Assemblea Generale
Seduta dell’11 Maggio 2001
Voto n.95
Oggetto: Nuovo Palazzo di Giustizia di MANTOVA.-Progetto definitivo generale di
L.103.865.038.830. Progetto esecutivo 1° stralcio L. 27.000.000.000.
MANTOVA
L’ASSEMBLEA
VISTA la nota n. P550/B/77/01 - P.G. 4575 in data 27.3.2001 con la quale il Comune di
Mantova ha richiesto il parere sul progetto in argomento ai sensi e per gli effetti dell’art.
6, comma 5, della legge 109/94 e ss.mm.ii.;
ESAMINATI gli atti;
UDITA la Commissione Relatrice (Mauro, Tatò, Bracchi, Guglielmi, Inzitari, Albenzio,
Burghignoli, De Grassi, Fontana D., Magnaghi, Migliacci, Sanpaolesi, Scarcella, Veca,
D’Antonio)
PREMESSO
Con nota in data 27.03.2001, prot. P550/B/77/01 - P.G.4575 l’Ammini-strazione
Comunale di Mantova ha trasmesso a questo Consiglio Superiore il progetto definitivo
dei lavori di costruzione del Nuovo Palazzo di Giustizia, unitamente all’esecutivo di un
primo stralcio, al fine di acquisire il parere previsto dall’art.6, comma 5, della legge
109/94 e ss.mm.ii.
L’opera dell’importo di L. 103.865.038.836, risulta attualmente finanziata dal
Ministero della Giustizia ai sensi dell’art.19 della legge 119/81 con mutuo a totale
------------
carico dello Stato per L. 27.000.000.000; quest’ultimo finanziamento fa esplicito
riferimento al progetto esecutivo di un 1° stralcio.
Il progetto definitivo in esame, redatto in data giugno 2000, con successivi
aggiornamenti, per conto del Comune di Mantova dallo Studio Pellegrin Asso-ciati,
risulta trasmesso nei seguenti principali elaborati:
-
rilievo dell’area e dei fabbricati interessati dai lavori, comprendente le schede dei
materiali, documentazione fotografica, relazione tecnica (calcolo delle aree dei
volumi esistenti);
-
relazione geotecnica, analisi geotecniche di laboratorio (datate 1998);
-
prove dinamiche su elementi strutturali, indagini sperimentali su strutture e
materiali (datate 27.07.1998), indagini sperimentali su strutture e materiali (datate
4.9.1998);
-
relazione geotecnica-integrazione (datata 20.7.2000);
-
relazione, elaborati grafici, calcolo delle superfici e dei volumi progettuali,
organigramma funzionale distributivo;
-
relazione di calcolo statico, tavole grafiche comprendenti carpenterie opere in c.a.
e in acciaio, particolari costruttivi;
-
relazione impianto di climatizzazione, tavole grafiche;
-
relazione impianto di elettrico con N.1 allegato alla relazione e tavole grafiche;
-
relazione antincendio (attività soggette al parere di conformità dei Comandi
Provinciali VV.F.), tavole grafiche (attività soggette al parere di conformità,
attività non soggette, schema impianto rivelazione incendi);
-
relazione sui requisiti progettuali per l’igiene e la prevenzione infortuni sul lavoro,
tavole grafiche;
-
computo metrico estimativo, disciplinare descrittivo degli elementi presta-zionali
tecnici economici, analisi prezzi, piano particellare di esproprio.
Dalla relazione illustrativa si evince quanto segue.
L’area destinata all’insediamento del nuovo Palazzo di Giustizia di Mantova, in
località Fiera Catena, si trova in zona centrale in prossimità del centro storico e coincide
con quella della vecchia Ceramica Mantovana, tra Via S.Marta e Via Gradaro, nel
2.
------------
settore sud orientale della Città. L’insediamento del Palazzo di Giustizia prevede
l’abbattimento di una parte degli edifici esistenti, generalmente capannoni, e parti delle
strutture dell’edificio “Ex Ceramica Mantovana”, di cui si conserva la porzione sul lato
nord orientale del complesso, prevedendone il recupero statico funzionale.
La morfologia del terreno è pressochè pianeggiante, a quote topografiche
oscillanti fra i 17 ed i 20 metri s.l.m. costituendo un promontorio proteso verso est nella
parte meridionale del Lago Inferiore, sulla sponda destra del fiume Mincio.
Il progetto della nuova sede degli Uffici Giudiziari di Mantova si articola in una
serie di volumi aventi forma in pianta rettangolare e semicircolare per il corpo aule,
collegati da un nodo centrale e da due corpi laterali terminali che assolvono alla
funzione di comunicazioni verticali ed elementi distribuenti l’impiantistica generale.
In particolare il complesso si organizza funzionalmente in quattro settori edilizi
così articolarti:
1. -
Corpo lineare con asse est-ovest che contiene:
- Piano interrato Q. - 2,.40 Archivi, Parcheggi;
- Piano terra Q. + 0,90 Hall, Casellario Giudiziario, Ordine forense, Bar;
- Piano I Q. + 5,40 Uffici esecuzioni e cancellerie;
- Piano II Q. + 8,80 Uffici tribunale civile;
- Piano III Q. + 12,20 Uffici tribunale penale;
- Piano IV Q. + 15,60 Uffici procure della repubblica;
2. -
Piastra a 2 livelli sul lato ovest-nord che contiene:
- Piano interrato Q. - 2,40 zona di massima sicurezza, Caveau, Garage;
- Piano terra Q. + 0,90 Aule penali, Corte d’Assise;
- Piano I Q. + 5,40 Aule civili e giudici di pace;
- Piano I Q. + 15,60 Sala consiglio e servizi Corte d’Assise;
3. -
Edificio ex ceramica a corpo multiplo che contiene:
- Piano terra Q.+ 0.00 Ufficio Bancario, Postale, Sindacati, Archivio, Uffici,
Giudici di sorveglianza;
- Piano IQ. + 3,65 Uffici giudici di pace ed ufficiali giudiziari, Archivi;
- Piano II Q. +6,65 Uffici esecuzioni, Archivi;
3.
------------
- Piano III Q. + 9,65 Intercettazioni ed appoggi, U.P.G. procura della repubblica.
4. -
Fascia edilizia preesistente sul lato nord che contiene:
- Autorimessa, centrali tecnologiche, abitazione custode, archivio storico, tutti al
piano terra.
L’organismo prevede la separazione fra spazi agibili al pubblico e spazi destinati
alla Magistratura; il settore per il Pubblico è situato al Piano Terra ed al Primo Piano ed
è servito oltre che dai 3 corpi scala ed ascensori, in comune con i magistrati, da altre 2
scale, mentre i piani superiori sono accessibili da particolare pubblico ed ogni settore è
protetto da un accesso controllato.
Questo settore è distribuito lungo l’asse est-ovest e nel corpo edilizio a 2 piani
sul versante nord-ovest.
Verticalmente l’organismo è servito da 5 corpi scale, di cui una centrale collega
il complesso lineare ed il volume della ex Ceramica; questo nodo assolve al maggior
carico distributivo in quanto collega centralmente l’ingresso con tutti i livelli ed è
composto da una scala e da 3 ascensori ed è definito da un filtro vetrato e controllato
che lo isola dallo spazio uffici.
Questo nodo centrale è anche provvisto di una serie di rampe pedonale per
superare il dislivello fra piani dell’edificio ex Ceramica e quelli del nuovo corpo lineare
est-ovest (misura necessaria per handicappati).
Due corpi scale ed ascensori sono localizzati alle testate est ed ovest del corpo
lineare ed hanno prevalentemente la funzione di collegare lo spazio direzionale, cioè
servire una funzionalità interna.
Ugualmente per funzionalità interna, è stato previsto un corpo scale ed ascensore
nel volume della ex Ceramica.
Un corpo scala ed ascensore collega il piano di accesso (quota + 0,90) con quota
- 2,40 al 2° livello Aule ed alla foresteria situata a quota + 15,60.
Tutte le scale sono a contatto con l’esterno e quindi attraverso la predisposizione
di un filtro hanno eliminato la necessità di scale di sicurezza nel corpo lineare.
E’ stata prevista una scala di sicurezza per il corpo di fabbrica della ex Ceramica
ed altra scala di sicurezza dal Primo Piano del settore Aule.
4.
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Il piano di accesso a quota + 0,90 è raggiungibile dalla quota stradale attraverso
rampe pedonali, mentre è prevista la realizzazione di un ascensore riservato ai magistrati
che collega tra loro: gli uffici, i percorsi distributivi delle aule, la sona di massima
sicurezza, e i parcheggi posti a quota - 2,40.
Il settore per il Pubblico comprende quasi interamente il Piano Terra del corpo
lineare del corpo lineare ovest-est e l’area del volume semi-circolare
bi-piano ad
ovest.
Al piano terra, a destra dell’ingresso, hanno sede gli uffici per il Pubblico, per gli
Avvocati ed il grande Bar, fornito di area di sosta.
Verso sinistra dall’ingresso, si sviluppa il settore Aule Giudiziarie ed il pubblico
può, attraverso 4 scale interne, accedere dal settore Penale a quello Civile.
Per quanto attengono le finiture si rileva che l’edificio è caratterizzato
fondamentalmente da cemento armato gettato in opera e finito con graniglia di colore
verdastro, pannelli prefabbricati in calcestruzzo rivestiti in rame, pareti vetrate ed
opache in courtain Wall del tipo facciata continua e silicone strutturale con profilati
estrusi in alluminio e tamponamenti con vetrate esterne temperate in lastre riflettenti
bronzo; tali vetrate presentano intercapedine da 15 mm, con cristallo interno stratificato
ed interposto foglio in P.V.B.
Come riportato nella relazione generale il dimensionamento funzionale del
progetto, che può contenere diretti ed indiretti 450 addetti, si esprime in circa:
-
Superficie lotto
m2
19.635
-
Superficie occupata dal nuovo edificio
m2
6.093
-
Superficie occupata da edifici da recuperare
m2
3.159
-
Superficie a Parcheggi:
 Piano interrato
m2
3.214
 Parcheggi esterni
m2
1.100
Totale
m2
4.314
-
Superficie a viabilità interna all’area
m2
4.200
-
Totale superficie a parcheggi e viabilità interna
m2
8.514
-
Superficie a verde ed altro:
5.
------------
 Superficie a verde
m2
1.000
 Superficie pedonale interna all’area
m2
4.083
m2
5.085
m2
1.852
Totale superficie a verde ed altro
Le superfici edificate sono così ripartite:
-
Archivi al piano seminterrato del nuovo edificio
-
Zona di massima sicurezza al piano seminterrato
-
del nuovo edificio
m2
-
Parcheggi al piano seminterrato del nuovo edificio
m2
-
Parcheggi a raso al piano accessi
m2
907
-
Edifici esistenti da ristrutturare per parcheggi
m2
193
m2
941
-
3.214
Edifici esistenti da ristrutturare per servizi e
centrali tecnologiche
-
957
Edificio esistente da ristrutturare per uffici
ed archivi di piano
m2
6.891
Nuovo edificio per uffici
m2
24.741
I volumi sono indicati pari a m3 95.792 per il nuovo edificio e m3 26.178 per
quello esistente da recuperare.
Gli spazi di lavoro e destinati al pubblico, nei nuovi corpi di fabbrica, sono tutti
fuori terra e la loro altezza minima risulta essere di ml. 3.00, mentre nell’edificio da
ristrutturare l’altezza minima dei vani, di lavoro e destinati al pubblico, risulta essere di
ml.2,70.
Nei locali seminterrati sono state previste le seguenti funzioni: archivi,
parcheggi, deposito corpi di reato, caveau, celle di breve sosta dei detenuti.
In tema di parcheggi ed aree a verde i progettisti evidenziano che
complessivamente nel perimetro del Palazzo è previsto un parcheggio per n.172 posti
auto, e, per rispetto allo standard di legge, sono da prevedersi aree per parcheggio per
altri m2. 20.572, mentre per quanto riguarda le aree a verde e altro, il rispetto dei vincoli
urbanistici richiede aree per m2 12.898, a fronte di quelle previste in progetto per m2
5.083.
6.
------------
In ordine agli aspetti geotecnici gli elaborati agli atti evidenziano che il quadro
stratigrafico del terreno di sedime può essere riassunto, dall’alto verso il basso, in
quattro complessi:
-
copertura antropica, costituita da terreni di colmata, frattume di laterizio e
ciotolame di riporto, con uno spessore compreso fra 1,8 e 3,2 metri;
-
formazione sabbioso ghiaiosa, costituita a sua volta da 2 orizzonti sovrapposti, di
spessore fortemente variabile: sabbie fini, pulite, di colore nocciola e sabbie con
modeste percentuali di ghiaie di piccolo diametro; questa formazione manifesta
una discontinuità intorno ai 15 metri dal p.c., con il passaggio a sabbie fini
intercalate con livelli limosi ed argillosi più o meno sottili; di qui in poi, con un
livello guida di argilla torbosa intorno ai 19-20 metri di profondità, di spessore
nell’ordine del metro cui segue una
-
formazione limoso argillosa, con fitte alternanze di limi, argille limose, argille e
sottili livelli torbosi; alla base, fra 48 e 50 metri dal p.c. si riconosce la presenza di
un livello guida limoso sabbioso, con concrezioni calcaree. A questo punto le
conoscenze stratigrafiche si appoggiano prevalentemente agli esiti del sondaggio
(S4); per quanto è stato possibile osservare anche alla base degli altri sondaggi, la
serie prosegue con una
-
sequenza di sabbie, da pulite a poco a poco limose, a limose, fino almeno ai 60
meri esplorati.
In ordine alla falda i progettisti dichiarano che dalle indagini effettuate la stessa
si attesta intorno ai 4 metri dell’attuale piano di campagna e pertanto circa 1 metro al di
sotto del piano fondale previsto.
Il progetto definitivo prevede la realizzazione di una platea nervata in grado di
limitare i cedimenti differenziali e nello schema di calcolo le fondazioni sono state
inserite come travi su suolo alla Winkler.
Il progetto della nuova sede degli Uffici Giudiziari di Mantova come detto
concerne la realizzazione di una serie di nuovi volumi, la ristrutturazione di un edificio
esistente e le strutture necessarie al funzionamento del Palazzo di Giustizia (centrali
tecnologiche); l’impianto strutturale dei due corpi di fabbrica da realizzare si articola in
7.
------------
un piano seminterrato tecnico in c.a. delimitato in orizzontale ed in verticale da pareti in
calcestruzzo.
In particolare per ogni edificio vengono di seguito evidenziate le tipologie
strutturali così come riassunte nella relazione illustrativa:
Principale
Pianta
rettangolare
ad
in- Fondazione: platea nervata,
gombro decrescente in altezza.
Lunghezza
Aule
170
metri;
Elevazione: c.a. e solai in lastre
lar- tralicciate parte;
ghezza massima 35 metri.
Elevazione: telai in acciaio.
Pianta semicircolare.
Fondazione: platea nervata e solaio in
Raggio = 32 metri.
lastre tralicciate;
Elevazione: in c.a. e solai in lastre
tralicciate;
Elevazione: telai radiali in acciaio.
Esistente
Pianta rettangolare.
Risanamento statico della struttura
Lunghezza 150 metri;
Larghezza massima 35 metri.
Centrali
Pianta rettangolare.
Tecnologiche
Fondazione: travi in c.a.
Struttura portante: capriate in tubo-lari
a sezione rettangolare e solaio di
copertura in lamiera grecata, getto in
c.a. di completamento
Per quanto attiene gli aspetti impiantistici gli atti evidenziano che sono previsti
impianti di condizionamento a tutt’aria esterna per le Aule, a ventilconvettori a quattro
tubi ed aria primaria per uffici e simili; per l’approvvigionamento termico è previsto il
ricorso alla rete cittadina di teleriscal-damento che alimenterà anche i gruppi frigoriferi
ad assorbimento per la produzione di acqua refrigerata.
L’impianto di illuminazione è asseritamente progettato per garantire un
illuminamento medio di 500 lux e minimo di 300 lux, con una illuminazione di
sicurezza di 5 lux minimo.
8.
------------
La consegna Enel viene effettuata in M.T. ed il complesso viene alimentato da
due trasformatori da 1000 kVA ciascuno in parallelo; sono inoltre previste due U.P.S.
da 500 kVA ciascuna, collegate in parallelo ridondante, con batteria di autonomia di 5’,
ed un gruppo elettrogeno da 800 kVA.
Completano gli impianti quelli di alimentazione idrica, smaltimento delle acque
bianche e reflui con relativi raccolta e sollevamento delle stesse, impianto fisso di
spegnimento incendi ad acqua con idranti e a scarico di gas per i soli archivi, rete di
terra e protezione dalle scariche atmosferiche, illuminazione esterna, impianto
telefonico, impianto TV.CC. per il controllo accessi.
Per gli impianti di trasmissione dati e antintrusione-antieffrazione è prevista la
solo predisposizione.
Il quadro economico del progetto definitivo è il seguente.
A)
Per lavori a base d’asta
B)
Somme a disposizione:
L.
69.158.286.082.=
L.
2.957.914.304.=
L.
1.383.165.722.=
L.
7.500.000.000.=
L.
500.000.000.=
B4) Allaccio ai pubblici servizi
L.
200.000.000.=
B5) Oneri di gara ed istruttoria
L.
60.000.000=
B1) Imprevisti
B2) Opere d’arte (ex art. 1 L. 3.3.60 n. 237)
2% di “A1”
B3a) Acquisizione area comprendente il costo del
nudo suolo, dei manufatti da demolire e dei
manufatti da ristrutturare, compresi gli oneri
d’indennità d’occupazione e i relativi interessi
B3b) Spese accessorie e atti acquisizione area, compresi gli oneri di stipula, di cessioni volontarie,
di registrazione, eventuali interessi, per ritardato pagamento, al tasso di legge
B6) Spese tecniche con riduzione del 20%:
- progettazione
L.
3.218.185.667.=
- direzione lavori
L.
3.021.221.524.=
9.
------------
- indagini geologiche e
geotecniche
L.
166.270.510.=
- rilievi
L.
60.000.000.=
- accatastamento
L.
50.000.000.=
- pratica per espropri
L.
15.000.000.=
L.
350.000.000.=
L.
137.613.554.=
- compensi per commissioni di collaudo tecnico-amministrativo e statico
-C.N.P.A.I.A.
Sommano le spese tecniche
L. 7.018.291.255.=
B7) I.V.A.:
- per opere di ristrutturazione (10%)
- per opere (20%)
L.
1.168.150.000.=
L.
11.495.357.216.=
L.
2.423.874.257.=
- spese generali “B1, B2,
B4, B5, B6 (20%)
Sommano le spese per I.V.A.
L.
15.087.381.473.=
Totale somme a disposizione “B”
L.
34.706.752.754.=
Importo totale
L.
103.865.038.836.=
I progettisti evidenziano che “all’importo di finanziamento totale presunto
debbono essere aggiunti i seguenti ulteriori costi, che sarà possibile quantificare in sede
di progettazione esecutiva: costi per la realizzazione delle infrastrutture necessarie a
garantire la fruibilità del Nuovo edificio e la vivibilità dell’ambito consolidato”, e
inoltre che “la previsione di spesa espressa non è fondata su una progettazione esecutiva
è quindi suscettibile di variazione”. I progettisti hanno inoltre motivo di ritenere che in
sede di progettazione esecutiva, la previsione di spesa possa essere ridotta, con
conseguente diminuzione dell’importo delle spese generali.
Al progetto definitivo risulta, come detto, allegato anche un primo stralcio
definito “funzionale” dell’importo di L. 27.000.000.000.= così ripartito:
A)
Lavori
10.
------------
A1) Lavori soggetti a ribasso
d’asta
L.
13.358.244.000.=
A2) Oneri per la sicurezza non
Soggetti al ribasso d’asta
L.
Totale lavori a base d’asta
B)
777.463.936.=
L. 14.135.707.936.=
Somme a disposizione:
B1) Imprevisti (5%)
L.
706.785.397.=
B2a) Acquisizione area comprendente il costo del suolo, dei
manufatti da demolire e dei
manufatti da ristrutturare,
compresi gli oneri d’indennità d’occupazione e i relativi interessi
L.
7.500.000.000.=
B2b) Spese accessorie e atti acquisizione area, compresi gli
oneri di stipula, di cessioni
volontarie, di registrazioni,
eventuali interessi, per ritardato pagamento, al tasso di
legge
L.
500.000.000.=
L.
650.000.000.=
L.
110.000.000.=
L.
122.000.000.=
B3) Spese tecniche:
- direzione dei lavori
- coordinamento per la esecuzione dei lavori ai fini
della sicurezza
- commissioni di collaudo
tecnico-amministrativo e
statico
- competenze di cui all’art.
11.
------------
18 della legge 109/94 e
successive modificazioni
ed integrazioni così come
integrata dalla L. 144 del
17.5.1999
L.
60.000.000.=
L.
18.840.000.=
B4) Oneri di gara ed istruttoria
L.
30.000.000.=
B5) I.V.A. per spese tecniche
L.
192.168.000.=
- C.N.P.A.I.A.
B6) I.V.A. lavori-imprevistioneri gara
L.
Totale somme a disposizione
2.974.498.667.=
L. 12.864.292.064.=
TOTALE FINANZIAMENTO
L.
27.000.000.000.=
Con tale stralcio i progettisti prevedono di eseguire le seguenti opere:
-
demolizioni dei corpi di fabbrica esistenti sull’area per i quali non è previsto il
riutilizzo;
-
reti fognarie acque bianche e reflui;
-
platea di fondazione;
-
solaio piano interrato corpo aule, corpo uffici e copertura del tunnel tecnologico
all’interno della “Ex Ceramica”;
-
solaio piano terra corpo aule, corpo uffici e copertura del tunnel tecnologico;
-
solai copertura fronte ovest, impianti a quota 12,60 e chiostrina esterna vano scala;
-
solaio ventilato a quota 0.00 edificio “Ex Ceramica”;
-
recupero dell’edificio “Ex Ceramica Mantovana”;
-
opere di completamento ed allacci alle utenze al fine di dare funzionante il sistema
del primo stralcio relativamente alle reti idrica ed elettrica.
Sia il progetto definitivo generale che quelle esecutivo di 1° stralcio sono stai
approvati dalla Giunta Municipale con deliberazione n. 222 reso nell’Adu-nanza del
28.9.2000.
Sul progetto risulta che si sono espressi i seguenti Uffici nell’ambito delle
rispettive competenze:
12.
------------
-
Soprintendenza per i BB.AA. di Brescia, Cremona e Mantova parere prot. 5035/lt
in data 8.6.2000;
-
Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Mantova parere prot. 1430/00 PM/PM
del 30.6.2000;
-
Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Mantova parere prot. 5234 prat.
8408 in data 27.6.2000;
-
Commissione Edilizia Integrata L. 1497/30 parere prot. 10342/2000 in data
20.7.2000 n. 621 favorevole ed autorizzazione paesistica n. 235/2000 del
31.8.2000;
-
Tribunale di Mantova parere prot. 4058/00 in data 29.7.2000;
-
Corte di Appello di Brescia parere prot. 1625/S.E./AM/2000 del29.7.2000.
Risulta inoltre agli atti anche il parere reso dal C.T.A. presso il Magistrato alle
Acque di Venezia in data 19.10.2000.
Infine, l’Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici, con nota 15 marzo 2001
prot. 15425/01/PRES. ha ritenuto “di doversi avvalere, in applicazione di quanto
disposto dall’art. 4, comma 5 della legge quadro, del Consiglio Superiore dei LL.PP. ai
fini dell’accertamento di validità e congruità del progetto in argo-mento”.
CONSIDERATO
L’Assemblea rileva preliminarmente che gli elaborati progettuali relativi alla
nuova sede del Palazzo di Giustizia di Mantova sono stati trasmessi come “progetto
definitivo” e “progetto esecutivo I stralcio”.
Al riguardo, anche in relazione al contenuto della nota del Ministero della
Giustizia n. 6/127/2001 del 18.4.2001 richiamata in Premesse, si ribadisce che, atteso il
costo complessivo dell’opera, questo Consesso è l’Organo competente, ai sensi dell’art.
6 della legge n. 109/94 e ss.mm.ii., ad esprimere il parere obbligatorio sul progetto
definitivo, a prescindere dalla sua suddivisione in lotti.
Dall’esame della documentazione trasmessa emerge che il progetto definitivo
dell’intera opera non risulta suddiviso in lotti e che il “progetto esecutivo I stralcio” in
effetti non costituisce lotto funzionale, non essendone dimostrata, come invece previsto
13.
------------
per legge, la funzionalità, la fruibilità e la fattibilità. Si tratta, infatti, di una sommatoria
di lavorazioni (demolizioni, impianti di scarico, impermeabilizzazioni delle fondazioni e
dei muri, realizzazione di alcuni solai, recupero statico-strutturale dell’edificio ex
“Ceramica Mantovana”, opere parziali di completamento), insufficienti a rendere
funzionale ed agibile una parte dell’opera, sia pure limitatamente ad alcune funzioni.
Infatti la dichiarata funzionalità degli archivi risulta in realtà compromessa dalla
mancata realizzazione di impianti quali quello di riscaldamento e di spegnimento a gas
inerte, quest’ultimo previsto soltanto nel progetto definitivo.
Per tali motivazioni, il presente parere attiene essenzialmente al progetto
definitivo, mentre per quanto riguarda l’esecutivo vengono formulate una serie di
osservazioni e rilievi suggeriti dalla relativa documentazione.
Dall’esame degli elaborati stessi si rileva, in linea generale, che dal confronto tra
i corrispondenti elaborati, sia grafici che descrittivi, del progetto definitivo e
dell’esecutivo, per quanto concerne sia gli aspetti architettonici che quelli idrologici,
geotecnici, strutturali ed impiantistici, non è riscontrabile un maggior approfondimento
tra i due successivi livelli progettuali, secondo quanto previsto dall’art. 16 della legge
109/’94 e ss.mm.ii.: infatti sia le tavole grafiche che i contenuti delle relazioni
specialistiche appaiono in gran parte ripetitivi, facendo sì che non possano distinguersi
le due fasi della progettazione.
Per quanto concerne il progetto definitivo, specificamente oggetto d’esame,
l’Assemblea riscontra carenza di documentazione essenziale, anche in relazione a
quanto stabilito dall’art. 16, comma 4, della legge 109/94 e ss.mm.ii. e dagli artt.25÷34
del D.P.R. 554/99.
A titolo esemplificativo dette carenze riguardano i seguenti elaborati:
-
“quadro esigenziale” (art. 16 co. 4 legge 109/94 e ss.mm.ii.);
-
“inserimento delle opere sul territorio” (art. 16 co. 4 legge 109/94 e ss.mm.ii.);
-
“relazione descrittiva che riferisce in merito all’idoneità delle reti esterne dei servizi
atti a soddisfare le esigenze connesse all’esercizio dell’intervento da realizzare ed in
merito alla verifica sulle interferenze delle reti aeree e sotterranee con i nuovi
manufatti” (art. 26 co. 2 lett. e D.P.R. 554/99);
14.
------------
-
“stralcio dello strumento urbanistico generale ed attuativo con l’esatta indicazione
dell’area interessata all’intervento” (art. 30 co. 2 lett. a D.P.R. 554/99);
-
“planimetria d’insieme in scala non inferiore a 1:500 con indicazione delle curve di
livello dell’area interessata dall’intervento, delle strade, della posizione, sagome e
distacchi delle costruzioni confinanti e delle eventuali alberature esistenti con
indicazione delle varie essenze” (art. 30 co. 2 lett. b D.P.R. 554/99);
-
“sezioni atte ad illustrare tutti i profili significativi dell’intervento, anche in
relazione al terreno, alle strade e agli edifici circostanti” (art. 30 co. 2 lett. c D.P.R.
554/99);
-
“prospetti (…….) comprendendo anche quelli schematici delle facciate adiacenti”
(art. 30 co. 2 lett. f D.P.R. 554/99);
-
“relazione specifica sull’eliminazione delle barriere architettoniche ai sensi del
D.P.R. 503/96” (art. 26 co. 2 lett. d D.P.R. 554/99);
-
“relazione idraulica” (art. 16 co. 4 legge 109/94 ed art. 25 lett. b D.P.R. 554/99);
Ciò premesso in linea generale, in relazione ai singoli aspetti d’esame,
l’Assemblea rileva quanto segue:
ASPETTI URBANISTICI
Dal punto di vista urbanistico, si rileva, come già precedentemente evidenziato,
la mancanza in atti di una relazione e di elaborati grafici di inquadramento territoriale
dell’intervento, nonché di documentazione inerente la strumentazione urbanistica
vigente, sia generale che attuativa (P.R.G., P.P.E., P.d.R.), la viabilità carrabile e
pedonale sia esistente che di progetto, la dotazione di attrezzature di servizio,
l’accessibilità all’area, i rapporti volumetrici e spaziali con le preesistenze, ecc.
Ciò evidenziato, pur in assenza di elaborati urbanistici di supporto, l’Assemblea
osserva che il quartiere Fiera-Catena, ove dovrebbe sorgere il nuovo Palazzo di
Giustizia, è ubicato nel quadrante sud-est del centro storico, ai margini della zona
monumentale propriamente detta.
In origine la zona era caratterizzata dalla presenza di edificazione sparsa e di
grandi complessi conventuali circondati da vaste aree verdi, che durante la dominazione
austriaca sono stati trasformati in caserme.
15.
------------
Attualmente l’area presenta un forte degrado ed un notevole stato di abbandono:
è caratterizzata da alcuni brani di edilizia residenziale minore, localizzata vicino a Corso
Garibaldi, da un complesso conventuale di grande valenza, S. Maria del Gradaro, da un
altro complesso, S. Paola, ora sede di una scuola professionale ma in precarie condizioni
di conservazione, dalla nuova biblioteca comunale situata nell’edificio dell’ex macello e
da una serie di capannoni produttivi in disuso, dei quali significativo è quello dell’ex
ceramica, da recuperare per il nuovo Palazzo di Giustizia.
Peraltro si tratta di un luogo di grande valore ambientale contraddistinto dalla
vicinanza del lago ma anche della città con il suo sky-line, testimonianza di tanta storia.
Dunque la localizzazione del nuovo Palazzo di Giustizia di per sé potrebbe
contribuire alla riqualificazione di tutto il quartiere, proseguendo nel percorso già
intrapreso dal Comune con la costruzione della biblioteca comunale.
L’area risulta interessata da un piano particolareggiato che prevede una nuova
viabilità; nuove attrezzature turistiche ricettive, in particolare vicino al porto Catena che
da attracco per carico e scarico di merci si dovrebbe trasformare in porto per
navigazione turistico fluviale; attrezzature per il tempo libero, in fregio al lago,
nell’unica sponda del centro storico che offre ancora spazi per ripristinare lo stretto
rapporto che la città ha sempre avuto con l’acqua.
L’ipotesi dunque di localizzare gli Uffici Giudiziari a Fiera - Catena, oltre che
offrire risposte adeguate alle esigenze di funzionamento dell’Ammini-strazione
giudiziaria, potrebbe rispondere alle esigenze di riqualificazione di un quartiere di
centro storico, attraverso la presenza di attività forti come la biblioteca e il tribunale, in
grado di caratterizzare il tessuto urbano.
Per quanto concerne la viabilità, sia esistente che in progetto, la mancanza di
documentazione non consente di esprimere un giudizio complessivo in merito.
In particolare, riguardo ai parcheggi di pertinenza del nuovo Palazzo di
Giustizia, si osserva che, come evidenziato nella stessa Relazione Generale “P.d.a.1”, la
loro entità risulta insufficiente ed in ogni caso inferiore allo standard minimo di cui alla
legge 122/89.
16.
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In merito occorre rilevare che l’ulteriore dotazione di parcheggi, nella misura
fissata per legge, dovrà essere reperita nell’ambito dell’area d’intervento ed essere
inserita contestualmente nel progetto delle opere.
Si evidenzia altresì che la localizzazione dei parcheggi dovrà tener
adeguatamente conto della delicatezza del sistema ambientale e dei parchi previsti sulla
riva del Mincio.
Anche per quanto concerne la dotazione di verde pubblico, si rileva che, come
evidenziato nella stessa Relazione citata, non viene rispettato lo standard previsto per
legge; pertanto, anche per quest’aspetto, il progetto dovrà essere integrato, inserendovi
la prescritta dotazione di aree verdi.
Inoltre, per quanto concerne gli aspetti urbanistico/ambientali, si osserva che non
è stata affrontata la problematica relativa all’eventuale presenza di vincoli di tipo
ambientale, paesaggistico, archeologico, idraulico, ovvero di servitù connesse alla
presenza di sottoservizi, reti aeree e sotterranee, ecc.
In relazione a tale aspetti, si evidenzia che dovranno essere acquisiti tutti i nullaosta ed i pareri di competenza delle Autorità preposte alla tutela dei relativi vincoli.
Verifica standards urbanistici
La documentazione trasmessa non fa cenno alle disposizioni contenute nelle
N.T.A. del P.R.G.C. circa gli standards urbanistici, né consente di collocare l’intervento
nel quadro della strumentazione urbanistica.
In assenza di tali indicazioni, peraltro previste dalla legge 109/94 già in fase di
progetto preliminare, non può essere espresso un parere in merito al grado di
soddisfacimento di tali standards, anche in relazione all’entità ed all’accessibilità delle
attrezzature di servizio esistenti o previste dagli strumenti urbanistici.
Impianto planimetrico e relazione con il contesto
La zona di sedime presenta quote leggermente inferiori rispetto al contorno;
peraltro, anche se sembrano da escludersi possibilità di esondazione del contiguo lago,
dovranno essere adottate idonee misure cautelative, soprattutto nei confronti dei
cantinati o seminterrati nei quali vengono localizzati archivi e parcheggi.
17.
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Rispetto al contesto, l’Assemblea rileva dalla documentazione in atti una
situazione non del tutto risolta con la Soprintendenza ai Beni Ambientali e
Architettonici, la quale, con più richiami, ha posto il problema del rapporto tra il
costruendo edificio e gli edifici circostanti. In particolare, la Soprintendenza
raccomanda particolare attenzione in relazione al complesso del Gradaro. Va infatti
osservato che tale complesso, pur circondato dalla cinta eseguita in muratura di mattoni,
e nonostante gli accorgimenti progettuali introdotti, appare soggiogato dal costruendo
corpo di fabbrica, fronteggiante il complesso monumentale.
Va sottolineato,infatti, il forte impatto volumetrico-percettivo del nuovo
organismo architettonico nei confronti delle emergenze ambientali ed architettoniche
preesistenti.
In particolare si esprimono perplessità riguardo agli esigui distacchi dagli edifici
di pregio circostanti ed all’altezza dell’edificio principale di nuova costruzione (m
19,20), che, secondo quanto affermato nella stessa Relazione Generale, “sovrasta il
complesso del Gradaro (rispetto alla linea di gronda) di m 5,00”.
Riguardo alle distanze, nella Relazione si evidenzia altresì che “a sud il punto
medio della parete laterale della Chiesa del Gradaro dista m 52,00 dal costruendo
palazzo”; ad est il primo edificio consistente (h=m 6) è a m 80, ad ovest è a m 52”.
In merito si fa rilevare che, in realtà, secondo quanto si desume dalla planimetria
allegata alla Relazione, la parete laterale della Chiesa del Gradaro, trovandosi in
posizione inclinata rispetto al nuovo complesso, risulta ad una distanza molto inferiore a
quella di m 52 indicata nella Relazione; quest’ultima, infatti, è stata misurata in
corrispondenza dello spigolo della facciata più distante dal nuovo edificio, anziché,
come dichiarato, rispetto al punto medio.
Il corpo di nuova edificazione, svuotato per due piani, con ampi porticati ove
sono collocati gli ingressi per il pubblico, sostenuti da massicci pilastri sagomati a
raggiera verso l’alto e sollevati dal terreno di 90 cm, sembra voler proporre una ideale
continuità con l’area libera di rispetto verso il muro che cinge l’edificio del Gradaro.
Peraltro quest’area, ad esclusivo uso pedonale, appare, in relazione alla rete dei
percorsi, suscettibile di acquisire un carattere residuale piuttosto che di giardino di
18.
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rispetto: una zona marginale sulla quale incombe il corpo compatto dei nuovi uffici a
gradoni su tre livelli.
Tale spazio, infatti, non può intendersi come elemento di valorizzazione del
contesto, non presentando quelle caratteristiche semantiche, di forma, di dimensioni, di
concezione architettonico spaziale, atta a farne uno spazio effettivamente vivibile e
fruibile, allo stesso modo delle piazze delle città antiche; rimane pertanto non
soddisfatta l’esigenza di realizzare un simile spazio nell’ambito di un complesso edilizio
quale quello che si propone, che, viceversa, come già evidenziato anche sotto il profilo
urbanistico, dovrebbe e potrebbe assumere le caratteristiche di un intervento di
riqualificazione urbana, dato il contesto nel quale si inserisce.
Il nuovo intervento, invece si relaziona alle preesistenze ed all’ambiente
circostante quasi esclusivamente per l’uso sporadico di cortine murarie in mattoni e per
alcune assonanze cromatiche che, peraltro, vengono contraddette dall’uso prevalente di
materiali moderni del tutto indifferenti al contesto, quali il c.a., l’acciaio e l’alluminio.
Pur non entrando nel merito dei valori architettonici generali di impianto
dell’edificio, non può non rilevarsi che questo presenta caratteri di frammentarietà e
asperità, non in linea con le estese superfici in mattoni di ciò che rimane del vecchio
borgo.
Si esprimono altresì perplessità sull’uso dei materiali impiegati nella
costruzione, ove il prevalere di complesse superfici vetrate inclinate e brunite in bronzo
chiaro, di serramenti verniciati in ferro micaceo, pavimenti in graniglia, rivestimenti in
mattoni (poco preminenti rispetto al ferro e al vetro), una scultorea composizione di
imponenti pilastri in c.a., che scandiscono gli spazi pubblici, il paramento esterno in
pannelli prefabbricati rivestiti in rame, non sembrano essere in linea con il tema
dichiarato dai progettisti, desiderosi di aderire alla condizione cromatica prevalente
dell’area di Fiera Catena.
ASPETTI ARCHITETTONICI
La piastra a due livelli con configurazione panottica e caveau centrale contiene al
piano seminterrato la zona di massima sicurezza, collegata ai piani superiori da percorsi
preferenziali per i detenuti collocati nel primo anello; negli anelli interni sono anche
19.
------------
precisati, ad ogni piano, i percorsi riservati ai magistrati. Nel secondo anello, ampio,
sono collocate le aule di varie dimensioni. Un terzo anello contiene grandi atrii oltre alle
balconate che separano con vetrate le aule sovrapposte. Gli anelli esterni contenenti le
aule sono collegati da ampi spazi destinati al pubblico e alla circolazione generale.
Dal punto di vista funzionale si rileva innanzi tutto la mancanza del “quadro
esigenziale” posto a base della progettazione, in assenza del quale non può essere
espresso un giudizio definitivo in merito alla fruibilità del nuovo Palazzo di Giustizia ed
alla sua effettiva rispondenza alle esigenze delle diverse categorie di fruitori, dai
magistrati al personale impiegatizio, al pubblico, ai detenuti.
Ciò evidenziato, si formulano le seguenti osservazioni riguardo agli aspetti
architettonico-funzionali.
Per il corpo a piastra, si esprimono perplessità sulle sezioni verticali riportate
nella Tav. 23, le quali evidenziano la sostanziale impossibilità, per le superfici così
estese delle aule, di essere sufficientemente illuminate dalle vetrate della cavea centrale
e dalle superfici inclinate sistemate all’esterno sulla copertura.
Particolarmente sacrificato, in questo senso, appare il primo piano.
I difetti di questa soluzione, che obbliga alla ventilazione e illuminazione
artificiali, sono evidenti sia dal punto di vista del comfort ambientale che della gestione
economica complessiva dell’edificio (occorrerebbe, a tale riguardo, verificare, anche
attraverso simulazioni, la possibilità di raggiungere effettivamente i valori indicati nella
Relazione per il fattore medio di luce diurna).
Inoltre, si esprimono perplessità anche in ordine alla tenuta al rumore delle
separazioni inclinate tra due tipi di aule così diverse per requisiti e funzionalità.
Si rileva, altresì, l’abnorme estensione di spazi di relazione, che occupano
complessivamente circa il 50% della superficie lorda di pavimento.
Viene poi assunto che l’intero sistema delle aule non sia a “rischio di incendio
elevato”. Questa assunzione deve essere attentamente verificata. Infatti, sulla base dei
parametri forniti dal progettista, si deve prevedere per il sistema delle aule la presenza
contemporanea massima di un “pubblico occasionale” di circa 1180 persone.
20.
------------
Il progettista ritiene che l’opera non debba sottostare alla disciplina di
prevenzione incendio, se non per quanto riguarda il garage e la centrale termica, in virtù
del fatto che non viene superato il parametro relativo al numero di impiegati (inferiore a
500) riferito alla “prevalente” destinazione ad uffici.
Anche assumendo la scelta del progettista di applicare il D.M. 10.3.1998 “Criteri
generali di sicurezza all’incendio”, appare incongruo che non venga considerato a
“rischio di incendio elevato” il sistema delle aule. Infatti il D.M. sopracitato
esplicitamente impone questa condizione di rischio, anche in assenza di particolari
situazioni di innesco, quando vi sia la presenza di “pubblico occasionale in numero tale
da determinare condizioni di affollamento”. Peraltro, assumendo la condizione di
“rischio di incendio elevato”, la soluzione distributiva prevista per il sistema delle aule
deve essere rivista in funzione di una opportuna riconsiderazione della lunghezza delle
vie di fuga per raggiungere “luoghi sicuri” (tenendo presente anche la mobilità dei
portatori di handicaps). Da questo punto di vista il tipo di scale previsto non può essere
considerato “luogo sicuro”.
In definitiva, il funzionamento contemporaneo delle aule dovrebbe suggerire di
adottare criteri di progettazione simili a quelli utilizzati per impianti analoghi per
dimensioni e pubblico coinvolti (ad esempio palazzetti dello sport ecc.).
L’esame delle piante ai diversi livelli suggerisce una serie di osservazioni e di
rilievi. Dal punto di vista funzionale e della fruibilità, è necessario riconsiderare i criteri
di dimensionamento dei servizi igienici per il pubblico, che risultano insufficienti e
distanti.
Per il sistema degli uffici si segnala quanto segue:
a)
il valore previsto per il pubblico occasionale può essere considerato valido solo
come valore medio; se una analisi disaggregata delle condizioni di presenza del
pubblico dovesse evidenziare situazioni di affollamento per il pubblico
occasionale in alcuni uffici, dovrebbero essere riviste alcune soluzioni, sulla base
delle considerazioni sopra esposte a proposito del sistema delle aule;
b)
il dimensionamento degli uffici (ca. m2 50÷m2 20 ciascuno a seconda delle
funzioni) appare eccessivo, anche in relazione ai costi di manutenzione;
21.
------------
c)
a causa del tipo di finestratura adottata, le condizioni di comfort ambientale si
prospettano, almeno per il lato sud, decisamente insostenibili. Infatti la presenza di
superfici trasparenti inclinate, imposta dalla particolare sezione prescelta per
l’edificio degli uffici, determina condizioni ambientali particolarmente gravose a
meno di accorgimenti nella tecnologia delle chiusure esterne di notevole impegno
ed onerosità.
La tecnologia prevista per le chiusure verticali deve essere, inoltre, verificata
anche in relazione a possibili problemi che potrebbero insorgere se il “silicone
strutturale” non dovesse essere in grado di sostenere l’incremento dei carichi dovuto
all’uso dei vetri stratificati antisfondamento.
Per quanto riguarda l’edificio ex ceramica recuperato, si osserva che esso, data la
dimensione trasversale della manica, presenta le maggiori difficoltà di inserimento delle
funzioni introdotte.
Nella parte centrale dell’edificio, si concentrano archivi, servizi pubblici, ampi
corridoi dotati di scarse finestrature per luce naturale. Pertanto, gli impianti di
illuminazione artificiale e gli impianti speciali di condizionamento dovranno supplire a
tali carenze.
Gli uffici del corpo ex-Ceramica, non di grandi dimensioni ma apparentemente
sufficienti, sono localizzati all’esterno, così da poter godere, a sud e a nord, di luce ed
aria diretta.
Per quanto attiene la fascia di edilizia preesistente sul lato nord, si ritiene che la
sua presenza contribuisca a mantenere, nell’ambito dei vecchi allineamenti, la
conservazione del tessuto antico.
Da questo lato del lotto complessivo (lato nord) si concentrano, in spazi chiusi,
gli accessi particolari per magistrati, addetti e detenuti, il cui cancello principale si
colloca verso est con guardiola di controllo prospiciente il lago. Non si entra nel merito
della viabilità su cui si aprono tali accessi, per le osservazioni sopra riportate sulla
carente informazione relativa al piano particolareggiato entro cui si colloca il
complesso.
Il progetto esecutivo
22.
------------
Gli elaborati architettonici del progetto esecutivo non contengono nessun
approfondimento di scala (le piante, in scala 1:100, riproducono quelle del progetto
definitivo).
ASPETTI GEOTECNICI
Il progetto definitivo
Gli aspetti geotecnici del progetto definitivo sono desumibili dalla “Relazione
geotecnica”, dai risultati delle “Analisi geotecniche di laboratorio” e dalla “Relazione di
calcolo”.
Nell’area in esame, che si presenta pianeggiante con quote assolute comprese tra
17 e 20 m s.l.m., al di sotto di una copertura superficiale di terreni di colmata e di
riporto dello spessore massimo di 3 m, sono presenti formazioni di origine alluvionale.
La più superficiale, costituita da terreni prevalentemente sabbiosi e ghiaiosi, ha uno
spessore di circa 15 m, mentre al di sotto, fino a circa 50 m di profondità, sono presenti
terreni prevalentemente limo-argillosi.
Le caratteristiche stratigrafiche dei terreni sono state evidenziate da 4 sondaggi e
da 4 prove penetrometriche.
Il livello della falda, individuato mediante due piezometri a tubo aperto, si trova
ad una quota assoluta compresa tra 14 e 15 m s.l.m.
Le proprietà fisiche e meccaniche dei terreni sono state determinate sulla base di
correlazioni empiriche con i risultati delle prove penetrometriche e sono state misurate
direttamente con prove di laboratorio.
Per quanto riguarda la scelta e il dimensionamento delle fondazioni, la Relazione
geotecnica riporta i calcoli della capacità portante di fondazioni dirette (si fa riferimento
ad una trave rovescia di 4,5 m di larghezza, approfondita di 1 m) e dei cedimenti della
stessa trave e di un corpo di carico rettangolare, di 18x120 m2, corrispondente ad un
edificio esteso a tre pilastrate. In entrambi i casi è stato ipotizzato uno spessore di
terreno deformabile pari a 25 m.
La Relazione geotecnica riporta anche, tra le possibili ipotesi di fondazioni,
quella relativa all’impiego di pali trivellati di grande diametro, lunghi 50 m. Peraltro,
essa si conclude suggerendo l’adozione di fondazioni dirette e continue e richiamando la
23.
------------
necessità di ulteriori approfondimenti, nel corso della progettazione, finalizzati al
monitoraggio della falda, alla caratterizzazione geotecnica dei terreni tramite sondaggi,
prove penetrometriche e prove di carico su piastra nonché, nel caso di impiego di pali,
di prove pressiometriche.
La Relazione di calcolo descrive il sistema di fondazione, costituito da una
platea nervata e da micropali per l’adeguamento statico dell’ex edificio Ceramica
Mantovana. La Relazione di calcolo comprende anche la verifica di stabilità di un
palancolato metallico, da impiegarsi per il sostegno delle pareti di scavo, e descrive la
tecnologia costruttiva dei micropali, riportando anche il calcolo del carico critico con
riguardo alla stabilità dell’equilibrio elastico.
In merito agli accertamenti e alle valutazioni geotecniche del progetto definitivo
si osserva quanto segue:
-
la natura dei terreni di fondazione e la loro variabilità in direzione verticale ed
orizzontale, unitamente alle elevate dimensioni in pianta degli edifici, richiedono
indagini in sito più numerose di quelle effettuate, come del resto indicato nella
Relazione geotecnica;
-
il regime di falda è stato rilevato con due soli piezometri, peraltro a tubo aperto e
pertanto non in grado di permettere di individuare la distribuzione delle pressioni
interstiziali con la profondità;
-
le prove di laboratorio hanno dato luogo a risultati nel complesso molto poco
convincenti per quanto riguarda sia i valori delle proprietà fisiche generali, sia e
soprattutto i valori dei parametri meccanici. Ciò è verosimilmente dovuto alla
cattiva qualità dei campioni, ma si deve anche osservare come i risultati delle
prove di laboratorio siano spesso incoerenti tra loro e privi di effettiva
corrispondenza con il reale comportamento meccanico dei terreni;
-
nella definizione dei modelli geotecnici di sottosuolo, così come nelle successive
analisi, si fa riferimento a valori di alcune grandezze non corrispondenti a quelli
misurati in laboratorio; ci si riferisce, ad esempio, ai valori adottati nei calcoli del
peso di volume dei terreni, sistematicamente molto più bassi di quelli
effettivamente misurati;
24.
------------
-
i calcoli geotecnici si riferiscono a tipologie di fondazione alquanto diverse da
quelle riportate nei disegni e descritte nella Relazione di calcolo;
-
nel calcolo dei cedimenti si fa riferimento a dimensioni dei corpi di carico non
corrispondenti alle reali dimensioni complessive dei manufatti e a spessori di
terreno molto inferiori a quelli realmente interessati da variazioni dello stato
tensionale indotte dai carichi esterni; per quest’ultimo aspetto, si deve anche
osservare come la presenza di strati coesivi a profondità maggiori di quelle
considerate nei calcoli possa rendere significativamente diversa la stima dei
cedimenti e del loro decorso nel tempo per effetto dei fenomeni di consolidazione;
-
non è motivata l’adozione dei micropali nell’edificio preesistente in rapporto alle
attuali fondazioni dello stesso; inoltre, non è riportato il dimensionamento
geotecnico dei micropali.
Il progetto esecutivo
La Relazione geotecnica del progetto esecutivo ha sostanzialmente gli stessi
contenuti dell’analoga relazione del progetto definitivo, ma fa riferimento ad ulteriori tre
prove penetrometriche statiche.
Inoltre, la Relazione riporta una figura, tratta dalla letteratura tecnica, nella quale
sono mostrate le piezometriche di magra e di piena nel sottosuolo della città di Mantova.
Le indicazioni di tale figura, unitamente alle misure piezometriche, hanno condotto gli
estensori della relazione a ipotizzare la falda alla quota assoluta massima di poco meno
di 16 m ed a prevedere un’ulteriore risalita di 1 m.
Al riguardo va osservato che le piene che possono pervenire ai laghi dal bacino
residuo del Mincio possono portare le quote del lago a livelli superiori, anche
apprezzabilmente, a quello di regolazione.
Questa particolare condizione non può non comportare una cura notevole nelle
fasi costruttive e nella scelta delle soluzioni strutturali in rapporto sia alle condizioni
transitorie che si verificano durante l’esecuzione delle opere, sia a regime.
Per quanto riguarda il rinforzo delle fondazioni del preesistente edificio ex
Ceramica, nella Relazione geotecnica si indica che tale scelta progettuale si potrebbe
rendere necessaria a causa della vicinanza dello scavo di sbancamento per i nuovi
25.
------------
manufatti, in alternativa al sostegno delle pareti di scavo con una palancolata metallica.
Per l’eventuale rinforzo delle fondazioni sono previsti micropali lunghi “
orientativamente” 10 m, di 150 mm di diametro, richiamando la necessità di prove di
carico da eseguire fuori opera.
La Relazione geotecnica si conclude con l’indicazione della necessità di eseguire
ulteriori sondaggi, prove penetrometriche e prove di carico su piastra dopo l’apertura
degli scavi, in fase esecutiva.
La Relazione di calcolo riporta le stesse valutazioni svolte per il progetto
definitivo per quanto riguarda i micropali che, però, risultano di dimensioni diverse da
quelle ipotizzate nella Relazione geotecnica. Riporta, infine, le verifiche di stabilità dei
muri di sostegno delle pareti di scavo.
In merito ai documenti del progetto esecutivo si osserva quanto segue:
-
le indagini integrative, costituite da sole tre prove penetrometriche, non sono
sufficienti ad accertare il reale livello di disomogeneità dei terreni di fondazione e
di colmare le lacune sulla loro caratterizzazione meccanica. Tale conclusione è
stata tratta anche dagli estensori della Relazione geotecnica, che ritengono
necessarie ulteriori indagini; peraltro, non è possibile prevedere che l’esecuzione
di tali indagini avvenga in fase costruttiva, dovendo tutti gli accertamenti essere
completati nell’ambito della progettazione;
-
l’impiego dei micropali risulta ancora non giustificato in rapporto alla loro
interazione con le esistenti fondazioni dirette del preesistente edificio;
-
sul calcolo dei cedimenti, che rimane quello del progetto definitivo, valgono le
considerazioni già svolte;
-
non sono descritti i problemi legati all’esecuzione di ampi scavi di sbancamento in
prossimità o sotto falda, tenuto conto che questa può risalire, nelle ipotesi
progettuali, fino ad una quota assoluta di 17 m e che la profondità di scavo
raggiunge i 5 m;
-
le verifiche di stabilità dei muri di sostegno sono basate su ipotesi contraddittorie.
Infatti, pur essendo tali muri connessi con le altre strutture, le spinte sono calcolate
con riferimento a stati di equilibrio limite attivo, condizione questa che per
26.
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realizzarsi deve prevedere uno spostamento del muro per effetto della spinta del
terreno. Nelle situazioni in esame sono da prevedersi sollecitazioni maggiori,
conseguenti al più verosimile stato di spinta in quiete del terreno a tergo dei muri.
Peraltro, si deve osservare che, seppure si supponessero i muri non collegati alle
altre strutture, allora non risulterebbero soddisfatte le verifiche di sicurezza allo
scorrimento della fondazione, come si rileva dai valori calcolati dei relativi
coefficienti di sicurezza.
In conclusione, a parere di questo Consesso, le problematiche geotecniche dei
progetti in esame non risultano completamente e sufficientemente risolti.
Le soluzioni progettuali, così come si presentano nei disegni e come sono
descritte nelle Relazioni di calcolo, non corrispondono completamente a quelle
analizzate nelle Relazioni geotecniche.
Per quanto riguarda l’adozione di una fondazione superficiale a platea, tale scelta
può essere giustificata solo se si dimostra, con adeguate indagini ed appropriate analisi,
la compatibilità dei cedimenti, assoluti e differenziali, con le caratteristiche strutturali e
funzionali del manufatto. Al momento, non è adeguatamente accertato il livello di
disomogeneità dei terreni di fondazione; il calcolo dei cedimenti è stato effettuato con
riferimento ad uno spessore di terreno di fondazione non corrispondente all’effettivo
volume significativo, non tenendo così conto della presenza di terreni compressibili;
inoltre non è stato valutato l’effetto, in termini di cedimenti, delle possibili oscillazioni
della falda.
Infine, molte perplessità desta l’adozione di micropali per il rinforzo delle
fondazioni del preesistente edificio, sovrapponendo fondazioni profonde a fondazioni
dirette, senza alcuna valutazione dell’interazione tra le due e degli effetti sul
comportamento d’insieme di tale manufatto.
ASPETTI STRUTTURALI
PROGETTO DEFINITIVO
La documentazione appare carente e incompleta sia per quanto riguarda gli
elaborati grafici necessari a comprendere le caratteristiche delle strutture, sia per quanto
attiene le necessarie relazioni illustrative finalizzate a definire con chiarezza le tipologie
27.
------------
strutturali, unioni comprese; gli schemi statici; le diverse azioni e le loro combinazioni; i
metodi di calcolo adottati con i loro risultati, in termini di sollecitazioni e di
spostamenti; le disposizioni dei giunti verticali e orizzontali; le prestazioni della
struttura in condizioni di esercizio, compresa la resistenza al fuoco prevista per i vari
elementi strutturali in acciaio, ecc.
Nell’ambito della carente documentazione presentata, si riportano di seguito
alcune delle principali osservazioni che sono emerse dall’esame dei documenti.
Va rilevato preliminarmente che il progetto non è da ritenersi definitivo, in
quanto restano irrisolte numerose problematiche progettuali; in particolare si segnala
l’assenza di qualunque verifica analitica dell’edificio esistente, l’assenza sistematica
della verifica degli spostamenti.
1)
Fondazioni
Le fondazioni sono dirette, a platea generale, senza giunti di costruzione, con
travi rovesce emergenti.
L’estradosso delle travi rovesce costituisce appoggio per il solaio seminterrato a
quota -2,40 m, anch’esso di conseguenza privo di giunti di costruzione.
Non è indicata la quota di falda di progetto, dalla quale dipendono le verifiche
della platea di fondazione caricata dalla relativa sottospinta idraulica.
Non sono indicate le prescrizioni e le tipologie di tenuta fra i getti della platea e
quelli delle pareti verticali, né le modalità di ripresa dei getti della platea stessa, né,
ancor prima, le modalità del getto di tale platea in presenza di falda eventuale.
La relazione di calcolo riporta una frase non ammissibile in un progetto
definitivo. “Sarà cura della Ditta esecutrice dei lavori presentare idonea documentazione
attestante le caratteristiche del cemento utilizzato e la sua compatibilità con la situazione
ambientale costituita dalla oscillazione della quota della falda del Lago”.
Manca una analisi dei cedimenti delle fondazioni e la valutazione degli stati di
sollecitazione conseguenti a cedimenti differenziali (distorsioni) anche per via di una
distribuzione non uniforme dei carichi variabili sugli impalcati.
2)
Strutture in elevazione
28.
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La relazione di calcolo fornisce solo una descrizione sommaria delle opere senza
illustrare i criteri di verifica.
Per le azioni della neve e del vento vi è solo il titolo di un capitolo, senza alcuno
sviluppo.
La struttura in acciaio risulta particolarmente poco sviluppata, e con indicazioni non
adeguate. In particolare non si intravedono strutture di controvento, e non è neppure
chiaro se si adotta un sistema a nodi rigidi oppure semirigidi. Ad ogni modo è l’intero
organismo strutturale in acciaio a presentare seri motivi di incertezza, sia nel pensiero
progettuale d’insieme (la tav. P.d.s. 11, con la sezione AA’ è emblematica al riguardo)
che nell’individuazione degli schemi strutturali, nonché nella scelta dei profili e nella
conseguente rappresentazione dei nodi costruttivi; per questi ultimi, i disegni non sono
significativi, non riportando alcuna indicazione in ordine al tipo di nodi (rigidi o
semirigidi), né specificazioni in ordine ai bulloni, agli ispessorimenti, ai fazzoletti, ai
magisteri esecutivi.
Le colonne in acciaio non sono sufficientemente descritte.
Si osserva che la scelta costruttiva dei profili a C per i pilastri e le travi maestre
comporta, come è noto, difficoltà nella realizzazione delle unioni bullonate. Peraltro non
viene indicata alcuna calastrellatura degli stessi profili usati in parallelo (sia nei pilastri
che nelle travi maestre), pur avendosi luci di notevole lunghezza; inoltre le unioni tra gli
elementi, così come configurate, danno luogo ad effetti torsionali.
Per i solai in lamiera grecata non è previsto il tipo, né è specificato se si tratti di lamiera
collaborante con i getti di calcestruzzo e con le travi in acciaio, né vengono indicate le
armature addizionali.
I solai in c.a., proposti mediante predalles, e quindi unidirezionali del tipo a trave, non
presentano travetti di ripartizione, nonostante luci notevoli e carichi variabili talvolta
sensibili, e nonostante si andranno a manifestare marcati comportamenti a piastra per la
presenza degli appoggi sulle nervature delle travi rovesce sui quattro lati dei campi (a
quota – 2,50m) o di travi in spessore (a quota 0,90 m). Inoltre, si rileva che se il solaio a
– 2,50 m, come appare dai disegni, è solidale con le travi rovesce, si genera una
soluzione strutturale di comportamento statico incerto ed anomalo, per le fasi differite
29.
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dovute alla viscosità ed ai ritiri differenziati di platea e solaio, e per le sollecitazioni che
vengono indotte nel solaio, specie in direzione trasversale alle predalles, quando esso
viene a partecipare come ala superiore delle travi rovesce al regime statico delle travi
stesse, il quale aumenta al procedere della costruzione in elevazione.
Sempre per i solai a predalles da 25 cm di spessore, in talune situazioni non è rispettata
a rigore la prescrizione di snellezza  della norma (  25); gli stessi solai da 30 cm non
rispettano tale prescrizione neppure per la luce standard di 8,00 m (snellezza > 25), pur
avendosi in talune situazioni snellezze  di valore 33 ÷ 34 (ad esempio, nella zona fra le
aule e il corpo rettangolare). Tali snellezze elevate, cui si aggiunge la sensibile
deformabilità delle travi in spessore di solaio, dà luogo ad una soluzione strutturale
degli impalcati di potenziale vibratilità e criticità nei riguardi delle opere di finitura,
talché pare indispensabile il controllo degli spostamenti prima dell’accettazione della
soluzione, anche in relazione alla tipologia delle finiture.
Per gli impalcati aule piano tipo e piano terra il carico variabile di 300 Kg/m 2 non
appare sufficiente per il possibile addensamento di persone ed i possibili effetti
dinamici, né risulta accettabile negli archivi un carico indicato contempo-raneamente
come 300 Kg/m2, oppure 600 Kg/m2 senza la precisa delimitazione delle corrispondenti
aree di carico.
Peraltro, il maggior valore di 600 Kg/m2 desta perplessità in assenza di precisa
indicazione delle attrezzature di archivio e delle relative limitazioni di addensamento del
materiale archiviato.
Inoltre si osserva che per i materiali non vengono indicate le caratteristiche dei getti di
calcestruzzo, ai fini della durabilità, e delle strutture interrate sotto carico di falda, ai fini
di una buona impermeabilità, né per l’acciaio della carpenteria è specificato quale grado
qualitativo si voglia impiegare. Infine non risultano indicate le eventuali protezioni ai
fini della durabilità e dell’incendio, con particolare riferimento alle strutture in acciaio.
3)
Edificio esistente
E’ agli atti una breve descrizione - senza elaborati grafici - delle caratteristiche
dell’edificio e delle modalità degli interventi di consolidamento locale.
30.
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Sono state eseguite prove di carico sugli orizzontamenti.
La relazione precisa che, poiché non si evidenziano lesioni o cedimenti, si deve
concludere che l’edificio e la relativa ciminiera sono in buono stato di conservazione, e
che quindi non occorrono interventi di rinforzo, ma solo riprese locali per degrado.
Peraltro, per queste sono descritte le modalità d’intervento, ma le stesse non vengono
quantificate né definite graficamente, quindi non risulta possibile la valutazione
economica di tali interventi.
Sono previsti interventi importanti (tra l’altro per la chiusura di un ampio varco
esistente nel solaio) che in qualche modo interferiscono con le strutture dell’edificio
esistente.
Va al riguardo osservato che appare necessario che, già in fase di progetto
definitivo, venga effettuato un accurato studio della situazione esistente, comprendente
rilievi completi delle zone ammalorate, la qualificazione dei materiali e la valutazione di
sicurezza dell’intero complesso.
PROGETTO ESECUTIVO
La documentazione presentata non può configurarsi come progetto esecutivo
completo.
In particolare, non è presente alcuna relazione di calcolo con le verifiche
strutturali; i disegni costruttivi delle armature sono spesso redatti con evidenti carenze
(vedasi, la costante assenza di tirantini trasversali atti a sorreggere le armature
longitudinali contro le spinte a vuoto); anche la disposizione delle barre d’armatura nelle
travi in spessore di grande larghezza (ad esempio, 150 cm) non segue le buone regole
del c.a. (concentrazione sulla larghezza del reale appoggio/pilastro); le unioni per
sovrapposizione andrebbero sfalsate.
In alcuni disegni non ci sono sezioni e quindi non è possibile avere certezze della
posizione dei ferri.
ASPETTI IMPIANTISTICI
Impianti meccanici, idrici ed antincendio
Il progetto appare redatto con modalità da valutare al limite minimo di quanto
richiesto per un progetto definitivo. Tuttavia, seppure espresse in modo frammentario e
31.
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disorganico, le informazioni relative alle scelte progettuali più importanti possono
essere riferite, peraltro con qualche riserva, come segue.
Impianti di climatizzazione
Sono previsti impianti di condizionamento a tutt’aria esterna per aule ed archivi,
a ventilconvettori a 4 tubi ed aria primaria per gli uffici e simili. Per
l’approvvigionamento
termico
è
previsto
il
ricorso
alla
rete
cittadina
di
teleriscaldamento e per il freddo è previsto l’impiego di un frigorifero ad assorbimento
alimentato dalla stessa rete di teleriscaldamento. Le unità di trattamento dell’aria
saranno alimentate con acqua refrigerata a 7° C ed i ventilconvettori a 10° C. Si tratta di
soluzioni del tutto condivisibili in linea di principio.
Cercando qualche maggior dettaglio si trovano in alcuni casi informazioni
carenti ed in altri, scelte in tutto o in parte non condivisibili. Ad esempio:

il calcolo dei carichi termici sembra prescindere completamente dai ponti termici
che viceversa, anche qualora vengano corretti, danno sempre un contributo non
trascurabile. La trasmittanza delle finestre è calcolata con riferimento alla sola
vetrata trascurando l’apporto del telaio, che risulta peggiorativo in presenza di
telaio metallico anche se con taglio termico. La presenza della struttura in acciaio,
di superfici vetrate di grandi dimensioni ecc. da un lato e la mancanza di
particolari riguardanti la correzione dei ponti termici conferiscono ulteriore peso a
tale circostanza;

per la difesa dall’irraggiamento solare è previsto l’impiego di vetri riflettenti. Data
l’ampiezza e l’orientamento di molte delle finestre previste ciò non sembra
sufficiente, anche sotto il profilo dei consumi energetici estivi. Si evince da
qualche frase che sia previsto anche l’impiego di tende, il capitolato parla peraltro
soltanto di tende interne, inefficaci sotto il profilo della difesa dall’irraggiamento
solare;

le condizioni estive interne che gli impianti devono garantire (26° C, 55-65%
U.R.) sono accettabili, mentre quelle invernali (20° C, 35-45% U.R.) sembrano
insufficienti per l’umidità relativa, che non dovrebbe mai scendere sotto il 40%
(meglio 45%);
32.
------------

viene ripetuto più volte che le citate condizioni si riferiscono alla temperatura
dell’aria (bulbo secco), ma che saranno tollerate per la temperatura media radiante
(cioè la temperatura media dell’intradosso delle pareti) differenze di + - 4° C
rispetto a tali valori. Tale specifica, non usuale e su cui viceversa il progetto
insiste, sembra evidenziare una valutazione dubitativa del progettista degli
impianti nei confronti delle effettive capacità isolanti delle pareti. Di fatto, con tali
tolleranze sulla temperatura media radiante si fuoriesce dal campo delle
condizioni di benessere;

vengono assunte dotazioni di aria esterna di 40 m3/h persona negli uffici e 22 m3/h
persona nelle aule. Si tratta di valori “di norma UNI” accettabili sebbene non
generosi. Inoltre, tale dotazione potrebbe risultare insufficiente in ambienti a bassa
occupazione (stanze grandi con una o due persone); l’apporto di aria esterna
dovrebbe comunque risultare non inferiore a un ricambio orario dell’ambiente.
Infine, per alcuni locali del processo civile, trattati come uffici ed in realtà
destinati a fungere da aule di udienza, con presenza pressochè contemporanea
degli attori di tutte le cause della giornata, sembrerebbe opportuno valutare in
modo più realistico gli affollamenti.
Mancano gli schemi verticali delle reti delle tubazioni e dei canali; le relative
quote sono date in modo sporadico per qualche tronco principale.
Impianti idrici ed antincendio
Le descrizioni e calcolazioni relative a questi impianti sono ancor più succinte di
quelle relative a quelli di climatizzazione. Inoltre, come già accennato, tutta la materia
dell’antincendio almeno per quello che riguarda l’edificio della aule poggia sull’assunto
non condivisibile di rischio moderato e di attività non soggetta a parere VV.F. In realtà
le situazioni di affollamento ed in fondo anche il tipo di attività delle persone presenti
sembrano del tutto analoghe a quelle tipiche di locali di pubblico intrattenimento e
spettacolo. Poiché la sicurezza delle persone deve essere considerata nei fatti e non nelle
frange di incompletezza formale della norma si ritiene che tutta la materia dovrebbe
essere rivista in questa luce. Anche per quanto riguarda gli uffici per il processo civile,
33.
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dovrebbero essere considerati con maggior realismo gli affollamenti ed i carichi di
incendio soprattutto per materiale cartaceo.
Mancano gli schemi funzionali e verticali; gli impianti sono descritti solo tramite
le relazioni tecniche e le piante. I diametri sono assegnati non in base ad un calcolo
idraulico, ma alla posizione gerarchica nella rete, risultando peraltro verosimili in prima
istanza. Alle colonne montanti dell’impianto idranti è assegnato un DN 70 che come
tale non esiste (DN 65 o DN 80). Il DN 65 sembrerebbe insufficiente. La descrizione
degli impianti di sollevamento per le acque usate e meteoriche è insufficiente per poter
esprimere una qualsiasi valutazione.
Impianti elettrici
Per quanto attiene gli aspetti progettuali relativi all’impiantistica elettrica la
documentazione presentata è assolutamente carente per un livello “definitivo”. Infatti,
manca innanzi tutto un documento con l’analisi particolareggiata dei carichi per
verificare in base a quali criteri è stata dimensionata la potenzialità dei trasformatori,
degli UPS e del gruppo elettrogeno. Nello specifico la potenzialità degli UPS appare
eccessiva ed assolutamente inidonea, invece, come autonomia: i progettisti hanno
dimensionato la capacità delle batterie per un’autonomia di soli 5’, considerando
l’intervento del G.E. come sussidiario. Tale scelta non appare in linea con la sicurezza e
l’affidabilità che deve essere assicurata per l’operatività del Tribunale sia civile che,
soprattutto penale.
Inoltre, mancano le verifiche delle cadute di potenziale, il dimensio-namento dei
quadri (fronte quadro e schemi unifilari con definizione degli interruttori), il calcolo
delle correnti di corto circuito ai vari quadri e sottoquadri ed un documento che assicuri
il coordinamento delle protezioni scelte: il costo dei componenti è legato ai dati ottenuti
dagli elaborati sopraindicati. Nello specifico la tavole P.d.i.e. 1b è assolutamente
insufficiente anche per un progetto preliminare. Non sono presentati né lo schema della
cabina, né lo scambio rete-gruppo, né il quadro di Power Center ecc. Mancano
documenti progettuali sul lay-out di cabina sul fronte quadro sia della media tensione
che dei principali quadri dell’edificio: dal Power Center a quello dei corridoi.
34.
------------
Per quanto attiene il sistema di “messa a terra” manca un documento di calcolo
dal quale si possa verificare la correttezza e l’efficacia delle scelte progettuali. Nulla è
detto circa la realizzazione della maglia di terra che deve interconnettere i vari corpi di
fabbrica tra loro, proprio per la presenza di LPS (sistemi di protezione contro le scariche
atmosferiche) di tipo diverso ed in particolare per la ciminiera che, protetta ad asta,
rappresenta un punto ad elevata probabilità di impatto per una scarica atmosferica.
Scarsa attenzione è stata posta dai progettisti sul materiale con cui realizzare i captatori,
le calate ed i dispersori: nei documenti sono riportate scelte non univoche (alluminio,
rame e/o ferro zincato) che invece potrebbero avere serio impatto sulla durabilità del
sistema ad opera di f.e.m. di contatto tra materiali con differente potenziale
elettrochimico. Inoltre, la geometria del sistema di protezione è fondamentale al fine di
evitare la realizzazione di spire nelle quali potrebbero essere indotte f.e.m., anche
intense, in caso di fulminazione diretta. Nello specifico, per quanto riguarda quello che i
progettisti chiamano “LPS interno” sarebbero necessarie delle tavole esplicative sulle
modalità di realizzazione; solo attraverso tali dati è, infatti, possibile quantificare nel
“Computo Metrico” il costo dell’intervento. Infine non può condividersi la
dichiarazione dei progettisti di concedere all’Enel la rete di terra propria per proteggere
anche la cabina MT del gestore. Tale concessione richiede una preventiva analisi
accurata delle possibili sovratensioni che potrebbero essere trasferite dal gestore
sull’utente.
In linea generale, per la cabina di MT, si ritiene necessario prescrivere l’adozione
di tre trasformatori da 1.000 kVA, con un doppio primario (20-15 kV) ed un secondario
normalizzato a 400 V, previa ulteriore verifica dalla loro taglia: il doppio primario
consente l’adeguamento alla futura normalizzazione del livello di tensione MT a 20.000
V.
Si ritiene inoltre necessario che i progettisti affrontino il calcolo del rifasamento,
sia fisso per i trasformatori che variabile per il carico. Infatti, data la presenza di grosse
unità di elettronica di potenza (UPS, computers, ecc.) è particolarmente critico il
progetto del sistema di rifasamento, per l’elevata percentuale di armoniche superiori,
35.
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che possono creare difficoltà ai banchi dei condensatori; al riguardo vanno previsti
opportuni filtri antiarmoniche.
Per quanto attiene gli aspetti illuminotecnici, si segnala che nella
documentazione trasmessa manca il progetto illuminotecnico dei vari locali, pertanto è
necessario che esso venga redatto, se non per tutti i locali, perlomeno per i principali:
aule, corridoi, uffici tipo, archivi ecc.; non c’è traccia altresì del progetto
illuminotecnico delle aree esterne soprattutto per la parte relativa alla sicurezza.
Vengono assunti valori sproporzionati per l’illuminazione di tutti gli ambienti
interni (500 lx medi), quando 300 lx medi sono più che sufficienti per la gran parte dei
locali, tenendo in considerazione il contributo della luce diurna. In particolare per le aule
giudiziarie è necessario che venga redatto uno studio particolareggiato che garantisca il
comfort visivo mediante un mix tra luce diurna ed artificiale.
Infine, sembrano essere troppo bassi 5 lx per l’illuminazione delle vie di esodo
in caso di necessità, stante la natura delle attività che si svolgono all’interno
dell’edificio.
Impianti speciali
Per quanto attiene gli impianti speciali, nella documentazione trasmessa non
sono presenti relazioni e/o tavole riguardanti gli impianti speciali: cablaggio strutturato
per fonia e dati, ricezione televisiva e impianti di sicurezza; pertanto non è possibile
esprimere al riguardo un parere di merito.
Tuttavia si fa rilevare che il progetto di un Palazzo di Giustizia non può essere
considerato completo se risulta privo di tali impianti, che assumono un carattere
essenziale in relazione alla tipologia dell’opera, in quanto parte integrante di essa. Al
riguardo, non può essere ritenuto accettabile che tali impianti vengano stralciati per
farne oggetto di appalto separato, in quanto ciò comporterebbe inevitabilmente
successivi aumenti nei costi complessivi dell’intervento, soprattutto se non dovesse
essere garantita la contemporaneità dei lavori concernenti tali impianti con quelli
dell’opera e la corretta interrelazione tra le rispettive fasi di esecuzione. Non
ammissibile sarebbe, poi, l’ipotesi di eseguire tali impianti attraverso una perizia di
36.
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variante, con evidenti aggravi economici e ritardi nei tempi di consegna del Palazzo di
Giustizia.
Al riguardo si evidenzia che la legge 30.3.1991 n. 119, relativa al finanziamento
dell’intervento, non esclude gli impianti di sicurezza e di cablaggio dal finanziamento
da essa previsto.
ASPETTI ECONOMICI
L’Assemblea osserva preliminarmente che la stima dell’intervento non è stata
condotta con esplicito riferimento al tariffario in uso presso l’organo statale
territorialmente competente, atteso che l’opera risulta ammessa ai benefici della Legge
119/81 con mutuo a totale carico dello Stato.
Dagli atti si evince, peraltro, che talune analisi prezzi, con particolare riferimento
agli impianti, riportano per le parti ad articolazione estesa (canali, tubazioni, ecc.) costi
a corpo dei quali non è possibile valutare la congruità.
L’Assemblea rileva, inoltre, che a causa delle incompletezze progettuali
precedentemente evidenziate e dei necessari completamenti ed approfondimenti ancora
da esperire, non è possibile esprimere neanche in linea generale una valutazione di
congruità in relazione ai costi parametrici che si desumono da detta stima.
Rilevano ancora a tal proposito le affermazioni dei progettisti secondo le quali
“all’importo del finanziamento totale presunto debbano essere aggiunti i costi, che sarà
possibile quantificare in sede di progettazione esecutiva, relativi alla realizzazione delle
infrastrutture necessarie a garantire la fruibilità del nuovo edificio e la vivibilità
dell’ambito consolidato”; ”La previsione di spesa espressa non è fondata in una
progettazione esecutiva, è quindi suscettibile di variazione”,
inoltre “in sede di
progettazione esecutiva la previsione di spesa potrà essere ridotta con conseguente
diminuzione dell’importo delle spese generali.”
L’Assemblea ritiene che tali affermazioni siano in contrasto con i dettami della
legge 109/94 in quanto già in sede di progetto definitivo occorre individuare in modo
certo il costo dell’opera.
Infine si evidenzia, anche per quanto attiene ad una valutazione complessiva del
rapporto costi/benefici, che le soluzioni progettuali prescelte, in particolare per quanto
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riguarda la tipologia delle chiusure esterne, nonché l’abnorme estensione degli spazi di
relazione, sono tali da comportare una notevole incidenza dei costi di manutenzione e
gestione dell’intervento, soprattutto rispetto ai consumi energetici.
Tutto ciò premesso e considerato, l’Assemblea
E’ DEL PARERE
CHE il progetto dichiarato “definitivo” della nuova sede del Palazzo di Giustizia
di Mantova debba essere restituito, unitamente agli elaborati progettuali denominati
“esecutivo I stralcio”, affinché possa essere integrato e rielaborato secondo le
osservazioni, raccomandazioni e prescrizioni di cui ai “considerato” che precedono.
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