XIX domenica del tempo ordinario
8 agosto 2004
La Parola
Prima lettura
Dal libro della Sapienza
(Sap 18,3. 6-9)
[La notte della liberazione], 3desti al tuo popolo, Signore, una colonna di fuoco, come guida in un
viaggio sconosciuto e come un sole innocuo per il glorioso emigrare. 6Quella notte fu preannunziata ai
nostri padri, perché sapendo a quali promesse avevano creduto, stessero di buon animo. 7Il tuo popolo
si attendeva la salvezza dei giusti come lo sterminio dei nemici. 8Difatti come punisti gli avversari, così
ci rendesti gloriosi, chiamandoci a te. 9I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto e si imposero,
concordi, questa legge divina: i santi avrebbero partecipato ugualmente ai beni e ai pericoli, intonando
prima i canti di lode dei padri. Parola di Dio.
Dal Salmo 32
Beato il popolo
che appartiene al Signore
Esultate, giusti, nel Signore:
ai retti si addice la lode.
Beata la nazione il cui Dio è il Signore,
il popolo che si è scelto come erede.
Ecco l’occhio del Signore veglia su chi lo teme,
su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Signore, sia su di noi la tua grazia,
perchè in te speriamo.
Seconda lettura
Dalla lettera agli ebrei
(Eb 11,1-2.8-19)
Fratelli,1la fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. 2Per mezzo
di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza. 8Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì
partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. 9 Per fede
soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche
Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. 10Egli aspettava infatti la città dalle salde
fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso. 11Per fede anche Sara, sebbene fuori dell’età,
ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso. 12Per
questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le
stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare. 13Nella fede
morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di
lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sopra la terra. 14Chi dice così, infatti, dimostra di
essere alla ricerca di una patria. 15Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto
possibilità di ritornarvi; 16ora invece essi aspirano a una migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio
non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro una città. 17Per fede Abramo, messo
alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio, 18del quale
era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome.19Egli pensava infatti che Dio è
capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo. Parola di Dio.
Alleluia, alleluia. (cf. Mt 24, 42-44)
Vegliate e state pronti,
perché non sapete in quale giorno verrà il Signore.
Dal Vangelo secondo Luca
(Lc 12, 32-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 32«Non temere, piccolo greggeA, perché al Padre vostro è
piaciuto di darvi il suo regno.33Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non
invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma.
34
Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. 35Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le
lucerne accese; 36siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli
subito, appena arriva e bussa. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in
verità vi dico, si cingerà le sue vestiB, li farà mettere a tavola e passerà a servirliC. 38E se, giungendo nel
mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 39Sappiate bene questo: se il padrone di
casa sapesse a che ora viene il ladroD, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti,
perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate». 41Allora Pietro disse: «Signore, questa
parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42Il Signore rispose: «Qual è dunque l’amministratoreE
fedele e saggioF, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debitoG la razione
di cibo? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. 44In verità vi dico, lo
metterà a capo di tutti i suoi averi. 45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e
cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo
arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore H
assegnandogli il posto fra gli infedeli. 47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà
disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non
conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto,
molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore.
Note del testo
Il tema proposto in questa domenica del tempo ordinario ricorda che il Signore è sempre “colui che
viene” e che noi, di conseguenza, dobbiamo sviluppare un corretto e continuo senso dell’attesa. C’è una
parola di consolazione che apre il vangelo odierno e che solo Luca ci tramanda. Ad una comunità che
vive nel mondo come una minoranza senza potenza giunge questa assicurazione: “Non temere, piccolo
gregge”. Nessun senso di smarrimento perché i cristiani hanno un Padre verso il quale Gesù ha già
educato i discepoli ad indirizzarsi con fiducia. Il Padre fa dono del suo regno che è la comunione con
Lui, realizzata in Cristo. Dono presente ma ancora da completare, richiede la vigile collaborazione dei
discepoli chiamati a essere parte viva e responsabile di tale regno.
Il senso della vita come attesa e speranza è evidenziato dalla prima lettura che fa riferimento
all’esperienza degli israeliti che escono dall’Egitto. Escono di notte per iniziare un viaggio difficile e
incerto avendo come guida e come sole una colonna di fuoco. Come comportarsi nel tempo dell’attesa?
Il testo della Sapienza risponde: offrendo sacrifici in segreto, partecipando insieme ai beni e ai pericoli
con piena solidarietà di popolo, intonando i canti di lode dei padri per non dimenticare le realizzazioni
divine di salvezza ed essere fortificati nella speranza.
(A): Si riferisce al popolo di Israele. Il termine poimnion designa già un piccolo gregge.
Aggiungendovi mikron (piccolo), Luca lo rende ancora più piccolo. Questo versetto conclude il testo
riguardante la provvidenza e apre il testo di oggi in ordine all’elemosina e in ordine al tenersi pronti. La
condizione per la quale non temere (questo è un tema molto caro ai profeti, soprattutto Amos e Osea) è
quella di essere “piccoli piccoli”. Ciò che ci permette di non temere, di non avere timore è proprio
questa condizione di piccolezza. Questo vuol dire rivivere in noi il mistero del Signore Gesù, vuol dire
rivivere in noi il mistero del più piccolo tra i piccoli. Non temere da una parte vuol dire riconoscere la
nostra condizione di piccolezza, dall’altra riconoscere che ciò che siamo lo siamo per il Signore.
Difficilmente noi leghiamo il non temere alla piccolezza, questa è la condizione che il vangelo ci indica
e sulla quale davvero dobbiamo stare molto attenti. Il timore è proprio non dei più piccoli, il timore è
proprio dei grandi. È il non avere niente da perdere, in questo senso.
(B): La cosa importante di questo vangelo è che viene accostato l’annuncio della venuta del Signore e
quindi la sua attesa con il discorso del servizio. Al v. 37 si fa riferimento a un padrone che serve. Il
servizio contraddistingue coloro che attendono la venuta del Signore. Il servizio dice che noi siamo in
attesa di qualcuno. Il servizio dice inoltre la fedeltà a colui che attendiamo. Questo vangelo apre il
servizio a una dimensione che non è la dimensione che noi viviamo solitamente. Quando il servizio lo
viviamo come prestazione, una volta svolto questo servizio noi passiamo a un altro servizio. Quando il
servizio è rappresentato da cose da fare, quando si considerano i poveri come dei contenitori di
prestazioni, allora si tiene più conto del bisogno, che è importante ma non è tutto. Dobbiamo servire
nella consapevolezza che saremo chiamati ad attendere così il Signore. Il servizio è la condizione
permanente nella quale e per la quale noi attendiamo il Signore. Questo testo dà al servizio una apertura
escatologica. Il vangelo dice: servire è attesa. In vista di cosa? In vista del servizio per eccellenza. E
qual è il servizio per eccellenza? Il servizio per eccellenza è la seconda parte del versetto 37: “si
cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli”. Servire vuol dire questo. Quasi a dire
che poi la condizione definitiva sarà un servizio reso da Dio a noi. Non una condizione da cui fuggire,
ma una condizione eterna. È “la” condizione. Segno di questo è il diaconato. La presenza di diaconi
all’interno di una comunità cristiana dice innanzitutto come la condizione di servizio sia una
condizione permanente; dice come la condizione del servizio apre la comunità cristiana al ritorno del
Signore; dice anche come la condizione del servizio sia essenzialmente la condizione presente in Dio.
Naturalmente si tratta di vedere il rapporto tra questo modo di intendere il servizio e ad esempio il
volontariato.
(C): L’accento è posto sul fatto che i domestici sono “subito” al loro posto quando il padrone torna.
Dall’atteggiamento di sorpresa del padrone, che si vede atteso, ne consegue che non solo Gesù si
paragona a lui, ma è egli stesso questo padrone. Infatti i servi pronti ad accoglierlo non ricevono una
qualche ricompensa, ma il loro signore stesso si dà a loro, dal momento che si mette a servire i propri
servi. È la stessa immagine che Gesù offrì ai suoi discepoli la notte precedente la sua morte. Di
conseguenza il Regno di Dio con tutta la sua potenza sopraggiunge per i discepoli di Gesù in modo tale
che egli stesso, quando viene la sua ora, si mette a disposizione di coloro che lo attendono. Chi
appartiene a Gesù si può attendere tutto da lui.
(D): Il v. 39 mette in guardia da illusorie previsioni e da una preparazione “all’ultimo minuto”: come è
imprevedibile la venuta di un ladro, così non è programmabile la venuta del Signore. In termini positivi
il tempo indeterminato è dato all’uomo perché sappia esprimere con continuità il suo amore al padrone,
operando bene e rispondendo alla fiducia accordatagli.
(E): Il termine “amministratore” è tradotto anche con “distributore”, “dispensatore”. Il vocabolo
esprime bene qual è la funzione di coloro che sono preposti dal padrone a questa funzione. La loro
fedeltà e il loro amore si manifesteranno nella misura in cui sapranno trattare gli altri secondo la
volontà e lo spirito del padrone stesso.
(F): L’amministratore è fedele e saggio nel momento in cui, posto a capo della servitù, distribuisce a
tempo debito la razione di cibo. Qui c’è tutto il mistero dell’Eucaristia. Eucaristia che è intesa così:
distribuire in tempo opportuno la razione di cibo. La saggezza sta nel distribuire e questo è un criterio
che contrasta con il mondo. La fedeltà consiste nel distribuire perché ciò che l’amministratore fa non è
altro che distribuire i beni del suo padrone; l’amministratore è fedele distribuendo, perché i beni del suo
padrone sono evidentemente destinati alla distribuzione. In fondo Gesù è insieme amministratore e
bene del Padre, è amministratore e cibo. La sua fedeltà e la sua saggezza nell’Eucaristia consistono in
questo: dare se stesso in cibo.
(G): Non è facile nel servizio ai poveri essere così saggi e fedeli da dare in tempo debito la razione di
cibo; a ciascuno il suo. E questo vuol dire che tu devi conoscere le persone, che tu le devi amare, che
devi essere per loro motivo per cui il cibo che dai non sia per loro offesa ma sia la loro razione, che sia
conforme alle loro esigenze e alle loro necessità.
(H): Su un tale servo incombe un terribile giudizio: egli sarà trattato come se non avesse mai avuto
nulla a che fare con Gesù benché sia stato al suo servizio. La traduzione letterale del testo infatti è: “lo
separerà e porrà la sua parte con chi non ha fede”.
Prefazio suggerito: “Ogni giorno del nostro pellegrinaggio sulla terra è un dono sempre nuovo del tuo
amore per noi, è un pegno della vita immortale, perché possediamo fin da ora le primizie del tuo
Spirito, nel quale hai risuscitato Gesù Cristo dai morti, e viviamo nell’attesa che si compia la beata
speranza nella Pasqua eterna del tuo regno” (prefazio VI del tempo ordinario).
Padri della chiesa
Sorvegliate la vostra vita. Le vostre lampade non si spengano, e non si sciolgano i vostri fianchi, ma
siate pronti. Non sapete l’ora in cui il nostro Signore viene. Riunitevi spesso cercando ciò che
conviene alle vostre anime; non vi gioverà tutto il tempo della vostra fede, se non sarete perfetti in
ultimo (Didachè, 16, 1-3).
Non basta aiutare i poveri. Bisogna aiutarli con generosità e senza rammarico. E non basta aiutarli
senza rammarico. Bisogna aiutarli con gioia e con letizia. Quando si aiutano i poveri devono esserci
queste due condizioni: generosità e contentezza. Perché vi lamentate nel dare qualcosa ai poveri?
Perché vi mostrate di malumore nell’esercitare la misericordia? Vedendovi in quello stato, i poveri
preferirebbero rinunciare al vostro dono. Se date con atteggiamento burbero, non siete misericordiosi,
ma duri e disumani… Se date con gioia, anche se date poco date molto. Se date a malincuore, anche se
date molto trasformate quel molto in poco (Giovanni Crisostomo, Sulla Lettera ai romani 21, 1ss).
Altri autori cristiani
Oggi è molto decisivo il fatto che noi cristiani abbiamo o non abbiamo la forza sufficiente per
testimoniare al mondo che non siamo sognatori e viandanti delle nuvole, che noi non siamo
indifferenti all’andamento delle cose, che la nostra fede in effetti non è l’oppio che ci rende contenti in
mezzo a un mondo ingiusto. E invece che noi, proprio perché pensiamo alle cose dell’alto, tanto più
duramente e coscientemente protestiamo su questa terra. Protestiamo con le parole e con le azioni, per
cercare a qualsiasi prezzo di portare aventi la situazione. È mai possibile infatti che il cristianesimo,
iniziato in modo così rivoluzionario, ora sia per sempre conservatore? Che ogni nuovo movimento
debba aprirsi la strada sempre senza la Chiesa, che la Chiesa intuisca sempre con un minimo di venti
anni di ritardo ciò che è effettivamente accaduto? Se davvero è così, non dobbiamo meravigliarci che
anche per la nostra Chiesa torni il tempo in cui sarà richiesto il sangue dei martiri (D. Bonhoeffer,
Predica su Col 3 pp. 152-3).
Ci può essere autentico servizio solo nella gioia, nello slancio, nell’amore, addirittura nella passione.
Altrimenti sarà assai di breve durata: si finirà per servire come schiavi, nella dura necessità di vivere, e
non come servi, nella grandezza e nella libertà di Dio. Bisogna essere afferrati dal Padre per non
scadere nel servizio dei nostri fratelli, altrimenti rischiamo di organizzare il nostro piccolo servizio a
nostra misura. Ora, il vero servizio non è a misura d’uomo. In questo essere attirati dal Padre c’è un
elemento determinante, c’è quella disposizione abituale del cuore che si chiama preghiera. Forse si
potrà anche cercare un altro vocabolo per l’uomo di oggi, ma la realtà è sempre quella: la preghiera è
adorazione e rimane il servizio per eccellenza. Ciò che dice Gesù è più che un’immagine: chi è più
grande, chi sta a tavola o chi serve? Nella preghiera in verità noi siamo a tavola, alla tavola del Padre,
ed è lui che ci serve (J. Corbon, Omelie).
Il primo tema alla nostra attenzione è, inevitabilmente, quello della giustizia (Lc 12,47-48). Per prima
cosa, con i criteri della nostra giustizia cosiddetta retributiva, Dio sembra usare due pesi e due misure,
mentre in realtà il suo criterio è assolutamente univoco, ma forse è possibile solo a chi conosce il cuore
dell’uomo: è il la proporzionalità tra le azioni compiute e ciò che per grazia conosciamo di Dio e della
sua legge. La seconda considerazione viene dai versi della Sapienza dove si narra come una “legge
divina” sia in realtà decisa da uomini; questo ci fa pensare che forse anche una legislazione umana
potrebbe cercare di avvicinarsi ai criteri di equità e personalizzazione del giudizio che adotta Dio. Per
questi uomini di Israele che vivono profondamente il culto di Dio è chiaro, tuttavia, che questa legge
porta con sé le promesse del Signore, ma anche una forte dose di rischio, di esposizione personale e
comunitaria. Un altro tema, emergente da san Paolo, è quello della patria, letteralmente “la terra dei
padri”. Se, dunque, Dio ha fatto viaggiare Israele tante volte e per tanti anni, è stato anche per far
comprendere come pure la terra promessa donata a loro non potesse considerarsi un punto di arrivo, un
posto in cui fermarsi del tutto. Gesù, colui che “non ha dove posare il capo”, porta questo concetto alle
estreme conseguenze: la patria non è in sé un valore, sicuramente non un valore cristiano, in quanto
non può rispondere compiutamente alle domande di appartenenza o di identità. Questo tarlo si insinua
poi nei nostri concetti di “proprietà” e di “frontiera” (Gruppo OPG).
Passi biblici paralleli
v.33 Sir 6,31: Te ne rivestirai come di una veste di gloria, te ne cingerai come di una corona magnifica.
Mt 6,19-21: Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri
scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e
dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
Lc 12,22b-23: “Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete;
né per il vostro corpo, come lo vestirete. La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito.
1Pt 5,5b: Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dá grazia
agli umili.
v.34 Sal 149,4: L’uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa.
Sap 6,10a:Chi custodisce santamente le cose sante sarà santificato
Mt 5,3: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Gv 10,27-28a: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la
vita eterna e non andranno mai perdute
Sal 130,6: L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora.
Ct,1,4: Attirami dietro a te, corriamo! M’introduca il re nelle sue stanze: gioiremo e ci rallegreremo per
te, ricorderemo le tue tenerezze più del vino. A ragione ti amano!
Mt 25,10: Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano
pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Lc 2,37b-38: Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti
aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Lc 21,36: egliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve
accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.
Rm 5,3-4: E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la
tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
Rm 13,12: La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e
indossiamo le armi della luce.
Fil 3,13b-14: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio
che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
1Pt 1,13: Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all’azione, siate vigilanti, fissate ogni speranza in
quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà.
1Pt 4,7.10: La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera.
Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori
di una multiforme grazia di Dio.
2Pt 3,11-12a: Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi così, quali non dovete essere voi,
nella santità della condotta e nella pietà, attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio,
v.37b Sal 112,9: Egli dona largamente ai poveri, la sua giustizia rimane per sempre, la sua potenza
s’innalza nella gloria.
Tb 4,7.9-10: Dei tuoi beni fà elemosina. Non distogliere mai lo sguardo dal povero, così non si leverà
da te lo sguardo di Dio Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, poiché l’elemosina
libera dalla morte e salva dall’andare tra le tenebre.
Lc 22,28-29a: Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un
regno.
Gv 13,4-5: si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi
versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di
cui si era cinto.
Gv 17,26: E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi
hai amato sia in essi e io in loro”.
Ef 6,14 -16a: State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della
giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre
in mano lo scudo della fede.
Ap 3,3: Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e ravvediti, perché se non sarai vigilante,
verrò come un ladro senza che tu sappia in quale ora io verrò da te.
v.40 Sir 2,1.6a: Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione. Affidati a lui ed
egli ti aiuterà;
Ger 20,11a: Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori
cadranno e non potranno prevalere;
Ez 3,16-17: Al termine di questi sette giorni mi fu rivolta questa parola del Signore: “Figlio dell’uomo,
ti ho posto per sentinella alla casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai
avvertirli da parte mia.
Mt 18,9: E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare
nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella Geenna del fuoco.
Lc 18,8b: l’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?
Ef 5,15-16: Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da
uomini saggi; profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi.
2Tm 4,7-8: Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi
resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo
a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione.
1Pt 5,8-9a: Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro,
cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede,
v.43-44 Ger 23,4: Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più
temere né sgomentarsi; di esse non ne mancherà neppure una”. Oracolo del Signore.
Mt 25,21: Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità
su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
1Cor,4,1: Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.
2Tm,2,15: Sfòrzati di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di approvazione, un lavoratore
che non ha di che vergognarsi, uno scrupoloso dispensatore della parola della verità.
1Pt 5,2-4: Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri
secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi
affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona
della gloria che non appassisce.
v.48 Mt 25,40: Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a
uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
Lc 6,38: Date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel
grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.
2Tm 1,13-14: Prendi come modello le sane parole che hai udito da me, con la fede e la carità che sono
in Cristo Gesù. Custodisci il buon deposito con l’aiuto dello Spirito santo che abita in noi.