Tutti gli spettacoli si svolgono presso Teatro Donizetti, da martedì a sabato ore20.30, domenica ore 15.30. IL GABBIANO dal 25 al 30 novembre 2008 di Anton Cechov regia di Marco Bernardi con Patrizia Milani, Carlo Simoni e Maurizio Donadoni produzione Teatro Stabile di Bolzano Il gabbiano, scritto nel 1895, è certamente uno dei quattro capolavori teatrali di Anton Cechov e forse il suo testo più rappresentato per l’importanza dei temi trattati, per la profondità dell’analisi della condizione umana e per la felicità poetica della storia e dei personaggi. Al centro i conflitti generazionali nella doppia dimensione genitori/figli e artisti affermati/giovani artisti debuttanti e poi i ragionamenti appassionati sull’arte e il suo rapporto con la vita, sulla scrittura, sul teatro, il tutto accompagnato da un’incessante e disperata ricerca d’amore. “Nel Gabbiano ci sono cinque tonnellate d’amore” scrisse allora Cechov. Marco Bernardi ritorna a Cechov otto anni dopo la fortunata prova de Il Giardino dei ciliegi con la sua compagnia guidata come allora da Carlo Simoni e Patrizia Milani, affiancati, in questa occasione, da Maurizio Donadoni e da quattro giovani attori. SIOR TODERO BRONTOLON dal 9 al 14 dicembre 2008 di Carlo Goldoni regia di Giuseppe Emiliani con Giulio Bosetti con la partecipazione di Marina Bonfigli e con Nora Fuser, Sandra Franzo, Alberto Mancioppi, Francesco Migliaccio, Franco Santelli, Tommaso Amadio, Caterina Bajetta e Umberto Terruso produzione Vortice -Teatro Fondamenta Nuove di Venezia, Teatro Carcano di Milano e Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni” È un Goldoni insolitamente nervoso e aggressivo quello che scrive Sior Todero brontolon. Todero, infatti, non ha niente di bonario: ha perso qualsiasi tratto della burbera umanità dei Rusteghi, diventando un vecchio dal carattere “inquieto, fastidioso, indiscreto”, dominato da un maniacale bisogno di dominio. Il carattere di Todero è uno dei più odiosi della produzione goldoniana, tuttavia, l’interpretazione che ne dà Giulio Bosetti, diretto da Giuseppe Emiliani, si scosta da una recitazione di maniera privilegiando l’approfondimento dei lati universali del personaggio, che ce lo fanno sentire, a trecento anni di distanza, ancora un personaggio dei nostri tempi. Vale, infatti, ancora oggi quel che scrisse allora Goldoni: «Pur troppo vi sono al mondo di quelli che lo somigliano». RAIN dal 6 all’11 gennaio 2009 scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca con gli artisti acrobati del Cirque Éloize produzione Cirque Éloize PRIMA NAZIONALE Dopo il successo dello scorso anno con Nebbia, torna anche quest’anno il magico mondo del Cirque Éloize, questa volta con Rain, seconda parte di quella Trilogia del Cielo nata sette anni fa dall’incontro con Daniele Finzi Pasca. Tre spettacoli in cui il mondo dell’acrobatismo e la poesia del circo della Compagnia Cirque Éloize incontrano l’universo etereo e nostalgico e i personaggi profondamente umani che contraddistinguono gli spettacoli di Daniele Finzi Pasca. Se in Nomade si guarda verso l’alto per scoprire che è il cielo la notte più grande, in Rain da quel cielo piove su di noi una libertà nostalgica, mentre in Nebbia il cielo scende come un mantello a coprirci le spalle, a protegge i nostri sogni. Rain è uno spettacolo che ci trascina nel mondo dei sogni fanciulleschi e dei ricordi che noi tutti condividiamo, ispirandosi a momenti immortali ed immutabili e unendo l’abilità acrobatica alla sensualità e alla poesia pura. IL DIO DELLA CARNEFICINA dal 20 al 25 gennaio 2009 di Yasmina Reza regia di Roberto Andò con Anna Bonaiuto, Alessio Boni, Michela Cescon e Silvio Orlando produzione Nuovo Teatro in coproduzione con Gli Ipocriti A dispetto del titolo, Il dio della carneficina è una commedia “da camera” che racconta le labili fondamenta del vivere civile. Due coppie di genitori si confrontano per dirimere con civiltà una lite esplosa in strada fra i figli con tanto di denti rotti. Ma come andrà a finire? Sarà possibile una discussione calma e serena tra persone adulte? O diventerà una notte di isteria tra insulti, capricci e lacrime? I ragazzi sono ragazzi si sa… ma gli adulti finiscono per comportarsi anche peggio. Scrittrice di spicco del panorama letterario francese, sin dalla fine degli anni Ottanta, Yasmina Reza si è aggiudicata con le sue pièce più di un premio Molière. Ma il “vero” successo è arrivato solo lo scorso anno con la pubblicazione di L’alba la sera o la notte, un libro – o meglio, come lei stessa suggerisce – “uno schizzo” su Nicolas Sarkozy, immediatamente tradotto in tutto il mondo. UN CERTO SIGNOR G dal 10 al 15 febbraio 2009 dall’opera di Giorgio Gaber e Sandro Luporini regia di Giorgio Gallione elaborazione musicale di Paolo Silvestri con Neri Marcorè produzione Teatro dell’Archivolto in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber Un certo signor G è l’occasione per rileggere, rivisitare, re-interpretare l’opera di Giorgio Gaber a più di 35 anni di distanza. Lo spettacolo è un’esplorazione nel mondo paradossale e buffonesco di questa maschera di uomo comune che si interroga sul senso della propria vita, rifacendosi alle forme del “teatro canzone”. Neri Marcorè è il signor G: solo sul palcoscenico accompagnato da due pianiste che suonano la magistrale elaborazione musicale, quasi concertistica, di Paolo Silvestri - riscopre un’opera, quella di Gaber e Luporini, che rappresenta un classico moderno che tra ironia, malinconia, istanze civili e comico paradosso ci parla dei destini dell’uomo moderno, in bilico tra utopia, impotenza, razzismo, amore, consumismo, paura e sogno. I DUE GEMELLI VENEZIANI dal 10 al 15 marzo 2009 di Carlo Goldoni regia di Antonio Calenda con Massimo Dapporto e con Alessandra Raichi, Giovanna Centamore, Osvaldo Ruggeri, Francesco Gusmitta, Umberto Bortolani, Marianna de Pinto, Carlo Ragone, Felice Casciano, Adriano Braidotti e Lamberto Consani coproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Noctivagus Produzioni Teatrali Capolavoro della comicità e della scrittura scenica, I due gemelli veneziani offre al protagonista un banco di prova eccezionale, pari a pochi altri nella storia del teatro. Nell’opera, infatti, il sapiente studio dei caratteri, il mondo complesso di sentimenti, inquietudini, emozioni e umanissime rivalità non va mai disgiunto dal virtuosismo comico, dal grande gioco del teatro (fatto di equivoci, frenesie, mascheramenti, malintesi) che l’autore veneziano usava con estrema destrezza. E sebbene il motivo del doppio abbia radici lontane, nell’antica tradizione latina, il genio goldoniano riesce a donargli in un soffio l’universalità. Antonio Calenda - concertatore di un allestimento che equilibra realismo e fantasia – dirige un cast che sa armonizzare sensibilità di analisi e virtuosismo interpretativo, all’interno del quale spicca un Massimo Dapporto versatile e completo, che darà vita al paradosso di Tonino e Zanetto. SILLABARI dal 17 al 22 marzo 2009 da Goffredo Parise di e con Paolo Poli e con Luca Altavilla, Alfonso De Filippis, Alberto Gamberoni e Giovanni Siniscalco regia di Paolo Poli produzione Produzioni Teatrali Paolo Poli – Associazione Culturale I Sillabari di Goffredo Parise, considerati all’unanimità il suo capolavoro, sono una serie di brevi racconti, veri gioielli narrativi, incentrati sui sentimenti (da Amore a Solitudine). Scritti alla metà del secolo scorso, ci sorprendono oggi per la loro freschezza, per l’immediatezza quasi infantile del racconto, per la magia umile e alta dei personaggi. Lo spettacolo, diretto e interpretato da Paolo Poli, certo non nuovo a queste imprese che uniscono fine letteratura, ironico divertimento e gusto del paradosso, disegna, sullo sfondo di immagini di Lele Luzzati, figure e figurine dei vari racconti articolati fra gli anni Quaranta e Sessanta, cui fanno eco canzonette leggere assai pertinenti alla realtà storica. COPENAGHEN dal 31 marzo al 5 aprile 2009 di Michael Frayn regia di Mauro Avogadro con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice produzione ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione e CSS Teatro Stabile d’Innovazione del Friuli Venezia Giulia La vicenda, ambientata nel settembre del 1941, ricostruisce l’incontro tra Werner Heisenberg, inventore del principio di indeterminazione, e Niels Bohr, suo maestro, fondatore negli anni Dieci della fisica atomica. Bohr e Heisenberg, due ex compagni di ricerche costretti dalla guerra a guardarsi con sospetto, si trovano, alla vigilia del primo devastante uso della bomba atomica, imprigionati in un labirinto di domande che stentano a trovare risposta, sommerse come da ambiguità e dubbi estenuanti sul rapporto tra potere, scienza e morale. La regia di Mauro Avogadro è attentissima a sondare i contenuti scientifici senza disdegnare gli appigli comunicativi, puntando soprattutto sui ritmi in una sorta di arena processuale dove si fronteggiano i due scienziati: un teso e intenso Umberto Orsini con risvolti di sofferta ironia ed un tormentato e coinvolgente Massimo Popolizio, siglati dalla pura maturità e saggezza di Giuliana Lojodice. MADRE CORAGGIO dal 14 al 19 aprile 2009 di Bertolt Brecht rielaborazione del testo Antonio Tarantino regia di Cristina Pezzoli con Isa Danieli e con Alarico Salaroli, Marco Zannoni, Lello Serao, Arianna Scommegna, Xenia Bevitori, Carlo Caracciolo, Matteo Cremon, Antonio Fabbri, Tiziano Ferrari, Vesna Hrovatin, Paolo Li Volsi, Fabio Mascagni, Aurora Peres, Sergio Raimondi, Luigi Tabita e Shi Yang produzione Gli Ipocriti Madre Courage e i suoi figli è uno dei testi più forti e poetici che siano mai stati scritti sul tema della guerra e sulla sua logica aberrante. La protagonista del dramma, ambientato da Brecht nella Guerra dei Trent’anni, è la vivandiera Anna Fierling, detta Madre Coraggio per aver sfidato le cannonate, durante l’assedio, per portare a termine il suo commercio di pagnotte ammuffite. Gli affari per Madre Coraggio vengono prima di tutto e, nonostante la perdita dei figli, non capisce che la guerra è un affare solo per potenti e pensa di poterne vivere senza dare nulla in cambio. La regista Cristina Pezzoli porta in scena un Brecht contemporaneo, attualissimo e avido di denunce, affidando l’interpretazione di Madre Coraggio ad una grintosa Isa Danieli, la cui schietta e inesauribile energia accompagna lo spettacolo conferendogli momenti di grande commozione.