prof. Polverelli Emanuele Termini essenziali per una iniziale comprensione del pensiero filosofico classico strutturale (un errore in cui si cade per coerenza con le premesse poste). Dunque le aporie spingono il pensiero a procedere più innanzi, a svilupparsi oltre, a mutare. Sono dunque importantissime, essendo quasi la molla interna del pensiero nel suo sviluppo storico. E’ per la presenza di queste, che i filosofi sentirono e sentono l’esigenza di rivedere continuamente il pensiero dei loro predecessori (e talora lo stesso loro proprio pensiero), non per negare semplicemente quanto essi hanno detto, ma per rivedere, chiarendo meglio, le premesse su cui si sono poggiati. Interessante la definizione di aporia data dal Devoto-Oli: “problema le cui possibilità di soluzione risultano annullate in partenza dalla contraddizione”. Quindi le aporie sono ciò da cui parte un filosofo per criticare il suo predecessore. Si deve tenere in conto che un pensiero filosofico assente di aporie é pressoché impossibile. Ciò non é strano se si tiene presente che l’intelletto umano é limitato. Un pensiero non aporetico, sarebbe un pensiero divino. Così Giovanni Reale diceva al corso di “Storia della Filosofia Antica” dell’Università Cattolica nel 1980-81: “l’aporia non é un banale errore, ma é una difficoltà strutturale di abbracciare l’intero”. COSMO: termine che propriamente indica ordine. Tuttavia é passato ad indicare il mondo in quanto concepito come un tutto organico, armonico, ordinato secondo una ACCIDENTE: ciò che appartiene ad una cosa né sempre né per lo più, ma solo talvolta, e quindi fortuitamente e casualmente. Malgrado sia assai vicino al non essere (infatti é ma potrebbe anche non essere) l'accidente é importante nella prospettiva filosofica per spiegare il reale anche nel suo aspetto più indeterminato (tale é l'esperienza); senza di esso infatti tutto sarebbe necessario. Dell'accidente non vi é scienza perché come esso é fortuito e casuale, così é anche la sua causa; dunque, essendo indeterminabile la causa, non può darsi scienza di esso. ANALOGIA: riferire una stessa proprietà a due realtà in maniera né identica, né totalmente distinta, ma secondo una proporzione adeguata alla diversità (ontologica) delle due realtà in questione. Es.: "Dio é", "l'uomo é"; entrambi possiedono l'essere, tuttavia diverso é il modo di essere dell'uomo da quello di Dio; allo stesso tempo con il termine essere si indica nell'uno e nell'altro caso una medesima proprietà: l'esistere; dunque si attribuisce il termine essere in maniera analoga. APORIA: é un problema che nasce all’interno di un sistema filosofico e che rimane insolubile stando all’interno delle premesse poste. L’aporia é l’errore o contraddizione in cui cade un filosofo nell’elaborare il suo pensiero. Ma, si badi, non é un banale errore, bensì una difficoltà 1 prof. Polverelli Emanuele "lessico essenziale" - autori classici legge razionale. Fondamentale in questo senso la riflessione dei pitagorici, che con la loro ontologia del numero, interpretarono il mondo come frutto di rapporti numerici e quindi dotato di un ordine e di una regola razionale. DUALISMO: concezione della realtà che implica una dualità di piani o talvolta di principi. Nel primo senso Platone dividendo il mondo dei fenomeni dal mondo del vero essere (le Idee) inaugura una prospettiva dualistica. Si intende quindi, secondo tale significato, dualistica ogni prospettiva che implichi l'ammissione di una trascendenza. Nel secondo significato la filosofia, tendendo a trovare l'unità del reale (l'intero), tende a sfuggire dal dualismo, tuttavia una prospettiva dualistica in tal senso é rintracciabile in tutta la filosofia greca non monista, in quanto la materia é vista sempre come indipendente dal principio (Platone, Aristotele). Il dualismo inteso in tal senso sarà superato solo da Plotino e dal creazionismo cristiano. EQUIVOCITA': proprietà di un termine (nome) di significare infinti significati (concetti), e quindi di non essere in grado di indicarne alcuno. ESPERIENZA o FENOMENO: la realtà quale si manifesta alla sensibilità, quindi il mondo sensibile quale appare alla nostra esperienza. Un conflitto tra mondo fenomenico e mondo intelligibile (conoscibile con l'intelletto) nasce con Platone (anche se già Parmenide, Eraclito, i Pluralisti avevano parlato di verità del logos ed errore dei sensi; però occorre dire che in questi autori non vi é un vero e proprio conflitto in quanto il mondo é sempre e comunque monisticamente inteso, ovvero é ad una dimensione - quella della physis -. Ciò vale anche per Parmenide, a riguardo del quale, più che di conflitto tra fenomeni ed essere, si deve parlare di negazione dei fenomeni per l'affermazione del solo essere), in quanto suddivide il mondo in due sfere (le idee e le ombre delle idee) dando alle sole idee la qualifica di vero e proprio essere, qualifica negata al mondo sensibile. Abbiamo quindi una svalorizzazione del fenomeno (mera ombra dell'essere). Con Aristotele si nota una maggiore attenzione al sensibile, in quanto la struttura 2 dell'essere, la forma (la quale altro non é che l'idea platonica stretta in maniera inseparabile con la materia nel sinolo), é presente nel sensibile. Si noti che la forma é sempre un elemento intelligibile (non lo si conosce con i sensi, ma con l'astrazione intellettiva), però é unito intimamente al sensibile (alla materia); inoltre è solo attraverso quest'ultima, mediante il processo astrattivo della conoscenza (che parte sempre dal sensibile per arrivare all'intelligibile), che si può pervenire alla forma intelligibile. ESSENZA: ciò per cui una cosa é quello che é. E' l'elemento determinante la struttura ontologica dell'oggetto a cui si riferisce. Non coincide immediatamente con la sostanza anche se é il suo elemento principale (questo perlomeno vale per Aristotele). ESSERE: termine fondamentale in filosofia. Indica tutto ciò che esiste (ogni cosa in quanto esiste, é un essere). Allo stesso tempo, più propriamente, indica la realtà più profonda e vera, causa di ogni altra (il principio). E' evidente che tale significato prende avvio dalla riflessione di Parmenide, il quale dà di tale termine un significato univoco: l'essere é l'assoluto e tutto il resto, non essendo essere, non esiste. Platone, per spiegare la molteplicità delle idee, introdurrà l'idea del diverso, affermando che tra essere e non-essere esiste un altro termine (il diverso), capace di spiegare la molteplicità. Sarà però Aristotele a dare un contributo fondamentale alla problematica dell'essere introducendo la problematica dei molteplici significati dell'essere. L'essere é un termine che si dice in molti modi, tutti riferiti comunque al significato di sostanza (così l'essere come accidente, come atto e potenza, come vero e falso). Dunque se i significati sono molteplici si toglie la radicale opposizione parmenidea tra essere e non essere che negava ogni possibilità di esistenza a qualsiasi realtà che non fosse l'Assoluto; se é vero che l'assoluto é l'essere in senso pieno, é però pur vero che prof. Polverelli Emanuele "lessico essenziale" - autori classici anche altre realtà (in forma diversa) "sono". FILOSOFIA: termine composto che indica amore alla sapienza. Per l'uomo greco infatti la sapienza é propria solo di un dio, all'uomo é invece concessa questa tensione alla sapienza, che quindi coincide con una tensione al divino. Si manifesta così l'attinenza della problematica filosofica con la religione, la poesia, il mito, espressioni di quella curiosità propria dell'uomo che lo spinge ad elevarsi al di sopra di qualsiasi elemento fisico ricercandone il perché. La filosofia é ricerca dell'intero ovvero del principio universale che spiega totalmente la realtà (quindi la prima causa della realtà). Con altra definizione la filosofia può essere detta scienza dell’ essere in quanto essere (o ente in quanto ente). Con questa definizione si intende dire che la filosofia é quella disciplina che indaga il reale (l’ente) nella sua componente basilare: l’essere (lo stesso esistere). Non si studia cioé l’oggetto in quanto é questo o quello, ma in quelle caratteristiche che spiegano perché egli esiste. Il suo metodo é il logos, ovvero il procedimento razionale. Il suo scopo é la pura conoscenza, ovvero é uno scopo puramente teoretico (conoscitivo). Come ricerca dei principi primi la filosofia allora é l'unica disciplina (per l'ottica classica) che assume la caratteristica di vera e propria scienza. Tuttavia bisogna intendersi sul termine: oggi la parola scienza solitamente indica la scienza sperimentale nata con Galileo, che fa della rinuncia ad indagare sui principi primi, il suo punto di forza per un'analisi rigorosa e metodica sulle leggi dei fenomeni, leggi espresse con formule matematiche. GNOSEOLOGIA: parola composta (“gnoseo” (noesis) = conoscenza, pensiero; “logia” (logos) = discorso razionale) che indica la scienza che studia il pensiero umano ed i processi conoscitivi. Dunque risponde alla domanda: che cosa é la conoscenza? Essa evidenzia quali processi costituiscano il conoscere dell’uomo. 3 ILOZOISMO: (termine moderno) concezione filosofica che ritiene che la materia sia di per sé animata. Sono ilozoisti la maggior parte dei presocratici e gli stoici. IMMANENZA: caratteristica di quell'essere o i quegli esseri che stanno all'interno della prospettiva dell'esperienza umana, o all'interno dell'orizonte fisico. L'immanenza é, dunque, totale se si nega la prospettiva metafisica, ovvero se si afferma che non vi é una dimensione ulteriore rispetto a quella dell'esperienza della physis; si parla allora di prospettiva immanentistica del mondo. Analogamente con l'espressione "rimanere sul piano dell'immanenza" si intende il riferirsi unicamente alle dimensioni fisiche ed esperibile dell'essere. Il piano dell'immanenza é stato superato per la prima volta da Platone con l'istituzione e l'indagine delle idee, quelle entità che stanno al di sopra dei nostri sensi e che sono conoscibile con il solo intelletto. INFERENZA: quel procedimento in base al quale, muovendo da determinati dati, si perviene ad una conclusione, mediante un procedimento che può essere di vario genere. LOGICA: (derivato da logos) é lo strumento che il ragionamento, che vuol condurre al vero, deve seguire, ovvero é l'arte del ben ragionare. La logica evidenzia tutte le regole che occorre seguire per non cadere in errore mentre si procede nel ragionamento. Essa dunque propriamente non é una scienza, ma uno strumento, una tecnica, perché accada la scienza. LOGOS: discorso razionale (pensiero, ragionamento, parola, rapporto logico-numerico). E' il fondamento del procedere filosofico. Per Parmenide seguire la via del logos é obbedire al principio di ragione: l'essere é, il non essere non é. Per Platone si tratta di seguire la conoscenza intelligibile, ovvero l'intuizione delle idee (o meglio il ricordo delle idee o anamnesi ). Per Arsitotele é procedere dai principi evidenti, che il prof. Polverelli Emanuele "lessico essenziale" - autori classici nostro intelletto possiede, tramite il sillogismo, che é il ragionamento perfetto. MONISMO: riduzione della realtà ad un unico elemento onnicomprensivo. L'esempio più chiaro di monismo é il pensiero di Parmenide, che sostiene la non esistenza della molteplicità. In maniera meno radicale si può parlare di monismo anche quando si concepisce la realtà come determinata da un'unica dimensione (es. la filosofia della physis dei primi filosofi). ONTOLOGIA: parola composta (onto=essere; logia=discorso razionale) che indica lo studio sull'essere in quanto essere, ovvero sull'essere nella sua prospettiva universale ed assoluta. Essa cioè indaga ciò che merita propriamente l'attribuzione del termine essere, la realtà prima che dà l'essere a tutte le altre, il principio che non deve la sua esistenza a null'altro. Nella prospettiva parmenidea (egli é il padre dell'ontologia) l'ontologia coincide con la via della verità, rispetto alla quale le altre ci portano all'errore, ed indica l'unicità ed assolutezza dell'essere. Dopo la riflessione di Platone essa verrà spesso a coincidere con la metafisica. PHYSIS: termine greco che indica la natura. Va inteso tuttavia come "principio" naturale, ovvero come quell'elemento immanente a tutto ciò che esiste e che a tutto dà esistenza e vita. L'indagine su questo principio é tipica del primo periodo della ricerca filosofica, mentre successivamente (dopo Platone) si avverte l'esigenza di ricercare tale principio oltre la natura (prospettiva metafisica: metà-physis). POLIVOCITA': proprietà di un termine (nome) di significare molti significati (concetti), ma in riferimento ad uno, unico e principale, che dà senso a tutti gli altri. Fondamentali a questo riguardo le riflessioni di Aristotele sulla polivocità di significati dell'essere. Questo termine rispetto all'essere prenderà nome di analogia, specie grazie alla riflessione medievale che approfondirà notevolmente tale problematica (in riferimento ai rapporti tra creatura e creatore). 4 PREDICARE: attribuire un predicato ad un soggetto. PREDICATO: ciò che si dice di un soggetto e che ne esprime una proprietà, una caratteristica essenziale o accidentale. Il predicato per Aristotele é sempre universale. PRINCIPIO (arché) : é l’oggetto proprio della ricerca della filosofia. Infatti esso é il senso e il motivo dell’esistenza del tutto. Dunque con principio non si intende solo ciò che é preminente in senso temporale, ma soprattutto ciò che é preminente in senso ontologico, ovvero ciò che é fonte e causa dell’essere di ogni cosa; ciò senza di cui nulla esisterebbe. PSICOLOGIA: parola composta (psico (psyché) = anima; logia (logos) = discorso razionale) che indica la scienza che studia le facoltà che permettono il processo conoscitivo. Da Socrate in poi tali facoltà coincidono con la psychè (anima). Tale disciplina non ha nulla a che fare con la moderna psicologia (la psicologia sperimentale, contrapposta alla psicologia razionale o filosofica), in quanto questa (la psicologia sperimentale) fa un discorso empirico constatativo, e non un discorso razionale dimostrativo. Ovvero la psicologia sperimentale analizza gli aspetti empirici ed esteriori della facoltà percettiva, mentre la psicologia razionale si interroga su cosa sia tale facoltà (se sia corporea, spirituale, mortale o immortale, se sia individua o universale, semplice o composta, ecc.). RELIGIONE: credenza in uno o più poteri che sorpassano le nostre forze, rispetto ai quali ci sentiamo dipendenti e con i quali desideriamo entrare in rapporto. Vi sono legami con la filosofia in quanto al contenuto (ricerca dell'origine del reale, del destino, del senso della propria vita), non in quanto al metodo che, in filosofia é puramente razionale (logos), mentre in religione é relazionale, ovvero si ricerca un rapporto con l'assoluto, un dialogo personale; di qui le forme del rito, dell'orazione, dell'oracolo, ecc. prof. Polverelli Emanuele "lessico essenziale" - autori classici SAPERE TECNICO (tèchne): la tèchne greca, termine generalmente tradotto con arte, indica un vero e proprio sapere (non é la semplice abilità imparata per abitudine o empiria), che tuttavia si distingue dalla scienza (epistème) poiché é rivolto specificamente ad un'attività pratica mentre la scienza é rivolta alla pura contemplazione degli ultimi principi. Manca alla tèchne quella purezza che le permetterebbe di elevarsi alle prime e assolute cause del reale (cosa invece propria della scienza filosofica). SCIENZA (epistème): sapere razionale (fondato sul logos) fornito di caratteri d'incontrovertibilità e certezza. E' dunque il sapere filosofico, ovvero quel sapere che mira alle cause e ai principi ultimi della realtà. Naturalmente assai diverso é il discorso per i moderni. Si deve allora specificare il termine come scienza sperimentale. In questo senso la scienza sperimentale é quel sapere che interpreta il mondo sulla base di formule matematiche verificate dall'esperimento (metodo empirico-deduttivo, o ipotetico-deduttivo). Tale disciplina per sua definizione rinuncia alla ricerca dei principi ultimi (indefinibili matematicamente) e si pone in un'ottica sperimentale che la distanzia dalla filosofia. In questo senso la scienza esiste solo dal seicento in poi (Galileo); nel mondo greco abbiamo solamente arti e tecniche, oltre a studi matematici; l'ambito conoscitivo rimane pressoché unicamente attribuito alla filosofia. SOGGETTO: indica ciò a cui tutto si riferisce e che, a sua volta, non può essere riferito ad altro. E' il corrispettivo logico del sostrato, termine che assume lo stesso significato a livello ontologico. Siamo ovviamente all'interno della prospettiva aristotelica. E' decisamente sconosciuto, nell'ottica greca, il significato moderno di soggetto, identificato come l'io personale. SOSTANZA ( ): termine complesso che indica, da Aristotele in poi, ciò che esiste. In Aristotele la sostanza é il composto (di materia e forma), tuttavia é anche la materia e anche la forma. In 5 Platone coincide con le Idee, unica realtà che possiede la qualità dell' essere. SUSSUMERE: ricondurre o unificare molteplici dati in un'unica rappresentazione la quale é in grado di compiere tale unità. Tale rappresentazione é l'universale, elemento unificante di più elementi (sia di più individui in un unico concetto - es. il temine uomo, riassume tutti i singoli uomini - , sia di più qualità in unica essenza es. l'essere ragionevole, l'essere socievole, nel termine uomo -). Il bipede, l'essere termine é più appropriato per la filosofia moderna; é infatti fondamentale nella prospettiva kantiana. La riflessione greca esprime tale termine soprattutto nel sillogismo, ovvero quel procedimento logico per cui si attribuisce ad un caso particolare una verità universale. TRASCENDENZA: caratteristica di quell'essere o di quegli esseri che sono oltre il sensibile ed oltre il piano fisico del reale. Tale ulteriorità é determinata non da una semplice separazione fisica (la quale propriamente non esiste), ma da una radicale differenza ontologica. UNIVOCITA': proprietà di un termine (nome) di significare un solo significato (concetto).