XXVI domenica del tempo ordinario B 1 ottobre 2006 La Parola Prima lettura Dal libro dei Numeri (Nm 11,25-29) In quei giorni, 25il Signore scese nella nube e parlò a Mosè; prese lo spirito che era su di lui e lo infuse sui settanta anziani: quando lo spirito si fu posato su di essi, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito. 26Intanto, due uomini, uno chiamato Eldad e l’altro Medad, erano rimasti nell’accampamento e lo spirito si posò su di essi; erano fra gli iscritti ma non erano usciti per andare alla tenda; si misero a profetizzare nell’accampamento. 27Un giovane corse a riferire la cosa a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano nell’accampamento». 28Allora Giosuè, figlio di Nun, che dalla sua giovinezza era al servizio di Mosè, disse: «Mosè, signor mio, impediscili!». 29Ma Mosè gli rispose: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo spirito!». Parola di Dio. Dal Salmo 18 I precetti del Signore danno gioia. La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. 8 Il timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, 11 più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante. 10 Anche il tuo servo in essi è istruito, per chi li osserva è grande il profitto. 13 Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo. 12 Anche dall’orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere; allora sarò irreprensibile, sarò puro dal grande peccato. 14 Seconda lettura Dalla lettera di Giacomo apostolo (Gc 5,1-6) Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano! 2Le vostre ricchezze sono imputridite, 3le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre 1 carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! 4Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti. 5Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage. 6Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non può opporre resistenza. Parola di Dio. Alleluia, alleluia. (cf. Gv 17,17) La tua Parola, Signore, è verità: consacraci nel tuo amore. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9, 38-43.45.47-48) In quel tempo, 38Giovanni rispose a Gesù dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòniA nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». 39Ma Gesù disse: «Non glielo proibiteB, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di meC. 40Chi non è contro di noi è per noi. 41Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. 42Chi scandalizza uno di questi piccoliD che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. 43Se la tua mano ti scandalizzaE, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella GeennaF, nel fuoco inestinguibile. 45Se il tuo piedeG ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. 47Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, 48dove il loro vermeH non muore e il fuoco non si estingue». Parola del Signore. Note del testo Il Vangelo di oggi mette insieme due atteggiamenti spirituali che potrebbero sembrare contrapposti e che invece debbono essere vissuti come complementari: la tolleranza e la radicalità. In realtà si tratta di operare una ricerca sincera della verità che non concede a se stessa nessuno sconto ma, nello stesso tempo, sa accettare e valorizzare ogni germe di bene che si trovi negli altri. Se c’è qualcosa che si oppone all’essenza della verità è l’identificarla pregiudizialmente con una fazione. Ecco, allora Gesù che insegna ai suoi discepoli la tolleranza. È Giovanni che riferisce: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri» (Mc 9, 38). Si noti la motivazione: “non era dei nostri”! Compiva un’opera buona, certo (cacciava demoni); lo faceva riconoscendo il potere del nome di Gesù (nel tuo nome); ma non apparteneva al nostro gruppo. Questo basta, per Giovanni, a giustificare un atteggiamento di rifiuto: la verità appartiene a noi. Nella prima lettura Mosè comunica lo Spirito di Dio a settanta anziani, che erano usciti dal campo e si erano radunati presso il tabernacolo. Ma un giovane nota con sorpresa che lo Spirito si è posato anche su Eldad e Medad, che non erano usciti dal campo e anch’essi si mettono a profetare. Giosuè cerca di impedirlo, ma Mosè interviene mostrando una profonda libertà da preoccupazioni per il monopolio del sacro o da gelosia per il proprio potere. Mosè esprime il desiderio che lo Spirito trasformi tutto il popolo, perché ciascuno possa lasciarsi guidare da Dio e comunicare ad altri la sua volontà. (A): La prassi degli esorcismi, come preghiere per scacciare il demonio da una persona posseduta, era abbastanza diffusa nell’ambiente giudaico: diversi personaggi, infatti, si presentavano come capaci di guarire chi era ritenuto indemoniato. Per compiere tali guarigioni venivano adoperate formule e preghiere, in cui si invocava il nome di Dio. Così sembra che qualche esorcista giudaico, senza essere un diretto seguace di Gesù, si faccia forte del suo nome come autorità per scacciare il diavolo. (B): La risposta di Gesù esprime una libertà profonda: non ha bisogno, Gesù, di monopolizzare il suo potere; gli basta che la verità sia riconosciuta; gli basta che l’uomo cerchi un legame, anche piccolo, anche implicito col Vangelo: un bicchiere d’acqua è ben poca cosa, ma basta questo perché l’uomo si trovi entro la sfera della salvezza. Libertà interiore, abbiamo detto; e proprio di questo si tratta. L’uomo diventa intollerante quando teme che qualcuno possa rubargli il monopolio della verità o dell’autorità; quando, perciò, non è del tutto sicuro di se stesso e del proprio valore. Nella prima lettura vediamo la differenza tra il comportamento di Mosè e quello di Giosuè. Mosè appare libero, pensa solo al bene del suo popolo; Giosuè invece è preoccupato dell’autorità di Mosè. (C): D’altra parte questa libertà interiore è la capacità di apprezzare il bene ovunque si trovi e non va confusa con un relativismo deteriore. Che il Vangelo non sopporti sconti è detto nelle parole che seguono. Quanto vale il Vangelo che dobbiamo annunciare? Gesù prende come termine di paragone ciò che vale, nella considerazione dell’uomo, lui stesso, la sua mano, il suo piede, il suo occhio. Possono presentarsi nella vita del credente situazioni che mettono in pericolo la sua fede; scandalizzare significa, nel linguaggio evangelico, proprio questo: essere d’ostacolo alla vita della fede. Ebbene, di fronte allo scandalo l’uomo deve essere disposto a qualsiasi rinuncia pur di salvare la fede. Non si può valutare la fede come una delle tante realtà che rendono più gradevole la vita dell’uomo; per chi ha fede, la fede è tutto. Tutto il resto senza la fede diventerebbe insignificante, mentre la fede da sola, senza il resto, sarebbe sufficiente a custodire il valore della vita. (D): Al tempo di Gesù c’erano i maestri della legge che con il peso della loro autorità e con il fascino del loro prestigio, ma anche con la minaccia della scomunica, dissuadevano i semplici dal seguire Gesù: turbavano la loro fede, erano pietra di scandalo. Più in generale, il piccolo è il discepolo perennemente smentito nella sua fede, smentito non solo dal mondo, ma dalla sua stessa comunità, persino da coloro che pretendono essere i suoi maestri. (E): Si capisce allora la gravità del dare scandalo; come si deve essere disposti a sacrificare tutto per la fede, bisogna evitare a qualsiasi costo di turbare la fede degli altri; sarebbe come rubare la speranza, rubare la vita stessa. “Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono...» (Mc 9, 42). Meglio morire, dunque, che avere la responsabilità di aver fatto morire un altro; meglio subire la morte piuttosto che istillare la morte della disperazione nei piccoli. (F): La Geenna (Ge-Innon) era una valle a sud-ovest di Gerusalemme, subito fuori le mura, dove veniva ammassata e poi bruciata la spazzatura. Per questo tale luogo finì per diventare un modo di indicare la rovina eterna e la dannazione infernale. (G): Si fa riferimento a una antropologia giudaica secondo la quale gli istinti risiedono negli organi umani (la mano e il piede significano i mezzi attraverso cui l’uomo tenta di possedere il mondo e gli altri; l’occhio indica l’oggetto dei suoi desideri). Di conseguenza, per sradicare gli istinti che possono scandalizzare, viene adoperata la metafora dello sradicamento dell’organo: naso, occhio, piede. Piuttosto della ‘morte eterna’ è meglio sottrarre alla persona quell’organo che verrebbe condannato nel giudizio e che trascinerebbe nella sentenza di morte eterna tutta la persona. (H): Sono elementi simbolici per indicare la morte totale (vermi) e la distruzione totale (fuoco). Come in altri testi veterotestamentari queste immagini evocano la sorte crudele riservata a coloro che saranno rimasti sordi agli appelli di Dio. Prefazio suggerito: “Ogni giorno del nostro pellegrinaggio sulla terra è un dono sempre nuovo del tuo amore per noi, è un pegno della vita immortale, poichè possediamo fin da ora le primizie del tuo Spirito, nel quale hai risuscitato Gesù Cristo dai morti, e viviamo nell’attesa che si compia la beata speranza nella pasqua eterna del tuo regno” (prefazio del tempo ordinario, VI). Padri della chiesa Giovanni, che amava con straordinario fervore il Signore, e perciò era degno di essere riamato, riteneva dovesse essere privato del beneficio chi non ricopriva un ufficio. Ma viene ammaestrato che nessuno deve essere allontanato dal bene che in parte possiede, ma piuttosto deve essere invitato a ciò che ancora non possiede. [Così anche] per quanto riguarda gli eretici e i cattivi cattolici, dobbiamo solennemente respingere non quelle credenze e quei sacramenti che essi hanno in comune con noi e non contro di noi, ma la scissione che si oppone alla pace e alla verità, per la quale essi sono contrari a noi e non seguono in unità con noi il Signore (Beda il Venerabile, Commento al vangelo di Marco). Le membra ubbidiscono alla tua anima come docili discepoli, e configurano le loro azioni secondo il modello ad esse proposto. Tappa le tue orecchie e odi il tumulto dei tuoi pensieri: combatti contro la tua anima! Ciò che è esterno non è in te causa di peccato: con l’interno devi sostenere battaglia (Isacco di Antiochia, Carmen de poenit.). Altri autori cristiani I discepoli e le comunità sono chiamate a guarire il mondo e l’uomo là dove la malattia emerge. Non basta annunciare il Kerygma! Se il Kerygma non è realmente accompagnato da un servizio all’uomo, per dargli speranza e dignità, rischia di decadere e di svuotarsi. Dobbiamo avere fiducia perché anche a noi sarà data la possibilità di fare miracoli in certe situazioni.(…) Non crediamo di essere gli unici a guarire il mondo. È tale e tanto il male che il Signore ha creduto bene chiamare anche altri a “scacciare i demoni”. C’è posto per tutti. Insomma, a causa di Cristo e del Vangelo, la chiesa intera è chiamata a porsi in servizio, ad attualizzare il Servo. Gesù non ci ha specificato cosa dobbiamo fare, cosa dobbiamo guarire… È indispensabile prendere coscienza di questa missione e poi lo Spirito ci darà discernimento, coraggio e fantasia. Una cosa è certa: se non siamo in un atteggiamento autentico di servizio, ci ripiegheremo su noi stessi ed il primato non sarà più dato alla missione ma all’istituzione (G. Florio, Shalom, pp. 392-3). In più, benché tra gli uomini vi siano giuste diversità, l’uguale dignità delle persone richiede che si giunga ad una condizione più umana e giusta della vita. Infatti le troppe disuguaglianze economiche e sociali, tra membri e tra popoli dell’unica famiglia umana, suscitano scandalo e sono contrarie alla giustizia sociale, all’equità, alla dignità della persona umana, nonché alla pace sociale e internazionale. Le istituzioni umane, sia private sia pubbliche, si sforzino di mettersi al servizio della dignità e del fine dell’uomo, nello stesso tempo combattendo strenuamente contro ogni forma di servitù sociale e politica, e difendendo i fondamentali diritti degli uomini sotto qualsiasi regime politico (Conc. Vat. II, Cost. Pastorale Gaudium et spes, 29, cpv. 3-4). Il Cristianesimo è la più vera e grande inquietudine. Esso vuole inquietare l’esistenza umana dal suo fondamento per far saltare tutti i limiti. Dove c’è un cristiano, ci dev’essere inquietudine. Il mio travaglio di uomo di fede, se non è tragico come il travaglio di chi non crede, non è però meno lacerante e meno profondo. Se non mi inquietassi, non sarebbe più la fede, ma l’evidenza, perché non si prova una piena soddisfazione che davanti all’evidenza. Ora, l’evidenza non è nella fede. Il mio pensiero si getta, per mezzo di essa, non nel vuoto, ma nel mistero. L’avventura umana quindi continua anche in chi ha la grazia di credere. Continua in tutto il mio essere, nell’intelligenza, nel cuore, nella volontà. “Cerchiamo come coloro che devono trovare, e troviamo come coloro che devono cercare ancora” (sant’Agostino). (P. Mazzolari, Se tu resti con noi, pp. 110-111). Io ti dico come posso, per ciò che riguarda la tua anima, che quelle cose che ti impediscono di amare il Signore Iddio, e ogni persona che ti sarà di ostacolo, siano frati o altri, anche se ti picchiassero, tutto questo tu devi ritenere per grazia ricevuta. E così tu devi volere e non diversamente. E questo ti sia per vera obbedienza del Signore Iddio e mia, perché io fermamente so che quella è vera obbedienza. E ama quelli che ti causano questi dolori e non pretendere da loro altro se non ciò che il Signore ti darà, e in questo amali sì da renderli cristiani migliori. E questo ti varrà più che stare solo in un romitorio. Ed io stesso riconoscerò se tu ami il Signore e se ami me suo servo e tuo, se farai questo, e cioè: che non ci sia alcun frate al mondo, peccatore quanto si vuole, che dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne ritorni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuol essere perdonato. E se comparisse davanti ai tuoi occhi mille volte, amalo più di me per questo, affinché tu lo possa conquistare al Signore e sempre tu possa avere misericordia di tali frati (Scritti di San Francesco d’Assisi, p. 133). Passi biblici paralleli Confronta: Mt 10,32; Lc 9,49-50; Mt 18,6-9. vv 38-40 At 3,16: Proprio per la fede riposta in lui il nome di Gesù ha dato vigore a quest’uomo che voi vedete e conoscete; la fede in lui ha dato a quest’uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi. 1Cor 12,3: Ebbene, io vi dichiaro: come nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire “Gesù è anàtema”, così nessuno può dire “Gesù è Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo. Fil 1,15-18: Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. Questi lo fanno per amore, sapendo che sono stato posto per la difesa del vangelo; quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non pure, pensando di aggiungere dolore alle mie catene. Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per sincerità, Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. At 19,13-16: Alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare anch’essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: “Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica”. Facevano questo sette figli di un certo Sceva, un sommo sacerdote giudeo. Ma lo spirito cattivo rispose loro: “Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?”. E l’uomo che aveva lo spirito cattivo, slanciatosi su di loro, li afferrò e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite. Mt 7,21-23: Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. 1Cor 13,1-2: Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. v 41 Mt 25,40: Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Lc 16,24-25; Gal 5,24; 1Cor 3,21-23. v 42 Lc 17,1: Disse ancora ai suoi discepoli: “È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono”. Rm 14,12-13: Quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello. Rm 16,17: Mi raccomando poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso: tenetevi lontani da loro. 1Cor 8,10-13; 1Cor 10,32-33. vv 43-48 Dt 13,6-12: Quanto a quel profeta o a quel sognatore, egli dovrà essere messo a morte, perché ha proposto l’apostasia dal Signore, dal vostro Dio, che vi ha fatti uscire dal paese di Egitto e vi ha riscattati dalla condizione servile, per trascinarti fuori della via per la quale il Signore tuo Dio ti ha ordinato di camminare. Così estirperai il male da te. Qualora il tuo fratello, figlio di tuo padre o figlio di tua madre, o il figlio o la figlia o la moglie che riposa sul tuo petto o l’amico che è come te stesso, t’istighi in segreto, dicendo: Andiamo, serviamo altri dei, dei che né tu né i tuoi padri avete conosciuti, divinità dei popoli che vi circondano, vicini a te o da te lontani da una estremità all’altra della terra, tu non dargli retta, non ascoltarlo; il tuo occhio non lo compianga; non risparmiarlo, non coprire la sua colpa. Anzi devi ucciderlo: la tua mano sia la prima contro di lui per metterlo a morte; poi la mano di tutto il popolo; lapidalo e muoia, perché ha cercato di trascinarti lontano dal Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile. Tutto Israele lo verrà a sapere, ne avrà timore e non commetterà in mezzo a te una tale azione malvagia. Rm 8,9-13: Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l’aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete. Col 3,5-6: Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, cose tutte che attirano l’ira di Dio su coloro che disobbediscono. Eb 12,1-2: Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Gen 4,8: Caino disse al fratello Abele: “Andiamo in campagna!”. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. 1Sam 24,7: Poi disse ai suoi uomini: “Mi guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al consacrato del Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato del Signore”. Sal 55,21-22: Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici, ha violato la sua alleanza. Più untuosa del burro è la sua bocca, ma nel cuore ha la guerra; più fluide dell’olio le sue parole, ma sono spade sguainate. Tb 4,7: Dei tuoi beni fà elemosina. Non distogliere mai lo sguardo dal povero, così non si leverà da te lo sguardo di Dio. Dt 15,7-8: Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso in una delle tue città del paese che il Signore tuo Dio ti dá, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso; anzi gli aprirai la mano e gli presterai quanto occorre alla necessità in cui si trova. Sal 1,1.6: Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; (…) Il Signore veglia sul cammino dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina. Prv 4,18-19: La strada dei giusti è come la luce dell’alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio. La via degli empi è come l’oscurità: non sanno dove saranno spinti a cadere. Dt 30,15-16: Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso. Mt 7,13-14: Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via … Gen 3,6: Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Gb 31,1-12: Avevo stretto con gli occhi un patto di non fissare neppure una vergine. Che parte mi assegna Dio di lassù e che porzione mi assegna l’Onnipotente dall’alto? Non è forse la rovina riservata all’iniquo e la sventura per chi compie il male? Non vede egli la mia condotta e non conta tutti i miei passi? Se ho agito con falsità e il mio piede si è affrettato verso la frode, mi pesi pure sulla bilancia della giustizia e Dio riconoscerà la mia integrità. Se il mio passo è andato fuori strada e il mio cuore ha seguito i miei occhi, se alla mia mano si è attaccata sozzura, io semini e un altro ne mangi il frutto e siano sradicati i miei germogli. Se il mio cuore fu sedotto da una donna e ho spiato alla porta del mio prossimo, mia moglie macini per un altro e altri ne abusino; difatti quello è uno scandalo, un delitto da deferire ai giudici, quello è un fuoco che divora fino alla distruzione e avrebbe consumato tutto il mio raccolto. Sal 119,37; Mt 5,28; Mt 6,22-23.