Romanticismo-idealismo Romanticismo Il romanticismo si sviluppa e si diffonde tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento costituì un fenomeno di portata europea. nacque e si sviluppò nell’ambito della classe sociale emergente: la borghesia. I suoi aspetti improntarono L’elaborazione del pensiero romantico arrivò ad ispirare una nuova filosofia, l’idealismo, e a una nuova concezione della storia e della letteratura, coinvolgendo tutte le forme di arte. rivalutazione del sentimento, un ritorno dell'infinito a dispetto della finitudine, una nuova comprensione dell'uomo a partire dalla sua soggettività. comune a tutti è LA RICERCA DI UNA VIA PER L’ASSOLUTO. l’esaltazione del sentimento Il SENTIMENTO e l’ARTE sono gli strumenti privilegiati di conoscenza Settecento la storia era fatta dall’uomo, ora lo è dalla Provvidenza o dallo Spirito (trascendente o immanente, comunque extraumano). l’Illuminismo si presenta come una forza critica, il Romanticismo. è giustificazio-tradizionalista. Dal punto di vista politico il Settecento era caratterizzato dal popolo, l’Ottocento dalla nazione,vi è il culto dell’autorità vi è la Restaurazione e il patriottismo... Idealismo l’idealismo muove dalla riorganizzazione sistematica dell’opera kantiana per approdare alla negazione della cosa in sé polemica anti-intellettualistica, combattuta contro l’intellettualismo illuminista la natura è il tutto a cui tornare, è organicistica, energetico-vitale, finalistica, spiritualistica, dialettica: solo il tutto vive. riscoperta dell’anima del mondo. I romantici sono melanconici, pessimisti, ma al tempo stesso sono portati a scoprire il positivo oltre il negativo. Il massimo dell’ottimismo è il PANLOGISMO di Hegel. il pensiero per Kant e per tutti i filosofi pre-idealisti era lo strumento attraverso il quale intepretare una realtà a sé (il pensiero faceva sempre riferimento a un oggetto, così che il pensiero era prodotto del soggetto e l'oggetto cosa a sé), con l'idealismo il pensiero diventa egli stesso lo Strumento, in grado di prodursi e porsi da sé :l'idealismo giunge all'identità del soggetto con l'oggetto, e rende l'intera realtà soggetto 1 Nel 1816 fu nominato professore di filosofia a Heidelberg, filosofiche in compendio; e nel 1818 fu chiamato all'Università di Berlino. Cominciò allora il periodo del suo massimo successo. Hegel moriva a Berlino, forse di colera, il 14 novembre 1831." a)Infinito come unica realtà Hegel Il sistema filosofico di Hegel è un processo circolare in cui si ritrovano l’unità e lo sviluppo del suo pensiero, raggiunge il suo termine in quella stessa realtà (il Pensiero) da cui inizia Infinito = unica realtà La realtà è un organismo unitario non un insieme di pezzi, la realtà coincide con l’ Infinito o Assoluto. Il finito non esiste in quanto parte dell’infinito. Per Hegel l’Assoluto si identifica con l’uomo inteso come Soggetto spirituale in divenire c)la filosofia come giustificazione razionale della realtà Il compito della filosofia è elaborare concetti, dimostrare con la riflessione la razionalità dell’esperienza che è il contenuto della realtà. La filosofia è mostrare le tappe attraverso cui l’uomo raggiunge lo spirito universale e la sua perfezione come uomo. Tutto ciò avviene attraverso la conoscenza:l’uomo, singolarmente deve ripercorrere il cammino conoscitivo della storia, prendendo coscienza delle varie figure(o forme)depositate dallo spirito dei popoli nelle memoria collettiva della storia. Funzione pedagogica della fenomenologia(cfr Fenomenologia dello Spirito) Georg Wilhelm Friedrich Hegel nacque il 27 agosto 1770 a Stuttgart (Stoccarda), anni giovanili per la Rivoluzione e Napoleone. Gli avvenimenti della Rivoluzione francese Con gli amici di Tubinga, piantò un albero della libertà e fu tra essi l'oratore più acceso in difesa dei princìpi rivoluzionari della libertà e dell'eguaglianza. b)l’identità tra reale e razionale Il Soggetto spirituale infinito sta e della realtà e viene chiamato Idea o Ragione; intende in questo modo identità di pensiero e essere di ragione e realtà .”Tutto ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale” La razionalità non è astrazione, dover essere ma è ciò che esiste il reale il mondo non la materia caotica ma è lo spiegarsi in modo ordinatodi unatura razionale (Idea o Ragione)che si manifesta in modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell’uomo. Tutte le manifestazioni del mondo materiale vegetale animale e umano sono l’attuarsi della Ragione, non è però unità statica ma dinamica perché si attua divenendo tutti gli esseri finiti tanto che il mondo è un momento del suo divenire. L’Idea( non il fenomeno del pensiero individuale)è l’esplicazione della Ragionenel suo attuarsi dalla posizione immediata e inconscia fino all’autocoscienza 2 La dialettica La dialettica ha per Hegel due significati strettamente collegati : in un primo senso essa è il processo mediante il quale l’Assoluto si riconosce nella realtà che, in un primo momento, gli era apparsa come estranea od opposta, togliendo o conciliando appunto quella opposizione; in un secondo senso è il processo mediante il quale la realtà, superando le divisioni, si pacifica – come dice Hegel – nell’unità del Tutto. Si noti : le divisioni, i conflitti ecc. sono reali, ma sono aspetti della alienazione (=estraniazione, allontanamento, separazione) in cui la ragione viene a trovarsi di fronte a se stessa; ed appunto sono reali come "strumenti di passaggio", forme di mediazione del processo attraverso il quale la Ragione si costituisce come unità, come – dice Hegel – Autocoscienza Assoluta. La dialettica si svolge in tre momenti chiamati tesi, antitesi, sintesi. a) Affermazione-tesi : momento astratto o intellettuale: è il momento più basso della Ragione in cui il pensiero considera la realtà, l’esistente sotto forma di una molteplicità statiche e separatele une dalle altre b) Negazione-antitesi :momento dialettico o negativo –razionale: le molteplicità esistenti vengono messe in relazione con altre opposte e contrarie c) Unificazione :momento speculativo o positivo-razionale: consiste nel cogliere l’unità delle determinazioni opposte, rendendosi conto che sono aspetti di una realtà più alta che li comprende Legge ontologica di sviluppo della realtà e al tempo stesso Legge logica di comprensione della realtà E’ il processo attraverso il quale si attua la Ragione La dialettica dell’assoluto. Soggetto e oggetto si negano reciprocamente, ma allo stesso tempo l’uno non può essere senza l’altro. L’oggetto è definito da Hegel come momento negativo dell’assoluto (dialettica = descrizione razionale del movimento intrinseco dell’essere). Sviluppo triadico. Lo spirito Tesi: Si pone; Antitesi: Si sposta in qualcos’altro (alienazione); Sintesi: Torna su di sé arricchito dal movimento della posizione b). 3 Vero-falso. La verità è il risultato di un processo di conoscenza passato per il falso. Noto e conosciuto. Noto significa conoscere qualcosa per quello che è, nella sua fissità. Conosciuto vuol dire: comprendere di qualcosa sia il suo carattere statico che quello dinamico. Strumento della ricerca filosofica. Mentre per Kant era l’intelletto per Hegel è la ragione. L’assoluto è spirito. L’assoluto è totalità, sostanza dinamica elevata alla coscienza di se stessa. Totalità in quanto l’assoluto è formato di tutte le parti che compongono la realtà. Sostanza in quanto l’assoluto è ideale e non qualcosa di reale. Dinamico in quanto l’assoluto è in continuo divenire. Coscienza in quanto l’assoluto è tale in quanto attraverso il meccanismo dell’opposizione o dell’alienazione l’assoluto ha compreso che ciascuno elemento in sé è parziale e non può stare senza l’altro. Fenomenologia dello Spirito(studio delle manifestazioni dello spirito e loro interpretazione) La prefazione dell’opera scritta al termine della Fenomenologia costituisce quasi un’opera a sé stante. In essa Hegel enuncia i punti qualificanti del suo programma filosofico e considera le concezioni filosofiche precedenti. La sua tesi è che i vari pensieri filosofici, differenti e contraddittori tra loro costituiscono tutti insieme momenti reciprocamente necessari di un unico processo dialettici attraverso il quale si va verso la piena comprensione della verità. Infatti la verità è l’intero, e l’intero è il risultato di un movimento che si attua attraverso varie tappe. Compito della filosofia è presentare la verità nella sua totalità e nella connessione reciproca dei singoli elementi che la formulano. Per fare questo la conoscenza filosofica deve essere necessariamente sistematica, in quanto il sapere si deve sviluppare come un rigoroso movimento di concetti. 4 la Fenomenologia dello Spirito riguarda figure ovvero situazioni storiche o spirituali o anche fantasticate che costituiscono una vicenda del processo attraverso il quale l’autocoscienza giunge a riconoscere se stessa; "le figure" della Fenomenologia La fenomenologia dello Spirito è divisa in sei sezioni: coscienza, autocoscienza, ragione, spirito, religione e filosofia. 1.Coscienza: Si scandisce in tre momenti: Coscienza sensibile: è quello della certezza sensibile (limitata all'hic et nunc), il soggetto percepisce l’oggetto nella sua immediatezza, senza riflettere su di esso e senza interpretarlo tramite concetti. L’oggetto è distinto dall’oggetto, ma certezza e verità coincidono Percezione: è quello della percezione (coscienza universale e globale) il soggetto distingue gli oggetti che percepisce tramite dei concetti astratti. Per distinguere il particolare l’oggetto ricorre a un concetto universale. In questa fase ogni ente della realtà viene identificato rispetto agli altri attraverso un meccanismo di affermazione negazione. L’intelletto: è quello dell'intelletto (pensa che l'oggetto sia altro). la percezione entra in crisi quando non riesce a comprendere tramite la semplice mediazione del concetto universale i legami tra gli enti della natura. Supera questa crisi e quindi riesce a comprendere la dinamica delle forze che regolano il mondo quando comprende di essere parte della natura. A questo punto la coscienza è divenuta autocosciente. 5 2.Autocoscienza: Il servo padrone: quando un uomo incontra un altro uomo, viene colto dalla volontà di essere riconosciuto dall’altro uomo come autocoscienza. Questo vuol dire che entrambi cercano di negarsi a vicenda e di sottomettere l’altro inserendolo nel proprio sistema di relazioni di cui sono il centro. In questa lotta ciascuno deve essere disposto a rischiare la morte per essere riconosciuto dall’altro. Chi non accetta di rischiare la propria morte assume la posizione del servo, riconoscendosi come coscienza dipendente da quella del proprio padrone. Il padrone utilizza questa dipendenza facendo compiere un lavoro al posto suo. In questa maniera inconsciamente il padrone si trova a dipendere dal servo in quanto non può avere un rapporto con la natura se non attraverso la mediazione del servo, ma nemmeno il servo per ora comprende il proprio potere. Stoicismo: il servo ha imparato a riconoscere nel lavoro la via per una nuova forma di libertà e quindi a superare il proprio rapporto di dipendenza dal signore. Questa libertà però è semplicemente formale e sarà incapace di dominare la realtà effettiva del mondo finché non si astrarrà da esso. Scetticismo: il pensiero entra in rapporto diretto con la realtà effettiva del mondo e dell’esperienza e scopre che non c’è alcun tipo di certezza. Si accorge che l’unica certezza possibile è in se stesso quindi esalta la libertà assoluta della soggettività. Coscienza infelice: la coscienza scettica comprende la profonda contraddizione che è in se stessa e che consiste nel negare tutto ciò che è estraneo alla soggettività fino a negare se stessa: questo genera l’infelicità. La coscienza che ora si percepisce come finita, aspira ad ancorare se stessa ad un assoluto che è concepito come estraneo alla coscienza. La figura della coscienza infelice è tipica delle coscienze religiose ebraica e cristiana che ritengono che l’uomo sia un essere finito di fronte ad un Dio finito. 3.La ragione: La coscienza infelice comprende che è impossibile comprendere se stessa restando entro i limiti di se stessa, allora immagina che ci sia un principio originario a fondamento del mondo; la differenza tra se e la vita, tra se e Dio, tra se e la natura, non è affatto radicale, ma è espressione dell’assoluto. 6 4.Nella seconda parte della fenomenologia viene considerato il dispiegarsi dello "spirito" nel mondo. Le tappe fondamentali di questo dispiegamento sono: la civiltà del mondo greco romano cui segue il passaggio verso il mondo moderno i cui momenti decisivi sono: la crisi dell’illuminismo e della rivoluzione francese; la concezione morale del mondo annunciata dall’idealismo di Kant e Fichte; la fenomenologia della "religione" (naturale, artistica, rivelata)- ultima tappa Il sapere assoluto: Coincidenza perfetta tra sapere e verità. Il sapere è proprio dell’uomo. Seguendo il percorso tracciato dalla Fenomenologia il sapere coinciderà con la verità, che invece è oggettiva ed è insita nell’assoluto. La verità è l’intero. La coscienza comune.: Il sapere posseduto da tutti gli uomini. La coscienza comune è un pensiero assoluto che non sa ancora di esserlo. Compito del filosofo è renderla consapevole di questa coincidenza. 7 l’Enciclopedia delle scienze filosofiche(1817) riguarda concetti o categorie, viste come momenti necessari nella realizzazione della autocoscienza, ovvero, detto in altri termini, è una storia dell’autocoscienza nei suoi momenti immutabili, universali e necessari (quali sono ad es. l’essere, lo spirito, la natura, lo Stato, l’arte, la religione, la filosofia ecc.). è divisa in tre parti :i tre momenti in cui si attua la Ragione, momenti fuori dal tempo quindi non hanno successione cronologica,ma soltanto logica perché sono immanenti alla stessa Ragione Nella Logica l’Idea ovvero l’Assoluto è studiato a prescindere dalle sue realizzazioni concrete nella natura e nello spirito; per raggiungere la consapevolezza di sé, l’Assoluto deve allora negarsi, farsi altro da sé, oggettivarsi, cioè farsi natura(ed ecco la Filosofia della Natura); ma non basta : deve poi giungere allo spirito cioè alla libertà e alla consapevolezza (Filosofia dello Spirito). a) la tesi è rappresentata dalla Logica o scienza dell’Idea in sé; contiene virtualmente in sé ogni realtà,prima che si manifesti come fatto; rappresenta la pensabilità del reale ed è puro pensiero che per attuarsi deve esteriorizzarsi,uscire fuori di sé facendosi Natura.L’Idea è oggetto della Logica che per Hegel logica e metafisica si identificano. Infatti per Hegel i concetti o categorie di cui si occupa la logica sono in realtà i "pensieri oggettivi", quelli che esprimono la realtà nella sua essenza necessaria, nella sua verità assoluta. Il contenuto della logica è in pratica, per Hegel, Dio stesso, che è assoluta realtà. Lo studio del pensiero (com’è in genere la definizione della logica) è dunque per Hegel lo studio della stessa realtà, visto che la Ragione (ovvero Idea ovvero Assoluto) è la realtà b)l’antitesi dalla Filosofia della Natura o scienza dell’Idea fuori di sé; o Idea fuori di sé, è l’esteriorizzarsi dell’Idea che si distende nello spazio e nel tempo e si concretizza nei vari esseri; da semplice possibilità diventa realtà. La Natura è in antitesi con l’Idea che, uscendo fuori di sé,diventa altro da sé,contrapponendosi a se stessa. Mentre l’Idea rappresenta l’essere,la Natura rappresenta il non essere. La Natura è oggetto della filosofia della natura c)la sintesi dalla Filosofia dello Spirito o scienza dell’Idea che ritorna a sé o in sé e per sé.Lo Spirito o Idea che ritorna in sé, è la sintesiin cui l’Idea si riconosce nella Natura,che considera come suo sviluppo e diventa consapevoledi se stessa attuando il suo divenire, in cui si conciliano l’essere della tesi e il non essere dell’antitesi.Lo Spirito è oggetto della filosofia dello Spirito 8 La Meccanica ,che è la Natura in sé, considera la natura nella sua esteriorità,come massa informe e inanimata,regolata solo da rapporti quantitativi Natura nella natura i vari gradi o momenti sono uno accanto all’altro (il mondo vegetale sussiste insieme a quello animale), La Fisica ,che è la Natura per sé, considera le proprietà dei corpi sotto l’aspetto qualitativo L’Organica,che è la Natura in sé e per sé, riunisce la materia,propria della meccanica,e le qualità,proprie della fisica, in un organismo vivente nel quale si passa dal mondo naturale a quello spirituale e si ha la prima affermazione della libertà 9 nello spirito ogni grado è compreso e risolto in quello superiore che, a sua volta, è già presente nel grado inferiore (ad es. l’individuo è compreso nella società, la quale è composta da individui). Lo Spirito soggettivo è lo spirito individuale , finito e limitato Spirito Lo Spirito oggettivo è lo spirito individuale in relazionagli altri spiriti individuali,da cui deriva la vita in comune che comporta limitazione della propria libertà Lo Spirito assoluto è lo spirito infinito e libero, riassume in sé ogni realtà concreta. In esso soggettivo e oggettivo si riuniscono consapevolmente,assumendo la legge universale come propria legge e come principio del proprio operare nella libertà Lo Spirito soggettivo si attua attraverso : tesi- Antropologia che considera lìindividuo costituito di corpo e anima e capace di conoscere e sentire antitesi- Fenomenologia che considera l’individuo capace di riflettere su se stesso diventando consapevole della propria universalità in quanto manifestazione della Ragione sintesi-Psicologia che considera l’individuo come soggetto che sa e che vuole essere libero e che tende ad attuare questa libertà attraverso il conoscere e l’agire Lo Spirito oggettivo,per conciliare la libertà individuale dei singoli io, si attua attraverso Tesi-Diritto che è il complesso delle norme che regolano i rapporti tra gli individui assicurando ad ognuno la libertà entro i limiti in cui tale libertà non violi la libertà degli altri. Queste norme concrete sono imposte e quindi conducono soltanto alla legalità senza implicarne l’adesione della coscienza Antitesi- Moralità che implica l’interiorizzazione della legge universale e la subordinazione volontaria al dovere e quindi , come tale si presenta in antitesi al diritto. Essa non ha contenuto concreto perchè, non dà un fine specifico all’azione e non dice quale sia il dovere degli uomini Sintesi –L’Eticità concilia il Diritto e la Moralità perché promuove l’obbedienza alle leggi dello stato(concretezza)in modo tale che esse non siano considerate come obbligo imposto dall’esterno, ma vengano accettate in quanto corrispondenti all’intima spiritualità (interiorizzazione) L’Eticità si attua in : tesi- Famiglia che è costituita da vari individui che oltre ad essere uniti da legami di sangue, cioè istintivi e naturali, sono legati spiritualmente da reciproco amore al di là di ogni egoismo antitesi-Società civile che è costituita da un insieme di famiglie distinte in classi sociali e in gruppi secondo attività ed interessi. Essa, che costituisce la collettività, si presenta in forma antitetica alla famiglia, che rappresenta l’individualità sintesi- Stato che è la sintesi di Famiglia e Società perché rappresenta la volontà universale che riassume e dà valore alle singole volontà individuali. Esso è individualità rispetto agli altri stati ed è collettività rispetto ai cittadini. Lo Stato è l’incarnazione della Ragione e in esso , perciò i singoli individui attuano la loro vera libertà, identificando i loro fini particolari con lo Spiriro universale 10 Lo Spirito assoluto si attua in: tesi – Arte in cui lo Spirito assoluto(infinito) si rende visibile nel finito rappresentandosi e contemplandosi in una forma particolare e sensibile antitesi – Religione in cui lo Spirito assoluto si rivela a se stesso mediante la rappresentazione dei suoi attriubuti. SAecondo Hegel la religione assoluta è il Cristianesimo perché nella trinità divina si ritrovano i tre momenti dialettici dell’Idea: Idea in sé(Padre), Idea fuori di sé(Figlio), Idea che ritorna in sé(Spirito) sintesi – Filosofia in cui vengono superati i due momenti astratti di Arte e Religione. In questa sintesi lo Spirito assoluto non si contempla in forme sensibili o si rivela a se stesso nelle rappresentazioni, ma prende coscienza di sé come Ragione universale e si pensa come Pensiero logico e dialettico, libero da ogni limitazione Con la Filosofia la Ragione acquista piena coscienza di sé, e quindi della sua storia attuata mediante il suo sviluppo dialettico. Tale processo dialettico, che si è manifestato attraverso i vari sistemi filosofici succedutisi nel tempo, è la storia della filosofia. Perciò la filosofia(il pensarsi cosciente della Ragione)si identifica con la storia della filosofia(lo sviluppo dialettico della Ragione) La Storia è lo svolgimento di tutti gli Stati , in ciascuno dei quali si incarna la Ragione . Ognuno di essi lotta contro gli altri per conservare la propria indipendenza: in tal modo la guerra è giustificata come mezzo di civiltà e di progresso. Con la guerra si attua la storia del mondo che è sviluppo e affermazione sempre più larga e completa della Ragione. Ogni conflitto di popoli e di stati si conclude col trionfo del più forte con la vittoria di quello che più o meno incarna la Ragione e che diventa il popolo eletto, il popolo guida. Ma quando la sua energia spirituale è esaurita sparisce dalle scene della storia consegnando la fiaccola del progresso ad un altro popolo più giovane che, nel suo fervore di affermazione, esprime meglio la Ragione. Naturalmente Hegel vede nel popolo germanico il popolo perfetto,destinato ad avere il predominio sugli altri, quale successore ed erede della civiltà orientale,greca e romana. E’ questo il nazionalismo di Hegel che si ricollega con il pangermanesimo di Fiche. L’astuzia della Ragione è il procedere della Ragione che attua i suoi fini universali. Gli individui, specialmente quelli eccezionali, ed i popoli che lottano, contendono tra loro, illudendosi di agire per mire o interessi particolari, ma essi sono lo strumento della Ragione. Le loro passioni, spesso ambiziose, servono senza che essi se ne rendano conto, ad attuare fini che trascendono i loro scopi contingenti. Naturalmente, secondo questa concezione, l’autonomia e il valore dell’individuo sono annullati e l’ottimismo generale del sistema si concilia male con questa netta svalutazione della personalità umana. 11 SPIRITO SOGGETTIVO. Si ricordi solo che è diviso nei soliti tre momenti : antropologia, fenomenologia e psicologia. La libertà è la più alta manifestazione dello spirito soggettivo, che è adesso pronto ad entrare in relazione con gli altri e quindi a diventare spirito oggettivo. SPIRITO OGGETTIVO. La libertà dello spirito si realizza nelle istituzioni sociali concrete che sono DIRITTO, MORALITA’ ED ETICITA’. DIRITTO. Il diritto ovvero la legge si attua quando la volontà si conforma liberamente alle leggi. L’individuo viene visto dal diritto come persona, cioè come soggetto che ha diritti e doveri. La persona trova il suo primo compimento in una cosa esterna che diventa di sua proprietà. Ma la proprietà è tale solo in virtù del reciproco riconoscimento fra le persone, ossia il contratto. La violazione del contratto può culminare nel delitto, che esige una pena adeguata, la quale ripristini il diritto violato. Il diritto è però una legge esteriore, che l’individuo non riconosce come propria. Da qui il passaggio al momento successivo, la moralità. MORALITA’. E’ quando la legge diventa interiore, viene sentita come propria, come un dovere da adempiere. La moralità ha però il difetto di mantenere comunque il distacco fra l’essere e il dover essere : le intenzioni non sono sempre realizzate e dunque il vero bene non è ancora perfettamente raggiunto, come sarà nell’ultimo momento, quello dell’eticità. ETICITA’. L’eticità è il superamento della scissione fra interiorità ed esteriorità, tra la soggettività ed il bene; essa implica l’inserimento attivo dell’individuo in una comunità e la sua collaborazione con gli altri, in vista del bene comune. Essa si attua concretamente nelle istituzioni storiche concrete della famiglia, società civile e Stato. Famiglia. Non è per Hegel una semplice società naturale ma una istituzione, cioè una creazione dello spirito dotata di grande valore etico. Essa è un’unità spirituale, fondata sull’amore e sulla fiducia dei suoi membri. 12 Società civile. E’ l’antitesi della famiglia perché in essa i rapporti sono conflittuali, essendo un "sistema di bisogni", il che implica allora l’amministrazione della giustizia, un corpo di polizia e le corporazioni, necessarie per l’ordine e la sicurezza. Essa è una società di privati, che operano per fini particolari. Stato. E’ l’istituzione in cui si risolvono i conflitti della società civile, in cui l’interesse privato coincide con l’interesse pubblico. Viene definito da Hegel come "la sostanza etica consapevole di sé, la riunione del principio della famiglia e della società civile". Quali caratteristiche ha lo Stato per Hegel? Esso non vuole essere è liberale (Locke, Kant ecc.) nel senso che non vede nello Stato lo strumento che deve garantire la sicurezza e i diritti dei privati, né Hegel lo vede come un tutore dei particolarismi della società civile. Non vuole neppure essere democratico per cui la sovranità dovrebbe risiedere nel popolo (Rousseau). Per Hegel invece la sovranità dello Stato deriva dallo Stato stesso, che ha in sé la propria ragione d’essere, il che significa che lo stato hegeliano non è fondato sugli individui ma sull’idea di Stato, cioè sul concetto di un bene universale. E’ lo Stato che fonda gli individui : sia in senso cronologico-storico-temporale ( esso viene prima degli individui; gli individui nascono già all’interno di uno Stato), sia in senso ideale-assiologico (lo Stato è superiore agli individui come il tutto alle parti). Lo Stato hegeliano, comunque, pur essendo assolutamente sovrano, non è dispotico o illegale perché anzi deve operare con le leggi; è uno Stato di diritto (Rechtstaat), fondato sul rispetto delle leggi e sulla salvaguardia della libertà e della proprietà. In questo Stato, la costituzione migliore è quella monarchico-costituzionale, con la tripartizione dei poteri in legislativo (affidato ai rappresentanti dei vari ceti o stati sociali; stati o ceti sociali da non confondere con le classi sociali antagonistiche dei proletari e capitalisti di cui parlerà Marx), esecutivo (affidato al governo) e sovrano (esercitato dal monarca). Nel sovrano si incarna l’unità dello Stato ed a lui spetta la decisione ultima circa gli affari della collettività. Il vero potere politico è quello del governo. Lo Stato è in ultimo per Hegel la "volontà divina" ovvero "l’ingresso di Dio nel mondo è lo Stato". E come vita divina che si realizza nel mondo, lo Stato non può trovare nella morale un limite alla sua azione. Il solo giudice ed arbitro sarà lo Spirito Universale cioè la Storia, che ha, come suo momento strutturale, anche la guerra ! essa non è solo necessaria ed inevitabile, ma preserva gli uomini – dice Hegel – dalla fossilizzazione a cui li ridurrebbe una pace durevole. In questo Stato, si ricordi, non vi è il potere giudiziario perché è demandato alla società civile. In conclusione, Hegel è "semplicemente un conservatore, in quanto pregia più lo stato che l’individuo, più l’autorità che la libertà"(N.BOBBIO, Studi hegeliani, Einaudi). 13 LA FILOSOFIA DELLA STORIA. "Il grande contenuto della storia del mondo è razionale e razionale deve essere : una volontà divina domina poderosa il mondo". Il fine della storia del mondo è che lo Spirito giunga alla sua piena realizzazione e libertà. Lo Spirito che si manifesta nella realtà storica è lo Spirito del Mondo, il quale si incarna nei vari spiriti dei popoli che si succedono all’avanguardia della storia. I mezzi della storia del mondo sono gli individui, con le loro varie passioni. E poiché lo Spirito del Mondo è sempre lo spirito di un popolo particolare, l’azione dell’individuo sarà tanto più efficace quanto più sarà conforme allo spirito del popolo a cui l’individuo appartiene. Gli eroi o veggenti sono caratterizzati dal successo. Resistere ad essi è cosa vana. Sembra che tali individui (come Alessandro Magno, Cesare, Napoleone ecc.) non seguano altro che la loro passione e/o ambizione. In realtà, questa è una Astuzia della Ragione (List der Vernunft) che si serve di tali individui come mezzi per attuare i propri fini. E quali sono i suoi fini? Il fine ultimo della storia del mondo è la realizzazione della libertà dello Spirito. Se la libertà si realizza nello Stato, la storia del mondo sarà la successione delle forme statali. I tre momenti di essa sono : il mondo orientale, in cui uno solo, il monarca, è libero; il mondo greco-romano in cui sono liberi alcuni; il mondo cristiano-germanico, in cui tutti sono liberi. SPIRITO ASSOLUTO. E’ il momento in cui l’Idea giunge alla piena consapevolezza della propria infinità e assolutezza, cioè che tutto è Spirito e non vi è nulla al di fuori dello Spirito. Questo conoscersi come Assoluto non è qualcosa di immediato (Hegel critica l’immediatezza dell’intuizione e del sentimento : sotto questo aspetto non è romantico) ma è il risultato di un processo dialettico rappresentato dai tre momenti dell’arte, della religione e della filosofia. esse si differenziano tra loro per la forma in cui ciascuna di esse presenta lo stesso contenuto, che è l’Assoluto. L’arte conosce l’Assoluto nella forma dell’intuizione sensibile, la religione come rappresentazione, la filosofia come puro concetto. Vediamo meglio. Arte. L’opera d’arte è sempre qualcosa di sensibile (oggetto materiale, suono, parola ecc.) e dunque nell’arte l’uomo acquista consapevolezza di sé mediante le forme sensibili. Nell’arte lo spirito vive in maniera immediata e intuitiva il rapporto tra il soggetto e l’oggetto, lo spirito e la natura, che la filosofia teorizza, sostenendo che la natura non è che una manifestazione dello spirito. La storia dell’arte si svolge in tre momenti : l’arte simbolica dei popoli orientali, i quali fanno ricorso al simbolo perché non riescono ad esprimere lo spirito secondo adeguate forme sensibili; vi è poi l’arte classica, che è caratterizzata dall’equilibrio fra contenuto spirituale e forma sensibile, attuato mediante la raffigurazione della figura umana; infine vi è l’arte romantica, in cui lo spirito prende coscienza che qualsiasi forma sensibile è insufficiente per esprimere adeguatamente l’interiorità spirituale e provoca la crisi dell’arte. Hegel parla, a questo riguardo, della futura "morte dell’arte" nel senso che il suo ruolo di ponte intuitivo verso l’Assoluto è destinato a venir meno di fronte al dispiegamento del vero da parte della filosofia, la sola che può cogliere l’Assoluto nel suo elemento proprio, la razionalità dialettica. Se infatti l’Assoluto è una totalità dialettica, esso è il 14 risultato di un processo, di una mediazione, che è il contrario della immediatezza sensibile. Per questo l’arte rimane al gradino più basso fra le diverse forme del sapere. Religione. Nella religione "l’Assoluto è trasferito dall’oggettività dell’arte nell’interiorità del soggetto". Il che vuol dire che nella religione è essenziale il rapporto fra la coscienza e Dio : tale rapporto è dato dalla fede. Ma se è così, allora la fede non è in grado di giustificare la certezza che prova nell’esistenza di Dio. Il modo tipicamente religioso di pensare Dio è la rappresentazione intellettuale, che è a metà strada fra l’intuizione sensibile dell’arte ed il concetto della filosofia. Permangono nella rappresentazione religiosa le differenze fra Dio creatore e creatura, in modo che l’Assoluto non è pienamente compreso ma rimane ancora il mistero. L’esigenza verso l’unità di creatore e creatura viene sentita solo sul piano del culto, cioè sul piano pratico, non concettuale. Filosofia e storia della filosofia. Con la filosofia siamo arrivati al momento conclusivo dello spirito assoluto, in cui vi è unità di arte e religione. In essa l’Assoluto è conosciuto nella forma del concetto, nella forma più perfetta. L’Assoluto può finalmente conoscersi e così l’Idea pensa se stessa, la verità assoluta e intera. In quanto è però pensiero giunto alla consapevolezza di sé, la filosofia non può che essere il risultato di un processo di sviluppo che ha come soggetto la realtà nella sua concretezza. In altri termini, la filosofia è un processo storico e quindi si identifica con la stessa storia della filosofia. I vari sistemi filosofici precedenti la filosofia hegeliana sono le varie tappe del farsi della verità, che superano ciò che precede e sono superati da ciò che segue. "La storia della filosofia mostra, da una parte, che le filosofie, che sembrano diverse, sono una medesima filosofia in diversi gradi di svolgimento; dall’altra, che i principi particolari di cui ciascuno è a fondamento di un sistema, non sono altro che rami di un solo e medesimo tutto. La filosofia, che è ultima nel tempo, è insieme il risultato di tutte le precedenti e deve contenere i principi di tutte: essa è perciò … la più sviluppata, ricca e concreta"(cfr. Enciclopedia,par.13). Con ciò il ciclo cosmico della conoscenza e della realtà si chiude. 15