ANALISI SOCIO – ECONOMICA DELLA PROVINCIA DI ANCONA TERRITORIO E POPOLAZIONE Le Marche sono una regione italiana, situata al centro della penisola e confinante con: l’Emilia- Romagna a nord, con l ’ Umbria, la Toscana e il Lazio ad ovest, con l ’ Abruzzo a sud e ,ad est, bagnata dal mare Adriatico. È una regione pressoché collinare, pianeggiante sulle coste e montuosa all’interno. Al primo gennaio 2008 la popolazione residente nelle Marche è di circa 1.500.000 abitanti e la densità demografica è di circa 243 abitanti/km². Nel 2007 si evidenzia un recupero del tasso d’incremento totale della popolazione residente di 2,5 punti rispetto al 2006. Considerato che il saldo naturale rimane invariato (si conferma – 1,4 per mille segnando la minore perdita relativa di tutto il decennio considerato) la crescita della popolazione è dovuta essenzialmente all’aumento dei movimenti migratori. Il trend positivo del tasso d ’ incremento migratorio, registrato nel 2007 rispetto agli anni precedenti , è dovuto principalmente ( per circa 80% ) alla componente estera, che ritorna ai livelli raggiunti nel 2003. Gli stranieri nella provincia di Ancona sono soprattutto: albanesi, tunisini, macedoni, marocchini, rumeni e cinesi. Alla fine del 2007 l’incidenza percentuale degli stranieri sul totale della popolazione residente nella Provincia è del 7,11%, con un incremento dello 0,59% rispetto all’anno precedente. In accordo con il quadro demografico, anche il numero degli studenti che frequentano le scuole della provincia è in costante crescita negli ultimi anni. Nell'anno scolastico 2007-2008 le scuole di ogni ordine e grado sono state frequentate da 67.781 bambini e ragazzi, circa 700 in più rispetto al 2006-2007: l'incremento è in buona parte spiegato, soprattutto per il primo ciclo di istruzione, dalla crescente presenza di alunni stranieri, che rappresentano attualmente circa il 10% della popolazione scolastica totale. Le Marche sono tra le regioni più anziane 1 d'Italia e, nella regione, la provincia di Ancona si maschi contende con quella di 90 e più Macerata il primato per la 85-89 Fonte: 80-84 maggior quota di popolazione 75-79 ISTAT 70-74 anziana: al 1 gennaio 2008 i 65-69 residenti nella provincia con 60-64 55-59 almeno 65 anni sono 107.325, 50-54 45-49 vale a dire il 23% della 40-44 35-39 popolazione totale e si contano 30-34 in media 175 anziani ogni 100 25-29 20-24 residenti con meno di 15 anni. 15-19 10-14 Le nascite, il progredire 5-9 dell'età nelle generazioni e, 0-4 soprattutto, i flussi migratori 20.000 15.000 10.000 5.000 0 5.000 10.000 15.000 20.000 contribuiscono tuttavia a sostenere la crescita anche degli altri gruppi di età, in particolare quello dei bambini e dei ragazzi fino a 14 anni (+1,2%), mantenendo stabile l'indice di vecchiaia provinciale. Provincia di Ancona Piramide dell'età (1 gennaio 2007) femmine IL MERCATO DEL LAVORO Nel 2007 è stato registrato un aumento di circa 7 migliaia di occupati in più rispetto al 2006, infatti, a livello regionale, l’occupazione riafferma l’effettivo incremento di unità, che si è verificato da 3 anni a questa parte, raggiungendo circa le 654.000 unità. Si ha invece una diminuzione delle persone in cerca di lavoro, che rispetto al 2006, scendono a 7.000 unità. Si registra inoltre un numero totale di disoccupati, sia nelle Marche, sia nella Tassi caratteristici del mercato del lavoro anno 2007 (valori percentuali) provincia di Ancona, inferiore alla media 60 nazionale. Il tasso di 50 disoccupazione della 40 Ancona provincia è del 3,5%di 30 Marche molto inferiore sia al dato 20 Italia regionale (4,2%) che 10 nazionale (6,1%), sia per 0 Tasso di Tasso di diTasso di attività gli uomini che per le occupazione soccupazione donne. Il tasso di attività nel 2007 è nella nostra provincia del 51,5%, circa mezzo punto percentuale in meno rispetto al 2006, in linea con il dato regionale, ma superiore al dato nazionale. 2 Tasso do occupazione della popolazione 15 –64 anni per sesso - anno 2007 Infine, a diminuire inesorabilmente, è l’occupazione femminile; in questo ultimo anno si è evidenziata la netta differenza tra occupati di sesso maschile e femminile che ammonta a circa 18.3 punti percentuali (0,8 in più rispetto agli anni precedenti). Rispetto al livello nazionale e regionale, comunque, nella provincia di Ancona tali differenze risulterebbero più contenute. Nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 64 anni, si registrano a livello provinciale, i livelli di partecipazione al lavoro più elevati. Se si prendono in esame i tassi di attività maschili, noteremo che non vi sono differenze sostanziali con quelle nazionali, mentre, se si analizzano quelli femminili, si può facilmente notare come essi siano superiori sia a quelli regionali che nazionali. Il tasso di disoccupazione giovanile continua a scendere e nel 2007 si colloca all’8,9%, decisamente inferiore ai dati nazionali (20,3%) e pressoché in linea con quelli regionali (9,3%). La distribuzione degli occupati nei tre macro settori dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi nel 2007, conferma la caratterizzazione del mercato del lavoro provinciale già evidenziata negli anni precedenti. Il settore dei servizi rappresenta il maggiore bacino occupazionale (66% degli occupati totali), ma l’industria esprime localmente una quota di domanda (32,5%) maggiore della media nazionale mentre il peso dell’agricoltura in termini di occupazione è nettamente inferiore (1,5%). Ore autorizzate totali di CIG - Provincia di Ancona 3.000.000 2.500.000 2.000.000 2008 1.500.000 2007 1.000.000 500.000 0 Ordinaria Straordinaria Totale I dati ISTAT evidenziano che i tassi di occupazione e disoccupazione sono rimasti pressoché invariati nel 2008. Dall’analisi della verifica dei trend del mercato del lavoro del 2008, sembrerebbe che il rallentamento dell’economia non abbia avuto ripercussioni sui livelli occupazionali. Tuttavia le difficoltà, che il sistema economico locale ha affrontato nel corso del 2008, iniziano a delinearsi se si prendono in esame i dati della Cassa Integrazione Guadagni, Fonte: INPS, Osservatorio sulla Cassa Integrazione Guadagni 3 con circa 2 milioni e mezzo di ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni, contro le circa 980 mila del 2007 (+155,5%). Già nel 2008 nella provincia di Ancona, si era verificato un aumento della CIG straordinaria che era triplicata rispetto all’anno precedente (da 608.000 ore a 1.863.000 ore). Nei primi 3 mesi del 2009, c’è stato nella provincia di Ancona un forte incremento delle ore di CIG ordinario (+258%, con circa 370.000 ore autorizzate). In alcune province marchigiane, in particolare Ascoli e Macerata, sono aumentate sono anche le ore di CIG straordinaria, tanto da richiedere un intervento diretto delle Istituzioni. Il settore dalla meccanica ha assorbito circa il 92% delle ore di CIG straordinaria autorizzate nel 2008 nell’ambito di tutta l’industria della provincia, e il 50% di quelle di CIG Ordinaria, mostrando come l’economia provinciale sia influenzata dall’andamento di tale comparto. REDDITO E CONSUMI Il valore aggiunto della provincia di Ancona deriva in larga misura dal settore terziario, lasciando in secondo piano l’attività manifatturiera e rendendo marginale l’agricoltura. L’industria, al netto del settore delle costruzioni, ha contribuito alla creazione di valore aggiunto per il 25% (dato maggiore rispetto al paese e alle Marche, l’agricoltura per il 1,3% e i servizi per il 68,1%). L’andamento della Ricchezza pro-capite è stata nel 2008 pari e poco più di 28.000 euro oltre mille euro in meno rispetto all’anno precedente (-3,5%). Ancona è scesa da 26-esimo al 37-esimo posto della graduatoria delle province italiane, anche se mantiene la leadership regionale. Reddito lordo disponibile pro capite delle famiglie Questa tendenza al 19.500 ribasso si scontra con 19.000 un quadro che tende ad andare nella 18.500 2006 direzione opposta: In 18.000 2007 Italia il reddito pro 17.500 capite è in crescita 17.000 dell’1,6% e nelle 16.500 Marche dell’1%. La 16.000 stessa tendenza emerge anche dall’analisi del reddito lordo disponibile per le famiglie, che è cresciuto ad un tasso più basso rispetto alla media regionale. In termini di reddito disponibile pro-capite, la Pesaro Ancona Macerata Ascoli Piceno MARCHE ITALIA 4 provincia di Ancona risulta la più ricca con 19.268 €, seguita da Macerata, Pesaro – Urbino ed Ascoli Piceno. Consumi finali interni per tipologia Anno 2006 - valori percentuali 90 80 70 60 50 alimentari 40 non alimentari 30 20 10 IA IT AL E H C M AR ic en o ta As co li P M ac er a An co na 0 Pe sa ro In questi ultimi anni si è registrato un più elevato livello dei consumi interni pro-capite, ma, anche per questo indicatore, il vantaggio rispetto alla media italiana diminuisce; Ancona si posiziona, da alcuni anni, all’ultimo posto nel livello dei consumi alimentari (16,5%) ed evidenzia un livello di consumi non alimentari dell’ 83,5%;in particolare l’aumento della spesa per i consumi relativi ai servizi di pubblica utilità è riconducibile solo in minima parte alla maggiore domanda da parte degli utenti, la parte più consistente di questo è dovuto al rincaro delle tariffe. LE IMPRESE A fine anno 2007, le imprese attive nella provincia di Ancona ammontano a 42.261 unità, con un incremento di 344 unità rispetto all’anno precedente. Il saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni si è verificato anche nel corso del 2008 (306 nuove imprese con una crescita dello 0,65%). Analizzando la dislocazione territoriale si nota come Ancona sia il comune con il più elevato numero di imprese attive (8.940 unità circa il 20% del totale provinciale), seguono Senigallia (9,8%), Jesi (8,4%), Osimo (7,8%), Fabriano (5,8%) e Falconara Marittima (4,7%). Totale imprese attive provincia di Ancona 42.500 42.000 41.500 41.000 40.500 40.000 2003 2004 2005 2006 2007 5 Analizzando i dati sulle imprese per settore di attività economica si evidenzia che le 42.261 imprese Agricoltura e Pesca attive sono così distribuite: il 20% Attività manifatturiere opera nel settore dell’agricoltura e della pesca, il 13% nel 5,4% Costruzioni 20,0% 10,6% manifatturiero, il 13% nelle 2,4% 13,1% Commercio ingrosso e dettaglio; 3,6% costruzioni, il 27,3% nel riparazioni beni personali e per la 4,3% casa Alberghi e ristoranti commercio, il 4,3% nel settore “alberghi e ristoranti”, il 13% nel Trasporti e magazzinaggio e comunicazioni settore dei servizi alle imprese ed Intermediaz. monetaria e finanziaria il 5% nei sevizi alle persone. 27,3% 13,3% Attività Immobiliari, Noleggio, Confrontando l’andamento dei Informatica, Ricerca principali settori di attività Altro rispetto al 2006, si osservano delle trasformazioni che hanno portato ad una diminuzione delle imprese operanti nei settori tradizionali (agricoltura e manifatturiero, con 78 e 45 imprese in meno), a vantaggio del settore terziario: “costruzioni”, “servizi alle imprese”, “alberghi e ristoranti” e “servizi alle persone”, così come è avvenuto in tutto il paese. I settori tradizionali (agricoltura, manifatturiero, costruzioni, commercio) continuano ad essere la forza trainante dell’economia locale, anche se il loro peso dal 2000 al 2008 è passato dal 72,7% al 69,7%. Tuttavia la provincia di Ancona si caratterizza per la presenza, ancora molto, di un’industria manifatturiera che si affianca al terziario. Unità di imprese per sezione di attività economica – Provincia di Ancona 31dicembre 2007 Il tessuto imprenditoriale della provincia di Ancona, nel 2008, è caratterizzato da una forte presenza di ditte individuali che con 27.398 Distribuzione per natura giuridica delle imprese unità rappresentano il 58,8% registrate Italia e provincia di Ancona anni 2000-2008 delle imprese registrate. A seguire le società di persone 70 (9.309 imprese) e le società di 60 capitali (8.827 imprese con 50 circa il 19%), anche se Ancona 2008 40 analizzando i dati in chiave Italia 2008 30 storica è evidente un graduale 20 Ancona 2000 processo di consolidamento del 10 Italia 2000 sistema imprenditoriale 0 provinciale, con un incremento SOCIETA' DI SOCIETA' DI DITTE CAPITALE PERSONE INDIVIDUALI delle società di capitali e una diminuzione delle società di persone e delle aziende 6 individuali. Questo è un segnale di come il sistema produttivo della provincia si stia attrezzando ad affrontare un mercato sempre più globale e competitivo. Nella provincia di Ancona, il totale delle imprese artigiane, a fine 2007, ammonta a euro 12.313 e rappresenta il 29,1% delle imprese del territorio, in aumento di 72 unità rispetto all’anno precedente. Esse si distribuiscono in larga parte nel settore delle costruzioni (35,7% del totale) e delle attività manifatturiere (31,2%). IL CREDITO Nel 2007 l’economia marchigiana ha rallentato e questo rallentamento è stato diffuso in tutti i settori. I prestiti alle famiglie sono aumentati dell’1.6 %, questo aumento è però fittizio e si traduce, in realtà, in una diminuzione a causa delle 60 cartolarizzazioni dei 50 crediti attuati dalle 40 banche. Questa 31/12/2005 30 decelerazione è 31/12/2006 20 imputabile in particolare 31/12/2007 al minor volume di 10 scambi immobiliari 0 Amministraz. Famiglie Imprese Ist. Senza Società e registrati nell’ultimo Pubbliche Finan. e scopo di Quasi Soc. anno, sia a causa Assicurative lucro al non dell’aumento nei tassi d’ servizio finanziarie delle interesse, sia a causa famiglie dell’aumento dell’indice dei prezzi nominali delle nuove abitazioni. Il credito alle imprese è tornato a crescere a un ritmo più elevato rispetto a quello alle famiglie, seppure anche esso in lieve decelerazione. 80 Aumentano i crediti in 70 sofferenza 31/12/2005 60 - soprattutto per la minore 50 31/12/2006 40 affidabilità delle imprese 31/12/2007 30 mentre la sofferenza dei 20 crediti concessi alle 10 famiglie si mantiene 0 relativamente stabile. Amministraz. Famiglie Imprese Ist. Senza Società e Unità non Pubbliche Finanz. E Assicurative Scopo di Quasi Soc. classificabili lucro al non e n.c. servizio delle finanziarie famiglie 7 La raccolta bancaria presso le famiglie marchigiane, invece, ha accelerato, sostenuta dalla ripresa delle obbligazioni, che ha più che compensato la scarsa crescita dei conti corrente, evidenziando la preferenza per una minor liquidità in cambio di rendimenti un po’ più significativi. Nel confronto con l’Italia, nel portafoglio delle famiglie marchigiane è maggiore l’incidenza dei depositi bancari e postali e delle obbligazioni, minore quella delle azioni e dei fondi comuni di investimento. Sono diminuiti i crediti verso le Amministrazioni pubbliche (soprattutto la Regione) e sono invece cresciuti quelli alle società. Crediti alle famiglie consumatrici: mutui e credito al consumo Per quanto riguarda le forme tecniche dei Forme tecniche 2005 2006 2007 prestiti alle famiglie, sono apparentemente aumentati sia il credito al consumo sia i mutui; questi ultimi rimangono la parte dell’indebitamento delle Mutui (1) 2.087 2.285 2.534 prevalente famiglie. Credito al Nel 2008 l’attività economica nelle Marche consumo (2) 560 637 740 si è indebolita. Vi è stata una minore domanda di abitazioni che si è tradotta in una riduzione della produzione dell’edilizia e degli scambi immobiliari. In particolare le famiglie hanno contenuto la spesa per beni di consumo durevoli. È diminuita la crescita dei prestiti bancari, sia alle imprese sia alle famiglie. La raccolta bancaria, favorita dalla minore propensione agli investimenti immobiliari, ha accelerato. Inoltre, osservando il volume dei prestiti si rileva come in tutta la regione sia aumentata in modo significativo la presenza delle banche di medie dimensioni e, in generale delle banche locali, a scapito delle banche maggiori; tale successo è riconducibile principalmente alla loro capacità di relazionarsi con il territorio, grazie ad una migliore conoscenza della realtà locale. COMMERCIO ESTERO Le stime del WTO stimano per il 2009 una contrazione del commercio mondiale del 9%. La tendenza del commercio mondiale assume maggior peso in quei paesi e in quei territori, i cui sistemi economici sono caratterizzati da un più elevato grado di apertura ai rapporti con l’estero o di propensione all’export (export su valore aggiunto). Questo indicatore evidenzia come l’economia della provincia di Ancona sia influenzata dal commercio internazionale, dato che il 39,4% del suo valore aggiunto proviene dalle esportazioni, contro il 34,3% delle Marche e il 26,4% a livello nazionale. Nelle Marche, solo la provincia di Ascoli Piceno presenta un valore superiore pari al 44,3%. Questa caratteristica si rivela fonte di problemi nelle fasi recessive come quella attuale. 8 Nelle Marche e nelle sue province si è verificato nel corso del 2007 un aumento delle esportazioni rispetto al 2006. I dati provvisori del 2008 evidenziano un forte calo delle esportazioni sia nelle Marche nel loro complesso, sia nella provincia di Ancona (-18,5%), superata solo da Ascoli Piceno che evidenzia la variazione maggiore (19,5%). Per ciò che riguarda le importazioni, dopo l’incremento generalizzato del 2007, i valori provvisori del 2008 evidenziano una diminuzione a livello regionale del – 9,3%. Ancona è l’unica provincia marchigiana in controtendenza con un incremento del 7,6%. Il saldo della bilancia commerciale della provincia risulta positivo per 1.615 milioni di euro nel 2007, con un aumento rispetto all’anno precedente di circa il 3,1%. La bilancia commerciale del 2008 registra un saldo ancora positivo, anche se decrescente rispetto al 2007. La struttura delle esportazioni per l’anno 2008, suddivisa per settori di attività economica evidenzia per la provincia di Ancona la netta preponderanza del settore meccanico ( macchine ed apparecchi meccanici) che incide per oltre la metà (53,9%) sulle esportazioni provinciali, anche se con un netto calo di circa il 26% rispetto all’anno precedente. Le difficoltà del settore sono legate alla criticità di un modello produttivo caratterizzato sostanzialmente da una sola importante specializzazione: gli apparecchi per uso domestico, che rappresentano il 60% delle esportazioni meccaniche Export per settore di attività economica – Provincia di Ancona provinciali. Nel corso Dati ISTAT 2007 del 2007 l’incidenza dei prodotti sul totale Le macchine e apparecchi meccanici delle esportazioni Export per settore di attività economica provinciali segna al I metalli e prodotti in metallo primo posto gli I mezzi di trasporto di cui Navi e Apparecchi per uso 59% imbarcazioni domestico (41,5%), al Apparecchi elettrici e di precisione secondo le Altre macchine per 7% Altri prodotti delle industrie 8% 4% 13% impieghi speciali, al manifatturiere (compresi i mobili) 4% 5% terzo le Altre Carta, prodotti di carta, stampa ed editoria macchine per Altri settori l’agricoltura e la silvicoltura, al quarto le Navi e imbarcazioni. Nel corso del 2008 vengono mantenute le prime tre posizioni, mentre al quarto posto si rilevano gli articoli in materie plastiche. Nel 2008, rispetto al 2007, si evidenzia una forte flessione delle esportazioni per uso domestico(-37,2%) e della nautica (-53%) una diminuzione nel comparto delle macchine per l’agricoltura e la silvicoltura (-4,9%) , mentre si verifica un trend positivo per le macchine per 9 impieghi speciali (+4,4%), per le macchine per impiego generale (+6,2%) e per gli articoli in pasta di carta, carta e cartone (+27%). Sostanzialmente stabile il comparto dei mobili. Nelle Marche si evidenziano importazioni nel settore dei manufatti di circa il 72% e di prodotti energetici del 25%; con riferimento alle specializzazioni nel settore manifatturiero, al primo posto il settore chimico – farmaceutico con il 28%, seguito dal settore del cuoio e Import per settore di attività economica – Provincia di Ancona prodotti in pelle con il Dati ISTAT 2007 12,9%, metalli e prodotti in metallo I minerali energetici e non 11,3%, nonché energetici Im port per settore di attività econom ica macchine e prodotti Le macchine e apparecchi meccanici meccanici 11,2%. I metalli e prodotti in 15% I dati 2008 relativi ai 5% metallo 43% principali prodotti Apparecchi elettrici e di 7% precisione oggetto di Prodotti chimici e fibre 9% importazione nella sintetiche e artificiali 9% 12% provincia di Ancona Carta, prodotti di carta, stampa ed editoria confermano al primo Altri settori posto il petrolio greggio e il gas naturale, seguiti, confermando le posizioni dell’anno precedente, i prodotti chimici di base, gli apparecchi ad uso domestico, la pasta da carta, carta e cartone. Per quanto riguarda le aree geografiche si può notare che l’Europa, pur evidenziandosi un calo delle vendite rispetto al 2007, rappresenta tuttora il maggior mercato di sbocco dei prodotti marchigiani (77,6%) e della provincia di Ancona, mentre l’America settentrionale pesa per il 4,8%, l’Asia orientale il 4,2% e il Medio Oriente del 4,4%. Nel corso del 2008, Francia, Germania, Spagna, Polonia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti sono stati i principali paesi di destinazione delle nostre esportazioni, con un forte diminuzione nel Regno Unito, in Spagna, Francia e Germania e una crescita in Russia e India. Le importazioni provengono per circa il 70% dai paesi extra – europei (Iran, Arabia Saudita e Iraq in testa), mentre il restante 30% proviene essenzialmente dai paese europei (soprattutto da Germania, Francia e Polonia) 10 LA CRISI ECONOMICA E FINANZIARIA INTERNAZIONALE E I RIFLESSI NEL CONTESTO LOCALE SCENARIO INTERNAZIONALE L’anno 2008 ha evidenziato un rallentamento nei tassi di crescita delle principali economie mondiali, fenomeno già emerso nella parte conclusiva del 2007. Le turbolenze del mercato finanziario internazionale si sono poi ripercosse sull’economia reale e anche sulla crescita delle economie emergenti, che hanno iniziato a sperimentare una fase di contrazione della loro espansione, pur mantenendo tassi di crescita di gran lunga superiori agli standard occidentali. L’U.E. ha rivisto al ribasso tutte le previsioni di variazione del PIL dei principali paesi dell’unione e delle economie occidentali, con uno scenario leggermente più ottimista per il 2010. Nel 2008 si sono riscontrati rischi di tenuta del sistema finanziario e bancario soprattutto nei paesi dell’Europa Centro-Orientale entrati nella U.E. nel 2004. Nessun analista è in grado di affermare con certezza che il 2010 sarà l’anno della fine della crisi economica; si pensa invece che gli effetti della instabilità finanziaria continueranno ad essere avvertiti per lungo tempo, soprattutto in termini di disoccupazione. I governi delle principali economie mondiali si sono impegnati, nel corso del 2008, nella messa in atto di massicci piani di intervento e sostegno della crescita e della domanda e a supporto del sistema bancario e finanziario, per evitare che si verificasse una situazione simile a quella del 1929 Questi interventi sembra che abbiano ottenuto l’obiettivo minimo di evitare il degenerare della crisi finanziaria e bancaria, anche se mancano certezze sulle modalità di reazione dell’economia reale: il calo degli ordinativi e dei consumi finali, molto sostenuto nel anno corso del 2008, sembrano mostrare una diminuzione della discesa, mentre continua a destare preoccupazione il mercato del lavoro. L’Italia si è mossa ad un passo più lento di quello dei suoi partner comunitari e, unico caso tra i grandi paesi europei, ha avuto un rallentamento del PIL già nel 2008 (-0,6%) rispetto alla media UE (0,9%). L’ECONOMIA ITALIANA NEL 2008 Il 2008 è stato un anno negativo per l’economia italiana, anche se la crisi internazionale si è acuita soprattutto nell’ultima parte dell’anno. Questo è evidenziato da tutti i principali indicatori. 11 Il PIL è diminuito dell’1% rispetto al 2007 e per il 2009 è prevista un’ulteriore diminuzione, stimata dal FMI di circa il 5%. Questo dato è dovuto alla diminuzione degli investimenti, dei consumi delle famiglie, solo parzialmente compensato dall’aumento della spesa pubblica e anche dell’andamento negativo della bilancia commerciale. PIL e principali componenti (quantità a prezzi concatenati, variazioni percentuali sul periodo precedente) COMPONENTI DEL PIL Var 07/06 Var 08/07 Prodotto interno lordo 1,5% -1,0% Importazioni di beni e servizi FOB Esportazioni di beni e sevizi FOB 3,3% 4,0% -4,5% -3,7% Spesa delle famiglie Spesa della P.A. Totale domanda interna 1,2% 1,0% 1,1% -0,9% 0,6% -0,5% Fonte: elaborazione su dati ISTAT Le imprese riflettono questo stato di difficoltà del sistema economico italiano. L’indice della produzione industriale ha subito una contrazione di circa il 6%. Ribasso del tasso d’inflazione negli ultimi mesi dell’anno dovuto soprattutto alla diminuzione del prezzo del petrolio (da 147,27$ al barile l’11/7/08 a 49,22$ a fine aprile 2009). Questa maggiore debolezza del sistema economico italiano è dovuta ad una serie di elementi che ne condizionano lo sviluppo e limitano la competività internazionale: 1. Specializzazione in settori a più basso valore aggiunto(manifatturiero) dove è più forte la concorrenza dei paesi emergenti 2. Bassa propensione del settore privato ad investire nella ricerca per l’innovazione, lasciata quasi esclusivamente al settore pubblico. 3. Debito pubblico eccessivo e di nuovo in crescita (dal 104,1% del PIL del 2007 al 105% del 2008) con la necessità di adottare scelte di politica fiscale 4. Alta dipendenza energetica dall’estero che incide fortemente sulla bilancia di pagamenti nazionali e sui costi di produzione delle imprese e penalizzazione nei mercati extra UE per il forte tasso di cambio euro/dollaro 5. Difficoltà storiche nel processo di crescita da parte di numerose aree del Mezzogiorno 6. Ostacoli burocratici creati da una P.A. che necessita di una riforma modernizzatrice SITUAZIONE NELLA PROVINCIA DI ANCONA La recessione ha prodotto effetti negativi anche nella provincia di Ancona, con particolare forza della seconda metà del 2008, riducendo i tassi di crescita e ponendo il problema della perdita del posto di lavoro. Le criticità del modello produttivo della nostra provincia sono dati da: Presenza di un settore dei servizi, in particolare quelli rivolti all’impresa non modernizzato Specializzazione in settori manifatturieri maturi 12 Presenza diffusa di micro-imprese inserite nella filiera produttiva dei distretti industriali che risentono maggiormente dei rallentamenti della domanda (come sta avvenendo nel comparto meccanico) Sembra che la nostra provincia abbia gia anticipato l’estensione della crisi del sistema finanziario all’economia. Gia nel 2008 ha avuto un tasso di crescita vicino allo zero (+ 0,2%, rispetto al dato regionale +1,3% e a quello nazionale +1,8%) Il valore aggiunto della provincia di Ancona deriva in larga misura dal settore terziario, lasciando in secondo piano l’attività manifatturiera e rendendo marginale l’agricoltura. L’industria ha contribuito alla creazione di valore aggiunto per il 25% (dato maggiore rispetto al paese e alle Marche, l’agricoltura per il 1,3% e i servizi per il 68,1%). L’andamento della Ricchezza pro-capite è stata nel 2008 pari e poco più di 28.000 euro oltre 100 euro in meno rispetto all’anno precedente (-3,5%). Ancona è scesa da 26-esimo al 37-esimo posto della graduatoria delle province italiane, anche se mantiene la leadership regionale. Questa tendenza si scontra con un quadro generale che si muove nella direzione opposta: in Italia il reddito pro-capite è aumentato dell’1,6% e nelle Marche dell’1% (con risultati particolarmente positivi per la provincia di Pesaro - Urbino +5,9% e di Macerata +5,4%) Anche il Reddito lordo disponibile per le famiglie, per i quali i dati si riferiscono al 2004, evidenzia che nella nostra provincia tale reddito è cresciuto ad un tasso più basso rispetto sia alla media regionale che a quella nazionale. PIL pro capite e posizione nella graduatoria delle province/regioni italiane anni 2007 e 2008 e variazione 2008/07 Anno 2007 Anno 2008 Differenza Province e regioni Posizione in Pro-capite Posizione in Pro-capite di graduatoria (euro) graduatoria (euro) posizione con Pesaro – Urbino Ancona Macerata Ascoli Piceno MARCHE 57 26 58 56 10 24.658,50 29.125,50 24.253,20 25.167,30 26.057,10 50 37 54 60 11 26.118,90 28.119,80 25.553,70 24.946,40 26.318,00 il 2007 7 -11 4 -4 -1 NORD – OVEST NORD – EST CENTRO SUD E ISOLE ITALIA 1 2 3 4 - 31.107,90 30.896,80 28.938,50 17.456,70 25.861,80 1 2 3 4 - 31.914,70 31.060,70 28.950,10 17.796,90 26.278,60 0 0 0 0 - 13