, il suolo, cambia nel tempo la propria composizione chimica per azione
sia delle piante, sia degli agenti atmosferici: é proprio da qui che le piante traggono il nutrimento, diminuendo
dopo un certo periodo il contenuto.
Il suolo é costituito da una parte minerale derivante dall’erosione delle rocce e dall’humus, parte organica
che si origina dalla decomposizione degli organismi viventi.
Il terreno vegetale é una miscela di materie minerali, sostanze organiche e corpi organizzati misti ad aria e
acqua ed é dotato di una struttura fisica adatta alla penetrazione e alla circolazione al suo interno dei più
importanti agenti meteorici e biologici.
A seconda della diversa composizione mineralogica, chimica e biologica del miscuglio varia il complesso
delle proprietà e delle attitudini agronomiche e quindi le potenzialità produttive (fertilità).
Dai vari componenti il terriccio, si stabilisce il comportamento fisico di questo rispetto alla penetrazione ed
alla circolazione dell’acqua, dell’aria e dei batteri. Questo comportamento é funzione di importantissime
proprietà fisiche: porosità, potere capillare, permeabilità.
La porosità del terreno é correlata alla capacità di penetrazione delle radici, la permeabilità regola lo smaltimento dell’acqua, la capacità idrica, o potere capillare, indica la quantità massima di acqua che un terreno
può trattenere al limite della saturazione.
I tipi di terreno più comuni vanno così suddivisi:
- terreno forte o compatto con prevalenza di argilla e limo (molto impermeabile e di colore rossastro);
- terreno sciolto o sabbioso con prevalenza di sabbia (poco compatto e molto permeabile, di colore grigio
chiaro);
- terreno di medio impasto (composto da sabbia e argilla e da uno scheletro in dosi non eccessivamente
elevate).
La strutturazione del terreno determina il movimento di acqua e aria ed il relativo grado di permeabilità originando terreni asfittici quando si ha molta argilla o una struttura a grana fine o terreni a tendenza siccitosa
in presenza di eccesso di scheletro.
L’esame per conoscere la natura chimico-fisica del terreno é molto facile e l’attrezzatura di solito é in vendita
in molti garden. Questo esame serve a stabilire il grado di acidità del terreno ed eventualmente a modificarne lo stato: ad esempio il valore di alcalinità si abbassa aggiungendo terricci organici e fertilizzando con concimi organici; per i terreni acidi si aggiunge calce idrata o gesso agricolo per ridurre
l’acidità.
Dalla vegetazione spontanea esistente in una zona é possibile avere un’idea della reazione del terreno: i
terreni acidi sono invasi specialmente da Eriche, Felci, Giunchi, Ginestre, Rododendri, Pini, Betulle, mentre
la Gramigna, le Tamerici sono piante abitatrici di terreni alcalini derivati da rocce calcaree o dolomitiche
contenenti grandi quantità di bicarbonato di calcio.
Una pianta appartenente ad una delle prime due categorie, se rinvasata con una miscela sbagliata, avrà
come conseguenza un rallentamento dello sviluppo ed in breve tempo deperirà irrimediabilmente.
L’acidità del terreno può essere di origine organica o inorganica a seconda che sia dovuta a costituenti organici o minerali. Influisce molto sulla variazione di acidità l’azione di dilavamento provocata dalle continue
innaffiature a cui sono sottoposti i Bonsai. Nei climi aridi si ha accumulo di sali o di alcali per cui si
giunge all’alcalinità; nei climi umidi il terreno tende verso l’acidificazione.
Gli Alberi reagiscono in maniera diversa se crescono in piena terra o in vaso: senza la limitazione del vaso le
radici possono crescere più liberamente con la perfetta simbiosi che si ottiene fra le varietà della pianta e il
tipo di terreno dove questa cresce. Se il suolo é morbido e ricco di nutrimento, l’apparato radicale si espande
poco poiché non ha bisogno di cercare lontano le sostanze che gli sono necessarie. Se il terreno di una
pianta in vaso é “povero”, le radici perdono vigore e fuoriescono dal vaso.
Un altro problema della pianta in vaso é che le radici crescono in lunghezza e volume: se la miscela di terreno non é ben dosata, le radici crescono a dismisura, il terreno tende a compattarsi provocando il soffocamento delle radici e bloccando il loro sviluppo.
Le particelle solide di una zolla di terra legano in quanto adsorbite con aria e acqua; l’aria forma una pellicola
attorno alle particelle solide ed é in questi spazi che crescono le radici cercando ossigeno e nutrimento. Le
radici, per mantenere le funzioni vitali della pianta, assorbono Sali, Ossigeno ed Azoto dal terreno eliminando CO2 ; se la composizione della miscela é tale che il drenaggio non avviene rapidamente, la CO2
prodotta dal metabolismo radicale tenderà a concentrarsi nel terreno con notevole sofferenza della pianta.
Argilla.
Svolge molte funzioni importanti e insostituibili, fra cui la quantità di nutrimento che dà alla pianta. É composta da particelle estremamente piccole e piatte contenenti sostanze minerali che reagiscono chimicamente al cambiare della temperatura, rilasciando le parti nutritive che saranno utilizzate dalla pianta.
L’argilla contiene Idrogeno, Sodio, Potassio, Magnesio e ioni di Ammonio.
Sabbie.
Favoriscono molto lo sviluppo radicale con la loro forma granulometrica, evitando che il terriccio soffochi.
Permettono una aerazione ottimale e quindi uno scambio gassoso delle radichette che, per effetto di un
buon drenaggio, provoca una migliore circolazione capillare dell’acqua. Per le miscele da Bonsai si usano
sabbie di fiume o di roccia frantumata, come ad esempio granito o basalto. Viene usata anche la sabbia
vulcanica composta da pomice o dalla lava che con le sue particelle a superficie ruvida trattiene capillarmente l’acqua meglio e mantiene il terriccio ben aerato. La sabbia di roccia disgregata ha un maggiore potere nutritivo della sabbia inerte. Non usate mai sabbia di mare o di spiaggia perché il contenuto salino
danneggerebbe irrimediabilmente la pianta.
Una sabbia a grani fini tende a favorire una ramificazione più fitta e una crescita più lenta ed é consigliabile per Bonsai vetusti e per quelli più piccoli.
Una precauzione da usare consiste nel lavaggio della sabbia per eliminare le particelle di limo che vanno ad
ostruire i pori del terriccio.
Foglie di Faggio decomposte.
Aiutano a mantenere l’umidità e la loro decomposizione fornisce elementi nutritivi e sali minerali.
Sfagno.
Gli sfagni sono vegetali appartenenti alla classe dei muschi; hanno una parte molto importante nella formazione della torba e costituiscono appunto le cosiddette torbiere.
Torba.
Si forma con l’accumularsi lento e continuo di residui vegetali. Le torbiere si trovano nei territori e nelle zone
a clima rigido. É usata anche come substrato per far germinare semi e radicare talee. Va attentamente
dosata perché trattiene l’acqua quindi assoggetta facilmente la pianta al marciume radicale. Essendo
inoltre un substrato povero di elementi nutritivi, richiede maggiori fertilizzazioni che alla fine provocherebbero uno sviluppo irregolare del Bonsai.
Humus.
La sostanza organica che costituisce il terreno é denominata humus. Essendo una miscela di vari prodotti di
decomposizione, non può avere nessuna composizione chimica e costituzione definitiva e permanente.
L’humus corregge difetti agronomici evitando inconvenienti quali: l’indurimento del terreno, la zollositá del
letto di semina, la difficoltà di asciugamento, lo sviluppo radicale ridotto, il minore assorbimento di acqua e di
elementi nutritivi.
L’humus, ad opera dei microrganismi, fornisce alle radici macroelementi e microelementi. Insieme all’argilla
costituisce la parte essenziale del complesso assorbente del terreno. Tutte queste proprietà fanno
dell’humus il regolatore dell’alimentazione minerale delle piante.
Terra d’Erica e di bosco.
Sono formate dallo strato superficiale del terreno al di sotto del manto di foglie in decomposizione; contengono soprattutto Potassio.
Polvere di rocce.
É una polvere finissima ottenuta dalla frantumazione di differenti tipi di rocce sedimentarie e eruttive. Ha le
stesse caratteristiche del limo trasportato dai fiumi. A differenza dei concimi chimici convenzionali il cui apporto é solitamente limitato all’Azoto, Fosforo, Potassio, queste polveri mettono a disposizione della pianta
una vasta gamma di elementi nutritivi (Magnesio, Calcio, Ferro, Zolfo, Silicio, Potassio, Fosforo, ecc.) e
arricchiscono il terriccio di preziosi oligoelementi indispensabili per l’equilibrato sviluppo delle piante. Inoltre,
la bassa solubilità dei sali contenuti, oltre a garantire una scorta minerale a lento utilizzo, protegge le piante
da possibili squilibri nutritivi.
Aghi di Pino.
Servono esclusivamente a mantenere costante il pH che viene continuamente alterato dalle frequenti innaffiature con acqua dura.
Substrato di base.
Sono in commercio specifiche confezioni per Bonsai. Contiene concimi organici, torbe fortemente decomposte, argilla, sabbie lavate e resine che evitano la rapida essiccazione del terriccio e le ripetute innaffiature.
Generalmente deve essere neutro o subacido. Va sostituito ogni anno perché viene alterato dalle
fertilizzazioni e annaffiature.
Akadama.
La sua traduzione significa “terra rossa”: é un terriccio di colore giallo ocra simile all’argilla. Viene estratto tra
uno strato superficiale di terra vegetale e uno più profondo di sabbia e fatto seccare in serra. Questo terriccio
é neutro con pH compreso tra 7 e 7,3, ha minore capacità di trattenere l’acqua rispetto agli altri terricci,
ragione per cui presenta l’inconveniente, soprattutto in Estate, di asciugare rapidamente. Il grosso
vantaggio é costituito dal fatto che un Bonsai ospitato in questo substrato non correrà certamente il rischio
di morire per marciume radicale. Questo terriccio richiede quindi innaffiature più frequenti e fertilizzazioni
con prodotti organici.
Per le piante in formazione si consiglia di miscelare fino ad un massimo del 50% con altri terricci e/o torba.
Dà risultati apprezzabili con piante che hanno un apparato radicale scarso e comunque con piante le cui
condizioni non sono ottimali.
I Bonsaisti Giapponesi, imitando ciò che avviene in Natura, formano nel vaso tre strati così composti: Akadama a grana fine, poi quella a grani grossi e, alla fine, uno strato di sabbia di fiume grossa.
Kanuma.
É un altro terriccio di colore giallo chiaro, di origine vulcanica, soffiato con aria calda e quindi perfettamente
sterilizzato, che viene preso in profondità, sotto lo strato di sabbia.
Viene usato per rinvasare azalee e piante acidofile, si può miscelare con altri terricci ottenendo così un ottimo potere drenante. Presenta le stesse caratteristiche dell’Akadama.