malattie cardiovascolari - Come fa l amore un uomo di 50 anni

GLI EFFETTI DELL’IPERCOLESTEROLEMIA
Si parla di ipercolesterolemia quando si riscontrano nel sangue alte concentrazioni di
colesterolo. Questa condizione, peggiorata dalla presenza contemporanea di livelli
elevati anche di altri grassi, come i trigliceridi, favorisce la formazione di placche
aterosclerotiche e l'indurimento delle arterie, responsabili di malattie cardiovascolari e
ictus.
MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Le cardiopatie ischemiche sono le patologie più frequenti a carico del cuore. Si calcola
che siano un milione e mezzo gli italiani con un insufficiente apporto di sangue a livello
cardiaco. Come è noto le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte
nella popolazione dei Paesi occidentali: in Italia, su 242.000 persone che ogni anno
muoiono di queste patologie, quasi il 30% (28.9%, 70.000 circa) dei decessi sono dovuti
all'infarto miocardico provocato dalla cardiopatia ischemica, con un tasso di 187 morti
ogni 100.000 abitanti. In un anno sono circa 160.000 le persone che hanno un attacco
ischemico al cuore.
Le ischemie cardiache sono caratterizzate da scarso apporto di ossigeno al muscolo
cardiaco. Vengono comunemente chiamate malattie coronariche poiché le coronarie
sono le arterie deputate all'irrorazione sanguigna del miocardio. In condizioni di stress o
di sforzo il cuore dipende in larga misura proprio dalla capacità delle coronarie di
allargare il loro lume fornendo al miocardio un apporto di sangue e quindi di ossigeno
aggiuntivo. La gradualità che caratterizza il processo di occlusione delle arterie
coronariche (aterosclerosi coronarica), causa delle ischemie cardiache, determina una
certa variabilità anche nella sintomatologia delle affezioni che ne conseguono. Le
manifestazioni più frequenti, evidenti e gravi dell’ischemia cardiaca sono l’angina
pectoris e l’infarto.
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L'angina pectoris: si manifesta con un dolore intenso e transitorio (dai 5 ai 15
minuti) al torace, in corrispondenza del cuore, descritto come una sensazione di
pressione, peso, costrizione; spesso associato a sudore, capogiri, si può diramare alle
spalle, alle braccia oppure solo a un braccio - spesso quello sinistro - al collo e alla
mandibola. E’ causata da una riduzione temporanea del flusso sanguigno in una
arteria coronarica a causa del blocco costituito da una placca aterosclerotica. Può
verificarsi dopo sforzi fisici prolungati, ma anche a riposo. E' un campanello
d'allarme per l'infarto miocardico.
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L'infarto del miocardio: il dolore è della stessa natura dell'angina ma dura più di
15 minuti (un’ora e anche più), non si aggrava facendo movimento, non si allevia
stando a riposo, né assumendo trinitrato di glicerina - una sostanza a rapida azione
vasodilatatoria. Nei casi più gravi l'infarto può complicarsi fino al collasso
cardiocircolatorio e alla morte. Si parla di infarto acuto del miocardio per la rottura
di placca aterosclerotica e per la formazione di un trombo ricco di piastrine e di
fibrina che porta all'immediata occlusione totale di un'arteria coronarica. Come
conseguenza si ha la necrosi o morte del tessuto muscolare miocardico che era
prima irrorato dall'arteria ostruita. L’ubicazione e l’entità dell’infarto dipendono
dall’arteria occlusa e dalla presenza o meno di un apporto di sangue collaterale: se
l’area rifornita dall’arteria in questione fruisce di un apporto adeguato di sangue
proveniente da arterie adiacenti, l’occlusione della coronaria può anche non indurre
infarto miocardico. L’espansione dell’infarto che segue nei giorni successivi
all’attacco, con l’assottigliamento del tessuto muscolare, ha un effetto avverso sulla
configurazione e sulla contrattilità del ventricolo sinistro, ed è una componente di
rilievo per una successiva insufficienza cardiaca (complicanza).
ICTUS
L'ictus (letteralmente ‘colpo’) è una lesione cerebrovascolare causata dall'interruzione
del flusso di sangue al cervello dovuta a ostruzione o a rottura di un’ arteria.
L'interruzione priva il cervello di sangue ed ossigeno e causa la morte delle cellule
cerebrali. Quando un'arteria nel cervello scoppia o si ostruisce, fermando o
interrompendo il flusso di sangue, i neuroni, privati dell'ossigeno e dei nutrimenti
necessari anche solo per pochi minuti, cominciano a morire. Le cellule cerebrali
distrutte innescano una reazione a catena che distrugge le cellule anche in una vasta area
circostante. Poiché le cellule cerebrali non si rigenerano, il danno causato dall'ictus è
spesso permanente. A seconda della parte del cervello colpita, l'ictus può avere come
conseguenze la paralisi e la perdita di alcune funzioni (la parola, la visione o la
memoria). E’ la prima causa di invalidità negli adulti: ben 3 milioni di cittadini nei paesi
occidentali riportano un'invalidità permanente a causa dell'ictus. L'ictus può anche
portare al coma o alla morte. Come un attacco di cuore, l'ictus può colpire
improvvisamente, spesso senza preavviso, anche se di solito questo avviene molti anni
dopo la nascita di problemi cardiaci e all’apparato circolatorio. Gli ictus sono causati da
ischemia (ictus ischemico) o da emorragia (ictus emorragico)
1. Ictus ischemico. La capacità che ha il sangue di coagularsi, da un lato consente il
rimarginarsi delle ferite - ed è quindi un fattore positivo nella vita quotidiana –,
dall'altro può provocare una ischemia cerebrale attraverso due processi distinti:
l'embolia e la formazione di trombi.
L'ictus più comune è l'ictus trombotico o trombosi cerebrale. In questo tipo di ictus,
all'interno di una arteria cerebrale si forma un coagulo di sangue, il trombo, che
restringe il vaso sanguigno. Questo processo può interrompere completamente il
rifornimento nutritivo all'area cerebrale irrorata dall'arteria che si è occlusa. I trombi si
formano molto spesso in vasi sanguigni danneggiati dall'aterosclerosi. In altri casi un
coagulo di sangue, l'embolo, che si è formato in un'altra parte del corpo, solitamente nel
cuore, può immettersi nel flusso sanguigno e arrivare a fissarsi ad un’arteria cerebrale di
calibro leggermente inferiore alle dimensioni dell’embolo stesso. Se l'embolo ha una
dimensione sufficientemente grande può bloccare il flusso di sangue al cervello e
causare il cosiddetto ictus embolico.
In connessione con gli ictus di tipo ischemico si usa spesso il termine infarto cerebrale.
Un infarto è un'area di necrosi: il tessuto cerebrale, i neuroni, muoiono a causa del
mancato afflusso di sangue dovuto a trombi o ad emboli in un vaso sanguigno.
Ictus emorragico. Rappresenta solo il 15% di tutti gli ictus ma è il più grave e
potenzialmente fatale perché si verifica quando un’arteria cerebrale si rompe.
Le cause possono essere diverse:
 brusco aumento della pressione arteriosa (in questo caso si verifica spesso
un’emorragia cerebrale);
 rottura di un aneurisma, cioè di una porzione della parete di un'arteria malformata
(in questo caso si verifica più frequentemente una emorragia subaracnoidea);
 anomala coagulazione del sangue, per esempio in seguito a trattamento con farmaci
anticoagulanti.