Anno C 5ª DI PASQUA At 14,21b-27 - Riferirono alla Chiesa tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo loro. Dal Salmo 144 - Rit.: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore. Ap 21,1-5a - Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi. Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: che vi amiate a vicenda, come io ho amato voi. Alleluia. Gv 13,31-33a.34-35 - Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Chi è un vero cristiano 1. Non è stato il cristiano a fare questo! I piccoli abitanti dell’Africa amano portare al collo medagliette e crocette. Nel Camerun, quando i bambini cominciano a prepararsi al battesimo, il missionario dà loro le medagliette. In Europa chiamiamo “catecumeni” i bambini o le persone grandi che si preparano al battesimo. Gli abitanti del Camerun trovano difficile pronunciare quella parola e perciò li chiamano: “Coloro che portano la medaglietta”. Nel momento del battesimo il missionario regala loro una piccola croce. Non sempre la fede di questi neobattezzati è forte, né il loro comportamento conforme al Vangelo, specie quando la preparazione al battesimo dura poco. Un giorno un piccolo africano, già battezzato, rubò per ghiottoneria un po’ di frutta e qualche altra cosa. Si trattava probabilmente del suo primo furto, perché fu scoperto molto presto. Siccome era ancora piccolo e non capiva bene che rubare era peccato, non fu punito con severità. Tuttavia, per farlo vergognare e invitarlo all’onestà, le persone che aveva derubato dissero: - Come hai potuto fare questo? Eppure sei un cristiano, sei già stato battezzato... - Non è stato il cristiano a fare questo - rispose il ragazzo piangendo -, l’ha fatto il pagano. Prima di andare a prendere quella frutta ho tolto dal mio collo la medaglietta e la crocetta. Quando sentirono questa risposta i grandi si misero a ridere e lo lasciarono libero. Certamente non tutti i bambini africani si comportano così. Ci sono tra loro molti buoni cristiani che custodiscono la loro fede nel profondo del cuore e dell’anima, non solo esternamente sotto la forma di medaglietta e di piccola croce. 5ª di Pasqua “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici 1 In America e in Europa non mancano bambini simili a quel piccolo africano. Si comportano bene, da cristiani, la domenica indossano il vestito della festa, prendono il libretto delle preghiere e vanno in chiesa. Ma dopo, quando ritornano a casa, si tolgono i vestiti della festa, ripongono il rosario e il libretto nell’armadio, si comportano spesso come il piccolo africano. Forse non rubano niente, perché sono molto più ricchi dei bambini dell’Africa, commettono tuttavia altre cattive azioni, come mentire, picchiarsi oppure disobbedire ai genitori. Difficilmente potremmo chiamarli “buoni cristiani”. 2. Chi è un buon discepolo di Cristo? Egli ne parla oggi nel Vangelo. Comincia annunciando la prossima separazione dagli apostoli: “Figlioli, ancora per poco sono con voi...”; e poi continua: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. Queste parole esprimono un ardente desiderio, e nello stesso tempo sono un comandamento. Possiamo chiamarlo il suo testamento. Perché sono parole pronunciate alla vigilia della sua passione e della morte sulla croce. Il testamento, come sapete, viene compilato in previsione della morte. Un vero cristiano, un buon discepolo di Cristo non lo giudichiamo dalle cose esterne come le medagliette e le crocette, ma dall’amore. Come dovrebbe essere quest’amore? Anche questo ce lo spiega Gesù: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato”. Dobbiamo dunque amarci reciprocamente, come ci ha amati lui: è questa la novità che cambia il comandamento dell’amore trasmesso dall’Antico Testamento. Come bisogna realizzarlo nella vita quotidiana? 3. L’amore attraverso le azioni. Anzitutto dobbiamo amare il prossimo non con le parole e con i sentimenti, ma con le azioni, anche se ci richiedessero molta fatica e sacrifici. Sì, Gesù si commuoveva spesso di fronte alla povertà e alle malattie degli uomini, ma non si è mai accontentato di questo. La commozione era sempre seguita dall’azione. Una volta si trattava di guarire un malato, un’altra volta di aiutare un povero o di consolare qualcuno triste e afflitto. Alla fine ha dato per noi la sua vita. È stata la più grande prova d’amore. “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). E nella vostra vita, che cosa succede? Una ragazza più grande dice alla sorellina piccola: “Ti voglio molto bene! Sei così carina!”. E come segno d’amore la bacia forte. Ma quando la piccola le chiede: “Aiutami a fare i compiti” riceve la risposta: “Oggi non ho tempo, sono molto occupata”. Un’altra volta la sorellina dice: “Portami a spasso con te”. E la risposta: “Vado con le compagne più grandi, ci daresti solo fastidio. Sei troppo piccola”. 5ª di Pasqua “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici 2 Le belle parole e i baci sono una cosa buona, servono per esprimere i nostri sentimenti, ma da soli bastano? 4. Il perdono. Oltre alle buone azioni, un altro importante segno d’amore, anch’esso voluto da Cristo, è il perdono. Se i genitori non vi perdonassero i vari piccoli dispiaceri, le bugie e le disubbidienze, non so se riuscirebbero ad amarvi una settimana. Anche voi, ragazzi, se non vi perdonerete reciprocamente le offese e le cose spiacevoli, non avrete amici, né buoni compagni. L’insegnamento di Gesù sul perdono l’hanno compreso meglio di tutti i santi. Essi ci hanno lasciato bellissimi esempi. Giuseppe Brosio, un giovane bersagliere, era molto affezionato a don Giovanni Bosco. Una domenica vide che il santo non era tra i suoi allievi nel campo da gioco. Cominciò subito a cercarlo in vari posti della casa. Alla fine lo trovò in una cameretta. Don Bosco era molto triste. Sembrava che stesse per piangere. - Che cosa è successo, reverendo? - domandò il giovane preoccupato. Don Bosco taceva. Ma dopo qualche insistenza diede la seguente risposta; - Uno dei ragazzi mi ha recato un gran dispiacere, mi ha offeso. Per quanto mi riguarda, non fa niente. Il guaio è che sta sulla cattiva strada e chissà come andrà a finire. Giuseppe si sentì toccato nei vivo dal comportamento del compagno. Si arrabbiò e mostrando i pugni assicurò Don Bosco che avrebbe pensato lui alla rivincita. - Tu vorresti vendicarmi? Hai ragione. Sono d’accordo, ma a patto che prepariamo la vendetta insieme. Va bene? - D’accordo! - rispose il giovane. Sicuramente non indovinereste in che cosa consisteva la vendetta. Il santo disse. “Seguimi”, e lo condusse in chiesa. Tutti e due s’inginocchiarono e Don Bosco cominciò a pregare per il ragazzo cattivo. - Penso che Don Bosco pregasse anche per me - confessò più tardi Giuseppe - perché ad un certo momento mi sentii diverso, completamente cambiato. L’indignazione e la collera nei confronti dei mio compagno si erano trasformate nel perdono. Ecco una lezione di amore cristiano. Don Bosco l’aveva imparato da Gesù, il quale ci comandò di amare i nostri nemici e di pregare per coloro che ci perseguitano. L’amore mediante le azioni è una cosa difficile. Ancora più difficile - lo sapete per esperienza - è perdonare coloro che ci danno qualche dispiacere, o ci fanno del male, Accogliendo Gesù nel nostri cuori durante la santa Comunione pregheremo: Gesù, ci hai dato il tuo comandamento dell’amore, un comandamento molto difficile. Aiutaci quindi affinché possiamo praticarlo bene nella vita quotidiana e nel nostro lavoro. 5ª di Pasqua “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici 3