II domenica di avvento
7 dicembre 2003
La Parola
Prima lettura
Dal libro del profeta Baruc (Bar 5,1-9)
Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivèstiti dello splendore della gloria che ti
viene da Dio per sempre. 2Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, metti sul capo il diadema di gloria
dell’Eterno, 3perché Dio mostrerà il tuo splendore ad ogni creatura sotto il cielo. 4Sarai chiamata da Dio
per sempre: «Pace della giustizia e gloria della pietà». 5Sorgi, o Gerusalemme, e sta’ in piedi sull’altura
e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti da occidente ad oriente, alla parola del Santo, esultanti
per il ricordo di Dio. 6Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici; ora Dio te li riconduce in
trionfo come sopra un trono regale. 7Poiché Dio ha stabilito di spianare ogni alta montagna e le rupi
secolari, di colmare le valli e spianare la terra perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
8
Anche le selve e ogni albero odoroso faranno ombra ad Israele per comando di Dio. 9Perché Dio
ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da
lui. Parola di Dio.
1
Dal Salmo 125
Rit. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Allora si diceva tra i popoli:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmati di gioia.
Riconduci, Signore,
i nostri prigionieri,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà con giubilo.
Nell’andare, se ne va e piange,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con giubilo,
portando i suoi covoni.
Seconda lettura
Dalla lettera di Paolo apostolo ai Filippesi (Fil 1,4-6.8-11)
Fratelli, 4prego sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, 5a motivo della vostra cooperazione alla
diffusione del vangelo dal primo giorno fino al presente, 6e sono persuaso che colui che ha iniziato in
voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. 8Dio mi è testimonio del
profondo affetto che ho per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. 9E perciò prego che la vostra carità si
arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, 10perché possiate distinguere
sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, 11ricolmi di quei frutti di
giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. Parola di Dio.
Alleluia, alleluia. (cf. Lc 3,4.6)
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,1-6)
Nell’anno decimoquintoA dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della
Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e
Lisània tetrarca dell’Abilène, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio sceseB su
Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Ed egli percorse tutta la regioneC del Giordano, predicando
un battesimoD di conversioneE per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del
profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel desertoF: Preparate la via del SignoreG, raddrizzate i suoi
sentieri! 5Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati. 6Ogni uomoH vedrà la salvezza di Dio!». Parola del Signore.
1
Note del testo
Se le letture della prima domenica invitavano all’attesa nella vigilanza, quelle di questa domenica
fanno risuonare la voce che dal deserto chiama e invita a “preparare le strade”. La voce del Battista ci
aiuta a dare contenuto all’atteggiamento della vigilanza: vigilare vuol dire “convertirsi”. La venuta del
Signore esige adeguata preparazione, che consiste nella conversione. Accolta come dono, va vissuta
come compito teso ad attuare in ogni rapporto umano la giustizia, la mitezza e la pace, che
l’incarnazione del Verbo ha fatto germogliare sulla terra.
Il testo del profeta Baruc è un canto a Gerusalemme, città personificata, che tornerà ad essere la sposa
splendente dell’Eterno. Gerusalemme (madre privata dei suoi figli e sposa separata dallo sposo) è
invitata a cambiare le sue vesti di lutto e di afflizione, perché può rivedere i suoi figli e rivivere la festa
delle nozze. Il prima di Gerusalemme, simboleggiato da abiti di lutto e di afflizione, lascerà il posto a
un dopo luminoso, raffigurato da un vestire abiti splendenti, quali il manto della giustizia, il diadema
della gloria e la misericordia, doni che vengono da Dio e che fanno di Gerusalemme, per sempre, la
città della pace (frutto della giustizia), la città della gloria (frutto di un rapporto filiale con Dio). Il
profeta sa bene che tra il prima e il dopo vi è il libero e gratuito intervento di Dio. A Lui appartiene il
ritorno dall’esilio babilonese; Lui ridà il nome alla città curva dal dolore; Lui ne mostra lo splendore
alle nazioni.
(A): Giovanni Battista, con il suo annuncio e con il suo vangelo sta all’inizio del vangelo. Luca dà a
questo evento una grande importanza e lo colloca insieme alle autorità politiche e religiose del tempo.
Non si tratta, infatti, solo della vocazione di un profeta, ma della vocazione di uno che è più di un
profeta. Perché? Giovanni possiede uno statuto unico nella storia della salvezza. I profeti, uno dopo
l’altro, sono tanti e costituiscono una serie di messaggeri di Dio. Ma qui c’è “il” messaggero “Ecco, io
mando davanti a te il mio messaggero”, cioè l’unico, quello che precede immediatamente la venuta del
Messia, “davanti a te”, davanti alla tua faccia, e che gli prepara la strada. Per cui tutta l’opera e la
persona del Battista sono così orientate all’opera e alla persona di Gesù, che costituiscono un unico
grande inizio, l’origine della salvezza. L’introduzione del cap. 3 non è solo introduzione all’opera di
Giovanni, ma riguarda tutto il vangelo. Il vangelo è l’annuncio della persona e dell’opera di Gesù, ma
l’inizio del vangelo è a partire da Giovanni Battista.
(B): Luca identifica il precursore solo per mezzo di un avvenimento: la Parola scende su di lui (lett: “la
Parola di Dio fu su Giovanni” o anche “venne” a lui). Siamo di fronte a una vocazione profetica.
Soggetto e protagonista di tutto è la Parola di Dio nella sua sovrana efficacia, ma per realizzarsi essa ha
bisogno di un mediatore, della collaborazione di un uomo che acconsenta radicalmente ad essa.
(C): Giovanni viene presentato come un profeta itinerante. È un profeta che deve annunciare il
messaggio il più ampiamente possibile, che deve lanciare un appello alla penitenza e alla conversione
dovunque, deve raggiungere tutti, tutto il popolo. Questo annuncio di penitenza si collega con il
battesimo che ne esprime l’accoglimento. Quando l’appello alla penitenza è accolto, il segno
dell’accoglienza è il sottomettersi a questo battesimo. Secondo Luca, la funzione principale di
Giovanni non è tanto di amministrare il battesimo, ma di predicare e annunciare il battesimo.
(D): Il battesimo di Giovanni è un’abluzione, che si riceve una volta sola; non è una purificazione come
tante altre dei riti dei giudei. È quella purificazione che i profeti hanno annunciato per i tempi ultimi:
siamo al momento del compimento, quindi in un contesto escatologico. Giovanni appare allora come
un profeta escatologico che compie gli annunci dell’Antico Testamento, attraverso un segno profetico:
il suo battesimo, infatti, è una azione simbolica. Attraverso la sua azione, Giovanni porta a compimento
tutte le profezie, prima dell’inizio dell’eschaton, prima della rivelazione definitiva del Messia.
L’aspersione che si ha con il battesimo di Giovanni va unita strettamente alla promessa dell’effusione
dello Spirito. Il battesimo dona la conversione e promette il dono dello Spirito. Il battesimo di Giovanni
non dona lo Spirito, ma lo promette.
(E): Il battesimo di Giovanni non dà la remissione dei peccati, ma prepara a riceverla. La remissione
dei peccati verrà come un dono gratuito legato alla salvezza di Dio, ma questo dono potrà essere
ricevuto solo se c’è un animo convertito. Giovanni opera questa conversione: invita, orienta, sollecita a
questa conversione, ed esprime questa conversione con il battesimo. Il battesimo di Giovanni, quindi, è
ancora un battesimo con acqua; non porta ancora la salvezza, né dona lo Spirito e né procura la
remissione dei peccati. Probabilmente è per questo motivo che Matteo toglie il riferimento alla
remissione dei peccati; non dice che il battesimo di Giovanni è per la remissione dei peccati, ma solo
che è un battesimo di penitenza. Il vangelo di Matteo riporta la remissione dei peccati all’ultima cena.
Il sacrificio di Cristo è per la remissione dei peccati. Il battesimo di Giovanni ne è solo preparazione
con frutti di penitenza e con la fede.
(F): Dunque, Giovanni è stato consacrato fin dal seno di sua madre, è vissuto nel deserto e ad un certo
punto è stato manifestato. Il deserto è, in Luca, il luogo degli asceti, ma è anche il luogo dell’azione
della grazia di Dio. Questo è abbastanza comprensibile, perché c’è tutta una lunga tradizione
nell’Antico Testamento che vede il deserto come il luogo della formazione del popolo e della sua
alleanza con Dio. È nel deserto che Israele si è innamorato del Signore e che il Signore ha condotto con
amore e provvidenza il suo popolo. È nel deserto, quindi, che l’uomo può percepire e sperimentare con
maggiore intensità la grazia di Dio e l’intimità con lui. È nel deserto che Dio parla al cuore dell’uomo e
dove la Parola di Dio può essere effettivamente sentita e percepita viva.
(G): “Preparate la via del Signore” grida Giovanni; ora, nel momento stesso in cui questo grido rompe
il silenzio del deserto, la seduzione del mondo che inclina al male viene smascherata in tutta la sua
falsità e l’uomo ritrova il gusto dell’obbedienza a Dio. Forse è per questo che la parola di Dio, così
scarna e dura sulle labbra di Giovanni, è invece ricca e gioiosa nel testo di Baruc: tutte e due le
espressioni definiscono il cammino dell’uomo nell’avvento. Ci vuole il Battista per non cullarsi in
illusioni facili; ma ci vuole Baruc per non essere paralizzati dall’avvilimento davanti alle proprie
insufficienze.
(H): “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”. Nella profezia di Isaia, al v. 6, si dice: “ogni carne” vedrà
la salvezza di Dio. “Carne” indica l’uomo nella sua condizione di fragilità, di debolezza, di bisognoso
di salvezza; è un bisognoso, un mendicante di salvezza. Se è ogni carne che vede la salvezza di Dio,
allora la salvezza di Dio è molto vicina al mistero dell’incarnazione. Cosa è, allora, questa salvezza che
l’uomo vedrà? Non c’è dubbio: è lo stesso Gesù Cristo. La salvezza non è altro che lo stesso Gesù.
Prefazio suggerito: “Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana egli portò a
compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell’eterna salvezza. Verrà di nuovo nello splendore
della gloria e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa”
(prefazio I di Avvento).
Padri della chiesa
Io credo che il mistero di Giovanni si compia fino ai nostri giorni nel mondo. È necessario che lo
spirito e la potenza di Giovanni vengano dapprima nell’anima di chiunque è destinato a credere in Gesù
Cristo, per preparare al Signore un popolo perfetto e spianare le strade e raddrizzare i sentieri nelle
asperità dei cuori. Non è soltanto in quei tempi che le strade furono spianate e i sentieri raddrizzati, ma
anche oggi lo spirito e la potenza di Giovanni precedono l’avvento del Signore e Salvatore (Origene,
Commento a Lc p. 62).
Le vie storte saranno raddrizzate… Le vie storte si raddrizzano quando i cuori dei malvagi,
storpiati dall’ingiustizia, vengono allineati con la giustizia (Is 40.4). E le vie aspre vengono
appianate quando le menti iraconde tornano, per opera della grazia, alla serenità della mansuetudine.
Quando infatti la mente iraconda respinge la parola di verità, è come se l’asprezza del cammino
impedisse il passo del viandante. Ma quando l’anima iraconda, attraverso la grazia ricevuta
accoglie la parola della correzione, allora il predicatore trova la via piana, laddove non osava
muovere il piede. E ogni uomo vedrà la salvezza di Dio. Ma non tutti gli uomini hanno potuto
vedere Cristo, salvezza di Dio, in questa vita. Dove allora appunta lo sguardo il profeta, se non
all’ultimo giorno del giudizio? Quando, aperti i cieli, tra gli angeli e gli apostoli, in un trono di
maestà, apparirà il Cristo, e tutti, eletti e dannati, lo vedranno, perché i giusti abbiano un premio
senza fine e i dannati gemano nell’eternità del supplizio (Gregorio Magno, Omelia 20.1-7).
Altri autori cristiani
Giovanni è inviato per predisporre i cuori ad accogliere il Signore. Il suo messaggio sarà messaggio di
conversione: Egli camminerà davanti al Signore... per ricondurre i cuori dei padri verso i figli ed i
ribelli ai sentimenti dei giusti (Lc 1.17). Poiché gli uomini si sono allontanati da Dio. L’antico peccato
di Adamo continua a riprodursi in essi. Il peccato di Adamo era la presunzione dell’uomo di essere
autosufficiente(...). È in questo mondo peccatore che Dio viene. Questo mondo, Giovanni non può
salvarlo. Persino lui, il maggiore dei profeti, conosce la vanità di qualsiasi predicazione. Egli non sarà
l’apportatore di una vita di saggezza, ma l’annunciatore di un avvenimento. A questo mondo peccatore
sta per essere offerta una salvezza. La liberazione è prossima. Il Verbo di Dio redimerà Adamo e lo
riporterà al Padre. In lui verrà restaurata la comunicazione tra Dio e l’uomo. Il regno di Dio è prossimo.
Dio regnerà sovranamente, anzitutto nell’umanità di Gesù, tutta quanta riferita a lui; in ogni uomo poi,
che potrà partecipare a questa salvezza, realizzata in Gesù Cristo (J. Daniélou, Giovanni Battista... p.
68).
Preparate la via al Signore. Nella Scrittura la “via del Signore” non rappresenta mai l’itinerario che
conduce l’uomo a Dio, bensì al contrario il cammino che il signore stesso ha percorso per giungere
all’uomo (cfr Es 33.14) e che l’uomo a propria volta deve percorrere al fine di seguire le vie del suo
Dio: Ora, Israele, che cosa chiede a te il Signore tuo Dio se non di seguire tutte le sue vie, di amarlo,
di servire il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima (Dt 10.12). Mostrami
Signore le tue vie, istruiscimi nei tuoi sentieri (Sl 25.4). Ma se le cose stanno così, se cioè il Signore ha
già percorso la via su cui noi stessi dobbiamo inoltrarci, perché la voce profetica grida di preparargli
ancora la via, di raddrizzargli ancora i sentieri? Evidentemente perché su queste vie e su questi sentieri
il Signore dovrà ancora passare. Preparare vie, raddrizzare sentieri significa predisporre il terreno su cui
di nuovo si può imprimere l’orma del camminare di Dio. In tutto ciò sfocia la confessione dei peccati
compita da chi presta ascolto alla predicazione di Giovanni (P. Stefani, Sia santificato... pp. 7-8).
“Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”. Tutti gli uomini la vedranno, ma non tutti saranno inclusi in
questa salvezza che si manifesterà. Occorre lasciare che attorno a noi si prepari una strada, abbattendo
gli ostacoli frammezzi. Quei monti da spianare, quei sentieri da drizzare, quei burroni da riempire sono
il problema che sta tra noi e Dio, siamo noi stessi e la nostra incapacità di scegliere il Padre. Il
cammino da intraprendere non mostra subito la liberazione, ma costa lacerazioni e lacrime. Noi
possiamo accettare di essere l’uomo che “se ne va e piange” per seminare e che ad un certo momento,
che non conosce, si accorgerà con stupore che si trova sulla via del ritorno con la gioia di chi porta il
raccolto. Questa versetto è una parabola della conversione alla fede. La scelta di seguire Dio, però, non
si compie mai una volta per tutte, perché il discernimento di ogni passo, come dice Paolo ai Filippesi, è
un continuo arricchirsi di elementi. Distinguere via via il meglio non è un dato acquisito, ma è frutto
della crescita, del fatto che le cose da discernere sono sempre diverse e più complesse, senza potersi
mai esimere dall’affinare la propria capacità di giudizio (Gruppo OPG).
Passi biblici paralleli
vv.1-6 Is 40,1-5: «Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di
Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua iniquità, perché ha ricevuto
dalla mano del Signore doppio castigo per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate
la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e
colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura. Allora si
rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà, poiché la bocca del Signore ha parlato».
Mc 1,1.4-8: Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia (…) si
presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei
peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano
battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di
cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava:
«Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non sono degno di chinarmi per sciogliere i
legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».
Lc 1,1-6: Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore
della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della
Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio
scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano,
predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli
del profeta Isaia (…).
v.2 (scese = fu rivolta) Ger 1,1-2: A lui (Geremia) fu rivolta la parola del Signore al tempo di Giosia,
re di Giuda.
Os 1,1: Parola del Signore rivolta a Osea figlio di Beerì, al tempo di Ozia.
Mi 1,1: Parola del Signore, rivolta a Michea di Morèset, al tempo di Iotam.
Zc 1,1: Nell’ottavo mese dell’anno secondo del regno di Dario, fu rivolta questa parola del Signore al
profeta Zaccaria.
Ml 1,1: Parola del Signore a Israele per mezzo di Malachia.
(deserto = luogo di purificazione )
Lv 16,21-22: Aronne poserà le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra di esso tutte le iniquità
degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro; poi, per
mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto. Quel capro, portandosi addosso tutte le
loro iniquità in una regione solitaria, sarà lasciato andare nel deserto.
1Re 19,4: Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro.
Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei
miei padri».
Ger 31,1-4: Così dice il Signore: «Ha trovato grazia nel deserto un popolo di scampati alla spada;
Israele si avvia a una quieta dimora». Da lontano gli è apparso il Signore: «Ti ho amato di amore
eterno, per questo ti conservo ancora pietà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine di
Israele. Di nuovo ti ornerai dei tuoi tamburi e uscirai fra la danza dei festanti.
Os 2,15-16: Le farò scontare i giorni dei Baal, quando bruciava loro i profumi, si adornava di anelli e di
collane e seguiva i suoi amanti mentre dimenticava me! Oracolo del Signore. Perciò, ecco, la attirerò a
me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.
Mt 4,1: Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo.
Mt 11,7: Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete
andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento?
Lc 1,80 : Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della
sua manifestazione a Israele.
v.3 (conversione) Mt 3,2: In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della
Giudea, dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».
Mt 4,17: Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è
vicino».
v.4 Ml 3,1: Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel
suo tempio il Signore, che voi cercate; l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il
Signore degli eserciti.
Sir 48,10: (Fosti) designato a rimproverare i tempi futuri per placare l’ira prima che divampi, per
ricondurre il cuore dei padri verso i figli e ristabilire le tribù di Giacobbe.
v.5 (monti e colli abbassati) Is 2,2.5-9.11-18.22: Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore
sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. 5Casa di
Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore. Tu hai rigettato il tuo popolo, la casa di
Giacobbe, perché rigurgitano di maghi orientali e di indovini come i Filistei; agli stranieri battono le
mani. Il suo paese è pieno di argento e di oro, senza fine sono i suoi tesori; il suo paese è pieno di
cavalli, senza numero sono i suoi carri. Il suo paese è pieno di idoli; adorano l’opera delle proprie mani,
ciò che hanno fatto le loro dita. Perciò l’uomo sarà umiliato, il mortale sarà abbassato; tu non perdonare
loro. 11L’uomo abbasserà gli occhi orgogliosi, l’alterigia umana si piegherà; sarà esaltato il Signore, lui
solo in quel giorno. Poiché ci sarà un giorno del Signore degli eserciti contro ogni superbo e altero,
contro chiunque si innalza ad abbatterlo; contro tutti i cedri del Libano alti ed elevati, contro tutte le
querce del Basan, contro tutti gli alti monti, contro tutti i colli elevati, contro ogni torre eccelsa, contro
ogni muro inaccessibile, contro tutte le navi di Tarsis e contro tutte le imbarcazioni di lusso. Sarà
piegato l’orgoglio degli uomini, sarà abbassata l’alterigia umana; sarà esaltato il Signore, lui solo in
quel giorno e gli idoli spariranno del tutto. 22Guardatevi dunque dall’uomo, nelle cui narici non v’è che
un soffio, perché in quale conto si può tenere?
Bar 5,7-9; Lc 1,52; Lc 18,13-14.
v.6 At 28,28: Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta ai pagani ed essi
l’ascolteranno!».