Quale metodo per insegnare ai bambini lo Sport

O quali metodi?
Insegnare non vuol dire necessariamente apprendere , l’apprendimento dello sport da
parte dei bambini dipende fortemente dall’efficacia dei metodi utilizzati dagli istruttori.
L’istruttore come guida del percorso di formazione psico – motoria del bambino.
Formazione che avviene all’interno delle tappe evolutive comuni a tutti , ma in maniera
individuale e personalizzata nei tempi e nei modi propri ad ogni singolo bambino. Ci sarà
chi anticipa l’acquisizione di determinate competenze e chi resta indietro : per entrambi
l’educatore deve elaborare strategie idonee di insegnamento e lo può fare solo
conoscendo più teorie e metodi ed integrandoli a seconda dei casi. E’ bene tener
presente che ad ogni finestra evolutiva corrisponde una serie di competenze da acquisire
. Pertanto è importante conoscere lo sviluppo psicomotorio del bambino per insegnare
le cose nel giusto lasso di tempo, né prima, né dopo.
In generale dai 6 ai 10 anni , deve essere proposta un’attività di carattere
generalizzato e diversificato a sfondo prevalentemente ludico. Il bambino deve poter
giocare con il movimento, sperimentandolo in tutte le sue forme modalità esecutive
soddisfacendo il suo naturale bisogno di movimento. Per crescere è necessario fare
esperienze motorie e ripeterle, ripeterle , ripeterle, ma non in maniera meccanica : il
gesto appreso va ripetuto in vari contesti e situazioni per avere il modo di applicare la
nuova scoperta a movimenti diversi e sperimentarla consapevolmente. Per fare
questo ci vuole tempo e noi spesso non abbiamo tutto questo tempo . Qualche
decennio fà le esperienze motorie si facevano in modo naturale , la motricità era
spontanea, ora c’è bisogno di un aiuto e quindi di un’educazione psicomotoria!
L’attenzione quindi deve essere puntata sulle strategie e i metodi attraverso i quali
il bambino può riuscire anche ad apprendere i contenuti che vengono trasmessi , il
bambino è al centro del gioco ed è lo sport che va verso il bambino e non il
contrario , anche , e a maggior ragione , nel caso di bambini con difficoltà
psicomotorie. In questo caso l’aiuto della polisportiva è fondamentale così come
compiere una sintesi creativa dei metodi , lo stabilire un incontro tra le culture ed
il sapere in materia d’insegnamento dello sport che tenga presente che le
emozioni fanno parte del gioco. Il gioco sport, il gioco rugby non può essere
presentato all’allievo in questa età nella sua interezza e complessità; bisogna
avvicinare il principiante al gioco, semplificandolo, senza snaturarlo. Il
procedimento Pedagogico andrà dal semplice al complesso dal conosciuto allo
sconosciuto: partiamo da ciò che il bambino sa fare e ci poniamo il problema di
come farlo riuscire nella pratica di esecuzioni sempre più complesse. Il bambino
ha necessità di apprendere , di proporre , di scegliere e, quindi di un
insegnamento capace di sviluppare le sue capacità creative. Il bambino ha
soprattutto una profonda necessità : quella di giocare!
Il bambino si diverte mentre l’educatore consapevole da un senso al gioco, agendo
sempre intorno ad uno scopo e mettendo tutti i bambini nella condizione di riuscire.
Tutte le attività saranno principalmente ludiche e con difficoltà crescenti tenendo
presenti queste caratteristiche;
• Variare l’esecuzione del movimento
• Dare spiegazioni brevi e consegne semplici che dinamizzano l’azione
• Variare il ritmo e la velocità di esecuzione
• Il sistema di insegnamento deve avere una propensione al presente(soddisfare
ora)
• Combinare le abilità apprese
• Variare le informazioni attraverso l’impegno degli analizzatori: visivo , acustico,
tattile , cinestesico(sensazioni fisiche , manualità ,costruire fisicamente)
• Eseguire i movimenti variando lo spazio d’azione
• Ripetere con regolarità i giochi e le esercitazioni variandone la complessità
perché il bambino entri nella logica e compia l’evoluzione.
E’ importante che l’istruttore abbia precisi obiettivi e guidi il bambino a sperimentare
, facendogli fare più esperienze motorie possibili. Attraverso il gioco il bambino
raggiunge il maggior numero di abilità possibile e viene aiutato nello sviluppo
biologico ,nelle conoscenze e nella socializzazione. IL FALLIMENTO DEL LAVORO di un
istruttore , in questo senso , è dato non dalla sconfitta nella partita ma dal non saper
fare o dal non migliorare dei propri allievi. Il gioco deve condurre alla tecnica
specifica e non il contrario: cioè il pallone . Nelle situazioni di gioco il bambino deve
essere guidato dal suo istruttore . E’ importante far capire che dedicare tanto tempo
al gioco invece che alle esercitazioni tecniche, tanto gradite a tecnici e dirigenti , non
è perdere tempo! Il messaggio che deve passare è che chi è abile nel giocare sarà più
abile in tutti gli altri sport, per ragioni di completezza e armonia psicomotoria e
perché la didattica basata sul gioco crea l’abitudine alla ricerca autonoma di
strategie di soluzione dei problemi. Negli sport di situazione vince chi genera
incertezza nell’avversario e chi sa gestire l’incertezza connaturata in ogni gioco.
E’ importantissimo insegnare ai bambini a CREARE ALTERNATIVE e favorire la crescita
dell’atleta autonomo che nella pratica agonistica degli adulti è fondamentale nella
soluzione dei problemi che si generano durante le partite.
Insegnare non è per forza apprendere ! Lo sport giovanile ha senso solo se aiuta a
crescere perché educare quando si insegna sport è indispensabile come bere quando
si mangia.
LE COMPETENZE DELL’ISTRUTTORE
• L’ETICA
• LE METODOLOGIE
• I CONTENUTI
• LE CAPACITA’ COMUNICATIVE
• LA CONSAPEVOLEZZA DEL RUOLO DI SE’
IL MINIRUGBY
Anche se il minirugby è lo sport dei piccoli , non si deve impostare l’attività dei mini
atleti , a dosi ridotte , dell’allenamento adulto . Si devono proporre stimoli e
situazioni che facilitino l’apprendimento, dando particolare spazio alle fasi sensibili
della formazione dello schema motorio e della capacità coordinativa. Per fase sensi
bile di uno schema motorio o di una capacità coordinativa s’intende il periodo in
cui questo ha il suo maggior sviluppo, e può ,quindi essere appreso meglio. Un
corretto allenamento deve dunque avere come scopo la capacità motoria e , come
contenuto , l’insegnamento dello sport specifico.
Buon Rugby!
Sergio Zorzi ( Fonti : Libro Sulla Psicologia dello Sport)