III domenica di quaresima B 15 marzo 2009 La Parola Prima lettura Dal libro dell’Esodo (Es 20, 1-17) In quei giorni, 1 Dio pronunciò tutte queste parole: 2 «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: 3 Non avrai altri dèi di fronte a me. 4 Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. 5 Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, 6 ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. 7 Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. 8 Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. 9 Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; 10 ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. 11 Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. 12 Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. 13 Non ucciderai. 14 Non commetterai adulterio. 15 Non ruberai. 16 Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. 17 Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo». Parola di Dio. Dal Salmo 18 (19) Signore, tu hai parole di vita eterna. La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice. I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi. Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti. Più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante. Seconda lettura Dalla prima lettera di s. Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 1, 22-25) Fratelli, 22 mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, 23 noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; 24 ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. 25 Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. Parola di Dio. Lode e onore a te, Signore Gesù! (cfr Gv 3, 16) Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna. Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2, 13-25) Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e A Gesù salì a Gerusalemme. 14 Trovò nel tempio B gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15 Allora fece una frusta di cordicelle e C scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16 e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17 I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». 18 Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19 Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio D e in tre giorni lo farò risorgere». 20 Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21 Ma egli parlava E del tempio del suo corpo. 22 Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e F credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. 23 Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, G vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. 24 Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25 e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo. Parola del Signore. Note del testo Se dovessimo cercare attorno a noi, nel mondo, nella storia, qualche avvenimento o situazione nelle quali si possa incontrare Dio, si possa vedere qualche cosa del mistero di Dio, probabilmente anche noi, come i Giudei o i Greci cercheremmo i miracoli o la sapienza. Invece, ci ricorda Paolo nella seconda lettura, noi non predichiamo una manifestazione potente o di sapienza, ma predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani. Cioè un modo di rivelazione di Dio che va contro tutte le nostre attese e desideri, che ci mette in qualche modo all’angolo, incapaci di partire da qualche cosa di nostro. E Paolo ricorda queste cose ai cristiani di Corinto perché avevano cominciato a dividersi nella comunità; ciascuno aveva il suo predicatore e il suo punto di riferimento, e ciascuno faceva del suo piccolo gruppo un luogo di realizzazione di sé, di affermazione della sua superiorità nei confronti degli altri. Questo per Paolo vuole dire rovinare il Vangelo. Invece il cammino giusto è quello di una fede umile che accetta il Vangelo come Dio ce lo ha voluto rivelare, che accetta il Crocefisso come il luogo ultimo e definitivo e pieno della rivelazione di Dio. Nel Libro dell’Esodo, i Dieci Comandamenti non cominciano con un comandamento; non cominciano dicendo che cosa dobbiamo fare, ma incominciano dicendo quello che Dio ha fatto per noi: eravamo schiavi e ci ha liberati. Questo è fondamentale, perché uno non prenda la Legge di Dio come un peso che ci viene messo addosso. No, la Legge di Dio nasce dalla nostra libertà. Siccome siamo stati liberati dall’Egitto, dobbiamo vivere come persone libere. Ma vivere liberi richiede di riconoscere il Signore che ci ha liberato, e richiede di riconoscere gli altri come fratelli che sono stati liberati insieme con noi. (A): Siamo vicini a Pasqua, dice il Vangelo, e Gesù sale a Gerusalemme, il pellegrinaggio normale di tutti gli Ebrei religiosi. E entrando nel Tempio compie quello che chiameremmo una azione simbolica, come a volte hanno fatto i profeti. I profeti generalmente annunciano la volontà di Dio con la parola, ma a volte la annunciano con dei gesti, e quanto più il gesto è strano tanto più diventa significativo, chiede attenzione e interpretazione; e Gesù compie questo gesto che è un gesto di purificazione del Tempio. (B): Questa gente che fa mercato nel Tempio appartiene al personale del Tempio, perché questo tipo di mercato era funzionale al culto; gli animali vengono venduti per i sacrifici, e i cambia valute servono perché nel Tempio si possono usare solo monete che non abbiano delle immagini umane, quindi bisogna trovare la moneta giusta, e chi viene da lontano viene con delle monete che non sono adatte. Quindi era necessario questo personale per il culto nel Tempio. (C): L’azione di Gesù è una azione innanzitutto simbolica, che realizza un versetto del Libro di Zaccaria, dove si diceva: «in quei giorni non ci sarà più un mercante nella casa dei Signore degli eserciti» (Zc 14, 21b). Quindi l’allontanamento dei mercanti vuole dire purificazione. E il gesto è accompagnato da una interpretazione molto significativa, e cioè l’amore di Gesù per il Tempio di Dio, per la Casa di Dio, è così intenso e profondo che gli costerà la vita, il dono della vita. Quella purificazione che qui viene compiuta è il simbolo di quella purificazione definitiva ed escatologica che avrà la sua realizzazione proprio nella morte di Gesù. (D): La parola che viene usata è una parola che può indicare la costruzione di un edificio, ma nello stesso tempo è la rinascita, la risurrezione, la vita nuova di Gesù. Quindi le parole fanno riferimento a quello. Come la parola di prima, lo zelo per la tua casa mi divorerà, si riferiva alla Passione, questa parola si riferisce alla Risurrezione. Ma siamo chiaramente di fronte a una di quelle rivelazioni di Gesù che richiedono un atteggiamento di fede per essere compresa, altrimenti le parole vengono interpretate a livello immediato, a livello terreno, carnale. Ed è quello che fanno i Giudei. (E): Il Tempio è una realtà terrena, un luogo terreno, fatto di pietre, di materiali, ma dove Dio ha scelto di incontrare il suo popolo. Chi si reca al Tempio entra in rapporto con Dio. Nelle preghiere del culto del Tempio c’è un dialogo del popolo di Israele con il suo Signore e liberatore. Adesso il Tempio nuovo è il corpo di Gesù, è l’umanità di Gesù. I profeti avevano annunciato che il Messia al momento della sua rivelazione avrebbe anche rinnovato il Tempio, avrebbe rinnovato la relazione di Dio con gli uomini, e di Gesù viene detto esattamente questo: non è più un tempio di pietre, ma è un Tempio di carne; non è più un luogo, ma è una persona viva che parla e agisce in obbedienza a Dio, in perfetta sintonia con il Padre, per questo è il Tempio di Dio, perché in Lui la volontà di Dio è presente, e in Lui è possibile quindi confrontarci, entrare in relazione con Dio. (F): Il Figlio dell’uomo è un luogo sulla Terra, ma in comunicazione con Dio, gli angeli di Dio salgono e scendono, tra il mondo e Dio c’è una comunicazione che passa attraverso di Lui, attraverso il Figlio dell’uomo. E quando alla Samaritana Gesù dirà che il nuovo culto è il culto in spirito e verità, la parola verità si riferirà ancora a Lui: la Verità è Lui, la Verità è la sua persona, è la sua presenza in mezzo agli uomini, perché lì c’è l’amore di Dio. Allora quello che il Vangelo ci vuole indicare è che il cammino verso Dio deve passare attraverso Gesù, attraverso il Gesù della Passione e della Risurrezione. (G): Di fatto molti di questi Giudei che hanno creduto di fronte ai segni di Gesù, lo abbandoneranno di fronte alle rivelazioni più impegnative. Nel cap. 6 se ne vanno tutti e rimangono solo i Dodici. È una fede di cui Gesù non si fida ancora, perché non è ancora una fede legata alla identità della sua persona, ma è legata a quello che Gesù ha fatto, ai segni esterni, ai miracoli. Prefazio suggerito: “Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia, purificati nello Spirito, alla celebrazione della Pasqua, perchè, assidui nella preghiera e nella carità operosa, attingiamo ai misteri della redenzione la pienezza della vita nuova in Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore (prefazio I di quaresima). Padri della chiesa (Gv 2, 13-25) Trovò nel tempio gente che vendeva buoi… La legge mosaica ordinava a chi entrava nel tempio di Dio di purificarsi per presentarsi a Dio in stato di purità a lui gradito. Invece i mercanti e i cambiavalute che pensavano al guadagno e all’interesse, contaminavano il santo atrio: In verità si addicevano ad essi quelle parole rivolte da Dio: Molti pastori hanno devastato la mia vigna,… hanno fatto del mio campo prediletto un deserto desolato (Ger 12, 10-11).Giustamente il Signore si adira: il tempio di Dio non doveva essere una casa di mercato, ma di preghiera e con la frusta li caccia dal tempio. Pensa alle parole di Paolo: Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui (1 Cor 3,17). Il Signore comanda come maestro e i suoi discepoli ricordarono le sue parole. La folla dei Giudei rimane stupita da quel potere straordinario ma tentano di frapporgli ostacoli, pensando che non gli dovevano obbedienza nè dovevano accettarlo ingenuamente perché la sua autorità non era stata ancora confermata da alcun miracolo. I Giudei chiedono per tentarlo, Gesù tuttavia dà un segno: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere. Non riuscendo a comprendere la sublimità del mistero, deridono il segno, stimano questa promessa sconsiderata e impossibile ad effettuarsi e presentano come obiezione il tempo impiegato per la costruzione del tempio: Questo tempio è stato costruito in quarantaseri anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?Ma egli parlava del tempio del suo corpo. E quando Gesù risuscitò dai morti i suoi discepoli ricordarono queste parole e credettero in lui. Il corpo di Cristo è chiamato tempio perché il Verbo unigenito abita in esso e soltanto al suo corpo poteva essere attribuita la dignità di essere chiamato tempio. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, molti...credettero nel suo nome. Ma lui non si fidava di loro... Cristo conosce tutto ciò che è in noi e sa ciò che è nascosto e conosce le cose profonde e arcane. Lo attesta anche Paolo: La parola di Dio… penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito… e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore…tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui a cui dobbiamo rendere conto (Ebr 4,12-13). (Cirillo di Aless. Commento al vangelo di Giovanni, II,14-25). Altri autori cristiani Dio, tempio e uomo sono tre realtà che si rispecchiano e hanno un volto diverso secondo l’immagine che si ha di Dio. Se Dio è colui che ha in mano tutto e domina tutti, l’uomo realizzato, simile a lui, è il potente; il tempio allora è l’avallo primo di ogni oppressione. Se Dio è uno che si consegna e serve, l’uomo vero è l’umile, come lui; il tempio allora è il luogo della comunione e dell’amore. Dio e tempio rappresentano l’universo di valori che uno persegue, secondo i quali ordina il proprio pensare, volere e agire, per ottenere una vita sempre più piena e degna di tale nome. Il Figlio dell’uomo, vero tempio, sarà ucciso proprio dall’inganno dell’uomo che fa consistere la sua felicità nel possedere cose, persone e Dio stesso, invece che nel dono reciproco di amore tra Padre e Figlio e dei fratelli tra di loro. Questa visita di Gesù al tempio mette in crisi la nostra idea di Dio e di uomo. Il tempio, chiamato da Gesù «casa del Padre mio» e poi «santuario», è infine identificato con il suo «corpo«. La carne della Parola è ormai la «tenda» di Dio in mezzo a noi, dove noi stessi siamo di casa con lui. In Gesù il tempio raggiunge la realtà di cui è segno: è cielo aperto sulla terra, visione della Gloria e vita dell’uomo. È importante l’indicazione di tempo e di luogo: il tempo è la Pasqua, in cui si celebra la salvezza, e il luogo è il tempio di Gerusalemme (vv. 13-14a). A Gerusalemme, di Pasqua, si compirà l’«ora» di Gesù, che diventerà il nuovo tempio, da cui scaturirà salvezza per tutti (S. Fausti, Una comunità legge il Vangelo di Giovanni, 53). La Chiesa di Gesù Cristo è il luogo, cioè lo spazio nel mondo, in cui si attesta e si annuncia la signoria di Gesù Cristo sul mondo intero. Perciò questo spazio che la Chiesa ha, non ha in sé lo scopo della sua esistenza ma continuamente va al di là della sua realtà fisica: non è infatti lo spazio di una associazione culturale che deve preoccuparsi di difendere la sua esistenza nel mondo, ma piuttosto il luogo dove si testimonia che Gesù Cristo è il fondamento di tutta la realtà. È il luogo dove si dà testimonianza e si prende sul serio il fatto che Dio si è riconciliato con il mondo in Gesù Cristo e che ha tanto amato il mondo da donargli il suo Figlio. Lo spazio che la Chiesa ha non deve servire per contendere al mondo una parte della sua sovranità, ma per attestargli che esso rimane nel mondo e cioè il mondo che Dio ha amato e ha riconciliato con sé. La Chiesa non vuole né deve estendere il suo spazio per invadere quello del mondo: domanda solo lo spazio necessario per servire il mondo, testimoniando Gesù Cristo e la riconciliazione con Dio in lui. Solo combattendo non per mantenerre il posto che ha, ma per la salvezza del mondo può difendere la sua posizione. Diversamente, diviene una associazione religiosa, che rappresenta solo se stessa e la sua causa, ma ha cessato di essere la Chiesa di Dio e del mondo (D. Bonhoeffer, Si je n’ai pas l’amour, tratto da E. Bianchi, Letture del giorno, 485-486). È questione di forma e di sostanza. C’è un pericolo oggettivo nell’accostare l’incontro con Dio a tutto quel contorno di usanze e devozioni che l’uomo, per natura, tende a costruire. C’è un rischio nel confondere il proprio viaggio spirituale verso il Tempio con tutto ciò che viene a fare da corredo. Può succedere che lo strumento si sostituisca al fine. E questo è tanto più facile quanto più introduciamo nelle “cose di Dio” il concetto di merce e di scambio: la questione non è un “peccato” intrinseco alle merci, ma la mercificazione e l’interesse economico, oggi come allora, rendono estremamente e subdolamente difficile il discernimento della verità delle cose (anche gli apostoli in realtà non capiscono sul momento il comportamento di Gesù). Eppure la nostra fede presenta una caratteristica che rende per certi aspetti facile preservarla, perché essa non fa riferimento ad un luogo e ad una realtà “mercificabili”, ma ha come Tempio il corpo di Gesù. Questo implica due cose: che ogni altra cosa, senza eccezione, è strumento e che fare mercato del Tempio vuol dire fare merce del corpo di Cristo. Ricordiamocene quando ci accostiamo a realtà che sprigionano forti cariche devozionali e tendono a colpire gli aspetti emozionali; cerchiamo di non perdere di vista qual è la ragione che orienta il nostro viaggio (Diaconia dell’O.P.G.). Paralleli e riferimenti biblici Confronta: Mt 21,12-17; Mc 11,15-17; Lc 19,45-46 v 13 Gv 6,1-5: Dopo questi fatti, Gesù andò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. (…) Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Gv 11,55-57: Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?». Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero prenderlo. vv 14-16 Sal 49: Parla il Signore, Dio degli dèi, convoca la terra da oriente a occidente. (…) Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; davanti a lui un fuoco divorante, intorno a lui si scatena la tempesta. Convoca il cielo dall’alto e la terra al giudizio del suo popolo: (…) «Ascolta, popolo mio, voglio parlare, testimonierò contro di te, Israele: Io sono Dio, il tuo Dio. Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. Non prenderò giovenchi dalla tua casa, né capri dai tuoi recinti. (…) Mangerò forse la carne dei tori, berrò forse il sangue dei capri? Offri a Dio un sacrificio di lode e sciogli all’Altissimo i tuoi voti; invocami nel giorno della sventura: ti salverò e tu mi darai gloria». All’empio dice Dio: «Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, tu che detesti la disciplina e le mie parole te le getti alle spalle? Se vedi un ladro, corri con lui; e degli adùlteri ti fai compagno. (…) Hai fatto questo e dovrei tacere? forse credevi ch’io fossi come te! Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati». Capite questo voi che dimenticate Dio, perché non mi adiri e nessuno vi salvi. Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio. Gv 4,19-24: Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. (…). È giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». v 17 Lc 2,46-49: Dopo tre giorni [Maria e Giuseppe] lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Sal 68,8-10: Per te io sopporto l’insulto e la vergogna mi copre la faccia; sono un estraneo per i miei fratelli, un forestiero per i figli di mia madre. Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta. v 19 Mc 14,55-58: Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi. Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d’uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d’uomo». Mc 15,29-30: I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». At 6,9-10.13-14: Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei «liberti» comprendente anche i Cirenei, gli Alessandrini e altri della Cilicia e dell’Asia, a disputare con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. (…) Presentarono quindi dei falsi testimoni, che dissero: «Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè». vv 20-21 Eb 8,1-2.6-10.13: Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della maestà nei cieli, ministro del santuario e della vera tenda che il Signore, e non un uomo, ha costruito. (…) Ora invece egli ha ottenuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, essendo questa fondata su migliori promesse. Se la prima infatti fosse stata perfetta, non sarebbe stato il caso di stabilirne un’altra. Dio infatti, biasimando il suo popolo, dice: “Ecco vengono giorni, dice il Signore, quando io stipulerò con la casa d’Israele e con la casa di Giuda un’alleanza nuova; non come l’alleanza che feci con i loro padri, nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto; poiché essi non son rimasti fedeli alla mia alleanza, anch’io non ebbi più cura di loro, dice il Signore. E questa è l’alleanza che io stipulerò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore: porrò le mie leggi nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori; sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.” (Ger 31,31-33). (…) Dicendo però ‘alleanza nuova’, Dio ha dichiarato antiquata la prima; ora, ciò che diventa antico e invecchia, è prossimo a sparire. Mc 14,23-25: Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio». Is 53,3-5.10-11a: Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. (…) Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza. v 22 Gv 14,25-26: [Disse Gesù:] «Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Lc 24,5-8: Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». Ed esse si ricordarono delle sue parole. vv 23-25 Gv 7,31: Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, potrà fare segni più grandi di quelli che ha fatto costui?». Gv 11,47: Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione».