E il Verbo si fece carne e venne

Centro Diocesano Famiglia
Ufficio Liturgico Diocesano
La famiglia in preghiera
Tempo di Avvento e Tempo di Natale 2004-2005
Nel Natale è custodito uno dei più grandi misteri di Dio e dell’uomo. Un Dio che assume la nostra
condizione umana, debole e mortale è impensabile per noi, inconcepibile.
La Liturgia e la Scrittura ci aiutano a entrare in questo mistero.
Nella professione di fede domenicale proclamiamo: “Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal
cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”; san Paolo
nella lettera ai Galati esclama: “Mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20) e Giovanni nel suo
Vangelo: “In questo sta l’amore, non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi ed ha mandato
suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”(Gv 4,10). All’inizio del Vangelo di Giovanni
poi leggiamo:
Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi
(Gv 1,14)
Anche noi oggi ci domandiamo il significato profondo della nascita del Figlio di Dio da una donna
e, camminando nelle strade del duemila come il popolo pellegrino nel deserto, continuiamo a
interrogarci: Dov’è il nostro Dio? Si interessa davvero a noi?
E ogni anno arriva un altro Natale, un NUOVO NATALE!
Nel bambino di Betlemme troviamo la risposta a questi interrogativi: un Dio Re e Bambino che nella
debolezza ha nascosto una forza infinita, nella piccolezza un’immensa grandezza, nella povertà ha
celato la sua immensa ricchezza. Ha condiviso la nostra condizione umana segnata dal bisogno e
dal limite, perché voleva sentire, toccare e abbracciare il mondo. È nato nel nascondimento
silenzioso; una Luce ha illuminato la notte e ha chiamato a quella culla i poveri, i pastori insieme ai
lontani e potenti magi.
Il suo pianto rompeva il silenzio, squarciava le tenebre e gridava al mondo il pensiero di Dio su
ognuno di noi: FIGLI NEL FIGLIO, chiamati ad AMARCI COME LUI CI HA AMATO. Ecco la sua
traccia indelebile che divide la storia.
Riconosciamo dunque in quel Bambino la manifestazione di Dio per noi, il segno di un amore che ci
ha amato fino alla fine. Alziamo gli occhi per trovare, nel nostro cielo, i segni luminosi che ci
conducono a Lui, seguiamone la Voce, seguiamo come i magi la Stella.
Viviamo questi giorni misteriosi dell’attesa con timore e pazienza, andando all’INCONTRO
inaspettato con il Bambino per vedere e contemplare il Dio che chiede a noi affetto e amore,
nutrimento e calore, un Dio che, come a Maria e Giuseppe, oggi a noi è stato affidato e si affida.
La nostra fede cresca e si sviluppi perché possiamo riedificare, nella nostra esistenza, la relazione fra
l’umano e il divino che precedeva il peccato e che sarà perfetta quando Dio sarà tutto in tutti.
Creati a Sua somiglianza e immagine,
pensati per poterlo conoscere e riconoscere
siamo ancora qui oggi,
nel soffio di un vento leggero,
per ritrovare un tempo ed un modo
per parlare di nuovo con Lui
passeggiando nel giardino sul far della sera.
I DOMENICA D’AVVENTO
Vigilate ancora!
28 novembre 2004 (anno A)
(Si può iniziare con un canto)
ogni Natale, viene ogni giorno, ci fa nascere di
nuovo, si regala a noi, instancabilmente.
Tutto questo perché possiamo comprendere che è
Lui il nostro fine essenziale; vederlo, trovarlo
dopo averlo a lungo cercato, atteso, invocato.
Preghiera
Manda, o Padre,
il tuo Spirito:
fa’ che camminando nelle sue vie
portiamo frutti di GIOIA.
Amen
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo.
Sei in mezzo a noi, Signore.
Tutti:
Noi ascoltiamo la tua Parola:
aiutaci a realizzarla nella nostra vita.
Tenendoci per mano
preghiera di Gesù:
Si accende la prima candela
recitiamo
insieme
la
Padre nostro
La luce del Signore risplenda su di noi
perché la nostra gioia sia piena.
Attendiamo vigilanti
la venuta del Signore.
Tutti:
Vieni Signore Gesù!
Tutti:
Egli ci dona la vita eterna.
Ascoltiamo
Dal Vangelo secondo Matteo
(24,37-44)
In quel tempo Gesù disse: «Come fu ai giorni di
Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo.
Infatti, come nei giorni che precedettero il
diluvio mangiavano e bevevano, prendevano
moglie e marito, fino a quando Noè entrò
nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne
il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla
venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini
saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro
lasciato. Due donne macineranno alla mola: una
sarà presa e l'altra lasciata. Vegliate dunque,
perché non sapete in quale giorno il Signore
vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di
casa sapesse in quale ora della notte viene il
ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare
la casa. Perciò anche voi state pronti, perché
nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo
verrà».
Silenzio
Riflessione
Questo brano è tratto dal cosiddetto “discorso
escatologico” di Gesù, l’ultimo dei cinque grandi
discorsi che si trovano nel vangelo secondo
Matteo. Gesù ci invita a porre la nostra
attenzione sul fine ultimo della nostra vita e sulla
conseguente necessità di vigilare sulla nostra
esistenza. La vita sembra scorrere giorno dopo
giorno, settimana dopo settimana, mese dopo
mese e poi anno dopo anno senza che niente
cambi: amore, amicizia, figli e genitori... e arriva
un altro Natale, un nuovo Natale senza che
niente cambi mai davvero! Ma Dio viene davvero
(È bello terminare con un canto di lode)
Ogni giorno un gesto concreto
Sorridiamo ogni giorno, anche quando ci costa
fatica, quando le cose sembrano andare al
contrario di come desideriamo e quando non
riusciamo a capire bene ciò che ci succede.
Resteranno meravigliate tutte le persone che oggi
incontreremo.
A tavola diciamo insieme
(dal Salmo 15)
Mi indicherai, Signore,
il sentiero della vita,
gioia piena
nella tua presenza,
dolcezza senza fine
alla tua destra.
II DOMENICA D’AVVENTO
Il fuoco del desiderio
5 dicembre 2004 (anno A)
(Si può iniziare con un canto)
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo.
Tu vieni nella storia, nella nostra storia.
Tutti:
Tu sei per noi
amico, sposo, figlio, fratello nostro:
Vieni Signore Gesù!
Si accendono due candele
con gli uomini, smascherando ogni ipocrisia e
purificandoci da ogni peccato. Ora, dice il
Battista, questo Regno si è avvicinato a noi, non è
confinato in regioni lontane, ma è in mezzo a noi.
Tutto ciò è dono di Dio, che, nella pienezza del
tempo, realizza il proprio disegno di salvezza per
ciascuno di noi. Ciò richiede necessariamente da
parte nostra un radicale cambiamento di
atteggiamento: la conversione. Convertirsi
significa, quindi, prima di tutto riconoscere la
presenza di una “novità” operata da Dio nella
nostra vita, riconoscere la presenza del regno che
viene. Dobbiamo perciò cambiare la nostra mente
e la nostra vita, perché se Dio interviene nella
nostra storia, niente è più come prima e tutto
assume un significato nuovo.
Preghiera
La luce del Signore risplenda su di noi
perché la nostra gioia sia piena.
Manda, o Padre, il tuo Spirito:
fa’ che camminando nelle sue vie
portiamo frutti di CONVERSIONE .
Tutti:
Vieni Signore Gesù!
Amen
Ascoltiamo
Dal Vangelo secondo Matteo
(3,1-12)
In quei giorni comparve Giovanni il Battista a
predicare nel deserto della Giudea, dicendo:
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è
vicino!». Egli è colui che fu annunziato dal
profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida
nel deserto: Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri! Giovanni portava un
vestito di peli di cammello e una cintura di pelle
attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e
miele selvatico. Allora accorrevano a lui da
Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona
adiacente il Giordano; e, confessando i loro
peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume
Giordano. Vedendo però molti farisei e sadducei
venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di
vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira
imminente? Fate dunque frutti degni di
conversione, e non crediate di poter dire fra voi:
Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può
far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Già
la scure è posta alla radice degli alberi: ogni
albero che non produce frutti buoni viene
tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo con
acqua per la conversione; ma colui che viene
dopo di me è più potente di me e io non sono
degno neanche di portargli i sandali; egli vi
battezzerà in Spirito santo e fuoco. Egli ha in
mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà
il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con
un fuoco inestinguibile».
Silenzio
Riflessione
Appare all’orizzonte la figura di Giovanni
Battista, che ci ripropone l’annuncio messianico
dei profeti: la promessa della venuta del Messia
che instaurerà il Regno di Dio. Egli porterà a
compimento la nuova e definitiva alleanza di Dio
Tenendoci per mano
preghiera di Gesù:
recitiamo
insieme
la
Padre nostro
Attendiamo vigilanti la venuta del Signore.
Tutti:
Egli ci dona la vita eterna.
(È bello terminare con un canto di lode)
Ogni giorno un gesto concreto
Un abbraccio in famiglia, un segno di affetto e di
comunione tra tutti i suoi membri.
A tavola recitiamo insieme
(dal Sl 102)
Benedici il Signore, anima mia:
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
Benedici il Signore, anima mia,
egli perdona tutte le tue colpe,
Benedici il Signore, anima mia,
egli guarisce tutte le tue malattie,
Benedici il Signore, anima mia,
egli ti corona di grazia e di misericordia
Benedici il Signore, anima mia!
IMMACOLATA CONCEZIONE
Madre nel nostro cammino
8 dicembre 2004
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo
Ave, stella del mare
Madre gloriosa di Dio
Vergine sempre, Maria,
Tutti:
Porta felice del cielo,
chiedi per noi ogni bene.
Si accendono due candele
La luce del Signore risplenda su di noi
perché la nostra gioia sia piena.
Tutti:
Vieni Signore Gesù!
Ascoltiamo
Dal Vangelo secondo Luca
(1,26-38)
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da
Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret,
a una vergine, promessa sposa di un uomo della
casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si
chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti
saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A
queste parole ella rimase turbata e si domandava
che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse:
«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla
luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato
Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il
trono di Davide suo padre e regnerà per sempre
sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà
fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è
possibile? Non conosco uomo». Le rispose
l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su
te stenderà la sua ombra la potenza
dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque
santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche
Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha
concepito un figlio e questo è il sesto mese per
lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile
a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva
del Signore, avvenga di me quello che hai detto».
E l'angelo partì da lei.
Silenzio
Riflessione
Maria, figlia di Sion, offre il suo “sì” libero e
responsabile
alla
proposta
del
Signore,
confermando e rinnovando il rapporto di alleanza
tra Dio e il suo popolo sancito dal popolo di
Israele ai piedi del Sinai (Es 19,8; 24,3-7).
Utilizzando il termine «serva», Maria dimostra
infatti di aver ben compreso che il Signore la
chiama a una missione in favore del suo popolo,
come accade nell’Antico Testamento per coloro
(Abramo, Mosè, Davide, i profeti…) che sono
qualificati come “servi” di Dio.
Maria concepisce e partorisce il Figlio di Dio
perché
già
lei
è
l’immacolata,
la
“eccezionalmente Donna”, la piena di grazia che
Dio ha chiamato a collaborare al suo progetto di
salvezza per tutta l’umanità.
L’«avvenga» che Maria pronuncia, non va inteso
come rassegnazione o sottomissione: al contrario
esprime il desiderio sincero e gioioso di Maria che
si realizzi la parola del Signore e «sia fatta la sua
volontà».
Senza questo definitivo, pienamente libero e
incondizionato “sì” di Maria, tutto sarebbe
rimasto incompiuto.
Preghiera
Manda, o Padre,
il tuo Spirito:
fa’ che camminando nelle sue vie
portiamo frutti di LIBERTÀ. Amen
Tenendoci per mano
preghiera di Gesù:
recitiamo
insieme
la
Padre nostro
Attendiamo vigilanti
la venuta del Signore.
Tutti:
Egli ci dona la vita eterna.
(È bello terminare con un canto di lode)
Ogni giorno un gesto concreto
Come Maria, diciamo il nostro “si” a Dio,
accogliendo ciò che ha pensato, desiderato,
preparato per ognuno di noi.
A tavola recitiamo insieme
Signore, nostra gioia,
tu operi grandi cose in noi, come in Maria,
e ci rendi partecipi delle tue meraviglie.
Grazie per questo giorno di festa,
grazie per questo pasto che condividiamo,
grazie perché sei il nostro unico Signore.
Amen.
Preghiamo
con le parole di
David Maria Turoldo
Vergine, o natura sacra,
piena di bellezza,
tu sei l’isola della speranza.
Arca della vera alleanza
tra uomo e natura, ritorna,
caravella che porti il Signore
sotto la vela bianca. Amen
III DOMENICA D’AVVENTO
Chi sei Tu e io chi sono io?
12 dicembre 2004 (anno A)
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo.
sue opere e ascoltare le sue parole, perché anche
noi crediamo.
Ciascuno di noi è chiamato a prendere posizione
davanti a Gesù, a decidere personalmente se è
davvero per noi «colui che viene» in nome di Dio
per la salvezza nostra e di tutta l’umanità.
Nessun altro può prendere questa decisione al
posto nostro o suggerirci la risposta.
Tutta la creazione è in attesa di te.
Preghiera
Tutti:
Vieni, Salvatore del mondo
La luce del Signore risplenda su di noi
perché la nostra gioia sia piena.
Manda, o Padre,
il tuo Spirito:
fa’ che camminando nelle sue vie
portiamo frutti di FEDE.
Amen
Tutti:
Vieni Signore Gesù!
Tenendoci per mano
preghiera di Gesù:
Ascoltiamo
Padre nostro
Dal Vangelo di Matteo
(11,2-11)
Giovanni, che era in carcere, avendo sentito
parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per
mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve
venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù
rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi
udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli
storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi
riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri
è predicata la buona novella, e beato colui che
non si scandalizza di me». Mentre questi se ne
andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle
folle: «Che cosa siete andati a vedere nel
deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa
dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto
in morbide vesti? Coloro che portano morbide
vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa
siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico,
anche più di un profeta. Egli è colui, del quale
sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio
messaggero che preparerà la tua via davanti a
te. In verità vi dico: tra i nati di donna non è
sorto uno più grande di Giovanni il Battista;
tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più
grande di lui.
Attendiamo vigilanti
la venuta del Signore.
Si accendono tre candele
Silenzio
Riflessione
Giovanni Battista era stato incarcerato da Erode
Antipa e in prigione aveva sentito parlare dei
miracoli di Gesù. Tuttavia era perplesso circa la
sua identità che non corrispondeva all’austera
figura del giudice ultimo e glorioso della
tradizione giudaica.
Anche noi possiamo
riconoscere in Gesù il Messia solo ascoltando e
vedendo: non c’è altro modo per decidere chi lui
sia, se non riconoscendo le sue opere.
Solo la fede può illuminare questo nostro
cammino: non c’è nessuna “scorciatoia”. Il
Signore ci chiama ogni giorno a contemplare le
recitiamo
insieme
la
Tutti:
Egli ci dona la vita eterna.
(È bello terminare con un canto di lode)
Ogni giorno un gesto concreto
Prendiamo un po’ di tempo insieme e
condividiamo con semplicità le nostre difficoltà e
le nostre gioie nel cammino di fede, chiedendoci:
chi è Gesù per me?.
A tavola recitiamo insieme
(dal Salmo 138)
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.
IV DOMENICA D’AVVENTO
Io Sono … con voi
19 dicembre 2004 (anno A)
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo.
Dio. Egli si mette al servizio di questa parola,
quale discendente di Davide, timorato di Dio,
capace di ascoltare il Signore nei momenti di
difficoltà, convinto che le nostre scelte personali
contribuiscono al compimento delle Scritture.
Preghiera
Tutti:
Ascoltiamo oggi la tua Parola
per realizzarla nella nostra vita.
Manda, o Padre,
il tuo Spirito:
fa’ che camminando nelle sue vie
portiamo frutti di OBBEDIENZA.
Amen
Si accendono tutte le candele
Tenendoci per mano
preghiera di Gesù:
Sei con noi, Signore.
La luce del Signore risplenda su di noi
perché la nostra gioia sia piena.
recitiamo
insieme
la
Padre nostro
Tutti:
Vieni Signore Gesù!
Attendiamo vigilanti
la venuta del Signore.
Ascoltiamo
Tutti:
Egli ci dona la vita eterna.
Dal Vangelo secondo Matteo
(1,18-24)
Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua
madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme
si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva
ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.
Mentre però stava pensando a queste cose, ecco
che gli apparve in sogno un angelo del Signore e
gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere
di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel
che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù:
egli infatti salverà il suo popolo dai suoi
peccati». Tutto questo avvenne perché si
adempisse ciò che era stato detto dal Signore per
mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e
partorirà un figlio che sarà chiamato
Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi
dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato
l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Silenzio
Riflessione
Giuseppe accoglie l’annunzio dell’angelo e
diventa intimo collaboratore di Dio nel suo
progetto di salvezza. L’intervento di Dio nelle
vicende umane è così imprevedibile da apparire a
volte incomprensibile, “scandaloso”; esso può
anche creare sofferenze, lacerazioni e fratture.
Se però apriamo docilmente il cuore alla volontà
di Dio e lo lasciamo agire nella nostra vita, allora
le tensioni si ricompongono e si manifesta
pienamente il senso salvifico di ciò che il Signore
opera.
Questo accade a Giuseppe, chiamato uomo
“giusto” non perché pensa di allontanare in
segreto Maria, ma perché obbedisce alla parola di
(È bello terminare con un canto di lode)
Ogni giorno un gesto concreto
Facciamo posto a Gesù nella nostra vita e
permettiamogli di incontrarci spesso in questi
giorni nella Parola e nell’Eucaristia.
A tavola recitiamo insieme
(dal Salmo 125)
Quando il Signore ricondusse
i prigionieri di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Allora si diceva fra i popoli:
“Il Signore ha fatto grandi cose per loro”.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmati di gioia!
SANTO NATALE
Nostra grazia e bellezza
25 dicembre 2004
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo.
Vivi fra noi, Signore!
Tutti:
Gesù, fratello nostro,
ti accogliamo nella nostra vita.
Si accendono tutte le candele
La luce del Signore risplenda su di noi
perché la nostra gioia sia piena.
Tutti:
Tu sei in mezzo a noi, Signore!
dopo prende senso. Questo significa che
qualunque cosa noi pensiamo su Dio, qualsiasi sia
il nostro modo di vivere il rapporto con lui, tutto
deve essere confrontato con la figura di Gesù,
che costituisce la pienezza della Rivelazione.
Certo, la Scrittura ci insegna che la nostra libertà
di uomini è stata capace di rinunciare a ciò per
cui è stata creata, e cioè che noi diventassimo
«figli di Dio».
Ma, nonostante ciò, l’amore di Dio non si è
arreso. La Parola eterna, viene ancora, qui oggi,
in mezzo a noi e ci propone la possibilità di
ricevere la «grazia», cioè la totalità dei doni
divini, quella vita piena, felice, luminosa che la
Parola, che è vita, regala agli uomini. Pensare di
poter conoscere Dio, di poterlo “vedere”, è
davvero possibile perché l’«Unigenito» ce lo ha
rivelato (Gv 1,18).
Preghiera
Ascoltiamo
Dal Vangelo secondo Giovanni
(1,1-18)
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e
il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di
lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In
lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non
l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni. Egli venne come
testimone per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non
era la luce, ma doveva render testimonianza alla
luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che
illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il
mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il
mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però
l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli
di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i
quali non da sangue, né da volere di carne, né da
volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E
il Verbo si fece carne e venne ad abitare in
mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria
come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di
verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida:
«Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo
di me mi è passato avanti, perché era prima di
me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo
ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu
data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità
vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno
l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è
nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.
Silenzio
Riflessione
L’inizio del vangelo di Giovanni richiama l’inizio
della Genesi (In principio Dio creò…). L’opera di
Gesù è l’inizio di una nuova creazione. La venuta
del Figlio di Dio non è un momento qualsiasi della
Rivelazione, ma è il suo culmine, il punto
centrale dal quale tutto ciò che viene prima e
Manda, o Padre,
il tuo Spirito:
fa’ che camminando nelle sue vie
portiamo frutti di GRAZIA. Amen
Tenendoci per mano
preghiera di Gesù:
recitiamo
insieme
la
Padre nostro
Gesù ha posto la sua dimora in mezzo a noi.
Tutti:
Egli ci dona grazia su grazia.
(È bello terminare con un canto di lode)
Ogni giorno un gesto concreto
Facciamo una passeggiata tutti insieme
condividiamo qualche servizio come famiglia.
A tavola recitiamo insieme
o
(dal Salmo 97)
Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli ha rivelato
la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Preghiamo
con le parole di David Maria Turoldo
Gesù Signore, o luce del mondo
Figlio di Dio e dell’uomo,
per te la terra ritorni un giardino
ove Dio e l’uomo si parlino ancora;
ora che parli con voce di uomo,
ogni cuore ti ascolti, o unico Verbo,
sola parola che libera e salva:
per questo tu stavi fin dal principio. Amen
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo.
L’ostilità di Erode per l’immaginario rivale è triste
presagio del destino di persecuzione e di morte
riservato a Gesù. In Gesù e con Gesù, che torna
dall’Egitto, anche l’antica esperienza dell’Esodo
acquista tutto il suo senso e si ripropone anche a
noi oggi che siamo salvati dall’esilio e dalla
schiavitù del peccato e della morte.
Sei in mezzo a noi, Signore.
Preghiera
Tutti:
Noi ascoltiamo la tua Parola:
aiutaci a realizzarla nella nostra vita.
Manda, o Padre, il tuo Spirito:
fa’ che camminando nelle sue vie
portiamo frutti di COMUNIONE. Amen
Si accendono tutte le candele
Tenendoci per mano
preghiera di Gesù:
SANTA FAMIGLIA
Immagine di Dio
26 dicembre 2004 (anno A)
La luce del Signore risplenda su di noi
perché la nostra gioia sia piena.
recitiamo
insieme
la
Padre nostro
Tutti:
Tu sei in mezzo a noi, Signore!
Gesù ha posto la sua dimora in mezzo a noi.
Ascoltiamo
Dal Vangelo di Matteo
(2,13-15.19-23)
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del
Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse:
«Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e
fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò,
perché Erode sta cercando il bambino per
ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il
bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto,
dove rimase fino alla morte di Erode, perché si
adempisse ciò che era stato detto dal Signore per
mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio
figlio.
Morto Erode, un angelo del Signore
apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse:
«Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va'
nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che
insidiavano la vita del bambino». Egli, alzatosi,
prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel
paese d'Israele. Avendo però saputo che era re
della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode,
ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si
ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto,
andò ad abitare in una città chiamata Nazaret,
perché si adempisse ciò che era stato detto dai
profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Silenzio
Riflessione
La docilità e l’obbedienza alla parola di Dio sono i
tratti caratteristici di Giuseppe, pronto a seguire
gli “ordini” dell’angelo. È figura antitetica a
Erode, che invece vuol ostacolare i piani divini
cercando di eliminare il messia; un re folle e
insensato che, sterminando i bambini di
Betlemme, non solo si macchia di una terribile
crudeltà, ma cerca di compromette il futuro di
Israele. Giuseppe, invece, seguendo l’invito
dell’angelo, si comporta come modello esemplare
di marito e di padre difendendo e custodendo la
vita. La responsabilità paterna di Giuseppe è il
frutto della sua disponibilità all’ascolto del Signore
e la sua obbedienza alla Parola è icona, per noi, di
ogni rapporto dell’uomo con Dio.
Tutti:
Egli ci dona grazia su grazia.
(È bello terminare con un canto di lode)
Ogni giorno un gesto concreto
Condividiamo con chi è in difficoltà qualcosa di
prezioso per noi; non il superfluo o qualcosa che
non ci serve più, ma qualcosa a cui teniamo.
Decidiamo come sostenere il progetto dell’Avvento
di Fraternità proposto dal Centro Missionario
Diocesano.
A tavola recitiamo insieme
Signore, grazie per i frutti che fai crescere,
per il vino che allieta la nostra mensa,
per il pane che insieme condividiamo,
per tutti i doni che ogni giorno rinnovi.
A te la nostra lode,
perché ci sei Padre
e ci sostieni ora e sempre. Amen.
Rifletttiamo
con le parole di Madre Teresa di Calcutta
La preghiera comincia nella casa
e una famiglia che prega insieme,
resta insieme.
Dobbiamo dare una dimora a Gesù
in casa nostra,
perché solo allora potremo dare Gesù
agli altri …
Se Maria e Giuseppe stessero ora
cercando un luogo
per farne l’alloggio di Gesù,
sceglierebbero la nostra casa,
con tutto ciò che contiene?
MARIA MADRE DI DIO
Pace a voi!
1 gennaio 2005
Giornata Mondiale di preghiera per la Pace
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo.
Maria, regina della pace,
fa’ che siamo testimoni e operatori di pace.
Preghiera
Manda, o Padre,
il tuo Spirito:
fa’ che camminando nelle sue vie
portiamo frutti di PACE .
Amen
Tenendoci per mano
preghiera di Gesù:
recitiamo
insieme
Padre nostro
Tutti:
Aiutaci a fare pace nella nostra vita.
Gesù ha posto la sua dimora in mezzo a noi.
Si accendono tutte le candele
Tutti:
Egli ci dona grazia su grazia.
La luce del Signore risplenda su di noi
perché la nostra gioia sia piena.
(È bello terminare con un canto di lode)
Tutti:
Tu sei la nostra pace, Signore Gesù!
Ogni giorno un gesto concreto
Ascoltiamo
Dal Vangelo secondo Luca
(2,16-21)
I pastori andarono senz'indugio e trovarono Maria
e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella
mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che
del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che
udirono, si stupirono delle cose che i pastori
dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte
queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori
poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio
per tutto quello che avevano udito e visto,
com'era stato detto loro. Quando furono passati
gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu
messo nome Gesù, come era stato chiamato
dall'angelo prima di essere concepito nel grembo
della madre.
Silenzio
Riflessione
Il messianismo povero e umile che emerge nel
Vangelo di Luca trova la sua espressione più
grande nella manifestazione della nascita di Gesù
ai pastori, persone non certo “facoltose” e
biasimate per la loro ignoranza della legge.
In risposta all’annuncio i pastori si muovono «senza
indugio» verso Betlemme. Così fece Maria, quando
dopo l’annuncio dell’angelo, «raggiunse in fretta»
la casa di Elisabetta (Lc 1,39) e così farà anche
Zaccheo, quando Gesù gli ordinerà di scendere
«subito» dall’albero: obbedirà scendendo «in
fretta» (Lc 19,5-6).
L’intervento di Dio nella storia di una persona
provoca fretta, un atteggiamento che nasce dalla
gioia e dalla percezione che occorre subito fare
qualcosa; non si può continuare come prima,
perché il Signore offre una possibilità che va
accolta
immediatamente:
sarebbe
assurdo
rimandare un grande dono!
la
Scegliamo insieme un gesto di pace e
riconciliazione. Sia segno del nostro impegno a
coltivare la pace nelle piccole cose di tutti i giorni.
A tavola recitiamo insieme
la preghiera più antica dedicata a Maria:
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio;
Non disprezzare le suppliche
di non che siamo nella prova
e liberaci da ogni pericolo,
o vergine gloriosa e benedetta .
La parola del poeta
David Maria Turoldo
La perfezione o donna tu sei dell’universo tu
l’opera ultima
del grande amore sognata per prima.
Perciò con te è finito il creato
oltre non gli era possibile andare.
EPIFANIA DEL SIGNORE
Seguire la Stella
6 gennaio 2005
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo.
Mistero del Dio con noi, Re dei Re, Signore nostro.
Tutti:
Ti contempliamo
e seguiamo la parola che a te conduce.
genti e di tutta la storia. Essi portano doni a Gesù.
E noi cosa offriamo al Signore?
Facciamogli dono della nostra vita:
offriamoci come oro, perché siamo preziosi ai suoi
occhi; offriamoci come mirra, perché ci
ricordiamo che le difficoltà, vissute con amore,
sono mezzo per trasformare la nostra vita;
offriamoci infine come incenso, perché il fuoco
della vita ci faccia diventare profumo di Dio per
chi ci circonda.
Preghiera
Manda, o Padre, il tuo Spirito:
fa’ che camminando nelle sue vie
portiamo frutti di AMORE . Amen
Si accendono tutte le candele
La luce del Signore risplenda su di noi
perché la nostra gioia sia piena.
Tenendoci per mano:
Tutti: Tu sei luce per noi, Signore!
Padre nostro
Ascoltiamo
Dal Vangelo secondo Matteo
(2,1-12)
Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del
re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a
Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei
Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua
stella, e siamo venuti per adorarlo». All'udire
queste parole, il re Erode restò turbato e con lui
tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi
sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da
loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli
risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è
scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme,
terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo
capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele».Allora Erode,
chiamati segretamente i Magi, si fece dire con
esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la
stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate
e informatevi accuratamente del bambino e,
quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché
anch'io venga ad adorarlo». Udite le parole del re,
essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto
nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si
fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al
vedere la stella, essi provarono una grandissima
gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con
Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi
aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro,
incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non
tornare da Erode, per un'altra strada fecero
ritorno al loro paese.
Silenzio
Riflettiamo
Il contrasto fra la Gerusalemme incredula che
uccide i profeti e la Betlemme davidica patria del
Messia, è sottolineato dall’evangelista Matteo per
introdurre l’avvento dei Magi. Questi personaggi
misteriosi, di cui non si conosce il numero, la
professione e la provenienza, con la loro
adorazione e consegna dei doni compiono gli
oracoli messianici che annunciavano l’omaggio
delle nazioni straniere al Messia, re di tutte le
Gesù ha posto la sua dimora in mezzo a noi.
Tutti: Egli ci dona grazia su grazia.
(È bello terminare con un canto di lode)
A CONCLUSIONE di questo nostro itinerario,
lasciamoci interrogare dalle parole di due testimoni
di fede a noi vicini.
Possano aiutarci a continuare il nostro cammino
con fiducia, al passo gioioso della danza!
“Per essere un buon danzatore, con te, Signore,
come con gli altri, non occorre sapere dove
conduca la danza. Basta seguire il passo,
essere contento, essere leggero e soprattutto
non essere rigido. Non occorre chiederti
spiegazioni sui passi che ti piace fare. Bisogna
essere come il prolungamento agile e vivo di te.
E ricevere da te la trasmissione del ritmo
dell’orchestra. Bisogna non volere avanzare ad
ogni costo, ma accettare di voltarsi indietro, di
procedere di fianco. Bisogna sapersi fermare e
saper scivolare anziché camminare. E questi
sarebbero soltanto passi senza senso se la
musica del tuo Spirito non ne facesse
un’armonia. … Aiutaci a indovinare quale
danza ti piace farci danzare, sposando i passi
della tua Provvidenza!”.
Madeleine Delbrel
Dio, tu sei la sorpresa senza fine,
e imprevedibili sono le forme
sotto cui ti celi:
che nessuno si stanchi di cercarti, Signore!
Il segno che ti abbiamo trovato è il fatto che ti
cerchiamo ancora,
che ti cerchiamo sempre, Signore;
e nessuno osi mai dire:
Ecco, io so tutto di Dio. Amen
David Maria Turoldo