Concerto di grande impatto emotivo quello del duo Torto-Taylor. La cantante abruzzese mette in mostra una maturità espressiva notevole, una guizzante intelligenza creativa, una buona presenza scenica. Taylor conferma l’eleganza del suo pianoforte orchestra, il tocco sofisticato, l’uso creativo dei livelli, il maniacale controllo del timbro e dei silenzi. Proprio l’incontro di queste due personalità così congeniali fa sì che sul palco non ci siano solo due musicisti ma molti di più e non ci sia annoia mai. La Torto nella sua vulcanica strumentalizzazione della voce, da vera cantante jazz, improvvisa, rischia nella ricerca di soluzioni anche estreme, dal sapore contemporaneo, per questo più affascinanti. Non frequenta volentieri lo standard che parrebbe la destinazione più logica della sua impostazione vocale. Fa riferimento ad altri materiali, anche popolari ma soprattutto al repertorio di quel finissimo compositore, oltre che ottimo trombettista, che è Kenny Wheeler . Musicista con il quale la cantante ha collaborato a lungo e che probabilmente le ha permesso di crescere ed esprimere al meglio le proprie capacità interpretative ed emotive. Con le pagine eleganti ed aperte del musicista canadese anche Taylor è a suo completo agio. Crea tessiture complesse, rispetta con i giusti tempi e livelli le parti vocali, le sostiene, rilancia e risponde con equilibrio. Quando rimane solo mette in mostra un pianismo estremamente agile, che accumula nel percorso improvvisativo cellule e citazioni che poi rimonta in un senso sinfonico e moderno. <...>. Paolo Carradori