24 Febbario 2008 3° DOMENICA DI QUARESIMA - Digilander

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Rito ambrosiano
24 Febbario 2008
3° DOMENICA DI QUARESIMA
Anno A
Prima Lettura
Es 34,4-10
I
n quei giorni, Mosè tagliò due tavole di pietra come le prime; si alzò di buon mattino e salì sul monte
Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano. Allora il Signore
scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui
proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di
fedeltà, che conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il
peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla
terza e alla quarta generazione». Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato
grazia ai tuoi occhi, mio Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervice,
ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa' di noi la tua eredità». Il Signore disse: «Ecco io
stabilisco un'alleanza: in presenza di tutto il tuo popolo io farò meraviglie, quali non furono mai
compiute in nessun paese e in nessuna nazione: tutto il popolo in mezzo al quale ti trovi vedrà l'opera
del Signore, perché terribile è quanto io sto per fare con te.
Salmo responsoriale
Sal 105
Rit.: Salvaci, Signore, nostro Dio
Abbiamo peccato come i nostri padri,
abbiamo fatto il male, siamo stati empi.
I nostri padri in Egitto non compresero i tuoi prodigi,
non ricordarono tanti tuoi benefici.
Molte volte li avevi liberati;
ma essi si ostinarono nei loro disegni.
Pure, egli guardò la loro angoscia
quando udì il loro grido.
Si ricordò della sua alleanza con loro,
si mosse a pietà per il suo grande amore.
Fece loro trovare grazia
presso quanti li avevano deportati.
Seconda lettura
Gal 3,6-14
Pagina
ratelli, fu così che Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come giustizia. Sappiate dunque che
figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede. E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe
giustificato i pagani per la fede, preannunziò ad Abramo questo lieto annunzio: In te saranno benedette
tutte le genti. Di conseguenza, quelli che hanno la fede vengono benedetti insieme ad Abramo che
credette. Quelli invece che si richiamano alle opere della legge, stanno sotto la maledizione, poiché sta
scritto: Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle.
1
F
E che nessuno possa giustificarsi davanti a Dio per la legge risulta dal fatto che il giusto vivrà in virtù
della fede. Ora la legge non si basa sulla fede; al contrario dice che chi praticherà queste cose, vivrà per
esse. Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi,
come sta scritto: Maledetto chi pende dal legno, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo
passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede.
Vangelo
Gv 8,31-59
I
n quel tempo Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola,
sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo
discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?».
Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo
schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi,
sarete liberi davvero. So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la
mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate
quello che avete ascoltato dal padre vostro!». Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù:
«Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la
verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero:
«Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse
vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma
lui mi ha mandato. Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie
parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato
omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il
falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete,
perché dico la verità. Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi
è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio». Gli risposero i
Giudei: «Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?». Rispose Gesù: «Io non
ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e
giudica. In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». Gli dissero i
Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi
osserva la mia parola non conoscerà mai la morte". Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è
morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso,
la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "É nostro Dio!", e non lo
conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo
conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo
vide e se ne rallegrò». Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero
pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
COMMENTI AL VANGELO
AGOSTINO,
Comm. al Vang. di S. Giovanni - Omelia 41
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La nostra speranza è di essere liberati da colui che è libero, e liberandoci ci renda servi: eravamo servi
della cupidigia, liberati diventiamo servi della carità.
2
Saremo liberi, solo se il Figlio ci libera.
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2. E in questo senso lo intesero i Giudei, i quali gli risposero: non quelli che erano diventati credenti, ma
quanti in quella folla erano rimasti increduli. Gli risposero: Noi siamo stirpe di Abramo, e non siamo mai
stati schiavi di nessuno; come puoi dire: diventerete liberi? (Gv 8, 33). Il Signore però non aveva detto:
sarete liberi, bensì: "la verità vi libererà". In questa espressione che, come ho detto, appare chiara in
greco, essi non intesero altro che la libertà, e si vantarono di essere discendenti di Abramo. Dissero: Noi
siamo stirpe di Abramo, e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: diventerete liberi?
Palloni gonfiati! Questo non significa essere grandi, ma gonfi d'aria. Anche limitandosi alla libertà
temporale, come potete sostenere che non siete mai stati schiavi di nessuno? Non fu venduto Giuseppe
(cf. Gn 37, 28)? Non furono deportati come schiavi i santi profeti (cf. 2 Re 24)? Non siete forse quel
medesimo popolo che in Egitto costruiva mattoni e serviva dei re tiranni, non lavorando l'oro o
l'argento ma impastando terra (cf. Es 1, 14)? Se non siete mai stati servi di nessuno perché, o ingrati, Dio
vi ricorda continuamente di avervi dovuto liberare dalla casa della schiavitù (cf. Es 13, 3; Deut 5, 6 ecc.)?
O forse sono stati schiavi i vostri padri, e voi che ora parlate non siete schiavi di nessuno? Perché allora
state pagando il tributo ai Romani, tanto che avete tentato di far cadere in un tranello la verità stessa,
chiedendogli se fosse lecito pagare il tributo a Cesare? Se egli avesse risposto che era lecito, voi lo
avreste fatto passare per nemico della libertà della stirpe di Abramo; e se avesse risposto che non lo
era, lo avreste accusato presso i re della terra di impedire il pagamento del tributo all'autorità.
Elegantemente vi ha confusi per mezzo della moneta da voi presentatagli, costringendo voi stessi a
rispondere alla vostra capziosa domanda. Egli infatti vi disse: Rendete a Cesare quel che è di Cesare, e a
Dio quel che è di Dio, avendo voi stessi risposto che l'effigie della moneta era di Cesare (Mt 22, 15-21).
Così come Cesare cerca la sua immagine nella moneta, Dio cerca la sua nell'uomo. Questo è dunque ciò
che rispose ai Giudei. Mi fa impressione, o fratelli, la vanagloria degli uomini, che spinse i Giudei a
mentire, anche a proposito della libertà intesa solo in senso carnale, e ad affermare: Non siamo mai stati
schiavi di nessuno.
3
1. Ho rimandato il discorso sul seguito del passo precedente del santo Vangelo che oggi ci è stato
nuovamente letto, sia perché avevo già parlato molto, sia perché di quella libertà cui ci chiama la grazia
del Salvatore, non si può parlare di passaggio e superficialmente; per cui abbiamo deciso di riprendere
oggi il discorso, contando sull'aiuto del Signore. Coloro ai quali si rivolgeva il Signore Gesù Cristo, erano
Giudei, in gran parte sì nemici, ma in parte diventati o in via di diventare amici; vedeva infatti che c'erano
alcuni, come ho già detto, che dopo la sua passione avrebbero creduto in lui. Tenendo conto di questi
aveva detto: Quando avrete levato in alto il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che io sono (Gv 8, 28).
Erano presenti alcuni che a queste parole subito credettero, ai quali disse ciò che abbiamo sentito oggi:
Gesù allora prese a dire ai Giudei che avevano creduto in lui: Se voi rimarrete nella mia parola, sarete
davvero miei discepoli. Rimanendo costanti, sarete discepoli: ora siete credenti, perseverando nella fede
diverrete veggenti. Perciò continua: e conoscerete la verità (Gv 8, 31-32). La verità non è soggetta a
mutamento. La verità è il pane che nutre lo spirito, senza venir meno: essa trasforma chi di lei si nutre,
ma non si converte in chi la mangia. Ecco qual è la verità: il Verbo di Dio, Dio presso Dio, Figlio unigenito.
Questa verità si è rivestita di carne per noi, nascendo dalla vergine Maria, adempiendo così la profezia:
La verità è sorta dalla terra (Sal 84, 12). Questa verità, quando parlava ai Giudei, rimaneva occulta nella
carne: rimaneva occulta, non per farsi rifiutare, ma perché voleva rinviare la sua manifestazione; e
rinviava la sua manifestazione per poter prima patire nella carne, e mediante i suoi patimenti nella carne
redimere la carne del peccato. E così, rivelandosi nell'umiltà della carne e occultando la sua divina
maestà, nostro Signore Gesù Cristo disse a coloro che mediante la sua parola gli avevano creduto: Se
rimarrete nella mia parola, sarete davvero miei discepoli. Chi infatti avrà perseverato sino alla fine sarà
salvo (cf. Mt 10, 22). E conoscerete la verità che ora è nascosta e vi parla. E la verità vi libererà (Gv 8, 32).
Questo verbo il Signore lo prende dalla parola libertà, e perciò non significa altro che vi farà liberi; allo
stesso modo che salvare non significa altro che fare salvo, e sanare significa rendere uno sano, e
arricchire significa rendere uno ricco; così liberare significa rendere uno libero. Ciò risulta più chiaro in
greco; perché in latino siamo soliti dire che uno viene liberato, senza riferirci alla libertà ma soltanto alla
salute; così diciamo che uno viene liberato da un'infermità: è un modo di dire, ma non è un parlare con
proprietà. E' invece in senso proprio che il Signore usa questo verbo, quando dice la verità vi libererà;
secondo il testo greco è fuori dubbio che egli si riferisce alla libertà.
3. Piuttosto, ascoltiamo con molta attenzione la risposta del Signore, e teniamone conto, se non
vogliamo anche noi essere degli schiavi. Rispose loro Gesù: In verità, in verità vi dico: chiunque commette
il peccato è schiavo del peccato (Gv 8, 34). E' schiavo, e magari lo fosse dell'uomo piuttosto che del
peccato! Chi non tremerà a queste parole? Che il Signore Dio nostro aiuti me e voi, in modo che vi possa
parlare come si conviene di questa libertà cui si deve aspirare, e di quella schiavitù che si deve evitare.
La verità stessa dichiara: Amen, amen, io vi dico. Che significa questa espressione del Signore Dio nostro:
amen, amen, io vi dico? E' un'espressione energica per richiamare l'attenzione su ciò che afferma: si può
dire che è come la formula del suo giuramento: amen, amen, io vi dico. Amen significa "è vero", "è così".
Si sarebbe potuto tradurre: "Io vi dico la verità"; ma né il traduttore greco né quello latino hanno osato
tradurre la parola amen, che non è né greca né latina, ma ebraica. Non è stata tradotta, come per
custodire gelosamente un segreto: non per sottrarlo, ma per timore che togliendo il velo il segreto si
svilisse. Non una sola volta, ma due volte il Signore dice: Amen, amen, io vi dico, affinché dalla ripetizione
stessa riconosciate come abbia voluto sottolineare l'affermazione.
4. Che cosa ha voluto sottolineare? "In verità, in verità, io vi dico", dice la verità in persona; la quale
anche se non affermasse "in verità io vi dico", assolutamente non potrebbe mentire. Tuttavia insiste,
sottolinea: vuole così scuotere chi dorme, richiamare l'attenzione di tutti, non accetta di essere ignorata
o disprezzata. Che cosa intende affermare? In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è
schiavo del peccato. Oh, miserabile schiavitù! Accade che uomini schiavi di duri padroni chiedano di
essere venduti, non per non avere più padrone, ma almeno per cambiarlo. Che farà chi è schiavo del
peccato? a chi si rivolgerà? presso chi ricorrerà? a chi chiederà di essere venduto? Chi è schiavo di un
uomo, quando non riesce più a sopportare le dure imposizioni del suo padrone, cerca scampo nella
fuga; ma chi è schiavo del peccato dove fugge? Dovunque vada, si porta dietro se stesso. La cattiva
coscienza non può fuggire da se stessa, non ha dove andare, ovunque accompagna se stessa; anzi, mai
se ne distacca, perché il peccato che ha commesso se lo porta sempre dentro. Ha commesso il peccato
per procurarsi un piacere corporale; il piacere è passato, il peccato rimane; è passato ciò che procurava
piacere, è rimasto il rimorso. Squallida schiavitù! Spesso si rifugiano presso la Chiesa, e nella maggior
parte dei casi ci danno filo da torcere, uomini insofferenti di ogni disciplina, i quali non vogliono star
soggetti ad alcun padrone, ma non sanno vivere senza peccato. Altri invece, sottoposti a un ingiusto e
duro giogo, si rifugiano presso la Chiesa e invocano l'intervento del vescovo, perché da liberi sono stati
ridotti a schiavi; e se il vescovo in tutti i modi non impedisce che la libertà nativa venga oppressa, lo si
ritiene duro di cuore. Ricorriamo tutti a Cristo, invochiamo contro il peccato l'intervento di Dio
liberatore, chiediamo di essere venduti, ma per essere ricomprati con il suo sangue. Siete stati venduti
per niente - dice il Signore - e senza denaro sarete ricomprati (Is 52, 3). Senza denaro, cioè senza il vostro
denaro, perché il prezzo l'ho pagato io. Questo dice il Signore: egli ha pagato il prezzo, e non in denaro
ma con il suo sangue. Noi infatti eravamo schiavi e miserabili.
Pagina
L’inizio di tutte le cose è Cristo (cfr Col 1, 18), dal momento che non è nato recentemente di certo a
motivo della generazione da Dio Padre prima dei secoli. Egli stesso santifica appunto tutte le cose
secondo il tempo dall’inizio alla fine, ma proprio come la festa nel mese delle cose nuove. Infatti le cose
vecchie sono passate, secondo il detto del beato Paolo; ecco, tutte le cose sono diventate nuove (2 Cor 5,
17; cfr Ap 21, 5).
È rifiorita anche la natura dell’uomo per il fatto che all’inizio fu in Cristo.
Nessun’anima di uomo può evadere diversamente il peccato verso la libertà e sfuggire alla tirannide del
diavolo, e una città diventare orientata verso l’alto dall’occupazione nel mondo, se non mediante la
comunicazione e la benevolenza del Cristo, secondo quanto detto da lui agli insipienti giudei: In verità, in
verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Lo schiavo non resta per sempre nella
casa; il figlio vi resta sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero (Gv 8, 34-36). E di nuovo:
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CIRILLO DI ALESSANDRIA
Dal trattato Eleganti commenti all’Esodo
In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non
avete in voi la vita (Gv 6, 53). Della quale vita può essere molto bene in tipo la terra della promessa e
verso la quale si affrettavano dall’Egitto.
GIOVANNI CRISOSTOMO
Dalle Omelie sulla Genesi
Dopo aver mostrato la forza di Abramo e la condiscendenza di Isacco, così prosegue): Tutte queste
cose, poi, furono figura della croce. Perciò anche Cristo diceva ai giudei: Abramo, vostro padre, esultò
nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò (Gv 8, 56). Come vide, egli che precedette di
tanti anni? In figura, in ombra. Come infatti qui fu offerta la pecora per Isacco, così anche l’Agnello
razionale fu offerto per il mondo. Era infatti necessario indicare prima in ombra la verità.
Vedi dunque, ti prego o carissimo, come ogni cosa è stata prefigurata in ombra: un unigenito lì, un
unigenito qui; un figlio diletto lì, un figlio diletto qui. Questi infatti è il mio Figlio diletto, dice, nel quale mi
sono compiaciuto (Mt 3, 17). Quegli veniva offerto in olocausto dal padre, anche questi lo offrì il Padre. E
questo annuncia Paolo dicendo: Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi,
come non ci darà ogni cosa insieme con lui (Rm 8, 32)?
Fin qui l’ombra; dopo viene mostrata la verità molto più eccellente.
Infatti questo Agnello razionale è stato offerto per tutto il mondo, questi ha purificato tutto il mondo;
questi ha liberato gli uomini dall’errore e li ha ricondotti alla verità; questi ha fatto il cielo e la terra, non
avendo cambiato la natura degli elementi, ma avendo arrecato un soggiorno nei cieli agli uomini della
terra. Per mezzo di lui è stato sciolto ogni culto dei demoni; per mezzo di lui gli uomini non adorano le
pietre e i legni, e coloro che sono provvisti di ragione non si prostrano davanti alle cose insensibili, ma è
andato via ogni errore e la luce della verità ha illuminato il mondo.
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by Undicesima Ora
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